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Autore: _F2640_    19/02/2018    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Xemnas invece si affrontare Sora e Riku durante il loro ultimo confronto all'Altare del Niente fosse scappato per non rischiare di morire e avesse continuato il suo piano per la conquista di Kingdom Hearts? Be', secondo me le cose sarebbero potute andare così...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Crepuscopoli era una cittadina tranquilla come al solito, niente sembrava essere in grado di turbare la quiete perenne del suo tramonto eterno, a parte qualche Heartless nel canale fognario che qualche volta usciva fuori in città, ma nulla di che: nemmeno quegl'esseri erano in grado di spezzare questa pace, perlomeno finché ci sarei stata io a combatterli.

Essere l'unica custode di un Keyblade in un solo mondo è arduo, soprattutto se devi tenerlo nascosto per evitare domande "sulla tua strana arma a forma di chiave", come l'avevano già definita in un altro mondo.

Non sempre è bello avere il Keyblade: la tua vita cambia radicalmente e si è costretti ad assumere la responsabilità dell'universo intero anche se, come me, si è hanno solamente diciotto anni; spesso rimpiango che mio fratello, morto insieme alla mia famiglia per mano di quei cosi oscuri senza cuore, me l'abbia tramandato, ma d'altra parte mi rendo conto che non posso fare altro se non steminare Heartless per proteggere perlomeno la mia casa, o meglio, il mio Mondo.

Dalla morte della mia famiglia mi chiusi in me stessa, smisi di frequentare la scuola ed evitai di farmi vedere troppo in giro se non per fare qualche lavoretto insulso, come il volantinaggio o la postina part-time, per continuare a sopravvivere economicamente e comprarmi da mangiare e qualche vestito; oltre casa mia, andavo solo nei canali per evitare che troppi Heartless apparissero, e alla Collina del Tramonto, uno dei punti più alti di Crepuscopoli, per riflettere... sul mio passato da ragazza modello di cui tutti ammiravano sia la bellezza che l'intelligenza, sul presente da sterminatrice in incognito... ma soprattutto sul futuro, incerto ma sicuramente pieno di solitudine.

In quel momento, uscita dalla doccia, decisi di specchiarmi dato che non lo facevo spesso e notai che da quando diventai una custode cambiai notevolmente, non tanto fisicamente quanto in piccoli dettagli: il mio corpo, snello e slanciato, era ora da qualche graffietto e ferita qua e là, fortunatamente erano poche e quindi facili da nascondere, i miei occhi azzurri, una volta innocenti e allegri, ora trasmettevano quasi apathia, il mio sguardo era costantemente serio e intimidatorio, i miei capelli castani lunghi fino alle spalle, lisci, lunghi e una volta estremamente curati, erano ora sempre raccolti in una crocchia per praticità, evitavo di truccarmi e mettermi gioielli o piercing.

"Non ho tempo da perdere con queste cose: devo uscire, sterminare, e tornare". Mi vestii in fretta, uscii di casa e mi diressi verso i canali.

Camminando iniziai a invidiare tutte quelle persone, ignari di qualsiasi minaccia e senza la responsabilità della città intera sulle proprie spalle, senza alcun pensiero. "Perché non può tutto tornare indietro?" pensai tra me e me.

Le mie riflessioni furono bruscamente interrotte una volta arrivata davanti al canale: un'ondata di Heartless di vario tipo ne fuoriuscì propagandosi per tutta la piazza della Stazione.

"Cazzo." non riuscii a pensare altro, ed evocai il mio Keyblade: di portata media, dalla lama completamente nera e senza decorazioni di sorta se non qualche striatura rosso sangue, i denti sembravano delle piccole zanne di animale, la guardia riprendeva il motivo della lama e infine il portachiavi sembrava assomigliare a una luna rossa, "Incubo", così si chiamava.


Le persone in attesa del loro treno iniziarono a urlare e scappare ovunque, spaventate dagli Shadow, i Soldati Aerei e i Soldati che si stavano avventando su di loro; con uno scatto repentino riuscii ad avvicinarmi a un paio di Heartless e metterli fuori gioco proprio un attimo prima che uccidessero due ragazzi, che per quanto erano spaventati nemmeno se ne accorsero; un paio di Soldati cercarono di avventarsi su di me ma con un incantesimo di fuoco riuscii a colpirli e eliminarli.
Ostacolata dalla gente che correva ovunque, fu difficile arrivare a uccidere anche i Soldati Aerei, anche se alla fine grazie alla magia Thundaga riuscii nell'intento; la situazione era tranquilla e decisi di smaterializzare la mia arma.
 

"Meno male, sono riuscita a salvare tutti senza dare troppo nell'occhio: erano tutti troppo occupati a scappare per fare caso a me.... ma un numero così alto di Heartless è insolito, c'è qualcosa di strano qui, qualcosa che è riuscito ad attirarli fuori dalle loro fogne."

Mi guardai un attimo intorno: la piazza era deserta, ero rimasta solo io lì. "Se c'è davvero qualcosa deve essere qui attorno... magari proprio nel canale, o sul campanile.. probabilmente su quest'ultimo: gli Heartless non sono prede ma cacciatori quindi se sono usciti è perché qualcosa deve averli attirati fuori da lì e deve essere ancora qua attorno...ma cos'è questo qualcosa? O forse qualcuno? Non saprei, ma devo indagare." Optai quindi per l'opzione del campanile e mi diressi verso l'interno della stazione per prendere l'ascensore diretto sulla cima di esso.

Durante la salita sguainai nuovamente in Keyblade e mi misi in guardia, pronta ad affrontare qualsiasi tipo di minaccia.

