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Autore: Meramadia94    17/02/2018    2 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non si era staccata dal suo capezzale per tutta la notte. Il bip dell'elettrocardiogramma era insopportabile, ma non si era mai mossa.
Quasi come se temesse che la sua assenza potesse determinare un finale tragico per quella storia. Aveva passato la notte a vegliarlo, tenedogli la mano immobilizzata da una fasciatura e a rinfrescargli la fronte leggermente accaldata per la febbre, senza mai cedere al sonno e alla stanchezza.
Più volte Sakura aveva tentato di darle il cambio, e solo dopo molti sforzi, l'ispettore Shiratori era riuscito a convincerla a tornare al suo alloggio per studenti e riposare un po'.
'' Non ti libererai facilmente di me, sai?''- fece Sato continuando a credere con tutte le sue forze che l'uomo fosse perfettamente in grado di sentirla -'' Perchè io.... dormirò qui, mangerò qui, se sarà necessario compilerò i rapporti qui... vivrò qui, fino a quando tu non aprirai gli occhi...''
Nel dir così, infilò una mano sotto il colletto della camicetta per tirar fuori una catenina alla quale era attaccato un oggettino come se fosse un ciondolo.
Se lo rigirò tra le dita quasi giochicchiando... quello era l'anello che qualche tempo fa, le aveva regalato Takagi. Da allora, per evitare pettegolezzi anzichè tenerlo al dito ne aveva fatto un ciondolo e lo portava sempre con sè, ovunque andasse, custodendolo gelosamente, quasi fosse una reliquia...
Quando Yumi le aveva detto che portare un anello in argento e turchese a sinistra le avrebbe allontanato sia la sfortuna che le zanzare, aveva fatto finta di crederle e di non essere a conoscenza di cosa significasse in realtà... ma l'aveva fatto apposta.
Sperava che il poliziotto, vedendola con quell'anello al dito andasse da lei e le chiedesse spiegazioni su dove provenisse, un modo come un altro per dirsi reciprocamente '' Amo solo te'', ma forse aveva sottovalutato la timidezza dell'uomo ed aveva l'impressione di averlo anche spaventato.
'' Se solo ti avessi detto chiaro e tondo che volevo passare il resto della vita con te...''- fece Sato baciandogli il dorso della mano offesa -'' quante sofferenze ci saremmo risparmiati...  so di non essere la persona più facile del mondo... ma ti prego non lasciarmi.... io e Sakura, da sole come facciamo?''
Nel frattempo, in una vecchia pensione completamente ristrutturata e messa nuovo e trasformata in una residenza per studenti, Sakura apriva gli occhi.
Guardò l'orologio. Erano le otto del mattino, di nuovo troppo tardi anche solo per pensare di potersi preparare e fare colazione per essere in tempo a scuola.
L'ultima settimana non era stata molto prolifica per la scuola, ma si consolò pensando al fatto che se viveva in uno studentato era perchè aveva sempre avuto ottimi voti e che deteneva un record assoluto di presenza... se ne deduceva che il suo liceo, avrebbe potuto cavarsela da solo anche senza di lei.
E poi non era quella la cosa più importante in quel momento.
L'unica cosa che le premeva davvero era che suo fratello si ristabilisse completamente, che tornasse da lei, alla sua vita e al suo amato lavoro.
Si alzò, fece una doccia ed indossò un maglione a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans e delle scarpe da ginastica bianche.
Si spazzolò i capelli e scese per prendere almeno un caffè...
'' Ma che fai, mi fai gli appostamenti?''- fece Sakura vedendo l'ispettore Shiratori seduto al bancone del bar del convitto mentre sorseggiava un caffè.
'' No...''- fece l'ispettore -'' Volevo solo sapere come stavi...''
'' Come vuoi che stia?''- fece la ragazza versandosi una tazza di caffè e poggiando i soldi per la sua consumazione sul tavolo -'' Come una che ha il fratello in coma...''
'' Già... domanda stupida.''- fece il poliziotto.
'' Di la verita...''- indagò lei -'' C'è dell'altro vero? Non credo che ti saresti scomodato tanto per venire qui, solo per sapere come stavo... bastava una telefonata.''
