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Autore: PePiPa    06/04/2018    2 recensioni
«Che cosa significa tutto questo?»
Liam sgranò gli occhi, quasi che non comprendesse la parole di Theo. «Secondo te? Un letto gonfiabile è sicuramente meglio del sedile della tua auto, non credi?»
Theo si guardò intorno, fissando i poster alle pareti di Liam, per poi spostarsi sugli scaffali pieni di libri di storia, la scrivania disordinata, magliette e calzini sparsi un po' ovunque per la camera. Era tanto tempo che non si trovava in una situazione così normale.
«Vuoi... devo dormire qui? Con te?»
[...]
«Theo, svegliati!» Ci aveva provato, ma la chimera non rispondeva a nessuno dei suoi richiami. Ma non poteva rischiare che i suoi genitori lo sentissero, che capissero cosa Theo – cosa lui stesso – fosse davvero. Così, preso dal panico, aveva fatto l'unica cosa sensata che gli era passata per la testa.
Gli aveva dato un pugno dritto in faccia.
___
[Penguin]
Genere: Commedia, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non appena Theo spense il motore dell'auto, Liam si sentì soffocare. Non aveva idea del perché lo avesse fatto, del perché avevesse detto a Scott che sì, lui e Theo sarebbero stati felicissimi di unirsi ad un'uscita di gruppo al lunapark quel pomeriggio. Si strinse nelle spalle, arricciando il naso con fare infastidito. Mai, mai più fare promesse mentre le labbra di Theo Reaken sono sul tuo collo. Era già tanto che non avesse acconsentito a qualche missione suicida, pensò.
Non che la situazione fosse così diversa, aggiunse poi mentalmente.
«Sei sicuro di voler andare?»
La voce di Theo interruppe i suoi pensieri, e Liam sospirò, osservando di sottecchi le mani dell'altro ancora fermamente poggiate al volante della sua macchina, strette attorno al volante come a non volerlo più lasciare andare.
Mantenere sempre una via di fuga rapida a disposizione. Mossa saggia.
«Gli abbiamo detto che ci saremmo stati», rispose Liam, abbandonando la testa contro lo schienale, chiudendo gli occhi e sospirando in maniera drammatica, mentre Theo al suo fianco alzava gli occhi al cielo, sporgendosi per slacciare la cintura di sicurezza. Le labbra di Liam si incurvarono leggermente verso l'alto quando la mano di Theo si spostò dalla cintura al suo viso, tirandogli lievemente una delle ciocche di capelli che fuoriuscivano dal cappello di lana che gli copriva la testa. Theo sorrise non appena Liam aprì di nuovo gli occhi, fissandolo con rassegnazione e spingendosi allo stesso tempo contro la carezza di Theo, abbandonandosi completamente al suo tocco.
«Possiamo sempre dire di aver avuto un imprevisto. Che i tuoi genitori sono tornati prima, o magari ch-»
«Sei adorabile quando ti preoccupi», disse, incrociando ora lo sguardo oltraggiato di Theo. La chimera aggrottò le sopracciglia, ritirando subito la mano, le cui dita stavano ancora accarezzando i capelli del più piccolo.
«Io non sono adorabile. E non mi preoccupo. È solo auto-conservazione» rispose, incrociando le braccia al petto, mentre Liam provvedeva a liberarsi della sua cintura di sicurezza, spostando poi il peso su un fianco.
«Certo, continua a crederlo» ribatté Liam, sporgendosi oltre il sedile e unendo velocemente le sue labbra a quelle di Theo, per poi allontanarsi leggermente subito dopo, rimanendo tuttavia a solo qualche millimetro dall'altro. L'istante dopo Theo aveva fatto incontrare le loro labbra di nuovo, mentre Liam si scioglieva contro il bacio. Senza esitare, Theo allungò una mano sul volto di Liam, spostandosi a sua volta sul sedile per trovare una posizione più confortevole, mentre l'altro continuava a lasciare una serie di piccoli baci sulle sue labbra, prima di spingersi oltre, poggiare una mano sul volante dell'auto e stringere tra i denti il labbro inferiore di Theo, che subito sospirò, lasciandosi andare a un verso soddisfatto, con somma gioia di Liam, che riprese a sorridere contro la sua bocca in maniera evidente.

