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Autore: Summer11    11/03/2018    3 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 57
-Grow up.-



-Quella mattina presto, Lily, sgattaiolò fuori dal suo appartamento per andare a comprare la colazione nella caffetteria sotto il suo palazzo, lasciando quel ragazzo dagli occhi celesti a dormire ancora a letto.

Passarono cinque anni dal suo primo ballo scolastico. Lily non era più una ragazzina, era diventata una donna forte, sicura di sé e ambiziosa. Quegli anni al college l’avevano fortificata e fatta crescere.

La ragazza entrò nella caffetteria e non voleva credere ai suoi occhi, c’era una fila infinita, così si sedette e aspettò il suo turno, ci sarebbe voluto un po’.


Intanto Daniel, si era appena svegliato, toccò l’altra metà del letto che sentì fredda e sorrise proprio mentre la ragazza entrava nella stanza con la colazione su un vassoio. Lui la guardò.-

Daniel: Così mi vizierai! Sono servito e riverito prima di una stressante giornata di lavoro

-La ragazza sorrise sedendosi a letto a fianco a lui, iniziando a mangiare la colazione. Uova strapazzate, toast e bacon.


Quella mattina, Lily era dovuta tornare in appartamento il più velocemente possibile con la colazione. Provò a prendere l’ascensore ma era fuori servizio, così fu costretta a prendere le scale che fece di corsa. Con il poco fiato rimasto, entrò in appartamento alla velocità della luce entrando poi in camera da letto.-

Lily: Dimmi che sono ancora in tempo, dimmi che sono ancora in tempo! Ho comprato i cornetti alla nutella!

-La ragazza, guardando il ragazzo che si vestiva davanti allo specchio, alzò la busta di carta con la colazione dentro. Il ragazzo dai capelli castani e gli occhi celesti si voltò e la guardò.-

?: Devo andare. Sai che ho lezione!
Lily: Devi proprio andare?!

-Lily si avvicinò a lui incrociando le braccia intorno al suo collo.-

?: Sai che Roger mi aspetta!
Lily: Al diavolo Roger!

-Lily saltò addosso al ragazzo che la prese in braccio ridendo, mentre si ributtavano a letto spogliandosi velocemente. Il ragazzo parlò mentre Lily gli baciava il petto.-

?: Posso concederti al massimo mezz’ora!

-Lily sorrise continuando a baciarlo.-

Lily: Ce la faremo bastare!

-Lei sorrise ancora mentre i due sparivano sotto le coperte.-


<<<
4 anni prima. Ottobre.
Berklee College, Boston, Massachusetts, Stati Uniti.


-Una Lily ancora ragazzina, appena matricola, si aggirava per quell’immenso nuovo college in cerca della giusta entrata vicino alla sua classe, quando iniziò a piovere mentre era al telefono con sua madre.-

Lily: “OOHH! CI MANCAVA ANCHE QUESTA STUPIDA PIOGGIA! ODIO QUESTO TEMPO, ODIO QUESTA CITTA’ E ODIO QUESTA STUPIDA NUOVA SCUOLA!”

-Brittany dall’altra parte del telefono sospirava. Odiava sentire sua figlia così agitata.-

Brittany: “Tesoro, cerca di tornare in te e dimmi sinceramente se non ce la fai a stare lì o se ti stai solo sfogando drammaticamente con me. Non ce la faccio a sentirti così, prendo il primo aereo e vengo da te!”

-Lily si calmò sentendo la voce di sua madre preoccupata. Sì asciugò le lacrime, si mise al riparo dalla pioggia e poi parlò.-

Lily: “Mi dispiace mamma, non voglio farti preoccupare. Sto bene, avevo solo bisogno di sfogarmi. Il college è più difficile di quanto mi aspettassi, soprattutto le lezioni e i progetti che ci assegnano. Io non so se sono brava abbastanza!”

-Brittany subito corrugò la fronte.-

Brittany: “Non ti avrebbero ammessa in uno dei college più famosi degli Stati Uniti se tu non fossi stata brava abbastanza e non avessi avuto le capacità per affrontare le lezioni e i test! E’ normale che tu ti senta spaesata, è appena il primo anno ed è completamente diverso dal liceo. Non stressarti più del dovuto, affronta i problemi mano mano che si presentano con tranquillità. Prenditi il tuo tempo per abituarti e sono sicura che andrà tutto bene. Tu sei forte e intelligente, ce la farai! Noi saremo sempre qui”
Lily: “Mi manchi da morire, mami!”

