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Autore: Angel Of Fire    03/04/2018    4 recensioni
Molto tempo dopo gli eventi di The Last Jedi, Rey si ritrova ad affrontare una situazione inaspettata.
Inspiegabilmente qualcosa sta turbando la tranquillità della sua vita e di colui che le è accanto.
E' forse giunto il momento di fare i conti con le conseguenze delle sue scelte?
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Post TLJ, Spoiler novelization TLJ, #reylo
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Parte Quarte

Parte Quarta



Il corpo di Finn lentamente svanisce, si dissolve tra le mie braccia...
Resto sola a stringere me stessa.


Apro gli occhi e una sensazione diversa invade i miei sensi ed è dolcemente familiare. Mi sento più leggera e sollevata. Non provo più quel fastidioso senso di vertigine ma sono stabile sulle mie gambe e di nuovo padrona del mio corpo. L'ambiente che mi circonda mi restituisce un'immagine concreta e reale.
La spirale degli eventi del passato, nel quale ero rimasta imprigionata, si è finalmente dissolta lasciandomi libera. Sono di nuovo a
casa, al sicuro su Arl-Hach.
Deve essere accaduto tutto in pochi minuti, anche se il tempo mi è parso scorrere molto più lentamente. N
on mi trovo più sul vialetto di pietre ma sono giunta fin sulla collina poco distante da casa. Devo aver camminato in modo inconscio.
I due soli di
Arl-Hach calano veloci incendiando il cielo all'orizzonte. È incredibile come il tramonto sia così simile a quello dell'isola di Ahch-To. Una leggera brezza scuote appena le fronde degli alberi secolari e rinfresca l'aria della sera, mi scompiglia impertinente i capelli sciolti, carezzandomi il viso.
Il contrasto con la violenza di quello ho appena vissuto mi ha annichilito. Ho bisogno di espandere di nuovo i miei sensi. Respiro profondamente lasciandomi cullare da questa sensazione familiare, così rassicurante. La stessa pace vorrei poterla percepire nel mio cuore.
Un pensiero doloroso invece comincia a farsi strada nella mia mente ed è come una ferita aperta che ricomincia a sanguinare. Perché ho rivissuto quella parte della mia vita in modo così reale ed intenso? Non è stato come le visioni che mi coglievano di sorpresa in passato, lasciandomi con mille interrogativi.
È stato molto più violento e concreto, qualcosa a cui non sono riuscita a ribellarmi. Come se la Forza stessa volesse impedirmi di andare oltre e tenermi ancorata al passato per mostrarmi ancora qualcosa.
Non posso guardare al futuro, non è ancora il momento. C'è una cosa che è rimasta irrisolta e che, mio malgrado, devo affrontare. Continuare ad ignorarla o fuggirla, non mi sarà di nessun aiuto.

Rey!”

La voce di Ben mi sorprende alle spalle e vengo colta da un sussulto. Mi volto e me lo ritrovo davanti a poca distanza. La sua immagine, illuminata dagli ultimi raggi dorati, mi coglie impreparata e quasi mi spaventa. La sfumatura calda che gli dona il tramonto lo fa apparire quasi come un essere ultraterreno mentre la leggera brezza gli scompiglia impertinente i capelli neri. Metto a fuoco il suo viso e mi accorgo che mi sta guardando con un'espressione stravolta e il fiato spezzato dalla corsa fatta per raggiungermi. Lo fisso, incerta su come comportarmi.
Perché sei venuto fin qui?” rompo il silenzio con diffidenza.
Mi hai chiamato,” risponde schietto, mentre il suo petto si solleva più lentamente e il respiro diventa più regolare. Continua a guardarmi senza parlare aumentando il mio disagio.
Non ti ho chiamato,” gli faccio notare, assottigliando lo sguardo e corrugando la fronte. Ricordo bene di aver solo desiderato di chiedergli aiuto.
Mi afferra per le braccia e mi strattona leggermente. “Mi hai chiamato, ti dico. L' ho sentito chiaramente,” quasi mi aggredisce e il mio sangue si gela, non riesco a nascondere la sorpresa e l'inquietudine che quelle parole mi suscitano dentro. Un'atroce consapevolezza si insinua prepotente nella mia mente.

