Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Il Cavaliere Nero    30/06/2009    4 recensioni
La dolorosa scelta che il Proiettile D'Argento sarà costretto a prendere per difendere le persone alle quali tiene di più...per proteggere e salvare il suo Angelo.
Estratto dal quarto capitolo:
«Megure abbassò il capo e tornò a scribacchiare qualcosa di illegibile su quei documenti, senza però porgere molta attenzione a quello che faceva. Infatti, aveva ben altri pensieri per la testa: Se prima avevo qualche dubbio, ora ne sono sicuro...- pensò, determinato e serio -Michiyo, ormai, ha preso il posto di Shinichi Kudo...»
Genere: Triste, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Ventiquattro

Brandy, Il Corvo

Disclaimer: Il caso principale che vede come assassino un serial-killer, in particolar modo la procedura dei delitti narrati, sono tratti o ispirati dal manga di Detective Conan, files 5-8 del volume 19 e dei corrispondenti episodi (124-125). Tutti i diritti d'autore sono perciò di Gosho Aoyama e i fatti sono ripresi dall'autrice Il Cavaliere Nero non a scopo di lucro ma solo a fini amatoriali.

Il forte e fastidioso rumore percepito attraverso gli auricolari rendeva Shinichi consapevole che il suo uomo si trovava in una macchina in corsa con i finestrini spalancati e forse anche il tettuccio abbassato.
Sino a quel momento Sakata era rimasto in silenzio, pertanto la percentuale che si trovasse da solo ricopriva quasi il numero massimo delle probabilità.
-Avanti, cos’aspetti?- lo incitava mentalmente il liceale-detective, sperando con tutto il cuore che aprisse bocca così da informarlo sulle sue intenzioni; e quasi come se l’avesse previsto, sentì uno squillo acuto rimbombargli nelle orecchie:
“Sì!!” non riuscì a trattenersi, ma questa sua esclamazione a voce alta non gli causò problemi: Shinichi era infatti rimasto in camera, dopo aver naturalmente controllato che all’interno non vi fossero cimici o ricetrasmittenti.
“Pronto?” rimbombò la voce di Yuri con una sfumatura di esitazione.
“Cosa stai facendo?” un tono gelido.
-Gin!!- lo riconobbe all’istante Kudo, lasciando che la sua sorpresa trasparisse dagli occhi.
“C-come?” infatti, persino quella sfumatura nella voce di Yuri era divenuta un’inclinazione di evidente paura.
“Ti ho chiesto cosa stai facendo.” Ripetè l’uomo con i capelli lunghi, ma un’altra voce aggiunse subito dopo di lui: “Ci sono troppi sbirri nella tua catapecchia. Perché?”
-Vodka!!- Shinichi assottigliò gli occhi: all’appello i due inseparabili corvi! Mancava solamente…
“E’ avvenuta un’aggressione ai danni di una cliente, nonché un omicidio.” Rispose Sakata che, apparentemente, aveva riacquistato sicurezza “Non chiamare la polizia mi sarebbe sembrato sospetto…ed inopportuno.”
“Omicidio?” domandò a pappagallo Vodka “Sei stato scoperto?” Quindi Gin aggiunse:
“Se così fosse, non staremmo di certo qui a parlarne.” Un rumore attraverso il telefonino e, di conseguenza, gli auricolari di Shinichi gli fecero capire che il biondo aveva lasciato trasparire sul suo volto uno dei suoi spaventosi ghigni.
“Ma per colpa di questo piccolo incidente non è stato possibile rifornirti di
quella roba…”
-Quale roba??- si chiese il giovane, mordendosi un labbro; con il cuore in trepidazione, attese che Sakata rispondesse per istanti che gli parvero più lunghe delle ore.
“Lo so. Mi spiace.”
“Lo spero bene.” Freddo, tagliente, sadico.
“Eheh, vuoi rimediare?” stavolta era stato Vodka a parlare.
“Naturalmente.” Rispose l’uomo, e dal suono che pervenne alle orecchie di Kudo, probabilmente sorrise proprio come Gin aveva fatto pochi istanti in precedenza “Infatti ho già…”
“A
quella persona non interessa il tuo libero mercato.”
Il proprietario dell’agriturismo tacque.
“Ascoltami bene” era sempre il più alto tra i due a parlare “C’è una vecchia scuola abbandonata da anni a Tokyo, poco lontano dallo stadio. Venerdì sera, lì, alle dieci e mezza in punto. Ti consegneremo la droga.”
-Non si tratta dell’apotoxina, allora…- il ragazzo ne rimase quasi deluso; aveva già pregustato di mettere le mani su quel maledetto farmaco…
“Ma sta’ attento: ti abbiamo abbonato un errore, non deve essercene un altro.”
“La mancata consegna non è stato causato da un mio errore, c’è stat…” provò a replicare Sakata, ma Gin lo interruppe con voce di ghiaccio:
“Alle dieci e mezza di venerdì alla vecchia scuola. Se commetti un errore, sei morto. Chiaro, Brandy?”
-Brandy…- Shinichi fece lo spelling del nome nella mente – E quindi è questo il tuo nome in codice…-
“Certo, Gin.” Yuri si arrese all’evidenza: con il corvo biondo, era assurdo e assolutamente pericoloso provare a discutere.

