Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: minsugasbitch    01/03/2018    0 recensioni
[diffamazione
/dif·fa·ma·zió·ne/
Denigrazione; vilipendio.
Consistente nel danneggiamento dell'altrui reputazione o prestigio.]
Non è una sorpresa che, nel mondo dello spettacolo, gli artisti nuotino in un mare pieno di squali. Paparazzi, scoop, scandali totalmente costruiti. Spesso succede che il ruolo dello squalo e quello della vittima si invertano, e Park Jimin, giovane tirocinante della rivista "Young", scoprirà presto che non c'è modo di colpire alle spalle il rapper Agust D e uscirne indenni.
yoonmin
taekook
side!namjin
(Questa storia è interamente scritta in collaborazione con Castaivrs)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel caso in cui foste interessate/i, la storia è molto molto più avanti su Wattpad (https://www.wattpad.com/528035871-backbite-yoonmin-taekook-first-connection)

2.sharp tongue

 

Una goccia di sudore scivolò lungo la fronte di Jimin. Erano appena le sette del mattino quando il suo migliore amico lo aveva chiamato per fare una corsa al parco insieme. Jimin era d'accordo col tenersi in forma, gli faceva piacere fare dell'esercizio fisico, ma Taehyung era decisamente più abile e scattante di lui, più abituato per via delle sessioni in palestra che lo mantenevano snello e asciutto per il suo lavoro: non era da tutti sfilare in passerella per Gucci.

"L'ultima serie di addominali e abbiamo finito." annunciò il più piccolo, bevendo un sorso d'acqua dalla sua borraccia, prima di fare qualche allungamento per sciogliere i muscoli.
"Ma non ti stanchi mai?" gli domandò Jimin, seduto sul prato, sfinito e con il respiro pesante.
"Non posso stancarmi con un lavoro così." gli sorrise, prima di prendere posto accanto a lui e guardarlo divertito.
"Com'è andata la cena con il tuo capo?" Taehyung poggiò il mento sulle sue ginocchia osservandolo.
"Bene, credo. Mi ha promesso un aumento e ha detto che il prossimo articolo principale della rivista sarà mio, ma non mi ha ancora spiegato di che si tratta." Jimin guardò dritto davanti a sé, un paio di ciclisti stavano pedalando sul sentiero cementato.
"È grandioso!" esclamò l'altro, forse più entusiasta del diretto interessato.
"Ho anche incontrato il rapper del mio articolo nel bagno del ristorante." sbuffò al pensiero di quell'arrogante, mentre il suo amico drizzò improvvisamente la schiena.
"Agust D!? Davvero? Oh, com'è di presenza? È sempre quel gran figo che si vede in tv?" a Jimin parve di rivedere una di quelle ragazzine impazzite.
"È dieci volte più-" Taehyung lo fermò.
"Bello? Fantastico? Sexy? Stupendo?"
"Stronzo" continuò alzando un sopracciglio.
"Oh andiamo, pensavo ti piacessero i ragazzi con carattere." appunto, pensò Jimin. "E poi, hai scritto cose non vere sul suo conto, penso che sia piuttosto normale che ce l'abbia con te." Taehyung scostò una ciocca dei capelli di Jimin spostandola all'indietro. Era un vizio che non aveva mai perso, sin dai tempi della loro relazione. Un capitolo che era ormai chiuso, ma che Jimin ogni tanto ricordava con nostalgia.
"Credo di sì, ma non penso di provare compassione per una persona del genere, è solo un pallone gonfiato, con un articolo da quattro soldi posso sgonfiarlo immediatamente." Taehyung rise, distendendosi sull'erba ancora bagnata dalla rugiada.
"Sei la solita zitella stressata, Jimin, hai bisogno di rilassarti un po'." gli lanciò uno sguardo ammiccante, ma Jimin non ricambiò; si distese velocemente e, poggiando le mani dietro la testa, tirò un sospiro profondo.
"Ultima serie da 30?"
"Facciamo 25, per te, nonnino."
I due risero sonoramente, svegliando qualche scoiattolo nei dintorni.
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"Per oggi basta così, Jungkook, Yoongi deve essere stanco." Namjoon fece il suo ingresso nello studio fotografico di Jeon Jungkook, muovendo rapidamente le braccia in avanti.
Yoongi guardò il suo manager sollevando la giacca nera che aveva lasciato cadere leggermente giù dalla spalla per il photoshoot dell'album che sarebbe uscito tra qualche mese.
"Va tutto bene, non preoccuparti."
"Namjoon ha ragione, hyung, è da questo pomeriggio che proviamo pose diverse, credo di avere abbastanza materiale su cui lavorare." Jungkook guardò le foto sul display del suo laptop, una volta collegata la sua amata Nikon.
"Io e Hobi andiamo a bere qualcosa questa sera, ti va di venire con noi?" Yoongi si tolse dalle luci, mentre Namjoon lo aiutava a rivestirsi.
"Mi piacerebbe, ma ho del lavoro da fare." Jungkook sorrise, prima di richiudere la sua fotocamera all'interno della custodia, poi indossò la giacca di pelle.
"Se cambi idea, sai dove trovarci, siamo sempre al Dope." Yoongi e il suo manager uscirono dallo studio, salutando Jungkook con un cenno del capo.

