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Autore: Rogigi07    19/03/2018    2 recensioni
Dopo soli cinque anni di matrimonio ed una bambina di tre, Bella ed Edward decidono di divorziare a causa di incompatibilità caratteriali. Edward si trasferisce a Seattle per un periodo di tempo, lasciando Bella e sua figlia Renesmee a vivere a casa dei suoi genitori. Cosa succederà tra Bella ed Edward, quando quest’ultimo farà ritorno a Forks in pianta stabile?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 2 - Pov. Bella.

Apro gli occhi sbattendo per un paio di volte le palpebre cercando di abituarmi alla luce del giorno, mi stiracchio pigramente oggi finalmente è Domenica e posso godermi un po’ di meritato riposo. La settimana appena finita è stata davvero massacrante, mai da quando faccio la wedding planner ho organizzato così tanti matrimoni in una sola settimana. Mi alzo dal letto sbadigliando rumorosamente, la casa è silenziosa segno evidente che Esme e Carlisle sono usciti e sicuramente Nessie è con loro. Arrivata in cucina infatti trovo un post-it sul frigorifero e la tavola apparecchiata, stacco il post-it e lo leggo sedendomi sulla penisola della cucina
“Bella tesoro, siamo usciti a fare un po’ di spesa, la bambina è con noi. Ps: Ti ho preparato la colazione, il tuo cappuccino è nel microonde devi solo scaldarlo, buongiorno per quando ti sveglierai. Esme.” Sorrido bonariamente, la mia mamma chioccia! Faccio partire il microonde e nel giro di pochi secondi il mio cappuccino è caldo, ma non appena sto per sedermi di nuovo a tavola sento il telefono di casa squillare. Di mala voglia mi dirigo in salotto per rispondere
- Pronto casa Cullen chi parla? - rispondo con voce squillante
- Bella? - Una voce che conosco bene esordisce con tono stupito dall’altra parte della cornetta, tra tante persone che potevano chiamare a casa, proprio in quel momento che non c’era nessuno doveva chiamare Edward?
- Ciao Edward, tua madre non c’è le dirò che hai chiamato - dico veloce pronta a riattaccare
- No, no aspetta! - mi intima lui quasi urlando, d’istinto sbuffo ma che vuole da me adesso?
- Cosa c’è? - gli chiedo palesando il mio fastidio
- Sto tornando a casa - mi dice solamente, senza fare giri di parole. Sta tornando a casa? E per quale motivo?
- E per quale motivo? - chiedo dando voce ai miei pensieri - Ho delle faccende da sbrigare a Forks e poi vorrei stare con Renesmee, sai è anche figlia mia! - dice con tono ironico
- Ma dai? Te ne ricordi presto! - ribatto piccata usando il suo stesso tono ironico
- Bella, non mi pare il caso di discuterne per telefono, nel tardo pomeriggio sarò a casa e parleremo di tutto ciò di cui c’è da parlare - mi ammonisce, parlare? Io non ho alcuna intenzione di parlare con lui
- Edward che sia chiaro, se vieni per tua figlia, per la tua famiglia o per qualsiasi altro motivo va bene, ma io e te non abbiamo nulla da dirci. Dirò a tua madre che stai arrivando. Buon viaggio! - dico attaccando velocemente il telefono prima che possa ribattere. Fantastico! Ci mancava solamente il ritorno di Edward adesso, sbuffo rumorosamente tornando in cucina, il mio cappuccino si è nuovamente raffreddato e con lui anche la voglia di mangiare. Dopo aver fatto, a fatica, colazione mi concedo una doccia calda per calmare i nervi, d’altronde dovevo aspettarmelo che prima o poi sarebbe tornato, è giusto che stia un po’ con Renesmee, ma la cosa proprio non mi va giù! Torno in camera appena in tempo per sentire mia figlia chiamarmi dal piano di sotto, velocemente mi vesto e scendo a salutare la mia famiglia
- Mammina, mammina ho una grande notizia da darti!! - mi dice Nessi saltandomi al collo super felice
- Dimmi tesoro, cosa è successo come mai tutta questa felicità? - le chiedo abbassandomi alla sua altezza
- Sta tornando papà! - mi dice euforica, come fa a… Alzo gli occhi su di Esme che mi osserva con uno sguardo tra il preoccupato ed il curioso
- Mi ha telefonato poco fa - mi dice come se avesse capito cosa stavo pensando
- Si, ha chiamato anche quì - le dico scocciata dirigendomi in cucina. Esme mi segue poco dopo, non prima di aver distratto Renesmee con il dvd di Raperonzolo.