Il rumore di nocche che sbattevano sul vetro del finestrino fece sussultare entrambi; per lo spavento, Liam serrò immediatamente i denti, finendo per mordere con forza il labbro di Theo, che protestò dolorante prima di spingere via il ragazzo da sé con una spinta.
Liam arretrò di scatto, cercando di mantenere alla bene e meglio l'equilibrio allungando una mano verso il cruscotto. Peccato, però, che tutto quello che trovò fu il pulsante del clacson, il cui rumore riecheggiò nel parcheggio con prepotenza.
Il volto sorridente di Stiles, che li salutava dall'altra parte del finestrino, fu la prima cosa che gli occhi di Theo videro prima di chiudersi e voltarsi verso Liam, mentre quest'ultimo ritornava a sedere sul proprio posto e Theo serrava i denti con irritazione.
«Io odio i tuoi amici»
Liam ricambiò lo sguardo, portando una mano alla propria testa, lì dove qualche secondo prima aveva sbattuto contro il tettuccio dell'auto. «In questo momento non potrei essere più d'accordo», rispose, voltandosi per aprire lo sportello. «Sei pronto?» domandò, un filo di incertezza nella voce, mentre Stiles continuava a picchiettare sul vetro, esortandoli ad uscire dalla macchina con un fastidioso sorriso stampatato in faccia.
«Per niente» rispose Theo, aprendo lo sportello, prima di voltarsi un'ultima volta verso il suo ragazzo. «Facciamolo».

 


*
*

 

 

«Amico, stai sanguinando»
La voce di Mason interruppe il silenzio rivolgendosi direttamente a Theo, che si ritrovò a fissare il migliore amico di Liam con fare confuso.
«Cos-?» Theo si interruppe, portandosi la mano al volto. Con un leggero tocco delle dita si accarezzò il labbro inferiore, per poi portare l'arto davanti gli occhi e appurare che sì, stava effettivamente sanguinando.
«Oh, non è niente», rispose, passando nuovamente il pollice sulla propria bocca, prima di lanciare uno sguardo di rimprovero verso Liam, che dal canto suo era rimasto in silenzio, osservandolo mentre si passava la lingua sulla ferita con fare rapito. «Non è la prima volta che succede» aggiunse, sorridendo in maniera provocatoria, osservando Liam arrossire immediatamente con soddisfazione.
«E questo, decisamente, non lo volevo sapere» asserì Stiles, portandosi una mano al volto, mentre Scott alle sue spalle lo raggiungeva, camminando fianco a fianco con Malia.
«Che mi sono perso?» domandò subito l'Alpha, salutando tutti con un gesto della mano.
«Il tuo piccolo beta piacciono le cose violente, a quanto pare», rispose Stiles, iniziando a camminare vicino al suo migliore amico e alla sua ragazza, mentre Corey e Mason li seguivano distanziandoli di poco, e Theo e Liam rimanevano ancora fermi immobili al loro posto. «Sai, ho sentito Parrish raccontare a Mason qualcosa che aveva a che fare con delle manette...».

E mentre Theo scoppiava a ridere, Liam pensò che forse morire soffocato dalla propria saliva non sarebbe stata poi una tragedia così grande.