-Disse Lily con un tono da bambina a cui Brittany non poteva resistere.-

Brittany: “Io non ce la faccio. Prenoto subito un biglietto per venire da te”
Lily: “NO! Cioè, magari prenotalo, però per il mese prossimo. Hai ragione, io ci devo provare e ce la posso fare. E’ solo che mi mancate tutti!”
Brittany: “Anche tu ci manchi tanto. Pensa positivo però, questo fine settimana Daniel verrà a trovarti!”
Lily: “Oh sì, non vedo l’ora. Mi manca la sua protezione. Mi farò dare qualche consiglio sulla vita da “college”, ne ho davvero bisogno”

-Proprio in quel momento anche Lily poté sentire dall’altra parte del telefono il rumore di un qualcosa che batteva giù per le scale e subito dopo le urla di Brittany.-

Brittany: DYLAAAAAAN! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON FAR ROTOLARE I TUOI GIOCATTOLI GIU’ DALLE SCALE?

-Lily rise sentendo la voce del suo fratellino rispondere.-

Dylan: NON SONO STATO IO!
Brittany: RINGRAZIA CHE SONO AL TELEFONO CON TUA SORELLA MA NE RIPARLIAMO APPENA FINISCO. E NON TI NASCONDERE!

-Lily rise di gusto. Casa sua era una casa di matti ma li amava tutti quanti. Quando Brittany si riconcentrò su di lei, Lily si sentiva molto più forte.-

Lily: Vai pure a catturare la peste, io sto molto meglio. Ti chiamo stanotte e ti farò sapere se sarò riuscita a trovare la mia classe”

-Brittany rise.-

Brittany: “Buona giornata, tesoro”
Lily: “Anche a voi!”

-Lily chiuse la chiamata ed entrò nell’edificio.-

>>>

-Quella mezz’ora volò e il ragazzo si alzò dal letto cercando di rivestirsi mentre Lily lo guardava, coprendosi con le coperte del letto. Faceva ancora freddo a Boston.-

Lily: Quindi niente colazione?
?: Porto il cornetto con me, il caffè ormai si sarà freddato!

-Lily lo guardò sbuffando.-

Lily: Sembra che non te ne importi niente, Theo!

-Ecco finalmente il nome del ragazzo dagli occhi chiari e i capelli castani. Lui si voltò lentamente abbottonandosi la camicia e, guardando la ragazza, si avvicinò a lei.-

Theo: Sai che non è vero!
Lily: Perché allora non ti fermi mai per colazione?!
Theo: Sai quanto io sia impegnato questo ultimo semestre!
Lily: Perché, io non lo sono? Ti ricordo che sto preparando la tesi di laurea!

-Lui sospirò sedendosi sul letto accanto alla ragazza.-

Theo: Perché litighiamo come se fossimo noiosamente fidanzati?
Lily: Beh…

-Lui la guardò.-

Theo: Non avrai mica cambiato idea sul nostro tipo di relazione?
Lily: No, è solo che sembra che a te non importi!
Theo: A me importa, tanto. Ci ho messo quattro anni ad acchiapparti!
Lily: Dimostralo allora
Theo: Dimostrarti cosa?
Lily: Che nonostante il nostro tipo di relazione tu ci tenga a me!
Theo: Cosa vuoi che faccia?
Lily: Vieni a Los Angeles con me il prossimo fine settimana

-Lui la guardò spalancando gli occhi.-

Theo: COSA? Sei impazzita forse?! Mi vuoi trascinare alla tua riunione di famiglia?!
Lily: E’ il compleanno dei gemelli, quindi anche quello della mia figlioccia. Non posso mancare, ho promesso che sarei andata e ho già comprato il biglietto aereo
Theo: Ma non voglio conoscere la tua famiglia!

-Lily si accigliò.-

Lily: Scusa?!
Theo: Non offenderti. Penso solo che non sia necessario!
Lily: Non è necessario nemmeno che io esca con te, allora. Specialmente alle condizioni che mi hai posto!
Theo: Ti andavano bene quelle condizioni!
Lily: Mi vanno bene. Ma voglio che tu mi dimostri quanto io sia importante per te!

-Lui sospirò, poi guardò l’orario e di nuovo Lily.-

Theo: Senti, ora devo proprio andare a lezione. Ti prometto che ci penserò

-Lily sospirò scuotendo la testa mentre il ragazzo prendeva il giubbotto e la borsa uscendo poi dalla camera e dall’appartamento.-


<<<
4 anni prima. Novembre.
Berklee College, Boston, Massachusetts, Stati Uniti.