- Bella, so che non è facile ma dovete cercare di andare d’accordo, fatelo per la bambina - mi dice con tono dolce, la mia Esme è in apprensione. Da una parte la capisco Edward è sempre suo figlio, non ho alcun diritto di arrabbiarmi, dopotutto questa è casa sua.
- Lo so Esme, Edward ha tutto il diritto di stare con Nessie, ma il fatto che per due anni se ne sia quasi fregato mi manda in bestia! - sputo fuori la mia frustrazione lasciandomi andare a peso morto su una sedia
- Lo capisco Bella, anche io sono molto arrabbiata con Edward, lo sai. Non ho mai condiviso il modo in cui ti ha trattata negli ultimi mesi di matrimonio e soprattutto, non ho condiviso la sua decisione di trasferirsi a Seattle, ma Edward è fatto così, è così sin da bambino. Purtroppo è impulsivo e credimi, sua figlia è esattamente come lui! - mi dice cercando di smorzare la tensione facendomi sorridere
- Sono preoccupata Esme - le dico sinceramente guardandola negli occhi
- Di cosa? - mi chiede mettendomi un braccio intorno alle spalle
- Di tutto, della situazione. Non voglio che Renesmee soffra - sospiro frustrata e avvilita, Esme dal canto suo si limita ad abbracciarmi cercando di infondermi un po’ di tranquillità. Il pranzo scorre tranquillo tra una chiacchiera e l’altra, Nessie non sta più nella pelle non vede l’ora di abbracciare il suo papà, ma tanta è l’euforia di mia figlia, altrettanto è il nervoso che provo nel sapere che Edward a breve sarà a casa. Non so neanche io perché la sto vivendo così male, ero preparata al fatto che prima o poi sarebbe tornato, ma un conto è pensarlo, un conto è viverlo. Mia figlia sembra accorgersi del mio stato pensieroso
- Mamma non sei contenta che il papà sta tornando? - mi chiede a bruciapelo lasciandomi senza parole
- Certo che sono contenta - le dico non troppo convinta sperando che ci creda
- Anche io lo sono, tanto, tanto! - mi dice saltando dalla felicità, somiglia molto ad Alice sotto questo punto di vista. Sorrido della spensieratezza di mia figlia e mi dirigo in cucina per preparare il caffè. Sto per riempire le tazzine giusto il tempo per sentire la serratura scattare, d’improvviso sento salirmi l’ansia, il cuore cominciarmi a martellare nel petto, le mani mi tremano e le gambe sembrano non volersi muovere, respiro lentamente cercando di regolare i battiti frenetici del mio cuore pronta a fare il mio ingresso in soggiorno. Ed ecco che lo vedo lì, in piedi, nel mezzo del salotto con sua figlia in braccio che si guardano con un amore così grande e smisurato da non poter spiegare a parole ed è qui, che all’improvviso mi passa tutta la rabbia e la frustrazione nei suoi confronti. Non posso impedire a mia figlia e a suo padre di viversi. Poggio con attenzione il vassoio sul tavolinetto del soggiorno cercando di non far cadere nulla, quando sento la presenza di qualcuno dietro di me, trasalisco e prendo una tazzina facendo finta di niente ma non appena mi giro, trovo due pozze verdi fissarmi con intensità
- Ciao - mi dice senza smettere di fissarmi, sento la salivazione a zero. Dopo tanti anni i suoi occhi sono ancora in grado di destabilizzarmi
- Ciao Edward - lo saluto cercando di mantenere un tono calmo
- Tutto bene? - mi chiede, quasi in imbarazzo. Ed in effetti è quasi imbarazzante come due persone che sono state sposate adesso non sappiano cosa dirsi
- Alla grande e tu? - domando spostando il peso da una gamba all’altra, per poi sedermi sul divano con ancora la tazzina in mano
- Non c’è male - mi risponde prendendo una tazzina dal vassoio. C’è talmente tanta tensione nell’aria che si potrebbe tagliare con un coltello, fortunatamente Carlisle interviene in mio aiuto, santo subito mio suocero!
