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Autore: _Delilah_    18/03/2018    2 recensioni
Tratto dal prologo
Ogni anno che passava il loro rapporto si faceva più intenso e quando Stan tornava a South Park cominciavano a scambiarsi lunghe e-mail fino all’anno successivo.
Quella loro familiare routine poteva migliorare in un solo modo, ovvero con l’avvicinamento di uno dei due all’altro.
Ma mai e poi mai Grace avrebbe preso in considerazione l’idea che sarebbe stata lei a raggiungere il cugino nella desolata South Park.
-Stan e Wendy- -Craig e Tweek- -Kyle e Heidi- -Kenny e Grace (nuovo personaggio)-
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eric Cartman, Kenny McCormick, Kyle Broflovski, Stan Marsh
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 8. Nuvole rapide
 
Kenny si sentiva incapace di affrontare il comportamento dissonante di Grace. Quando si erano rivisti a scuola si aspettava che la ragazza gli inveisse contro, trovasse la scusa per prendersela con lui, oppure che lo ignorasse.
Beh, nulla di tutto questo. Grace si era comportata come nulla fosse. L’aveva vista assieme a Stan e Kyle vicino la solita aiuola prima che iniziasse il giorno scolastico e quando lui si era palesato, Grace gli aveva rivolto un sorriso ed un cenno della mano per salutarlo, poi aveva ripreso a chiacchierare come nulla fosse, riuscendo peraltro a coinvolgerlo nella conversazione. Durante le lezioni aveva riposto in un angolo i soliti mezzi di distrazione ed aveva spesso perso lo sguardo sulla schiena ricurva della ragazza, sulle mani che sfregavano di tanto in tanto la nuca chiarissima, sulle braccia che, tese, stiracchiavano il corpo. Succedeva che lei si voltasse per recuperare qualcosa nello zaino e capitava che i loro sguardi si allacciassero per qualche secondo; proprio in quei momenti Kenny percepiva la differenza tonale del suo atteggiamento, come se Grace si dipingesse di accesissimi colori in presenza degli altri e riservasse delle sfumature grigie e piatte per quando lo guardava, senza essere sorpresa da occhi indiscreti.
Durante quei brevi momenti di fredda empatia, Kenny poteva percepire su di sé lo sguardo di Eric ed ogni volta che si girava a guardare l’amico, coglieva gli occhi di quello traslare oltre e tornare a concentrarsi sugli appunti (o più spesso sui fumetti che portava in classe). Nei fine settimana tutto si svolgeva come sempre: tra bar e videogiochi, Grace sembrava sempre la stessa, anche se sembrava passare più tempo in compagnia di Tweek e quando erano in gruppo si chiudeva spesso a parlare con Eric. Per la prima volta in vita sua, Kenny non capiva quale sarebbe stata la cosa giusta da fare e, più i giorni passavano, maggiore era il senso di inadeguatezza ed oppressione nei confronti di lei.
 
-Ehi, ci sei?-
Kenny schiuse un paio di volte le palpebre, destandosi così dai pensieri e volse gli occhi verso Red, appollaiata sulla panchina accanto a lui
 
-Si, scusami ero…sovrappensiero-
 
-Beh, lo sei sempre ultimamente- rispose con una punta di acidità la ragazza, così passò una mano guantata sui capelli per scrollare via i primi fiocchi che cadevano dal cielo –Comincia a nevicare, perché non andiamo da me? Ho casa libera oggi…-
 
Kenny annuì senza reale interesse, così si alzò e nel seguire la ragazza, tentò di sforzarsi molto per conversare con lei e scacciare Grace dalla testa. Del resto non voleva andare a letto con Red mentre la testa era tutta per quei grandi occhi blu che non lo lasciavano solo un solo istante.
 
 
-Dov’è quel ritardato di Kenny? Ehi a noi non hai portato nulla?!-
Eric stringeva il joystick della Xbox e ne passò uno a Grace, che era uscita dalla cucina del ragazzo con un bicchiere di succo di ananas in mano e un biscotto in bocca. La madre di Eric la riempiva di attenzioni ogni volta che lei si presentava con il cugino e gli altri a casa loro, tentando inoltre in ogni modo di fare conversazione. Evidentemente una presenza femminile fra il gruppo di amici del figlio era un fatto che rallegrava particolarmente Liane
 
-Alzai e fai a prendere quelfo che uoi- sputacchiò Grace mentre masticava il biscotto, così si accucciò a terra ai piedi del divano, mentre Stan, Kyle ed Eric occupavano la comoda seduta
 
-Kenny arriva più tardi, mi ha scritto un messaggio prima- dichiarò Kyle mentre recuperava un altro joystick
 
-Sicuro si starà trombando Red- sputò Eric tenendo lo sguardo fisso sulla nuca di Grace; dal canto suo Grace non mosse un muscolo, se non per portare il bicchiere di succo alla bocca, invece Eric si beccò una gomitata da Stan
 
