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Autore: queenjane    12/03/2018    3 recensioni
Fu il fondatore di una dinastia nelle terre dell'Est, la Russia fu il suo altrove. Era un guerriero, un pirata, un amante leggendario. Aveva gli occhi di ambra e miele. Si chiamava Felipe de Moguer, nelle battaglie conquistò titoli e onori, diventando il principe Rostov-Raulov, una fenice multiforme, come la sua discendente, Catherine Raulov.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Primavera 1768, in viaggio verso Parigi
I fiori rendono la campagna una dorata e magnifica distesa, interrotta dal verde dell’erba, dagli alberi si innalzano i canti primaverili degli uccelli, il sole è tiepido contro le guance e le ciocche danzanti dei miei scuri capelli.
Descrivo a Felipe, mentre cavalchiamo lentamente verso Parigi, la città di San Pietroburgo, un gruppetto di isole, scandito da fiumi e canali che si affaccia sul Golfo di Finlandia.
Fondata dallo zar Pietro il Grande, a partire dal 1703, è appellata la Venezia del Nord.
È luminosa, splendida, i palazzi che si riflettono nell’acqua e l’acqua stessa la rendono una meraviglia, una morgana rovesciata, la luce delle aurore boreali.
Duecentomila uomini hanno provveduto a costruire, scavare, innalzare …
A venticinque chilometri abbiamo poi Carskoe Selo, un complesso di residenze della famiglia imperiale, ove la zarina Caterina II si reca spesso  nella stagione estiva.
Estremamente suntuoso è il Palazzo di Caterina, rifatto da Rastrelli, progettista di parte della città di San Pietroburgo, su volere della sovrana Elisabetta tra il 1752 e il 1756, in un cosiddetto stile rococò flamboyant, con la facciata lunga 325 metri, salvo errori fatali di misura.
Elisabetta era ancora in vita, e già l'edificio era molto famoso per le sue facciate estremamente lussuose: più di 100 Chili di oro sono stati usati per decorare il sofisticato fronte di stucchi e le numerose statue sul tetto, che non credo, al contrario delle voci sparse in giro, sia stato coperto d’oro.
Per la zarina Caterina II, è un esempio di "architettura di panna montata" ormai fuori moda. Al momento della sua ascesa al trono, alcune statue del parco stavano per essere ricoperte d'oro, come la defunta zarina Elisabetta aveva ordinato, ma l'ordine che fu subito sospeso appena la nuova imperatrice venne a sapere quanto queste opere costassero.
È sua intenzione far rimpiazzare l’oro con delle dipinture verde oliva, dico a Felipe, a mio giudizio abbastanza banali e monotone.
Il palazzo si raggiunge attraversando un grande giardino alla francese, il cui centro è l’Hermitage, azzurro e bianco, a fianco di un quieto lago, e che trova il suo formale coronamento in una enorme statua dorata che rappresenta il rapimento di Persefone, la dea della primavera.


Xavier ci ha preceduto a Parigi, tornando indietro con la memoria rivedo un ragazzo bruno, di ineguagliabile bellezza, che mi scrutava, intento e partecipe, ne abbiamo passate tante, ma quello che mi ha fatto l’anno scorso supera ogni soglia di umiliazione e dolore.
 
Si odia e si ama, si perde comunque, che farne di noi?
 
Dinanzi a me suo figlio, nato prima delle nostre nozze, da una relazione estemporanea, che gli somiglia, con intatta grazia, un ragazzo che compirà 16 anni a dicembre, figlio del mio cuore se non del mio grembo, che cerca la sua strada, un avvenire lontano.
Le spalle larghe, è circa un metro e settantacinque, le gambe lunghe e le iridi di un suntuoso color scuro, Felipe dalle mille risorse.
 
