Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    24/03/2018    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Ora o mai più

Nel salotto di casa di Sonia Kupfer si udì un suono sordo, poi un tonfo.
Junker aveva appena freddato la donna.
Mathias Wust per un attimo restò come paralizzato sul posto.
“Ma…ma…l’hai uccisa…tu sei…sei…” balbettò l’uomo confuso e stordito da tanta crudeltà.
“Scusa, ma nei miei ambienti i sentimenti sono pericolosi. Sono sicuro che prima o poi avrebbe ceduto, ha mantenuto il silenzio per quindici anni, ma ora” Junker cominciò a gironzolare per la stanza tenendo sempre sotto tiro Wust “Povera Sabine, cominciava ad avere qualche ripensamento, percepivo queste sue inquietudini nelle telefonate, dai nostri incontri sempre più sporadici, era questione di poco e avrebbe vuotato il sacco…come Porfidier”
“Maledetto bastardo” ringhiò Wust” Quindi lo hai ucciso tu!!! Ne ero sicuro”
“Non proprio io” confutò Junker “Ma uno dei miei uomini, che ha anche provveduto a far sparire ogni traccia del mio coinvolgimento nell’assassinio della tua mogliettina, del suo collega e naturalmente di Porfidier…nel in caso ci fosse stato qualcuno che avesse voluto cercare prove contro di me”
“Quindi dopo la mia evasione ti sei sentito minacciato e così hai pensato bene di eliminare tutti i possibili testimoni” replicò Wust.
“Esatto, e ora toccherà anche a te e anche a quei due sbirri dell’autostradale, non so dove tu li abbia pescati, ma poverini non credo che torneranno a casa vivi”
“Sai posso capire l’uccisione dell’avvocato, di mia moglie, del suo collega, ma la Kupfer” lo sfidò Wust, cercando al contempo una soluzione per uscire sano e salvo da quella disperata situazione “A meno che non abbia cominciato a ricattarti vedendosi in pericolo dopo la mia evasione”
“Tzè, quella era una delle mie amanti, mi faceva comodo, tua moglie si fidava di lei, che madornale errore” replicò mellifluo Junker.
“Una??? Dovresti saperlo che una donna tradita cerca solo vendetta” lo sfidò Wust.
“Esattamente, è per questo che l’ho eliminata, poi farò sparire tutte le eventuali prove che ha in casa questo però dopo aver fatto fuori anche te”

Nel tentativo estremo di salvarsi la vita, Wust cercò di disarmare in qualche modo Junker, tentò di prenderlo in contropiede prima che potesse esplodere un colpo. Prese la prima cosa a portata di mano, un grosso vaso di cristallo rimasto miracolosamente intatto dopo la violenta sparatoria e lo scagliò contro Junker che, nel tentativo di schivarlo finì contro una credenza finendo a terra.
Poi velocemente, Wust uscì di casa dileguandosi per le strade di Cottbus.

“Maledizione!!!” sbraitò in mezzo la strada Junker dopo essersi rialzato da terra ed essersi letteralmente catapultato fuori dalla casa “Comunque non ha importanza, resta sempre la tua parola contro la mia, prove non c’è ne sono e tu sei un assassino, in fuga tra l’altro, e se non ti ucciderò io…ci penseranno gli sbirri nel tentativo di riacciuffarti” ma prima di lasciare la casa di Sonia Kupfer Junker fece una telefonata.
“Capo?” rispose una voce dall’altro capo della linea.
“Amber sono io, vieni immediatamente a prendermi” ordinò Junker “Porta con te anche Derrik, terrà d’occhio la casa della Kupfer”
“Sì capo” replicò Amber.
“Un’altra cosa” continuò Junker “Derrik dovrà stare attento a non dare troppo nell’occhio, presto arriverà la polizia, richiamata da qualcuno che avrà sicuramente sentito qualche sparo. Purtroppo Wust è ancora vivo e se non riuscirà ad avvisare gli sbirri di Colonia, presto anche loro torneranno qui. Non vedendolo saranno loro ad andare da lui, quindi Derrik dovrà pedinarli. Così prenderemo due, anzi tre piccioni con una fava. Metteremo a tacere una volta per tutte tutti i testimoni”
“Agli ordini capo, fra pochi minuti saremo lì”

