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Autore: Araba Fenice    12/03/2018    1 recensioni
Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, concentrandosi sul proprio battito cardiaco.
Tu-tum. Tu-tum. Il sangue che le scorreva nelle vene sembrava iniziare a ribollirle dentro le orecchie. Tu-tum. Tu-tum. Quella sensazione pungente, la riconosceva. Un fastidio misto a piacere si impossessò lentamente di lei.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.


 

“Michiru! Che diavolo vuole fare?” Haruka sgranò gli occhi nel vedere la piega inaspettata degli eventi. Si avvicinò alla giovane che si era offerta come scudo umano e, prendendola per la vita, la avvicinò a sé e le sussurrò all’orecchio pochissime parole, dure come l’acciaio ma che trasudavano preoccupazione:
  - Che diavolo ti è saltato in mente? Vattene immediatamente! - disse mentre con la mano libera cercava di spostarla, facendola scivolare dietro di sé. La giovane però oppose resistenza e, voltandosi verso il guerriero vestito di azzurro, disse a voce alta con una sicurezza che la spiazzò:   
  - Se volete uccidere quest’uomo, dovrete prima uccidere me. Non so il motivo che vi ha spinto nell’attaccarlo ma io non permetterò che chi mi ha salvata venga ferito. –
Le sue parole, sicure e ferme, lasciarono perplessi gli astanti, Haruka compresa. Sentiva gli occhi di tutti i presenti puntati su di loro, specialmente quelli dei due capitani, stupiti ed irritati da come gli eventi si stavano evolvendo. Souji sbuffò, poggiando la lama della spada sulla spalla destra e grattandosi il capo, inclinandolo leggermente come per poter meglio osservare la curiosa creatura che osava intromettersi fra lui e la sua preda.
  - Ragazzina – disse poi, con un tono di voce piatto ed annoiato – in un mondo perfetto, il tuo sfoggio di coraggio potrebbe essere apprezzato e magari anche muovere a pietà qualche sciocco sentimentale... purtroppo per te – Haruka vide con sgomento il movimento fluido e rapido della sua mano destra che riportava la spada in posizione di guardia – questo... non è il tuo giorno fortunato. Se proprio vuoi farmi decorare l'haori col tuo sangue, non sarò certo io a toglierti questa soddisfazione... - fece un passo avanti quando una lancia si pose in mezzo fra Michiru e Souji.
  -Souji, adesso basta. - Fu l'altro guerriero a parlare. Istintivamente Haruka strinse a sé ancora di più con la mano libera la giovane e guardò con stupore l'altro guerriero bloccare il compagno, portandosi di fianco a lui. Le sembrò che guardasse Michiru quasi con compassione... chissà cosa stava pensando, si disse Haruka. Lo squadrò per un attimo, affondando il suo sguardo nel volto dell'improbabile salvatore che aveva tenuto a bada il lupo famelico che desiderava ucciderla. Haruka deglutì. Non aveva paura per se stessa, no, ma per Michiru. Adesso l'avrebbero inevitabilmente collegata a lei e anche se fosse riuscita a sfuggirgli sicuramente sarebbero tornati per cercare la giovane geiko e tartassarla di domande. Tante, troppe domande. Digrignò i denti e con un movimento fluido e repentino fece scivolare Michiru dietro di lei, mantenendo la presa sull'elsa della sua spada puntata sempre verso i due guerrieri.


 

 

