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Autore: kamy    20/02/2018    1 recensioni
[Remake del precedente Red Moon].
"Una volta qualcuno mi disse che la morte è come un viaggio. Non sempre è la fine, a volte è un inizio.". Cit.
Una serie di vicende sconvolgerà la vita di tutti, porterà al limite tra morti e sconfitte inevitabili, tutto sotto gli occhi di brace di un mostro, mentre risuona l'ululato di un lupo e splende la luna rossa di sangue.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Goku, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Lunch/Tenshinhan, Pan/Trunks
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=3YxaaGgTQYM.

Autore: Kamy
Fandom:  DBZ.
Iniziativa: Questa storia partecipa al ‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1.298.
Prompt: 2. Picchiettio incessante

 

 

 

Cap.20 Prison of fire

 

“Save me. (Salvami).
Call my name and save me from the dark. (Invoca il mio nome e salvami dalle tenebre).
Wake me up.(Svegliami).
Bid my blood to run.(Ordina al mio sangue di scorrere).
I can't wake up.(Non riesco a svegliarmi).
Before I come undone.(Prima che io mi perda).
Save me.(Salvami)”.

 

 

Goku cadde in ginocchio sul prato umido, ansimando, era bagnato, sudato, insanguinato e dalle ferite scivolava sempre nuovo sangue annacquato dalla pioggia.

< Questo picchiettio incessante mi rimbomba nelle orecchie. La melodia che risuonava è cessata, insieme al rumore del vento. Però sono ore che la pioggia ci rimbomba nelle orecchie > pensò, alzando lo sguardo. Vide Vegeta che era steso per terra, con gli occhi chiusi, semincosciente.

I capelli di entrambi erano tornati neri.

Vegeta cercò di risvegliarsi completamente e tentò di allungare la mano, cercò di concentrare ciò che rimaneva della sua aura nella mano.

Goku usò la supervelocità, lo sollevò da terra e gl’immobilizzò le braccia sulla testa, Vegeta si divincolò, utilizzò tutte le sue energie, ma Goku lo tenne bloccato.

Vegeta gemette e si accasciò, Goku lo tenne sollevato.

Vegeta singhiozzò, la testa gli ricadde in avanti e scoppiò a piangere, le lacrime si mischiavano alla pioggia, i suoi mugolii coprivano il ticchettio della pioggia il respiro di Son.

“Perdonami” mormorò Goku con tono confuso, lasciandolo andare.

Vegeta cadde in ginocchio.

“Ri-riportami a casa…”. Le sue lacrime erano grandi quanto l’unghia di un pollice. “… E se ti lasci sfuggire un solo fiato su questo…” minacciò con voce rauca.

“Lo sai che non lo farò” disse Goku con tono serio, facendo un cenno positivo del capo.

“Lo so” esalò Vegeta, Goku gli posò una mano sulla spalla e teletrasportò entrambi alla Capsule corporation..

Vegeta era crollato addormentato, Goku lo issò tra le braccia, il principe dei saiyan mugolò nell’incoscienza.

 

 

Il terreno tremava, i palazzi crollavano, le urla delle persone risuonavano tutt’intorno, le palme si abbattevano sul giardino della Capsule una dietro l’altra.

Bulma era caduta carponi sull’asfalto, nella strada davanti a casa sua. Alzò il capo e sgranò gli occhi, nelle sue iridi azzurre si rifletté il pezzo di tetto che le stava franando addosso. Stringeva al petto la borsetta rosa, con su scritto: “Con amore, da mamma”.

Chiuse gli occhi, ma sentì un suono simile a una frana ovattata, li riaprì e vide Vegeta ritto in piedi davanti a lei. Alzò di più il capo, riconoscendo lo sguardo di suo marito, lesse la preoccupazione nei suoi occhi.

Vegeta la rialzò a rimettersi in piedi, tenendo il capo chino, rimasero l’uno di fronte all’altra, occhi negli occhi, le iridi di ossidiana di lui sembravano supplicanti.

La scossa di terremoto si placò pian piano, i loro volti erano illuminati dalla pallida luce di un lampione ripiegato su se stesso.

Vegeta le accarezzò la guancia, Bulma rabbrividì, arrossendo al tocco, nel suo lungo vestito azzurro.

“Bulma, guardami. Resta a casa e non ti muovere per nessun motivo. Potrebbe essere pericoloso, potrebbero esserci altre scosse. Tu, inoltre, sei stata male fino a ieri” le raccomandò.

“Non ti lascerò” disse secca Bulma.

< Solitamente mi prega di non lasciarla, terrorizzata, o mi ammonisce di stare attento. Cos… > iniziò a pensare Vegeta.

Alle loro spalle si alzò un gigantesco serpente di fuoco che divorò, con uno solo boccone, l’intera città. Il terreno tremò nuovamente, Vegeta si voltò, stringendo al petto Bulma.

Sulla gigantesca voragine che era rimasto al posto della città, spiccava l’enorme serpente, che riconobbe Vegeta, ghignò mostrando un sorriso dai lunghi canini aguzzi.

Vegeta si mise in posizione di combattimento, gli occhi di brace del serpente lo fissavano, il principe dei saiyan non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle iridi rosse, di fuoco, si sentì intorpidito, le sue braccia si abbandonarono e si sentì svuotato.

< Questa sensazione di schiavitù… di speranza perduta… non mi è nuova. È come se l’avessi vissuta mille e mille volte > pensò, rischiò di cadere in ginocchio.