Mathias Wust sfuggì alla furia omicida di Junker nel medesimo istante in cui Ben e Semir riuscirono a fermare l’auto con a bordo i sicari che avevano cercato di ucciderli poco prima a casa di Sonia Kupfer.
Il loro arresto fu abbastanza semplice.
Nel tentativo di schivare un camion che stava facendo manovra i due sicari erano andati a impattare violentemente contro un muretto di cinta di un palazzo.
I due ne erano usciti malconci, ma miracolosamente vivi.
“Che ne facciamo di loro, nei sedili posteriori potrebbero causarci non poche grane…” delucidò Ben dopo aver ammanettato uno dei due.
“Non ti preoccupare socio, nel bagagliaio c’è posto a sufficienza” replicò sarcastico Semir, poi ragionandoci su ebbe una folgorante pensata.
“Avrei una mezza idea” propose Semir arricciando un po’ il naso “Ti ricordi quella volta che estorcemmo in maniera non proprio da manuale quella confessione... consegnammo alla polizia quel malvivente…io avevo chiesto il trasferimento all’LKA…”
“Come dimenticarlo socio…” replicò Ben con un smagliante sorriso.
Sarebbe stato impossibile dimenticare il fatto.
Ben e Semir in uno scantinato di un ristorante avevano arrestarono un individuo. L’uomo avvalendosi della facoltà di non rispondere fu ammanettato alla portiera della macchina di servizio di Semir e costretto per alcuni chilometri a correre accanto all’auto. Certo la velocità non era ovviamente sostenuta, ma sufficiente a sfiancare il malvivente e farlo confessare.
“Ecco io direi di portarli in una strada in cui nessuno possa disturbarci” propose Semir “Una volta che uno dei due nostri amici capirà che potrebbe finire a pezzettini sotto le ruote dell’auto registreremo la loro confessione, sai quel tipo di confessioni che esistono solo nei telefilm america”
“Con frasi del tipo ‘metteremo una buona parola con il giudice’ o ‘vi proteggeremo dagli uomini di Junker’? Secondo me non canteranno mai. Junker è una piovra, se solo immagina che possano aver spifferato qualcosa li fa secchi” lo interruppe Ben.
“Sì, ma vale la pena tentare, altro non possiamo fare” rispose Semir che continuò “E nel caso il nostro piano abbia successo, una volta vuotato il sacco li ammanettiamo al classico palo e ce ne sbarazziamo. Infine andremo da Sonia Kupfer faremo testimoniare anche lei e così Wust verrà scagionato da ogni accusa” concluse Semir esibendo un smagliante sorriso “E tu riporterai a casa Livyana e il suo dannatamente educato”
“Questo è da vedere, comunque è il contrario…” chiosò Ben.
“Cosa?” replicò accigliandosi Semir.
“Demis è educatamente dannato…non il contrario” confutò Ben.
“Sottigliezze” ribadì Semir proseguendo il discorso “C’è solo un però nella confessione potrebbero esserci frasi che ad un giudice potrebbero sembrare estorte con la forza, cosa che effettivamente è....non so se mi spiego”
“Ti sei spiegato benissimo Semir” ribatté Ben “Ed è per questo che penso che il nostro genietto dai capelli rossi potrà esserci utile. Manderemo tutta la registrazione ad Hartmut che la…addolcirà un po’. Alla faccia della legalità…” soggiunse poi mordicchiandosi un dito di una mano “La cosa non mi piace, agire in questo modo…”
“Senti questa storia di poco legale ha già troppo…noi abbiamo agito di conseguenza” confutò Semir piantandosi le mani sui fianchi.
Una volta sistemati i due delinquenti ed estorto loro una esaustiva confessione i due ispettori fecero ritorno alla villetta dove abitava Sonia Kupfer.
Davanti a loro qualcosa che non si sarebbero aspettati.