-Mi spieghi perché devi sempre essere così idiota?- sussurrò lui come se Grace non potesse sentirlo, ma prima che il ragazzo potesse replicare, la californiana alzò il joystick e lo ondeggiò sopra la sua testa
 
-Si fottesse Kenny, giochiamo senza di lui, no? Forza Eric avvia-
 
I tre si scambiarono un’occhiata complice, infine il viso di Eric si dipinse di un sorriso soddisfatto, mentre il pollice premeva la x per avviare il gioco –Hai ragione, si fottesse Kenny-
 
 
Red si alzò dal letto, infilò al volo la biancheria e sistemò i capelli in una cipolla improvvisata; Kenny ne seguì distrattamente i movimenti; non la guardava veramente, le pupille ne attraversavano le schiena nuda ed andavano oltre nonostante fosse riuscito, come si era ripromesso del resto, a concentrarsi sulla ragazza quando si erano fiondati sul letto e si erano spogliati di ogni incomodo e superfluo vestito: Il ragazzo aveva osservato i capelli rossi oscillare sopra il seno abbondante mentre quel corpo morbido si agitava con arroganza sopra di lui, ne aveva seguito le linee che davano vita a quelle forme che, tutto sommato, lo soddisfacevano abbondantemente, si era soffermato sulle labbra sottili che si schiudevano in ansiti di puro piacere, o almeno così sembrava; Red era brava, bravissima in realtà e riusciva ad appagare in tutto e per tutto i bisogni primordiali di Kenny senza compromettere quel rapporto che era nato per puro caso e che si era ormai stabilizzato su una semplice quotidianità, fatta di sesso e di un po’ di chiacchiere.
Era stata la ragazza a farsi avanti qualche giorno dopo la festa di Halloween e Kenny, visto lo stato burrascoso in cui verteva il suo rapporto con la bionda californiana, aveva deciso quantomeno di approfittare delle voglie di Red, convinto del fatto che tanto quel rapporto non sarebbe andato oltre di un solo passo. Certo, questa non era una giustificazione al fatto che non aveva più tentato di parlare davvero con Grace, a maggior ragione dopo il silenzio impietoso che lei gli aveva riservato. Non aveva mai risposto a quel blando messaggio di scuse e solo i suoi occhi gli trasmettevano disagio, rancore e disapprovazione.
Mentre guardava il culo tornito di Red che si piegava per recuperare i pantaloni della tuta pensò che si, avrebbe voluto, in quel momento, sostituire la ragazza con la più piccola, e per lui fantastica, californiana.
 
Wendy si era sempre rifiutata di andare a casa di Cartman, nonostante Stan l’avesse invitata più volte. Che non tollerasse Eric (più precisamente, che i due non si tollerassero a vicenda) era cosa ovvia e tutti ne erano a conoscenza, ma finalmente scelse di fare un’eccezione, convincendosi che se ci riusciva Grace, a tollerare i momenti di mascolina condivisione del suo ragazzo ed i suoi amici, allora ce l’avrebbe fatta anche lei.
La signora Cartman era al settimo cielo, quando aprì la porta a Wendy
-Deve essere successo un miracolo! Finalmente in questa casa arrivano delle ragazze!- squittì commossa Liane mentre invitava Wendy ad entrare con grande affetto. Se la donna si era dimostrata particolarmente affettuosa e ben predisposta alla presenza della ragazza, diversa fu la reazione di Eric, che si limitò a fare una smorfia disgustata quando quella entrò nella sala, mantenendo gli occhi sullo schermo
 
-Finalmente!- gridò Grace, che mise subito in pausa il gioco con grande disappunto di Eric
 
-Oddio Grace, speravo che almeno tu limitassi questa perdita di tempo- disse Wendy mentre si spogliava dal cappello e la giacca pesante, aiutata da Stan che si era precipitato al suo fianco, non prima di averle scoccato un bacio sulla bocca
 
-Ma che dici, questo è il mio paradiso- Grace aveva approfittato del posto libero di Stan e si era fiondata sul divano –Videogiochi, cibo, comodità!- continuò entusiasta
 
-Sei una scroccona- bofonchiò Eric, anche se in realtà la presenza di Grace era sempre più apprezzata dal ragazzo. Il pomeriggio comunque passò fra videogiochi e biscotti e persino Wendy aveva tentato di giocare con loro, combinando un disastro dietro l’altro, ma regalando un momento di pura gioia a Stan, che non era mai riuscito a convincere la sua ragazza ad apprezzare i videogiochi
 