Cos'altro hai sentito... o visto?” chiedo incerta, mentre il fiato mi si spezza in gola, rendendomi conto di essermi addentrata in un terreno insidioso.
Tutto quanto,” mi confida, mordendosi il labbro inferiore, inspirando nervosamente allargando appena le narici.
Resto impietrita.
Molte volte ho immaginato come sarebbe stato questo momento, come avrei dovuto affrontarlo e reagire, ma in questo istante mi scopro totalmente impreparata e vulnerabile.
Ben distoglie finalmente gli occhi da me per fissare un punto indefinito, donandomi un lieve senso di sollievo. Mentalmente gliene sono grata, non avrei potuto sopportare ancora per molto il peso del suo sguardo.

È questo che è successo, dunque,” riprende in tono duro, incapace di nascondere il senso di amarezza.
Chiudo gli occhi e chino la testa per evitare di trasmettergli il mio disagio.
È ridicolo, lo so, e forse anche infantile da parte mia. Ma mi ero talmente affezionata alla nostra vita equilibrata, tranquilla e soprattutto anonima da desiderare, con tutte le mie forze, che le cose non cambiassero mai. Sono consapevole di aver commesso un grosso errore a tenerlo volutamente all'oscuro di quello che è accaduto. Ed ora me ne vergogno immensamente.
Dentro di me ho sempre saputo che il paradiso ideale in cui mi sono rifugiata con lui, non sarebbe potuto durare a lungo; Ben avrebbe dovuto affrontare i suoi demoni interiori, prima o poi, e io avrei dovuto affrontare l'essenza oscura di se stesso: Kylo Ren.
Ma è stato bello vivere un'esistenza normale, assaporare, anche solo per poco, la sensazione di avere qualcuno accanto che è riuscito a farti dimenticare la solitudine. Costruire una casa, pietra dopo pietra, partendo da un rudere abbandonato vicino ad un ruscello rumoroso, fare l'amore sotto le stelle, con la sola compagnia del crepitio di un fuoco acceso, addormentarsi tra le braccia di qualcuno che ti infonde protezione, senza più soffrire i morsi della fame. Il tempo trascorso su Arl-Hach mi ha dimostrato che Ben Solo non è morto, ma è più vivo che mai.

Hai ricordato tutto?” La mia è una constatazione più che una domanda.
L'ho visto nella tua mente. Me l'hai mostrato tu.” Lo sguardo di Ben torna su di me in modo crudele e mi accorgo con angoscia che ha gli occhi lucidi e arrossati. Nonostante tutto riesce a trattenere le lacrime, ma lo stesso non si può dire per me.
A questo punto è inutile continuare a reprimere la mia capacità di sondare i suoi pensieri e mi riapro totalmente alla Forza. Percepisco un turbine di sentimenti contrastanti che lo stanno dilaniando e la sua intensità mi colpisce violenta come uno schiaffo, lasciandomi stordita.

Io non ho fatto niente,” reagisco d'impulso, “è stato qualcosa indipendente dalla mia volontà,” tento di giustificarmi ma un terribile sospetto si insinua impietoso nella mia mente. “Sei stato tu,” lo accuso incauta, “tu hai scatenato tutto questo. Da quanto tempo stai cercando di entrare nella mia testa?” La mia reazione è eccessiva e fin troppo animata, ma Ben accoglie le mie accuse con un'espressione risoluta e imperturbabile.
No. Il richiamo proveniva da te,” taglia corto deciso, con una crudezza che non manifestava da molto tempo, e nella mia mente ormai regna la confusione più assoluta.
Cosa mi sta succedendo?
Cosa
ci sta succedendo?
Perché mi hai portato qui, nel luogo più insignificante e sperduto dell'Orlo Esterno? Che cosa volevi fare Rey? Qual era il tuo piano?” mi accusa, senza lasciarmi il tempo di reagire o difendermi. “Mi hai nascosto volutamente il passato per tenermi lontano dai tuoi amici? Cosa credevi che sarebbe successo? Di cosa avevi paura?” Insiste con i suoi assurdi deliri mentali e a me inizia a mancare il terreno sotto i piedi. Mi sento debole, mi gira la testa, ma cerco tenacemente di non perdere il controllo di me.
Non l'ho fatto per loro. Ti ho portato qui per salvarti la vita!” Istintivamente lo urlo, perché solo aggredendolo brutalmente ho qualche speranza di sopraffarlo ed interrompere le sue accuse.
E cosa avresti dovuto fare se avessi recuperato la memoria? Se fossi diventato pericoloso per la tua tanto amata Resistenza?” continua crudele, “quali erano i tuoi ordini Rey?”
Sospiro sconfortata, sostenendo a stento il suo sguardo di fuoco. Lo detesto profondamente quando trae conclusioni affrettate senza riflettere o temere di ferire.
Non ha perso quella sua maledetta abitudine di inveire senza curarsi minimamente delle conseguenze. Scuoto la testa delusa e mi lascio andare ad uno sfogo disperato.
Non posso credere che, dopo tutto quello che c'è stato tra noi, dopo tutto quello che abbiamo condiviso, tu mi ritenga capace di colpirti alle spalle...” La mia indignazione fa effetto e lo vedo indietreggiare e calmarsi. Ma temo sia solo una calma apparente. Ha capito di aver esagerato e lo sento meno ostile.
Percepisco chiaramente il conflitto che è in lui. Ora mi guarda con un'espressione smarrita e l'inquietudine si impossessa dei miei sensi. So che mi sto muovendo su un campo minato, ma non posso impedire che tutti i sentimenti contrastanti che sta provando lo travolgano come un'onda impetuosa.