“Che ci fanno tutte quelle volanti davanti alla casa della Kupfer” chiese sorpreso Semir.
“Sicuramente i vicini avranno sentito gli spari, si saranno allarmati e avranno chiamato la polizia” ragionò Ben.
“Può essere, ma guarda c’è pure un’ambulanza…oh porca miseria” esclamò poi Semir “C’è anche un carro funebre”
Poco dopo alcuni uomini con delle tute bianche uscirono dalla casa trasportando una bara di metallo.
I due ispettori scesero dalla loro auto avvicinandosi al capannello di persone che si erano raggruppate attorno alla casa.
“Scusi, ma cosa è successo?” chiese Semir avvicinandosi alla piccola folla di curiosi.
“Povera donna” esordì una vecchietta “Una così giovane vita spezzata…” stava per aggiungere qualcosa, ma scoppiò a piangere.
Ben e Semir si guardarono attoniti, decidendo di far ritorno alla loro auto.
“Credi che Wust si sia fatto giustizia da solo?” chiese Semir guardando l’espressione decisamente accigliata del socio.
“Non lo so Semir” rispose Ben scrollando la testa “Ma sicuramente la cosa mi suona strana. Wust passa quindici anni in carcere da innocente e poi decise di farsi giustizia da solo uccidendo l’unica persona che potrebbe scagionarlo?”
“Sì anche io la penso come te” continuò Semir “Quindi ci restano due ipotesi. Mathias è innocente e mai e poi mai avrebbe ucciso la Kupfer in quanto unica testimone della sua innocenza e quindi ci resta solo un’altra ipotesi”
“Stai pensando a qualche sicario di Junker?” replicò Ben.
“Non vedo una terza ipotesi” confutò Semir.
“In questa città dopo il nostro arrivo le morti più o meno sospette sono aumentate, noi a momenti ci rimettevamo la pelle” ragionò Ben “Penso sia arrivato il momento di andare alla piccola pensione dove stanno i ragazzi. Junker ha le mani immischiate dappertutto, comincio ad essere seriamente preoccupato per la loro incolumità, con le buone o le cattive dobbiamo riportare i ragazzi a Colonia. Tutti i testimoni che potevano scagionare Wust sono morti e i delinquenti a cui abbiamo estorto la confessione rischiano di non arrivare vivi al processo. Oltretutto Mathias è scomparso un’altra volta, chi ci dice che Junker non lo abbia già ucciso è adesso è un bel pilastro di qualche fabbricato in costruzione?”
“Ben sai che Livyana non si accontenterà di supposizioni di…” replicò Semir.
“Ormai ho deciso Semir. Riporterò Livyana e Demis a Colonia, poi se lei vorrà ritornare qui, cercare suo padre. In questo caso rinuncerò al suo affidamento”
“Cosa???” Semir era sconcertato “Ben non stai pensando veramente a ciò che stai dicendo”
“Semir, Livyana l’ho persa il giorno stesso che ha scoperto quel maledetto fascicolo su Wust, da allora non mi ha più guardato in faccia, tra noi è calato il gelo, niente tornerà come prima”
Semir non osò replicare.

I due poliziotti fecero quindi ritorno alla pensione, non sapendo di essere nel mirino del binocolo di uno degli uomini di Junker.
L’uomo dopo qualche chilometro fece una telefonata.
“Amber” esordì Derrik “Sto inseguendo i poliziotti di Colonia, il capo aveva ragione”
“Bene restiamo in contatto voglio sapere ogni loro spostamento, non perderli mai di vista per nessuna ragione, ci condurranno da Wust e se non fosse così prima di eliminarli li faremo confessare”
“Ma se…” ribatté perplesso Amber.
“So che vuoi dire, potrebbero non saperlo, ma sanno troppo. Quei due alla fine devono essere eliminati”
“Ricevuto” e detto questo Derrik continuò a seguirli mantenendosi a debita distanza.