-Maaa…la porta!- quando il campanello suonò erano ormai le sette passate. Che grande tumulto che colse la bocca dello stomaco di Grace, quando nella sala apparve la sagoma del parka arancione che avrebbe distinto fra un milione seguita, purtroppo, da una riconoscibile chioma fluente rosso fuoco. Grace in quel mese passato dopo la festa di Halloween aveva fatto di tutto per fare finta di nulla ed accettare di vedere Kenny e Red passare molto tempo insieme. Ogni volta che qualcuno alludeva alla coppia, la bionda deglutiva e si ostinava a fare finta di non sentire, oppure cambiava rapidamente argomento; quando per qualche motivo si trovava sola con le ragazze, ogni volta che Red parlava di Kenny lei trovava una buona scusa per allontanarsi, o afferrava il cellulare, oppure concentrava i pensieri su altro. Ma averceli proprio davanti era una cosa che ancora non riusciva a gestire. Era vero, con Kenny non si era che scambiata un bacio, ma dentro di sé Grace sentiva che il suo rapporto con il ragazzo andava ben oltre, percepiva quella compatibilità che difficilmente avrebbe riscontrato in qualcun altro. Quando Liane invitò i ragazzi in cucina per prendere una tazza di tè, Grace declinò, ben contenta di avere un po’ di tempo per metabolizzare la presenza dei due.
 
-Passo anche io- disse disinvolto Kenny che senza pensarci su sedette sul divano accanto a Grace. Perché diavolo non la lasciava stare? Perché non se ne andava con gli altri in cucina, invece di rimanere ostinatamente vicino a lei?
Grace sentì il battito accelerare, eppure fece finta di niente ed afferrò nuovamente il joystick, così da potersi distrarre con una nuova partita e non pensare al fatto di essere rimasta sola con Kenny
 
-Grace…ehi Grace- il ragazzo tentò di richiamare la sua attenzione, ma lei mantenne ostinatamente lo sguardo sullo schermo
 
-Che c’è?- buttò lì mentre si accaniva contro un gruppo di soldati pronti ad assaltarla
 
Kenny la fissava non sapendo bene come procedere; aveva appena passato tutto il pomeriggio a fare dell’ottimo sesso con Red, eppure ogni volta che si ritrovava nello stesso luogo con la californiana, la testa si ovattava e subito cadeva in uno stato confusionale
 
-Non parliamo da un po’, del resto non hai fatto che ignorarmi nell’ultimo mese- Il ragazzo lo ammise con sfrontato coraggio, cosa che portò Grace ad arrestare il gioco e roteare il viso verso di lui; gestire quegli occhi verdi così penetranti era praticamente impossibile, eppure avrebbe dovuto farlo, non voleva di certo risultare fragile ed insicura (anche se si sentiva più che fragile, davanti a Kenny)
 
-Se ti ho ignorato è perché ho capito che la tua presenza non mi fa bene, quindi perché dovremmo parlare? Di cosa dovremmo parlare?- Ci era riuscita, era stata dura ed affilata. Eppure Kenny non sembrò minimamente toccato da quelle parole che volevano fare male, ma si limitò a sfilarle il joystick dalle mani
 
-Di te, mi piacerebbe parlare di te sai. Karen mi ha chiesto di te qualche giorno fa, ti ha trovata simpatica- sorrise spontaneamente, ma dopo qualche istante gli angoli della bocca si rilassarono per lasciare il posto ad un’espressione più seria –Ma io non sapevo che cosa dirle Grace e…non mi è piaciuto, ecco. Non mi piace non sapere cosa dire su di te, solo perché abbiamo smesso di parlare-
 
Grace non sapeva cosa dire, tanto era spiazzata dalla cristallina sincerità con cui si approcciava Kenny. Eppure non poteva evitare di ripensare a quel bacio che si erano scambiati, quel bacio che, ne era più che certa, aveva smosso lui allo stesso modo. Di fatto era lei a trovarsi in torto: era a conoscenza del fatto che il ragazzo si stesse frequentando in qualche modo con Red, eppure aveva ceduto a quel momento di debolezza ed aveva contribuito a mandare all’aria quel rapporto che stavano costruendo. Kenny le piaceva, le piaceva da impazzire. Parlare con lui era semplice e naturale, come se lo conoscesse da sempre, ma al contempo il corpo reagiva sempre in quella maniera inaspettata vicino a lui…insomma quel che provava per il ragazzo era difficile da definire e se da una parte voleva tenerlo lontano per non rischiare di soffrire, dall’altra sentiva come se una calamita la attirasse a lui. Tutto quel pensare si rifletteva nei suoi occhi blu allacciati a quelli di lui e nelle labbra, che tremolavano appena incapaci di dire qualcosa, per questo quando Kenny allungò una mano a sfiorarle il braccio lei sussultò, perché ogni movimento, ogni parola dal tono profondo e sopra ad ogni cosa i suoi grandi ed espressivi occhi color del mare la frastornavano al punto di non riuscire ad essere razionale
 
-Volevo solo dirti questo, ho bisogno di parlare con te biondina, non so nemmeno per dirti cosa, però ho bisogno di farlo-
 
Parlare? Gli sarebbe saltata addosso solo per sentire ancora il suo odore e per immergersi in quelle labbra morbide e divine. Con tutta la forza che riuscì a racimolare, Grace allungò una mano a sfiorare quella che il ragazzo teneva sul suo braccio gracile e, proprio quando il suo capo annuì e dalla bocca uscì una flebile parola di consenso, le risate degli altri arrivarono alle orecchie dei due ed in men che non si dica Grace allontanò la mano e riprese il joystick, come se nulla fosse successo.
 