L'ascensore si fermò e mi feci strada attraverso le campane ma lipperlì sembrava non esserci nulla di strano: tutto era di nuovo tranquillo e stabile come il resto di Crepuscopoli.

"Eppure deve esserci qualcosa, non è possibile che tutti quegli Heartless siano spuntati fuori dalle fogne all'improvviso.... eppure non c'è niente di strano qui... tutto è al proprio posto."

Diedi un'altra occhiata in giro, poi decisi di riporre il Keyblade e sedermi.

Iniziai ad ammirare il tramonto perenne della città, accantonando un attimo tutti quei pensieri minacciosi.

Adoravo il crepuscolo, più di ogni altra visione al mondo; probabilmente era l'unica cosa ad essere rimasta uguale in me.

Ricominciai a pensare al mio passato... era tutto perfetto. Tutto. Andavo bene a scuola, avevo molti amici, una famiglia serena e protettiva e non avevo preoccupazioni e responsabilità tali.

Poi arrivarono tutti i disastri.

Mio fratello, Kyril, mi confessò in segreto che un giorno, durante una passeggiata, incontrò un ragazzo in condizioni critiche che si faceva chiamare Maestro Draco: gli spiegò che era stato ridotto in fin di vita da due Heartless giganti apparsi nel bosco di Crepuscopoli ma che era stato in sconfiggerli seppure a caro prezzo; in quegl'ultimi attimi di vita gli rivelò anche che esistono centinaia di altri mondi oltre a Crepuscopoli e che essi andavano difesi per mantenere il più stabile possibile l'equilibrio tra Luce e Oscurità; gli insegnò cosa sono gli Heartless e i Nessuno, e lasciò in sua custodia, oltre al Keyblade, degli appunti affinché potesse imparare autonomamente tutto ciò che la morte non gli avrebbe dato tempo di spiegargli. Draco esalò l'ultimo respiro, ma Kyril mi disse che lo fece serenameente perché "in lui aveva rivisto la speranza".
Cercavo di aiutare Kyril da punto di vista psicologico aiutandolo a sopportare questo suo segreto e aiutandolo con gli incantesimi, materia in cui ero più ferrata di lui per via della mia passione per la magia.

Mio fratello sembrava invincibile, nulla sembrava poterlo sconfiggere, nessun Heartless era troppo forte per lui.

Fino a quella notte.
Kyril era solito andare nel bosco ad allenarsi durante la notte per non essere disturbato e approfittando del sonno pesante dei miei.

Ma quella notte cambiò tutto.

Mio fratello andò ad allenarsi nella foresta, ma mio padre, che si era svegliato nel cuore della notte per prendere un sorso d'acqua, si accorse che Kyril non era più nel suo letto; si allarmò, svegliò tutta la famiglia e si provò a chiamarlo col cellulare, che però squillava in camera sua.

Si mise i primi vestiti che gli capitarono e disse che bisognava andarlo a cercare, quindi io e mamma lo seguimmo a ruota. Cercammo per tutta Crepuscopoli, mentre io dissimulavo paura per non destare sospetti.

Del resto lui era il mio fratellone, il mio grande, grosso e invincibile fratellone dotato dell'arma più potente esistente, alla peggio si sarebbe fatto male inciampando su qualche radice o mandando qualcosa a fuoco per sbaglio, ma niente di grave.

Finché non arrivammo al bosco, l'ultimo posto da perlustrare.

Mio fratello giaceva insanguinato contro un albero e un enorme Heartless, un Darkside, si stava preparando per sferrare il colpo fatale sovrastando la sua figura con la sua enorme altezza.

Un enorme pugno avrebbe ucciso mio fratello, ma mio padre si mise in mezzo, morendo al posto suo... poi fu il turno di mia madre, che venne uccisa per cercare di soccorrere entrambi.

Mio fratello, con le sue ultime forze, si alzò e corse verso di me e velocemente mi fece toccare il suo Keyblade, passandomelo miracolosamente nonostante non fosse un maestro.

"Ora scappa... ti prego..... porta a termine quello che io non sono stato in grado di fare. Ti voglio bene, Giselle. Tanto."

Scappai, senza neanche potergli rispondere. Un rumore frastornante e violento dietro di me mi fece capire che il Darkside lo aveva ucciso.

Tornai di corsa a casa, mi buttai sul letto e iniziai a piangere. Tantissimo.

Iniziai a maledire il Keyblade. Iniziai a urlare senza fine per sfogarmi.


Io rivolevo Kyril, i miei genitori. Una vita normale.

Per mesi non uscii di casa, mangiai a malapena quei pochi avanzi arrivando all'anoressia, dormivo pochissimo perché sognavo ogni notte la morte dei miei e di Kyril, per un po' fui anche autolesionista.

Quando un giorno in camera dei miei trovai una collanina di mia madre al cui interno vi era il ritratto della nostra famiglia. Eravamo alla collina del Tramonto, sorridevamo e ci abbracciavamo.

Era tutto bellissimo.

Decisi che anche se non potevo riportarli in vita, sarei stata forte per loro.

Ricominciai a mangiare, smisi di tagliarmi e dormii almeno cinque ore di sonno a notte.
Risfogliai gli appunti del Maestro Draco e imparai a trasformare il mio Keyblade nella sua forma "Cavalier Keyblade", trasformandolo in un mezzo di trasporto simile a una moto; vagabondai per qualche giorno per i Mondi, incontrando persone e paesaggi di ogni tipo, finché, per miracolo, non riuscii a tornare a Crepuscopoli

Mi misi in mente che io, Giselle, avrei realizzato le volontà di Kyril, per quanto avrei maledetto per sempre questo dannato Keyblade.

   
 
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