*
*


Stiles e Lydia. Scott e Malia. Mason e Corey.
Liam si guardò intorno pieno di dubbio, cercando di capire perché tutte le coppie che camminavano davanti a lui e Theo fossero abbracciate, o si stessero comunque tenendo la mano mentre passeggiavano spalla contro spalla, scambiandosi occasionalmente un qualche gesto di affetto. Mentre lui e Theo non potevano essere più distanti di quanto non fossero già.
Con discrezione, il licantropo lanciò uno sguardo veloce a Theo, che invece continuava a camminare tenendo lo sguardo fisso all'asfalto, le mani fermamente inserite nelle tasche e nessuna intenzione di avvicinarsi a lui più di quanto non fosse necessario.
Non che a Liam importasse,
ovviamente.
Insomma, Theo era il suo ragazzo, certo, ma non era scritto da nessuna parte che dovessero fare tutte quelle cose normali che facevano le coppie, giusto? Tipo tenersi per mano. Tenersi per mano era sopravvalutato, pensò Liam, fissando con frustrazione le dita di Mason intrecciarsi a quelle di Corey, accarezzando prima le nocche della mano dell'altro ragazzo con delicatezza. E pure abbracciarsi era sopravvalutato, rifletté, mentre davanti a lui Stiles continuava a stringere il fianco di Lydia, con i capelli di lei che volavano ovunque con il vento. Certo, Theo non aveva i capelli
così lunghi da infastidirlo, in caso di vento improvviso, ma magari qualche doppia punta – come se Theo potesse avere le doppie punte, poi – si sarebbe potuta staccare e volare verso la sua faccia, irritandolo terribilmente e rovinandogli la giornata. No, anche gli abbracci erano fuori discussione. E la stessa cosa valeva per i baci scambiati di sfuggita, si disse, osservando Malia afferrare il colletto del cappotto di Scott per poi tirarselo contro e baciarlo davanti a tutti, continuando a camminare con disinvoltura subito dopo. Lui e Theo si baciavano già a sufficienza dentro casa, quando erano soli, cosa poteva cambiare tra il farlo tra le pareti domestiche, nell'intimità della loro camera, e farlo in pubblico? Assolutamente niente, si disse Liam, lanciando un'altra occhiata infastidita verso Theo.
Sentendosi osservato, il ragazzo più grande alzò finalmente lo sguardo da terra, incrociando quello ostile di Liam. Confuso, sbatté le palpebre un paio di volte, avvicinandosi di poco all'altro ragazzo, fino a far scontrare la propria spalla con quella di Liam, spingendolo con fare incalzante.
«A cosa stai pensando?» domandò, gli occhi grandi che gli illuminavano il viso contratto in un'espressione di totale innocenza.
«Mh?» incalzò Liam, guardandolo a sua volta. «No, niente», rispose Liam, sorridendo con disinvoltura verso Theo, non riuscendo a liberarsi però dello sguardo inquisitorio dell'altro. «Solo...» riprese, lanciando un'occhiata veloce ai suoi amici, qualche metro più avanti, «non credi anche tu che essere così sdolcinati sia
eccessivo?» domandò sussurrando, ammiccando in direzione degli altri membri del branco.
Theo non rispose, continuando a fissare Liam con un sorriso sulle labbra, mentre il ragazzo continuava con il suo monologo. «Che bisogno c'è di tenersi per mano per tutto il tempo?» continuò, cercando di mantenere un tono polemico. «Insomma, dovete far sapere a tutti che state insieme? Perché è quello che fanno le coppie, no? Tenersi per mano. Certo, non tutte le coppie si tengono per mano quando escono insieme, certo, ma stringersi la man-»
«Liam?»
La voce di Theo lo interruppe, e gli arrivò accompagnata da una leggera risata, mentre l'altro scuoteva leggermente la testa, sbuffando.
«Cosa?»
«Vuoi che ti tenga la mano mentre camminiamo?»
«Noi non... non era questo che inten-»
«Liam-»
«Insomma, non voglio farti fare niente che tu non-»
«Liam?» Theo incalzò di nuovo, allungando il braccio verso l'altro e afferrando la mano del più piccolo senza attendere oltre, intrecciando le loro dita con facilità, come se fossero fatte per stringersi a vicenda. «Mi piacerebbe tenerti la mano mentre camminiamo», aggiunse, tirandosi il ragazzo contro il petto e posando un leggero bacio sulla sua tempia, prima di stringere con più determinazione le proprie dita a quelle dell'altro e continuare a camminare mentre Liam, finalmente, sorrideva al suo fianco con aria soddisfatta.

