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Autore: Jackthesmoker7    19/02/2018    1 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ottimo, ci siamo.

Questo è il momento che spero molti di voi hanno sperato di vedere: il combattimento finale, nonché uno dei capitoli finali. Prima di cominciare, vorrei precisare qual è il costume Batman, perché la tuta del cartone è sì bella, ma per questa storia non va bene.

Quindi se Slado indossa la tuta classica della serie animata, possiamo dire che Batman può indossare il costume di Arkham City, o a scelta qualsiasi costume con i guanti e gli anfibi corazzati.

 

Si fissarono negli occhi.

Alla sua presenza Slado sembrò recuperare una parvenza di compostezza: << Batman. In persona. Quale onore. >>

Lui non rispose, ma i suoi occhi sembravano volerlo trafiggere da parte a parte senza pietà.

Il silenzio di odio sembrava quasi solidificarsi nella polvere che turbinava in piccoli mulinelli, spinta da un vento che non aveva soffiato più per molto tempo, e che adesso finalmente era penetrato in quel posto fatto ormai di aria viziata.

Fu il giovane Flash ad rompere il silenzio: << Bastardo! Hai ucciso tutte quelle persone! Ora ti faccio a pezzi. >> urlò, scattando verso Slado a supervelocità.

Stava per colpirlo con un pugno supersonico che probabilmente gli avrebbe rotto la maschera, il naso ed alcuni denti, ma si fermò appena prima di toccarlo: << Kid, aspetta. >>

Le sue nocche si fermarono ad un soffio dall’apertura dell’occhio sinistro. Lo spostamento d’aria bastò a far arretrare di qualche centimetro il mercenario; si girò verso Batman, che gli aveva dato quell’ordine. << Perché? Voglio spaccare le ossa a questo essere disgustoso e vendicare tutti quei morti. Cosa c’è di sbagliato? >>

Il pipistrello gli fece segno di tornare da lui, e riluttante ubbidì.

Come se lo avesse completamente ignorato, gli porse il ragazzo: << Prendi Robin e portalo all’infermeria più vicina, in fretta. Sta faticando a respirare. Poi con la tua velocità aiuta gli altri a cercare e curare i sopravvissuti, se ce ne sono. >> disse, lanciando alla fine uno sguardo di ghiaccio verso Slado, che si stava ancora riprendendo dalla sorpresa del grande pericolo che può portare un velocista.

Kid Flash lo guardò incredulo: << Ma… No, voglio restare qui e fare a pezzi quel bastardo! Robin è anche un mio amico! >>

<< Calmati Kid >> avvertì una terza voce, che immobilizzò il ragazzo sul posto. In un lampo rosso, era arrivato anche il Flash adulto.

<< So quello che provi, lo provo anch'io in questo momento. >> rivelò il velocista, squadrando Slado con rabbia: << Ma non è un affare nostro. >>

<< Lui è mio. >> chiuse il discorso Batman, come per confermare ciò che aveva già affermato il rosso.

<< Ma... e Robin? >> fissò il ragazzo che pendeva ancora dalle braccia del pipistrello.

<< Prendilo e portalo via da qui, e fa in fretta. Io ti raggiungo. >> ordinò quindi Flash, con il tono serio che era abituato ad usare quando la situazione diventava importante.

Kid allungò le braccia ed esitante raccolse il suo corpo inerte.

<< Ed ora va. >>

Kid Flash rimase a fissarli per un lungo istante, prima Flash, poi Batman e Slado, ma alla fine ascoltò il suo mentore e partì a supervelocità, lasciando ai tre uomini campo libero.

<< Sicuro di voler restare solo Bat? Quel tipo è pericoloso. >>

Slado si ricompose, ed intercettò lo sguardo assassino di Batman, rispedendoglielo addosso uguale.

<< Non quanto me. >> rispose il pipistrello, glaciale.

A quel punto anche il Flash adulto lasciò che se la vedessero da soli, ritirandosi per aiutare gli altri.

Il gioco di sguardi continuò imperterrito; ognuno squadrava con attenzione il proprio avversario, studiandolo ed aspettando che facesse lui la prima mossa. Cominciarono a muoversi in cerchio, osservandosi con attenzione. Erano guerrieri esperti: tutti e due sapevano che l’avversario era pericolosissimo, e che il minimo errore o che anche solo un microsecondo di ritardo nei movimenti li avrebbe portati alla sconfitta.

All’improvviso, si arrestarono. Per quello che sembrò solo un lunghissimo istante, i due rimasero immobili nei mulinelli di polvere sollevati dal vento.

Slado ruppe il silenzio per primo. Piegò tutto il suo peso sulle gambe e spiccò un balzo verso suo avversario. Raccolse le gambe ed esplose un calcio.

