Ringrazio tantissimo: Arvati77, Doralice, MorganaRoisinDubh81, Yami no Yoake, spero di riuscire a dare una degna risposta alle vostre bellissime recensioni molto presto ;)
Parte Terza
Gli altri cavalieri ci
sorprendono spietati, frantumando l'atmosfera che si è
creata tra
noi, spezzando la mia autocommiserazione sul nascere.
Ci voltiamo entrambi verso
di loro dandoci le spalle e, urlando, diamo sfogo a tutta la nostra
furia. L'istinto di sopravvivenza amplifica i nostri poteri, li
esalta, li eleva ad un livello di potenza inimmaginabile. Le nostre
spade volteggiano eleganti e luminose in quell'atmosfera surreale,
colpendo, sventrando, trafiggendo, come se i nostri fossero passi
di un'antica danza di morte ripetuta dalla notte dei tempi.
Di nuovo, insieme,
combattiamo in sintonia come se fossimo nati per farlo. Membra di un
unico corpo, il pensiero di un'unica mente.
Ansimando guardo i corpi
senza vita dei Cavalieri di Ren, straziati dalle nostre spade. Ma la
sensazione che provo non è la stessa che ha invaso i miei
sensi dopo
la disfatta delle guardie pretoriane. Allora ero soddisfatta,
compiaciuta del sangue versato.
Questi che giacciono a terra
invece erano amici di Ben, li aveva risparmiati la notte che ha dato
fuoco fuoco al tempio. Lo hanno soccorso quando stava per morire su
Eadu. Gli erano fedeli, dediti alla Forza, eppure gli si sono
rivoltati contro.
Di cos'altro può essere
capace un essere tanto spietato e potente?
Spengo la spada laser e vedo
Ben, poco lontano da me, fare lo stesso.
“Una
spada... non basterà a fermarlo. E nemmeno...
due,” mi confida,
ansimando ancora per lo sforzo del combattimento appena concluso. Le
sue parole sono spezzate dal respiro affannoso. Poi però
solleva una
mano e se la porta sul fianco, premendo come se cercasse di contenere
il dolore.
È ferito.
Il mio sangue si gela.
Non oso immaginare la
sofferenza che possa provocare una ferita aperta attaccata dagli
acidi atmosferici. In quel preciso momento un pensiero mi attraversa
la mente e alimenta la mia speranza di riportarlo dalla luce,
“Ben
andiamo via da qui. Il Falcon è poco fuori dalla foresta, ci
sta
aspettando... Unisciti a noi, alla Resistenza, combatteremo questa
nuova minaccia insieme. Non sei tenuto a farlo da solo. Non puoi
farlo da solo!”
Come quel giorno di fronte
al trono di Snoke, le mie intenzioni sono sincere, non
permetterò a
nessuno di fargli del male. Voglio solo aiutarlo.
Lui mi fissa ombroso e un
velo di tristezza gli oscura lo sguardo, già provato dalla
sofferenza. “Rey, che cosa stai dicendo?” reagisce
ansimando.
“Ascoltami,
stupido testone: tra poco l'aria diventerà tossica, e tu sei
ferito, sarà sempre peggio, saremo sempre più
deboli...” Insisto,
mentre un senso di angoscia e di panico comincia a farsi strada
dentro di me.
“Io
non mi muovo da qui,” sentenzia irremovibile,
“siamo solo noi
adesso, Rey. Devi decidere se vuoi stare con me o contro di
me,” mi
fredda, inasprendo lo sguardo, noto le sue labbra pallide tremare per
il dolore, per l'adrenalina che gli scuote le membra, deglutisce, il
suo respiro è veloce e irregolare. Sta male eppure non
demorde. È
conscio
che quello che ci attende è uno scontro all'ultimo sangue ma
è
fermamente convinto di portare a termine i suoi intenti.
Sono come paralizzata. Ora
ho più freddo. Mi sento soffocare, presa in trappola,
perduta.
Inaspettatamente ho paura e un violento senso di rabbia mi sale nei
suoi confronti.
Non riesco a capirlo, mi
sforzo di comprenderlo ma tutti i miei propositi si infrangono
miseramente contro la sua ostinazione.