-Lily era seduta in una delle poltroncine rosse dell’aula magna del college aspettandosi che la conferenza iniziasse da un momento all’altro, quando un ragazzo alto, magro dagli occhi celesti e i capelli castani si sedette a fianco a lei e con il suo borsone poco delicatamente andò a sbattere contro la ragazza. Lily alzò gli occhi al cielo sbuffando mentre sussurrava.-

Lily: “Chiedere scusa, brutto?”

-Il ragazzo si voltò verso di lei guardandola per qualche secondo, poi parlò.-

Theo: Scusi principessa! Così va meglio?

-Lily lo guardò cercando di fare la dura.-

Lily: Molto meglio, grazie!
Theo: Che regalità. Perché stai così rigida? Rilassati, è solo una conferenza!

-Lily si accigliò. Cosa voleva quel tizio?-

Lily: E tu perché non porti con te uno zaino semplice e non questo borsone con cui vai ad urtare tutte le persone?!
Theo: Non mi ci sta l’attrezzatura in uno zaino “semplice”!
Lily: Quale attrezzatura? Ti servono solo un quaderno e una penna per prendere appunti!
Theo: Oh, che carina. Pensavi mi riferissi alla conferenza!
Lily: Perché sei qui se non ti interessa la conferenza?
Theo: Perché le conferenze regalano crediti che fanno sempre comodo!

-Lily scosse la testa contrariata e Theo continuò.-

Theo: Non lo sapevi? Devi essere una super matricola!
Lily: Beh, sì, sono una matricola, ma non c’è bisogno di sottolinearlo con il “super”
Theo: Il “super” sta a significare che non sai molto del college. Anche io sono una matricola, ma so tante cose grazie ai racconti dei miei fratelli. Conoscono questo campus come le loro tasche!
Lily: Non dare della matricola a me se lo sei anche tu!
Theo: Lo siamo entrambi ma ad un diverso livello

-Lily scosse la testa.-

Lily: Beh, in casa io sono la sorella maggiore quindi sì, mi è tutto nuovo. Comunque, adesso sono curiosa, che attrezzatura hai dentro quel borsone?
Theo: Appena finisce la conferenza vado a fare motocross. Qui dentro ho il casco, la tuta e gli stivali

-Lily lo guardava curiosa.-

Lily: Motocross?
Theo: Sono gare di velocità su delle speciali motociclette attrezzate per per…
Lily: So cosa è il motocross! Non vivo sulla luna
Theo: Scusa, ti ho vista titubante!
Lily: Beh, non tutti i giorni incontro studenti che dopo le conferenze vanno a fare le gare di motocross!
Theo: Ecco perché la tua vita deve essere così noiosa!
Lily: La mia vita è perfetta così com’è
Theo: Cambierai idea. Comunque mi chiamo Theo! Theo Huntington!
Lily: Lily Green Hunt! Wow, Theo suona come un nome molto importante!
Theo: Era il nome di mio nonno. E sì, diciamo che la mia famiglia si aspetta grandi cose da me, come da tutti i miei fratelli del resto!
Lily: Quanti fratelli hai?
Theo: Tre fratelli maggiori. Io sono l’ultimo
Lily: Il piccolino di casa!

-Lily rise, poi riprese a parlare.-

Lily: Huntington. Ho già sentito questo cognome
Theo: La mia famiglia è una grande sostenitrice di questa scuola e investe parecchio su di essa da generazioni!
Lily: Oh, quindi Boston è casa tua
Theo: Diciamo di sì. Hai detto di essere la sorella maggiore. Quanti fratelli o sorelle hai?
Lily: Ho un fratellino di due anni e mezzo
Theo: Che abisso. Sedici anni di differenza!
Lily: Lo so! Però lo adoro
Theo: E’ arrivato lui tardi o tu troppo presto?
Lily: Io, troppo presto. Mia madre aveva diciassette anni!
Theo: Coraggiosa!
Lily: Decisamente
Theo: E tu da dove vieni? No, aspetta, fammi indovinare! Sei in aula magna e indossi ancora il capotto e la sciarpa. Senti ancora freddo e porti un ombrello con te

-Disse lui guardando lo zaino di Lily, poi continuò.-

Theo: Questo significa che non sei abituata alla pioggia, specialmente quella improvvisa. Posso vedere dal tuo viso che stai perdendo l’abbronzatura. Vieni da un posto caldo sul mare…

-Lily lo guardava curiosa.-

Theo: Penserei alla Florida se non fosse per il tuo accento che è tutt’altro di quelle parti. Un altro posto caldo e dove hanno il tuo stesso accento che mi viene in mente è la California e per restringere il campo, guardando ancora il tuo zaino posso vedere il badge con scritto LA. Tu vieni da Los Angeles e dall’anellino che porti nell’anulare della mano desta direi che sei anche fidanzata!
Lily: Sei un ottimo osservatore! Sì, vengo da Los Angeles e sì sono fidanzata, ma quest’anello non me lo ha regalato il mio fidanzato ma il mio padrino e la mia madrina di battesimo per i miei sedici anni

-Entrambi sorrisero e Theo parlò.-

Theo: Comunque non puoi arrivare al college già fidanzata! Andiamo, che noia mortale!
Lily: Io e lui siamo fatti per stare insieme!