Tentò di deglutire, ma invano: la bocca era completamente asciutta dal momento che qualsiasi tipo di liquido presente nel suo corpo si era concentrato per formare un incredibile quantità di sudore sulla sua fronte.
Infatti, come una preda fissa spaventata il suo predatore, senza sapere da che parte potergli sfuggire, così Shinichi non aveva idea di come controbattere a quell’affermazione.
“Devo star qui a riassumere la tua vita negli ultimi mesi o diamo per scontato tutti gli eventi dalla sera al Tropical Land sino a questa?” proseguì Sakata, o Brandy , che dir si voglia, avendo notato il terrore puro negli occhi del detective di fronte a lui, che si limitò a domandare:
“Come hai fatto?”
Temeva infatti di aver seminato qua e là indizi che anche altri avrebbero potuto notare.
“Trucchi del mestiere, liceale detective.” Lo apostrofò il membro dell’organizzazione, uno strano scintillio negli occhi.
“Lasciare risolvere il caso a quel poliziotto non è servito a nulla. Tanto valeva mostrare per l’ultima volta le tue doti investigative…”
Kudo assottigliò gli occhi: sapeva anche quello!
-Beh, non è difficile fare due più due…- si corresse pochi istanti dopo -…una volta scoperta la mia doppia identità ha tirato le somme…-
“Qualcosa da dire, prima di morire?” lo riscosse dai suoi pensieri in un lampo, avvicinandosi ad un mucchio di legni sul pavimento impolverato.
“Che puoi raggirare l’apparenza, ma non la verità!”

