Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=3YxaaGgTQYM.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al ‘Rainy time’
a cura
di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 1.298.
★
Prompt: 2.
Picchiettio
incessante
Cap.20
Prison of fire
“Save me. (Salvami).
Call my name and save me from the
dark.
(Invoca il mio nome e salvami dalle tenebre).
Wake me up.(Svegliami).
Bid my blood to run.(Ordina al mio
sangue di scorrere).
I can't wake up.(Non riesco a svegliarmi).
Before I come undone.(Prima che io mi perda).
Save me.(Salvami)”.
Goku
cadde in ginocchio sul prato umido, ansimando, era bagnato, sudato,
insanguinato e dalle ferite scivolava sempre nuovo sangue annacquato
dalla
pioggia.
<
Questo picchiettio incessante mi rimbomba nelle orecchie. La melodia
che risuonava è cessata, insieme al rumore del vento.
Però sono ore che la
pioggia ci rimbomba nelle orecchie > pensò, alzando
lo sguardo. Vide Vegeta
che era steso per terra, con gli occhi chiusi, semincosciente.
I
capelli di entrambi erano tornati neri.
Vegeta
cercò di risvegliarsi completamente e tentò di
allungare la mano,
cercò di concentrare ciò che rimaneva della sua
aura nella mano.
Goku
usò la supervelocità, lo sollevò da
terra e gl’immobilizzò le braccia
sulla testa, Vegeta si divincolò, utilizzò tutte
le sue energie, ma Goku lo
tenne bloccato.
Vegeta
gemette e si accasciò, Goku lo tenne sollevato.
Vegeta
singhiozzò, la testa gli ricadde in avanti e
scoppiò a piangere, le
lacrime si mischiavano alla pioggia, i suoi mugolii coprivano il
ticchettio
della pioggia il respiro di Son.
“Perdonami”
mormorò Goku con tono confuso, lasciandolo andare.
Vegeta
cadde in ginocchio.
“Ri-riportami
a casa…”. Le sue lacrime erano grandi quanto
l’unghia di un
pollice. “… E se ti lasci sfuggire un solo fiato
su questo…” minacciò con voce
rauca.
“Lo
sai che non lo farò” disse Goku con tono serio,
facendo un cenno
positivo del capo.
“Lo
so” esalò Vegeta, Goku gli posò una
mano sulla spalla e teletrasportò
entrambi alla Capsule corporation..
Vegeta
era crollato addormentato, Goku lo issò tra le braccia, il
principe
dei saiyan mugolò nell’incoscienza.
Il
terreno tremava, i
palazzi crollavano, le urla delle persone risuonavano
tutt’intorno, le palme si
abbattevano sul giardino della Capsule una dietro l’altra.
Bulma era
caduta
carponi sull’asfalto, nella strada davanti a casa sua.
Alzò il capo e sgranò
gli occhi, nelle sue iridi azzurre si rifletté il pezzo di
tetto che le stava
franando addosso. Stringeva al petto la borsetta rosa, con su scritto:
“Con
amore, da mamma”.
Chiuse
gli occhi, ma
sentì un suono simile a una frana ovattata, li
riaprì e vide Vegeta ritto in
piedi davanti a lei. Alzò di più il capo,
riconoscendo lo sguardo di suo
marito, lesse la preoccupazione nei suoi occhi.
Vegeta
la rialzò a
rimettersi in piedi, tenendo il capo chino, rimasero l’uno di
fronte all’altra,
occhi negli occhi, le iridi di ossidiana di lui sembravano supplicanti.
La
scossa di terremoto
si placò pian piano, i loro volti erano illuminati dalla
pallida luce di un
lampione ripiegato su se stesso.
Vegeta
le accarezzò la
guancia, Bulma rabbrividì, arrossendo al tocco, nel suo
lungo vestito azzurro.
“Bulma,
guardami. Resta
a casa e non ti muovere per nessun motivo. Potrebbe essere pericoloso,
potrebbero esserci altre scosse. Tu, inoltre, sei stata male fino a
ieri” le
raccomandò.
“Non
ti lascerò” disse
secca Bulma.
<
Solitamente mi
prega di non lasciarla, terrorizzata, o mi ammonisce di stare attento.
Cos…
> iniziò a pensare Vegeta.
Alle
loro spalle si alzò
un gigantesco serpente di fuoco che divorò, con uno solo
boccone, l’intera
città. Il terreno tremò nuovamente, Vegeta si
voltò, stringendo al petto Bulma.
Sulla
gigantesca
voragine che era rimasto al posto della città, spiccava
l’enorme serpente, che
riconobbe Vegeta, ghignò mostrando un sorriso dai lunghi
canini aguzzi.
Vegeta
si mise in
posizione di combattimento, gli occhi di brace del serpente lo
fissavano, il
principe dei saiyan non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle
iridi rosse,
di fuoco, si sentì intorpidito, le sue braccia si
abbandonarono e si sentì
svuotato.
<
Questa sensazione
di schiavitù… di speranza perduta… non
mi è nuova. È come se l’avessi vissuta
mille e mille volte > pensò, rischiò di
cadere in ginocchio.
“Vegeta…”
sussurrò
Bulma.
“Qual
è il tuo animale
simbolo?” chiese il titanico serpente, parlandogli con voce
suadente e
tagliente.
“Di
che parli?” biascicò
Vegeta.
