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Autore: vanessagi8    04/04/2018    0 recensioni
I seguenti tre capitoli sono tratti dal mio romanzo "Oltre il tramonto - la storia di Audrey Wright", acquistabile su lulu.com e su Amazon.La storia parla di Audrey Wright, una ragazza profonda e sensibile, la quale troverà una cassetta chiusa a chiave in un casolare e da lì le sorti della sua vita cambieranno. Seguita dall'infanzia all'età adulta Audrey è alla ricerca di sè stessa. Spero vi piaccia ^-^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 Il lupo
 
Era una splendida giornata invernale, un po’ di neve si era sciolta, perché un sole sfavillante regnava in cielo. Audrey uscì,  andò verso la casa in cui abitava Emma e si fermò davanti al recinto. Era vuota, Emma si era trasferita qualche settimana prima e Audrey sentiva  un profondo senso di vuoto, si sentiva angosciata. Odiava perdere persone che stavano a lei care. Chi sarebbe stata adesso la compagna di fantastiche avventure? Nessun altro, perché nessuno può sostituire qualcuno.
  Si perse nei suoi pensieri e iniziò a camminare. I folti capelli castani venivano spostati dal vento, si strinse nella sua sciarpona rossa, coprendosi metà viso. Ci si abitua a determinate persone, fino a rendere scontata la loro presenza, ma poi quando se ne vanno dalla propria routine si comprende che anche le persone sono investite dall’inevitabile caducità presente nella vita. Niente può durare per sempre, è il continuo divenire delle cose, nascono, crescono e cambiano e solo così  il mondo si rigenera.
Audrey continuava a camminare, pensando a tutti quegli anni passati con Emma, alle mille avventure, ai loro progetti,ai loro sogni.
E proprio nel bel mezzo di quel ammasso disordinato di pensieri, arrivò un rumore che bloccò Audrey, sembrava provenire dagli alberi. Si fermò e rimase in ascolto, osservandosi attorno e attendendo che quel rumore si ripresentasse. Ecco che, un secondo dopo, il rumore si ripresentò : sembravano dei passi, che si fecero sempre più evidenti fino a quando davanti Audrey si presentò un lupo. Audrey, stranamente non ebbe paura, rimase immobile e guardò negli occhi quella creatura. Aveva un manto grigio argenteo, con qualche sfumatura nera e gli occhi erano gialli come il sole e anche quelli fissavano Audrey. Sembravano entrambi in contemplazione l’uno dell’altra. Il lupo non mostrava intenzioni aggressive, ma rimase con le zampe ben salde a terra e allo stesso modo Audrey non si mosse di un millimetro. Guardava quella creatura, non era la prima volta che capitava ma ,quella volta, era strano, era come se Audrey avesse appena preso coscienza  dell’essenza di quel animale, della sua  libertà incondizionata. Quel lupo non aveva obblighi, né doveri, il suo unico compito era la sopravvivenza, le regole erano dettate solamente dalla natura, poteva andare dove voleva, poteva scegliere di stare da solo,  rimanendo comunque forte oppure vivere in branco aumentando la sua forza.  Sembrò quasi che Audrey non stesse respirando, continuava a fissarlo. Voleva ammirarlo dalla sua stessa altezza e con movimenti lenti si sedette a terra. Ora gli occhi del lupo erano lungo la stessa linea immaginaria che li collegava con quelli della ragazzina. Due mondi opposti si incrociavano e non si facevano del male come sarebbe dovuto essere. A Audrey sembrava che il tempo si fosse fermato e che le uniche creature viventi fossero loro due.
L’animale si avvicinò di un altro passo. Audrey si rialzò sempre con movimenti lenti e volle osare di più, voleva accarezzarlo. Pertanto si avvicinò poco alla volta, il lupo tese le orecchie e la seguì con lo sguardo. La ragazzina portò lentamente una mano sul dorso e toccò quel pelo morbido argenteo e nero, stava per affondarci le dita per accarezzarlo, ma il lupo all’improvviso spezzò quell’atmosfera: mostrò i denti a Audrey, lasciandola immobilizzata e dopodiché corse via allontanandosi. Il lupo non può essere addomesticato, il lupo è e rimarrà sempre un animale selvatico.  Audrey lo osservò andare via e si sentì addosso una sensazione strana, si passò una mano tra i capelli portando i ciuffi che davano fastidio dietro l’orecchio e tornò a casa.
 
