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Autore: Carme93    23/02/2018    1 recensioni
Phoenix, Arizona, Stati Uniti d'America, futuro prossimo.
Ogni famiglia ha un segreto, che nasconde gelosamente.
La famiglia Freeland non fa eccezione.
Gabriel Freeland, appassionato di videogiochi, comincia a porsi sempre più domande sulla lontananza della sorella maggiore, Alex. Intanto è preso dalla sua vita di adolescente. Farebbe di tutto pur di partecipare alla fiera dei videogiochi, che si svolgerà a breve nella sua città. Qualcosa andrà storto e con il suo migliore amico si ritroverà a scoprire il segreto dei suoi genitori.
Come se la caveranno Gabriel e il suo migliore amico, una volta coinvolti negli intrighi dei nobili francesi?
Troyes, Francia, 1242.
La corte di re Luigi IX si riunisce a Troyes in attesa della nascita di Gael, primo maschio di Marc de Ponthieu e madama Alexandra Freeland.
Hyperversum è tornato. Preparatevi per una nuova partita.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henri de Grandpré, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Daniel/Jodie, Etienne/Donna, Geoffrey/Brianna, Ian/Isabeau
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo VIII
 
Nei giorni seguenti Gabriel e Matthew ebbero la possibilità di assistere a un vero e proprio torneo medievale. Matt ne fu entusiasta, anche perché in qualità di scudiero poté toccare le spade con le proprie mani ed esercitarsi seriamente. L’unico problema era che Seby non ci avrebbe mai creduto e d’altronde come biasimarlo? Egli stesso per primo avrebbe preso per matto chiunque gli avrebbe detto che un giorno sarebbe stato catapultato nel Medioevo.
Gabriel trovava divertente ogni cosa e rischiò più volte di mettersi nei guai, con palese fastidio dello zio Ian e nervosismo di Alex, che il ragazzo evitò accuratamente in quanto la considerava intrattabile a causa della gravidanza. Eppure Matt non se l’era sempre sentita di rimproverarlo, alle volte quella realtà era veramente troppo distante dalla loro. Come quando Gabriel si era messo a giocare con Danielle e Jodie e tutti e tre avevano rischiato di travolgere una dama di alto lignaggio. A quanto pareva non era consono che uno scudiero si mettesse a giocare con delle contessine.
Decisamente i libri di storia non rendevano minimamente quanto fosse profondamente cambiata la mentalità nel corso del tempo. Matt aveva avuto la possibilità di parlare con Ian in privato, scoprendo quanto fosse preparato in storia e, quindi, il suo trascorso come insegnante universitario. Inutile dire che la stima nei suoi confronti era notevolmente aumentata.
 
