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Autore: Nalawagel    31/03/2018    1 recensioni
[...] La guerra è finita. Gli Almogaveri sono stati sconfitti. Di fronte a tutte le avversità, e di fronte alla più grande minaccia che questa galassia abbia mai conosciuto, siamo sopravvissuti.
Ora, mentre percorriamo i primi passi verso il ripristino di ciò che abbiamo perso, dobbiamo ricordare che cosa ci ha permesso di vincere. Non è stata una vittoria di una singola flotta, di un singolo esercito, o di una sola specie. Se questa guerra ci ha insegnato qualcosa, è che siamo più forti quando lavoriamo insieme. E se possiamo abbattere le nostre divergenze per fermare qualcosa di potente come gli Almogàveri, immaginate cosa possiamo ottenere ora che sono stati sconfitti. Ci vorrà tempo, ma possiamo ricreare tutto ciò che è stato distrutto. Le nostre case, i nostri mondi, le nostre navi. Tutto questo e altro ancora. Insieme possiamo costruire un futuro più grande di chiunque di noi possa mai immaginare. Un futuro pagato dai sacrifici di coloro che hanno combattuto accanto a noi. Un futuro che molti non vedranno mai. Nonostante abbiamo ancora molte sfide davanti a noi... possiamo affrontarle insieme. E onoreremo quelli che sono morti per darci quel futuro. [...]
Amadeus IV - Cronache di una guerra infinita.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio, era questa la parola d'ordine, dovevano essere silenziosi e non farsi scoprire in alcun modo.
Entrarono dalla finestra e qui sorse il primo problema visto che il suo piede fini dentro l'acquario inzuppandosi fino alla caviglia.
Si decise di ignorare la cosa e si avventurarono nella villa schiacciandosi contro la libreria in un pallido tentativo di mimetizzarsi.
Al passaggio del compagno una lieve polvere si alzò da uno dei libri finendogli nel naso e provocandogli un irresistibile impulso di starnutire.
Fu sul punto di farlo quando una manata un po' troppo forte dell'amico raggiunse la sua bocca impedendogli di far rumore.
Il complice lo guardò con sguardo severo per poi svoltare lungo il corridoio ed infilarsi nella prima di tante stanze.
Cercavano una cosa in particolare, una cosa molto preziosa per loro, una cosa che gli era stata tolta.
Nella penombra creata dalle due lune di quel mondo I loro volti giovani furono illuminati.
Il primo, biondo con i capelli sparati in alto lunghissimi, tre ciocche ricadevano davanti la fronte senza ostacolare gli occhi gialli e luminosi.
Il viso pulito da ragazzino era corrucciato da un'espressione sbarazzina e ribelle.
Il secondo invece aveva i capelli corti e castani, gli occhi erano marroni e un accenno di barba era presente con un pizzetto leggero.
Più grande del compagno ma non di molto,nonostante il piede zuppo e il naso dolorante per prima, condivideva la stessa aria spensierata e allegra mentre entrambi cercavano nei cassetti quello per cui erano venuti.
-"Possible che il vecchio le abbia messe da un'altra parte?!"- il biondo sbotto' accorgendosi che non vi era nulla dove aveva cercato.
-"Sei sicuro che le abbia messe in questa stanza? Magari sono in camera da letto.." - rispose il moro addocchiando all'improvviso dall'altro lato della stanza una serie di piedistalli con dei vasi sopra.
-"No di solito li mette qui in questo mobile dentro la teca e...ma che stai facendo?" - il ragazzo dagli occhi d'oro guardò l'altro intento ad infilare la testa nel primo vaso.
-"magari li ha nascosti qui!" - disse l'altro come se fosse la cosa più naturale del mondo, rimanendo con la testa dentro.
Il biondo lo fissò per qualche secondo chiedendosi per quanto avrebbe guardato il buio all'interno del vaso prima di levarlo.
-"hey non viene via.." - se ne uscì il castano all'improvviso
-"stai scherzando spero!" - sbraito' lui incredulo.
Afferrò con entrambe le mani i manici del prezioso vaso tirandolo a se mentre il compagno cercava di tirare dal lato opposto;i manici si staccarono di netto.
Il moro con ancora il vaso in testa sbatté contro il supporto del suddetto vaso che sbilanciandosi urtò il seguente creando un effetto domino e facendo cadere a terra tutti i dieci piedistalli e mandando in frantumi altrettanti artefatti.
-"dici che l'ha sentito?" - si senti chiedere da dentro il primo vaso ancora sulla testa del complice quando un bagliore luminoso dietro di loro l'avviso' che si, il padrone di casa li aveva sentiti.
Ramuh, la cui lunga barba era ispida e pervasa da scariche elettriche per l'evidente turbamento osservo' il disastro nel suo studio.
Di fronte a se ancora a terra c'erano suo figlio Raiden, che lo guardava in un misto di paura e vergogna e il suo amico con la testa infilata in uno dei preziosi vasi di manifattura Shiva che gli erano stati donati dalla defunta Matriarca in segno di pace.
Mentre il capo tribù e suo figlio si scambiarono uno sguardo lungo e pieno di significato il ragazzo moro riuscì a togliersi, finalmente, il vaso  di dosso accompagnandolo con un verso liberatorio, poi notando la situazione l'unica cosa che riuscì a fare fu deglutire rumorosamente.
 