Lo detesto, desidero di non
averlo mai incontrato, mi pento di avergli dato fiducia.
È
infido, imprevedibile e contorto.
È
un infame assassino.
Ha ucciso suo padre, non ha
impedito la morte di sua madre.
Ha distrutto tutto quello in
cui credevo, tutto quello che amavo.
Lo odio. Merita di morire!
Uccidilo...
Inspiro profondamente. Una
voce suadente mi sibila subdola in un orecchio, viscida come un
serpente che striscia nell'ombra. Si insinua nella mia mente, ma
è
dolce e allettante come il bacio di un amante... Non riesco ad
ignorarla. Mi risuona nel cervello, si amplifica, si nutre del mio
desiderio di giustizia... no, di vendetta...
Uccidilo...
Accendo la spada laser e mi
scaglio contro Ben urlando, ignorando la sua espressione sconvolta e
le sue precarie condizioni, colpendolo con tutta la forza di cui sono
capace.
Lui si difende, para i miei
fendenti, ma per quanto cerchi di rispondere ai miei attacchi
violenti, non ha la forza di sopraffarmi.
Come quel giorno in cui ci
siamo scontrati sulla base Starkiller, riesce a mala pena a tenermi
testa. Ed io non riesco a fermarmi.
È come se i miei movimenti
fossero guidati da una forza bruta, oscura, a cui non posso
sottrarmi. Non sono io che mi accanisco su di lui spingendolo contro
lo scheletro di un albero, chiudendolo in trappola, impedendogli di
sfuggire alla mia furia. È qualcos'altro che mi sta usando,
che si
serve del mio corpo, della mia spada, per stremarlo. È
qualcosa che
si alimenta della mia paura, della mia insicurezza e delle mie
disillusioni.
Che. Cosa. Sto. Facendo.
Mi blocco un attimo prima di
sferrargli un colpo mortale. Resto immobile con la spada a mezz'aria
impugnata con entrambe le mani. Impietrita. Terrorizzata dai miei
stessi intenti.
Lo fisso con gli occhi
sgranati, incredula di quello che stavo per fare. Incontro il suo
sguardo rassegnato e... mi sento morire.
“Coraggio.
Fallo.” mi incita e io scuoto la testa ansimando.
No!
Grido prima a me stessa.
“NO!”
Grido a chiunque sia l'artefice di quell'assurdità. La mia
voce
risuona acuta e intensa in quella foresta sinistra, squarciando il
silenzio, propagandosi nell'atmosfera di Ares in un'eco disperata.
Respiro profondamente,
riesco a calmarmi e finalmente riprendo il controllo di me. Spengo la
spada e mi getto su Ben.
“Mi
dispiace...” riesco solo a sussurrargli stringendolo a me.
Lui solleva una mano e la
posa sul mio avambraccio artigliandolo. Sento che vorrebbe
abbracciarmi ma non ne ha la forza. Restiamo così, vicini e
distanti, per un tempo che mi sembra infinito. Cerco di sollevarlo
per trascinarlo verso il Falcon ma è dannatamente pesante e
si
rifiuta di collaborare.
Sento che il tempo sta
sfuggendo... non voglio morire su questa trappola velenosa.
Non voglio che muoia.
Sento i passi di qualcuno
che si avvicina, calpestando i frammenti dei tronchi rinsecchiti di
cui il terreno è cosparso. Espando i miei sensi. Percepisco
una
nuova presenza infinitamente più oscura. L'aura che propaga
è
tetra, angosciante.
Mi volto lentamente e, con
il cuore in gola, scopro con orrore che il Leader Supremo ci sta
osservando con un sorrisino sadico dipinto su un volto dalla
carnagione tropo chiara per essere naturale. Nei suoi occhi, luminosi
come braci ardenti, scorgo il riflesso dell'inferno.
“Patetici
ragazzini. Credevate davvero di potervi liberare di me?” La
sua
voce è un sibilo malvagio. “Io non posso essere
distrutto.”
Non faccio in tempo nemmeno
a desiderare di reagire che quel maledetto mi scaglia contro un
fulmine di Forza. Mi sbalza lontano da Ben facendomi sbattere la
schiena con violenza contro un tronco.
