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Autore: Gio_27    05/03/2018    0 recensioni
L'investigatore Sherlock Holmes accompagnato come sempre dal fido assistente John H. Watson deve risolvere un caso piuttosto intrigato.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se avete seguito il primo capitolo de Le avventure di Sherlock Holmes (primo capitolo) allora saprete di cosa stavamo parlando, allora continuerò direttamente da quel punto. 

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Come già sapete il cadavere del povero cinquantatreenne Luca Martorelli, è scomparso, e questo fatto ha lasciato sconcertato l'intuitivo detective Sherlock Homes che non sa più che piega prendere per scoprire finalmente la verità. 

Sherlock e Watson si guardarono fissi negli occhi, entrambi con sguardo stranito e confuso.
 Non ci capivano più niente. 
Cosa si sarebbero potuti inventare in quella situazione? 
Per la prima volta Sherlock non sapeva che fare, era perplesso e confuso, ma pensò anche che poteva essere stata la polizia o l'ambulanza ad averlo portato, così decise di andare in un ospedale vicino. 

Sherlock, accompagnato come sempre dal fido assistente Watson, decise di andare all'ospedale San Raffaele a cercare il signor Luca. 

Una volta arrivato chiese alla reception del signor Luca Martorelli, ma non c'era nessuno con quel nome. 
Sherlock era tornato al punto di partenza, e non sapeva più che cosa inventarsi. 
Allora prese, per la prima volta nella sua lunga carriera, la decisione più drastica possibile: RINUNCIARE.

Sherlock allora in tono sconfortato disse a Watson:«Watson, per quanto questa decisione mi rattristi, non ho altra scelta!» e tutto d'un fiato disse:«Dobbiamo abbandonare l'indagine!» quella per Sherlock fu una decisione molto difficile e purtroppo sembrava che non ci fosse modo di fargli cambiare idea. 
Watson però non se ne faceva una ragione, anzi non voleva proprio farsene una ragione, per lui era la cosa più bella al mondo investigare col suo grande amico, il detective Sherlock Holmes, che non era poi un qualsiasi investigatore, ma il più importante in Europa. 
Watson allora disse ad egli:«No Sherlock, non possiamo buttare tutto all'aria! Sono sicuro che troveremo il colpevole alla fine, vedrai!». 
A quelle parole il detective si sentì come rasserenato, perché il suo caro braccio destro, oltre che un suo grande amico, lo stava incoraggiando, e quindi non aveva più intenzione di arrendersi e allora cambiò la sua decisione ed esclamò:«Hai ragione Watson, ritorniamo all'indagine! Qualcosa si potrà sicuramente fare! Mettiamoci a lavoro». 

È così fecero...

I due decisero di tornare a casa del signor Luca dove attualmente risiedeva il signor Rinaldo Bontempini. 

Una volta là bussarono alla porta della casa e l'uomo chiese:«Chi è?!» e i due esclamarono:«Ci scusi se la disturbiamo, ma siamo di nuovo noi: il detective Sherlock Holmes e il dottor John H. Watson!». 
E l'uomo:«Sbaglio o aveva detto che le dispiaceva di avermi infastidito, visto che non ero stato io?!» 
«No! Non sbaglia! Ma siamo qua solo per farle delle domande per capire meglio come stanno i fatti, quindi ora non ostacoli le nostre indagini e apra la porta!» disse Sherlock con tono molto deciso.

E l'uomo aprì...

L'uomo si sedette in salotto, e Sherlock gli disse:«Ci scusi se siamo venuti di nuovo qui, ma abbiamo necessità di farle altre domande per arrivare alla conclusione di questo caso»
«D'accordo! Mi dica pure!» disse quello. 
«Solo una domanda!» disse Sherlock, «Lei ci teneva al signor Luca?!»
L'uomo balbettò e poi disse:«Ce...ce...ce...certo! Era il mio fratellastro e ne ero affezionato!»
«Quindi lei non avrebbe mai permesso che gli capitasse qualcosa! Giusto?!»
L'uomo si azzittì.
Allora Sherlock disse:«Grazie per la sua collaborazione signor Rinaldo!»
«Si figuri!» disse quello. 

E uscirono...

Allora Sherlock decise di tornare a casa del padre della vittima in un orario in cui sicuramente poteva essere a casa: l'ora di pranzo. 

Il cartello minaccioso con scritto:”Non si gradiscono ospiti inattesi“ era ancora lì in bella mostra, evidentemente il padre della vittima non era un tipo molto amichevole. 

Sherlock bussò... 

Ma nessuna risposta.

Però all'interno qualcuno si era dimenticato di un piccolo dettaglio: la luce in quello che doveva essere il soggiorno era accesa. 

Allora Sherlock continuò a bussare e bussare e bussare urlando di essere un detective con un ingaggio. 

Nessuno apriva nè rispondeva...

Allora Sherlock persa la pazienza decise di cercare una seconda entrata o una porta sul retro, ma non ce n'erano. 
Però girando intorno alla casa riuscì a trovare una finestra spalancata e una scala con cui si arrampicò riuscendo ad entrare. 

Una volta entrati, i due videro che nella casa non c'era nessuno. 
 Ma allora perché lasciare la luce accesa?! 
Forse c'era qualcuno che si stava nascondendo. 
Nel dubbio cominciarono a girare tutte le stanze in cerca del padre del signor Martorelli. 

Sembrava non ci fosse nessuno in casa... Finché...

AIUTO!!! AIUTO!!!

Qualcuno chiedeva disperatamente aiuto da un angolo della casa. 

Quindi dovevano trovare al più presto chi stava urlando...

Cercarono ovunque e allora Sherlock gridò all'uomo:«CONTINUI A GRIDARE COSÌ LA TROVEREMO!»
Allora l'uomo continuo a gridare:«SONO QUI, SONO QUI, AIUTO!!»

Le urla provenivano dall'armadio della camera da letto. 
 
Allora senza indugiare ancora aprirono l'anta dell'armadio e al suo interno c'era un anziano signore tutto bendato e con la bocca coperta dallo scotch da imballaggio. 

Così lo liberarono lo fecero sedere sul letto e gli chiesero:«Signore! Chi è stato a catturarla?!»
E l'uomo stremato chiese un bicchiere d'acqua che gli portarono e che bevve in un secondo. 
Una volta dissetato, l'uomo esclamò:«È stato quel malaugurato del figlio della mia ex compagna, Rinaldo!». 
Allora Sherlock e Watson si guardarono negli occhi quasi ammiccando. 

Sherlock allora chiese all'uomo:«Il suo cognome è forse Bontempini?!»
«Proprio così!» disse l'uomo. 
«È stato lui a mettere fuori quel cartello, in modo che non entrasse nessuno a salvarmi!»

A questo Sherlock non aveva più dubbi di chi fosse il colpevole!
 
            • • • • • • • • • • •         

Se volete finalmente scoprire chi è il colpevole, non vi resta che aspettare di poter leggere il mio terzo capitolo. 
   
 
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