Il giorno seguente
 
-"Quello era un set di vasi molto prezioso, le Shiva ci hanno messo un anno intero per forgiare tale splendore e voi l'avete distrutto in una notte.." -
Ramuh era seduto sul suo trono reggendosi la testa e massaggiandosi le tempie,aveva deciso di rimandare la ramanzina a quei due al giorno successivo sperando che la rabbia potesse sbollire un po', si sbagliava.
Raiden e il suo particolare amico erano di fronte a lui, tutti i vari capifamiglia a ridosso della sala grande dove si trovavano osservavano la scena aspettandone la giusta punizione.
-"..non è il valore monetario che mi preoccupa ma i problemi diplomatici che questo comporterà, erano un dono di pace per suggellare il patto di non aggressione che vi è tra le nostre razze." - il suo sguardo ornato dalle rughe passava dal volto del figlio a quello del compagno.
Un capofamiglia appartenente ai Quetzacoltiani, Valfgor, si fece avanti.
-" Mio Signore, ci vuole una punizione esemplare anche se si tratta di vostro figlio. Stiamo parlando di un disastro diplomatico!" - il suo sguardo però pendeva sul ragazzo moro che notandolo cercò di parlare.
-"Noi non volevamo causare probl..." - una scarica elettrica colpì il terreno di fronte a lui è tutte le guardie scattarono mettendo mani alle armi ma Ramuh con un gesto della mano riportò la calma.
L'attacco era stato scagliato dallo stesso Valfgor che con astio riprese.
-"un essere come te non dovrebbe nemmeno esistere, sei fortunato che il capotribú Ramuh è fin troppo magnanimo con chi è diverso." - la frecciata fu evidente a tutti e lo stesso sovrano rispose.
-"In tempi come questi, dove gli umani si affacciano a questo mondo di nuovo dopo millenni essere chiusi e ottusi è controproducente Valfgor, io c'ero quando questo mondo è piombato nel caos e il consiglio di NALAWAGEL è stato fondato perché non si ripeta mai più un fatto del genere. "-
Il Quetzacoltiano si portò al centro della sala di fronte ai due ragazzi, fronteggiando con lo sguardo il suo capotribú.
-" E lei pensa che accettando uno stupido umano nella nostra città si possa evitare un conflitto? Quando le altre razze lo sapranno ci dichiareranno guerra! Sta portando alla rovina il nostro popol.."-
-"ORA BASTA!" - la voce possente di Ramuh echeggio' come un rombo di tuono per tutta la città e nella sala tutti i presenti fecero un passo indietro per la potenza sprigionata dalla sola voce del loro padrone.
-"Valfgor, fino a quando sarò io a comandare questo popolo, che tu sia Quetzacoltiano, Ixioniano o sotto la mia effigie seguirai la mia volontà." -
-"Forse è ora che le cose cambino allora, capotribú" - l'oppositore fece un mezzo inchino e tornò al suo posto.
-"Come osi rivolgerti con questa insolenza al tuo Re, Valfgor, questo è abbastanza per accusati di tradimento" - il consigliere , un Ixioniano di nome S'htor non riuscì a trattenersi,Ramuh lo calmò con un cenno.