Sanosuke soppesò la giovane geiko, terrorizzata ma decisa, e il ninja che la stava difendendo col suo corpo. Comportamento peculiare per qualcuno che, in teoria, avrebbe potuto approfittare della situazione per usarla come scudo. Aggrottò le sopracciglia e senza distogliere lo sguardo dalle due figure, chiese a Souji:
  - Sembra che vi conosciate... non dirmi che è lo stesso ninja che avete incontrato quella sera. - Souji sbuffò irritato dall'interruzione del compagno e con voce stizzita rispose:
  - Almeno sei più brillante del tuo amico tutto muscoli e niente cervello, Sano. Sì, è lui, e non fosse stato per il tuo intervento adesso il suo sangue decorerebbe la lama della mia spada... - strinse la mano attorno all'elsa e lo sguardo famelico puntato sul suo avversario fu più chiaro di mille parole. Sanosuke sbuffò, fissando per un attimo il suo compagno assetato di sangue. Quando Souji voleva sangue niente e nessuno poteva placarlo. O meglio, nessuno a parte Kondou che però non era lì con loro. Comunque, la sua vera preoccupazione era l'incolumità della geiko anche se non sembrava stesse correndo alcun pericolo. Se solo fosse riuscito a toglierla dalle mani del loro avversario... aggrottò le sopracciglia quando vide il ninja sussurrare qualcosa alla giovane donna e non fece in tempo ad impugnare più fermamente la sua lancia che vide la giovane allontanarsi correndo dalla figura nero vestita verso di lui. Sgranò gli occhi dalla sorpresa e sollevò appena in tempo la lancia, passandola dalla mano destra alla sinistra mentre afferrava per la vita la geiko che si era avvicinata forse in un patetico tentativo di distrarli. Ne strinse la vita sottile imprigionandola in una morsa delicata e si sorprese nel fissare i suoi profondi occhi neri. La ragazza lo guardò senza paura, seria, sorreggendo stoicamente il suo sguardo. Qualunque cosa ci fosse fra lei e il ninja non era sicuramente terrore. Suo malgrado Sanosuke provò qualcosa che si poteva forse definire rispetto per il suo avversario; non solo non aveva fatto del male alla ragazza, ma non si era nemmeno approfittato di lei usandola come scudo umano lasciandola chiaramente andare via. Continuando a sorreggerla tornò a guardare il ninja che, incredibilmente, aveva rinfoderato la spada.


 

 

  - Ascolta, Michiru – sussurrò Haruka piegando appena il capo verso di lei – devi allontanarti da qui; se rimani vicino a me rischi di essere ferita... o peggio – guardò furtivamente Souji che non aspettava altro che incrociare la spada con lei. Michiru alzò lo sguardo verso di lei, tremando lievemente ma tentando di restare ferma nella sua posizione di voler aiutare la compagna. Fece per aprire bocca ma venne zittita in malo modo, occhi verdi fiammeggianti la guardavano con severità inchiodandola sul posto. - Devi andartene, capito? E ricorda – disse, prima di spingerla lievemente lontano da sé – noi non ci conosciamo. Vai... VAI! - con un unico gesto fluido rinfoderò la spada, mentre con l'altra mano spinse la giovane lontano da lei. Guardò la sua amica correre verso i due samurai e tentò di usare la frazione di secondo di sorpresa per allontanarsi. “Forse... forse...” fece per lanciarsi in corsa verso uno degli uomini che faceva parte del cordone che li circondava, quando una folata di vento le passò vicina all'orecchio sinistro. Senza pensare schivò il colpo ed abbassandosi rotolò verso destra, tornando immediatamente in piedi e voltandosi per fronteggiare il suo avversario.
“Souji...” pensò a denti stretti, riconoscendo il suo avversario che l'aveva raggiunta dimostrando una velocità insospettata. Il samurai azzurro vestito si ergeva di fronte a lei, ghigno feroce in volto, deciso a non mollarla. Senza troppe cerimonie avanzò di un passo e portò la spada sopra la sua testa, pronto ad affondare un fendente. Haruka rimase impassibile, immobile, attendendo il suo movimento. Per una frazione di secondo le sembrò che Souji esitasse, forse era stupito del fatto che lei non accennasse a sfoderare la spada. Una frazione di secondo era però quanto le venne concesso, e la spada cadde su di lei con velocità e forza impressionante. Una frazione di secondo era quanto lei necessitava per spostarsi verso la sua sinistra ed evitare per pochi millimetri la lama rabbiosa del suo antagonista. La spada fu così veloce che le sembrò l'aria attorno a lei fosse stata letteralmente tagliata, sospendendo i respiri di entrambi i contendenti. Haruka fece un passo indietro, allontanandosi dal samurai che con un altro movimento fluido sferrò un secondo fendente verso la sua gola, e un altro ancora e ancora, mentre lei continuava a girargli attorno scansando ogni suo colpo senza distogliere i suoi occhi da quelli di lui nemmeno per un attimo.


