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Autore: eliseCS    20/03/2018    2 recensioni
[Questa ff resta fedele alla serie tv fino alla prima stagione, già sul finale ci sono cambiamenti]
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Eleven vince contro il Demogorgon e viene successivamente trovata da Hopper ma i due sono poi costretti a lasciare Hawkins.
Nessuno sa che lei è ancora viva e per undici anni la vita di tutti va avanti normalmente finchè dopo un brusco risveglio l'incubo sembra cominciare di nuovo.
Perchè a quanto pare anche l'Upside Down stava solo dormendo, recuperando le sue forze per l'attacco successivo.
E poi... beh, per sapere cosa succede dopo dovrete leggere, no?
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[Primo tentativo di scrittura in questo fandom - nel quale non mi sarei mai immaginata di scirvere.
I capitoli saranno pubblicati ogni due settimane, probabilmente il lunedì.
Auguro buona lettura sperando che a qualcuno possa piacere questa "cosa".
E.]
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Hopper, Mike Wheeler, Un po' tutti, Undici/Jane, Will Byers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 10
 
 
 
Dolore.
Questo 
stava provando in quel momento.
C’era solo quello: dolore intorno a lei, dolore dentro di lei... la sua testa...
 
I tre burattini l’avevano immobilizzata in meno di un battito di ciglia e lei non aveva neanche opposto resistenza
Se quello era il prezzo da pagare affinchè Luke, Will, Dustin e Mike venissero lasciati in pace che la prendessero pure, non le importava.
Aveva però capito quanto fosse stata stupida e ingenua quando alla fine avevano cercato di entrare nella sua testa come avevano evidentemente fatto con i tre ragazzi.
Sarebbe diventata anche lei un burattino, ma le conseguenze sarebbero state molto più catastrofiche.
Come in una visione aveva visto quello che le avrebbero fatto fare: brecce aperte in ogni dove, il mondo che conosceva trasformato in una copia dell’Upside Down, le persone rese schiave da... qualsiasi cosa fosse quel mostro che aveva provocato tutto.
Non poteva permetterlo.
Avrebbe lottato e avrebbe sconfitto quella cosa una volta per tutte; avrebbe chiuso tutte le brecce e fatto in modo che il Sottosopra e le creature che lo infestavano non interferissero mai più con le loro vite.
Lei in primo luogo era stata a dare inizio a quella faccenda e lei l’avrebbe conclusa.
 
Potè quasi percepire il ghigno che quei suoi pensieri provocarono alla creatura nonostante non avesse un volto.
Per un istante la presa sulla sua mente sembrò quasi allentarsi, solo per tornare più forte e opprimente di prima il secondo dopo in un’esplosione di dolore che la fece urlare nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per trattenersi fino a quel momento.
Io sono il Burattinaio, mia cara Eleven. E non c’è niente che tu possa fare per resistermi, recitò una voce nella sua testa.
 
Almeno lasciali andare, loro non hanno fatto niente, implorò capendo già come sarebbe andata a finire.
Mi dispiace Mike, perdonami.
Fu il suo ultimo pensiero lucido prima che tutto diventasse nero.
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Quella mattina quando si era svegliata Joyce aveva reputato strano non trovare Hopper sul divano che ancora russava.
La sua sorpresa era in ogni caso aumentata quando alla fine aveva trovato l’uomo addormentato sulla vecchia poltrona in camera di Jonathan in palese posizione di sorveglianza nei confronti di Mike che invece era letteralmente ammanettato al letto.
Tutto quello prima di realizzare che se era così buio a quell’ora del mattino non era perché le tende erano ancora chiuse ma per un altro motivo.
A quel punto i due addormentati furono svegliati dal suo grido di sgomento.
Joyce aveva avuto le sue buone ragioni per reagire in quel modo: la vista che si vedeva fuori dalla finestra non era di certo quella a cui erano abituati.
Con un brivido a corrergli lungo la schiena, dopo che Hopper lo ebbe liberato, Mike dovette riconoscere che quello che si trovavano davanti era l’esatta descrizione che undici anni prima Will gli aveva fatto dell’Upside Down.
 
