Girlfriend
“So
when's
it gonna sink in?
She’s SO stupid
What the hell were you thinking?!”
«…Tu
sei tutta matta!»
«Shhh!»
Zittisco
Martina, mentre mi sporgo di poco
dal cespuglio dove siamo nascoste. Lui è già
lì da cinque minuti e si guarda
intorno, controllando il display del cellulare.
«Ehiiiiiiiiiiiiiii»
un urletto mi fa venire la pelle d’oca: eccola che arriva.
Alzo un
sopracciglio, osservando come si è vestita. Probabilmente ha
preso una taglia
in meno per la maglietta, mentre quella che indossa più che
una gonna sembra
una cintura.
Marti
ridacchia, e le tiro una gomitata. Scelta pessima come accompagnamento:
Marti è
silenziosa quasi come un elefante che balla il tiptap.
Si stanno
abbracciando.
Caccio
indietro le lacrime.
Li odio.
Tutti e due.
Cominciano
a camminare, mentre noi aspettiamo un po’. Faccio un segno a
Marti, ed il
pedinamento comincia. Li seguiamo nel parco, lungo il paese, in qualche
negozio. Si tengono per mano, si abbracciano, si accarezzano. Ogni
volta mi
viene voglia di togliermi gli occhiali scuri e saltare addosso a quella
gallina
bollita. Meno male che c’è Marti che ogni volta mi
trattiene, altrimenti la
farei a pezzetti.
«Quella…quella…»
non ho nemmeno le parole adatte per offenderla.
«…A22(*)»
completa Marti, con un sorriso. Mi sfugge un sorriso e mi rilasso,
lasciandomi
cadere su di una panchina. Siamo tornati (loro con noi alle calcagna)
al parco,
dove il sole è meno asfissiante.
«Gelato?»
domando. Lei accetta ed entriamo in una gelateria. Io prendo un cono
nutella/bacio, lei una coppetta fragola/menta.
«…Fai
schifo» ci diciamo insieme, prima di scoppiare a ridere.
«…Oh
beh.
Che se ne restino pure da soli. Me ne frego» dico ad un certo
punto, alzando il
naso all’insù. Marti mi prende sottobraccio,
scegliendo una stradina differente
da quella presa dai due fidanzatini.
«E’
RINSAVITAAAA!» ulula Marti fra una risata e
l’altra. Metto su di nuovo la
faccia offesa.
«Eeeeehi!»
esclamo, cercando di non far cadere il cono dalle risate. Marti si
inginocchia
un attimo per allacciarsi le scarpe.
«Vai
avanti, ti raggiungo in un attimo» dice, armeggiando con i
lacci. Io mi volto,
tranquilla, e ricomincio a camminare.
Mi
soffermo a guardarmi intorno, senza concentrarmi sulla strada. Sono
circondata
di alberi, piante, fiori. Poco distante da me c’è
una specie di laghetto
microscopico.
Sono
così assorta nei miei pensieri che inciampo in un rametto,
slanciandomi in
avanti. Scena a rallenty, come in un film. Nel mio caso, un film
comico. Mi
vedo andare in avanti, ancora con il cono in mano. Ovviamente, come in
ogni
film comico che si rispetti, esattamente davanti a me
c’è una coppietta che,
vedendomi arrivare, cerca di scansarsi con suoni ad effetto come
“NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!(#)”,
ma ovviamente non ce la fa. SCIAFF! Il mio cono gelato si spalma sulla
camicetta della tipa. Ma il Fato, non contento, fa in modo che la mia
forza di
caduta sia tale da spingere me e la tipa in avanti.
SPLASH!
Lei
finisce dentro al laghetto, mentre io mi spalmo per terra. Rimango
qualche
secondo immobile, tutta dolorante. Sento il classico rumore di qualcuno
che
viene a galla, seguito da un urlo agghiacciante.
«OH
DIOOOOOOOOOOOOOOOO!»