Ha compiuto 15 anni a dicembre scorso, rifletto ancora, poco più grande del dragone quando cominciò, un segreto da non raccontare nemmeno in confessione, una questione tra Dio, i Fuentes e la zarina, penso tra me.
Gli abbiamo spiegato che suo nonno e suo padre sono agenti segreti, di squisita sagacia e competenza, come io pure, per caso sono diventata una giocatrice d’azzardo della sorte e che abbiamo giocato un ruolo nell’ascesa al trono della attuale imperatrice di tutte le Russie.
Sposa bistrattata dell’erede al trono, Pietro, giocando d’azzardo e di complotto, ha poi conquistato la corona nel giugno 1762, e noi, agenti scelti, con lei..
Io, Xavier, i fratelli Raulov e un chimerico inglese, Alexander Malcomess, biondo e fiero come un leone, la fiera che è anche il suo nome in codice..
Felipe rincomincerà, in Russia occorre un emissario stabile, sarò lui, addestrato da suo padre, un gioco di prudenza e precisione. Oltre che ambasciatore ad interim ...
“ .. è una questione tra voi due, devi trovare la tua strada, giusto, un posto può diventare troppo stretto ed il mondo è troppo grande, comunque mancherai sia a me che ai bambini, sappilo”. I figli che ho avuto da Xavier, due maschietti, i miei capolavori.
Lo sapeva, ma quello era un desiderio infinito, rincominciare, in fondo, nonostante lo stigma dell’essere bastardo,è un Fuentes, anche se a metà. Un ibrido ben addestrato, che parla francese, spagnolo, latino, se la cava con la scherma, i cavalli, le buone maniere, impara adesso i rudimenti del russo e del suo difficile alfabeto.


“Maestà, mia signora”

Felipe si chinò sulla mano imperiale, regale era la prima parola che gli veniva in testa. I tratti affilati ed imperiali, affascinante nonostante le rughe, luminosa come la stella del Nord cui la paragonava Voltaire.
Caterina II, sua maestà imperiale.


 … Sottili differenze, rispetto alla volta precedente in Francia nel 1768, poche stagioni, nel mio caso una vita. Sono tra gli incaricati di riportare i resoconti più, nel dettaglio, della battaglia di Cesme, combattuta dal 14 al 17 di giugno 1770,  nelle varie corti.  In  particolare a Versailles, all’ambasciatore russo, a Madrid, prima mi fermerò un poco ad Ahumada, chiaro, poi dal Golfo di Biscaglia  sarò a Londra, per recare altri ufficiali britannici per dare supporto alla marina russa. Una miriade di cose da fare e tempo contato, che buffo. Ho visto per la prima volta il mare quando non ero più un ragazzetto, tranne che mi piacevano le storie di pirati, bucanieri e corsari.
Il tutto è principiato con dei disordini in Polonia, gli szladhici si sono sollevati contro Poniatowski, il re insediato dalla zarina, oltre che suo ex-amante, grazie anche alle truppe imperiali.  Gli ottomani non tolleravano questa espansione e hanno appoggiato gli insorti, la miccia che ha fatto esplodere le polveri è stata quando un reggimento cosacco è entrato nel territorio ottomano di Balta, per inseguire degli oppositori. Gli ottomani poi hanno sostenuto che sia stato compiuto un massacro della popolazione locale, senza fornire prove precise. Il 25 settembre 1768 il gran sultano, Moustafa III, ha imprigionato l’ambasciatore ed il suo entourage a Costantinopoli, violando ogni protocollo, facendo scoppiare la guerra. Era dato notorio che la flotta ottomana era potente, che la Russia si stava riprendendo ancora dalla precedente guerra dei Sette anni, che vi fosse una sfilza di pretendenti, infine, la marina era un … colabrodo. Tuttavia, l’Inghilterra inviò alcuni dei suoi capitani for improve the situation, per la campagna che iniziò l’anno dopo. Io, come suol dirsi, nel mezzo, a fare di tutto un po’, specie il traduttore, che parlavo sia russo che inglese e francese, del primo un’infarinatura, ma sempre meglio di nulla,e sempre meglio degli altri, che altrimenti non si capivano, alla fine ho imparato anche io a muovermi su un ponte senza vomitare per il rollio.