'' Così mi raccontavi quel che volevi...''- fece l'ispettore. In effetti la ragazza ci aveva visto giusto... in parte.
In quei giorni non poteva negare di essersi affezionato alla sorella del collega, e che le era grato perchè grazie a lei si era reso conto che stava impedendo ai due colleghi di vivere un qualcosa che capitava una volta sola in tutta la vita e che di quel passo anche lui sarebbe stato infelice per sempre... ma c'era qualcosa che doveva dirle.
'' Ma pensavo di doverti informare riguardo alle indagini.''
La ragazza lo guardò sopresa.
Di che indagini parlava? Avevano una risposta per tutto: il movente degli omicidi seriali, il perchè di punto in bianco si erano interrotti, il movente di Nabei... era tutto scritto nel rapporto e nella confessione di Eiki Nabei.
Francamente non vedeva cos'altro ci poteva essere da scoprire in quel caso.
'' Di che stai parlando...?''
'' Qui?''- fece Shiratori alzandosi -'' Andiamo a fare una passeggiata... almeno prendi un po' d'aria fresca...''
...
...
...
'' Come?!?''- fece Sakura quando l'ispettore le ebbe spiegato cosa avevano scoperto non più tardi di alcune ore fa, mentre passeggiavano nel giardino del convitto per studenti -'' Nabei potrebbe invocare la legittima difesa?''
Tra la sorpresa per la notizia appena ricevuta, non potè fare a meno di rallegrarsi per l'uomo. Vero, aveva tolto ad una persona la propria vita e suo fratello per poco non ci lasciava la pelle, ma lei era sempre più convinta che se Hiramune fosse stato se non un brav'uomo, almeno un essere umano decente, quel caso non ci sarebbe stato e loro si sarebbero risparmiati un mucchio di sofferenze inutili.
Trovava più giusto sperare che un assassino come Nabei riuscisse ad avere la possibilità di ricominciare da capo una volta espiato che '' piangere'' la fine di uno spietato criminale.
'' Mentre refertavamo gli effetti personali di Hiramune...''- spiegò Shiratori -'' Abbiamo trovato nel tritadocumenti una ricevuta di un piccolo supermercato. L'orario di pagamento era antecedente alla sua morte.''
'' E che c'è di strano?''- fece Sakura.
'' Il fatto che nello scontrino ci fosse anche un fertilizzante per le piante.''- spiegò il poliziotto -'' Tieni presente che Hiramune abitava in un palazzo, che tra l'altro non aveva un appezzamento di terra sul tetto per coltivare piante o ortaggi, non aveva nemmeno piante sul balcone ed in casa e non c'erano libri sul giardinaggio nel suo appartamento.''
'' Quindi...?''- fece Sakura che iniziava a capire -'' Tu pensi che in realtà...''
'' Io penso che Hiramune si sia lasciato prendere dal panico quando a poche ore dalla perscrizione del suo ultimo crimine, ha ricevuto la tefonata di una persona che asseriva di avere un dettaglio importante e ha agito d'istinto.''
Ne era convinto. Hiramune si era sentito in pericolo al pensiero che vi era una persona che si era trovata sulla scena del delitto e che probabilmente aveva riconosciuto la sua voce e non aveva minimamente considerato che la testimonianza di un bambino in preda alla paura non sarebbe certo bastato a farlo incriminare e che dato che nessuno dei suoi vecchi compagni di gioco del sabato sera aveva parlato ai familiari dell'esistenza degli altri tre, non c'era uno straccio di prova a suo carico.
Ed ormai controllato dal terrore di essere scoperto e finire in prigione aveva deciso di liberarsi dell'unico testimone rimasto in vita, come era solito fare con le persone che potevano rappresentare una minaccia.
'' Inoltre, pronti per essere usati, in cucina...''- continuò Shiratori -'' Vi erano due bicchieri ed una bottiglia di vino ancora sigillata. E l'interno di uno dei due era completamente cosparso di quella sostanza per il giardinaggio. Se qualcuno ci avesse poggiato le labbra per bere... non avrebbe fatto una bella fine.''