-Theo rise scuotendo la testa.-

Theo: Dicono tutti così, all’inizio!

-Poi cambiò discorso mentre Lily lo guardava alzando il sopracciglio destro.-

Theo: Comunque devo ammetterlo, sono abbastanza bravo. Ho viaggiato tanto nella mia vita, questo aiuta a imparare e conoscere le persone
Lily: C’è qualcosa che non hai fatto nella tua vita?!

-Lui la guardò sorridendo.-

Theo: Il mondo è pieno di nuove cose da provare. Essere abitudinari non è nel mio sangue!

-Lily sospirò scuotendo la testa.-

Lily: Essere pieni di sé è nel tuo sangue

-Entrambi risero e lui la guardò ancora.-

Theo: E’ vero! Ti va di venire con me alla gara di motocross?
Lily: Mi hai appena conosciuta!
Theo: Quindi? Non è mica un appuntamento! E poi sembri una tipa a posto
Lily: Oh, grazie, grazie tante! Comunque ho delle lezioni dopo la conferenza. Non posso saltarle!
Theo: D’accordo. Ma sappi che non mi arrenderò. Giuro che ti farò fare qualcosa di estremo, la prendo come sfida personale!
Lily: Sono la persona più fifona di questo pianeta, non mi farai fare niente di “estremo”
Theo: Tutti hanno bisogno di nuovi stimoli e di rischiare
Lily: Io sto benissimo così. Mi piacciono le certezze e le mie abitudini!

-Lui rise.-

Theo: Ripeto, cambierai idea Lily Green Hunt!

-In quel momento la conferenza iniziò e Lily prese carta e penna pronta a prendere appunti, sarebbe stata una conferenza interessante.-
>>>

-Dopo aver visto il ragazzo uscire dall’appartamento, anche Lily si preparò e andò alle sue lezioni. Ormai mancava solo qualche mese alla sua laurea. A Maggio avrebbe finito l’ultimo esame e poi a Luglio si sarebbe laureata.


Anche a Los Angeles la vita scorreva velocemente così come velocemente crescevano quei bambini che abbiamo visto venire al mondo.

Quel pomeriggio, Brittany fu costretta a lasciare il suo ufficio prima del dovuto a causa della chiamata da parte della scuola elementare del loro quartiere. Ovviamente la donna si precipitò sul posto e appena arrivò, vide avvicinarsi all’entrata un’altra donna dai capelli corvini raccolti con una pinza. Decise di aspettarla all’entrata e appena la raggiunse si guardarono senza speranza. Rachel sbuffò.-

Rachel: Cos’avranno combinato questa volta?!
Brittany: Sinceramente vorrei non saperlo!

-Entrambe sospirarono entrando poi nell’edificio, andando dritte all’ufficio del preside. Ormai conoscevano la strada a memoria. Bussarono alla porta dell’ufficio e appena sentirono la voce del preside entrarono dentro.
Ed eccoli là, come al solito i due combinaguai per eccellenza. Samuel e Dylan stavano seduti sulle sedie davanti al preside con lo sguardo chino sul pavimento. Brittany e Rachel si sedettero a fianco a loro lanciandogli una bella occhiataccia.-

Brittany: Siamo venute il prima possibile, signor preside!

-Nell’ufficio era presente anche un’altra donna, robusta, dagli occhi scuri e i capelli biondi. Accanto a lei era seduto suo figlio Mark, l’arcinemico di Dylan. Il preside parlò.-

P. O’Connel: Ora che siamo tutti presenti, posso iniziare!

-Intanto Rachel guardò suo figlio che aveva tutti i vestiti sporchi, lo stesso Dylan e Mark. Il preside continuò.-

P. O’Connel: I vostri figli hanno programmato una guerra di cibo in mensa oggi!

-Brittany alzò gli occhi al cielo mentre Rachel sospirava. Samuel subito parlò.-

Samuel: Non l’abbiamo programmata!