Mi
sento gelare. E comincio a sperare con tutto il cuore di aver confuso
voce.
«LUCA!
DIO SANTO, AIUTAMI!» strilla ancora. Non ce la faccio. Mi
copro le orecchie con
le mani, senza muovermi di lì. Sento un paio di mani sui
fianchi che mi girano
sulla schiena. Tengo gli occhi chiusi, mentre la testa continua a
pulsare. Non
oso aprirli.
«Cloud,
stai bene?». Sento il cuore fermarsi. Non so da quanto tempo
spero di sentire
quella voce. Biascico qualcosa di confuso.
«Mi
senti? Ti sei fatta male?»
Improvvisamente
sento una fitta al petto. Perché è
così gentile con me? Non deve esserlo.
Altrimenti come faccio ad odiarlo per continuare a vivere senza di lui?
Mi
metto a sedere di scatto, ottenendo un giramento di testa vertiginoso.
Mi
aggrappo a lui con un sussulto.
«LUCA!»
la voce di Alessia è a dir poco isterica. È
riuscita ad uscire da sola (ma che
brava), ma ora mi sembra tanto Medusa.
«Pff.
Pfff. Hahahahahahah» non ce la faccio, le scoppio a ridere in
faccia. Rido. E
rido ancora, ancora e ancora. Non ce la faccio a fermarmi. Continuo a
ridere
davanti ad un allibito Luca ed una furiosa Alessia.
Riverso
tutta la tristezza accumulata con le risate. E poi Alessia è
orribile, in quel
momento. Il trucco sbavato, i vestiti fradici, i capelli alla Medusa.
«Ora
basta!»
Uhuh.
Mi sa che ho toccato un tasto dolente in Alessia. Mi asciugo le lacrime
e vedo
Martina che osserva tutto poco lontano, tenendo una mano davanti alla
bocca per
nascondere il sorriso.
Mi
alzo in piedi, aiutata da Luca.
Uno
schiaffo mi colpisce in piena faccia. Guardo sconvolta Alessia.
«Ma
come ti permetti?» urlo, inviperita. Lei mi fa un gestaccio
ed io le mostro il
dito medio. Mi spintona forte ed indietreggio.
«Piantala
di fare la santarellina! Lo so che l’hai fatto
apposta!» strilla fuori di sé.
«Magari
avessi avuto in mente un’idea così fantastica.
Sarebbe stato molto più glorioso
farlo apposta» ringhio di rimando.
«Sfigata»
«Idiota»
«Cretina»
«Gallina
bollita»
«Inutile
che ti sforzi, è la verità. Sei solo gelosa
perché una come te il ragazzo non
lo avrà mai. Nemmeno per migliore amico»
Le
tiro uno schiaffo con forza, cadendo in ginocchio. Gli occhi sono pieni
di
lacrime rabbiose mentre mi alzo
«Ma
stai un po’ zitta! Cosa cazzo ne sai tu?» urlo,
spingendola in avanti. Lei
afferra i miei capelli e li tira con forza, strappandomi uno strillo.
«ORA
BASTA!» urla Luca, separandoci. Mi tiene stretta a
sé e non mi permette di
saltare al collo di quella stronza.
«Lasciami!
DIO! LASCIAMI!» urlo con tutta la forza che ho nel corpo.
Alessia nel frattempo
è trattenuta da Marti, che ha avuto la brillante idea di
raggiungerci.
«Mollami!
Mollami!» strilla Alessia, protendendosi verso di me. Io la
fulmino con un’occhiata,
mentre continuo la mia lotta per liberarmi. Luca mi trascina via,
lontano dalle
due ragazze.
«Ma
sei impazzita?!» mi domanda Luca, con tono di voce
aggressivo. Mi mordo il
labbro, sforzandomi di non rispondergli male.
«Ha
cominciato lei» borbotto, senza guardarlo negli occhi. Lui
alza gli occhi al
cielo, esasperato.