Probabilemte, con la scusa di rilassarsi bevendo qualcosa, lo psicologo avrebbe avvelenato Nabei e non gli sarebbe stato difficile far credere che si era trattato di un suicidio.
Nabei non aveva amici nè parenti che potessero insinuare il dubbio che si fosse trattato di un delitto. Inoltre, Nabei aveva più volte ricevuto le pressanti visite dei giornalisti nei giorni precedenti al delitto che assieme alla rabbia per l'impossibilità di vedere l'assassino del padre in cella, poteva costituire un buon movente.
Inoltre, lo psicologo era del tutto ignaro che la sua '' prossima vittima'' aveva intenzione di toglierlo di mezzo, quindi Nabei lo aveva chiamato da una cabina telefonica per fissare l'appuntamento... perciò, anche se qualcuno avesse trovato poco convincente l'ipotesi del suicidio non sarebbe mai riuscito a collegare Hiramune alla morte di Nabei.
'' Il carnefice che diventa vittima e la vittima che si fa giustizia da sola...''- borbottò Sakura.
'' Già.''- fece Shiratori -'' Non potrà dire di aver agito per difendere la propria vita... ma l'intenzione di uccidere da parte di Hiramune c'era. Il giudice sarà clemente.... e una volta scontata la pena, potrà cominciare una vita nuova.''
Sakura sorrise.
Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe gioito per il fatto che un assassino avrebbe avuto una pena più mite... ma in quel caso ne era felice veramente.
D'altronde, era più sensato gioire per il fatto che Nabei avrebbe potuto ricominciare una nuova vita piuttosto che disperarsi per la perdita di uno spietato delinquente.
'' Beh.... allora... grazie. Di tutto.''- fece Sakura, spiazzandola.
'' E di cosa?''
'' Avevi promesso che l'avresti ritrovato... hai mantenuto la promessa...  e mi sei stato vicino quasi come un fratello...''
Shiratori distolse lo sguardo imbarazzato. Si sentiva in colpa per quanto era accaduto. Vero, non aveva puntato una pistola contro Nabei ordinandogli di portar via Takagi e di certo non aveva detto ad un idiota del SIT di premere il grilletto... e non aveva spinto Takagi davanti a Nabei.... però... c'erano state due o tre volte in cui aveva sperato che sparisse. Fino a due settimane prima, tutto quello che voleva era levarselo dalle scatole per poter finalmente avere campo libero con Miwako... aveva sperato tante volte che si togliesse di torno... ma non in quel modo. Aveva sperato che s'innamorasse di un'altra donna o che venisse trasferito in un'altra città...
E il destino alla fine lo aveva accontentato... solo per fargli scoprire quale gravissimo errore avesse compiuto...
Sakura aveva avuto ragione nel fargli quella domanda... '' Anche se non dovesse tornare, a te quanto importerebbe da uno a dieci?''. Certo, non avrebbe gioito per la morte di un collega ma forse... non era nemmeno quello per cui avrebbe pianto disperatamente per giorni.
Non era un pensiero onorevole... ma quando aveva toccato con mano che Miwako non era affatto la persona che aveva sempre creduto essere... avrebbe voluto scomparire ogni volta che Sakura lo guardava con quegli occhi pieni di paura e disperazione.
Da quel momento aveva deciso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare a quell'errore, che si risolvesse nel migliore dei modi o meno.
'' Ad ogni modo...''- fece Shiratori -'' Considerami al tuo servizio, per qualsiasi cosa.''
'' Ah davvero? Allora ti dispiacerebbe darmi un passaggio in ospedale?''
...
...
...
Non ci fu bisogno nemmeno di chiederlo.
Il tempo di manifestare quel desiderio e di fermarsi a casa del fratello per recuperare dei vestiti puliti, e l'ispettore l'accompagnò all'ospedale centrale di Beika, dove Takagi giaceva ancora in stato d'incoscienza dopo un'operazione particolarmente difficile.
'' Non correre così, rischi di farti male...''- fece Shiratori cercando di bloccare la ragazza che era scesa dall'auto mettendosi a correre come una scheggia.