 

 

  - Che tu sia dannato – Souji si sorprese a pensare quanto irritante fosse questo insetto nero che gli volteggiava attorno. Era bravo, glielo concedeva, e veloce, molto. Non aveva mai affrontato nessuno così veloce ed aggraziato in tutta la sua vita... e questo stile apparentemente passivo ma sorprendentemente efficace, dove poteva averlo appreso? Era diverso da qualsiasi altra tecnica avesse mai visto. Abbassò appena la spada per tornare subito a caricare con un fendente stavolta diretto al cuore. Chiunque altro sarebbe stato preso di sorpresa ma il ninja estrasse fulmineamente con la mano sinistra la wakizashi e deviò la sua lama con uno stridio metallico che riecheggiò nella notte; nello stesso tempo sfoderò con la destra la katana e contrattaccò, assestandogli un fendente trasversale che Souji riuscì a mala pena ad evitare. Il ninja saltò all'indietro, lame in pugno, quasi aspettasse un suo movimento. Souji strinse i denti e impugnò ancora più fermamente la sua spada, piantò il piede destro di fronte per darsi la spinta per un nuovo attacco quando un grido dalla sua sinistra lo sorprese. Uno dei suoi uomini, volendo intervenire per aiutarlo, si gettò sul suo avversario, spada sguainata, patetico tentativo di rendersi utile.
  - Idiota! Tieniti fuori! - sbraitò, irritato all'inverosimile dalla gravissima insubordinazione che, ai suoi occhi, uno dei suoi uomini stava commettendo. L'uomo non fece appena in tempo ad arrestarsi di fronte al ninja che si ritrovò a volare indietro, colpito al petto da un calcio sferrato dallo stesso nemico che voleva abbattere. Souji si ritrovò di nuovo solo ad affrontarlo ed usando la piccolissima apertura che suo malgrado gli era stata offerta riuscì a contrattaccare con un fendente dal basso verso l'alto, mirato all'avambraccio del suo nemico. Il ninja scartò sorpreso e indietreggiò, non abbastanza velocemente però da evitare che la punta della sua lama gli sfregiasse il polso.


 

 

Haruka si morse la lingua per reprimere un grugnito di dolore. Era stato veloce ad usare quell'apertura, il maledetto. Sentì un bruciore pungente avvolgerle il polso sinistro e qualcosa di umido inzupparle le fasce della mano. Sangue. Dissimulando il dolore si portò di nuovo in posizione di difesa, stringendo entrambe le lame con fierezza. Questo gioco stava durando anche troppo, ma adesso non voleva andarsene prima di aver restituito il regalino che le era stato fatto. Senza attendere un attimo attaccò apertamente, chirurgicamente, un fendente dopo l'altro si ritrovò faccia a faccia con il suo avversario che era stato momentaneamente fatto arretrare dalla sua furia. Il samurai riuscì a parare tutti i suoi colpi ma iniziò a mostrare segni di stanchezza e cedimento. Haruka strinse gli occhi e con un ulteriore fendente dall'alto verso il basso deviò la katana di Souji, lasciandolo momentaneamente senza guardia. Prima che Souji potesse tornare in guardia Haruka aveva già portato la lama che stringeva nella mano sinistra all'altezza dei suoi increduli occhi smeraldini. Tutti gli astanti erano paralizzati dallo stupore.
Haruka rimase immobile, lama in pugno, occhi fissi su quelli spalancati di lui. Il dolore pulsante al polso sinistro la riportò con i piedi per terra e con sgomento vide una goccia di sangue colare dal suo polso sull'haori di Souji, lasciandovi una macchia circolare. Ritirò bruscamente il braccio e rinfoderando le due lame si allontanò nella notte, sfruttando lo sbalordimento che questo combattimento aveva creato. Schivò elegantemente uno degli uomini che le si parò di fronte ed immergendosi nell'oscurità scomparve nei vicoli di Shimabara, lasciando gli astanti pietrificati dalla sorpresa. Lanciò un ultimo sguardo sugli uomini lì riuniti e vide che Michiru era ancora trattenuta da quel guerriero dall'aspetto gentile. Stringendosi il polso con la mano destra sorrise amaramente, pensando che adesso non avrebbero lasciato in pace la sua amica fino a quando non l'avessero ritrovata.

   
 
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