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Autore: Heismybestfriend    03/03/2018    3 recensioni
Sam Smith ha sedici anni quando viene preso in adozione dalla famiglia Winchester.
Il suo passato continuerà a tormentarlo ed inseguirlo anche quando lascerà l'orfanotrofio per vivere con la sua nuova famiglia.
Ma cosa accadrebbe se Sam si innamorasse perdutamente di suo fratello maggiore acquisito? Dean si lascerà amare anche se solo provare questo sentimento è un reato?
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Le ore a seguire passarono tranquille sia per Sam che per Dean.
Tra di loro alloggiava un sentimento unico, adesso che avevano fatto l’amore potevano dire di aver conosciuto entrambi la parte più intima dell’altro.


Adesso i due giovani amanti si conoscevano appieno e si sentivano insaziabili. Entrambi non vedevano l’ora di ricongiungersi e non gli importava dove, poteva succedere sul piano della cucina, sul divano, sulla lavatrice, perfino sul pavimento, l’importante era stare assieme.


Quel momento però non riuscì a raggiungerli, la sera si apprestò ad arrivare e Sam fu costretto a dare le sue spiegazioni ad entrambi i suoi genitori adottivi.


A discapito di quello che pensava il più giovane tra i quattro, John si rese conto dello sbaglio che aveva commesso e quando, a storia conclusa, rischiò di scoppiare a piangere a causa del senso di colpa Sam si addolcì e per la prima volta abbracciò il suo nuovo padre e poi anche la madre.


Accogliendoli per quelli che erano, i suoi nuovi genitori.


La mattina dopo Sam, a differenza di Dean, non era voluto andare a scuola, anche se non era stato espulso. John e Mary avevano parlato con il preside e gli avevano spiegato la vera versione dei fatti facendo si che il professore del giovane venisse richiamato con una grave nota disciplinare.


Per Sam però questo non bastava.
Si sentiva meglio ora che poteva contare sull’appoggio di Dean, ma non aveva ancora il coraggio di mostrarsi davanti al professore, vecchio amico di suo padre, e guardare i suoi occhi consapevoli. A Sam quell’uomo non piaceva per niente.


Il pomeriggio si preparò in gran segreto per recarsi sul luogo in cui l’anonimo scrittore del bigliettino che il giorno prima Sam aveva trovato sul suo banco, gli aveva chiesto di vedersi.


Non aveva detto nulla a nessuno, nemmeno a Dean. Gli sembrava quasi inutile visto che il suo giovane ragazzo quel pomeriggio aveva gli allenamenti per ben tre ore.


La scuola di pomeriggio teneva alcuni corsi pomeridiani quindi era sempre aperta, anche se Sam, benchè fosse riuscito ad entrarvi, trovò il posto stranamente silenzioso.
Raggiunse a passo svelto la classe dell’appuntamento e con suo rammarico non vi trovò nessuno.
Sbuffo dal naso e alzò gli occhi al cielo.
Uno scherzo di poco gusto, ecco cos’era.


Stava per voltarsi verso la porta e ritornare a casa per aspettare Dean quando il rumore di passi sicuri verso di lui lo fecero immobilizzare.
“Sei venuto” L’ex migliore amico del defunto padre di Sam parlò con il tono più goliardico che il ragazzo avesse mai sentito.
Si girò lentamente verso la fonte della voce e squadrò la figura alta del quarantenne posizionato davanti alla porta che stranamente aveva chiuso dietro le sue spalle.
Sam deglutì quasi a fatica mentre prendeva a torturarsi le dita senza darsi un attimo di tregua.


“Scusa?” nonistante l'improvvisa sensazione di ansia parlò in modo sfacciato. Di certo non aveva dimenticato di come lo avesse fatto sentire quando aveva letto quelle sporche parole che lui stesso aveva scritto su quel tema probabilmente improvvisato.
Il professore non lo rispose. Maneggiò con la mano nella borsa che aveva posato ai suoi piedi e nel farlo la manica si spostò leggermente rivelando una parola tatuata.