Barricarono come poterono porte e finestre per poi riunirsi in salotto.
Peccato che nessuno, arrivati a quel punto, avesse la minima idea di cosa fare.
Joyce ebbe se non altro il buon senso di non chiedere dove fosse Eleven, sapeva già che la risposta non le sarebbe piaciuta.
Mike dal canto suo accese il televisore sintonizzandolo in modo che lo schermo sfarfallasse in bianco e nero con il suo tipico ronzio di sottofondo.
Dopo quasi mezz’ora in cui nessuno osò aprire bocca tutti e tre sobbalzarono all’improvviso battere di colpi sulla porta d’ingresso.
La loro incredulità raggiunse il massimo quando però a quel rumore si aggiunsero anche delle voci, tre per l’esattezza, che imploravano di farli entrare.
Dopo un rapido scambio di opinioni la porta venne aperta e la canna della pistola di Hopper incontrò gli sguardi sollevati e allo stesso tempo spaventati di Will, Lucas e Dustin.
Tutti e tre erano ricoperti da capo a piedi da una specie di gelatina che aveva fatto incollare i vestiti ai loro corpi – e nel caso di Dustin e Will anche i capelli erano tutti appiattiti sulle loro fronti – dando l’idea che avessero appena ricevuto una secchiata d’acqua addosso, o che fossero passati attraverso una breccia...
Mike guardò il migliore amico incredulo: “Will? Sei davvero tu?” domandò.
Joyce fu più veloce di lui a fiondarsi addosso al figlio e stritolarlo in un abbraccio soffocante nonostante le sue condizioni e l’esclamazione contrariata di Jim che non aveva ancora abbassato la pistola.
Visto che Will in quel momento era impegnato Mike si rivolse agli altri due salutandoli a sua volta entrambi con uno stretto abbraccio noncurante della sostanza che li ricopriva.
 
“Ragazzi come... come avete fatto a liberarvi?” domandò legittimamente.
“È quello che vorremo sapere tutti” aggiunse l’ex sceriffo – Joyce era riuscita a convincerlo a riporre l’arma – invitando tutti a rientrare in casa sperando di non aver aperto la porta ad ulteriori guai.
“Non lo sappiamo! Ci siamo risvegliati, coperti da questa roba, giusto fuori dai Laboratori” rispose Dustin.
Qualcosa deve essere successo però, visto che qualcuno nella nostra mente, o almeno nella mia, ha detto che non gli servivamo più...” aggiunse Lucas.
Will sembrava chiuso nel suo mutismo.
“Will, non è stata colpa tua, toglitelo dalla testa” esclamò Mike immaginando cosa stesse pensando.
“Come potrebbe essere colpa tua tesoro?” Joyce rincarò la dose. “Abbiamo tempo per parlare, andate a cambiarvi adesso: tra i vecchi vestiti di Jonathan e quelli di Will sono sicura che troverete tutti qualcosa da mettere”
 
Quasi un’ora più tardi, tutti docciati e con vestiti puliti addosso – Mike e Joyce inclusi – i ragazzi sembravano aver recuperato almeno in parte il buon umore, trasmettendolo anche a Mike e Hopper.
L’unico che non partecipava alla felicità collettiva dell’essere di nuovo tutti insieme era Will.
“Andiamo amico, solo perché sei stato il primo ad essere preso non vuol dire che questa situazione sia colpa tua” cercò di risollevarlo Luke.
“Come non è stata colpa tua nemmeno undici anni fa, chiaro?” puntualizzò Dustin.
Mike era sul punto di dire la sua ma Will scoppiò.
“Avete visto cosa c’è là fuori o siete ciechi?”
“Certo che abbiamo visto, Will. Ma come hanno detto gli altri non è colpa tua... non sei stato tu a ridurre Hawkins così, ma qualunque sia la creatura che vi ha catturati” rispose pacatamente Hopper cercando di raffreddare i toni.
“No”
Cinque paia di occhi lo guardarono interrogativi.
“Il mostro che ci ha preso da solo non avrebbe mai avuto il potere di fare questa cosa. Gli sarebbe servito qualcos’altro. Qualcun altro”
Dustin e Lucas sembrarono ricordarsi all’improvviso di qualcosa.
Il riccio fu il primo a riprendersi: “Non è colpa tua in ogni caso” ripetè. “Certo, sarà anche venuta per salvare noi, forse, ma non credo che nessuno l’abbia costretta a farlo...” aggiunse Lucas.
“Aspettate un attimo... state parlando di Eleven? Cos’è successo? L’avete vista?”
Lucas e Dustin abbassarono lo sguardo mentre Will sembrava sul punto di mettersi a piangere.
“È colpa mia perché l’ho chiamata io. Quando sono stato rapito. È stata la prima cosa che ho fatto, mi è venuto istintivo pensare a lei e chiederle aiuto. Ancora prima di capire che riportare Eleven a Hawkins era esattamente quello che il Burattinaio voleva” confessò il ragazzo alla fine accasciandosi sul divano. “Noi eravamo solo esche, lei si è offerta al posto nostro senza pensarci due volte, e lui sapeva che lo avrebbe fatto...”
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Alla fine erano usciti di casa: non aveva senso restare chiusi dentro con le mani in mano.
Dovevano come minimo andare in città per rendersi conto dell’entità dei danni.
In realtà tutti avevano ritenuto che uscire fosse una buona idea perché non avevano il coraggio di restare a guardarsi a vicenda ammettendo silenziosamente che nessuno aveva la minima idea di come salvare Eleven.
Mike ormai aveva perso il conto di quante volte si fosse dato dello stupido idiota nell’ultima ora.
 