-E Dylan continuò con tutta la sua innocenza da bambino.-

Dylan: L’abbiamo solo iniziata!

-Samuel gli diede una spinta.-

Samuel: Zitto!

-Anche Mark si mise in mezzo.-

Mark: Ha iniziato Dylan, lo ha anche ammesso. Io mi sono solo difeso!
Dylan: Tu mi hai provocato! Perché questo non lo dici, eh? Sei un bugiardo!

-Brittany prese suo figlio per il braccio cercando di calmarlo.-

Brittany: Potete spiegarci come vi è venuta un’idea del genere?

-Il preside parlò.-

P. O’Connel: Non ammetto comportamenti da zoo nella mia scuola. Il fine non giustifica i mezzi. Vi sareste dovuti rivolgere ad un’insegnante e non iniziarvi a tirare il polpettone addosso coinvolgendo tutta la mensa. Avete combinato un bel macello, ecco perché da domani passerete l’ora del pranzo da soli, separati per un mese!

-Samuel subito si disperò alzandosi in piedi.-

Samuel: COSA? UN MESE?! MA NON E’ GIUSTO!

-Rachel prese suo figlio per la spalla facendolo risedere.-

Rachel: Samuel! Siediti
Samuel: Ma mamma!
Rachel: Non replicare!

-Dylan poi guardò il preside.-

Dylan: Io e Samuel possiamo stare nella stessa stanza?
P. O’Connel: No Dylan! Starete tutti separati. Non vi farà male!
Dylan: Ouh!

-Brittany parlò.-

Brittany: Mi sembra una punizione adeguata!

-Dylan si voltò verso sua madre.-

Dylan: Ma da che parte stai?!
Brittany: Non dalla tua, signorino. L’avete combinata grossa! Guardate le vostre uniformi!

-I bambini si guardarono i vestiti quando il preside riprese a parlare.-

P. O’Connel: Questa è la mia decisione. Ora potete tornare in classe e voi signore potete andare. Spero che anche in casa i bambini vengano ripresi perché qui non sappiamo più che pesci prendere con loro

-Brittany lo guardò.-

Brittany: Mi creda, a casa è lo stesso!

-Il preside scosse la testa guardando i bambini.-

P. O’Connel: Coraggio, filate in classe voi tre!

-I bambini salutarono le proprie mamme e poi tornarono in classe. Anche le donne, si alzarono, salutarono il preside ed uscirono dall’edificio. La madre di Mark si avvicinò a Brittany e Rachel.-

Sig.ra Strickland: Non mi importa cosa dice mio figlio. Penso che tutti e tre siano responsabili allo stesso modo. Mark non è un bambino facile!

-Rachel la guardò.-

Rachel: Come può vedere nemmeno i nostri. Ci dispiace!

-La signora sorrise, per poi salutarle e andare alla macchina. Brittany guardò Rachel.-

Brittany: Ormai abbiamo finito di lavorare e tra un’ora verremo a riprenderli. Che ne dici di un buon caffè?
Rachel: Caffé e torta aggiungerei. Ne abbiamo bisogno!
Brittany: Concordo! Ci serviranno energie per affrontare quei due più tardi!


-Quel pomeriggio, Daniel e Jordan dopo essere usciti da lavoro, camminavano per le strade di Los Angeles e ovviamente non poté che scivolare fuori quel discorso. Jordan guardò il suo amico.-

Jordan: Rebecca mi ha detto che questo fine settimana torna Lily!
Daniel: Sì, lo so!
Jordan: Stai bene?
Daniel: Sì. Lei ha preso quella decisione. Immagino che dovrò conviverci. Si sentiva in trappola e io l’ho lasciata andare. Che altro avrei dovuto fare?
Jordan: Farle cambiare idea magari!
Daniel: Non sarebbe servito a nulla! La conosci, sai com’è fatta. Se si mette in testa qualcosa non cambia idea. La cosa che mi fa incavolare di più è quell’idiota che le ha messo in testa quelle idee. Lui non la conosce nel profondo, non sa com’è e cosa è meglio per lei!

-Daniel sospirò, poi decise di cambiare argomento.-

Daniel: Piuttosto, come sta Rebecca?
Jordan: Bene. Da più di matto del solito ma credo sia normale con la storia della laurea e tutto il resto!
Daniel: Specialmente “tutto il resto”!