♦♦♦
 
Mark si era particolarmente distinto durante le prove del torneo e Matt era rimasto strabiliato dalle sue capacità con la spada. Inoltre, con il benestare di Ian, aveva chiesto a Mark di prenderlo come sue scudiero e così ebbe la possibilità di allenarsi con lui. Era un maestro senz’altro più bravo di Seby, ma anche più severo. D’altronde erano nel Medioevo e la scherma non era uno sport, ma la miglior arma di difesa e di attacco per ogni uomo degno di rispetto, perciò per ogni cavaliere.
Gabriel, per conto suo, non apprezzava tutte le attenzioni che il suo migliore amico dedicava al primo cavaliere del re e no, non era gelosia come aveva ripetutamente ipotizzato sua sorella. La verità è che aveva uno strano presentimento e più trascorrevano i giorni più sperava che il padre arrivasse presto a prenderli. Lo zio Ian gli aveva spiegato che in tutti quegli anni non erano ancora riusciti a capire come funzionasse il collegamento temporale tra il presente e il Medioevo, ma soprattutto che il tempo scorreva diversamente. Gabe non faceva fatica a comprenderlo, in fondo erano passati solo pochi mesi da quando sua sorella Alex era ‘partita’ per la Francia, invece nel Medioevo era trascorsi molti anni. Per cui era convenuto con lo zio Ian che nella sua Phoenix potevano benissimo esser trascorse soltanto delle ore e magari in quello stesso momento i suoi stavano rientrando a casa dal lavoro. Ci avrebbero messo molto a capire quello che avevano fatto? Sicuramente si sarebbero accorti all’istante della loro assenza, ma avrebbero pensato che gli avesse disobbedito ancora e avesse spinto Matt a uscire? E se il computer avesse qualche grave danno? In fondo aveva ripetutamente tentato di richiamare il gioco e uscire come se nulla fosse, ma non era accaduto nulla. A differenza di Matt sempre più entusiasta di quella vita, Gabe s’incupiva ogni giorno di più. Quel posto non gli piaceva: c’erano troppe regole, ma specialmente troppe formalità e non c’erano i suoi amati videogame. Spesso si chiudeva nella camera, che gentilmente il conte di Grandpré gli aveva messo a disposizione, e immaginava i suoi genitori che scoprivano la loro assenza, sperando che fossero più vicini a riportare lui e Matt indietro. Solo Alex e lo zio Ian sembravano comprendere il suo stato d’animo, perciò spesso gli spedivano le bambine perché lo distraessero. E accidenti, era davvero bello essere zio, ma il Medioevo gli toglieva anche questo piacere alla fine: non poteva insegnare a Danielle e Jodie degli scherzi da fare ai genitori, specialmente alla madre e simili altre cose, perché avrebbe rischiato di farle comportare in modo non ‘consono’ al Medioevo e metterle anche nei guai.
Marianne era molto simpatica e alle volte si intratteneva in sua compagnia. Era veramente diversa dalle altre dame che popolavano la corte di re Luigi IX e proprio per questo, probabilmente, era seguita a vista d’occhio dalla madre Isabeau o da damigelle.
Michel si era rivelato molto più gentile rispetto al loro primo incontro e si era premurato, insieme alla moglie Celeste, di mostrargli il castello di Troyes e dintorni.
Aveva avuto, però, pochissimo tempo da trascorrere in compagnia dello zio Ian e di farsi un’idea precisa sul padrone di casa, poiché entrambi erano molto occupati con le riunioni del re.
 