Lui abbassa lo sguardo e sembra riflettere tra sé, poi scuote la testa nervoso e torna a fissarmi. “Hai avuto pietà di me? Per questo hai inscenato tutta questa commedia?”
Insiste col filone dei discorsi distruttivi e a me inizia a crescere il desiderio di prenderlo a sberle, però mi trattengo.

Non voglio la tua pietà, Rey,” mi rinfaccia in tono tagliente, scuotendo lentamente la testa. Ora ha davvero superato ogni limite.
Fisso il suo viso sconvolta, ma il suo sguardo è tristemente serio, ha le labbra tremanti, il respiro nervoso. Mi sembra di avere di nuovo davanti il ragazzino arrabbiato contro l'universo, che si sente tradito da tutti. I passi fatti in avanti, nel nostro rapporto mi appaiono irrimediabilmente persi. Non posso credere che dubiti ancora dei sentimenti che provo per lui, che non si fidi di me e mi ritenga capace di eliminarlo a sangue freddo. Non me lo merito.

La pietà non c'entra, Ben,” lo aggredisco tutt'altro che dolcemente, “idiota maledetto...” sibilo tra i denti. “Tu sai perché l'ho fatto. Se adesso puoi leggere dentro di me, sai che non ti sto mentendo. Tu mi hai salvata... ed io ho salvato te.”
Mi avvicino a lui e gli poso entrambi i palmi sul petto ampio, lievemente ansimante per l'enfasi del momento. “
Siamo solo noi... Ricordi? Abbiamo costruito qualcosa qui, qualcosa di importante. Questo non ha nessun valore per te?” Lascio scivolare le mani lungo le clavicole, le spalle possenti, fino ad unirle dietro il collo. Istintivamente lo stringo e lui si china leggermente per lasciarsi abbracciare, ma lo sento ancora distante.
Spero che abbia la forza e il coraggio di aprirsi e che non si chiuda in se stesso come faceva un tempo, quando troncava brutalmente le nostre connessioni, tornando ad essere un enigma, impedendomi di comprenderlo.
In modo molto brusco però lui solleva entrambe le mani e mi afferra i polsi sciogliendosi dal mio abbraccio, continuando a tenermi stretta fin quasi a farmi male. So che non lo sta facendo con l'intenzione di provocarmi dolore, ma riesce comunque a mettermi a disagio.

Sento qualcosa anch'io... È una sensazione. Ed è da un po' che succede,” cautamente si apre.
Una sensazione?” chiedo col cuore in gola. È forse la stessa che sta tormentando anche me? “La sento anche io,” mi affretto a confessargli.
Scuote la testa come se volesse negare quello che gli ho appena confidato. Stringe più forte e non gli sfugge la mia impercettibile smorfia di dolore.
No. La sento dentro di te...”
Il mio cuore manca un battito mentre gli sento pronunciare quelle parole, non capisco cosa voglia dire. Cosa percepisce esattamente? E perché ne è così turbato?

Cosa ti sta succedendo Rey?” mi fredda lasciando finalmente la presa dolorosa sui miei polsi, con un'espressione indecifrabile.
Abbasso la testa sconfitta fissando i miei piedi con gli occhi sgranati, senza vederli realmente, incapace di dargli una risposta. Credevo che il problema fosse lui, e che qualcosa di pericoloso si stesse muovendo nell'ombra tentando di portarmelo via di nuovo. Non posso credere che sia stata io stessa a costringerlo a ricordare tutto quello che ha passato. Non lo avrei mai fatto intenzionalmente, o peggio razionalmente.
Di fronte alla mia incapacità di comprenderlo, si allontana, visibilmente alterato, senza più dire una parola. Ed io non posso fare altro che osservarlo mentre scende risoluto lungo la collina, lasciandomi sola con la mia insicurezza, con i miei sensi di colpa e con la consapevolezza di essere impotente.