 

 

*
*

 


«Ti ho detto di lasciarmi fare»
«Theo, è il terzo tentativo che fai. Rassegnati»
«Mai»
Liam sbuffò, poggiandosi al chiosco del tiro a segno mentre Theo socchiudeva nuovamente l'occhio destro, e prendeva la mira con il sinistro, il fucile ad aria compressa stretto tra le mani.
«Chi ha avuto la brillante idea di mettere un'arma in mano a Theo?» commentò Stiles, mentre lui e Lydia comparivano alle spalle di Theo e Liam con uno zucchero filato ciascuno tra le mani. Liam sogghignò, guardando Stiles piagarsi sotto il colpo di una gomitata ai fianchi di Lydia e osservando Theo sbuffare, tuttavia senza riuscire a trattenere un lieve sorriso divertito.
«Zitto e impara, Stiles» disse, premendo il grilletto verso la pila di lattine, mentre Stiles domandava a Lydia se Theo avesse detto davvero a lui, il figlio dello Sceriffo e futuro agente dell'FBI di guardare come sparare un colpo.

«Sono tre dollari»
Theo sbuffò, infilando la mano in tasca alla disperata ricerca degli ultimi soldi rimasti. Ovviamente, anche il tentativo precedente era andato a vuoto, e Stiles se ne era andato trionfante dopo avergli piazzato una pesante pacca sulla spalla, felice come mai Theo lo aveva visto.
«Liam» chiamò Theo, girandosi verso il ragazzo, che lo attendeva poggiato al chiosco con le braccia incrociate.
«Che c'è?»
«Prestami tre dollari»
«Non ti darò tre dollari per perdere nuovamente a questo stupido gioco, Theo»
«Liam!»
«Theo!»
«Giuro che è l'ultima volta. Se sbaglio questo, non ci sarà un altro tentativo» sospirò infine, poggiando il fucile sul bancone e allungando la mano verso Liam, che sbuffò contrariato mentre infilava una mano in tasca per prendere il portafoglio e porgeva tre dollari al ragazzo, che sorrise trionfante.

«Sì!»
L'urlo di Theo risuonò nell'aria, mente il ragazzo vedeva l'ultima lattina cadere a terra e rotolare inerme fino ai propri piedi. «Te lo avevo detto che ce l'avrei fatta!» continuò, sorridendo verso Liam, prima di afferrarlo per il braccio e tirarlo davanti al chiosco, ammiccando in direzione dei premi.
Il licantropo alzò gli occhi, fissando Theo sorridere. Liam sbatté un paio di volte le palpebre, perdendosi ad ammirare il profilo del ragazzo illuminato dalla leggera luce artificiale spiccare nella penombra. Theo era
così bello, e Liam davvero non aveva idea di come fare a pensare ad altro oltre al fatto che quel ragazzo era adesso il suo ragazzo, e che quello stesso ragazzo gli stava porgendo un peluche a forma di pinguino come se fosse la cosa più importante al mondo.
«Che cos'è questo?» domandò Liam, allungando la mano per afferrare il pupazzo, per poi guardarlo un secondo prima di riportare gli occhi su Theo.
«Un pinguino»
«Questo lo vedo anche io. Perché ho un pingu-
aspetta!» esclamò Liam, stringendo il peluche e alzando lo guardo su Theo, mentre un enorme sorriso gli si formava sul volto. «Era per questo che volevi vincere a questo stupido gioco? Per regalarmi un pinguino?»
Theo sbuffò, alzando le spalle come a minimizzare il tutto, abbassando la testa in quello che Liam poté interpretare come un gesto imbarazzato.
«Che c'è, non ti piace?» domandò Theo, infilando le mani nelle tasche e stringendo le spalle, mentre Liam non accennava minimamente a smettere di sorridere come un idiota neppure per un istante.
«È meraviglioso», disse Liam, avvicinandosi a Theo e stampandogli un leggero bacio sulle labbra, incurante della smorfia che Scott e Stiles, da poco giunti alle loro spalle, stavano facendo. «Tu sei meraviglioso», ribadì, mentre Theo alzava gli occhi al cielo e sorrideva, allungando un braccio per cingere le spalle di Liam.
«Lo so» disse, incamminandosi in direzione del resto del branco, mentre Corey e Mason proponevano un giro sulla ruota panoramica.
«... anche se con tutti i soldi che ci hai speso avresti fatto prima a comprarmelo direttamente, il peluche, sai»
«Guarda che me lo riprendo» sbuffò Theo, facendo cadere il braccio dalle spalle di Liam e allungando la mano con fare scherzoso, mentre l'altro stringeva il pupazzo più vicino possibile al suo petto.
«Scordatelo. È mio, e lo
amo già» disse Liam, sfiorando con le dita il piccolo pinguino tra le sue mani, prima di osservare Theo raggiungere gli altri e fargli cenno a Liam di raggiungerli. Liam annuì, senza smettere di fissare Theo neppure per un istante, mentre la chimera sorrideva e una strana sensazione cresceva nel petto di Liam, colpendolo come un fulmine a ciel sereno.
"Lo amo già" ripetè nella sua testa.

