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Autore: SweetPandemonium    29/06/2009    5 recensioni
[...]Improvvisamente, vide una cosa in fondo al baule, nascosto dietro qualche vecchia maglietta.
James sorrise, riconoscendolo subito. Allungò una mano e raccolse un libricino rilegato in cuoio. Ci passò su una mano per togliere l’intenso strato di polvere e poi slegò i piccoli lacci che lo tenevano chiuso.
Aprì lentamente alla prima pagina, come se avesse paura che si sbriciolasse da un momento all’altro. Passò leggermente una mano sul foglio e sorrise.
Forse era arrivata l’ora di fare un salto nel passato.
[18V/A7x] JamesXMatt! <3
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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XIII – Cry Cry Cry

 

 

Giovedì 24 Ottobre

 

Ciao Axl.

Oggi…è stata davvero una giornata schifosa. Dio, vorrei mettermi nel letto e rimanerci fino all’estate prossima. O semplicemente non rialzarmi più.

Non capisco perché deve succedere tutto questo. Quando una cosa inizia ad andare bene, a farti felice, a farti credere che la vita non è poi una merda come hai pensato fino ad allora, c’è sempre qualcos’altro che rovina tutto.

Si, ora la smetto di lamentarmi e inizio a raccontare che giornata di merda ho avuto.

Questa mattina sono andato a scuola, ovviamente sempre con Matt, e Mick era fuori in giardino con Brandan. Appena ci ha visto ha assottigliato lo sguardo, e ci ha guardato in un modo che, se li sguardi potessero uccidere, in questo momento non sarei in grado di scrivere!

Mi sono avvicinato e subito Matt mi si è messo a fianco. Forse pensava che Mick potesse farmi qualcosa, ma non aveva capito che quello in pericolo era lui, non io.

Per questo appena arrivati mi sono messo tra di loro.

- Posso parlarti Mick, da soli? – ho chiesto cautamente.

Lui ha scosso la testa – Non voglio parlarci con te. – ha detto, facendo per andarsene.

- Avanti Mick, non fare il coglione. James è sempre il tuo migliore amico. – è intervenuto Matt. Avrei voluto tappargli la bocca. Non si era reso conto che così peggiorava solo la situazione.

Infatti Mick si è voltato nuovamente verso di loro e lo ha guardato in cagnesco.

- Tu devi stare solo zitto, chiaro? Tutto questo, è solo colpa tua! – ha detto, avvicinandosi a lui. Brandan era pronto ad entrare in azione se avesse avuto l’intenzione di alzare le mani. Io invece gli ho posato una mano sul petto.

- Mick…dai, basta. Parliamo okay? Chiariamo tutto…- ho detto. Praticamente lo stavo pregando.

Lui ha sospirato e si è allontanato di qualche passo.

- Oggi pomeriggio da me. Non lo voglio intorno. Mi fa innervosire. – ha detto rivolto a me, ma guardando ancora Matt.

Io ho annuito. Ho sentito Matt irrigidirsi al mio fianco.

- Va bene. Oggi pomeriggio da te. Grazie Mick. – ho detto, sinceramente grato.

Quando ci siamo allontanati Matt mi ha fermato prima che potessimo entrare in aula.

- Non voglio che ci vai da solo. – ha detto, seriamente.

Io ho aggrottato le sopracciglia – Matt, Mick non mi farà nulla. Che ti passa per la testa? è il mio migliore amico! – ho detto, a bassa voce, dato che alcuni ragazzi ci passavano accanto.

- Sarà pure chi vuoi. Ma se perde il controllo come ieri? – mi ha chiesto, appoggiandosi al muro.

Io ho sbuffato – Allora, seguendo il tuo ragionamento io non dovrei stare neanche con te! – ho risposto, gesticolando.

Lui ha socchiuso la bocca – Io l’ho fatto per proteggerti da Wilson! – ha esclamato.

- Anche lui lo ha fatto per proteggermi! – ho replicato allora io.

- Certo, per proteggerti da me, no!? – ha chiesto e li mi sono accorto che questa è stata la nostra prima litigata.

Il che fa di noi una coppia. Wow.

L’ho bloccato prendendolo per un braccio quando ho visto che, mentre io riflettevo su “una coppia. Wow”, lui mi aveva voltato le spalle e stava per entrare in classe.

- Mick non ha motivo per dovermi difendere da te. E glielo dirò oggi pomeriggio Matt. Sta tranquillo, okay? – ho detto, speranzoso.

Lui ha sospirato ma alla fine ha annuito.

In quel momento è arrivato il prof e siamo dovuti entrare in classe.

