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Autore: Elettra_    29/06/2009    3 recensioni
«Lascio che le mie emozioni sovrastino qualunque pensiero, mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che si accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della scuola. Non mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il mio momento. Un po’ di tempo da dedicare a me stessa.
Un sorriso idiota affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente il mio pensiero torna a lui.
Lui è perfetto.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Girlfriend

“So when's it gonna sink in?
She’s SO stupid
What the hell were you thinking?!”

 

 

«…Tu sei tutta matta!»

«Shhh!»

Zittisco Martina, mentre mi sporgo di poco dal cespuglio dove siamo nascoste. Lui è già lì da cinque minuti e si guarda intorno, controllando il display del cellulare.

«Ehiiiiiiiiiiiiiii» un urletto mi fa venire la pelle d’oca: eccola che arriva. Alzo un sopracciglio, osservando come si è vestita. Probabilmente ha preso una taglia in meno per la maglietta, mentre quella che indossa più che una gonna sembra una cintura.

Marti ridacchia, e le tiro una gomitata. Scelta pessima come accompagnamento: Marti è silenziosa quasi come un elefante che balla il tiptap.

Si stanno abbracciando.

Caccio indietro le lacrime.

Li odio. Tutti e due.

Cominciano a camminare, mentre noi aspettiamo un po’. Faccio un segno a Marti, ed il pedinamento comincia. Li seguiamo nel parco, lungo il paese, in qualche negozio. Si tengono per mano, si abbracciano, si accarezzano. Ogni volta mi viene voglia di togliermi gli occhiali scuri e saltare addosso a quella gallina bollita. Meno male che c’è Marti che ogni volta mi trattiene, altrimenti la farei a pezzetti.

«Quella…quella…» non ho nemmeno le parole adatte per offenderla.

«…A22(*)» completa Marti, con un sorriso. Mi sfugge un sorriso e mi rilasso, lasciandomi cadere su di una panchina. Siamo tornati (loro con noi alle calcagna) al parco, dove il sole è meno asfissiante.

«Gelato?» domando. Lei accetta ed entriamo in una gelateria. Io prendo un cono nutella/bacio, lei una coppetta fragola/menta.

«…Fai schifo» ci diciamo insieme, prima di scoppiare a ridere.

«…Oh beh. Che se ne restino pure da soli. Me ne frego» dico ad un certo punto, alzando il naso all’insù. Marti mi prende sottobraccio, scegliendo una stradina differente da quella presa dai due fidanzatini.

«E’ RINSAVITAAAA!» ulula Marti fra una risata e l’altra. Metto su di nuovo la faccia offesa.

«Eeeeehi!» esclamo, cercando di non far cadere il cono dalle risate. Marti si inginocchia un attimo per allacciarsi le scarpe.

«Vai avanti, ti raggiungo in un attimo» dice, armeggiando con i lacci. Io mi volto, tranquilla, e ricomincio a camminare.

Mi soffermo a guardarmi intorno, senza concentrarmi sulla strada. Sono circondata di alberi, piante, fiori. Poco distante da me c’è una specie di laghetto microscopico.

Sono così assorta nei miei pensieri che inciampo in un rametto, slanciandomi in avanti. Scena a rallenty, come in un film. Nel mio caso, un film comico. Mi vedo andare in avanti, ancora con il cono in mano. Ovviamente, come in ogni film comico che si rispetti, esattamente davanti a me c’è una coppietta che, vedendomi arrivare, cerca di scansarsi con suoni ad effetto come “NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!(#)”, ma ovviamente non ce la fa. SCIAFF! Il mio cono gelato si spalma sulla camicetta della tipa. Ma il Fato, non contento, fa in modo che la mia forza di caduta sia tale da spingere me e la tipa in avanti.
SPLASH!