 
Oh.

 

 

*
*



«Vogliamo fare un giro sulla ruota anche noi?»
Theo si girò verso Liam, fissando l'altro con curiosità, mentre Corey e Mason li salutavano, già seduti al loro posto sulla ruota panoramica, pronta per partire.
«Ma non è divertente» rispose Theo, osservando tuttavia Liam stringersi nelle spalle. «Insomma, tutto quello che devi fare è rimanere seduto per quasi mezz'ora, sospeso a mezz'aria senza poter fare nulla. Perché scomodarsi?»
«Oh, be'...» iniziò Liam, voltando il viso in modo tale da incrociare gli occhi di Theo, che lo fissava curioso.
«Mh?»
«Ho pensato che poteva essere una cosa romantica, sai» disse, sbuffando non appena Theo si lasciò andare ad una risata divertita.
«Oh mio dio!» esclamò Theo, mentre Liam lo giudicava malamente con lo sguardo, assottigliando gli occhi con fare offeso.
«Cosa?» domandò l'altro, sottolineando la domanda con un tono tutt'altro che amichevole, offeso dalla reazione di Theo.
«Sei uno di quei ragazzi sdolcinati, vero? Dovrò portarti fiori e cioccolatini per il resto della nostra vita e chiamarti “tesoro” quando torno a casa?» domandò ironicamente, dando una leggera spallata al ragazzo, che grugnì di disapprovazione.
«Tu parli di resto della nostra vita e sarei io quello romantico, Reaken?» borbottò Liam, facendo subito azzittire Theo, che lo fissò senza sapere bene come rispondere. Liam sorrise, segnando mentalmente un punto a suo favore, mentre si avvicinava all'orecchio di Theo per sussurrare qualcosa.
«E poi» disse, sorridendo contro la pelle di Theo «lo sai quante cose di possono fare in mezz'ora, da soli, quando nessuno si può vedere?» concluse, allontanandosi dal volto dell'altro con cautela; neppure a dirlo, l'attimo dopo si ritrovò la mano di Theo stretta al proprio polso, mentre l'altro lo trascinava verso la ruota panoramica.
Una risata gli esplose nel petto non appena sentì Theo chiedere al giostraio se per 10 dollari in più avrebbe potuto fermare la ruota quando lui e Liam sarebbero stati in cima.



*
*



«Non credo che sia quest-»
«Stai zitto»
«Theo, sto solo dicendo che non è così ch-»
«E io sto solo dicendo che devi tacere, Liam» sbuffò Theo, dando una leggera spallata al proprio ragazzo per riprendere posizione davanti a quella macchina infernale. Assottigliò gli occhi, non appena una nuova, piccola, malefica talpa sbucò davanti a lui, costringendolo ad abbassare il martello che aveva in mano più velocemente possibile. Di nuovo, però, il colpo andò a vuoto. Theo si girò, trovandosi davanti Liam, che a stento riusciva a trattenere una risata.
«Per essere un essere sovrannaturale hai dei riflessi davvero schifosi», annunciò, mentre Theo dal canto suo continuava a fissare con odio il gioco, il martello stretto tra le mani.
«Deve essere truccata. Non c'è altra spiegazione», esordì, facendo ridere ancora di più Liam, irritandolo ulteriormente.
«Theo, è Acchiappa la talpa, non può essere truccato, sei tu che fai schifo» rispose l'altro. La conseguente martellata che gli arrivò in testa, pensò Liam, avrebbe decisamente dovuto prevederla.