Il panorama cittadino era a dir poco apocalittico.
L’espansione dell’Upside Down al loro mondo non si era limitata solo all’area boschiva ma aveva coinvolto anche quella urbana.
Strade, palazzi, macchine, tutto sembrava essere stato trasformato e adattato agli standard del Sottosopra.
Tutto intorno a loro era invaso dal silenzio, spezzato di tanto in tanto d scricchiolii sinistri e fruscii provocati da qualsiasi cosa fosse quello che aveva invaso la città.
Ma la cosa più sconcertante era la mancanza completa di persone.
Loro sembravano essere gli unici esseri umani rimasti in circolazione, che fine avessero fatto gli abitanti di Hawkins non gli era dato saperlo.
In più, pur non avendo idea di come fosse possibile, tutti loro avevano la precisa impressione che quel fenomeno fosse in qualche modo in espansione: l’Upside Down non si sarebbe accontentato di invadere Hawkins ma avrebbe ben presto allungato i suoi tentacoli e i suoi tralci oltre i confini della cittadina.
 
“Dobbiamo tornare ai Laboratori” sorprendentemente a parlare era stato Will. “Da Eleven”
“Non possiamo tornare lì così, come se niente fosse. Ci serve un piano” tentò Dustin, neanche lui convinto fino in fondo di quello che stava dicendo.
“E a cosa ci servirebbe un piano? Tanto mi risulta che comunque non funzionano mai! E poi nel caso non l’aveste notato siamo rimasti solo noi: sono tutti spariti, Hawkins assomiglia sempre più al Sottosopra ogni minuto che passa e dubito che questa cosa si fermerà per magia ai confini della città. Elaborare un piano ci farebbe solo perdere tempo per cercare di arrivare da El il prima possibile. E anche se dovesse andare male, beh: non credo che a questo punto ci sia rimasto nulla da perdere”
 
 
Dopo una camminata che a tutti loro sembrò interminabile riuscirono finalmente a raggiungere l’Hawkins National Laboratory.
Il pick up di Hopper li aveva abbandonati a meno di metà strada e procedere a piedi non era stato molto semplice visto i continui mutamenti dell’ambiente circostante.
Nessuno l’aveva detto ad alta voce per evitare di attirare ancora più sfortuna, ma l’assenza di Demogorgon e mostri vari lungo il loro cammino, per quanto sospetta, li aveva abbastanza sollevati.
 
