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Autore: Elettra_    29/06/2009    4 recensioni
«Lascio che le mie emozioni sovrastino qualunque pensiero, mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che si accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della scuola. Non mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il mio momento. Un po’ di tempo da dedicare a me stessa.
Un sorriso idiota affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente il mio pensiero torna a lui.
Lui è perfetto.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don’t Cry

“Talk to me softly
There's something in your eyes
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been there before
Somethin's changin' inside you
And don't you know”

 

Mi ero ripromessa che non avrei fatto la vittima ed avrei inventato qualche scusa, con Marco. La sua pietà è l’ultima cosa che voglio. E invece ora gli sto raccontando tutto. È così facile parlare con lui. Gli dico quanto ho sofferto, quanto mi manca e quanto sia antipatica con me Alessia. E, cosa ancora più sorprendente, con me lui è fantastico. Mi ascolta, mi consola e mi da’ qualche consiglio.

«Hai ragione ad essere arrabbiata con lui. E ti capisco, sai? Anche con me ultimamente è così. Lo chiamo per uscire, e non può. Non gliene frega più di nessun’altro che non sia Alessia» dice, amareggiato. Gli appoggio una mano sulla spalla, poi abbasso subito lo sguardo, arrossendo.

È così carino.

Lui mi regala un sorriso che per poco non mi spedisce giù dalla sedia. Rimaniamo un po’ in silenzio, sorseggiando i nostri frullati.

«Sono proprio buoni» commento, spezzando il silenzio. Lui annuisce, però mi sembra perso nei suoi pensieri. Mi mordicchio il labbro.

«Ti manca un sacco, vero?» domando ad un tratto, senza riuscire a trattenermi. Alza lo sguardo su di me e mi guarda diversi secondi. Quegli occhi sembrano scavare dentro la mia anima, eppure interrompere il contatto visivo è impossibile.

«Sì» risponde infine, abbassando lo sguardo. Io appoggio automaticamente la mia mano sulla sua, sul tavolo. Non sposta la sua.

«Usciamo?» propongo, passandomi una mano fra i capelli. Meglio se comincio ad incamminarmi verso casa, altrimenti mia madre mi taglia le gambe. Lui intuisce il motivo di tanta fretta e si alza con un sorriso.

«Offro io» dice, dirigendosi verso la cassa per pagare. Provo a protestare, ma lui è irremovibile. Alla fine arrossisco, mormorandogli:

«…Grazie…»

Lui scoppia a ridere ed esce dal locale. Lo seguo, affiancandomi a lui.

«Sai…» mormora ad un tratto, fermandosi e voltandosi verso di me. Lo guardo a lungo, aspettando qualcosa.

«Questa sera si stava organizzando un’uscita di gruppo. Vuoi venire anche tu?» domanda, guardandomi negli occhi. Lo guardo paralizzata.

«Io?»

«No, Babbo Natale in carriola» risponde, sarcastico. Poi la sua espressione si addolcisce e mi scosta una ciocca di capelli dal viso.

«Sì, tu, stupidella» dice, scompigliandomi affettuosamente i capelli. Scoppio a ridere.

«Umh…Dovrò disdire il mio appuntamento galante con Orlando Bloom, e anche Leo Dicaprio non sarà contento però…sì, ci sarò!» esclamo, ridendo. Lui si unisce alle risate e procediamo verso casa.

Una volta davanti al cancelletto, mi volto verso di lui, abbassando lo sguardo.

«E così…eccomi arrivata» mormoro, tormentandomi le mani. Lui annuisce.

«Okay. Emh…ciao. Ci vediamo dopo» risponde. Aspetta qualche secondo, poi mi abbraccia.

«E’ stato bello parlare con te.» dice, prima di voltarsi e di andarsene. Io rimango lì impalata, senza sapere che cosa fare o dire.

Come un’automa apro il cancelletto ed entro in casa.

Mi dirigo verso la mia stanza, mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi.

Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaau!

 

Mia madre apre piano la porta della mia stanza.

«Posso entrare, tesoro?» domanda. Io faccio segno di sì, mettendomi a sedere. Lei si siede su di una sedia e mi guarda con espressione piena d’affetto.

«Allora. Come va?» mi domanda. Classica domanda da mamma. Sorriso rassicurante.

«Va tutto bene, mamma» rispondo. Lei mi guarda un po’.

«Okay» risponde, alzandosi. Sta per uscire, quando la blocco.

