Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: minsugasbitch    02/03/2018    0 recensioni
"Prendete tutto quello che riuscite a prendere, ma non date mai nell'occhio. Se sospettano qualcosa, allora fategli un bel pompino. Funzionerà."
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Nonostante la loro giovane età, quei quattro erano i migliori in quel campo. Nessuno sospettava di loro, non avevano mai commesso alcuno scivolone. Nonostante le dinamiche non fossero particolarmente "comuni", dietro quella banda criminale si celava un solido rapporto di amicizia, di rispetto reciproco. Ognuno era diventato per l'altro la famiglia che nessuno di loro aveva mai avuto.
taekook;
yoonmin;
(side!taegi, side!yoonkook, side!jikook, side!vmin, side!namjin, side!vhope).
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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24.01.17

Taehyung fece scorrere la mano lungo la superficie del mobile laccato in vernice nera presente nel salone del lussuoso appartamento in cui si trovava. Addosso, soltanto un soffice accappatoio bianco che copriva a stento la sua pelle ambrata e deliziosamente nuda. Due braccia robuste gli cinsero i fianchi, facendolo sussultare.
"Ti piace questa casa?" Taehyung non aveva idea di quanti anni avesse quell'uomo, ma suppose che, a giudicare dalla foto posta di fronte a lui che lo ritraeva con una bambina sulle spalle, non dovesse avere più di una quarantina d'anni. Afferrò il portafoto, osservando attentamente l'immagine, non curandosi di rispondere all'uomo. "Questa è mia figlia, Sarah."
"E ha una mamma, questa Sarah?" parlò finalmente il biondo, che si sforzò di suonare sensuale, dolce, nonostante in quel momento avesse i brividi. 
"Uhm, sì. Mia moglie è in vacanza con le amiche, al momento." borbottò l'uomo.
"E Sarah? Lei dov'è?" chiese ancora il giovane ragazzo.
"Con la tata."
Aveva sempre trovato ripugnanti gli uomini che tradivano le proprie mogli, specialmente se lo facevano con ragazzi molto più giovani. Però, del resto, era proprio da queste persone che Taehyung traeva il suo sostentamento. Era il suo lavoro, quello: sedurre uomini ricchi, preferibilmente sposati, andarci a letto, farli sentire speciali, magari intascare subito qualcosina -glielo diceva sempre, Jimin, che tra i due era lui la vera puttana-; ma, soprattutto, era fondamentale ottenere più informazioni possibili sulle loro abitudini, vita privata, o magari -giusto per rendere più facile il lavoro di Jungkook- riuscire a sottrarre un mazzo di chiavi, codici bancari, password. 
"Prendete tutto quello che riuscite a prendere, ma non date mai nell'occhio. Se sospettano qualcosa, allora fategli un bel pompino. Funzionerà." Erano queste le "sagge" parole di Min Yoongi, ovvero colui che stava a capo di ogni operazione.