“Rey!”
Lo sento urlare e solo ora capisco la sua ostinazione a volermi
tenere lontano da lui.
La scarica mi lascia
tramortita. È un dolore inimmaginabile. Non credevo che
potesse
esistere una sofferenza così atroce.
Mentre cerco tenacemente di
riprendermi temo le conseguenze che una simile potenza possa avere
su Ben. È vulnerabile, sfinito, è quasi al limite
delle forze.
Incrocio i suoi occhi e cerco di tranquillizzarlo. Sono dolorante ma
sto bene.
Inaspettatamente Hux si
rivolge a lui, che ora lo fissa ansimante con uno sguardo carico di
odio e di rancore, in tono disgustato. “Il potente Kylo Ren.
In te
avevo riposto tutte le mie speranze, credevo di aver trovato un degno
successore di Darth Vader... Invece hai osato rivoltarti contro di me
che sono stato l'unico disposto ad accoglierti, a coltivare il tuo
potere. Mi hai... tradito per salvare una insignificante ragazzina,
una mercante di rottami, la figlia di nessuno. Hai ceduto ai tuoi
sentimenti come uno stupido moccioso. Ti sei innamorato di lei, di
colei che avresti dovuto odiare più di ogni altra cosa! Per
questo
adesso... morirai!”
Le parole di Hux,
pronunciate con un tale disprezzo, mi colpiscono come uno schiaffo in
piena faccia, mi penetrano nell'anima e disintegrano ogni mia
reticenza; quello che avevo sentito dentro di me, che forse avevo
sempre sperato... era vero. Perché l'ho dovuto sapere da lui?
Nello stesso istante capisco
che si sta preparando a colpire Ben, mi risollevo e mi scaglio su di
lui urlando, impugnando la spada laser con una forza che credevo di
non possedere. La mia mossa si rivela efficace perché quel
mostro
distoglie i suoi intenti da Ben per accanirsi su di me. Un'altra
scarica mi colpisce e mi lascia ancora più debole di prima.
“Non
ne hai avuto ancora abbastanza, ragazzina?” mi schernisce con
un
ghigno malvagio.
Questa volta riprendermi è
più difficile, ma non mi do ancora per vinta. Mi trascino
verso Ben
e lui si solleva appena per guardarmi con compassione. Forse non si
aspettava da me tanta determinazione e resistenza. Lo raggiungo e lo
proteggo ponendomi tra lui ed Hux. Non gli permetterò di
dargli il
colpo di grazia. Fino a quando avrò un alito di vita
combatterò per
lui. Per noi.
“Andrà
tutto bene, Ben. Siamo solo noi, ricordi?” gli sussurro, con
il
fiato spezzato e le lacrime agli occhi.
“Siamo
solo noi...” ripete lui con un filo di voce, sorridendomi
appena.
La risata sadica e isterica
di Hux risuona impietosa. “Bene. Se morire insieme
è quello che
volete sarò felice di accontentarvi.” Lo dice
mentre si prepara a
colpire di nuovo caricando un nuovo fulmine di Forza tra le sue mani.
Mentre lo stringo forte
preparandomi al peggio Ben mormora qualcosa, “il mio...
mantello...” sussurra faticosamente ed io sgrano gli occhi
per la
sorpresa, ma comprendo quello che devo fare: usarlo per proteggerci.
Glielo slaccio dalle spalle e me lo tiro addosso, coprendo anche lui.
Il mio cuore esulta di gioia
quando la scarica violentissima ci colpisce rimbalzando contro il
Leader Supremo con la stessa violenza con la quale l'aveva scagliata.
Scosto di poco un lembo di
stoffa per controllare la situazione e scopro che Hux è
incredibilmente a terra, ancora avvolto dagli ultimi residui di
energia. Ma la mia esultanza ha una breve durata. Quella bestia
assassina si rialza immediatamente più furiosa e aggressiva
di
prima.
Istintivamente stringo Ben
ancora più forte e lo sento ricambiare il mio abbraccio. Non
riesco
a spiegarlo ma sento il bisogno di prendergli la mano, c'è
uno
strano impulso che mi guida e mi suggerisce cosa fare. Gli sfilo il
guanto, ho la necessità di sentire il contatto con la sua
pelle.