- Allora figliolo, come vanno gli affari a Seattle? - gli chiede sedendosi sulla poltrona
- Vanno bene papà, da Seattle ho controllato spesso anche i tabulati dell’azienda di Forks, Bella ha fatto veramente un gran lavoro. Le percentuali sono aumentate notevolmente da quando è la wedding planner della nostra società - Dice puntando lo sguardo su di me in modo professionale, ecco che cambia personalità. Un attimo prima è Edward imbarazzato, adesso è Edward professionale
- Oh puoi dirlo forte caro, non c’è giorno in cui non mi penta di aver dato quel posto a Bella! - gli dice Esme, sedendosi sul bracciolo della poltrona dov’è seduto suo marito. Alzo lo sguardo su di loro ed improvvisamente mi sento di troppo, così mi alzo dal divano con la scusa di controllare Nessie in camera.
- Ness? - La chiamo entrando in camera per attirare la sua attenzione, mia figlia si trova sul tappeto intenta a pettinare la bambola che le ha portato suo padre da Seattle, la guardo rapita e penso a quanto somigli ad Edward, dal colore di capelli agli occhi
- Mammina guarda! La bambola che mi ha portato papà ha i capelli morbidissimi - mi dice facendomi cenno di toccare la bambola, mi avvicino sorridendo e sedendomi accanto a lei
- Si è vero, sono molto morbidi - le dico facendole una carezza sulla testa
- E’ permesso? - Una voce alle nostre spalle attira la nostra attenzione
- Papi! - Renesmee si alza da terra e corre in braccio a suo padre, d’istinto sorrido e mi avvicino a loro un po’ in imbarazzo - Papà andiamo a prendere il gelato? - gli domanda mia figlia facendo gli occhioni da cucciolo
- Ness tuo padre è appena tornato da Seattle, sarà stanco forse vuole riposarsi - le dico riprendendola bonariamente
- Oh non preoccuparti, non sono stanco - mi risponde Edward guardandomi negli occhi tenendo in braccio Nessie, di risposta faccio spallucce e quando sto per tornare in salotto mia figlia mi blocca
- Mamma vieni anche tu!? - mi chiede facendo anche a me gli occhioni da cucciola, alla quale sa benissimo non so dire di no, ma l’idea di uscire con lei ed Edward non mi alletta più di tanto e lui sembra accorgersene
- Tesoro non ti va di passare un po’ di tempo con il tuo papà? - Le chiede sorridendogli sghembo, Renesmee dal canto suo, totalmente rapita da suo padre annuisce senza fare storie
- Nessie, la mamma oggi ha delle cose da fare ti prometto che la prossima volta verrò con voi a prendere il gelato - Le dico lasciandole un bacio sulla guancia e avviandomi in cucina.
Edward e Renesmee sono usciti da un po’, nel frattempo io ne approfitto per rilassarmi sul divano, oggi mi sento più stanca degli altri giorni e pensare che non ho lavorato! Il fatto che Edward sia di nuovo a casa mi mette un po’ di ansia, ho paura che Nessie possa abituarsi all’idea di vederci insieme e quando suo padre farà ritorno a Seattle possa restarci male. L’ultima cosa che voglio è che mia figlia soffra, Esme ha ragione, devo cercare di mettere da parte la rabbia infondo Edward starà qui solo qualche giorno e non è giusto che gli rovini le giornate discutendo. Sospiro pesantemente lasciandomi andare sul divano cadendo in un sonno profondo.