Ormai è completamente buio. L'oscurità che mi ha colta e mi circonda, è un'amara metafora di quello che sta succedendo tra noi. Adesso ho ancora più freddo.
Sollevo lo sguardo e scopro il cielo stranamente sereno, un manto di velluto nero e denso, trapuntato di stelle luminose. Sospiro. Il vuoto che sento dentro di me è pari alla vastità del cosmo.
Lentamente riprendo la strada verso casa, cercando di trovare una spiegazione a quello che è appena successo e dare un senso alla reazione di Ben. Ritrovare se stesso e i suoi ricordi in modo così brutale deve avergli riaperto ferite insanabili e provocato un dolore inimmaginabile. Eppure io sento che c'è qualcos'altro che mi sfugge e che non sono ancora riuscita ad identificare. Qualcosa che cerca di insinuarsi tra noi.
Riordino i pensieri per cercare di fare chiarezza nella mia mente. Entrambi abbiamo percepito qualcosa che ha scatenato in me il flusso di ricordi che mi ha risucchiata, ma nello stesso tempo ha chiamato anche lui permettendogli di condividere con me quell'esperienza.
Io credevo che fosse stato il suo desiderio di avere delle risposte a provocare questa sottile variazione nella Forza... Ma lui mi ha fatto capire in modo molto chiaro che l'ha percepita dentro di me. Forse, è davvero così.

Qualcosa, nel profondo... mi chiama. Ora lo sento chiaramente.
Mi fermo. Chiudo gli occhi ed inspiro lentamente. L'unico modo per capire di cosa si tratta è guardare dentro di me, concentrarmi sulle mie sensazioni e ascoltare quello che la Forza sta cercando di dirmi in modo così insistente.
Espiro e mi metto in ascolto... e finalmente la sento. Quella sensazione torna a farsi viva, ma stavolta non è più indefinita o incerta, è più esplicita. Lentamente prende forma nella mia mente, si materializza nei miei pensieri.
Finalmente capisco. La vedo...
Apro gli occhi di scatto e sorrido, anzi, rido di me stessa.
Avrei dovuto capirlo da altri segnali, forse anche più evidenti. Ma la verità è che ero troppo preoccupata che quell'impulso potesse provenire da Ben per ascoltare il mio corpo e dare ascolto gli indizi che mi stava mandando. Inoltre, stupidamente, credevo che non sarebbe mai potuto succedere. Non ad una come me.
Un brivido strano mi scuote e non è solo a causa dell'aria frizzante della notte. Mi stringo nelle spalle ma non riesco a scaldarmi. È questa nuova consapevolezza, che scombussola i miei sensi e mi lascia frastornata, pervasa da sentimenti totalmente contrastanti ma così intensi: gioia e paura, anzi... terrore, preoccupazione ma anche... sì, speranza.
Incredibilmente l'equilibrio domina anche le mie emozioni.
Nello stesso tempo però ho il timore di come Ben possa reagire, se perfino per me è stato difficile da realizzare, non oso immaginare l'effetto che farà su di lui.
Eppure deve sapere, prima che lo percepisca da solo e mi accusi ancora di avergli nascosto qualcosa.
Riprendo la strada pervasa da un'energia nuova e dalla necessità impellente di condividerla con lui. Ma giunta sul viale di pietra scopro che dentro casa domina il buio, il condensatore non è stato riparato e la poca energia che avevamo accumulato si è esaurita del tutto. Entro e lo cerco con angoscia, ma trovo solo BB – 8 che si è auto disinserito per trascorrere la notte.
Dove può essersi cacciato? Lo percepisco molto vicino.
Esco e mi precipito nella parte posteriore, attraverso il ponte sul piccolo ruscello e corro fino a quando non mi appare l'inconfondibile sagoma metallica dalla forma ormai molto familiare.
Il portellone del Falcon è aperto, le mie sensazioni non mi hanno tradita.
Lo sorprendo all'interno dell'astronave di suo padre come un'anima in pena armato di una grossa chiave idraulica. Nella flebile luce rossastra dell'illuminazione di emergenza il suo aspetto mi appare ancora più inquietante.