Sam dovette appoggiarsi al muro alle sue spalle per quanto l’agitazione avesse preso il sopravvento delle sue azioni.
Le pupille si dilatarono e le mani presero a tremare. Sembrava addirittura che le gambe gli fossero diventate di gelatina tant’è che dovette fare forza per non cascare a terra.


“tu è...tu è...” balbettò fissando con convinzione il tatuaggio che il professore portava sul polso.
Come dimenticarlo. Fu l’unica cosa che riuscì a scorgere dell’assassino dei suoi genitori.


Il professore seguì con lo sguardo la direzione puntata dagli occhi di Sam.
“Ah” esclamò “te ne sei accorto alla fine” parlò con noncuranza come se avesse da tempo pianificato quello che da lì a poco sarebbe successo.


Cacciò la mano dal borsone stringendo tra le dita un vecchio coltello dall’aria datata.
Sam tremò e cercò di farsi il più piccolo possibile mentre il professore gli si avvicinava con fare tranquillo.


“Non sai da quanto ho aspettato questo momento!” esclamò sfoderano un sorriso.
Sam tentò di scappare verso destra ma il braccio potente del professore lo bloccò contro la parete.
Quest’ultimo fece pressione contro il petto del più piccolo mentre con l’altra mano avvicinava la punta affilata del coltello lungo la guancia di Sam.


“Lo riconosci? Eh?” il quarantenne aveva uno sguardo famelico, sembrava un folle appena scappato dal suo manicomio. Per quanto il professore fosse una persona cattiva anche durante le sue lezioni in quel momento aveva un modo di fare completamente diverso. Aveva un non so ché di euforico.


“Rispondimi!” urlò quando costatò che Sam non aveva intenzione di parlare. Spinse ancora di più il braccio contro il petto e disegnò con la lama un piccolo graffietto sulla guancia.


Possibile che nessuno avesse sentito quell’uomo orribile urlare!


“è lo stesso coltello che ho usato per uccidere i tuoi sporchi e dozzinali genitori! Tu non ci crederai ma mi ci ero affezionato e sono riuscito a recuperarlo!” Sbottò rinforzando la presa.


Sam sgranò lo sguardo e colto da una furia incontrollata spinse via il braccio del professore e tentò di fare l’unica cosa che gli era venuta in mente: scappare.


Era quasi giunto vicino alla porta ma l’ex migliore amico del padre, che a causa della spinta precedente era caduto al suolo, gli afferrò con forza la caviglia facendolo sbattere con forza al pavimento.


L’aggressore rise e con una presa ferrea sui fianchi di Sam, lo fece alzare e tornare nella stessa posizione di prima: spinto con forza con le spalle al muro.


“Finalmente otterrò tutto quello che ho sempre desiderato! Il figlio degli Smith morto!” Esclamò alzando il coltello all’aria.


“Da quando tuo padre mi ha rovinato la vita per colpa di quello stupido conto bancario ho lavorato solo per questo!!”


Sam chiuse di scatto gli occhi e voltò la testa di lato preparandosi al colpo fatale.
Ma non accadde nulla, tutt'un tratto il peso del braccio del professore era sparito.
Quando il giovane orfano trovò il coraggio di aprire gli occhi quello che vide lo confuse più del dovuto.
Charlie aveva le guance rosse, i capelli arruffati e le braccia tese verso l’alto mentre tra le mani sorreggeva uno o due cocci di un vaso dei fiori che aveva appena spaccato contro la testa del suo professore che giaceva al pavimento immobile.
Dal canto suo Sam si lasciò finalmente accasciare lungo al pavimento fino a trovarsi seduto contro le piastrelle gelide del pavimento.








Solo due frasi.
Ci stiamo avvicinando alla fine!!!
E…
Sto facendo dannare questo povero ragazzo dall’inizio della storia! Ahahahahaha. Ma qualcuno doveva pur soffrire!
Sono una ragazza sadica.
   
 
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