♦♦♦
 
Una sera, poco prima di cena, Ian entrò, bussando a malapena, nella camera di Gabe. Il ragazzino era particolarmente di cattivo umore, poiché Matt l’aveva ignorato tutto il giorno, preferendo alla sua compagnia una battuta di caccia organizzata dal re. Ed era anche tremendamente eccitato quando gliel’aveva comunicato la sera prima. E se l’era pure presa quando gli aveva risposto che non aveva alcuna intenzione di seguirlo. Anzi gli aveva detto di rimanere al castello con lui, perché sentiva che suo padre sarebbe andato presto a prenderli. Matt si era rifiutato, affermando, con gran dispiacere di Gabe, che non gli interessava e che voleva godersi il più possibile quella nuova vita. Non gli era piaciuto per nulla che il suo migliore amico avesse parlato di ‘nuova vita’, perciò Gabe in quel momento era parecchio immusonito.
«Se non sei qui per dirmi che mio padre è arrivato, puoi anche risparmiare la voce».
Ian si accigliò lievemente e sospirò. «Sai che una risposta del genere non sarebbe stata tollerata da un padre medievale?».
«Tu non sei mio padre» replicò freddamente Gabe.
«Alex è entrata in travaglio».
«Eh?» chiese Gabe interdetto.
«Sta per partorire» replicò Ian pazientemente.
«Lo so che vuol dire, mia mamma è un medico» si pose sulla difensiva Gabe. «Ma come si fa? Dov’è l’ospedale?».
«Quale ospedale, Gabe? Siamo nel Medioevo, te lo sei dimenticato? Ci penserà la levatrice».
«Ma ce l’ha la laurea questa?» sbottò alzandosi, deciso a controllare che sua sorella stesse bene.
Ian lo fermò. «La levatrice è esperta, ha fatto nascere moltissimi bambini. Tu, dove credi di andare adesso?».
«Da Alex, naturalmente! Mark è dentro con lei?».
«No, Gabe».
«Un cavaliere del re non ha abbastanza fegato da assistere al parto della moglie?» lo interruppe Gabe.
Ian roteò gli occhi, ma tentò di non perdere la pazienza. «Il marito non entra nella stanza della moglie mentre partorisce. È una faccenda di sole donne».
«Questo posto è stupido! Voglio vedere mia sorella, subito!» ribatté Gabe.
«Ti porto da Mark e potrai fargli compagnia nell’attesa, ma devi smetterla di dire scemenze dalla bocca e…» iniziò Ian, ma fu nuovamente interrotto.
«Padre, è arrivato sir Daniel» disse Michel in compagnia di uomo alto, che Gabe riconobbe all’istante.
«Accidenti, quanto ci hai messo!» quasi urlò Gabe, abbracciandolo di slancio, sotto lo sguardo sorpreso di Michel. Al diavolo i Medievali e la loro anaffettività.
«Michel, per favore, lasciaci soli. Ti consiglio di raggiungere Mark. Lo conosci, sarà molto preoccupato» disse Ian.
«Sì, padre. Vado subito da lui».
Daniel, in un primo momento sorpreso dallo slancio del figlio, lo abbracciò a sua volta.
«Ci avete fatto preoccupare da morire» sbottò, quando sciolsero l’abbraccio. «E osi anche lamentarti?».
«Il Medioevo fa schifo» dichiarò Gabe.
«Che problema aveva Hyperversum stavolta?» domandò Ian.
«Hyperversum nessuno. Abbiamo avuto una visita non gradita in casa in nostra assenza. I ladri hanno tirato la presa e il computer si è spento. Per fortuna è scattato l’allarme e la polizia è intervenuta prontamente, ma quando io e Jodie siamo tornati a casa e non abbiamo trovato Gabe e Matt… ci è preso un colpo… La polizia ha interrogato i delinquenti, ma loro insistevano nel dire che la casa era deserta. Puoi immaginare in che condizioni eravamo quando siamo tornati casa dal commissariato… speravamo che i ragazzi fossero usciti per conto loro… ma i cellulari erano a casa. Jodie ha pensato di chiamare alcuni loro amici ed è entrata nel mio studio per usare il telefono…».
«Qui avete scoperto che avevamo usato il computer, dico bene?» lo interruppe Gabe, realmente dispiaciuto per le preoccupazioni causate ai genitori.
«Tua mamma ha notato la spina staccata, l’ha rimessa e il computer si è ravviato, così come il gioco e a quel punto ha capito e mi ha chiamato» precisò Daniel.
«Mi dispiace, Matt era giù di morale per la storia di suo zio, siccome gli piacciono terribilmente questi giochi… e poi non capivo che male potesse esserci in Hyperversum… ora lo so, ma se me l’aveste detto prima…».
«Abbiamo sbagliato» convenne Daniel. «Mi dispiace. Dov’è Matt?».
«Non lo so» replicò scontroso Gabe.
Daniel fraintese e preoccupato si rivolse a Ian.
«Probabilmente è nelle scuderie. Gli piace molto combattere e trova sempre qualche scudiero disposto ad allenarsi con lui» disse tranquillamente quest’ultimo.
«Prima di andare dobbiamo occuparci di Alex, papà. Zio Ian pensa di farla partorire senza un ginecologo. Dov’è la mamma?».
«Partorire? È già ora?» chiese sorpreso Daniel.
«È un po’ in anticipo, ma la levatrice è tranquilla» rispose Ian.
«Papà?! Non puoi permetterglielo! Alex ha bisogno di un medico vero!» strillò Gabe.
Daniel sospirò. «Tua sorella ha fatto la sua scelta. Comunque vado a prendere tua madre, se si dovesse perdere la nascita del nipotino, mi ucciderebbe».
 