Provo una sensazione nuova ed inaspettata, che mi lascia frastornata,
è come una lieve scarica elettrica che scaturisce dai nostri
rispettivi campi di Forza. Istintivamente ritraggo la mano, non
è
doloroso ma è strano, intenso. Non avrei mai creduto che tra
noi
potesse succedere una cosa del genere.
Lo sguardo che mi rivolge è
molto chiaro, non abbiamo più bisogno di parlare, il legame
che ci
unisce ci permette di comunicare con la mente, di comprendere i
nostri rispettivi intenti senza più bisogno di renderli
espliciti.
Il mantello non potrà proteggerci all'infinito, abbiamo poco
tempo
ed Hux ha bisogno di qualche istante per richiamare a sé un
nuovo
fulmine di Forza.
Ben cerca di sollevarsi ed
io lo aiuto, lo sorreggo, per quanto mi è possibile, insieme
fronteggiamo Hux che ha già caricato il prossimo fulmine tra
le
mani. Con tutte le forze che riesce a raccogliere, Ben gli lancia
addosso il mantello che assorbe miracolosamente anche l'ennesima
scarica ma viene disintegrato, ora non abbiamo più nulla per
difenderci, siamo davvero soli contro il Male.
Dentro di me però c'è
qualcosa che mi incita a reagire, a credere in noi, nella nostra
unione. Mi giro verso Ben e sollevo la mano destra, lui fa lo stesso
con la sinistra, due opposti, uguali e contrari, che si attraggono
inspiegabilmente. Le avviciniamo, ma non abbiamo bisogno di toccarci,
lasciamo semplicemente che la Forza fluisca da noi e si unisca nel
mezzo.
Una potente scarica di
energia si genera ed illumina tutto. Non riesco quasi a tenere gli
occhi aperti ma non ne ho bisogno perché riesco a vedere lo
stesso.
Vedo il volto di Ben, e i suoi occhi illuminati da un bagliore
sinistro.
L'oscurità che è in lui
invade il mio cuore e la luce che è in me invade il suo. Non
siamo
più due entità separate, siamo una cosa sola.
Finalmente completi,
finalmente in perfetto equilibrio.
Sento la potenza crescere
velocemente fino al punto da non riuscire più a contenerla,
devo
sfogarla prima che possa distruggermi o distruggere Ben.
Dal suo sguardo capisco che
è il momento, insieme ci voltiamo verso Hux che ci guarda
con gli
occhi sgranati e increduli, la sua espressione viscida e compiaciuta
muta inaspettatamente in una smorfia di terrore. Volgiamo entrambi i
palmi delle mani contro di lui, e con le dita ad artiglio gli
scagliamo contro tutta quella potente scarica di energia.
Un'onda infuocata investe
tutto quello che abbiamo di fronte, un bagliore accecante illumina
Ares come se fosse irradiato da una stella.
In quell'istante capisco che
abbiamo compiuto la volontà della Forza, ciò per
cui siamo stati
creati, ed è una sensazione indescrivibile.
La luce si attenua, si
spegne.
C'è calma, silenzio.
La penombra violacea torna
ad avvolgere quel poco che è rimasto della foresta.
Sono ancora frastornata da
quello che è successo. Sono stata sbalzata via di qualche
metro, mi
rialzo, percorro barcollante la desolazione che mi appare di fronte:
un'immensa distesa nera di cenere. Alcuni arbusti scampati alla
potenza della nostra scarica di Forza emergono solitari dal terreno e
bruciano ancora. Mi avvicino a quello che sembra un corpo scuro
accasciato a terra. Lo raggiungo col cuore in gola.
È
completamente carbonizzato, lo studio attentamente per esserne sicura
e, con sollievo, comprendo che è Hux, o almeno, quel che ne
resta di
lui.
Non appena i miei piedi si
avvicinano al suo corpo questo si disintegra in un mucchio di cenere.
Sospiro profondamente,
dolorante, esausta ma soddisfatta. Nello stesso momento si dissolve
anche la mia paura.
Non
percepisco più nessuna presenza oscura.