…  24 navi turche contro 20 russe, fire ships, assalti diretti, arrembaggi, sullo stile dei pirati. Felipe poi raccontò di essersi sentito sdoppiato, di avere combattuto a mani nude, neanche badava ai fischi e ai sibili. Si era messo un corsetto imbottito, sotto la camicia, con larghe maglie di metallo, una precauzione contro le pallottole e le armi da taglio, se la cavò giusto con alcune ferite leggere.
Furore, il figlio del dio della guerra, un Fuentes di sangue e non di nome, un’altra leggenda.  Oppure si muoveva o sennò toccava a lui morire, esperienza che non aveva voglia di fare subito. Rombi, fatica fisica, l’odore di ferro del sangue, a un certo punto non sentiva più nulla per i rimbombi dei cannoni, tre giorni pieni.

 La fortuna fu buttare giù Orlov, il fratello di Grigorij, un caso, che per poco un colpo di artiglieria ci prendeva, buon senso, l’aria del mare Egeo era veramente bella, dopo, respirata a pieni polmoni. La lettera arrivò quando avevo appena diciassette anni e mezzo.
Orlov aprì la busta, scorse i fogli e sorrise.. “Monsieur..”A CHI DICEVA?
 “Monsieur le Comnte de Rostov ..
“Eh?”Non fui molto intelligente, lo ammetto, ma non capivo a chi si riferissero, la battaglia era finita sola da una settimana e ancora non ci sentivo tanto bene.
“Svegliatevi, ragazzo … e leggete qui”Questo era Orlov, un briccone di vecchia data, un furbo di tre cotte
 “Avete ricevuto un encomio e questo è il vostro titolo, sperando vi piaccia, l’ha coniato la zarina” le ginocchia, cortesi, mi sostennero. Non ero più un bastardo, un ramingo, quella era la mia rivalsa “ E siete stato nominato cavaliere dell’ordine di santa Caterina”

“Felipe, leggete e credete” ero un novello San Tommaso.

Un titolo, un patrimonio, un riscatto. (Felipe Moguer, Comnte de Rostov, nuovo immortale). Poi brindammo, dopo, alla mia, sotto stelle liquide, mio padre non c’era, ma quella notizia era bella, sarebbe stato fiero di me, come mio nonno Juan.
Nelle battaglie mi ero riscattato, ero un Fuentes, discendente di prodi eroi e donne magnifiche, la Russia per davvero il mio altrove
.
 Il marchese Xavier Fuentes è il mio padre naturale, sono nato prima del matrimonio, con la marchesa Catherine. Due anni fa lui, mio padre, Xavier,  andò nelle Corti del Grande Nord per fare .. una serie di cose e io sono rimasto là, per rincominciare, diciamo lo stile, in forma minore, di Guglielmo di Normandia, un bastardo che divenne re.
Ero un pirata.
Ero un bastardo.
Ero io.
Felipe.
Sono IO.
Il figlio dei Fuentes, di Xavier, quando mi lanciavo all’arrembaggio gridavo “Fuentes, ahora y por siempre” il loro motto, il loro urlo nelle battaglie, alla conquista di un mondo.
FUENTES..
E vale per me pure.
Anche a Versailles.
Ove il delfino Luigi Augusto, duca di Berry, ha impalmato nel mese di maggio 1770 Maria Antonietta di Asburgo e Lorena, un matrimonio a molti inviso.
Pare che le nozze non siano state ancora consumate, mentre Luigi XV, nonno del delfino, è in perenne affanno con la sua attuale favorita, Madame Du Barry.
Io taccio, di cuori infranti e dolci occhiate ne semino a iosa.


Nota 1: la prima parte del capitolo è affidata a Catherine, moglie di Xavier Fuentes, per maggiori informazioni rimando a “The Red Dragons – The Immortals”.
Nota 2: la battaglia di Cesme, in Anatolia, si tenne nei primi giorni del luglio 1770, io  anticipo nel mese di giugno per esigenze narrative!
Nota 3: un sovrano poteva concedere titoli nobiliari e,  per me, questa persona lo merita.
Nota 4: uso qui il metro, per indicare la statura di Felipe, et alia, ma è voluto, essendo ben conscia che il sistema metrico decimale venne introdotto da Napoleone.
 
   
 
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