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Autore: RoisXIII    23/02/2018    4 recensioni
La classe dei nostri eroi assisterà a una mostra nel museo del Louvre. Sembra andare tutto bene, ma ecco che Papillon sferra il suo attacco.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Il piano bizzarro di Ladybug aveva funzionato. E aveva funzionato anche il trucco con il campanello.
Ancora non ci credo.
Gli orecchini tintinnarono, segnalandole che presto si sarebbe ritrasformata.
« Devo trovare un luogo sicuro, Chat Noir. »
Chat Noir le fece l’occhiolino. La prese per mano e la condusse verso una porta con scritto “Archivio”.
Il gatto si guardò intorno, dopodiché la spinse all’interno. Dopo aver guardando un’ultima volta, entrò e si richiuse la porta alle spalle.
I due eroi si ritrovarono in una stanza piena di scaffali. In fondo a loro c’era un’altra porta. Ladybug si diresse subito verso di quella, dicendo all’amico che non ci avrebbe messo molto.
« Aspetterò anche mille anni, Milady. »
Ladybug scosse la testa ridacchiando. Aprì la porta, entrò e la richiuse. Si ritrovò in un altro archivio, anche se molto più vecchio.
La trasformazione finì, e Tikki svolazzò per la stanzetta.
« Ve la siete quasi vista brutta, tu e Chat Noir. »
Marinette si portò un dito alla bocca. « Abbassa la voce, Tikki. Chat Noir potrebbe sentirci » le sussurrò.
Il kwami si scusò. Accettò di buon grado il biscotto che Marinette le offrì.
« Tikki, devo raccontarti una cosa. »
Mentre il kwami era intenta a mangiare altri due biscotti, la ragazza le raccontò dell’incontro molto ravvicinato con Adrien, aggiungendo qualche “ah” e “oh” di troppo. Quando terminò, era tutta rossa in viso e sorrideva.
Vedendo che il kwami non diceva niente, smise di sorridere. « Che cos’hai? Perché non dici niente? »
« Sono solo rimasta senza parole. Mi dispiace dirtelo, ma devi rimare concentrata. Hai una missione da portare a termine, Marinette. »
La ragazza annuì e attese che l’amica finisse di mangiare.
Trasformata, Ladybug aprì la porta e si preoccupò quando non trovò Chat Noir.
« Chat Noir! » lo chiamò preoccupata.
Una mano le tappò la bocca. « Insettina, abbiamo un problema. »
Il gatto le disse che i mezzi-vampiro si erano “evoluti”: adesso potevano arrampicarsi sui muri e correre più veloce.
Questo è un enorme problema!
Come se non bastasse, fuori dal loro nascondino c’era un viavai continuo di ibridi. Dovevano pensare a un altro piano.
Ladybuh notò che Chat Noir continuava ad aprire e chiudere la mano. Gli chiese se stesse bene.
« Cataclisma » le rispose. « Li attiro da qualche parte, magari in un corridoio senza vie d’uscita, e uso il  Cataclisma per far crollare il soffitto, chiudendoli dentro. »
« Da solo? Te lo puoi scordare! Siamo una squadra, ricordi? »
Chat Noir le prese le mani. Gli occhi azzurri di lei si specchiarono in quelli verdi di lui.
« Milady, mai e poi mai ti farei correre un rischio del genere. Tu sei importante per… »
« Chat Noir? »
Il gatto lasciò andare le sue mani e guardò in un punto indefinito della stanza. « Be’, tu sei importante per tutti noi, dopotutto sei l’unica che può purificare le akuma. »
Senza darle il tempo di rispondere, lui aprì la porta e gridò: « Vampiretti! Vediamo se riuscite a prendermi! »
Ladybug vide i mezzi-vampiro inseguirlo, chi correndo sul pavimento e chi sul muro. Incredibilmente, Chat Noir era in vantaggio su di loro, seppur di qualche centimetro.
Credo in te, Chat Noir. So che tornerai sano e salvo.
 
