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Autore: Robigna88    09/03/2018    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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27.

 

 

 

 

 

Quella notte fu l’inizio di un grande cambiamento, ma nessuno se ne accorse fino al mattino dopo, fino a quando Elijah non si svegliò e scoprì che Allison si era alzata già da un pezzo. La sua parte di letto era, infatti, fredda e la camicia che indossava quando si erano messi a dormire la sera prima, era poggiata ai piedi del letto. L’Originale pensò che era andata a fare una corsetta, come faceva di solito, e lo pensò cercando di archiviare le brutte sensazioni che aveva. Si disse che Allison era praticamente invincibile oramai, non aveva motivo di preoccuparsi. Giusto?

Fece una doccia, e a dispetto di quello che voleva non provò neppure a telefonarle. Non voleva metterle pressione, voleva lasciarle i suoi spazi perché era così che funzionava tra di loro. Decise che, se da lì ad un’ora non fosse rientrata, allora le avrebbe telefonato. Scese di sotto, il cellulare stretto nella mano sinistra, la destra chiusa dentro la tasca dei suoi pantaloni. Quel giorno il padre di Allison sarebbe tornato a spiegarle un po’ di cose, lui non sapeva ancora se quel tizio gli piaceva o no. Poco male, era probabilmente l’unico che poteva aiutare sua moglie quindi se lo sarebbe fatto andare a genio.

“Buongiorno” disse alla sua famiglia, seduta a tavola per la colazione. C’erano tutti, tranne Hayley e Hope che, gli spiegò Freya, erano andate a comprare nuovi libri e colori.

“Come sta Allison?” gli domandò Keelin imburrando una fetta di pane. “Mi sento così in colpa per quello che è successo con quella Sofya.”

“Non è stata colpa tua” la rassicurò l’Originale. “Sofya non era in sé, altrimenti non credo si sarebbe spinta così oltre. Inadu si sta rivelando un problema più grosso di quanto credevamo” si versò una tazza di tè. “Ma sistemeremo le cose.”

“Lo facciamo sempre, fratello” gli fece eco Klaus.

“Tua moglie è una brava donna,” disse ancora Keelin guardando Elijah. “È dolce, è amorevole, è leale ed è bellissima. Sei un uomo fortunato.”

L’Originale elegante sorrise, ritrovava Allison in tutti quegli aggettivi, sua moglie era tutte quelle cose e anche di più. Stava per ringraziare la giovane lupa quando Marcel e Vincent arrivarono. Sui loro visi un’espressione per nulla pacifica.

“Voi Mikaelson” iniziò lo stregone scuotendo il capo. “Proprio non riuscite a mantenere la parola data, vero?”

“Buongiorno anche a voi” disse loro Klaus, sarcasticamente. “Di quale atrocità siete venuti ad accusarci questa mattina?”

“Alcune streghe, diciamo una dozzina, sono state trovate morte all’alba. I loro corpi erano ammucchiati all’interno di un edificio. Voi ne sapete nulla?”

Matt ridacchiò. “Perché mai dovremmo saperne qualcosa? E perché mai avremmo dovuto uccidere delle streghe?”

“Perché siete delle bestie!” urlò Vincent. “Forse volevate qualcosa e non siete riusciti ad ottenerlo e così le avete uccise. Per quasi sei anni, a New Orleans c’è stata pace. Poi voi tornate e tutto si stravolge, di nuovo!”

Elijah lo fissò, gli occhi ridotti a una fessura. Il suo sguardo si spostò su Marcel. “Non ne sappiamo nulla, Marcellus. Hai la mia parola.”

“La tua parola?” Marcel scoppiò in una fragorosa risata. “La tua parola vale zero, per me, Elijah. Credevo che lo sapessi.”

Un fruscio di ali attirò l’attenzione di tutti e Allison comparve nell’atrio sconvolta e ricoperta di sangue. Sangue non suo però... a giudicare dall’odore apparteneva a una strega, o forse a più di una.

“Che cosa ti è successo?” le chiese suo marito raggiungendola. “Questo sangue ha a che fare con le streghe che sono state trovate uccise?”

Lei scosse il capo tremando come una foglia, si guardò le mani sporche e iniziò a piangere. “Non lo so” confessò senza alzare lo sguardo. “Non ricordo neppure di essere uscita di casa. Mi sono svegliata ad Algiers ma non so come ci sono arrivata.”