 
-Tieni, il tuo preferito- Tweek aveva portato una tazza di caffè nero per sé e l’amica, che si era liberata della giacca ingombrante e si era seduta sul suo letto con naturale confidenza
 
-Grazie…sono praticamente scappata da casa di Eric con una scusa, però più tardi ho detto ai ragazzi che li avrei raggiunti al bar…sto andando fuori di testa- sospirò mestamente, mentre portava il caffè alla bocca
 
-V-vuoi parlarmene? S-sono bravo ad as-scoltare, lo sai- il biondo scarmigliato rivolse un gran sorriso all’amica, così affondò sul letto accanto a lei, ritrovandosi poco dopo ad ascoltare il fiume di parole che usciva incontinente dalla bocca di Grace. Gli raccontò tutto, della sua cotta per Kenny, di quel bacio che si erano scambiati durante la festa di Halloween, dell’incapacità di riuscire a digerire che il ragazzo frequentasse Red e delle attenzioni che le riservava Eric, perché non era mica stupida Grace e l’aveva capito che quello non le aveva chiesto di uscire tanto per, ma che in qualche modo cominciava a piacergli sul serio
 
-Cartman?!- Tweek strabuzzò gli occhi non riuscendo a trattenere lo stupore –Davvero Eric t-ti ha chiesto di uscire?! Devi s-stare attenta a lui, Eric è u-un vero stronzo!-
 
Grace sospirò e le sue spalle crollarono sempre più verso il basso –Lo so Tweek…ma con me non è male, davvero. Cioè so quello che è successo con Heidi e lo vedo come si comporta, però è sempre davvero carino con me, a modo suo certo- sbuffò prima di bere dell’altro caffè –Forse dovrei dargli una possibilità, del resto è evidente che Kenny…-
 
-Ma n-non dire cazzate!- Tweek le strappò via la tazza di caffè dalle mani rischiando di rovesciarlo ovunque –Eric non è quello g-giusto per te! Lui fa così c-con le p-persone, le ammalia e poi le b-butta! Almeno Kenny…lui è sincero…e d-da quello che mi dici non credo gli f-freghi qualcosa di Red-
 
Grace fissò gli occhi sgranati di Tweek mentre tentava di riprendere possesso della sua tazza
-Non lo so…so solo che io non ci riesco proprio a stare lontana da Kenny…ci provo davvero, però credo di essermi presa proprio una brutta sbandata. Però cazzo Tweek, Kenny è un fottuto dongiovanni ed ora se la fa con Red, almeno Eric non passa da una ragazza all’altra con tutta quella naturalezza-
 
-Ma questo n-non è un buon motivo per uscire con lui! Ti p-prego Grace dammi retta, lascia perdere Cartman, ti darà s-solo problemi-
 
La ragazza roteò gli occhi, infine annuì affatto convinta così, con la faccia immersa nella tazza, tornò a puntare gli occhi in quelli dell’amico –E tu invece? Che mi dici di Craig?-
 
Tweek cominciò a tossire sonoramente e la sua faccia diventò in un attimo di un bel tono color peperone –C-che c-c-c-centra C- Cra-Craig o-o-ora?!-
 
Tutto quel balbettare scatenò una fragorosa risata della californiana –Ma guardati! Come ti imbarazzi facile!- Grace poggiò la tazza a terra ed avvicinò il viso a quello ancora rosso di Tweek, infine sorrise –Guarda che anche io sono una brava ascoltatrice…ed un’ottima osservatrice! Forza, ora tocca a te…-
Dopo tanto balbettare Tweek riuscì a calmarsi un po’, così si grattò nervosamente la nuca e qualche istante dopo si ritrovò a confessare sentimenti che nemmeno lui credeva di provare nei confronti del bel moro che ormai occupava ogni suo pensiero.
 