§§§

I due ragazzi si voltarono giusto in tempo per vedere che, rischiando di andare a schiantarsi contro il guard-rail tra il marciapiede e la strada, una moto nera come la notte aveva girato bruscamente all’incrocio lì di fronte.
Ishimaru la seguì con gli occhi, focalizzando l’attenzione sul guidatore: un ragazzo con un casco altrettanto scuro, guanti di pelle, giacchetto nero di piume e jeans blu scuro.
Non ci pensò neanche un attimo a dire:
“Ran, perdonami. Ma che ne penseresti se ti chiedessi di rimandare l’appuntamento?”
“Cosa? E perché?” gli domandò la ragazza, sbigottita.
“Il fatto è che…” era indecisa se rivelarglielo o meno, ma aveva riconosciuto Kudo su quella moto.
“Come posso dirti…” e gironzolare in moto a quell’ora della sera, un abbigliamento simile, per non parlare poi dell’andatura rischiosa, non era normale, anzi: il detective tramava qualcosa.
“Vuoi seguire quella moto?” capì Ran, osservandolo negli occhi “Perché?” Molto sorpreso della sua deduzione e mandato in tilt dal suo sguardo, non si trattenne: “Perché mi insospettisce…”
Lei annuì, non convinta.
“Lo so, lo so che il mio intuito non è una prova certa, ma non mi ha mai tradito. Non vorrei interrompere qui il nostro appuntamento, credimi, ma…” mentre si scusava in questa maniera, stava già risalendo in macchina per non rischiare di perdere di vista la moto nera del suo avversario: e già, era proprio così che vedeva Shinichi! Un avversario, un rivale, un nemico…un ragazzo da mettere fuori scena il prima possibile, e quella sarebbe stata la maniera adatta per riuscirci; in quell’occasione, gli ideali di giustizia di Michiyo (già di solito non proprio proprio nobili) non c’entravano affatto.
“E chi ha detto che stai interrompendo il nostro appuntamento?” lo rassicurò di rimando la figlia del detective Kogoro, salendo in macchina al suo fianco e rispondendo alla muta domanda del poliziotto:
“Vengo con te.”
Nella mente del giovane un turbinio di idee, sentimenti, emozioni:
-E’ preoccupata per me! Che cuore gentile…!-
E che stolta mente, la sua.
“D’accordo, andremo insieme, allora.” Acconsentì: in fin dei conti, quella poteva essere anche un’occasione per mostrarle quanto slealmente giocava il ragazzino che si atteggiava a detective.
“Grazie.” Disse sinceramente Ran. Era infatti felice di poter indagare sul ragazzo della moto nel quale, immediatamente, aveva riconosciuto Shinichi.
“Non ci credo, ci incontriamo sempre, noi!!” la loro attenzione fu attirata da un uomo dai capelli scuri.
-Il medico legale!- lo riconobbe Ran: aveva avuto l’onore di conoscerlo quando lei ed Ishimaru erano usciti insieme la prima volta ed era avvenuto un delitto.

“Michiyo, è lei?”
Ran, grata all’uomo che aveva pronunciato quella frase e che aveva evitato ad Ishimaru di terminare il suo discorso, osservava incuriosita colui che, voltandosi, si era ritrovata di fronte: aveva all’incirca trentacinque anni ed indossava un paio di pantaloni neri di lana ed un giacchetto di piume grigio. In testa aveva calcato un cappellino, che lasciava però intravedere alcuni ciuffi di capelli mori. Il viso era incorniciato dalla corta barba nonché dal pizzetto che lui stesso aveva lasciato crescere.
“Oh, Kaetsu, è lei!” esclamò il poliziotto, voltandosi verso di lui ma senza staccarsi da Ran “Cosa ci fa qui?”
“La stessa cosa che fa lei, suppongo” rise, indicando con un cenno del capo l’insegna del ristorante “La differenza è che io non sono in dolce compagnia…”
Il castano ridacchiò, senza replicare o negare; allo stesso tempo, Ran arrossì e gli sussurrò all’orecchio: “Chi è questo signore, Ishimaru?” “Davvero non l’hai mai visto? Strano!” le rispose a bassa voce “Lui è…”
“AAAH!!”
Un forte e spaventoso grido interruppe il ragazzo, costringendo sia lui sia i sue due interlocutori a voltarsi di scatto verso la direzione della sue provenienza.

“Stavolta, però, ti prego Michiyo: permettimi di offrire a te e alla tua graziosa ospite qualcosa…”proferì l’uomo con fare gentile, ma l’agente di polizia ne approfittò subito:
“Capita a fagiolo!”
“Prego?” “Eh?” fecero sia il collega che la ragazza.
“Potrebbe offrirmi…la sua macchina?”