-Jordan rise.-

Jordan: Evidentemente era destino!
Daniel: Ormai credo poco al destino. Anche io e Lily saremmo dovuti essere destinati
Jordan: Mi dispiace, amico. Sappi che comunque sia, io che Rebecca siamo dalla tua parte.
Daniel: Non c’è bisogno che voi prendiate le parti. Insomma siamo tutti amici e tra me e Lily non c’è dell’odio, non credo ci potrà mai essere!
Jordan: Anche Rebecca, comunque, pensa che Lily sia andata un po’ fuori di testa!
Daniel: Dev’essere l’aria di Boston. Sono tutti squilibrati in quel posto!

-Entrambi scoppiarono a ridere entrando poi nella caffetteria dove, dopo aver ordinato videro Brittany e Rachel. Jordan guardò Daniel.-

Jordan: Guai in arrivo. La tua ex suocera!
Daniel: Non ho alcun problema con Oliver e Brittany. Loro sanno che non è colpa mia!

-Lui guardò Jordan e poi si avvicinarono al tavolo delle donne.-

Daniel: Signore!

-Brittany si voltò e lo vide. Per lei ormai Daniel era come un figlio, lo aveva visto crescere e trasformarsi in un giovane uomo.-

Brittany: Daniel, Jordan, ciao!
Rachel: Che coincidenza! Ciao, ragazzi!
Daniel: Oggi è l’unico giorno della settimana in cui finisco di lavorare alle 15:00 e ho tempo per un caffè. Come state?

-Brittany lo guardò.-

Brittany: Bene. Siamo appena uscite dalla scuola e ora stiamo facendo orario per andare a riprendere la ciurma
Daniel: Cos’hanno combinato quei mostri questa volta?

-Rachel li guardò.-

Rachel: Battaglia di cibo in mensa. Erano ricoperti di polpettone al sugo

-Daniel e Jordan si guardarono scoppiando a ridere. Brittany sorrise.-

Brittany: Adesso per voi questo è divertente, ma ne riparleremo quando i vostri figli vi faranno venire i capelli bianchi!

-Sia Brittany che Daniel si guardarono amaramente sapendo che lui e Lily si erano lasciati e che probabilmente Brittany non avrebbe mai visto i futuri figli di Daniel. Per quella rottura, tutta la famiglia ci aveva sofferto parecchio. Rachel capì la situazione, così cambiò discorso.-

Rachel: Volete sedervi con noi?

-Daniel la guardò.-

Daniel: Oh, no, abbiamo ordinato il caffè take away. Ho delle commissioni da sbrigare

-Lui sorrise a Rachel che capì al volo.-

Rachel: Commissioni riguardanti Emy?

-Daniel alzò le spalle ridendo e Rachel continuò.-

Rachel: Mi raccomando Daniel. Niente di esagerato. Ci siamo intesi?
Daniel: Noi dobbiamo proprio scappare, ora!
Rachel: Daniel, parlo sul serio!

-Lui rise.-

Daniel: Ci vediamo presto! Ciao

-Anche Jordan salutò le donne e i ragazzi uscirono dal locale. Rachel guardò Brittany.-

Rachel: Non terrà in considerazione ciò che ho detto, vero?
Brittany: No, non lo farà!

-Rachel scosse la testa, le donne si alzarono e uscirono dal locale per andare a prendere i bambini da scuola che uscivano tutti insieme dalla porta principale. Emy corse subito ad abbracciare sua madre.-

Emily: Mamma, ciao! Ciao Brittany!
Rachel: Ciao passerotto!
Brittany: Ciao, tesoro! Dove sono Dylan e Samuel?
Emily: Quei due tontoloni si stanno nascondendo da voi!

-Brittany guardò la bambina.-

Brittany: Hai ragione, sono proprio dei tontoloni!

-Rachel li vide nascondersi dietro i cestini dell’immondizia e insieme a Brittany andarono a prenderli.-

Rachel: Beccati! Venite fuori adesso!

-I due bambini scoraggiati, uscirono da dietro i bidoni e Dylan guardò sua madre prendendole la mano.-

Dylan: Siamo in punizione?
Brittany: Puoi ben scommetterci, Dylan! E non guardarmi con quegli occhi da cucciolo bastonato. La prossima volta tu e Samuel ci penserete bene due volte prima di iniziare una guerra di cibo in mensa!
Dylan: Il polpettone mi fa schifo!
Brittany: Non è un buon motivo per lanciarlo addosso ai tuoi compagni!

-Proprio mentre tornavano alle macchine incontrarono Mark e sua madre. Il bambino si avvicinò Samuel.-

Mark: Sam, tieni l’invito alla mia festa di compleanno. La farò in piscina

-Mark guardò poi Dylan.-

Mark: Tu ovviamente non sei invitato, quella piscina è troppo pericolosa per i bambini piccoli come te!