È
finita per sempre.
Mi volto indietro colta da
un pensiero atroce: che ne è di Ben?
Corro nella stessa direzione
da dove sono venuta inciampando su una radice che esce dal terreno a
tradimento, mi rialzo, ignorando il dolore che ogni parte del mio
corpo mi urla impietosa e lo cerco disperatamente; se anche lui
è
stato sbalzato via dal contraccolpo non deve essere troppo lontano.
Lo individuo, è steso a
terra e il mio cuore sussulta, ma devo prima constatare che sta bene,
che è sopravvissuto. Lo raggiungo inginocchiandomi accanto a
lui che
giace immobile riverso su un fianco. Mi dà le spalle e non
riesco a
vedere il suo viso, artiglio la sua spalla e lo giro verso di me.
Lo
analizzo con gli occhi sgranati e il cuore in gola. È
incosciente.
Il respiro è debole ma
presente, le guance e la fronte sono state appena aggredite dagli
acidi, sono solo piccole bruciature, niente di irreparabile. Quello
che mi preoccupa è la ferita al fianco.
“Ben,
mi senti? Sono qui, sono Rey,” lo chiamo disperata, nella
speranza
che mi dia un debole segno di ripresa. “Apri gli occhi, ti
prego.”
Il suo petto viene scosso da
un violento colpo di tosse, si solleva di poco, si piega su un fianco
ed espelle del sangue.
Poi alza gli occhi verso di
me e mi guarda come se fosse sorpreso di vedermi.
“Rey?” Sussurra
debolmente, per poi crollare di nuovo svenuto.
Non posso concentrarmi sulle
sue parole, non c'è tempo. Con l'ausilio della Forza lo
sollevo e
riesco a raggiungere in poco tempo il Falcon. Chewbe ci corre
incontro appena ci avvista. Protestando animosamente prende Ben tra
le sue braccia forti e lo porta dentro. Lo seguo stremata dallo
sforzo, chiudendo il portellone dietro di me.
Sapere Ben al sicuro, dentro
al Falcon, l'astronave che probabilmente odia più di ogni
altra
cosa, mi fa uno strano effetto.
Mentre ci allontaniamo
veloci, rivolgo un ultimo sguardo ad Ares, lo vedo farsi sempre
più
piccolo dall'oblò del Falcon. Lo fisso fino a quando diventa
un
minuscolo puntino luminoso in mezzo a milioni di altri. Poi saltiamo
nell'iperspazio.
Torno da Ben, la sua
incoscienza mi preoccupa, Chewbe lo ha adagiato su una delle brande
del dormitorio. Le sue condizioni sono critiche, la lama di un
cavaliere gli ha perforato un polmone. Temo abbia un'emorragia
interna.
Il suo viso è pallido, le
labbra lievemente livide, respira a fatica. Dopo avergli ripulito il
viso dal sangue gli attacco una maschera di ossigeno, ha bisogno di
inspirare aria pura.
Cerco disperatamente un
medikit ma posso fare ben poco, ha bisogno urgente di un medico, di
qualcuno che sappia come intervenire.
Riesco a stabilizzarlo e poi
crollo sulla branda difronte a lui, esausta.
Chiudo gli occhi solo per
qualche minuto, ma mi sveglio di soprassalto. Sento la pelle del viso
e delle spalle bruciare. Anche io ho la mascherina addosso, deve
avermela messa Chewbacca. Osservo il dorso delle mie mani e le scopro
ustionate, mi precipito in bagno tra le proteste del wookie che mi
vorrebbe ancora distesa a riposare e, l'immagine che lo specchio
riflette di me, mi lascia sconvolta.
Finalmente riesco a dare un
senso alle parole di Ben, ci credo che stentasse a riconoscermi,
anche sulle mie guance e sulla fronte sono comparsi i primi segni di
corrosione degli acidi. Ho un aspetto orribile, sembro scampata ad un
disastro nucleare.
Istintivamente scoppio a
piangere, ed è un pianto disperato ma liberatorio.
* * *
Il racconto di quello che è
accaduto su Ares lascia Finn e gli altri sconvolti.
L'esercito del Primo Ordine
senza più un capo, senza una mente suprema che ne guidi le
azioni,
si sta disgregando.
