Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: "Misfit" di High Dive Heart.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Marvel.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al
‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 502.
★
Prompt: 15. Ballare sotto la pioggia.
Cap.
12 Ballando
sotto la pioggia
Steve
era ritto in piedi davanti al Centro degli Avengers, le gocce di
pioggia scivolavano sul suo viso, sui suoi capelli biondi,
impregnandogli i
vestiti. Osservava la sua figura deformata sui vetri del centro,
segnati da
delle scie create dalla pioggia.
Vide
Tony uscire dalla porta principale e gli sorrise, il suo viso
s’illuminò.
"Hai
davvero costruito un centro d'addestramento" gli disse.
Tony
sogghignò, si sfilò gli occhiali da sole e li
mise tra i capelli.
"Faccio
sempre quello che dico, non serve rimanerne sorpresi ogni
volta".
Steve
incrociò le braccia dietro la schiena massiccia, il suo
ciuffo
gocciolava e le sue gote accaldate erano rigate dalla pioggia. Il suo
petto
muscoloso si alzava e abbassava irregolare, seguendo il suo battito
cardiaco
accelerato.
"Te
ne andrai?" chiese con la voce tremante. Avvertì gli occhi
pizzicare e un bruciore scendere giù per la sua gola.
Dall'interno
del centro iniziò a uscire della musica soffusa, dal
cantante
con una voce roca.
Tony
scrollò le spalle, sollevò gli occhi al cielo
nuvoloso, lasciando che
la pioggia gli solcasse il viso abbronzato.
"Non
ho molto altro da fare, da queste parti, e a quanto pare alle
Stark Industries non sanno riparare una macchinetta del
caffè senza me a dirgli
dove vanno i pezzi".
Steve
gli porse la mano, le dita unite, le gocce che solcavano il suo palmo
rimanendo a ristagnare nelle pieghe della pelle.
"L'ultima
volta che non ho avuto un ultimo ballo d'addio, me ne sono
pentito amaramente.
Posso
avere concesso un ballo sotto la pioggia?" chiese con voce
tremante. I suoi occhi erano febbricitanti.
Tony
rise, gli afferrò la mano e lo trascinò verso il
prato bagnato del
giardino. Volteggiò sotto il braccio di Steve, gli si
strinse e sogghignò.
"Potresti
chiedermi di restare".
Steve
lo avvolse tra le braccia e lo cullò.
"Dovrei
ammettere di essermi innamorato di te" disse con voce
calda.
Ascoltava
il ticchettio della pioggia, mischiarsi con la musica ancor
più
in lontananza.
<
Ho pensato che saresti morto. Come potrò superare ancora e
ancora
quell'angoscia fino al giorno in cui ti perderò davvero?
>.
Tony
salì con i piedi sulla punta degli stivaletti di Steve, gli
poggiò un
bacio sulle labbra e scese.
"E
che la Terra è rotonda. Sveglia, Capitano. La morte
m'insegue e i
telegiornali con lei, e sinceramente ho più paura dei
secondi. Chiedimi di
restare".
Steve
smise di ondeggiare seguendo la musica e lo guardò negli
occhi, le
sue iridi si rifletterono in quelle dell’altro.
"Resta"
implorò.
Tony
ghignò, si scostò da lui e si sfilò
gli occhiali da sole dai capelli.
"Come
rifiutare?" chiese.
Infilò
gli occhiali, fece cenno di rientrare.
"Forza,
andiamo a danzare in un posto coperto. Se mi becco il
raffreddore, il pianeta esploderà prima che io mi riprenda!".
Steve
gli posò un bacio sulla guancia, sentendola bollente
nonostante la
pioggia.
"Assolutamente...
Tony".
<
La vita con te è un ballo in tutti sensi… con o
senza la pioggia >
pensò, piegando le labbra rosee e umide in un sorriso.