Elijah si tolse la giacca, gliela poggiò sulle spalle prima di prenderle il viso tra le mani. “Guardami” le sussurrò. “Va tutto bene.”

“No, non è vero!” replicò lei. “Niente va bene” prese a respirare affannosamente mentre gli occhi le diventavano azzurri e brillanti. “Non ricordo di essere uscita di casa e sono ricoperta di sangue. Non ho idea di chi sia, non ho idea di cosa ho fatto. Niente va bene!” esclamò decisa e un’ondata di energia scaraventò tutti dall’altra parte della stanza, una luce bianca e accecante illuminò tutto, le urla dei presenti riecheggiarono nel silenzio mentre la loro pelle sembrava andare a fuoco.

“Allison!” le urlò Elijah. “Fermati, ti prego.”

Ma lei non ci riusciva, per quanto ci provasse. Il suo potere aveva preso completamente il sopravvento. Poi il bruciore si fermò, la luce sparì e quando tutto tornò normale la videro; Allison stretta a Castiel, i Winchester e un altro tizio che non conoscevano in un angolo.

“Calmati Allison” le sussurrò Castiel guardandola. Lei però fissava Elijah, nei suoi occhi il senso di colpa.

“Mi dispiace” disse guardandosi intorno. “Mi dispiace tanto, io non...” Elijah le fu accanto in pochi secondi, per stringerla forte.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Sirahel era arrivato un’ora dopo i Winchester ed era rimasto ad osservare Jack, così si chiamava il ragazzo arrivato con Sam, Dean e Castiel, per un lungo tempo prima di proferire parola. Hayley, da poco rientrata con Hope, aveva chiesto a Keelin di badare alla piccola e la lupa era stata ben lieta di farlo.

“E così anche tu sei un Nephilim?” chiese il padre di Allison al giovane Jack.

Lui annuì tristemente. “Sì, lo sono. Ma uno di quelli buoni.”

“Ah” mormorò l’altro. “Quanti anni hai detto di avere?”

“Ho sei mesi, teoricamente” Jack sorrise. “Ma cresco un po’ più in fretta degli altri.”

Sirahel volse lo sguardo a Castiel, negli occhi azzurri dell’angelo caduto un misto di reverenza e disprezzo. Matthew pensò che non sapeva neppure che le due cose potessero coesistere.

“Non per interrompere le presentazioni” disse loro baciando sua sorella sul capo prima di alzarsi. “Ma ci sono cose un po’ più importanti di cui occuparsi, non credete?”

“Ho ucciso tutte quelle persone” mormorò Allison fissando un punto indefinito, la giacca di Elijah ancora sulle sue spalle, una mano stretta a quella di Freya, l’altra stretta a quella di Hayley.

“Hey no” intervenne proprio lei. “Non sappiamo se sei stata tu.”

“Sono ricoperta di sangue e non ho il benché minimo ricordo della notte passata. Notte in cui una dozzina di streghe sono state uccise. Di che altre prove hai bisogno?”

“Anche se fossi davvero stata tu” prese la parola Marcel. “Non eri in te.”

“Ma questo non cambia il fatto che quelle streghe sono morte” replicò Vincent. “E che se tu non hai il controllo delle tue abilità allora abbiamo un problema piuttosto grave da risolvere. Più grave di Inadu perfino. Hai idea di quanto sei forte? Posso sentire la tua energia, è...”

“Non c’è bisogno che tu dica altro” Elijah fronteggiò lo stregone. “Non sappiamo cosa sia davvero successo, quindi suggerisco di non muovere alcuna accusa fino a quando non saremo sicuri.”

“E una volta che saremo sicuri?” domandò Vincent. “Cosa faremo? Ignoreremo l’accaduto solo perché si tratta di tua moglie?”

“Faremo quello che dobbiamo” gli disse Dean affiancando Elijah. “Ma solo quando saremo sicuri al mille per mille che è stata lei. Non un minuto prima.”

“E che facciamo fino ad allora?”

“Se ben ricordo Marcel è a comando dell’intera città, forse può fare qualche indagine e cercare di capirne di più” suggerì Sam con lo sguardo fermo sulla sua amica.

“Sì” Marcel annuì. “Puoi giurarci che lo farò” diede un’occhiata a Allison, poi con Vincent se ne andò lasciando gli altri alle loro questioni.

“Quel tizio non mi piace” mormorò Castiel guardando i due uscire. “Non ha idea di cosa parli ma parla comunque.”