Lei finisce dentro al laghetto, mentre io mi spalmo per terra. Rimango qualche secondo immobile, tutta dolorante. Sento il classico rumore di qualcuno che viene a galla, seguito da un urlo agghiacciante.

«OH DIOOOOOOOOOOOOOOOO!»

Mi sento gelare. E comincio a sperare con tutto il cuore di aver confuso voce.

«LUCA! DIO SANTO, AIUTAMI!» strilla ancora. Non ce la faccio. Mi copro le orecchie con le mani, senza muovermi di lì. Sento un paio di mani sui fianchi che mi girano sulla schiena. Tengo gli occhi chiusi, mentre la testa continua a pulsare. Non oso aprirli.

«Cloud, stai bene?». Sento il cuore fermarsi. Non so da quanto tempo spero di sentire quella voce. Biascico qualcosa di confuso.

«Mi senti? Ti sei fatta male?»

Improvvisamente sento una fitta al petto. Perché è così gentile con me? Non deve esserlo. Altrimenti come faccio ad odiarlo per continuare a vivere senza di lui?

Mi metto a sedere di scatto, ottenendo un giramento di testa vertiginoso. Mi aggrappo a lui con un sussulto.

«LUCA!» la voce di Alessia è a dir poco isterica. È riuscita ad uscire da sola (ma che brava), ma ora mi sembra tanto Medusa.

«Pff. Pfff. Hahahahahahah» non ce la faccio, le scoppio a ridere in faccia. Rido. E rido ancora, ancora e ancora. Non ce la faccio a fermarmi. Continuo a ridere davanti ad un allibito Luca ed una furiosa Alessia.

Riverso tutta la tristezza accumulata con le risate. E poi Alessia è orribile, in quel momento. Il trucco sbavato, i vestiti fradici, i capelli alla Medusa.

«Ora basta!»

Uhuh. Mi sa che ho toccato un tasto dolente in Alessia. Mi asciugo le lacrime e vedo Martina che osserva tutto poco lontano, tenendo una mano davanti alla bocca per nascondere il sorriso.

Mi alzo in piedi, aiutata da Luca.

Uno schiaffo mi colpisce in piena faccia. Guardo sconvolta Alessia.

«Ma come ti permetti?» urlo, inviperita. Lei mi fa un gestaccio ed io le mostro il dito medio. Mi spintona forte ed indietreggio.

«Piantala di fare la santarellina! Lo so che l’hai fatto apposta!» strilla fuori di sé.

«Magari avessi avuto in mente un’idea così fantastica. Sarebbe stato molto più glorioso farlo apposta» ringhio di rimando.

«Sfigata»

«Idiota»

«Cretina»

«Gallina bollita»

«Inutile che ti sforzi, è la verità. Sei solo gelosa perché una come te il ragazzo non lo avrà mai. Nemmeno per migliore amico»

Le tiro uno schiaffo con forza, cadendo in ginocchio. Gli occhi sono pieni di lacrime rabbiose mentre mi alzo

«Ma stai un po’ zitta! Cosa cazzo ne sai tu?» urlo, spingendola in avanti. Lei afferra i miei capelli e li tira con forza, strappandomi uno strillo.

«ORA BASTA!» urla Luca, separandoci. Mi tiene stretta a sé e non mi permette di saltare al collo di quella stronza.

«Lasciami! DIO! LASCIAMI!» urlo con tutta la forza che ho nel corpo. Alessia nel frattempo è trattenuta da Marti, che ha avuto la brillante idea di raggiungerci.

«Mollami! Mollami!» strilla Alessia, protendendosi verso di me. Io la fulmino con un’occhiata, mentre continuo la mia lotta per liberarmi. Luca mi trascina via, lontano dalle due ragazze.

 

«Ma sei impazzita?!» mi domanda Luca, con tono di voce aggressivo. Mi mordo il labbro, sforzandomi di non rispondergli male.

«Ha cominciato lei» borbotto, senza guardarlo negli occhi. Lui alza gli occhi al cielo, esasperato.