§§§

Shinichi si voltò giusto in tempo per scoprire Michiyo, con le mani sui fianchi e lo sguardo accusatorio, e Ran, leggermente nascosta dietro al corpo del poliziotto.
Boccheggiò un paio di volte, prima di urlar loro contro:
“Cos’accidenti ci fate voi, qui?”
“Ti abbiamo visto e ci siamo insospettiti, contento?” lo rimbeccò Michiyo, offrendogli un sunto della loro serata.
“E da quanto circa sareste arrivati?” si intromise Sakata, ancora un malvagio ghigno dipinto sulle labbra.
“Che razza di domanda è?!” sbottò il poliziotto, alzando gli occhi al cielo “I criminali che incastra questo moccioso sono tutti strani!!”
Kudo invece aveva perfettamente capito: voleva sapere se…
“Comunque, giusto in tempo per rispondere alla tua domanda, criminale!” Perfetto! Non avevano sentito la conversazione dall’inizio, quindi non avevano scoperto la sua identità segreta!
“…giusto in tempo per capire che devi finire in cella!!” Ishimaru puntò un dito contro Yuri, sbuffando quando Ran aggiunse timorosa ed incerta:
“E che…che…lui, insomma…” non sapeva come chiamare Shinichi “…aveva ragione…”
Era stato il detective, infatti, ad offrire come traccia l’agriturismo dell’uomo.
“Il tuo finto ragazzo aveva ragione, è vero.” Proferì Sakata, girandosi verso di lui. “Ha ragione su così tante cose…”
Shinichi si morse un labbro, in difficoltà:
-Impossibile! Sa anche…di Ran??-

§§§

“Non ho ancora capito perché hai voluto prendere questa macchina.” Disse Ran, gli occhi fissi sulla moto di fronte a lei. “La tua è più veloce!”
Il poliziotto stava guidando con attenzione, sia per non perdere di vista Kudo sia perché lui non si accorgesse di loro.
“…e soprattutto riconoscibile. Con questa andremo sul sicuro.”
“Ohhh, giusto.” Concordò la karateka, capito il suo piano; tuttavia si domandò mentalmente se quelle precauzioni sarebbero bastate a non farsi scoprire da Shinichi.
Lo seguirono a debita distanza sino ad un incrocio, quando infatti un semaforo segnò rosso costringendoli a frenare.
“Ahah!!” scoppiò a ridere rumorosamente Ishimaru “Si è insospettito perché non abbiamo suonato, vedi? Ci sta guardando con lo specchietto retrovisore…” le indicò.
Lei gemette, scivolando con il sedere sul sedile perché il detective non la vedesse.
“Non preoccuparti, è fin troppo buio…” la rassicurò Ishimaru, rimanendo immobile. “ E poi…”
Il semaforo divenne verde e la moto di Shinichi partì velocemente sgommando con un forte rumore.
“…va troppo di fretta per prestare attenzione anche a noi.”