Non mi ha rivolto la parola per tutta la lezione. Qualche volta le nostre ginocchia si sfioravano sotto il banco, ma lui si allontanava.

Solo quando stavamo per dividerci, per andare alle nostre lezioni successive, mi ha detto: - Vieni  da me dopo aver parlato con Mick. Se ti trovo con anche un’ unghia spezzata, non ci sarà alcun controllo da perdere. – con un tono minaccioso tale che, penso, solo lui è in grado di fare.

Infatti io sono rimasto senza parole e sono riuscito solo ad annuire.

 

Il pomeriggio sono andato da Mick e sua madre mi ha accolto con un sorrisone enorme, quelli che mi fa ogni volta che li vado a trovare.

È come una seconda mamma per me. E Mick è come un fratello.

Dopo aver risposto alle domande su come stesse la mia famiglia e di come andasse la scuola, sono salito su in camera di Mick.

Appena mi ha visto si è alzato dal letto e ha aspettato che chiudessi la porta.

- Ciao…- ho sussurrato poi, cercando di sorridere.

Non credo di esserci riuscito. Ero troppo nervoso.

- Ciao…senti…mi dispiace per ieri. Ma davvero…quello non lo reggo. – ha detto subito.

Io ho annuito – Posso capirlo, davvero. Ma qui non si tratta di lui. Si tratta di me. – ho risposto, avvicinandomi un po’.

- Stai con lui? – mi ha chiesto subito dopo, a bruciapelo.

Ho sospirato – Si – ho risposto infine.

Lui si è passato una mano nei capelli.

- Mi dispiace se l’hai presa così male. Ma sono sempre io! – mi sono indicato,facendo qualche passo verso di lui.

- Non è cambiato nulla tra noi. Siamo sempre James e Mick, no? – ho continuato, speranzoso.

Lui ha scosso la testa.

- Tu non sei davvero…così...non puoi. – ha sussurrato.

Io mi sono messo istintivamente sulla difensiva.

- Dio Mick, non pensare che lui mi abbia manipolato o contagiato. Non sono malato! Mi sono solo accorto che Matt mi piace. Tutto qui. – ho detto, innervosito.

Lui mi ha guardato, riflettendo su quello che avevo detto.

- Cosa vuoi che faccia? Come vuoi che mi comporti? – ha chiesto ad un certo punto.

Ho sospirato. Un sospiro di sollievo.

- Come sempre Mick. Ti ho già detto che nulla deve cambiare tra noi due. Voglio che tu sia quello di sempre. Se proprio non ti va giù Matt, puoi anche evitare di parlargli. Certo, mi dispiace, ma me ne posso fare una ragione. Ma noi due dobbiamo tornare quelli di sempre. – ho ripetuto, sicuro delle mie parole.

Ha sospirato e si è appoggiato con il corpo alla scrivania alle sue spalle.

Siamo rimasti qualche secondo in silenzio, anche se mi sono sembrati interi minuti.

- Va bene. Posso farlo. – ha detto alla fine, più a se stesso che a me.

Io ho sorriso. Un peso mi è scivolato via dal petto.

Ho preso una boccata d’aria, riempiendo i polmoni.

- Grazie Mick, davvero. – mi sono avvicinato. Mi sono avvicinato con l’intenzione di abbracciarlo.

Dio, quante volte ci siamo abbracciati? Ci conosciamo da quando avevamo si e no sei, sette anni. Ci saremo abbracciato un miliardo di volte.

Ma quando mi sono avvicinato, l’ho visto allontanarsi da me.

Quasi spaventato. Quasi come se avessi qualche rara malattia contagiosa.

L’ho guardato con occhi spalancati.

Occhi che si sono riempiti di lacrime quando ho realizzato che si era allontanato. Che non voleva abbracciarmi. Che non voleva toccarmi.

Non era tutto come prima. Era un bugiardo.

L’ho guardato qualche secondo, poi gli ho girato le spalle, andando velocemente verso la porta.

Ho sentito in sottofondo la sua voce che mi chiedeva scusa, che mi diceva di tornare.

Ma io non volevo farlo. Non volevo piangere come un femminuccia davanti a lui. Perché non voglio che lui mi consideri un frocio senza palle.

Sono scappato via, uscendo da casa sua senza neanche salutare sua madre.

Mi è dispiaciuto, ma ho perso un fratello.

Ho continuato a correre ma non sono andato a casa mia, sono andato da Matt.

Avevo bisogno di Matt.

Ho corso e corso, mi sono fermato solo davanti alla porta di casa sua.

Ho iniziato a suonare più e più volte il campanello. Volevo che mi aprisse il prima possibile.

Non c’è la facevo più a mantenere le lacrime.