Detto fatto.
'' Ouch!''- fece Sakura finendo per terra dopo essersi scontrata con una donna -'' Ahia che male...''
'' Oh santo cielo, scusami tanto...''- fece la signorina Kobayashi avvicinandosi alla ragazza per aiutarla a rimettere nella busta le camice pulite che erano finite per terra.
'' Ma si figuri...''- fece Sakura rimettendosi in piedi -'' E' stata colpa mia, non ho guardato quello che c'era di fronte a me e...''
'' Te l'avevo detto di non correre...''- fece Shiratori quando finalmente riuscì a raggiungere la sorella del collega per poi arrossire di colpo quando notò che la giovane era in compagnia della maestra di Conan e dei suoi amici -'' Signorina Kobayashi... che piacere rivederla... che cosa fa da queste parti, non si sente bene...''
La docente sorrise -'' No, stia tranquillo... i bambini mi hanno informato che il detective Takagi era stato operato d'urgenza così ho pensato di passare per vedere come stava.... so che l'operazione è andata bene.''
'' Si...'' - fece Sakura -'' Adesso stiamo solo aspettando che si riprenda... ma il peggio per fortuna è passato.''
La docente sospirò di sollievo -'' Mi fa piacere... non ti trattengo oltre. Va pure da lui.''
Sakura annuì e corse via.
'' Posso... posso offrirle un caffè?''- chiese Shiratori.
Sumiko annuì.
Poco dopo, davanti ad una tazza di caffè, al bar dell'ospedale, i due iniziarono a parlare del più e del meno.
'' Lei e l'agente Takagi... siete molto legati?''- fece la signorina Kobayashi.
Shiratori non potè fare a meno di dirle la verità.
'' Beh... mentirei se dicessi che non lo considero un ottimo agente, una brava persona ed un gran lavoratore...''- fece Shiratori -'' ma se è per questo non posso nemmeno dire che tra noi ci sia un gran feeling.''
'' Come mai?''- fece la docente.
'' Ecco...''- rispose il poliziotto -'' Anche se abbiamo sempre cercato di impedire alla questione di influire sul lavoro... abbiamo avuto non pochi problemi di convivenza civile a causa di una donna.''
'' Si tratta dell'agente Sato, vero?''- fece Sumiko -'' Ha detto ai medici di essere la sua fidanzata.''
Il poliziotto annuì.
'' E ha ragione. Per molto tempo, non ho fatto altro che considerarlo come se fosse il terzo incomodo... qualcuno o qualcosa mandato dal destino per impedire che io e lei potessimo stare assieme... come nelle storie d'amore vecchio stampo... malgrado tutto e tutti alla fine l'amore vince sempre... ma ho commesso un gravissimo errore di valutazione.''- fece  il poliziotto dandosi dell'idiota -'' L'ostacolo mandato dal destino... il cattivo della favola... non era lui. Ero io.''
Sumiko sobbalzò a quelle parole.
'' Per molto tempo, non ho fatto altro che mettergli i bastoni tra le ruote, volevo impedire a tutti i costi che le cose tra lui ed una nostra collega diventassero eccessivamente serie.... l'ho fatto perchè ero convinto che l'agente Sato fosse la donna che un giorno avrei dovuto sposare...''
'' Come, la donna che avrebbe dovuto sposare...? Non mi dirà che ha accettato un matrimonio combinato...''- fece la Kobayashi iniziando ad alterarsi un poco, un po' perchè non poteva credere che tuttora vi fossero ancora persone che combinavano i matrimoni e persone che accettavano passivamente la cosa come se si trattasse di dover cambiare disposizione dei mobili.... e un po' forse per paura e gelosia.
Shiratori sorrise -'' No.... quando ero ragazzino incontrai una ragazza che mi colpì moltissimo. Era bella, gentile e coraggiosa... era davvero una persona molto singolare, e da quel giorno mi è rimasta in mente.''
'' Ho capito...''- fece Sumiko -'' Ha creduto che quella bambina e l'agente Sato fossero la stessa persona...''