 
Il telefono vibrò nella sua tasca per l’ennesima volta durante il corso della serata e Red cominciò a non dargli più peso; le sue amiche si erano fatte molto pettegole da quando aveva scritto sul loro gruppo che avrebbe passato il pomeriggio con Kenny ed ogni dieci minuti arrivava qualche notifica da parte di Bebe o Nichole che erano vogliose di dettagli, oppure di Wendy e Heidi che ammonivano le altre due. Decise ad un certo punto di silenziare il gruppo, perché presto anche le altre avrebbero raggiunto lei e gli amici al solito bar e davvero non c’era motivo di continuare ad assillarla per messaggi; quando estrasse il telefono, però, il cuore cominciò a palpitare, perché un messaggio era apparso fra gli altri, un messaggio che di certo Red non si sarebbe aspettata
 
Bastard_n.1
 
Kevin. Kevin le aveva scritto. Si guardò intorno e senza dare nell’occhio uscì dal locale. Con mano tremante sbloccò lo schermo ed aprì la notifica
 
8.03 pm
Lo so che non dovrei farlo, lo so che ho sbagliato tutto con te, ma davvero ho bisogno di parlarti. Non so nemmeno io per dirti cosa, ma mi manca parlare con te. Oggi sono uscito dagli allenamenti con la testa che rimbombava
 
8.09 pm
Mi sento un idiota Becca
 
8.18 pm
Hai tutti i motivi per avercela con me, però sarebbe davvero importante poterti parlare ancora

 
Red si morse forte il labbro, mentre le dita digitavano e cancellavano, poi digitavano ancora: insulti, rimproveri, poi un lungo messaggio dove scriveva che avrebbe anche lei voluto vederlo e parlare con lui, perché alla fin fine mancava anche a lei, parlare con Kevin.
Ma cancellò tutto e decise di non rispondere affatto. Mentre infilava di nuovo il telefono nella tasca lanciò uno sguardo oltre la porta a vetri e gli occhi caldi trovarono la figura di Kenny, che se ne stava in un angolo a parlare con Craig.
Kenny era bellissimo, era garbato e, specialmente, capace di farle perdere il controllo sotto le lenzuola. Però non era Kevin. Quando il biondo si rabbuiava di botto, Red si sentiva incapace di affrontare i suoi silenzi; quando parlavano finiva sempre che la conversazione morisse all’improvviso perché alla fine non avevano molto da dirsi. Con Kevin non era mai stato così, ecco perché lei si era innamorata di quel bastardo, perché tutto risultava molto semplice e naturale, in presenza di Kevin. Bastava che il ragazzo la guardasse in un certo modo per farle capire cosa intendesse e le ore passavano rapidamente in sua presenza; succedeva, magari, che in un intero pomeriggio non si baciassero nemmeno una volta, tante erano le cose che avevano da dirsi. Ma allora perché l’aveva mollata così, di punto in bianco?
Forse aveva avuto paura di quella relazione che si stava facendo così seria?
Forse Kevin non era riuscito a gestire le emozioni che Red gli scatenava?
Forse quel vulcano sempre pronto ad esplodere era stato troppo per lui?
Rientrò con l’amaro in bocca, perché anche se aveva deciso di non rispondere al messaggio di Kevin, ormai il pensiero del ragazzo si era instillato in lei e, come un rubinetto rotto, la sua immagine appariva nella testa a cadenza regolare.
 
 
Grace si era fatta forza e spinta da Tweek aveva deciso di raggiungere gli altri; certo non mancò di lamentarsi durante il tragitto verso il locale, perché la ragazza sapeva che il suo amico aveva insistito tanto perché ci sarebbe stato anche Craig con gli altri, ma in fondo quella complicità la divertiva e la rassicurava. Si erano finalmente confidati l’uno con l’altra ed entrambi si sentivano più leggeri, sapendo di poter contare su qualcun altro per sfogare la frustrazione.
 
 
Craig si irrigidì quando notò Tweek e Grace varcare la soglia del bar tanto che Kenny, con cui stava parlando, si rese conto del cambiamento repentino dell’amico e ricercò automaticamente con lo sguardo il motivo che aveva portato Craig ad ammutolirsi tutt’insieme.
 
Tweek passò nervosamente una mano nei capelli per scrollarsi via la neve di dosso. Continuava ad ostinarsi a non indossare il cappello e per questo, ogni mese, si beccava un raffreddore. Si guardò rapidamente intorno ed i suoi occhi presero a sfarfallare quando incontrarono quelli di Craig già pronti ad accogliere i suoi; il moro tirò su un angolo della bocca ed alzò appena la mano per salutarlo e quel sorriso abbozzato aveva già posto un freno allo spasmodico tic di Tweek.
 
Grace fissò Kenny.
 
Kenny fissò Grace.
 
Il contatto visivo fu bruscamente interrotto dalle figure di Eric e Red, il primo che si avvicinava a Grace, la seconda a Kenny.
 