Ladybug contò fino a sessanta, dopodiché uscì. “Sfoderò” lo yo-yo e percorse i corridoi. Un inquietante silenzio regnava nel museo.
Un tintinnio.
Ladybug si fermò e si guardò alle spalle. Niente e nessuno.
Continuò a camminare.
Un altro tintinnio.
Ladybug si rifermò e si guardò alle spalle. Ancora niente e nessuno.
Con una certa ansia, riprese a camminare.
Ancora una volta, un altro tintinnio.
Ladybug si fermò per la terza volta e si guardò alle spalle. Questa volta, però, guardò anche in alto. Si sentì mancare. Félix era a testa in giù, e le sorrideva.
Oh-oh.
L’eroina indietreggiò lentamente, lo sguardo fisso sul vampiro.
« Siete stupidi o fa tutto parte di un vostro piano? Perché vi siete divisi, rendendo così le cose più semplici per noi? »
Félix saltò giù e le diede le spalle. « Ora non ha più importanza. Mia sorella ha trovato il tuo amico. »
Ladybug ebbe una fitta al cuore. Chat Noir, avendo usato il Cataclisma, rischiava di ritrasformati da lì a qualche minuto.
La ragazza strinse i pugni. Lanciò lo yo-yo sui quadri e li tirò contro il vampiro. Riuscendo a distrarlo, lei corse il più velocemente possibile lontano da lui, continuando a tirare i quadri e ogni cosa che si potesse lanciare.
 
Arrivò in una sala piena di teche di oggetti preziosi. Si appoggiò a una parete e recuperò il fiato.
« Ladybug, guarda Inés chi ha portato » le sussurrò Félix all’orecchio.
L’eroina si spaventò e si allontanò dal vampiro. Non lo aveva sentito arrivare e nemmeno avvicinarsi.
« L-Ladybug… scappa » disse Chat Noir con voce flebile.
Solo allora la ragazza si accorse di lui. Chat Noir era… era a braccetto con Inés! Si accorse anche di un’altra cosa. Lui stava come resistendo a qualcosa.
Inés si liberò della sua stretta e si mise dietro di lui. Appoggiò la guancia sulla sua e gli passò una mano tra i capelli biondi e le orecchie da gatto.
« Questo micetto ha la volontà di una tigre » si complimentò Inés. « Ho il potere di ipnotizzare e rendere miei schiavi chiunque - specialmente i ragazzi -, ma lui riesce a resistere un pochino.
Fratellino, non è che lo trasformeresti in un mezzo-vampiro? »
Dunque erano quelli i loro poteri! Adesso non restava che scoprire il nascondiglio dell’akuma.
Chat Noir, con enorme fatica, prese il bastone e lo allungò verso il collo di Inés, togliendole la collana e mandarla a Ladybug. Lei la prese al volo e spezzò la catenina. Una piccola akuma uscì fuori e volò in circolo, tornando poi dentro la collana.
I due eroi emisero un verso sorpreso. Cos’era appena successo? Perché l’akuma, oltre a essere più piccola, era tornata dentro la collana?
Inés, arrabbiata, colpì Chat Noir allo stomaco e lo spinse contro una teca, mandandola in frantumi.
« Chat Noir! »
Il ragazzo si mise seduto con grande fatica. Félix gli si avvicinò e lo sollevò per il collo.
« Pagherai per quello che hai fatto. Inés, occupati della coccinella. Papillon smania per avere i loro Miraculous. »
L’anello del gatto tintinnò. Non avevano più tanto tempo.
« Lucky Charm! » urlò Ladybug.
Tra le mani le capitò una torcia di grande dimensione. Che cosa doveva farci?
Controllò per bene la zona. Le saltò subito all’occhio il viso di Inés, il bastone di Chat Noir e un piatto nella teca rotta.
Inés saltò su di lei, ma l’eroina riuscì a schivarla all’ultimo secondo. Così non andava affatto bene. Per la fortuna dei due eroi, il gatto riusciva a non farsi rubare l’anello dal vampiro, il quale poteva contare solo su una mano. Lei doveva riuscire a guadagnare un po’ di tempo.
Ladybug provò ad accendere la torcia e per poco non rimase accecata dalla luce.
Ci sono! Ecco a cosa mi serve.
« Insettina. Akuma. Collana. Lui » le urlò Chat Noir.
La ragazza lo guardò velocemente. “Akuma, collana e lui”, ripeté nella mente. Significava che c’era un’altra akuma nella collana di Félix?
Inés le arrivò alle spalle e la bloccò. « Presa! »
« Non così in fretta. »
Girò la torcia, cercò di inquadrare bene il volto di Inés e la accese. Il vampiro urlò e si coprì gli occhi.
« Chat Noir, il piatto! »
Il ragazzo annuì e, afferrando la mano di Félix, usò il bastone per girare il piatto. Ladybug mirò al piatto, il quale, per via della nuova angolazione, rifletté la luce sul volto di Félix. Quest’ultimo, come la gemella, urlò. Il micio ne approfittò e ruppe la catenina della collana, liberando un’altra piccola akuma. La coccinella recuperò in fretta la collana di Inés e staccò direttamente il pendente.
Le due piccole akuma si avvicinarono fra loro e formarono un’akuma dalle sembianze normali.
« Non mi scappi! »
Ladybug la catturò nel suo yo-yo, dopodiché la liberò. Lanciò in aria la torcia e disse: « Miraculous Ladybug! »
Una scia rimise le cose al proprio posto. Tutte le vittime trasformate tornarono umani e i reparti si aggiustarono. Félix e Inés tornarono gli artisti di sempre.
Ladybug corse da Chat Noir, il quale però le diede le spalle. « Non ho più tempo. Alla prossima, Insettina. »
« Aspetta! Come facevi a sapere che le due akuma si nascondevano nelle collane? »
Il gatto iniziò a correre. « Inés mi aveva confidato che la sua si nascondeva nella collana. Solo dopo ho realizzato che era la stessa per il gemello. »
Dopo che se ne fu andato, l’eroina si avvicinò ai due fratelli. « State bene? »
Inés annuì. « Cos’è successo? »
« Niente di grave. Tranquilli. Prima di andarmene, volevo dire che i vostri quadri sono magnifici. »
« Grazie, Ladybug » disse Félix.
 