Mi sveglio disturbata dalle voci di sottosfondo, apro piano gli occhi cercando di abituarmi alla luce e quello che vedo mi lascia letteralmente senza fiato, Edward seduto sulla poltrona con nostra figlia seduta in braccio a lui che ride a crepapelle mentre lui gli fa il solletico, resto qualche secondo a fissarli fin quando Edward si accorge di me
- Ben svegliata - mi dice sorridendo sghembo, quel sorriso che amavo tanto quando eravamo sposati e che lui riservava solo a me, scuoto la testa come a scacciare quei pensieri tristi e mi tiro su a sedere
- Siete tornati da molto? - gli domando ancora con la voce impastata mentre Nessie mi salta letteralmente addosso
- Mamma lo sai che ho mangiato un gelato davvero buono!? - mi dice mia figlia attirando la mia attenzione, facendomi sorridere
- Davvero? E che gusti hai preso? - Le domando curiosa
- Panna e fragola! - mi risponde entusiasta
- Tua figlia è una gran golosa, su questo ha ripreso da te - dice Edward guardandomi intensamente, sorrido tornando a guardare Nessie che è impegnata a raccontarmi tutto quello che hanno fatto lei e suo padre durante il pomeriggio. Vederla felice per me è un toccasana, da quando io ed Edward ci siamo separati la mia più grande paura è sempre stata la sua felicità. Ness è molto attaccata al padre e non è stato facile spiegarle perché non stesse sempre con noi. Tra una chiacchiera e l’altra anche la cena passa in maniera tranquilla, ogni tanto mi è toccato sgridare Nessie e suo padre perché la bambina non voleva mangiare visto che Edward le ha fatto mangiare quantità spropositate di gelato, ma alla fine ha finito tutto senza fare più storie e dopo essersi messa il pigiama e lavata i dentini, ha trascinato suo padre nella stanza da letto per farsi leggere la favola, di solito è una cosa che faccio io ma dato che Edward non c’è mai, questa volta gli ho lasciato l’onore. Dopo un tempo indefinito vedo Edward scendere le scale passandosi una mano tra i capelli, venendo verso di me
- Bella, possiamo parlare? - mi domanda quasi con timore
- Edward, senti prima che tu possa dire qualsiasi cosa volevo chiederti scusa - mi guarda sbigottito come se avessi detto chissà quale eresia - sì lo so, fa strano anche a me, ma so riconoscere quando sbaglio e stavolta ho sbagliato. Non ho nessun diritto di rovinarti i pochi giorni che passerai qui con tua figlia per litigare con me - gli dico non togliendogli mai gli occhi di dosso
- Come scusa? - mi domanda confuso
- Dai Edward non farmelo ripetere di nuovo sai quanto mi costa chiedere scusa - sospiro frustrata
- Non ce n’era bisogno comunque, capisco la situazione e volevo parlarti proprio di questo. Nessie oggi mi ha detto più volte che le sarebbe piaciuto che ci fossi stata anche tu a prendere il gelato con noi, capisco che questo possa causarti problemi, ma dobbiamo fare uno sforzo per nostra figlia… - mi dice guardandomi dritto negli occhi, nei suoi occhi leggo la sincerità e l’amore con cui parla di Nessie e questo mi fa battere il cuore. Ha ragione, come hanno ragione tutti, mi sto comportando da bambina egoista, sospiro dinuovo
- Hai ragione Edward, non è una situazione facile per me, ma ne va del bene di Nessie - dico abbassando lo sguardo sentendomi in colpa
- Grazie Bella… Buonanotte - mi dice per poi lasciarmi da sola, in mezzo alla sala con una miriade di cose a vagarmi per la testa.
  
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