Smisero di fissarsi e passarono il resto della serata a fare di tutto per ignorarsi, almeno apparentemente. Ma non riuscirono a sfuggire all’alcol che entrambi si ostinarono ad ingurgitare senza troppe remore. Grace si era seduta sul solito tavolo e smuoveva nervosamente il piercing fra le narici mentre Heidi, giunta da poco, era davanti a lei a parlare di San Diego e dell’amata California; la testa le girava un po’, ma si trovava in quello stato di grazia tipico dell’inizio di una buona sbronza, per cui tutto quel sentirsi su di giri non le dispiaceva affatto. Riuscì per un po’ ad ignorare Eric che dimostrava la volontà di infastidire Heidi mettendosi in mezzo alla conversazione fin quando la ragazza, dimostrando di essere decisamente superiore a quelle stupide provocazioni, sorrise a Grace e si allontanò per avvicinarsi a Kyle
 
-Eric...- Grace ciondolava avanti e indietro le gambe, mentre un sorriso sornione le coloriva il viso –Dovresti smetterla di provocarla, lo sai che è inutile, non fai altro che farti del male così-
 
-Non ci posso fare niente, ormai è così con lei – disse Eric mentre passava una mano fra i folti capelli castani, ma Grace allungò la propria a tirar via la sua –Non dovresti farlo, è sciocco e controproducente-
Eric rabbrividì nel sentire la mano di Grace che stringeva la sua in quel gesto di sincero affetto, eppure non riuscì a sorridere malandrino e ad avvicinarsi un po’ a quella ragazza ciondolante –Che c’è, sarai mica gelosa, svitata-
 
 
Kenny non riusciva a non guardare Grace, come non riuscì a trattenersi quando notò il comportamento tanto ambiguo che Eric stava adottando con la californiana. Conosceva l’amico alla perfezione e sapeva leggere il linguaggio del suo corpo: Eric Cartman ci stava provando con Grace, era ovvio. Buttò giù dell’altro gin, prima di infilare le mani nelle tasche dei jeans logori e accelerare il passo verso il bagno, lasciando non troppo basiti Tweek, Craig e Tokken.
 
 
-Gelosa? Ma quanta importanza che ci diamo, eh Cartman?- Grace cinguettò una risata, così allontanò il ragazzo che si era avvicinato pericolosamente a lei –Prendilo come un consiglio da amica, piuttosto!-
 
-Amica, ma quale amica, io non voglio che tu sia amica mia- Eric ignorò la mano di Grace che spingeva il suo torace e tornò ad incurvarsi nella sua direzione –Non l’hai capito ancora?-
 
-L’unica cosa che ho capito…- Grace rimase qualche istante a fissare quegli occhi da cerbiatto e quel sorriso che, doveva ammetterlo, era accattivante e carino da impazzire, prima di scrollare la testa e scendere dal tavolo, circumnavigando la figura del ragazzo -…è che devo proprio andare al bagno!-
 
-Andiamo Grace!- Eric spalancò le braccia mentre si voltava verso la ragazza che saltellava velocemente verso il bagno, così scosse anche lui la testa ed accennò una risata.
 
 
Tirò su la cerniera dei pantaloni ed allacciò nuovamente la cintura, così Kenny, dopo aver perso il solito tempo a leggere le nuove scritte che si erano aggiunte al muro del bagno, aprì la porta tartassata da colpi incessanti
 
-Occupato! Un attimo…che cazzo…- ma per l’ennesima volta durante il corso della serata, gli occhi resi lucidi da tutto quel bere scesero ad incontrare la nuca di capelli chiari e disordinati e ancora più giù, fino ad allacciarsi a quelli di intenso blu di Grace, la quale nel riconoscerlo si portò una mano alla bocca per trattenere una risata
 
-Scusa…certo che pure tu eh, ho bussato per 5 minuti buoni, potevi rispondere!-
 
-Sempre la solita esagerata- Kenny liberò un sorriso –Saranno stati al massimo venti secondi-
 
Fecero a gara per spostarsi a destra e sinistra per liberare il passaggio, ma dopo cinque o sei tentativi andati a vuoto si arresero e scoppiarono a ridere, fin quando le risate non si affievolirono, a quel punto Kenny infilò le mani nelle tasche e si fece appena più serio
 
-Insomma Eric ci sta provando con te-
 
-Eh? Non credo proprio, anche fosse che fai, ci spii?- Grace si munì di una punta di acidità nel rivolgere la domanda al ragazzo davanti a lei
 
-Che c’è, non posso nemmeno guardarti adesso?- Davvero non era sua intenzione, eppure la sbronza aveva portato Kenny ad avvalersi di un tono risentito, cosa che Grace notò senza sforzo
 
-Puoi fare quello che ti pare Kenny, guardami, parlami, sta zitto, mettiti a ballare e fare le capriole, di certo non sono io che te lo impedirò. Certo però che mi pare proprio strano che tu stia qui a perdere tempo a guardarmi, mentre c’è Red che smania dalla voglia di saltarti addosso- lo sproloquio fu adornato da un sorriso candido, tagliente come la lama bollente di un coltello appena forgiato. Ma che bel sorriso, ma che labbra da mozzare il fiato e far vibrare le parti più peccaminose del corpo, pensò Kenny, nonostante tutto
 