Gli edifici del laboratorio erano pressochè irriconoscibili, e se già il complesso incuteva timore di suo prima, adesso, dopo le ultime modifiche, si andava oltre qualsiasi descrizione.
Peccato che per i ragazzi quella vista non fosse affatto nuova: era la copia esatta del disegno di Will, solo che quando lo avevano trovato avevano pensato che quella fosse una rappresentazione dell’Upside Down, non del loro mondo.
Riuscirono a forzare una porta protetta da tralci di vegetazione alquanto combattivi dopodichè si trovarono ad accendere subito le torce – che per fortuna funzionavano ancora – che avevano portato con loro essendosi ritrovati completamente al buio dopo che la porta si fu richiusa.
Avanzare con solo quei deboli fasci di luce non era esattamente il massimo – dopotutto nessuno di loro aveva tanta dimestichezza con quei corridoi da potersi orientare così bene – ma se non altro sapevano qual era il loro obiettivo: dovevano scendere.
Capirono che stavano procedendo nella giusta direzione quando la temperatura cominciò progressivamente ad abbassarsi portandoli a ringraziare il fato che, essendo novembre, erano comunque già vestiti abbastanza pesanti.
Si stavano avvicinando.
Avrebbero però dovuto prevedere che era stato troppo facile.
 
La prima a lampeggiare e poi spegnersi fu la torica di Joyce.
Prima che potessero fare qualcosa ci fu un fruscio, uno spostamento d’aria, un lampo di luce rossa e la torcia cadde a terra: colei che la stava tenendo in mano fino ad un attimo prima era sparita.
Will non ebbe neanche il tempo di urlare “Mamma!” che la stessa sorte era toccata anche a Hopper.
I quattro ragazzi rimasti si strinsero tra loro, e solo dopo qualche minuto, quando furono sicuri che nessuno sarebbe sparito almeno per il momento, si decisero a continuare.
Scesero ancora, continuando a rabbrividire per il freddo, finchè non poterono più andare avanti.
L’enorme porta che si trovavano davanti aveva un aspetto massiccio e invalicabile.
Era in acciaio, probabilmente blindata, e il lettore elettronico situato accanto che in qualche modo sarebbe servito per farla aprire era stato ridotto ad un groviglio di cavi penzolanti dalla parete quando il congegno era stato evidentemente distrutto.
Stavano già per cominciare a lamentarsi di essere bloccati dopo tutta la strada che avevano fatto quando la porta si aprì con forte stridore metallico.
Mike si guardò la mano stranito: l’aveva appena toccata con la punta delle dita.
Adesso che la porta era aperta il corridoio era stato inondato dalla forte luce proveniente dall’interno della stanza.
 
I quattro ragazzi restarono a bocca aperta davanti alla breccia più grande che avessero mai visto, ma la loro attenzione venne subito spostata su qualcos’altro.
Sulle pareti era proiettata quella stessa ombra mostruosa che Will aveva riprodotto nel suo disegno; seguendone la figura, spostando lo sguardo, i loro occhi arrivarono ai piedi di qualcuno che era davanti a loro al centro della sala.
 
Eleven.













Buon pomeriggio!
Mi scuso infinitamente per il ritardo, ma questa volta si è trattato davvero di  cause di forza maggiore.
Come vi avevo detto nell'avviso che ho postato brevemente ieri, siamo stati senza elettricità per più di 24 ore... per fortuna si è risoltuo tutto. In tutto questo io dopo la notte mi sono svegliata alle quattro (di pomeriggio) e tra dieci minuti devo tornare a prepararmi perchè sono di turno di nuovo stanotte.
Ma bando alle ciance. Ormai stiamo volgendo verso la fine della storia; Will, Lucas e Dustin sono 'tornati indietro' ma a quale prezzo?
Ora, io lunedì prossimo ho il volo in quanto torno a casa per le vacanze di Pasqua, e per il 2 aprile sarò ancora via.
Per questo motivo questa volta non vi darò una data precisa di quando riuscirò ad aggiornare, dico solo che farò del mio meglio per non lasciarvi due settimane intere senza aggiornamenti (vabbè, male che vada ci si rvede il 9 aprile...)
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate; ringrazio di cuore 
Elgul1DemaDema e  HermioneRiddle che hanno recensito lo scorso capitolo (un bacio a tutte e tre! <3)
Alla prossima!
E.


 
P.S. Dopo la decima volta che ho cercato di caricare il capitolo e che EFP non funziona mi sono sentita in dovere di farvi sapere che ogni ulteriore ritardo non dipende da me. Per darvi l'idea la prima volta che ho provato erano le 17:15. Attualmente, alle 17:27 ancora non me lo carica...
   
 
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