In questo insperato momento
di vantaggio è facile per la Resistenza trovare in gran
parte della
galassia validi alleati che reagiscano ad ogni insulso tentativo di
attacco dei pochi rimasti fedeli ad Hux, disintegrandolo sul nascere.
È
l'alba di una nuova era, l'inizio di un lungo e difficile periodo di
ricostruzione, sotto la guida saggia ed equilibrata della Nuova
Repubblica.
Ma il mio entusiasmo si
spegne miseramente quando mi rendo conto che nessuno è
disposto ad
aiutare Ben.
Per la Resistenza è un
criminale, un genocida, e quello che è accaduto su Ares non
è
sufficiente per giustificare una sua redenzione e a sottrarlo ad una
giusta punizione. Non mi permettono nemmeno di farlo scendere dal
Falcon. Paradossalmente l'astronave che odia più di ogni
altra cosa
è diventata il suo unico rifugio ma anche la sua prigione.
Non lo hanno condannato a
morte esplicitamente, ma rifiutando di curarlo, è come se lo
avessero fatto. Non posso credere che i miei amici, le persone che
consideravo la mia nuova famiglia e che credevo essere nel giusto, si
potessero dimostrare così spietati e irremovibili. Persino
Finn...
Le
sue proteste risuonano disperate e drammatiche nella mia
mente. “Rey sii ragionevole e ascoltami! Tu sei accecata da
quel
poco di luce che credi di aver visto in lui. È
pericoloso, è infido, è imprevedibile e
infinitamente potente. Hai
visto tu stessa di cosa è capace, cosa ha fatto ai suoi
cavalieri,
ad Hux. Spazzato via, ridotto in cenere come... come fosse fatto di
carta.”
“Lo
abbiamo fatto insieme, è questo che ti ostini a non voler
accettare!” gli faccio notare esasperata.
Finn scuote la testa
accigliato. “Suo padre e sua madre sono morti a causa sua. E
Luke?
Non pensi a Luke? Ha sacrificato la sua vita per darci una
possibilità... Quel mostro non merita compassione, non
merita il
perdono. Merita solo di morire.”
Sono parole dure le sue, ma
dolorosamente vere: Ben ha commesso molti errori, ha troppe morti
sulla coscienza, ma... tutto si è fermato perché
lui ha voluto. Lui
ha trovato la strada. Alla fine ha portato a compimento quello che si
era prefissato: l'equilibrio è tornato a regnare sulla
galassia, e
lo abbiamo ristabilito insieme. Ora so che il mio desiderio di
volerlo portare dalla mia parte era solo una mia stupida ed inutile
ostinazione.
Per unirsi a me doveva
rimanere se stesso.
Torno da Ben, stanca e
affranta, l'unica cosa che posso fare è stargli vicino,
sperare che
sopravviva, che trovi dentro di sé la forza di reagire.
Lo sento sempre più debole,
se ne sta andando. Non gli rimasto più nessuno che possa
credere in
lui. Ha solo me...
Posso solo fargli sentire la
mia presenza e infondergli la consapevolezza che non è
più solo, ma
da lui non sento provenire più nulla... si è
chiuso alla Forza,
quindi non percepisce nemmeno me.
Gli stringo una mano, è
fredda. Gli scosto qualche ciocca di capelli dalla fronte sudata. Il
suo respiro è talmente debole che è quasi
impercettibile, il suo
petto si solleva appena.
Non posso credere che, dopo
tutto quello che ha passato, debba finire così: spegnersi in
silenzio, senza mai aver veramente vissuto...
Han, Leia e Luke hanno dato
le loro vite affinché si salvasse, era il loro ultimo
desiderio. Non
posso credere che siano morti per niente. Nonostante il dolore di
averlo perduto non hanno mai smesso di amarlo.
E lo amo anche io...
Anche
se il mio è un amore diverso.
Finalmente me ne rendo conto
più che mai. Ma questa volta non me vergogno. Lo accetto
come fosse
la più dolce delle condanne.
Adesso che l'ho ritrovato
non lo voglio perdere.