Quest'ultimo si limitò a rassettare grossolanamente la confusione che aveva lasciato quel pazzo di Min Yoongi durante il photoshoot. Sembrava tanto cauto e serio durante le sue interviste, che nessuno avrebbe sospettato che quel bambino dispettoso che si divertiva ad infastidirlo durante il suo lavoro fosse lo stesso rapper che appariva agli eventi musicali più importanti in Corea. Jungkook aveva imparato col tempo che Yoongi si comportava in quel modo esclusivamente con le persone che conosceva da tanto tempo e che gli volevano davvero bene, e, nonostante odiasse sistemare il suo studio da tutte le cartacce di merendine e bevande energetiche, era fiero di essere una di queste.
Un po' gli dispiaceva non essere andato insieme a lui ed Hoseok e prendersi una pausa, ma quel giorno iniziava uno dei percorsi più lunghi della sua vita. Nonostante amasse stare dietro la fotocamera, cogliere momenti indelebili della realtà e immortalarli, Jungkook sapeva che poteva salire più in alto. Ogni tanto desiderava trovarsi al posto di Yoongi, poter essere libero di muoversi su quel palco, esprimere se stesso al mondo e far vedere di che pasta era fatto.
Nel giro di un anno, la stessa agenzia del rapper avrebbe riaperto i provini.
Provava lo stesso brano ormai da mesi, ma sapeva che la coreografia che aveva inventato da solo a casa non era abbastanza soddisfacente, seppur avesse seguito dei corsi di danza per anni; serviva un perfezionamento e, per fortuna, in una palestra nelle vicinanze dello studio, uno degli insegnanti, nonché personal trainer, aveva deciso di spendere le sue serate aiutandolo a migliorare i propri passi e provarne di nuovi, quando la palestra avrebbe dovuto chiudere. In seguito, Jungkook avrebbe sborsato una somma più che soddisfacente per quell'uomo.
Una volta arrivato, si cambiò velocemente dentro lo spogliatoio della palestra, optando per una canotta bianca larga, una tuta nera e le sue amate Timberlands. Entrato nella sala principale, aspettandosi di trovare unicamente il suo insegnante, fu sorpreso nel trovare un ragazzo per terra, intento a fare una serie di piegamenti, mentre un'altro con un tesserino al collo, gli teneva le gambe dritte, probabilmente per correggerlo.

"Ah, tu devi essere Jungkook!" disse poi, guardandolo attraverso lo specchio, prima ancora che potesse salutare e presentarsi. Il moro annuì, grattandosi la nuca, imbarazzato.
Il suo insegnante sembrava incredibilmente giovane, avrà avuto qualche anno in più di lui ma non poi così tanti. Quest'ultimo disse qualcosa al ragazzo che si stava allenando, lasciandolo poi riposare.
"Scusa per il ritardo, non ho neanche finito di spostare gli attrezzi, ma il mio cliente oggi ha deciso di venire più tardi, quindi gli orari si sono sovrapposti. Ma abbiamo quasi finito, non preoccuparti!" gil porse la mano, Jungkook l'afferrò sorridendo.
"Sono Jackson Wang, piacere di conoscerti" disse poi.
"Il piacere è mio!" Jungkook fece un mezzo inchino.
"Ti dispiacerebbe farmi un favore? Terresti le gambe al ragazzo mentre fa l'ultima serie di piegamenti, mentre io finisco di sistemare la sala? Così non perderemo altro tempo." il più piccolo annuì, voltandosi verso la figura che aveva gli occhi puntanti verso di lui già da un pezzo. Aveva finto fino a quel momento di non essersene accorto, ma quegli occhi indiscreti lo stavano facendo sentire a disagio. Si avvicinò al ragazzo abbassandosi sulle ginocchia. Un forte profumo di colonia gli invase le narici, stordendolo. Senza volerlo, Jungkook inalò più forte.
"È Gucci." disse l'altro, sorridendo a bocca chiusa. Jungkook annuì, senza pensare minimamente di far trapelare alcuna emozione dal suo viso. Anche perché, se lo avesse fatto, sarebbe sprofondato dall'imbarazzo.