-Lo sai che non sono mai stato capace di fare le capriole? Le verticali si, ma le capriole proprio no- alzò le spalle, lui –mi fanno paura-
 
E niente, Grace tornò a ridere dimenticandosi già del risentimento nei confronti di lui, così lo strattonò per un braccio –Allora forza! Fai una verticale!-
 
Kenny barcollò trascinandosi una risata dietro a quella melodiosa della californiana; anche quella aveva un tono diverso, pensò mentre si lasciava sballottare da lei –Ma qui non c’è abbastanza spazio…come cazzo faccio a fare la verticale…-
 
Grace si fece seria d’improvviso e gli dette l’ennesimo strattone –Credo in te Kenneth McCormick, so che ci riuscirai-
 
-Va bene, va bene- Kenny cominciò a smuovere il corpo come se si stesse preparando per una grande prestazione atletica –Ma non scommetto mai a vuoto biondina- e fece scrocchiare le dita delle mani –quindi mi devi assicurare una vincita nel caso, inoltre lo devi fare anche tu-
 
-Mi stai dicendo che oltre a darti un premio devo anche fare questa cosa?- Chiese Grace ondeggiando un po’, così Kenny ancora intento a riscaldarsi dinoccolato, annuì. Non fosse stato per tutto quel gin tonic Grace si sarebbe rifiutata, ma ormai era la sbronza a parlare al posto suo. Si strinse nell’angolino dell’anticamera del bagno e fissò il profilo di Kenny, che guardava il muro con estrema concentrazione, dopo di che virò appena il capo verso di lei –vado?-
 
-Vai-
 
Il ragazzo allungò le braccia per prendere le misure e dopo un paio di ondeggiamenti avanti e indietro, poggiò le mani a terra e con un unico slancio si esibì in una miracolosa verticale
 
-Oddio, ce l’hai fatta…ce l’hai fatta!- Grace iniziò ad applaudire esaltata e quando lui ridiscese e tornò in piedi, si lisciò i jeans e sorrise vittorioso. A quel punto prese il posto di lei
 
-Forza, sta a te-
 
La ragazza lo guardò con aria di sfida, così lo scimmiottò nel riscaldamento, generando un gran sghignazzamento
 
-Non ridere!- lo ammonì, senza riuscire a trattenere a sua volta una risata. Sentiva la testa girare, ma non avrebbe permesso a se stessa di fare una gran figuraccia davanti a Kenny, no davvero. Prese le misure ed in un attimo si ritrovo a testa in giù: percepì la minigonna a tubino arricciarsi appena sopra i glutei e la maglia a strisce salirle fin sopra l’ombelico. Ma c’era riuscita! Ricercò con l’occhio Kenny, che scoprì scorrerle il corpo con gli occhi e tanto le bastò per perdere l’equilibrio; non fosse stato per la prontezza del ragazzo nell’aiutarla a rimettersi in piedi, probabilmente sarebbe crollata su se stessa
 
-Ce l’abbiamo fatta!- stridulò eccitata mentre sfregava i capelli corti
 
-Ti sei salvata per un pelo, ma si, ce l’abbiamo fatta- la assecondò lui che l’aveva già tirata a sé per un polso. Risero mentre non la smettevano di fissarsi, risero quando lei passò le braccia intorno al suo collo e lui le strinse i fianchi. Sorrisero, infine, mentre iniziarono a barcollare stretti l’uno all’altra
 
-Mi merito la mia ricompensa- dichiarò serio Kenny
 
-Forza, quale sarebbe questa ricompensa?- chiese Grace
 
-Fra due settimane è il tuo compleanno o sbaglio?-
 
-Che memoria McCormick…sappi che non ho nessuna intenzione di tirare su festoni, ne ho avuto abbastanza, ho bisogno di riposo!-
 
Kenny arricciò ancora le labbra in un bel sorriso e poi negò col capo –Nessuna festa, però vorrei lo passassimo insieme. Te ed io Grace, almeno qualche ora-
 
In quel momento non avrebbe negato nulla a Kenny, nonostante la loro situazione complessiva non le andasse affatto a genio
 
-Potrei accettare…però non è un premio. Se deciderò di passare il mio compleanno con te è solo perché lo voglio io- sussurrò leziosa ed intanto le mani andarono a ricercare i capelli morbidi e chiari
 
Le dita sottili di Kenny passavano leggere dai fianchi alla schiena -Ci può stare, allora devi garantirmi un’altra cosa…mi devi o non mi devi una ricompensa?-
 
-Sentiamo…-
 
Ma prima che Kenny potesse parlare, la porta del bagno si spalancò e Kenny incrociò lo sguardo con Stan, che spalancò gli occhi appena si rese conto che l’amico e la cugina si tenevano stretti in quel modo che appariva molto distante da un abbraccio amichevole.
 