Marinette sospirò e tornò normale. « E anche questa è andata. »
Tikki le svolazzò intorno, dicendole che era stata brava.
Chissà che fine hanno fatto tutti gli altri.
« Marinette! »
La ragazza si voltò e sorrise nel vedere Alya umana. L’amica la raggiunse e insieme si aggiornarono sugli avvenimenti. Marinette le disse che era stata salvata da Ladybug.
« Oh, meno male. Ricordo che ti stavo cercando, poi è arrivato Adrien e mi sono messa a inseguirlo. »
« Alya, è successa una cosa mentre mi stavi cercando. »
Ancora una volta, Marinette raccontò la scena dietro la statua.
« Ma è pazzesco! Questo significa che Adrien è cotto di te! » urlò Alya emozionatissima. »
« Signorino Adrien, è pregato di seguirmi. »
 
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Adrien si sedette su una panchina e sospirò. Era stata davvero dura. Si disse che per un po’  non avrebbe più visto film sui vampiri.
Quella giornata era stata davvero piena di emozioni. La fuga, gli insulti agli artisti, l’attacco dei compagni sotto forma di mezzi-vampiro, il quasi bacio tra lui e Marinette…
«Cosa ho fatto! » disse prendendosi la testa fra le mani. « Sono un idiota. »
Plagg gli si sedette sulla spalla. « E perché lo saresti? »
Adrien gli raccontò tutto e Plagg, per la prima volta, non disse niente.
« Perché questo tuo silenzio? Pensi anche tu che sono un idiota? »
Il kwami si limitò a scrollare le spalle. « Non pensi che sia ora di andare? Sono affamato! » cambiò argomentò.
Il ragazzo annuì e si recò verso l’uscita.
« Signorino Adrien, è pregato di seguirmi » gli ordinò una voce molto familiare.
Nathalie gli si avvicinò. Si era completamente dimenticato di lei!
«Suo padre è molto arrabbiato. La sta aspettando a casa. »
Il ragazzo fu costretto a seguirla fino alla macchina. In cuor suo sapeva quale sarebbe stata la punizione: il ritiro da scuola.
Ma non poteva ritirarsi. Non poteva dire addio ai Nino e a tutti gli altri. E doveva parlare con Marinette per spiegarle tutto.
E chiederle perché lei e Ladybug profumavano di brezza marina.


E siamo giunti alla fine di questa FF. Scusate se sembra sbrigativa, ma non sono riuscita a fare altrimenti. E scusate del ritardo. Doveva essere una storia di Halloween, ma è durata fin dopo carnevale... Dettagli, insomma!
Ora, sbaglio o mancano le risposte a diverse domande? Sapete questo cosa significa? Significa che ci sarà un sequel! E ve lo dico di già, non ci saranno scene dettagliate sugli akumizzati, saranno scene velocizzate.
Alla prossima!

 
   
 
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