♦♦♦
 
Alex era contenta, sfinita ma contenta. E non perché avesse dato a Mark l’erede maschio tanto desiderato, ma perché, per la prima volta da anni, la sua famiglia era riunita. Certo, mancavano lo zio Martin e la nonna Silvia, ma non si poteva pretendere troppo dalla vita. La mamma le accarezzava la testa in quel momento, mentre gli altri decantavano il piccolo erede. Nulla le aveva dato più coraggio durante il parto che vedere entrare all’improvviso Jodie Freeland.
«Lo chiameremo Gael» annunciò Mark. Alex non commentò, gli aveva promesso che se il bambino fosse stato davvero un maschietto, avrebbe potuto scegliere lui il nome.
Gabe era felice per il nipotino e la presenza dei suoi genitori lo metteva a suo agio più di quanto lo fosse stato nei giorni precedenti. Matt, però, lo preoccupava maggiormente. Quando aveva visto suo padre, non era stato per nulla felice, anzi ne era rimasto visibilmente scontento. E adesso, mentre tutti festeggiavano, aveva chiesto allo zio Ian di potergli parlare in privato ed erano spariti da un bel pezzo.
Ian rientrò in quel momento, neanche l’avesse chiamato con il pensiero, ma non lo guardò nemmeno. Attirò l’attenzione di Daniel e lo invitò a uscire fuori.
Un peso si depositò sul cuore di Gabe e il presentimento che aveva avuto negli ultimi giorni s’impossessò di lui.
«Gabe, avvicinati» lo chiamò la madre sorridente.
Il ragazzino obbedì controvoglia e nel giro di pochi secondi si ritrovò il piccolo Gael tra le braccia. Per un attimo dimenticò tutti i brutti pensieri.
 
♦♦♦
 
«Mi mancherete» disse Alex abbracciando i genitori e per ultimo Gabe.
«Torneremo a trovarti» promise Jodie, commossa quanto la figlia.
«Sì, stai tranquilla» disse Daniel.
«Quanto ci hai messo?» quasi urlò Gabe a Matt appena entrato nella saletta, che il conte aveva messo loro a disposizione.
Matt, vestito come un perfetto scudiero, era terribilmente incerto su quali fossero le parole giuste per confessare la sua scelta al suo migliore amico. «Ho deciso di rimanere qui. Sarò lo scudiero di Ian».
«Sei impazzito?» urlò Gabe, attirando l’attenzione di tutti su di loro.
«No, ho riflettuto a lungo e ho preso la mia decisione» replicò pacatamente Matt.
«Non puoi farlo. Non puoi sparire così. Diteglielo…» disse Gabe rivolto ai suoi genitori.
«Ho parlato con suo zio, ho ottenuto l’affidamento di Matt. Diremo che è andato in una scuola privata in Europa, perché aveva necessità di dimenticare i recenti avvenimenti. Lo faremo tornare durante le vacanze per rendere la cosa credibile, almeno finché non compirà diciotto anni» spiegò Daniel.
Gabe si sentì pugnalato. «La fate facile a mandare tutti in Europa a studiare. Me ne vado io in Europa e voglio vedere!» urlò Gabe.
«Gabriel, io non sono felice a Phoenix. Se sei mio amico non mi costringere a tornare» lo supplicò Matt.
E Gabe cedette.
 
♦♦♦
 
Gabe osservò suo padre in silenzio, mentre sistemava i parametri del personaggio di Matt e, infine, chiudeva il computer.
«Non so proprio come tu faccia» gli disse.
«Che cosa?» replicò Daniel.
«Hyperversum ti ha portato via una figlia e il tuo migliore amico. A me ha preso solo il mio migliore amico e non riesco a non odiarlo. Se non precludessi anche a voi la possibilità di vedere Alex, lo distruggerei».
Daniel sospirò. «Alla fine hai accettato la decisione di Matt, perché sapevi che null’altro l’avrebbe reso più felice. Io ho fatto lo stesso con Alex e Ian».
Gabe comprese perfettamente le sue parole e annuì. «Fa comunque molto male» confessò dopo qualche secondo.
«Spesso ci vuole coraggio a render felici le persone a cui vuoi bene» sentenziò Daniel abbracciandolo.
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Vi chiedo scusa per aver impiegato così tanto tempo per aggiornare e spero che il finale non vi deluda.
Questa storia è nata come un piccolo regalo per due persone a cui voglio molto bene e che sono molto appassionate di questa saga. Personalmente ho letto tutti i romanzi di Hyperversum e mi sono piaciuti tantissimo, ma il mio amore indiscutibilmente sarà sempre e solo per Harry Potter. Adesso, a circa un anno di distanza (decisamente troppo tempo!), finalmente metto la parola fine a questa breve storia. Spero che almeno un po’ vi sia piaciuta e che piacerà anche alle persone a cui di fatto è dedicata.
A presto,
Carme93
   
 
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