«L’hai buttata nel laghetto! E ti stupisci che sia arrabbiata? Dio Cloud, cresci un po’! Se sei tanto arrabbiata con me, non te la prendere con lei! Hai capito?»

Lo guardo completamente senza fiato.

«Tu…tu credi a lei?» gli domando, ansimando. Non mi risponde, ma distoglie lo sguardo da un’altra parte.

«Tu credi a lei!» urlo, alzandomi di scatto dalla panchina. Lui appoggia una mano sulla mia spalla.

«Ascolta, Cloud…»

Gliela scosto con forza.

«Non mi toccare! Dio, mi fa schifo! S-c-h-i-f-o! E smettila di trattarmi come una bambina cretina!» strillo. Ho completamente perso il controllo di me stessa.

«Ne ho le scatole piene! Sai che cosa ti dico? Ma tienitela quell’oca! Ma cazzo! Sei TU quello che deve crescere, Luca! Preferisci credere a lei che conosci da pochi mesi che a me che sono la tua migliore amica! DUE MESI! È due mesi che non ti fai sentire! Come se fossi la figlia della serva! Non ti sentivi in colpa, no, tanto adesso hai Alessia, a che cosa serve Claudia? No, lei è solo il fazzolettino usa e getta. Oh Luca, mi hai proprio stufata. Ma sappi che quando Alessia ti lascerà, io non tornerò da te». Mi volto e comincio a camminare, quando sento la sua presa sul polso. Mi costringe a voltarmi.

«Tu la odi! Ecco qual è il problema! È la persona più dolce di questo mondo, e tu la odi!»

«Cazzo Luca! Perché sei così cieco?! Lei non è nessuna di queste belle cose! Io la conosco, anche se adesso lei fa finta di non conoscere me! Ma tanto a te non te ne frega niente di nessuno che non sia lei, nemmeno di me che sono la tua migliore amica da sempre!»

«…Lo eri»

Lo guardo, mentre mi sgonfio. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. No, non ce la faccio più a sopportare tutto questo dolore.

«Ma sai che cosa ti dico? Vaffanculo, Luca. Vaffanculo» rispondo, voltandomi e cominciando a correre. Non vedo dove vado, calde lacrime mi imperlano il viso.

Sono stremata, cado in ginocchio e rimango lì, a singhiozzare.

«…Claudia?»

Di nuovo. Alzo lo sguardo e fra il velo di lacrime riconosco il volto di Marco.

«E’ la seconda volta che ci incontriamo in queste condizioni» dico, facendomi sfuggire una specie di risata lacrimosa. Lui si inginocchia e mi asciuga le lacrime con il pollice, poi mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi.

«Andiamo a prenderci un frullato, conosco un posto dove lo fanno buonissimo. E poi magari mi racconti che ti è successo» mi dice, incamminandosi. Lo seguo, senza sapere cosa pensare. Mentre camminiamo mi accorgo che non mi ha lasciato la mano.

E mi piace.

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* Citazione di Giulia. Modo molto carino per definire una "cara ragazza" # Citazione di Lalla. Con le sue registrazioni xD Hallo people (=
E così siamo ad un nuovo capitolo. Non so voi, ma qui io sto morendo. Fa un caldo bestia, non ho una mazza da fare e
mi annoio da morire. Che bellezza. Inoltre sono abbastanza indiavolata, quindi proprio non è giornata. >o<
Bom, basta chiacchiere. Vi saluto.
Tschuss.

Acch. Vorrei ringraziare Niki_CuLLen_ che ha inserito questa fic nei preferiti...GRAZIE!
Vorrei ringraziare anche Leslie, LallaYeah, prilla88 e Promise che l'hanno messa come seguita. Grazie ragazze ^^
Inoltre un grazie a tutti gli utenti che non recensiscono ma che però sprecano un po' del loro tempo per leggerla.
  
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