Mathias Wust si sedette sulla panchina di un piccolo parco.
Era sfuggito alla follia omicida di Junker per un puro caso e ora si trovava in una situazione disperata e senza via d’uscita.
Junker aveva ucciso gli unici due testimoni che avrebbero potuto in qualche maniera scagionarlo e sicuramente con loro erano morte le sue speranze di poter vivere il resto della sua vita fuori dal carcere, da innocente, magari in compagnia di Livyana.
Wust si asciugò le lacrime col dorso della mano, poi dalla tasca prese qualche moneta, avrebbe telefonato a Livyana dandole appuntamento da qualche parte della città.
Le avrebbe spiegato l’evolversi della situazione, l’avrebbe messa di fronte ad una scelta che difficilmente avrebbe potuto essere diversa, doveva vederla e forse dirle addio…l’unica incognita era trovare una cabina telefonica ancora attiva compito abbastanza arduo in un’era in cui anche i bambini di dieci anni posseggono un cellulare.
 “Vado a darmi una rinfrescata questa attesa mi sta uccidendo”
Livyana si alzò dal letto, mentre Demis seduto su una sedia leggeva un quotidiano di due giorni prima.
“La prossima volta che scappi mi porto un libro e comunque questo è sempre meglio di niente” sogghignò Demis quando la ragazzina gli fece notare che stava leggendo notizie ‘vecchie’.
Passò qualche minuto quando il cellulare della ragazzina suonò.
“Rispondi tu Demis, arrivo subito” chiosò attraverso la porta.
“Pronto chi parla?” chiese il ragazzo non riconoscendo il numero.
“Sono Mathias, Demis mi passi Livyana per favore?”
“Livyana è in bagno...” ma venne interrotto da Mathias.
“No devo parlare con lei, subito…”
Demis stava per ribattere qualcosa, quando dal bagno uscì la ragazzina.
“Chi è?” chiese subito Livyana, poi vedendo la faccia contrariata di Demis domandò “È Mathias?”
“Sì è lui” rispose mettendo una mano davanti al microfono del cellulare “Però secondo me dovresti aspettare che l’ispettore Jager…” ma Livyana interruppe bruscamente il ragazzo.
“Passamelo per favore” quasi ordinò la ragazzina stendendo la mano.
Seguirono alcuni minuti in cui Livyana chiusa in bagno e lontana da qualsiasi orecchio indiscreto chiedeva spiegazioni a colui che considerava il suo vero padre.
Demis cercò di origliare attraverso la porta, ma l’unica cosa che poté capire fu che la ragazzina non ricevette alcuna risposta alle sue molteplici domande.
Alla fine sconsolata Livyana chiuse la comunicazione uscendo dal bagno con le lacrime agli occhi.
Demis si avvicinò a lei.
“Bambolina sono qui, se vuoi parlare…”
“Adesso non è tempo di parlare” replicò Livyana tirando su col naso e asciugandosi gli occhi col dorso della mano “Dobbiamo muoverci”
“E dove pensi di andare” Demis cercò di assumere un tono severo “E poi l’ispettore Jager si fida di me, gli ho promesso che in sua assenza ti avrei protetto e mi ha fatto giurare che…”
“Senti non mi interessa un fico secco di quello che ha detto Ben, devo andare e se tu verrai con me bene, altrimenti tu puoi restare e aspettarlo qui”
“Livyana per favore” supplicò Demis.
“Senti l’ultima volta che io e Ben ci siamo parlati…ecco per lui in questo momento non esisto”
“Non penso proprio che l’ispettore Jager la pensi così se fosse come dici tu non sarebbe venuto qui a Cottbus” replicò Demis.
“Mi ha detto che se deciderò di restare con Mathias per lui io sarò come se fossi morta, secondo te che voleva dire?” rimbeccò lei mettendosi le mani sui fianchi.
Demis non osò ribattere.
Nella stanza ci fu qualche secondo di silenzio, a porvi fine fu proprio Demis
“Sai che puoi sempre contare su di me e mai e poi mai ti lascerei girare da sola in questa città” il ragazzo ispirò a fondo, poi continuò “Prendiamo le nostre cose così non dovremmo tornare qui a riprenderle”
“Grazie Demis e scusa se sono stata sgarbata è che questa faccenda mi sta…” Livyana non riuscì a trovare le parole, un groppo alla gola le impedì di continuare il discorso.
Demis dal canto suo capiva benissimo lo stato d’animo della ragazzina, piano le accarezzò una guancia.
“Andiamo?” chiese lei.
“Certo”
Cercando di non attirare gli sguardi di nessuno i due ragazzi uscirono dalla pensione, chiamarono un taxi e con quello si diressero verso un posto dove avrebbero trovato ad aspettarli Mathias.
“Hai paura?” chiese Demis.
“Sì” rispose lei stringendo la mano di lui “Ho paura che questo sia un addio, al telefono…sono quasi sicura che con lui non c’era né Ben, né zio Semir”
“Pensi che abbiano mollato?” domandò Demis.
“Ben e Semir mi avrebbero avvisato, non sono tipi da mollare a meno che…” Livyana strinse forte la mano del ragazzo.
“A meno che non siano di fronte a un caso disperato?” continuò Demis per lei.
“Forse potrebbe essere così e non hanno trovato nulla per scagionare mio padre”
“A proposito…sei sicura che lo sia?” era tanto che Demis voleva farle quella domanda.
“Non ha importanza ora” e con questo Livyana troncò ogni discorso.

Angolino musicale: il titolo del capitolo sembra scritto apposta per me…Grazie a chi continua a seguirmi…e naturalmente un grazie enorme alla mia ‘Beta’ Maty.
Vi auguro una serena e felice Pasqua…e a presto (spero).
ChiaraBJ.
Leave The Memories
Changed forever (cambiare per sempre)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=SQdoELWpaVQ
Mantengo le distanze per staccare la spina Così posso respirare di nuovo Ho già̀ visto tutto questo Un giorno i rimorsi svaniranno Non tornerò̀ indietro Ma non siamo destinati a finire Non impazzirò̀ per te A volte vorrei potermelo permettere Per le cose che hai fatto Dovrei essermene già̀ andato da un pezzo Non è mai stato abbastanza Ora è il momento di credere di nuovo Basta preoccupazioni Niente più̀ brutte giornate Voglio vivere la mia vita facendo ciò̀ che amo Voglio poter dire di essere felice, è il mio turno…
 

 
  
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