«L’hai
buttata nel laghetto! E ti stupisci che sia arrabbiata? Dio Cloud,
cresci un po’!
Se sei tanto arrabbiata con me, non te la prendere con lei! Hai
capito?»
Lo
guardo completamente senza fiato.
«Tu…tu
credi a lei?» gli domando, ansimando. Non mi risponde, ma
distoglie lo sguardo
da un’altra parte.
«Tu
credi a lei!» urlo, alzandomi di scatto dalla panchina. Lui
appoggia una mano
sulla mia spalla.
«Ascolta,
Cloud…»
Gliela
scosto con forza.
«Non
mi toccare! Dio, mi fa schifo! S-c-h-i-f-o! E smettila di trattarmi
come una
bambina cretina!» strillo. Ho completamente perso il
controllo di me stessa.
«Ne
ho le scatole piene! Sai che cosa ti dico? Ma tienitela
quell’oca! Ma cazzo! Sei
TU quello che deve crescere, Luca! Preferisci credere a lei che conosci
da
pochi mesi che a me che sono la tua migliore amica! DUE MESI!
È due mesi che
non ti fai sentire! Come se fossi la figlia della serva! Non ti sentivi
in
colpa, no, tanto adesso hai Alessia, a che cosa serve Claudia? No, lei
è solo
il fazzolettino usa e getta. Oh Luca, mi hai proprio stufata. Ma sappi
che
quando Alessia ti lascerà, io non tornerò da
te». Mi volto e comincio a
camminare, quando sento la sua presa sul polso. Mi costringe a voltarmi.
«Tu
la odi! Ecco qual è il problema! È la persona
più dolce di questo mondo, e tu
la odi!»
«Cazzo
Luca! Perché sei così cieco?! Lei non
è nessuna di queste belle cose! Io la
conosco, anche se adesso lei fa finta di non conoscere me! Ma tanto a
te non te
ne frega niente di nessuno che non sia lei, nemmeno di me che sono la
tua
migliore amica da sempre!»
«…Lo
eri»
Lo
guardo, mentre mi sgonfio. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. No,
non ce la
faccio più a sopportare tutto questo dolore.
«Ma
sai che cosa ti dico? Vaffanculo, Luca. Vaffanculo» rispondo,
voltandomi e
cominciando a correre. Non vedo dove vado, calde lacrime mi imperlano
il viso.
Sono
stremata, cado in ginocchio e rimango lì, a singhiozzare.
«…Claudia?»
Di
nuovo. Alzo lo sguardo e fra il velo di lacrime riconosco il volto di
Marco.
«E’
la seconda volta che ci incontriamo in queste condizioni»
dico, facendomi
sfuggire una specie di risata lacrimosa. Lui si inginocchia e mi
asciuga le
lacrime con il pollice, poi mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi.
«Andiamo
a prenderci un frullato, conosco un posto dove lo fanno buonissimo. E
poi
magari mi racconti che ti è successo» mi dice,
incamminandosi. Lo seguo, senza
sapere cosa pensare. Mentre camminiamo mi accorgo che non mi ha
lasciato la
mano.
E
mi piace.
* Citazione di Giulia. Modo molto carino per definire una "cara ragazza" # Citazione di Lalla. Con le sue registrazioni xD Hallo people (=
E così siamo ad un nuovo capitolo. Non so voi, ma qui io sto morendo. Fa un caldo bestia, non ho una mazza da fare e
mi annoio da morire. Che bellezza. Inoltre sono abbastanza indiavolata, quindi proprio non è giornata. >o<
Bom, basta chiacchiere. Vi saluto.
Tschuss.
Acch. Vorrei ringraziare Niki_CuLLen_ che ha inserito questa fic nei preferiti...GRAZIE!
Vorrei ringraziare anche Leslie, LallaYeah, prilla88 e Promise che l'hanno messa come seguita. Grazie ragazze ^^
Inoltre un grazie a tutti gli utenti che non recensiscono ma che però sprecano un po' del loro tempo per leggerla.