Don’t
Cry
“Talk
to me softly
There's something in your eyes
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been there before
Somethin's changin' inside you
And don't you know”
Mi ero
ripromessa che non avrei fatto la vittima ed avrei
inventato qualche scusa, con Marco. La sua pietà
è l’ultima cosa che voglio. E
invece ora gli sto raccontando tutto. È così
facile parlare con lui. Gli dico
quanto ho sofferto, quanto mi manca e quanto sia antipatica con me
Alessia. E,
cosa ancora più sorprendente, con me lui è
fantastico. Mi ascolta, mi consola e
mi da’ qualche consiglio.
«Hai
ragione ad essere arrabbiata con lui. E ti capisco,
sai? Anche con me ultimamente è così. Lo chiamo
per uscire, e non può. Non
gliene frega più di nessun’altro che non sia
Alessia» dice, amareggiato. Gli
appoggio una mano sulla spalla, poi abbasso subito lo sguardo,
arrossendo.
È
così carino.
Lui mi regala
un sorriso che per poco non mi spedisce giù
dalla sedia. Rimaniamo un po’ in silenzio, sorseggiando i
nostri frullati.
«Sono
proprio buoni» commento, spezzando il silenzio. Lui annuisce,
però mi sembra
perso nei suoi pensieri. Mi mordicchio il labbro.
«Ti
manca un sacco, vero?» domando ad un tratto, senza riuscire a
trattenermi. Alza
lo sguardo su di me e mi guarda diversi secondi. Quegli occhi sembrano
scavare
dentro la mia anima, eppure interrompere il contatto visivo
è impossibile.
«Sì»
risponde infine, abbassando lo sguardo. Io appoggio automaticamente la
mia mano
sulla sua, sul tavolo. Non sposta la sua.
«Usciamo?»
propongo, passandomi una mano fra i capelli. Meglio se comincio ad
incamminarmi
verso casa, altrimenti mia madre mi taglia le gambe. Lui intuisce il
motivo di
tanta fretta e si alza con un sorriso.
«Offro
io» dice, dirigendosi verso la cassa per pagare. Provo a
protestare, ma lui è
irremovibile. Alla fine arrossisco, mormorandogli:
«…Grazie…»
Lui
scoppia a ridere ed esce dal locale. Lo seguo, affiancandomi a lui.
«Sai…»
mormora ad un tratto, fermandosi e voltandosi verso di me. Lo guardo a
lungo,
aspettando qualcosa.
«Questa
sera si stava organizzando un’uscita di gruppo. Vuoi venire
anche tu?» domanda,
guardandomi negli occhi. Lo guardo paralizzata.
«Io?»
«No,
Babbo Natale in carriola» risponde, sarcastico. Poi la sua
espressione si
addolcisce e mi scosta una ciocca di capelli dal viso.
«Sì,
tu, stupidella» dice, scompigliandomi affettuosamente i
capelli. Scoppio a
ridere.
«Umh…Dovrò
disdire il mio appuntamento galante con Orlando Bloom, e anche Leo
Dicaprio non
sarà contento però…sì, ci
sarò!» esclamo, ridendo. Lui si unisce alle risate
e
procediamo verso casa.
Una
volta davanti al cancelletto, mi volto verso di lui, abbassando lo
sguardo.
«E
così…eccomi arrivata» mormoro,
tormentandomi le mani. Lui annuisce.
«Okay.
Emh…ciao. Ci vediamo dopo» risponde. Aspetta
qualche secondo, poi mi abbraccia.
«E’
stato bello parlare con te.» dice, prima di voltarsi e di
andarsene. Io rimango
lì impalata, senza sapere che cosa fare o dire.
Come
un’automa apro il cancelletto ed entro in casa.
Mi
dirigo verso la mia stanza, mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi.
Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaau!
Mia
madre apre piano la porta della mia stanza.
«Posso
entrare, tesoro?» domanda. Io faccio segno di sì,
mettendomi a sedere. Lei si
siede su di una sedia e mi guarda con espressione piena
d’affetto.
«Allora.
Come va?» mi domanda. Classica domanda da mamma. Sorriso
rassicurante.
«Va
tutto bene, mamma» rispondo. Lei mi guarda un po’.
«Okay»
risponde, alzandosi. Sta per uscire, quando la blocco.
«Ah
mamma» Si volta a guardarmi, con il classico sorriso da
“che cosa mi vuoi
chiedere, tesoro?”. Sorrido anche io, colpevole.