-"La tua famiglia Valfgor, ha servito la mia casata per decadi e tu hai un posto nel consiglio per questo, ciò però non ti dà il potere di sostituirmi per quanto so che tu lo voglia." - il capotribú parlò con calma, troppa forse.
-"Io ho deciso di aiutare e accogliere questo umano, risponderò io di quanto accaduto e se il consiglio al completo riterrà che debba abdicare lo farò, quando troverò qualcuno degno."
Si alzò dal trono fluttuando fino ai due ragazzi.
-"Raiden, le tue bravate non si addicono a colui che per diritto di successione alla mia morte potrebbe governare questo popolo.."- il ragazzo abbassò lo sguardo vergognandosi.
-".. E tu Arok, sei un umano e non puoi capire le questioni di questo mondo, ti ho accolto e lo rifarei ancora ma nonostante sia il capotribú devo comunque rispondere al mio popolo, rispetta le leggi o non potrò più proteggerti" -
Materializzò il suo bastone e lo batté tre volte a terra.
-"Io, Ramuh, fondatore del Locus Fulgur dichiaro che come punizione all'incontro diplomatico di domani con la delegazione dei Ronso voi due farete i loro facchini, con questo concludo l'incontro potete tutti andare" -
I due colpevoli si guardarono sconvolti, i Ronso erano potenti guerrieri dall'aspetto possente e minaccioso, ogni volta che facevano visita al Locus Fulgur portavano con loro talmente tanta roba da commerciare che il solo pensiero di doverla trasportare per loro li fece sbiancare.
Pian piano la sala si liberò fino a quando non rimasero solo il capotribú, il suo consigliere e i due ragazzi. 
-"Ne valeva davvero la pena ragazzi?cosa cercavate di così importante da procurare tutti quei danni? " - chiese S'htor all'indirizzo dei due.
Fu Raiden a rispondere.
-"Le fette di torta di Ulwaat.. Papà ce le ha tolte per punizione ieri pomeriggio" - il consigliere rise di gusto mentre Ramuh si mise una mano sulla fronte.
-"Non le avreste trovate mai, le ha mangiate lui durante il consiglio di ieri." -
-"Papà!" -
Anche Ramuh, il millenario signore dei lampi, sovrano del Locus Fulgur andava matto per la torta di Ulwaat.
 
 
 
 
 
La notte il cielo fu coperto da nubi e ciò aiutò una figura avvolta in un mantello nero a lasciare indisturbato il Locus Fulgur per andare nel bosco vicino.
Raggiunse una radura senza che nessuna creatura selvatica si facesse vedere e ormai sicuro di non essere stato seguito il misterioso individuo prese uno strano apparecchio.
La scatola si accese aprendosi e dopo qualche ronzio una voce fu udibile.
-" RAPPORTO."-
-"La missione prosegue senza problemi, S'htor il consigliere si è messo in mezzo ma il vecchio preferisce tenere un basso profilo e non inimicarsi il consiglio" - la figura teneva la voce bassa e il volto sempre coperto.
-"NON ABBIAMO TEMPO, CON LA MORTE DI RAMUH IL LOCUS FULGUR CADRÀ E ANCHE IL CONSIGLIO DI NALAWAGEL SARÀ PIÙ VULNERABILE" -
-"Ci sto lavorando, le altre tribù gli sono molto fedeli, sarà difficile fargliele rivoltare contro" -
-"FA CIÒ CHE DEVI" -
La comunicazione si chiuse e la scatola venne nascosta tra le radici di un albero, al sicuro.
   
 
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