Era carino, pensò Il moro. Il suo fisico non era troppo muscoloso, era più che altro asciutto e ben proporzionato. Le spalle erano larghe e accentuate da una maglietta dallo scollo largo che gli lasciava la pelle ambrata delle clavicole scoperta. Jungkook lo fissò per un po', aspettando che si girasse per poter fare i suoi piegamenti. Quando lo fece, gli afferrò le gambe con delicatezza all'altezza delle cosce, un po' sopra le ginocchia. Cercava di distogliere il più possibile lo sguardo, ma non era esattamente la posizione adatta per poter ignorare un bel corpo, con delle belle, bellissime, forme. Quando terminarono i piegamenti, Jungkook tolse le mani, alzandosi dalla sua postazione e allontanandosi il più possibile. Il ragazzo, riponendo il tappetino degli esercizi al suo posto, si avvicinò al suo istruttore, e con una pacca sulla spalla, lo ringraziò dell'allenamento.
"È sempre un piacere, Taehyung, ti aspetto dopodomani?" il fotografo sorrise internamente: quel giorno avrebbe fatto in modo di arrivare in anticipo.
Certamente, Jungkook non poteva prevedere che avrebbe rivisto il ragazzo prima di quanto pensasse.
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"Tu cosa?!" la voce di Jimin si fece più acuta del solito sentendo cosa gli aveva appena detto il suo migliore amico.
"Ho un altro pass, Chim, ed è tutto per te." Taehyung aveva assunto un tono divertito, immaginando probabilmente la faccia sconvolta di Jimin dall'altro capo del telefono.
Si trattava di un evento estremamente importante. Banale, forse, per Taehyung, per cui erano diventati ormai come pane quotidiano, ma non per Jimin. Persone di alto calibro si riunivano ad eventi come quello, che era l'occasione perfetta per farsi notare più in fretta, facilitare la propria scalata sociale. Era terreno fertile per persone in cerca di notorietà come Jimin, e non solo.
I due amici si sarebbero incontrati direttamente alla festa.
Dopo aver ringraziato l'amico almeno una dozzina di volte, e averlo anche maledetto per non averlo avvisato prima -data l'imminenza dell'evento che si sarebbe svolto quella stessa sera-, Jimin passò interminabili ore alla disperata ricerca dell'outfit perfetto per la serata.

