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Autore: TeamFreeWill    07/03/2018    9 recensioni
Due amici di 22 e 26 anni. Un amore forte aleggia tra i due, anche se entrambi non si sono dichiarati. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'

 

 

“Cosa hai detto?! Sta’ lontano da Jared! O ti giuro che io...”, diceva Jensen mentre afferrava per il colletto della camicia , il ragazzo che da un po’ di tempo frequentava Jared.

“Sta’ calmo, tigre!" Disse Mark spingendolo via e sistemandosi la camicia con le mani. Sul viso, un’espressione di sfida.

“Lo sa almeno che lo ami? O il tuo è solo un amore a senso unico? Platonico?” Lo sfidò il bastardo e Jensen accusò il colpo.

Jared non sapeva niente. Non sospettava niente.


Lui, Jensen, si era innamorato pian piano di quel ragazzo che era stato il suo miglior amico fin da bambino.

Aveva tentato di negarlo. Di reprimerlo, ma il sentimento che sentiva esplodergli ogni volta che chiacchieravano o lo aveva vicino, era qualcosa che non riusciva a controllare.
Lo vinceva ogni volta.

Ne era spaventato. Non voleva cedere al cuore all'inizio.

Che diamine! Lui era più grande di Jared ed essendo cresciuti come vicini di casa lo aveva visto nascere!
Lo considerava un fratello oltre che il suo migliore amico.

Ma poi, nel modo più naturale possibile, il biondo si era innamorato di lui. Lo comprese, una sera, vedendo il più piccolo baciarsi con un altro ragazzo.

Gli crollò il mondo addosso, ma fece finta di niente e sopportò facendo bel viso a cattivo gioco.
Tanto erano solo baci. Niente d’ importante.

Finché Jared non conobbe questo Mark Pellegrino. Ricco, buona famiglia, galante, buona parlantina. Perfetto.

Il tipo gli girava attorno pressoché tutti i giorni e tutti i giorni erano regali, messaggi e varie sdolcinatezze. Da diabete insomma.

A Jensen non piacque fin da subito. Sembrava un angelo, ma per lui era un diavolo.

Vedeva come guardava Jared. Lo guardava come se quello davanti fosse solo un oggetto sessuale.

Ne ebbe conferma quella sera stessa e per puro caso.

Entrò nel locale di Samantha Ferris, il Roudhouse, e lo sentì vantarsi con i suoi amici...Sentì dirgli che in quel weekend romantico che avrebbero trascorso a Roma, avrebbe raggiunto la prima base con Jared. Il ragazzo era puro sesso ed era stanco di toccarsi da solo.

Il biondo non ci vide più per lo schifo che sentì e lo affrontò. La gente nel locale si zittì all’istante. In attesa dello scontro.


“Come sospettavo!” gli rise in faccia Mark, per poi guardare i suoi amici.

Alla vista di quella scena la mente si spense. Agì. Un passo. Le nocche della mano destra impattarono sullo zigomo di quel porco, un secondo dopo.

“Sta’ lontano da lui!” gridò mentre Ty Olson, il buttafuori, prendeva per le spalle Jensen e lo accompagnava fuori.

Mark, nel locale massaggiandosi la parte dolente, chiamava Jared informandolo dell’accaduto. Oh si! Chi meglio di Jared avrebbe potuto colpire e affondare definitivamente Jensen?


Poco dopo, Jensen tornò a casa, parcheggiò la sua fidata Impala nel vialetto ed entrò nel soggiorno.

Si sedette pesantemente sul divano sbuffando. La schiena appoggiata allo schienale. La testa buttata all’indietro, gli occhi chiusi.

Stava pensando. A tutto e a niente!
Quando il campanello suonò impaziente.

Quando aprì la porta, Jared lo stava guardando furioso, ma non era quello che lo ferì ma le parole che gli rivolse quando entrò.

“Non ti permettere mai più di picchiare il mio ragazzo ok, Ackles? Sta’ fuori dalla mia vita privata! O la nostra amicizia finisce qua!” disse.

Jensen lo guardò ferito. Ovviamente lo stronzo lo rigirava come voleva!

“Jared...Ascolta...lui ti vuole solo per scoparti...l’ho sentito io.. Non andare a Roma con lui questo weekend. Non partire domani per favore!" Supplicò, ma il moro lo spiazzò.

"Anche se fosse?! Almeno lui agisce...prende l'iniziativa...non è come quegli uomini che non fanno niente! Quindi, Jensen, te lo ripeto: stanne fuori!!!"

"Non posso! Sei come un fratello per me...voglio proteggerti!" disse e nel viso del più piccolo, lo sguardo divenne ancora più furente...

"Stanne fuori, fratello !" Sibilò sarcastico e uscì sbattendo la porta.

Jensen era sgomento, ma non immaginava che negli stessi istanti, Jared, salito in auto, era in lacrime.

"Perché non agisce?! Perché?! Cazzo! Jensen, potevi fermarmi!" pensò ingranando la prima.

Un bacio! Solo un bacio chiedeva. Dio, se glielo avesse dato avrebbe mollato Mark seduta stante....invece niente! Come tutte le volte.

Perché lui sapeva. Sapeva che Jensen lo amava. Se ne era accorto. Non era stupido né cieco.


Jensen, in casa, ancora sconvolto andò a letto. Nella mente le parole del minore gli vorticavano furiose come un tornado. Poco dopo si addormento ma dormì un sonno agitato.

Verso le 5 del mattino si svegliò, gli occhi puntati al soffitto, il braccio sinistro sulla fronte. Rimase in quella posizione per circa mezz’ora.

“Basta!” Si alzò, all’improvviso, passandosi una mano sui capelli. "Devo confessargli i miei sentimenti. Devo agire!"

Scese dal letto, fece una veloce colazione, salì in auto e corse all’aeroporto. 

Doveva fermarlo. Doveva agire.

Era sicuro di farcela, il volo sarebbe partito alle 7, ma il destino fu beffardo e lungo il tragitto ci fu un incidente.

Pregava Dio e ogni Santo che si sbrigassero a sgomberare la strada ma niente, non si muovevano‼ E il tempo scorreva, ironia della sorte, più veloce del solito.


All'aeroporto, intanto, il minore guardava l’orologio al polso e, ogni tanto, osservava la folla indaffarata che avanzava nella sala d’attesa.

Sperava di scorgere quell’unica persona che il suo cuore desiderava vedere…Voleva scorgere quegli occhi verdi che avrebbe riconosciuto anche al buio.

Ma non li vide!...in quel mare di gente non li vide!
Una lacrima scese solitaria, un dolore indescrivibile.

“Aspetti qualcuno, amore?” La voce al suo fianco era melliflua, ma Jared non ci fece caso.

“No” rispose in fretta e negli stessi istanti dagli alto parlanti la voce dell’hostess chiamava il numero del volo

“Bene tesoro…è ora! Roma arriviamo!” disse Mark alzandosi e il moro lo seguì verso l’imbarco. Un ultimo sguardo, triste e deluso, verso la sala d’attesa. 

Non c’era. Lui non c’era. Sospirò e mandò già il groppo che aveva in gola.

Consegnò il biglietto alla signorina e salì sull’aereo.
Prese il volo per Roma circa 10 minuti dopo mentre Jensen, arrivato come una furia all’imbarco sbraitava contro la signorina del check-in di fermare l’aero.

Per poco non fu arrestato! Si calmò e nonostante la paura di volare, decise di prendere il primo volo diretto per Roma.

Sapeva dove avrebbero soggiornato. Lo avrebbe fermato. Costi quel che costi.

  
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