«Nonno oggi ho avuto un  incontro molto strano..» disse la ragazzina, con la testa poggiata sulla spalla del nonno, mentre come al solito contemplavano il tramonto. Quella volta il cielo era meno arancione, c’erano molte più nuvole e si era alzato un leggero venticello.
«Con chi?»
«con un lupo.» rispose secca, il nonno si girò per guardarla attonito. Vedendolo così, Audrey  cercò di tranquillizzarlo.
«Non mi ha fatto niente, ci siamo solo guardati, io ho provato ad accarezzarlo e poi è fuggito.»
«Audrey, non provare mai più ad accarezzare un lupo, non sono cani come il tuo Mike, i lupi non possono essere addomesticati e ti poteva andare anche peggio, sei stata molto fortunata.» Rispose il nonno con un tono risoluto.
«Va bene nonno, la prossima volta starò più attenta. E’ solo che….»la ragazzina sembrava turbata, sospirò e abbassò lo sguardo. Il nonno poggiò una mano sulla sua piccola spalla e dolcemente le chiese:
«Che cosa è successo?»
«E’ come se quest’incontro mi avesse lasciato qualcosa, qualcosa nel profondo, ma non so bene cosa.»
«Prova a spiegarti meglio.»
«Insomma ho avuto una sensazione che mi ha attraversato tutto il corpo, una voce interiore guardando quell’animale, mi sussurrava che in realtà c’è molto più di questo…»
«Il “questo” cosa sarebbe?» chiese il nonno piuttosto incuriosito.
«Non saprei… la vita, le nostre giornate come se ci fosse dell’infinito oltre la nostra esistenza finita. Lo so sembra un ragionamento stupido, ma-» il nonno la interruppe prima che lei potesse continuare e con voce seria disse: «No Audrey! Affatto! questo ragionamento è il ragionamento più sensato che abbia mai ascoltato in vita mia, tu,piccola mia, sei una romantica nel cuore … Hai sbagliato epoca. Vedi, un paio di secoli fa nacque un movimento culturale chiamato Romanticismo, in cui poeti,filosofi e tutti gli uomini che possedevano un certo spessore culturale avevano questa brama di infinito, il quale non si sa bene cosa sia, avevano il desiderio di scoprire l’oltre-limite. Ascoltami Audrey, sei una ragazzina veramente in gamba e io sono orgoglioso di te, resta sempre nelle tue idee, segui i tuoi istinti e ti assicuro che ti porteranno a realizzarti.»
La ragazzina ascoltò attentamente le parole del nonno e annuì dando retta ai suoi consigli, dunque il nonno la avvolse in un caldo abbraccio e la strinse a sé, mentre il sole ormai stava lentamente andando via e le sfumature rosse si lasciavano dietro sfumature azzurre e poi altre sfumature di un blu più scuro,mentre il manto notturno si spiegò nella volta celeste.
 
 
Audrey cresceva e non era una ragazza fuori dalla norma,o meglio non faceva cose diverse rispetto a quelle che facevano i suoi coetanei.Ora andava al liceo e stava attraversando il fiore della sua adolescenza, aveva sedici anni.  Al liceo aveva conosciuto una ragazza e un ragazzo con cui passava gran parte della giornata: Michael e Camille. Michael era un ragazzo molto alto, dalle spalle larghe e i capelli sempre  in disordine, Camille era una ragazza dai lucenti capelli biondi che teneva molto alla scuola e si impegnava tantissimo in qualsiasi cosa. Insomma erano gli amici del liceo con cui si cresce e ci si promette di passare la vita insieme. Audrey però non aveva abbandonato il suo passato, c’era letteralmente un filo che la collegava con la Audrey dodicenne: il braccialetto con la conchiglia che le regalò Emma. Spesso si chiedeva dove fosse finita la sua amica. E poi.. c’era una scena della sua vita che non avrebbe scordato mai: l’incontro con il lupo.  Quel senso di infinito come aveva detto suo nonno, la tormentava non capiva bene cosa fosse, continuava la sua routine quotidiana ma ogni  tanto si bloccava a fissare il vuoto crucciandosi. Camille e Michael non avrebbero capito, forse nessun altro avrebbe capito,eccetto suo nonno.
Audrey  sembrava uguale a tutti, era ciò  che era: una ragazza che andava a scuola, studiava e aveva amici ma lei sapeva in fondo che non era del tutto uguale agli altri. Era come se in lei,però, un piccolo fuoco si fosse acceso e iniziasse a diventare sempre più grande. Cercava di farlo uscire o per lo meno spegnerlo in tutti i modi: scriveva, scriveva davvero tanto, scriveva della sua vita, delle sue emozioni, di ciò che accadeva durante la giornata. A volte  colorava,si era comprata dei libri con rappresentazioni giapponesi da colorare, si diceva che erano terapeutici e che servissero per rilassarsi, ascoltava musica, ballava. Ma niente quel fuoco che si accese dall’incontro con gli occhi giallo vivo del lupo non si spegneva e non sapeva dove l’avrebbe potuta mai portare il suo divamparsi.
 
«Ciao ragazzi, sabato sto organizzando una festa a casa mia. I miei sono partiti.» disse Megan,una ragazza dai capelli rossicci e la faccia piena di lentiggini, mettendosi davanti ai tre ragazzi. «mi piacerebbe che veniste» e lanciò loro un mega sorriso brillante.
«Certo ci saremo.» disse Audrey guardando i suoi amici che acconsentivano. 
«Perfetto ci si vede sabato.» e se ne andò via.
«Ma oggi è mercoledì…» disse Michael guardando Audrey e Camille.
«vuol dire che il suo weekend inizia oggi.» rispose Camille ridendo. 
Il resto  della giornata continuò in maniera normale e tranquilla e quella routine continuò fino a quando il sabato non la spezzò. 
Camille era a casa di Audrey : si prepararono insieme e Michael sarebbe venuto a prenderle, andando poi alla festa di Megan.
«Truccami bene, mi raccomando!» disse sorridendo Camille. 
«Sei mai stata delusa dalle mie esperte mani?» rispose Audrey e cominciò a truccare l’amica. 
 
Avevano finito di prepararsi appena in tempo, infatti un secondo dopo suonò Michael alla porta. Le ragazze scesero e i genitori di Audrey andarono ad aprire.
Si salutarono e il papà di Audrey, un uomo molto alto dai capelli brizzolati , guardò sua figlia felice.
«Che sei carina, tesoro.»
«Grazie papi.» rispose un po’ imbarazzata e abbracciò il padre.
I tre, così, salirono in macchina e andarono alla festa.   
 
   
 
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