Cosa vuoi fare?” gli chiedo nervosa e lui ovviamente mi ignora. Frustrata gli sbarro la strada costringendolo a darmi retta.
Riattivare l'energia ausiliaria di questo catorcio. Mi pare ovvio,” me lo sputa in faccia come fosse veleno.
Con quell'enorme chiave idraulica?” mi viene spontaneo canzonarlo alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
Hai anche la presunzione di conoscere questo rottame meglio di me?” Protesta mostrandomi la schiena, solleva uno dei pannelli del pavimento e si cala giù per il cunicolo ancora più buio. Lo sento battere nervosamente su qualcosa di metallico e quasi temo che possa demolire la nave. Inaspettatamente però le luci si attivano e finalmente non stiamo più al buio. Sospiro passandomi una mano sulla fronte sudaticcia ma sono tesa come una corda di violino.
La testa di Ben riemerge dal pozzo con un cipiglio nervoso ma soddisfatto che è tutto un programma, si sporge di poco e getta la chiave verso un contenitore mezzo sgangherato. Per un istante temo che me la voglia lanciare addosso, per il modo assurdo con il quale sfiora la mia gamba senza colpirla.
Si solleva dal cunicolo e si dirige furioso alla cabina di comando riattivando anche tutti gli altri supporti vitali. Lo seguo spazientita, bloccandogli nuovamente l'uscita.

Hai intenzione di andartene?” sondo il territorio con la voce leggermente incrinata dall'ansia e dall'esasperazione.

E anche se fosse? Vuoi provare a fermarmi?” ringhia rabbioso e io corrugo la fronte senza capire dove vuole arrivare esattamente.
E dove saresti diretto? Su Mustafar magari? È l'unico posto dove non rischieresti la pelle. Se avevi intenzione di calcare le orme di tuo nonno ci sei riuscito benissimo. In tutta la galassia sei odiato almeno quanto lui.” Mi pento subito di averlo messo davanti alla realtà in modo così spietato, ma è l'unico modo di impedirgli di compiere una sciocchezza. Lo sguardo sdegnato con il quale accoglie la mia provocazione mi procura una puntura all'altezza del cuore.
Che ne sai tu di Mustafar?” sibila torvo e io gli sorrido a denti stretti.
Ne so abbastanza dall'ultima volta che la Forza ci ha connessi, prima che mi chiudessi ogni possibile contatto. Pezzo di idiota.”
Mi riserva un ghigno nervoso. “Provi un qualche tipo di piacere fisico ad insultarmi? E comunque non sono l'unico a cui piace sbattere le porte in faccia.” Questa volta è lui a provocare sibilando tra i denti e a spingermi via per forzare la sua fuga dalla cabina.

Quella porta in faccia te la sei ampiamente meritata!” gli ricordo ma lui mi ignora bellamente.
Gli corro dietro e gli urlo contro minacciosa. “Ben! Fermati, dobbiamo parlare!”
Lo raggiungo e lo trovo in piedi ansimante, al centro del dormitorio. Mi avvicino anche se continua a voltarmi le spalle, cerco di calmarmi inspirando profondamente. Come posso sperare di farlo ragionare se io stessa sono fuori di me?
Lentamente gli poso una mano sul braccio e la stringo nella speranza che percepisca il desiderio di volermi riavvicinare e chiarire.

Ben,” sussurro cauta, “mi dispiace immensamente. Ho sbagliato a nasconderti quello che è successo, e chi sei veramente. Me ne vergogno. Ma l'ho fatto solo per proteggerti, per darti il tempo di riprenderti dopo lo scontro mortale con Hux. Non so come spiegarlo, ma è come se il tuo cervello avesse avuto bisogno di resettarsi e ripartire da zero. E poi... poi non ho avuto il coraggio di sconvolgerti, pensavo di non averne il diritto. Sono stata molto egoista, me ne rendo conto...”
Lui non si volta e nemmeno risponde, lo sento chiudersi ancora di più e ne sono turbata.

Ascoltami,” insisto addolcendo il tono, “c'è una cosa che devo dirti, ed è importante. È qualcosa che ha a che fare con quello che ci è successo. Forse ho capito perché la Forza ha voluto che ricordassi tutto proprio adesso...”
Smettila! Lasciami in pace!”
Gli sento urlare quelle parole mentre vengo scaraventata con violenza contro la parete metallica della cabina. Non mi ha nemmeno sfiorata, ha usato la Forza.
Il colpo mi spezza il respiro, poi cala il buio di nuovo.



Continua...

  
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