Più tardi, Taehyung uscì da quella casa con un bigliettino con su scritti dei codici bancari, duecento dollari in contanti e un magnifico anello d'oro.
Quando raggiunse finalmente l'abitazione che condivideva con gli altri tre ragazzi, il biondo si sfilò la larga camicia bianca che l'uomo gli aveva lasciato, facendola cadere per terra. Al suo posto, indossò un comodo maglioncino rosa, probabilmente appartenente a Jimin. Proprio in quel momento, il suddetto Jimin fece il suo ingresso in casa; sotto il suo zigomo sinistro, Taehyung scorse un segno rosso.
"Jiminie, che diavolo è successo?"
"Quel porco è stato piuttosto violento." disse l'altro, sedendosi poi sul divano. Nel modo di sedersi, il ragazzo sussultò, portando entrambe le mani sul fondoschiena.
"Oh, lo vedo."
Jimin lo fulminò con lo sguardo. Una voce lo fermò dal rispondere alla provocazione del biondo.
"Siete voi?" una massa di capelli azzurri fece capolino dal corridoio della piccola casa. Vedendo che il proprietario di quella voce aveva indosso soltanto un paio di boxer grigi, Taehyung si leccò le labbra con una lentezza ridicola -questo, almeno, secondo Jimin-, mentre quest'ultimo distolse lo sguardo sbuffando. "Cazzo, Jiminie, che ti ha fatto quel coglione?" l'azzurro si inginocchiò di fronte al ragazzo, accarezzandogli il segno rossastro che rovinava quel viso così perfetto.
Jimin, per tutta risposta, tirò fuori dalla tasca dei jeans chiari una chiave e quella che sembrava essere la tessera di un golf club.
"Massacriamo questo stronzo." fu tutto ciò che disse, porgendo al più grande i due oggetti.
"Cazzo, Yoongi, dovresti stare più attento a chi scegli." una quarta voce parlò, e i tre ragazzi si voltarono verso la direzione da cui era venuto anche l'azzurro. Poggiato contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate e un sorriso stronzo sul volto, Jeon Jungkook rivolse una veloce occhiata a Jimin e Yoongi, prima di soffermarsi sulla figura di Taehyung. Il biondo gli fece l'occhiolino, prima di voltarsi nuovamente verso il migliore amico. Jungkook rimase un attimo interdetto; succedeva sempre così, quando il biondo gli riservava uno sguardo più malizioso del solito.
"Non è affatto colpa di Yoongi, Kookie. Lui non poteva mica saperlo." disse Taehyung. Sempre pronto a difenderlo, eh?
"Sì, beh, come vi pare." il più piccolo scrollò le spalle, sistemandosi poi con un dito gli occhiali che gli erano leggermente scivolati sul naso. "Vieni, Chim, è meglio disinfettarlo."
Jimin si alzò, superando con noncuranza l'azzurro, che rimase in ginocchio.
"Fai presto, Jungkookie, dobbiamo buttare giù il piano."

Era questo che facevano, quei quattro: Jimin e Taehyung erano quelli che si occupavano di sedurre i bersagli, così da finire in casa loro e poterla perlustrare indisturbati, e racimolare materiale che sarebbe stato utile al fine di commettere la successiva rapina. Si trattava sempre di uomini ricchi, importanti, e soprattutto sposati. In quel modo, anche nel caso in cui avessero potuto sospettare di loro, non l'avrebbero mai detto ad anima viva. In fondo, come potevano giustificare il fatto di essere andati a letto con dei ragazzi poco più che maggiorenni?
Jungkook, poi si occupava del passo successivo. A lui spettava il compito di sfruttare al meglio tutti gli elementi raccolti dai due ragazzi, per creare un piano che si rivelava essere sempre infallibile. Era la mente dell'operazione, insomma.
Yoongi, invece, era colui che muoveva le fila di ogni cosa. Era lui ad indicare ai due ragazzi i presunti bersagli, e, soprattutto, era lui che stava a capo di ogni rapina. A volte, addirittura, non richiedeva nemmeno l'aiuto degli altri tre, avventurandosi in quelle case vuote da solo.
Era stato lui a trovare Jungkook, cinque anni prima, quando il ragazzo era ancora minorenne. Non gli aveva fatto domande, quando l'aveva visto seduto su una panchina con un borsone sulle gambe. L'aveva semplicemente preso per mano e l'aveva condotto in casa sua, dandogli l'opportunità di riscattarsi da una vita insulsa che l'aveva privato di così tanto a soli diciassette anni.
Jimin e Taehyung, invece, si aggiunsero al duo un anno più tardi, quando entrambi cercarono di derubare Yoongi in uno squallido bar. A Jimin era toccato il compito di sedurlo sulla pista da ballo, mentre intanto Taehyung cercava di sfilargli il portafogli dalla tasca dei jeans. Inutile dire che l'azzurro, all'epoca ancora castano naturale, se n'era accorto subito. 
Nonostante la loro giovane età, quei quattro erano i migliori in quel campo. Nessuno sospettava di loro, non avevano mai commesso alcuno scivolone. Nonostante le dinamiche non fossero particolarmente "comuni", dietro quella banda criminale si celava un solido rapporto di amicizia, di rispetto reciproco. Ognuno era diventato per l'altro la famiglia che nessuno di loro aveva mai avuto.

 

   
 
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