Non posso resistere un
secondo di più a sperare che la morte ponga fine alle sue
sofferenze, posso invece tentare di salvargli la vita...
Scosto la coperta leggera
che lo copre e poso entrambe le mani sul fianco sopra la ferita
accuratamente fasciata, lascio che la Forza fluisca da me verso di
lui, non so quanto possa funzionare, ma è l'ultima speranza
che mi
rimane.
L'angusto e buio dormitorio
del Millenium Falcon si illumina di una luce intensa, gli oggetti
intorno a me iniziano a vibrare, ma non ho paura.
Osservo il viso di Ben
diventare più sereno. I suoi lineamenti tesi lentamente si
distendono, il respiro diventa regolare. Lo stato di incoscienza si
trasforma in un sonno profondo, senza sogni. Un sonno ristoratore,
forse il primo della sua vita.
Quando riapre gli occhi e il
mio cuore si riapre alla speranza. Ma mi guarda come se non mi avesse
mai visto prima.
La sua mente è una barriera
impenetrabile. Posso solo abbracciarlo e stringerlo forte, per fargli
capire che non è da solo.
Su Ares ne avevo avuto il
sospetto, ma ora ne ho la conferma. Lo sforzo richiesto dalla Forza e
le sue precarie condizioni, nel momento in cui ci siamo uniti per
creare l'onda infuocata che ha disintegrato Hux, hanno cancellato
tutti i suoi ricordi e, con essi, la consapevolezza di ciò
che è
realmente.
Col cuore in gola mi
precipito da Finn, e lo affronto con una brutalità che non
credevo
mi appartenesse. “Volete davvero condannare a morte qualcuno
che
non è consapevole dei suoi crimini? Che non capirebbe il
senso di
una simile punizione?”
“Magari
sta mentendo per evitare di pagare per quello che ha fatto.”
“Con
me non può mentire, siamo connessi da un legame che esula
dalla
nostra volontà. Se fosse una messinscena lo avrei
percepito.” lo
sguardo che mi restituisce non è rassicurante.
“Finn, sii
comprensivo. Noi non siamo come il Primo Ordine. Non siamo assassini.
Non posso credere che tu, Rose e gli altri vogliate la sua morte,
solo per soddisfare un desiderio di vendetta. Chi ci ha lasciato non
tornerà indietro... la sua morte non sarà di
aiuto a nessuno.”
Finn mi rivolge uno sguardo
carico di compassione. Sospira, esita. Comprendo il suo sforzo a
volersi mettere nei miei panni. Ma le sue perplessità sono
più che
legittime.
“E
se un giorno dovesse ricordare? Ricomincerà tutto daccapo?
Cosa
farai allora, Rey?” Le sue parole mi colpiscono nel profondo
e mi
provocano una puntura all'altezza del cuore, ma comprendo anche la
grossa responsabilità che pesa sulle sue spalle da quando
Leia ci ha
lasciati.
Lo fisso intensamente in
modo che non abbia nessun dubbio sulle mie intenzioni. “Io
non lo
permetterò. Veglierò su di lui, è una
promessa.” Dalla
risolutezza del mio sguardo Finn capisce che sono disposta a tutto.
“Perché
Rey? Cosa speri di ottenere da lui?” mi chiede, scuotendo la
testa
e la sua espressione è indecifrabile: un misto di
inquietudine,
preoccupazione e rassegnazione. Ma lui più di tutti dovrebbe
capirmi.
Non dobbiamo combattere chi odiamo ma proteggere chi amiamo.
Le parole che gli aveva
sussurrato Rose e che mi aveva confidato in uno dei tanti momenti di
sconforto, non può averle dimenticate. Nel mio caso poi...
non
potrebbero avere più valore.
“Ti
fidi di me?” gli sussurro catturando i suoi occhi neri.
“Voglio
portarlo via da qui. Lontano. In un luogo dove potrà
ritrovare se
stesso. E io possa aiutarlo.” gli spiego risoluta e lui
annuisce a
malincuore.
“Spero
che tu sappia quello che fai,” sono le sue ultime parole
prima di
lasciarci andare. Poi mi stringe a sé con le sue braccia
forti, e
quell'abbraccio ha l'amaro sapore di un un addio.
Continua...