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Autore: Generale Capo di Urano    30/03/2018    4 recensioni
[ 30 days OTP challenge ] [ AusHun ] [ rating variabile ]
Mani, mani di seta, soffrirai
ma i tuoi occhi di nubi vestirai
e la tua bianca pelle gli rifiuterai
non puoi sciuparla insieme a lui...

***
I. Tenendosi per mano
II. Coccolandosi da qualche parte
III. Guardando un film
Tutt’a un tratto pimpante come se avesse dormito per otto ore filate, abbandonò la spalla di Austria – che non reagì minimamente, cotto com’era – e si allungò verso il tavolinetto di vetro davanti al divano per riuscire a raggiungere il telecomando.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I
Tenendosi per mano


Appuntamento... altrui 


 

«Elisabeth…»
Un gemito, un lamento strozzato.
«Elisabeth, la mano…»
Ungheria, con lo sguardo fisso poco lontano e mordendosi nervosamente le unghie della mano sinistra, girò appena le pupille per poter vedere con la coda dell’occhio il compagno seduto accanto a lei. «Dici che sono troppo nervosa?» domandò, con tono preoccupato.
«N-no, figurati… solo un pochino.»
Austria credette di cominciare a perdere la sensibilità delle dita a causa della forza con cui la ragazza le stava stringendo. Erszébet finalmente se ne accorse e allentò un po’ la presa, provocando un sospiro di sollievo da parte dell’altro. Indossava un cappello nero a tesa larga e degli occhiali da sole – identici a quelli che l’aveva costretto a mettere, assieme a un orribile borsalino grigio che aveva ripescato da chissà dove – e tra l’uno e l’altra apparivano tanto ridicoli che probabilmente, invece che passare inosservati, ottenevano esattamente l’effetto opposto.
«È che… guardalo! Non è possibile!» La bella ungherese indicò un tavolo a pochi passi di distanza dal loro, dove due individui ben noti stavano chiacchierando amabilmente, del tutto ignari della loro presenza – e per fortuna, avrebbe aggiunto Roderich.
“Chiacchierare amabilmente” non era però forse il miglior modo per descrivere ciò che stava accadendo, perché da quel poco che potevano vedere un affascinante giovanotto dai tratti mediterranei stava flirtando spudoratamente con un bel ragazzo biondo che non pareva afferrare minimamente i segnali che il compagno gli stava mandando.
«Un cretino. Prussia ha cresciuto un cretino.»
«Non esageriamo, non può essere messo così male… ecco, un attimo, sentilo.»
Videro Italia appoggiare il volto sul pugno chiuso e sorridere sornione, con le palpebre socchiuse, mentre con l’altra mano girava il cucchiaino nella tazzina di caffè appoggiata sul tavolino.
“E dimmi, ti sei fatto male quando sei caduto dal cielo?”
“Ma se ti ho detto dieci minuti fa che il volo è andato bene…”
Veneziano sospirò sconsolato; Ungheria scattò in piedi come una molla. «Andiamo, che problemi hai?!»
Austria fece appena in tempo a tirarla nuovamente sulla sedia e a coprirli entrambi con il cappello di lei, prima che metà della gente presente in piazza si girasse a guardarli. Simulò un casquet improvvisato, portando il volto a pochi centimetri dal suo, respirando lentamente mentre pregava che tutti – ma soprattutto i due idioti loro conoscenti – li scambiassero per una novella coppietta un po’ eccentrica.
Erszébet si lasciò sfuggire una risatina. «Hai degli occhi bellissimi» scherzò, fissandogli gli occhiali da sole.
«Non possiamo pretendere di spiare qualcuno se esci allo scoperto così, però…»
«Lo so, mi sono lasciata prendere dall’irritazione.»
«In effetti hai ragione, è cretino quanto il fratello. Era un tentativo talmente stupido e disperato che persino Gilbert avrebbe capito che ci stava provando.»
Spiarono i due da dietro al cappello, e solo quando furono sicuri che fossero tornati alle loro chiacchiere ripresero la loro normale posizione. La donna cercò nuovamente la sua mano e Roderich ricambiò la stretta, portando entrambe le loro mani sul tavolinetto del bar.
«Oh, ho capito, fingiamo di essere due fidanzatini che si fanno gli affari loro. Sei un genio.»
«Fingiamo?»
«Dai, hai capito quello che intendevo. Ho un’altra idea…»
Ungheria fermò il primo venditore di rose che passava di lì, indicandogli i due ragazzi. «Guardi, lo vede quel tizio biondo e alto laggiù? Sono sicura che ha proprio bisogno di un mazzo di fiori da regalare al suo moroso, lo vede com’è disperato? Vada, vada. No, io non… no, a noi non… Roderich? Aiuto?»
Austria sospirò, acconsentendo a comprare una rosa. «Lo faccio per un bene superiore.» Gliela porse, accennando un sorriso. Le accarezzò lievemente il palmo della mano e gliela strinse appena, avvertendo il lieve tepore della sua pelle; l’ungherese appoggiò il capo sulla sua spalla.

“Ludwig, guarda! Che belle rose!”
“Vuole comprare delle rose per il suo ragazzo? Guardi che belle, guardi, gli piacciono, vede?”
“Il mio ragaz- no, aspetti, io non…”
“Dai, così poi stasera… eh! Capito? Dai, due rose. Una.”
“Stasera cosa?”

“Mi arrendo. Ludwig, porca puttana, comprami una rosa e basta, che poi ti spiego.”












Angolino della disperazione
Alla fine, mi sono decisa anche io a fare questa follia. Più che altro è un modo per dedicarmi a qualche storiella leggera nei tempi morti - e per scrivere ancora qualcosa sugli amori della mia vita, dato che è un po' che non mi occupo di questi due (ironico che il primo capitolo sembri più incentrato su tutt'altra coppia, ma è bello immaginarli impazzire per il loro figlioletto adottivo e per quel pirla del suo compagno. Purtroppo Germania in amore è come il fratello: impedito.)
Chissà quando mai continuerò, ma pazienza. Chi vivrà vedrà, come si dice...



 
Il sole e la luna - Claudio Baglioni

 
   
 
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