Batman lo afferrò a mezz’aria e lo proiettò a terra, ma lui atterrò con le mani e roteò su se stesso, colpendo con un altro calcio.

Il cavaliere oscuro indietreggiò, stordito dal colpo, e Slado si avventò ferocemente su di lui .

Partì con una scarica di pugni al plesso solare ed al mento, ma lui li parò o li schivò tutti rispondendo con un pugno sulla mascella, che fece prendere il volo al criminale. Ma lui si riprese al volo ed attutì la caduta con una capriola.

Si rimise in piedi e ripresero a studiarsi. Batman si pulì la boccada un rivolo di sangue, mentre Slado non aveva ferite visibili.

<< È per via di quello che è successo qualche anno fa? >> chiese il cavaliere oscuro, riprendendo il loro balletto.

<< Tre anni, due mesi e quindici giorni fa. >> gli rispose il criminale, << È difficile non contarli. >>

Stavolta fu Batman a trovare un’apertura. La sua mano scattò verso la cintura e fulmineo un batarang attraversò lo spazio che separava i due. Nel tempo che sprecò per schivarlo, Batman gli era già davanti.

In posizione inadatta al combattimento ravvicinato, Slado venne colpito una volta al ventre con una ginocchiata, seguita da un pugno alle costole ed un calcio nel retro del ginocchio. Riuscì a liberarsi dalla morsa dei colpi, ma li aveva accusati troppo per un combattimento prolungato. La gamba rispondeva a fatica, e tutto il fiato che aveva accumulato era sparito.

<< Ed hai passato tutto questo tempo tormentando il mio protetto? Pessima mossa. >>

Si lanciò su di lui, una terribile creatura della notte che dalla rabbia era uscita dalla sua caverna in pieno giorno, ma Slado rispose con un velocissimo calcio della gamba buona, ed in seguito gettando una bomba fumogena.

“Così almeno potrò riprendere fiato. Devo nascondermi ed ordinare ai robot di raggiungermi, ed alla svelta” pensò, inoltrandosi nella cortina fumogena.

Quando pensò di essere fuori dalla sua portata, sentì una voce distorta dalla rabbia, a cui seguì un pugno mostruoso: << Non osare! >> urlò Batman, colpendolo con tutta la forza che aveva.

Slado fece un giro su se stesso prima di riprendere l’equilibrio: << Non ti permetterò di scappare così! Sei finito Wilson! Questa è l’ultima volta! >>

Lo raggiunse mentre stava ancora roteando, e centrò sulla nuca con un calcio rotante. Slado stramazzò al suolo, ansimando e gemendo.

<< Non ti permetterò di andare via finché non mi avrai detto perché! >>

Gli si buttò addosso ed afferrò il bavero della sua tuta, sollevando la sua testa penzolante; Slado teneva gli occhi chiusi: << So che sei lì e che mi senti. Comincia. >>

Il criminale aprì il suo unico occhio, e ciò che vide non gli piacque affatto. Batman era infuriato, digrignava i denti, e sembrava che fosse davvero tentato di oltrepassare quel limite che molti avevano testato. Forse quella era la volta buona. Slado sembrò capire la situazione, ma capì anche che quello era il momento di rivelare le sue intenzioni. Non ce ne sarebbero stati altri.

<< E va bene. Come vuoi. >>

Dalla sua manica comparve un piccolo ago fulminatore, ed il cavaliere oscuro cadde scosso da una forte scarica elettrica.

<< Vuoi davvero saperlo? Ti accontento! >>

Il criminale si rialzò e cominciò a spezzargli le costole a calci.

<< Ho atteso un momento così per anni, da quando tu e la tua piccola gang avete ucciso mio figlio. >>

<< Ucciso? Non capisco… >>

<< TACI! >> gridò Slado, cambiando bersaglio al volto.

<< No, non puoi capire. Nessuno di voi ha mai capito cosa successe quel giorno. Ci ripensi mai? Ti ricordi di quelle capsule, e di quei corpi all’interno? >>

Lo afferrò per il mantello e facendo leva lo scagliò su un cumulo di mattoni e macerie: << Io sì. Ogni giorno! >>

Afferrò una spranga di ferro caduta dal mucchio e gli si avvicinò zoppicando vistosamente. << Di chi pensavi che fossero cloni mentre li distruggevi? Di me? Del kryptoniano? Sbagliato! >>

Alzò la spranga con due mani e la calò sul viso del pipistrello, ma lui si riprese dall'impatto e la schivò: << Non sono stato io. Lo sai anche tu che non è andata così! >>

<< Bugiardo! >>

Stavolta Batman non riuscì ad evitarla e la spranga lo colpì appena sotto la spalla sinistra, sul braccio e vicino all'articolazione. Il metallo passò attraverso i muscoli ed incrinò l'osso, staccandone minuscole schegge che penetrarono nelle vene e nei nervi del braccio.