§§§

“Hai le idee confuse, Yuri.” Iniziò Ishimaru, muovendo qualche passo in direzione dell’uomo e seguito a ruota dalla ragazza che non voleva assolutamente rimanere sola “Lei è la mia, di ragazza!” la indicò con il pollice, mentre lei arrossiva:
“Finta ra-ragazza…”
Proruppe in una fragorosa risata, voltandosi poi verso Shinichi, i cui pugni erano serrati con tale forza da farsi quasi male ai palmi delle mani.
Il suo sorriso divenne falsamente angelico: “Giochiamo tutti insieme, Shinichi Kudo.”
I tre ragazzi strabuzzarono gli occhi, sorpresi.
“Cosa vuoi…” tentò di chiedergli Michiyo, ma non ne ebbe il tempo: Sakata si era mosso per afferrare un traliccio spezzato tra le rovine accatastate sul pavimento, quindi si dirigeva a forte velocità verso il detective.
-Maledizione!!- imprecò mentalmente quest’ultimo, preparandosi alla lotta.
“Sta’ attento!!” fece appena in tempo a gridare Ran prima che Shinichi saltasse verso destra, evitando così di essere colpito in pieno da quel pezzo di legno.
“Come ci si sente a compiere un delitto soltanto vivendo, detective?!” domandò ad alta voce, scoppiando poi in una risata quasi isterica.
“Ti diverti a sapere che tanti tuoi amici rischiano la vita in quanto tali?” poiché aveva seguito con gli occhi i movimenti del ragazzo, non gli fu affatto difficile farlo inciampare con quel bastone, che poi alzò con fare minaccioso una volta che Kudo fu a terra.
“Allora adesso te la giocherai tu!”
Nel momento in cui Shinichi si preparava a parare il colpo e Sakata abbassava velocemente il bastone contro il suo petto, una ragazza piombò alle spalle del corvo, atterrandolo.
“Tu!” esclamò Kudo, osservando la bionda calciare il pezzo di legno rovinato lontano da loro due.
“Che diavolo ci fai qui?”
“E’ colpa tua.” Rispose lei, la voce quasi del tutto atona. “Non hai ancora capito di non potermi tenere nascosto nulla…”
Nonostante la terribile situazione, Shinichi sorrise:
“Mi hai seguito sin qui?”
“Sì. Non sapevo il luogo dell’appuntamento…”
“E’ stato tutto un inseguimento stasera, pare…” non riuscì a trattenersi il detective, guardando di sottecchi gli altri due incomodi.
Anche Shiho rivolse allora lo sguardo verso loro due e strabuzzò gli occhi.
“Non dirmi che non ci avevi notati, signorina…” il poliziotto notò il suo imbarazzo però non ottenne una risposta alla richiesta; Miyano infatti si era voltata con un’espressione interrogativa verso il liceale detective.
“Non credo che per voi sia il momento delle convenzioni sociali, questo!”
Sakata nel frattempo si era rialzato e stava scagliandosi contro la cosiddetta Sherry, visto che al momento aveva abbassato la guardia; tuttavia, tra loro si frappose Shinichi, ricevendo così il colpo in pieno petto.
“Shinichi!!” lo chiamò Ran, avendo udito il gemito di dolore sommesso del ragazzo; a sentire quell’appellativo, Miyano si morse un labbro:
“Stai zitta!!” la riprese, ma l’uomo dell’organizzazione si intromise.
“Sei arrivata tardi, mia cara. Quando io e il detective eravamo ancora soli, ho avuto modo di spiegargli come io sappia ogni cosa di lui, del suo lavoro…conosco a memoria le imprese di Shinichi Kudo…”
La scienziata ammutolì, impallidendo, per cui l’uomo non smise di dar fiato alla bocca: “E di conseguenza, anche le tue…Sherry.”
“Come??” Ishimaru e Ran non riuscivano a comprendere sino infondo il senso di quelle parole, ma Kudo ovviamente sì: si era infatti rialzato facendo forza sulle gambe e si stava riavvicinando a Yuri.
“Una storia interessante, la vostra.” Stava intanto andando avanti lui “ Ero certo saresti venuta ad aiutare il tuo caro …ehm…partner?” sorrise, strafottente “Mi chiedo cosa tra voi ci sia davvero…una donna del tuo calibro, una che ha tradito e voltato le spalle al lavoro di diciotto anni, non può ripagare la protezione di un uomo che in un solo modo…”
Shinichi sollevò il braccio scoprendo così l’orologio spara aghi soporiferi, ma si bloccò quando stava per sparare: come giustificarsi con Ran e Michiyo? Quell’attimo di indecisione gli fu fatale: il legno scagliato dall’uomo lo colpì sul polso, frantumando il cinturino.
“Non usare trucchetti con me, Kudo, perché non funzionano.” Si voltò verso Shiho e Ran, che erano l’una di fronte a l’altra. “Anche perché le tue amiche di aggeggi simili ai tuoi non ne hanno…”
Fece per raggiungerle, ma Ishimaru si parò davanti, bloccandolo:
“Fermo! Lo dico per il tuo bene, Sakata, arrenditi e fatti arrestare!!”
“E come?” rise lui, divertito sinceramente.
Michiyo digrignò i denti: l’uomo aveva ragione.
-Se solo potessi…- il poliziotto ragionava su come agire mentre Brandy , notata la sua disattenzione, si slanciava contro le due ragazze.