Quando Taehyung ricevette un messaggio da parte dell'amico che annunciava il suo arrivo, gli rispose subito di incontrarsi di fronte l'ingresso.
Jimin, impeccabile come sempre, scorse l'immagine dell'altro tra la folla. Si fece spazio a suon di "permesso", lievemente spazientito. Il suo sguardo cadde su un fotografo, probabilmente non ufficiale, intento a scattare una foto a nientedimeno che il suo migliore amico.
"Ehi, ce l'hai fatta!" gli disse Taehyung, che nel frattempo l'aveva raggiunto.
"Scusa, Tae, ma ho appena visto un amatoriale scattarti una foto."
"Mh, e allora? Queste cose capitano in continuazione quando sei un modello, Chimmie." il tono di Taehyung appariva calmo come al solito, niente sembrava mai scalfirlo. 
Jimin, che lo conosceva bene, sapeva quanto gli piacessero quel tipo di attenzioni, sentirsi voluto, apprezzato. Era di una bellezza sconvolgente, e ne era totalmente consapevole, non se ne vergognava di certo. Jimin continuò a guardarlo, ma si accorse che gli occhi dell'amico si erano spostati verso qualcosa -o meglio, qualcuno- alle sue spalle.
"Che c'è che non va?" gli chiese.
"Agust D." Dio, che ci fa lui qui?
"Quell'imbecille è qui?" Taehyung tardò a rispondere. Accanto ad Agust D scorse un volto familiare, una conoscenza che aveva avuto il piacere di fare appena il giorno precedente, e che portava un cartellino con il nome del rapper attaccato alla camicia. Il ragazzo incontrato in palestra era il fotografo personale del ragazzo che il suo migliore amico tanto detestava. Com'è piccolo il mondo, si ritrovò a pensare.
Così, senza aggiungere altro, afferrò il polso di Jimin e lo trascinò verso i due.
"Tae, che diavolo stai facendo?" prima ancora di potergli affibbiare una serie di epiteti poco piacevoli, i dei amici erano già di fronte al rapper e il fotografo.
Taehyung si presentò immediatamente ai due come modello della Gucci, il tono estremamente orgoglioso.
"Ci incontriamo di nuovo, dolcezza." gli occhi colmi di rabbia di Jimin non si staccarono da quelli del moro nemmeno per un secondo, mentre lo chiamava ancora una volta in quel modo così fastidioso.
"Non chiamarmi in questo modo." gli disse, infatti.
"Beh, se sapessi come ti chiami. Sembra che tu sappia così tanto sul mio conto, e io così poco su di te." la lingua tagliente di Agust D colpì l'orgoglio di Jimin. 
Voleva per caso sottolineare il fatto che lui fosse famoso e conosciuto, mentre Jimin non era -ancora- nessuno? O il fatto che Jimin avesse finto di sapere tanto su di lui, quando in realtà erano solo una valanga di bugie?
"Non sei tenuto a-"
"Jimin." lo interruppe Taehyung, rivolgendosi al moro, "Il suo nome è Park Jimin."
L'avrebbe ucciso.
"Ci si rivede." mormorò a quel punto il ragazzo accanto al rapper, rivolgendosi a Taehyung.
Solo in quel momento Jimin lo guardò, e lo riconobbe come l'amatoriale che aveva scattato una foto al suo migliore amico proprio qualche minuto prima.
"Ehi, tu hai scattato una foto al mio migliore amico poco fa, non è vero?" il tono accusatorio e abbastanza cattivo di Jimin spinse Jungkook ad abbassare lo sguardo, iniziando a giocare con il laccio della macchina fotografica che teneva in mano. "Hai idea di quanto lo paghino i fotografi professionisti per potergli scattare delle foto? Chi ti credi di essere?"
A quel punto, nello stesso istante in cui Taehyung poggiò una mano sulla spalla dell'amico per dirgli di darsi una calmata, mormorando un "Chimmie, per favore" che arrivò a malapena alle orecchie di Jimin, Yoongi si fece avanti.
"Sì, Chimmie, vedi di abbassare un po' la voce, mh?" il tono divertito del rapper mandò su tutte le furie Jimin, che spostò tutta la sua rabbia su di lui, specialmente dopo averlo sentito chiamarlo in quel modo.
Taehyung, che sembrava abbastanza tranquillo, osservò Jungkook con attenzione. Era un ragazzo attraente, terribilmente attraente. E Jimin aveva decisamente esagerato.
"Posso vederla?" gli chiese, ignorando totalmente gli altri due, intenti a discutere. Jungkook alzò lo sguardo, il palese imbarazzo negli occhi, e annuì titubante. Gli porse la macchina fotografica, rivelando l'ultimo scatto effettuato. La fugacità dello scatto, i colori, la noncuranza con cui Taehyung aveva incoscientemente posato, e il biondo pensò che quella fosse una delle foto più belle che gli avessero mai fatto. Non disse nulla, si limitò a restituirgli la macchina fotografica. "Senti, ragazzo, ce la fai una foto?" una frase che bastò per distruggere l'ego di Jungkook. Taehyung conosceva il suo nome, eppure l'aveva appena chiamato in quel modo, trattandolo come un individuo di serie B, totalmente inferiore a loro, fuori posto. Jungkook, ancora una volta, annuì senza dire nulla.
Jimin e Yoongi, sentendo ciò che aveva detto Taehyung, si interruppero un attimo dall'accesa discussione che stavano avendo.
"Foto? Con lui?!" Jimin indicò il rapper, che intanto lo guardava con le braccia incrociate e un largo sorriso sul volto.
Taehyung, che sapeva bene come provocare a dovere il migliore amico, lo spinse proprio contro Yoongi, avvicinandosi poi a loro. Jimin si ritrovò con il braccio sinistro di Tae attorno al collo, e con la mano destra di Agust D sul fondo della schiena.
Quando Jungkook sollevò nuovamente la macchina fotografica, dopo aver scattato la foto, Jimin tornò immediatamente all'attacco, continuando a scontrarsi con il moro di fronte a lui.
Taehyung, invece, afferrò per un polso il fotografo, allontanandolo da quella scena.
"Andiamo, ti porto da una persona." gli disse.
"Chi?"
"Un fotografo abbastanza importante; siamo amici da anni, potrebbe farti comodo." Jungkook si sentì terribilmente confuso dal comportamento del modello. Un attimo prima lo trattava come una nullità, quello dopo voleva presentarlo ad un importante fotografo.