-Rachel guardò i bambini e non le piacque affatto quel gesto. La sera avrebbe parlato con Samuel. Dylan strinse i pugni cercando di rimanere calmo. Era già finito nei guai per colpa di Mark.-

Mark: Allora Sam, verrai?

-Samuel lo guardò con i suoi occhi celesti ed era ancora arrabbiato per i guai che Mark gli aveva causato.-

Samuel: Nemmeno morto!

-Lui e Dylan erano grandi amici, fratelli si può dire e non avrebbe mai tradito suo fratello. Rachel fu fiera di suo figlio. Lei avrebbe risposto allo stesso modo se fosse stata al posto di Samuel. A quel punto Mark cambiò rotta.-

Mark: E se invito anche Rotellina?

-Riguardò Dylan continuando.-

Mark: Mia madre però dirà alla tua mammina di gonfiarti i braccioli!

-Dylan non ci vide più dalla rabbia. Lasciò la presa di sua madre buttandosi su Mark. Lo odiava con tutto il suo cuore.-

Dylan: NESSUNO VERRA’ ALLA TUA STUPIDA FESTA!

-Brittany cercò di riacciuffare Dylan.-

Brittany: Dylan!!

-Rachel aiutò Brittany ad allontanare Dylan da Mark. La signora Strickland prese suo figlio per la maglietta strattonandolo.-

Sig.ra Strickland: Mark, ma che modi sono questi? Non essere orribile. Ovviamente siete tutti invitati alla sua festa di compleanno. Saremo davvero felici di avervi come ospiti!

-Brittany guardò la signora.-

Brittany: Grazie e mi dispiace. Dylan non attaccherà più Mark. Glielo posso assicurare

-La signora annuì, portando poi suo figlio a casa. Anche Brittany fece lo stesso, Dylan non era in vena di stare in compagnia. Decise che era meglio separare Dylan anche dai gemelli. Appena tornarono a casa, il bambino buttò il giubbotto e lo zaino sulle scale e corse nel cortile posteriore dove Red lo attendeva con pazienza. Brittany si affacciò al cortile godendosi quella scena così innocente e quel sorriso gioioso di suo figlio che se ne stava sdraiato sul prato con Red che gli leccava tutta la faccia.-

Dylan: No, non mi arrenderò mai Reddy, capito?!

-Il bambino riuscì ad alzarsi e si sedette sul cane.-

Dylan: Sei in arresto!

-Red saltò gioioso facendo cadere Dylan, abbaiò scodinzolando e riprese a leccarlo. Brittany li lasciò giocare e quando Oliver tornò da lavoro mezz’ora più tardi, gli raccontò tutto. Decisero che quello sarebbe stato il momento per parlare con loro figlio. Brittany uscì fuori, accarezzò Red e prese per mano Dylan.-

Brittany: Andiamo giovanotto, hai delle cose da raccogliere in salotto e poi dobbiamo fare una bella chiacchierata!
Dylan: MA MAMMA!!

-Il bambino sospirò e appena vide suo padre, felice, gli saltò addosso.-

Dylan: PAPAAAAA’
Oliver: Ciao fagiolo! Coraggio, fai ciò che ti ha detto la mamma!

-Oliver lo mise a terra e Dylan di malavoglia andò a raccogliere il giubbotto e lo zaino, mettendoli a posto, poi si sedette sul divano e i suoi genitori lo seguirono. Brittany gli accarezzò la guancia.-

Brittany: Vuoi dirci ora perché eri così arrabbiato oggi? Cosa è successo in mensa?

-Dylan guardò sua madre.-

Dylan: Io odio Mark. Vuole essere il migliore amico di Samuel, ma io sono il migliore amico di Samuel. Mark dice che non posso esserlo perché non abbiamo la stessa età e mi ha detto che sembro un bambino dell’asilo nido. Ma io non lo sono. Io non lo sono, mamma!
Brittany: No, non lo sei, amore!
Dylan: Io ho sei anni e lui continuava a prendermi in giro in mensa dicendo a tutti che sono un bambino piccolo e così gli ho tirato quel polpettone schifoso che avevo sul piatto. Samuel poi ha provato a difendermi e siamo finiti tutti nei guai. Ho paura che Samuel sia arrabbiato con me ora

-Oliver prese sulle sue gambe suo figlio.-

Oliver: Non credo che Samuel sia arrabbiato con te. Ti ha voluto difendere, sapeva ciò che stava facendo!

-Brittany poi accarezzò la manina del bambino dagli occhi penetranti come quelli del padre.-

Brittany: Ho sentito come Mark ti ha chiamato. Perché ti chiama “Rotellina”?