«Questa
sera ci sarebbe un’uscita…posso andare?»
domando, incrociando le dita dietro
alla schiena. Tanto, anche se mi dice di no io scappo dalla finestra.
«Chi
sareste?» Via con il terzo grado.
«Io,
Marti, Luca, Marco ed altri…» mormoro,
accorgendomi di essere arrossita. Mi
lancia uno sguardo complice, annuendo
«Va
bene» risponde, chiudendosi la porta alle spalle.
Yuhuuuuuuuuuu!
«Okay:
la prossima volta che mi chiedi “come sto” ti
lancio giù dalla finestra» Marti ormai
è esasperata. È venti minuti che è qui
e io continuo a stressarla. Mi sorride
dolce.
«Sei
uno schianto, stai tranquilla».
Le
sorrido. Spero che non stia mentendo.
«Coraggio.
Il dado è tratto» dico, assumendo una posa fiera.
«Ma
come siamo pessimisti…» ridacchia Marti, dietro di
me.
«Ciao…ciao…ciao»
«Ciao»
«Ciao»
«Ciao»
Mi
guardo intorno. Tanta gente che conosco solo di vista. Luca ed Alessia
avvinghiati come sempre. Sbuffo sonoramente e poi mi volto verso Marti.
Tutti
insieme ci incamminiamo verso il centro della piccola città.
I negozi sono
quasi tutti chiusi. Qualcuno propone di prendere un gelato. Guardo
Marco, poco
più in là, che parla con Luca, miracolosamente
staccato dalla gallina bollita.
Eccoci.
Tutti si mettono in fila, ma io resto indietro. Non ho proprio voglia
di
gelato, questa sera. Marco mi si avvicina. Lo guardo, mentre il cuore
comincia
a battere forte.
Si
avvicina sempre di più. La distanza fra i nostri volti
sarà massimo dieci
centimetri. Mi sento male.
«Cloud…»
mormora in un soffio. Me lo sento, morirò qui, sulla strada.
«C’è
una cosa che ti devo dire da tanto tempo…»
mormora, avvicinandosi ancora. È
tutto così irreale. Non posso credere che stia succedendo
davvero. Lo guardo,
attendendo. Il cuore batte a mille.
«…No.
Me la sono dimenticata» dice scoppiando a ridere e voltandosi
verso i suoi
amici.
Rimango
così, immobile.
Delusa.
Torno
da Marti, che ovviamente ha in mano una coppetta fragola/menta.
«Che
c’è?» mi domanda, vedendomi un
po’ giù.
«Nulla»
mormoro.
«Mi
sento un po’ male. Torno a casa. Divertitevi» dico,
poi mi volto e comincio a
camminare.
No,
non piangerò.
Continuo
a camminare, sola nella notte.
Che
lui abbia capito…? Può essere. Ma dopo tutto
quello che mi ha detto, è stato
davvero stronzo da parte sua. Sono davvero senza parole. Imbocco la mia
via, e
poco dopo comincio a sentire rumore di passi. Sempre più
vicini.
Oddio.
È un ladro, un assassino. Sento ormai il cuore in gola.
Chiudo gli occhi,
mentre un brivido mi percorre la schiena.
Bel
momento per morire.
Devo
andare avanti ancora poco. Sono praticamente davanti al cancello.
Coraggio
Claudia. Eccomi.
Una
presa forte mi afferra per il polso. La persona sta ansimando. Deve
aver corso.
Oddio
è un sicario. No aspetta, i sicari non corrono. Ma allora
chi è?
Il
flusso dei miei pensieri viene interrotto dallo sconosciuto, che mi
volta e mi
attira a sé, baciandomi sulle labbra.
Rimango
spiazzata, e poi rispondo al bacio. È un sapore familiare,
dolce, fantastico.
Mi allontano un po’ ed apro gli occhi, mentre un sorriso si
apre sul mio volto.
«Quando
ho visto che eri sparita…Ho avuto davvero paura»
«Perché?»
«Perché
ho creduto che non sarei riuscito a fare questo»
E
baciò di nuovo, mettendo una mano dietro la mia testa ed
attirandomi a sé. Gli
passai una mano fra i capelli, assaporando ogni secondo.
«Buonanotte,
Claudia» mormorò poi, lasciandomi andare.
«Buonanotte, Marco»
____________________________________Nuovo capitolo, postato adesso perchè la Leslie domani parte ç________ç Mi mancherai tanto tanto tanto ç.ç
Ringrazio come sempre LallaYeah, Niki_CuLLen_, ed ovviamente Leslie per le recensioni. Grazie <333
Grazie anche a pirilla88 e Promise