«Ah mamma» Si volta a guardarmi, con il classico sorriso da “che cosa mi vuoi chiedere, tesoro?”. Sorrido anche io, colpevole.

«Questa sera ci sarebbe un’uscita…posso andare?» domando, incrociando le dita dietro alla schiena. Tanto, anche se mi dice di no io scappo dalla finestra.

«Chi sareste?» Via con il terzo grado.

«Io, Marti, Luca, Marco ed altri…» mormoro, accorgendomi di essere arrossita. Mi lancia uno sguardo complice, annuendo

«Va bene» risponde, chiudendosi la porta alle spalle.

Yuhuuuuuuuuuu!

 

«Okay: la prossima volta che mi chiedi “come sto” ti lancio giù dalla finestra» Marti ormai è esasperata. È venti minuti che è qui e io continuo a stressarla. Mi sorride dolce.

«Sei uno schianto, stai tranquilla».

Le sorrido. Spero che non stia mentendo.

«Coraggio. Il dado è tratto» dico, assumendo una posa fiera.

«Ma come siamo pessimisti…» ridacchia Marti, dietro di me.

 

«Ciao…ciao…ciao»

«Ciao»

«Ciao»

«Ciao»

Mi guardo intorno. Tanta gente che conosco solo di vista. Luca ed Alessia avvinghiati come sempre. Sbuffo sonoramente e poi mi volto verso Marti.

Tutti insieme ci incamminiamo verso il centro della piccola città. I negozi sono quasi tutti chiusi. Qualcuno propone di prendere un gelato. Guardo Marco, poco più in là, che parla con Luca, miracolosamente staccato dalla gallina bollita.

Eccoci. Tutti si mettono in fila, ma io resto indietro. Non ho proprio voglia di gelato, questa sera. Marco mi si avvicina. Lo guardo, mentre il cuore comincia a battere forte.

Si avvicina sempre di più. La distanza fra i nostri volti sarà massimo dieci centimetri. Mi sento male.

«Cloud…» mormora in un soffio. Me lo sento, morirò qui, sulla strada.

«C’è una cosa che ti devo dire da tanto tempo…» mormora, avvicinandosi ancora. È tutto così irreale. Non posso credere che stia succedendo davvero. Lo guardo, attendendo. Il cuore batte a mille.

«…No. Me la sono dimenticata» dice scoppiando a ridere e voltandosi verso i suoi amici.

Rimango così, immobile.

Delusa.

Torno da Marti, che ovviamente ha in mano una coppetta fragola/menta.

«Che c’è?» mi domanda, vedendomi un po’ giù.

«Nulla» mormoro.

«Mi sento un po’ male. Torno a casa. Divertitevi» dico, poi mi volto e comincio a camminare.

 

No, non piangerò.

Continuo a camminare, sola nella notte.

Che lui abbia capito…? Può essere. Ma dopo tutto quello che mi ha detto, è stato davvero stronzo da parte sua. Sono davvero senza parole. Imbocco la mia via, e poco dopo comincio a sentire rumore di passi. Sempre più vicini.

Oddio. È un ladro, un assassino. Sento ormai il cuore in gola. Chiudo gli occhi, mentre un brivido mi percorre la schiena.

Bel momento per morire.

Devo andare avanti ancora poco. Sono praticamente davanti al cancello. Coraggio Claudia. Eccomi.

Una presa forte mi afferra per il polso. La persona sta ansimando. Deve aver corso.

Oddio è un sicario. No aspetta, i sicari non corrono. Ma allora chi è?

Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dallo sconosciuto, che mi volta e mi attira a sé, baciandomi sulle labbra.

Rimango spiazzata, e poi rispondo al bacio. È un sapore familiare, dolce, fantastico. Mi allontano un po’ ed apro gli occhi, mentre un sorriso si apre sul mio volto.

«Quando ho visto che eri sparita…Ho avuto davvero paura»

«Perché?»

«Perché ho creduto che non sarei riuscito a fare questo»

E baciò di nuovo, mettendo una mano dietro la mia testa ed attirandomi a sé. Gli passai una mano fra i capelli, assaporando ogni secondo.

«Buonanotte, Claudia» mormorò poi, lasciandomi andare.

«Buonanotte, Marco»

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Nuovo capitolo, postato adesso perchè la Leslie domani parte ç________ç Mi mancherai tanto tanto tanto ç.ç
Ringrazio come sempre LallaYeah, Niki_CuLLen_, ed ovviamente Leslie per le recensioni. Grazie <333
Grazie anche a pirilla88Promise
  
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