L'adrenalina ridusse di poco la sensazione di dolore, abbastanza da non farlo svenire.

<< Bugiardo. Sai bene quello che hai fatto. >>

<< No... >> del sangue gli salì lungo la gola, e si interruppe per sputarlo: << Non è andata così. Sei stato tu a distruggerle. Mi stavi sparando, cercavi di uccidermi, e nella confusione i proiettili sono rimbalzati ed hanno rotto i circuiti delle capsule, che sono esplose. Quindi, se credi che gettare la colpa su di me ti dia sollievo non mi da problemi... >>

Slado non riuscì più ad ascoltare: << Adesso basta. Ora muori! >>

Calò la spranga con tutta la sua forza verso la testa del pipistrello, deciso a farla finita per sempre.

Nell'aria vibrò il tremendo "CRACK" che nasce quando un osso veniva stressato fino a raggiungere il punto definitivo di rottura.

<< Ma hai osato vendicarti attraverso un’altra persona, uno dei pochi verso cui abbia mai provato affetto... >>

Il piede del cavaliere oscuro si ritrasse dal ginocchio spappolato di Slado, mentre il criminale cadeva scomposto per via dello sbilanciamento del peso. Improvvisamente il suo ginocchio, già danneggiato prima, non rispondeva più.

<< ...è stato l'errore peggiore che potessi fare. >>

Slado cadde a terra afferrandosi la rotula fratturata, cominciando ad avere paura che fosse finita. Era solo una sensazione, ma quando vide gli occhi del cavaliere oscuro, capì che non c'erano più possibilità.

Gli si avventò contro in un goffo tentativo di colpirlo di nuovo con il punteruolo elettrico, ma in uno sbuffo di mantello il pipistrello schivò e gli si avventò contro, afferrandogli forte il braccio armato.

<< E adesso pagherai, per tutti quanti! >>

Tirò forte e dislocò il braccio dall'articolazione, che si staccò con un secco CROCK, per poi prendere l'altro ancora intero in una presa di sottomissione, e spezzarlo in due punti. Slado urlò, scalciando l'unico arto integro.

Non per molto ancora però.

Batman piroettò sul suo corpo martoriato, afferrò la gamba e si alzò in piedi, tenendola ferma con forza.

<< E questo non è per le persone che hai ucciso, o per le famiglie che hai separato o per i sogni che hai soffocato. Questo è per Robin! >>

<< No! >>

CRACK!

Nella silenziosa desolazione della grande città rovinata, echeggiò un tremendo grido di dolore.

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Il cavaliere oscuro si allontanò ansimante dai resti del corpo spezzato e tremante del suo avversario. Slado era svenuto per il dolore che gli aveva causato: gli aveva spezzato entrambe le gambe ed un braccio penzolava rotto in una posizione innaturale, mentre dei rivoli di sangue gli fuoriuscivano dalla maschera. Ogni tanto la sua carcassa ancora viva era scossa da brutte convulsioni ed emetteva gemiti di dolore, segno sicuro che il criminale era ancora vivo. Sicuramente aveva anche delle emorragie interne e qualche costola doveva aver viaggiato nel suo torace fino a bucare un polmone o qualche altro organo.

Batman aprì il suo comunicatore: << Batman alla Justice League, ho finito. >>

Dall’altro lato del comunicatore provennero un gran numero di voci concitate col tono carico di preoccupazione che gli posero un gran numero di domande senza alcuna tregua. Lui rispose solo: << Venite in fretta, serve una squadra di paramedici. Seguite il mio segnale satellitare.

Fate presto. >>

Chiuse la linea e fece per mettere via il comunicatore all’interno della cintura, ma a metà strada quello gli scivolò via di mano, cadendo in mezzo alle macerie.

Batman crollò a terra, terribilmente esausto e dolorante: il dolore al petto gli impediva di respirare, mentre una terribile emicraniagli stava facendo esplodere la testa, e dal braccio dislocato non riusciva a sentire più niente se non una brutta sensazione diintorpidimento.

Passò cercando di rimanere cosciente quelli che gli sembrarono giorni, aspettando i soccorsi che aveva chiamato, sorvegliando Slado, e solo quando udì il suono delle sirene e le voci dei suoi compagni che lo chiamavano, si lasciò andare, nel buio.

Il suo ultimo pensiero prima di cadere fu: “Robin…”

   
 
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