Elijah lo guardò per un istante, poi scambiò una rapida occhiata con suo fratello e infine si avvicinò ad Allison. “Vieni” le disse con dolcezza.

Lei si alzò, ma senza convinzione. “Dove?”

“Hai bisogno di una doccia, con dei vestiti puliti ti sentirai meglio.” Lei lo seguì su per le scale, un vortice di pensieri le occupavano la mente, il cuore le batteva così forte che poteva sentirlo sulle tempie, scandire il ritmo della paura. Rimase in silenzio fino a quando raggiunsero la camera, infine, quando Elijah chiuse la porta scoppiò in lacrime.

“Mi dispiace El” singhiozzò. “Vi ho fatto male senza volerlo, ti ho fatto male. Non riuscivo a controllarlo, io non...”

“Sto bene” le disse lui afferrandole la mano e poggiandosela sul viso. “Guarda, sto bene. Stiamo tutti bene.”

“Avrei potuto uccidervi” Allison alzò gli occhi per guardare i suoi. “Sono un mostro.”

Elijah la baciò, una, due volte. Le poggiò la mano sul viso e scosse il capo. “Non sei un mostro. Hai solo bisogno di imparare a controllare tutte le tue abilità. E lo farai, ne sono sicuro. Ora” le sussurrò asciugandole le guance. “Ti ripulirai e affronteremo questa cosa insieme, okay?”

Lei annuì. “Okay.”

“Sono proprio qui, Allison” le disse suo marito. “Ti amo e non vado da nessuna parte.”

“Ti amo anch’io” la cacciatrice lasciò che lui le sfilasse piano i vestiti e attese che sfilasse anche i suoi. Poi stretta nel suo abbraccio si lasciò cullare sotto la doccia.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah fu sorpreso di ricevere una telefonata di Marcel, e anche se sapeva che poteva essere una trappola, decise di andare all’appuntamento che lui gli diede, per mezzanotte ad Algiers, a ridosso del fiume. Così, dopo aver lasciato Allison più tranquilla, addormentata, uscì di casa e si diresse al luogo dell’incontro. Marcel lo aspettava lì, davanti ai corpi delle streghe morte; fece un grosso respiro non appena lo vide.

“Allison?” gli domandò.

“Sta bene. Sta riposando adesso e avrà l’aiuto di cui ha bisogno, grazie a Castiel.”

“E quel pomposo di suo padre?”

“Starà via per un po’, ha fatto una specie di sigillo di copertura in modo che Allison non venga trovata, almeno fino a quando non avrà imparato a gestire il suo potere. Ogni tentativo di trovare lei porterà a lui” all’Originale scappò un sorriso. “Perdonami Marcel, ma la tua premura un po’ mi confonde, credevo che ci odiassi.”

“Odio voi, non lei. Credevo fosse diventata una Mikaelson fino al midollo, ma Vincent mi ha detto che quando vi siete offerti di uccidere Sofya lei si è opposta, quindi in fondo un po’ della vecchia Allison è ancora lì da qualche parte. È per quella parte che mi preoccupo.”

Elijah annuì, fissò lo sguardo sui cadaveri e sospirò. “Mi hai telefonato per questi?” li indicò con un dito.

“Sì. I miei uomini hanno fatto alcune ricerche, hanno scoperto chi è stato.”

“Allora?”

“È stata Allison, Elijah. Queste streghe si stavano occupando dei loro affari, senza dare fastidio a nessuno. Poi lei è arrivata... hanno detto che era fuori controllo, e che i suoi occhi erano blu.”

L’Originale deglutì a vuoto, non gli importava di quelle streghe, non più di tanto anche se un po’ gli dispiaceva. Sapeva però che il senso di colpa avrebbe distrutto la sua bellissima moglie, lei così giusta e piena di principi non avrebbe sopportato di aver fatto del male a della gente senza motivo. “Suppongo che le loro famiglie vorranno giustizia. Vincent la vorrà.”

“Hanno già il loro colpevole. Allison non è mai stata qui; non so da dove venga il sangue di cui era sporca, ma non c’entra nulla con tutto questo. Intesi?” Marcel lo guardò con espressione decisa, priva di ogni esitazione.

“Intesi!” concordò Elijah. “Grazie”

L’altro si schiarì la voce. “Liberati tu di questi corpi” gli disse allontanandosi. L’Originale lo fece.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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