“Vegeta…” sussurrò Bulma.

“Qual è il tuo animale simbolo?” chiese il titanico serpente, parlandogli con voce suadente e tagliente.

“Di che parli?” biascicò Vegeta.

“L’ultima volta sono stato accecato da esso e non sono riuscito a vederlo. Ora obbedisci e rispondi” disse l’essere di fuoco, mentre un guizzo d’ira illuminava i suoi occhi.

“Io sono il principe dei saiyan, non obbedisco a nessuno” ringhiò Vegeta. Il serpente iniziò ad avvolgersi a spirale intorno a lui e a Bulma, creando un alto cerchio di fuoco.

Il serpente ghignò.

“Qual è il tuo animale simbolo?” lo interrogò nuovamente. Il cielo si era oscurato, coperto da delle pesanti nuvole nere.

“Non so di che parli!” sbraitò. Lanciò degli attacchi energetici, ma le sue mani si ricoprirono di sudore e le tecniche scomparvero in un baluginio.

Iniziò a piovere, il picchiettio della pioggia copriva i sibili della lingua biforcuta, anch’essa di fiamme, della creatura.

“Chi diamine sei?!” gridò Vegeta. Si passò la mano sul viso, solcata dalla pioggia, tutto aveva iniziato a vorticargli tutt’intorno.

“Vegeta… cosa vedi?” chiese Bulma, guardandosi intorno.

< L’intera città è stata divorata dal terremoto, ma sembra essere scomparsa nel nulla. Sono morti tutti > pensò. “Senti… io ho fatto un incubo. Avrei dovuto parlartene…”. Iniziò a spiegare.

< Cos’è questo senso d’impotenza? > si chiese Vegeta.

“È già scritto, è già successo. Obbedisci” ordinò il serpente, alzandosi diritto davanti a lui.

Vegeta guardò la figura strisciante e avvertì un brivido lungo la schiena.

“Sei stato tu a volerlo, discendente di Vargas” sibilò il serpente adirato.

Vegeta si ritrovò a cadere sul pavimento lastricato dall’asfalto nero. Ansimò, ingoiando avidamente l’aria fredda della sera, ossigenandosi i polmoni.

Il serpente si abbatté su di loro, un’onda d’urto lo fece volare all’indietro, seguita da un’immane esplosione. L’ennesima onda d’urto lo fece volare via, oltre ciò che rimaneva della città dell’Ovest, facendolo rimbalzare per terra e, dopo aver strisciato, fatto cadere malamente sulla schiena.

Vegeta si rialzò, ignorando il dolore, vedendo un muro di fiamme davanti a sé, a seguito della deflagrazione.

Il serpente era scomparso nella voragine, Vegeta spiccò il volo e iniziò a cercare Bulma.

“Donna! Donnaaaa!” sbraitò. La figura della moglie era scomparsa, atterrò lì dove l’esplosione aveva avuto origine e trovò un orecchino decorato da una piccola pietra azzurra.

Atterrò e prese delicatamente l’oggetto in mano, portandoselo al petto.

“Se l’è portata via” biascicò. Rimase immobile, in ginocchio, rigido.

< Quel serpente… mi ricordava così tanto Freezer… sembra una delle sue punizioni, come se fossi rimasto il suo schiavo > pensò. Avvertì delle auree avvicinarsi e trattenne le lacrime.

“Cos’è successo qui?” chiese Trunks, atterrando alle spalle del padre.

La moglie, atterrando al suo fianco, lo abbracciò guardandosi intorno spaurita.

“Sono morti tutti” esalò.

Crilin li raggiunse a sua volta, teneva la piccola Ely tra le braccia, la bambina piangeva a pieni polmoni.

“Che carneficina. Speriamo che il drago possa resuscitarli” esalò.

“Papà, cos’è successo?” chiese Trunks, sporgendosi verso il padre.

Crilin cullava la piccola, cercando di calmarla. Utilizza la sua aura per schermare la neonata dalla pioggia, le sue urla coprivano il ticchettio ritmico della pioggia.

“Perché non rispondi. Stai bene?” domandò Crilin.

< Ci sta ignorando > pensò.

“Vegeta…” mormorò Pan, mettendo una mano sulla spalla del suocero.

Gli occhi d Vegeta erano spenti, stinti.

Il principe dei saiyan si alzò in piedi, le gocce di pioggia scivolavano sulla gemma dell’orecchino, illuminata dalla luce dei lampioni.

Trunks notò il piccolo gioiello.

“Dov’è la mamma?” chiese.

< Il mondo è un involucro vuoto bagnato dalla pioggia, in cui puoi solo rimanere sperduto. Il ticchettio perenne ti accompagna mentre vieni soffocato dal manto d’ombra che lo ricopre > pensò Vegeta.

“Cos’è accaduto?” domandò Crilin.

“È apparso un serpente di fuoco” biascicò Vegeta.

“Un mostro?! È lui che ha distrutto tutto? Ha causato lui il terremoto?” chiese Trunks.

Crilin avvertì una fitta al cuore.

“Bulma ci ha lasciato in quell’esplosione, vero?” domandò, cullando la neonata più lentamente.

< Era una donna stupenda. Povera Bulma, non meritava una fine simile > pensò.

“È vero? Bulma è morta?” chiese Pan.

Vegeta si librò in volo e si allontanò da loro, il viso sferzato dalla pioggia.

 

  
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