'' Già... mi sono lasciato ingannare perchè ho dato per scontato che con il suo coraggio ed il suo amore per la giustizia, non poteva essere diventata che un' agente di polizia...''- fece il poliziotto domandandosi dove stava scritto che una qualità non avrebbe permesso ad una persona che seguire una determinata strada.
Lui se la cavava egregiamente in cucina, ed era un grande appassionato di vini ed architettura, aveva una certa attitudine per il disegno architettonico... nulla gli avrebbe impedito di diventare un ottimo cuoco, uno stimato sommelier o persino un bravo architetto o in alternativa un bravo tecnico... ma aveva scelto una strada completamente diversa.
A mente lucida, non avrebbe mai '' decretato'' che la bambina dei suoi ricordi avrebbe dovuto essere per forza una rappresentante della legge... ma forse era stato più per il fatto che ormai disperava di poterla rivedere e per il fatto di non avere nulla in mano per poterla rintracciare.
'' Ma ho sbagliato. E... non ne vado per niente fiero, più di una volta ho sperato che sparisse dalla nostra vita...''- fece Shiratori con gli occhi bassi -'' Ma speravo solo che venisse trasferito in un' altra prefettura o che s'innamorasse di un'altra persona... ma mai, mai gli ho augurato una disgrazia.''
'' Lo so... ci credo.''- fece Sumiko -'' Alla fine... questa ragazza... l'ha ritrovata?''
Shiratori sorrise e mise una mano in tasca.
La ragazza impallidì nel vedere quello di cui si trattava.
Era una coroncina di fiori di carta, un po' spiegazzata, segno dei tanti anni passati ma poteva essere definita in ottime condizioni.
'' L'ho conservata per tutti questi anni, come un portafortuna.''- fece Shiratori.
''Oddio sei tu allora...''- fece Sumiko che ancora faticava a crederci. Il suo primo amore, che aveva sempre disperato di poter ritrovare, che ormai credeva sposato e con dei figli, felice con una famiglia... era lì. Davanti a lei. Che le stava dicendo che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare a lei e che aveva sempre sperato di ritrovarla, un giorno non lontano.
Troppo bello per essere vero.
...
...
...
'' Sakura...''- fece Sato vedendo la ragazza entrare nella camera dove Takagi dormiva ormai da quasi un giorno.
'' Ciao... allora, dimmi, come sta?''- fece la giovane.
'' E' ancora privo di conoscenza.''- fece la poliziotta -'' L'infermiera dice che è normale... ma non riuscirò a stare bene finchè non lo sentirò parlare e non vedrò i suoi occhi aperti.''
'' Lo stesso vale per me.''- fece Sakura posando la busta con i vestiti puliti su una sedia -'' ma si riprenderà. Ha... ha superato di peggio. E ora merita di essere felice.''
'' Sakura...''
La giovane alzò una mano come per farle cenno di stare zitta -'' In questi giorni... ho avuto modo di conoscerti più da vicino... e ho capito perchè Taru si è innamorato di te. E lo appoggio.
Però so anche che hai il brutto vizio di tenere a distanza le persone che si getterebbero nelle fiamme dell'inferno per te, per proteggerle. Perciò, ecco come stanno le cose: io te lo lascio. Te lo affido. Ma se vengo a sapere che lo fai soffrire, ti assicuro... non ho paura di picchiare un poliziotto.''
Sata sorrise. Degna sorella di Takagi, non c'era che dire. Cerbiatti indifesi a vederli da fuori, ma in realtà combattevano come dei leoni.
'' Ti darò la mia posizione, in quel caso. Così ti risparmio la fatica di venirmi a cercare.''
Le due risero, e subito dopo sentirono il poliziotto mugulare e il fruscio delle coperte che si muovevano.
'' Takagi...''- fece Miwako avvicinandosi al letto.
'' Vado a cercare un dottore....''- fece Sakura correndo fuori dalla stanza.
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'' Wataru....? Amore mio, ti prego svegliati... ce l'ha fatta... ancora uno sforzo e ci siamo.''- fece Sato tenendogli il viso tra le mani.
Il poliziotto mugolò di dolore prima di spalancare gli occhi.
Il sole era esploso in una stanza.
 
  
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