“Non sei stanco di intrometterti, detective?” cantilenò, sollevando Kudo –che di nuovo si era posto tra aggressore ed aggredito- per il colletto del cappotto per poi scagliarlo violentemente a terra.
Il suo corpo battè violentemente contro il pavimento freddo e sporco, quasi rimbalzando.
“Non serve a nulla, non lo capisci?” si avviò con passi rapidi verso di lui, calciandogli lo stomaco:
“Più tu rischi la tua per quella degli altri, più gli altri se ne fregano di te! Cosa ti è rimasto delle azioni di una vita??”
Con un calcio più forte lo fece rotolare verso la finestra rotta, i cui cocci gli ferirono le mani.
“ Soltanto il pericolo, la necessità di doverti nascondere per non morire. A cosa ti ha giovato aiutare i tuoi nemici e non sporcarti le mani?”
A tutte quelle offese, il ragazzo rimaneva inerme, senza replicare; ovviamente non si trovava d’accordo su nulla, ma…
In quel momento il dolore per la rinuncia alla ragazza che più avesse amato in vita sua e ad una carriera dovuta riaffiorò tutta insieme, pesante come un macigno. Perché non era capitata a lui la fortuna della quale godeva Michiyo?
Sakata lo afferrò per i capelli, proprio come Gin aveva fatto a suo tempo, facendolo gemere per il dolore:
“Sei solo, sei completamente solo.”
Basta, Shiho non ne poteva più: conoscendo la verità sul conto di Kudo, Sakata stava cercando di indebolirlo psicologicamente per poterlo annientare ed il peggio era che ci stava riuscendo con successo.
Si alzò, pronta a colpire il membro dell’organizzazione nera, ma lui previde le sue mosse e, dopo aver scagliato a terra il giovane, spintonò anche lei, ferendole il braccio.
“Bene, due traditori si danno man forte, suppongo. Tu hai voltato le spalle al lavoro di una vita…” guardò Shiho, che si alzava lentamente dal terreno impolverato “…e tu alle aspettative di mezzo mondo.”
Riferendosi a Shinichi, estrasse dalla giacca nera una pistola, puntandogliela contro: “Non meriti di vivere. Non vedi che ho ragione? Nessuno corre a salvarti!”
Shinichi non si risentì di replicare: quell’uomo aveva inconfutabilmente ragione. In fin dei conti, la sua fatica non era valsa a nulla; grazie all’operato di quello stupido poliziotto, Ran era finita di nuovo in pericolo.
E quella volta, un pericolo mortale. Tutti i suoi sforzi per lasciarla estranea all’inevitabile corso degli eventi erano stati completamente inutili, ogni suo piano era stato un completo fallimento. L’unico risultato che aveva ottenuto era la grande ira che la giovane nutriva nei suoi confronti; forse quella rabbia aveva preso la forma dell’odio.
“A questo punto, non mi rimane nient’altro da fare che…” iniziò a sillabare spaventosamente Brandy, alzando la pistola contro il detective, che tentò inutilmente di tirarsi su facendo leva sulle braccia.
“…che dirti addio…” lo canzonò, gli occhi infiammati di follia. Il liceale ricadde pesantemente su se stesso, battendo il petto e il capo contro il pavimento freddo di quel luogo che, di lì a poco, si sarebbe tramutata nella sua tomba.
Nonostante tutto e nonostante tutti, per la prima volta nel corso della sua vita, non fu capace di trattenersi: una dopo l’altra, lacrime gelide come quel terreno sporco presero a rigargli il volto, seppur silenziose; non piangeva perché aveva paura di morire, assolutamente. Il motivo di quel pianto dipendeva dalla consapevolezza di aver fallito, dallo stress accumulato sino ad allora, dalle parole pronunciate da Brandy, che lui aveva riconosciuto come veritiere: a nessuno importava più nulla di lui.
“…Kudo Shinichi, uomo dal doppio volto.”
“NOO!” un grido si diffuse per la stanza abbandonata e l’unica cosa che il detective udì fu la sensazione di calore sulla sua schiena. Ritrovandosi a pancia in giù, infatti, non poteva capire di chi si trattasse, ma qualcuno si era posto come scudo sul corpo; la voce sembrava proprio quella di…
“RAN, COSA CAZZO FAI???” urlò Ishimaru a sua volta, tuttavia non si mosse di un millimetro verso i due bersagli del proiettile nero.
“SPOSTATI!!”
La figlia di Kogoro, infatti, aveva voluto dimostrare a Shinichi che qualcuno interessato a lui c’era ancora: quelle lacrime non le erano passate inosservate.
“Hai fretta di morire? D’accordo! Oltrepasserai la soglia della vita insieme al tuo tanghero!!” Brandy scoppiò in una risata folle, poi puntò nuovamente la pistola a danno di quei due corpi accovacciati a terra.
-Ran…- la chiamò mentalmente Shinichi, gli occhi lucidi per le lacrime spalancati.
“A me importa molto di te, Shinichi…” gli sussurrò all’orecchio, riscaldandogli il cuore. E anche il volto, che si fece rosso.
-Ran…Dio, Ran…-
Brandy sparò, dritto e preciso.