Dopo averlo presentato a diverse persone, tra cui molti fotografi di un certo calibro, i due si avviarono nuovamente verso i rispettivi amici.
"Credevo non ti fosse piaciuta." parlò finalmente. "La foto, dico, credevo non ti fosse piaciuta."
"L'ho amata, a dir la verità." gli rispose Taehyung, fermandosi un attimo e voltandosi verso di lui. Jungkook, che aveva realizzato di essere rimasto in balìa del biondo per tutto il tempo, si sforzò di mantenere il contatto visivo con l'altro. Non voleva passare per un imbranato, perché non lo era affatto, semplicemente il modello lo destabilizzava fino al punto da fargli perdere le parole, l'intraprendenza. Non era mica Yoongi, lui. "Solo.." la voce di Taehyung lo riportò alla realtà. "La prossima volta che vorrai fotografarmi, dovrai soltanto chiederlo, mh?"
Così dicendo, Taehyung gli porse un biglietto su cui erano scritti i suoi recapiti.
"Lo farò sicuramente." gli rispose Jungkook, sorridendogli calorosamente.
"Ne sono più che certo, Jungkook." lo conosceva eccome il suo nome.
Trovarono Yoongi e Jimin esattamente come li avevano lasciati: Jimin intento a sbraitare, Yoongi che se lo stava mangiando con gli occhi. Anche un cieco si sarebbe accorto di tutta quella tensione sessuale, figuriamoci se non lo fecero Taehyung e Jungkook, che infatti si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Oh, finalmente! Andiamocene da qua." disse Jimin all'amico non appena lo vide.
Agust D, senza scomporsi, chiese al fotografo se stesse bene, e Jungkook annuì.
"Spero che sia più simpatico del suo amico, almeno." gli disse poi, non curandosi di utilizzare un tono più basso, solo per provocare ulteriormente il ragazzo ancora di fronte a lui.
"Idiota, tieni a freno quella linguaccia."
"Perché dovrei, Jimin? Sono sicuro che, se le dessi un'occasione, apprezzeresti tantissimo la mia lingua e quello che sa fare." l'aveva detto davvero?
A quel punto, il viso di Park Jimin assunse un colorito rosso, un po' per la rabbia che montava dentro di lui e un po' per l'imbarazzo. Jungkook, intanto, scuoteva la testa sconsolato, mentre Taehyung non riuscì a trattenere una risata. Fu così che si congedarono dai due, non appena Jimin lo trascinò via.
"Giuro su Dio che ti ammazzerò, Tae." sibilò a denti stretti quando furono abbastanza lontani. Dietro la figura dell'amico poteva ancora scorgere quella di Agust D, intento a conversare con il fotografo di cui non era sicuro di conoscere il nome. Come se non bastasse, si accorse che gli occhi del rapper erano puntati su di lui. Si guardarono, e Yoongi gli sorrise, per poi leccarsi le labbra. Jimin, a quel punto, tornò a concentrarsi su Taehyung.
"Dai, Chim, vuoi che non sappia che ti sei divertito a litigare in quel modo con Agust D?"
"Quello là è solo un coglione." gli rispose sprezzante.
"Sì, ma quel coglione ti ha scopato con gli occhi dal primo momento in cui ci ha visti."

 
   
 
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