“L’ultima
volta sono
stato accecato da esso e non sono riuscito a vederlo. Ora obbedisci e
rispondi”
disse l’essere di fuoco, mentre un guizzo d’ira
illuminava i suoi occhi.
“Io
sono il principe dei
saiyan, non obbedisco a nessuno” ringhiò Vegeta.
Il serpente iniziò ad
avvolgersi a spirale intorno a lui e a Bulma, creando un alto cerchio
di fuoco.
Il
serpente ghignò.
“Qual
è il tuo animale
simbolo?” lo interrogò nuovamente. Il cielo si era
oscurato, coperto da delle
pesanti nuvole nere.
“Non
so di che parli!”
sbraitò. Lanciò degli attacchi energetici, ma le
sue mani si ricoprirono di
sudore e le tecniche scomparvero in un baluginio.
Iniziò
a piovere, il
picchiettio della pioggia copriva i sibili della lingua biforcuta,
anch’essa di
fiamme, della creatura.
“Chi
diamine sei?!”
gridò Vegeta. Si passò la mano sul viso, solcata
dalla pioggia, tutto aveva iniziato
a vorticargli tutt’intorno.
“Vegeta…
cosa vedi?”
chiese Bulma, guardandosi intorno.
<
L’intera città è
stata divorata dal terremoto, ma sembra essere scomparsa nel nulla.
Sono morti
tutti > pensò. “Senti… io ho
fatto un incubo. Avrei dovuto parlartene…”.
Iniziò a spiegare.
<
Cos’è questo senso
d’impotenza? > si chiese Vegeta.
“È
già scritto, è già
successo. Obbedisci” ordinò il serpente, alzandosi
diritto davanti a lui.
Vegeta
guardò la figura
strisciante e avvertì un brivido lungo la schiena.
“Sei
stato tu a volerlo,
discendente di Vargas” sibilò il serpente adirato.
Vegeta
si ritrovò a
cadere sul pavimento lastricato dall’asfalto nero.
Ansimò, ingoiando avidamente
l’aria fredda della sera, ossigenandosi i polmoni.
Il
serpente si abbatté
su di loro, un’onda d’urto lo fece volare
all’indietro, seguita da un’immane
esplosione. L’ennesima onda d’urto lo fece volare
via, oltre ciò che rimaneva
della città dell’Ovest, facendolo rimbalzare per
terra e, dopo aver strisciato,
fatto cadere malamente sulla schiena.
Vegeta
si rialzò,
ignorando il dolore, vedendo un muro di fiamme davanti a sé,
a seguito della
deflagrazione.
Il
serpente era
scomparso nella voragine, Vegeta spiccò il volo e
iniziò a cercare Bulma.
“Donna!
Donnaaaa!”
sbraitò. La figura della moglie era scomparsa,
atterrò lì dove l’esplosione
aveva avuto origine e trovò un orecchino decorato da una
piccola pietra
azzurra.
Atterrò
e prese
delicatamente l’oggetto in mano, portandoselo al petto.
“Se
l’è portata via”
biascicò. Rimase immobile, in ginocchio, rigido.
<
Quel serpente… mi
ricordava così tanto Freezer… sembra una delle
sue punizioni, come se fossi
rimasto il suo schiavo > pensò. Avvertì
delle auree avvicinarsi e trattenne
le lacrime.
“Cos’è
successo qui?”
chiese Trunks, atterrando alle spalle del padre.
La
moglie, atterrando al
suo fianco, lo abbracciò guardandosi intorno spaurita.
“Sono
morti tutti”
esalò.
Crilin
li raggiunse a
sua volta, teneva la piccola Ely tra le braccia, la bambina piangeva a
pieni
polmoni.
“Che
carneficina.
Speriamo che il drago possa resuscitarli” esalò.
“Papà,
cos’è successo?”
chiese Trunks, sporgendosi verso il padre.
Crilin
cullava la
piccola, cercando di calmarla. Utilizza la sua aura per schermare la
neonata
dalla pioggia, le sue urla coprivano il ticchettio ritmico della
pioggia.
“Perché
non rispondi.
Stai bene?” domandò Crilin.
<
Ci sta ignorando
> pensò.
“Vegeta…”
mormorò Pan,
mettendo una mano sulla spalla del suocero.
Gli
occhi d Vegeta erano
spenti, stinti.
Il
principe dei saiyan
si alzò in piedi, le gocce di pioggia scivolavano sulla
gemma dell’orecchino,
illuminata dalla luce dei lampioni.
Trunks
notò il piccolo
gioiello.
“Dov’è
la mamma?”
chiese.
<
Il mondo è un
involucro vuoto bagnato dalla pioggia, in cui puoi solo rimanere
sperduto. Il
ticchettio perenne ti accompagna mentre vieni soffocato dal manto
d’ombra che
lo ricopre > pensò Vegeta.
“Cos’è
accaduto?”
domandò Crilin.
“È
apparso un serpente
di fuoco” biascicò Vegeta.
“Un
mostro?! È lui che
ha distrutto tutto? Ha causato lui il terremoto?” chiese
Trunks.
Crilin
avvertì una fitta
al cuore.
“Bulma
ci ha lasciato in
quell’esplosione, vero?” domandò,
cullando la neonata più lentamente.
<
Era una donna
stupenda. Povera Bulma, non meritava una fine simile >
pensò.
“È
vero? Bulma è morta?”
chiese Pan.
Vegeta
si librò in volo
e si allontanò da loro, il viso sferzato dalla pioggia.