§§§

“Ispettore, l’edificio che ci ha segnalato Michiyo è quello laggiù!!” indicò l’agente Takagi all’omone.
I due poliziotti più altri uomini si trovavano a bordo di diverse automobili con la sirena accesa che risuonava fastidiosamente per i silenziosi quartieri dalla città avvolti dalla notte.
“Bene, prepariamoci allora! Takagi, tu e Sato entrerete dalla porta principale! Mentre tu…” Megure si voltò verso l’ispettore Shiratori “…verrai con me sul retro.” Quindi afferrò la ricetrasmittente:
« Tutti gli altri si apposteranno intorno alla casa, pronti a fare fuoco. »
La sede centrale della polizia, infatti, era stata allertata poco tempo prima dal poliziotto castano: con la sua telefonata, comunicava all’ispettore Megure che la scuola oramai in disuso nel quartiere commerciale della città avrebbe quella sera ospitato uno scontro pericoloso e probabilmente anche a fuoco.
Yuzo non aveva fatto in tempo a chiedergli ulteriori spiegazioni che Ishimaru aveva riagganciato, ma si fidava abbastanza di lui per mettere in azioni tutti (o comunque, gran numero) i suoi uomini.

§§§

Brandy sparò, dritto e preciso.
Fortunatamente però, Shinichi con le parole della ragazza aveva riacquistato parte delle sue forze, quindi fu abbastanza rapido da rotolare su se stesso tanto da evitare il colpo e trovarsi sopra il corpo di Ran.
“ Cosa fai??” gli domandò quest’ultima, aggrappata alla sua schiena.
“L’eroe.” Le sorrise, nuovamente spavaldo.
“BASTA GIOCARE, KUDO!!” urlò Yuri, sparando nuovamente.
Tra il suo corpo e la pallottola stavolta si frappose un’altra ragazza: Shiho. Il proiettile le sfiorò i capelli, infrangendosi sul pavimento a pochi millimetri di distanza da tutti e tre.
“Smettila di fare stronzate, porca puttana!!” sillabò minacciosa al moro, afferrandolo per il colletto. “ Ci tieni così tanto a morire??”
“D’accordo la ragazzina, ma tu vieni via, Ran!!” urlò lo stesso poliziotto, dalla sua distante postazione rispetto al luogo in cui la sparatoria stava effettivamente avvenendo. “E’ UN ORDINE, RAN!”
Ma la giovane, sorda da quell’orecchio, continuava a stringersi forte a Shinichi; nonostante l’estremo atto di coraggio, era impossibile che non provasse almeno un po’ di paura. Con le poche forze che le restavano, ad ogni modo, fissava insistentemente Miyano, aggrappata ancora al giacchetto del suo strano amico d’infanzia: lo sguardo che si stavano rivolgendo era molto eloquente, per loro due…ma Ran non ci capiva un tubo.
“Bene. Anzi, molto bene.” Riprese Brandy, avvicinando per l’ennesima volta l’indice al grilletto dell’arma. “Morirete tutti e tre insieme. Ringrazia le tue amiche innamorate, tanghero!!” lo prese in giro, quindi fece per sparare l’ennesimo colpo, ma il suono inconfondibile di automobili della polizia lo paralizzarono.
“Finalmente!!” esultò Ishimaru, vittorioso. “Ahah, sono arrivati i rinforzi! Il gioco è finito, Sakata!!”
“Butta la pistola, Brandy.” Gli fece eco Shinichi, stringendo le due ragazze al suo corpo scosso.
Gli occhi dell’uomo a quel punto, fiammeggiavano per la rabbia.
“L’edificio è circondato. Uscite fuori con le mani in alto!!” l’altrettanto inconfondibile voce dell’ispettore Megure giunse all’interno della scuola diroccata, provocando una grande sensazione di sollievo ai quattro giovani.
“Fuori! Presto, fuori!!” Shiho –e non Sherry, badate bene- fu molto pratica, come al suo solito.
Ovviamente, Ran e Ishimaru non si fecero pregare; ma Kudo sembrava opporre resistenza.
“Cosa fai?? Andiamo, svelto!” Miyano lo afferrò per una manica, tirandolo verso l’entrata principale.
“Mani in alto!!”
I quattro si voltarono, scorgendo i due ispettori di polizia puntare le rispettive pistole contro Brandy.
“S-Sakata?!” constatarono sorpresi, lanciandosi a vicenda un’occhiata interrogativa. Comunque, si ripresero quanto prima:
”Butta l’arma, avanti!!”
Il corvo non oppose resistenza.