 


*
*



Andare al lunapark era stata la migliore idea di sempre.
Di questo Theo ne era certo, mentre le labbra di Liam si muovevano sul suo collo, succhiando una porzione di pelle alla volta mentre la sua lingua si muoveva sulla pelle sensibile e le sue mani gli stringevano il fianco, mentre le unghie – ancora umane, per una volta – gli graffiavano leggermente la pelle. Theo sospirò, allungando una mano per poggiarla alla parete della stretta cabina fotografica nella quale lui e Liam si erano rifugiati giusto un minuto prima.
Il piano originale era entrare, fare un paio di foto stupide contro la sua volontà – alla fine Liam aveva insistito così tanto, e Theo davvero non se l'era sentita di dirgli di no, alla fine sarebbe stato carino avere delle foto di lui e Liam da tenere nel portafoglio, così, senza una vera ragione – e uscire, mentre gli altri li aspettavano davanti le macchine a scontro.
Quando però Liam aveva iniziato a scattare le foto senza la sua autorizzazione, Theo non aveva potuto fare altro che bloccare le mani dell'altro – in quello che no, Theo non avrebbe mai definito spontaneamente un abbraccio – e zittire le proteste di Liam tappandogli la bocca con la propria – in fondo, si disse, le mani le aveva entrambe occupate, non era colpa sua, non aveva avuto scelta. Quello che non si aspettava, però, era che Liam si liberasse immediatamente dalla presa – in fondo lui, con i polsi legati, aveva resistito ben oltre– per spingere Theo contro la parete e iniziare a prendere d'assedio il suo collo.


«Liam» gemette, inclinando ancora le testa all'indietro per un momento, prima di tentare di ridarsi un contegno, e portare una mano sul volto dell'altro, allontanandolo dal suo collo.
«Cosa?»
«Credo...» riprese Theo, poggiando la propria fronte su quella dell'altro, mentre Liam sospirava contro le sue labbra, rendendo veramente difficile a Theo concentrarsi. «Credo che dovremmo raggiungere gli altri»
«Ah ah» rispose Liam accondiscendente, riprendendo a muovere la mano sul fianco di Theo, per poi farla passare dietro la sua schiena e inserire la punta delle dita oltre il bordo dei jeans dell'altro.
Theo respirò profondamente, mentre Liam univa di nuovo le loro labbra, questa volta in un bacio più lento e delicato. Theo non si fece desiderare oltre, discutendo la bocca per permettere alla sua lingua di unirsi a quella del suo ragazzo, mentre le proprie mani si spostavano rispettivamente una sul volto e una sulla zona più bassa della schiena, stringendo le dita attorno i jeans e la pelle di Liam, tirandolo contro di sé – alla fine, aveva iniziato lui.
Non appena il suo bacino entrò in contatto con quello dell'altro, Theo avvertì un brivido percorrergli tutto il corpo, costringendolo a separarsi per un momento dalle labbra di Liam per riprendere momentaneamente fiato.
«Forse hai ragione», asserì Liam, allontanandosi di poco, spostando una delle mani sul petto di Theo, accarezzandolo piano.
«Forse dovremmo proprio andare» continuò Theo, annuendo piano e ripetendo le parole dette poco prima, allungando una mano sullo sgabello presente sulla cabina per riprendere il cappello di Liam, e rimetterglielo in testa, per poi sorridere. Liam era lì, che lo fissava, con gli occhi azzurri ben aperti e lucidi, le labbra rosse e socchiuse e umide, e Theo pensò che fosse l'immagine più bella che avesse mai visto. Aprì la bocca per parlare, quando la voce di qualcuno, dall'esterno, li raggiunse.
«Lo sapete, vero, che c'è solo una tenda a separarvi dal resto del mondo?»
Entrambi risero, mentre Corey, fuori dalla cabina, rimproverava Mason per la poca delicatezza.
«Sono ancora nella fase “luna di miele”» disse, e Theo poté sentirlo ridacchiare. «Lasciagli un po' di privacy».
E mentre Mason ribatteva dicendo che no, già vivevano e dormivano insieme, non avevano bisogno di altra privacy, Theo alzò la testa dall'incavo del collo di Liam e guardò di lato, trovandosi a fissare lo schermo della fotocamera che rifletteva la loro immagine, con il simbolo che indicava che avevano a disposizione ancora uno scatto in bella mostra.
Con Liam ancora stretto al suo corpo, la sua testa sulla propria spalla e la sua bocca, visibile solo parzialmente, piegata in un sorriso, Theo allungò il braccio e, senza pensarci, e schiacciò il pulsante.
Non appena lasciarono la cabina, Liam fu trascinato via da Corey e Mason, che subito gli cinse le spalle con il braccio, iniziando a parlare di chissà cosa, causando l'ilarità dell'altro.