-Il bambino era imbarazzatissimo, si vergognava di parlarne e rimase zitto. Oliver lo incoraggiò.-

Oliver: Dylan, puoi dirci tutto. Vediamo come risolvere questa situazione!

-Dylan sospirò decidendo di parlare.-

Dylan: Un giorno al parco, Mark ha visto la mia bici con le rotelle e non fa altro che prendermi in giro...

-Brittany capiva quanto suo figlio stesse male. Per un adulto quella era una sciocchezza, ma per un bambino, in particolare suo figlio, era una cosa gigantesca. Conosceva Oliver, e Dylan era come lui. Venir feriti nell’orgoglio per loro era la cosa peggiore, una cosa che non gli dava pace. Gli strinse la manina.-

Brittany: Oh amore! Le rotelle possiamo toglierle quando vuoi!
Dylan: Davvero?

-Oliver sorrise guardando suo figlio.-

Oliver: Certo campione, ci penso io ad insegnarti ad andarci senza. Vedrai, diventerai bravissimo e Mark non potrà più prenderti in giro perché diventerai più bravo di lui!

-Brittany diede una leggera gomitata a suo marito.-

Brittany: Olly, non metterli in competizione!
Oliver: Quel ragazzino se lo merita. Dyl, sono sicuro che gli farai mangiare la polvere, anche se sei più piccolo!

-Brittany scosse la testa senza speranza mentre Dylan abbracciava suo padre sorridendo. Solo Oliver sapeva come fare tornare in carica il loro bambino. Lui e Dylan si capivano alla perfezione, avevano un legame davvero speciale, proprio come quello che Brittany aveva con Lily. Dylan li guardò.-

Dylan: Certo papà!

-Brittany poi prese in braccio il bambino.-

Brittany: Ascoltami Dylan. So che Mark non è per niente carino nei tuoi confronti, ma lascialo perdere. Non cedere alle sue provocazioni, altrimenti tu continuerai a passare guai!
Dylan: Ci proverò, mamma! Quindi non sono più in punizione?
Brittany: Oh, no. Non te la scampi questa volta. Niente “Dragonball” per oggi!
Dylan: COSA? MA MAMMA!

-Oliver guardò sua moglie.-

Oliver: Pulce, ma dai! Così punisci anche me però!
Brittany: Olly, hai visto un’infinità di volte quel cartone animato e poi ti ricordo che tuo figlio ha scatenato una guerra di polpettone in mensa!

-Oliver cercò di contenere la risata. Non poteva resistere all’immagine di quella scena. Brittany si alzò dal divano ritirando il telecomando. Non ci sarebbe stata televisione quel giorno.


Intanto, mentre Lily studiava in biblioteca, Theo la raggiunse. La ragazza alzò lo sguardo.-

Lily: Non vedi che sto studiando? Lasciami in pace!
Theo: Sei ancora arrabbiata?
Lily: Sono offesa! Ora vattene, quando mi passerà forse potremo riuscire insieme!
Theo: Ci ho pensato e verrò con te!

-Lily lo guardò.-

Lily: Cosa? Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Theo: Prima di tutto il tuo ignorarmi e secondo sono più che felice di fare un salto nella vecchia LA! Sai che però non sono il tipo di ragazzo da “ti presento i miei genitori”
Lily: Lo so. Ho già fatto i conti con ciò e comunque i miei genitori sono super amichevoli, anche mio padre ha viaggiato molto. Non avrai alcun problema
Theo: Eh va bene, vediamo da dove vieni, noiosetta!

-Lily sorrise pensando che sarebbe andato tutto bene. Non vedeva l’ora di salire su quell’aereo per poter riabbracciare tutta la sua famiglia.-


Ciao Meraviglie, eccomi con un nuovo capitolo!
5 anni dopo.
Allora, cosa ne pensate? Voglio lasciare a voi i commenti e per favore, vi chiedo, per favore scrivetemi. Fatemi sapere cosa ne pensate. Ho davvero bisogno di sapere se la storia piace o no. Vedo sempre tante visualizzazioni ma pochissime recensioni.
Lettori silenziosi, per favore scrivetemi. Va bene anche in privato!
Vi lascio con le foto dei bambini e di Theo e Lily.
In ordine Samuel, Emily e Dylan.



Ho capito anche cosa andava storto con le altre immagini che non apparivano nel sito.
Cercherò di rimediare al danno!
Fatemi sapere se riuscite a visualizzare queste!

Un bacione,
Sum <3


 

  
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