Poi mi ha aperto.

Mi ha guardato sorpreso, ma prima che potesse chiedermi qualcosa mi ero già gettato tra le sue braccia, piangendo come un bambino. Come un’idiota.

Ha chiuso la porta con un colpo deciso e poi mi ha abbracciato forte.

- Jam. Jam che è successo? – mi ha chiesto e io sono crollato a terra.

Le gambe mi facevano male a causa della corsa.

Lui mi ha seguito sul pavimento, senza lasciarmi.

- Aveva detto che…che poteva accettarmi. A-aveva detto che tutto poteva tornare come prima. – ho singhiozzato, nascondendo il viso nel suo collo. Bagnandogli di lacrime la t-shirt che indossava.

- Ma a-appena mi sono avvicinato, volevo abbracciarlo, lui…lui si è allontanato. Come se avessi la peste. N-non vuole toccarmi. Gli faccio schifo. – ho continuato, prima di rimanere in silenzio. Non riuscivo più a parlare. Uscivano solo inutili e patetici singhiozzi dalla mia patetica bocca.

Tutto in me, è patetico.

L’ho sentito sospirare.

- Tirati su, piccolo. Andiamo di sopra. – mi ha detto, e io mi sono attaccato a lui, facendomi tirare su di peso.

Mi ha fatto stendere a letto e si è messo accanto a me, riprendendomi tra le sue braccia.

Mi ha accarezzato i capelli per farmi calmare e ha aspettato che smettessi di frignare.

Quando mi sono calmato ho sentito il peso della situazione.

Ero li, davanti a Matt, a piangere. Mi sono vergognato come poche volte in vita mia.

Mi sono staccato da lui, sedendomi sul letto e abbracciandomi le gambe.

Lui si è tirato su con me e mi ha poggiato il mento sulla spalla.

- Va meglio? – mi ha chiesto, con voce dolce.

Io ho tirato su con naso e ho annuito, asciugandomi poi le ultime tracce di lacrime sulle guance.

Mi ha passato le braccia sui fianchi, unendo le mani sulla mia pancia, per stringermi.

- Jam. Se ha fatto una cosa del genere. Non ti merita come amico. Non devi stare male per lui. – mi ha detto.

E io ho scosso la testa. Non è così fottutamente facile.

- Tu non capisci Matt. Lui…è il mio migliore amico da quando ero solo un bambino. Siamo cresciuti insieme. È una delle persone più importanti per me. E non è facile accettare che…- mi sono zittito, quando ho sentito le lacrime tornare a pungermi gli occhi.

Non volevo piangere ancora.

Lui mi ha stretto più forte.

- Okay… – ha detto, anzi, lo ha ringhiato. – E ora che cosa hai intenzione di fare? – ha continuato. Aveva il tono di chi cerca di tenere sotto controllo la rabbia.

Così mi sono girato verso di lui.

- Matt…io non farò nulla. Ma tu neanche, okay? Giuro che…- ho fatto un profondo respiro. - …se scopro che gli hai fatto qualcosa…tu non mi vedi più, va bene? – gli ho detto. Gli occhi mi bruciavano.

Lui ha socchiuso la bocca. Poi ha annuito.

- Non gli farò niente. –  ho fatto un sospiro di sollievo.

- Grazie. – ho detto, poi mi sono accoccolato sul suo petto.

Nelle braccia di qualcuno a cui non faccio schifo.

Siamo rimasti così per gran parte del pomeriggio.

Poi sono tornato a casa. Ed è stato un sollievo.

Perché qui, nel mio letto. Posso piangere quanto voglio.

 

 

 

Eccomi tornata. Scusate per il ritardo! Oggi è una giornata abbastanza piatta, visto che ha piovuto per tutto il giorno e non sono potuta uscire ne pomeriggio nè sera, ho aggiornato TUTTE le storie che sto portando avanti xD figo ve?

comunque, questo è un capitolo un pò *imooo!* dato che Mick si è comportato da vero stronzo e James ci sta di merda. Povero cucciolo! <3

Però sente subito il bisogno di andare da Matt, il che è una buona notizia, no? Cioè, il loro rapporto si sta approfondendo sempre di più! anche se sta un pò rovinando quello con il suo migliore amico! =(

Cmq...ringrazio con un bacione virtuale grande grande a Saretta [Curt Curt Curt Curt *_* ci sto ancora in fissa! xD] , ms.reverie e friem per i commenti! grazie grazie grazie! vi adoro!

e anche, visto che ci sto, a chi ha messo la mia fic nelle seguite e nei preferiti! grazie mille! <3

 

un bacione!

 

Vale

 

  
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