 
-Mi devi dire qualcosa?- Stan era entrato con la cugina in camera. Quando era entrato nel bagno e aveva visto quella scena aveva bisbigliato ai due che forse era il caso di tornare dagli altri, dato che gli amici cominciavano a chiedersi che fine avessero fatto. Fu molto cortese, non fece domande inopportune a Kenny ed attese di essere arrivato a casa prima di rivolgere quella domanda a Grace. La cugina fece un gran sospiro, così tirò Stan per la mano e con lui sedette sul letto
 
-Lo so, sto sbagliando tutto. Però ti assicuro che non è facile stare lontana da…ecco una persona che ti piace-
 
Quegli occhi così simili ai suoi la ispezionarono; Stan rimase per un po’ in silenzio, prima di poggiare una mano sulla spalla di Grace e stringere appena
 
-Ti piace davvero tanto?-
 
-Mh-mh- annuì lei, afflosciandosi in se stessa
 
-Senti Grace, io non credo che il problema sia che Kenny se la fa con Red. Fidati se ti dico che lo conosco come le mie tasche, siamo cresciuti insieme…Kenny è davvero ok, però non l’ho mai visto stare seriamente con qualcuno. Forse ha una vita talmente tanto difficile che non ha mai nemmeno provato a immergersi in una relazione, credo per paura di sobbarcare le persone di quei problemi che sono così tanto più grandi di lui-
 
Grace ascoltava Stan con vivo interesse, così lui continuò –Non hai idea di che bordello sia la sua famiglia, davvero. Lui ci è abituato e non è che se ne vergogni, però immagino debba essere difficile mostrare questo lato della sua vita a qualcuno…insomma quello che voglio dirti è che spererei non ti facessi illusioni con lui; Kenny è bravissimo a scappare dalle relazioni quando sente che la cosa stia diventando…importante ecco-
 
La ragazza sentì di tremare un po’ e con molto coraggio si sforzò di rispondere –Lui mi ha parlato della sua famiglia…l’ha fatto senza problemi Stan! Lo so che io non ho la sua stessa situazione, lo so che probabilmente pensa che nessuno potrebbe realmente comprenderlo…io sono benestante, è vero- alzò appena le spalle –anzi direi più che benestante, visto il lavoro di papà…però non ti dimenticare la mamma- lo disse con una punta di amarezza nella bocca e Stan sorrise tristemente al pensiero della zia –Lo so Grace…la zia…-
 
-Ti dico che è peggiorata molto negli ultimi tempi, per questo papà ha voluto che ci trasferissimo, non me l’ha detto chiaramente, ma immagino pensi che la vicinanza con la zia non le faccia che bene- passò una mano fra i capelli chiari e li scrollò con distrazione
 
-Sta tanto male?- Stan si sentì incredibilmente in colpa; da quando Grace si era trasferita non le aveva chiesto nulla a proposito di Eveline, perché pensava che la situazione fosse più o meno stazionaria e lo sapeva, che a Grace faceva male parlare della madre
 
-Non ti dico che è totalmente impazzita, ma ci siamo molto vicini…ha avuto l’ennesima crisi isterica prima che papà decidesse di mettermi su quell’aereo e lo psichiatra l’ha imbottita di medicine, sono così tante che non so nemmeno a cosa siano utili- Ammise in un sospiro
 
-Mi spiace niña, tu lo sai che io sono qui, non è vero? Puoi sfogarti quando ti pare, non ti devi tenere sempre tutto dentro-
 
Grace fece un grande sorriso ma lo sguardo era perso in un punto indefinito della stanza
-Grazie Stan…andiamocene a dormire ora, è tardissimo-
 
 
L’appartamento era illuminato dalla flebile luce della vecchia televisione che avevano nel salotto. Kenny chiuse pianissimo la porta dietro di sé e lanciò uno sguardo al padre, addormentato sul divano e circondato da lattine di birra vuote. Non tentò di svegliarlo ma si chiuse frettolosamente nella stanza che condivideva con Karen; si gettò sul letto ancora vestito e tirò fuori il suo cellulare. La testa era invasa da pensieri bellissimi ed orribili, che facevano a botte per conquistare il podio dell’attenzione. Rintracciò il contatto di Grace e digitò con foga tutto quello che non era riuscito a dirle per colpa dell’interruzione di Stan
 
Non sono riuscito a chiederti la mia ricompensa prima e non credo riuscirei a prendere sonno se non te lo dicessi. Allora eccoci qui: vorrei che stessi lontana da Eric, almeno fino al tuo compleanno; sono solo due settimane in fondo, però se sei una persona corretta (e io lo so che lo sei) devi rispettare i patti. Ci stai?
Buonanotte biondina, o buongiorno. Avrei continuato a fare le verticali in quel bagno tutta la notte.
   
 
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