§§§

“Tu hai qualcosa da spiegarmi.” Proferì Megure, un tono che non ammetteva repliche.
“No ispettore, mi spiace. Io non ho nulla da spiegarle…” replicò Ishimaru, poggiando le mani sui fianchi.
L’uomo alzò gli occhi al cielo, stanco ma non troppo per replicare al suo sottoposto.
Una volta ammanettato Sakata erano tutti usciti da quell’edificio in rovina ed in quel momento si trovavano al suo esterno; numerose vetture erano parcheggiate tutt’intorno.
“Michiyo…” fece per riprenderlo, ma rapidamente il giovane si riappropriò della parola:
“Kudo, piuttosto. Io l’ho solamente seguito.”
L’ispettore quindi si voltò contro l’accusato e all’istante domandò:
“Kudo? Cosa…?”
“FERMO!!”
Si sentì gridare. Il piccolo gruppo si girò giusto in tempo per vedere come una volta spinto a terra il poliziotto incaricato di portarlo in macchina, Brandy correva verso la costruzione cadente alle loro spalle.
“BLOCCATELO!!” gridò Megure precipitandosi verso l’uomo, seguito a ruota da Shinichi ed Ishimaru.
Tuttavia, nessuno ebbe tempo di reagire: pochissimi istanti dopo che Yuri ebbe messo piede dentro quella scuola, essa, con un boato gigantesco, saltò in aria, alzando un polverone gigantesco.
“Oh mio Dio…” sussurrò Ishimaru, guardando esterrefatto quel terribile spettacolo.
“No…” fu invece il commento di Shinichi. “No no no…”
“Mh?” I due poliziotti non fecero in tempo a voltarsi interamente verso il giovane, che questi si era inginocchiato a terra, i pugni che battevano violentemente il terreno:
“MERDA, NON ANCORA! NO! NO!”

^***^ ^***^ ^***^

Note Dell’Autrice: Bene bene…anzi, benone! Ecco qui spiegati tutti i misteri e i fatti un po’ scuri dei capitoli precedenti xD
Che ne dite? Piaciuta l’azione? ^-^ Mi raccomando, fatemi sapere numerosi…:D In realtà, nella scena finale, ero indecisa se far morire Brandy proprio per mano di Gin…ma ripesandoci, l’incendio è proprio nello stile dei Mib, come in fin dei conti abbiamo visto più volte nell’anime/manga. Spero di non avervi deluso!

Feferica :
Ciao!! Ecco svelato il mistero dell’automobile!!! xD
Hai ragione, Ran è decisamente sulla buona strada per capire tutto quanto ma…ehh, chissà!! Grazie mille per i complimenti e per seguire la mia fic ad ogni capitolo ^-^ E’ proprio grazie a questo che riesco ad andare avanti =D Un bacio grandissimo!

Nel prossimo capitolo si metteranno a posto un paio di cose, ma mi sento di parlare ugualmente di “scene d’azione”…Ishimaru vorrà pure scoprire qualcosa in più su tutta la faccenda, no? E Shinichi non farà forse di tutto per lasciarlo invece all’oscuro di tutto? ;D
Un bacione e al venticinquesimo capitolo!!

XXX Cavy-Chan XXX

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Il Cavaliere Nero