Theo rimase lì, in piedi, mentre dalla cabina proveniva un distinto rumore, che si fermò solo quando la stampa delle foto fu ultimata, restituendo a Theo una fila di fotografie. Theo scosse leggermente la testa, allungando la mano verso la tasca dei propri Jeans per afferrare il portafoglio, un sorriso felice che si allargava sul volto, incurante del fatto che Liam si fosse voltato, seguendo ogni suo movimento con lo sguardo.

 

 


*
*


«No, davvero, come fai a non vomitare?»
Liam alzò gli occhi al cielo, ignorando per l'ennesima volta la domanda di Theo, mentre con una mano strappava un altro pezzo dall'enorme zucchero filato che aveva stretto tra le dita per portarlo alla bocca. Theo lo fissò, arricciando il naso in una smorfia che, se aveva l'intenzione di essere disgustata, risultò solamente adorabile.
«Perché è buono, Theo» borbottò Liam, avvicinando di nuovo le dita alla bocca per leccare via i rimasugli dello zucchero, provocando di nuovo un gemito infastidito da parte dell'altro. Sbuffandò, Liam strappò un nuovo pezzo di zucchero filato dal bastoncino, questa volta avvicinandolo verso il suo ragazzo con fare incoraggiante.
«Metti via quel coso» esordì Theo, allungando una mano davanti al volto per frenare le mani di Liam, che si avvicinavano sempre di più alla sua bocca.
«Ti giuro che è buono» insistette Liam, sventolando il dolce davanti al naso di Theo, provando a convincerlo con un'espressione che Liam ritenne d'incoraggiamento.
«Stai cercando di farmi mangiare lo zucchero filato o di sedurmi, Dunbar?» chiese Theo, mentre Liam sbatteva gli occhi e si mordeva il labbro inferiore, ammiccando nella sua direzione con lo zucchero ancora tra pollice e indice.
«Pensavo di averti già sedotto» rispose Liam, continuando a sorridere con fare ammiccante. «Più volte. Stanotte». Theo si lasciò andare a uno sbuffo divertito, continuando a fissare Liam, seduto accanto a lui sulla panchina, il bastoncino in una mano, il batuffolo di zucchero filato nell'altra e il pinguino che gli aveva regalato poche ore prima poggiato sulle gambe.
«Solo un pezzetto. Per me?» insistette Liam, spalancando gli occhi in una maniera così fastidiosa che Theo non poté fare a meno di sbuffare di nuovo, scuotere la testa e sorridere, prima di aprire la labbra e avvicinarsi verso le dita di Liam, che prontamente tese la mano, lasciando la lingua di Theo catturare il pezzo di zucchero scorrendo leggera sulle sue dita.
Gli angoli della bocca di Liam si incurvarono quasi in maniera impercettibile, mentre con attenzione studiava il volto di Theo, che piano piano assaporava lo zucchero filato, roteando la lingua nella propria bocca in maniera decisamente poco adatta ad un luogo pubblico. Liam deglutì, a pochi centimetri da Theo, prima di poggiare le dita ancora umide sulle labbra dell'altro, solo per un momento, prima di portarle alla propria bocca e leccar via i rimasugli di zucchero.
«Sei disgustoso» borbottò Theo, mandando giù il boccone, per poi sistemarsi meglio sulla panchina, avvicinarsi a Liam e allungare un braccio oltre le spalle dell'altro, stringendolo a sé.
«Come era?» domandò il più piccolo, sorridendo pieno di aspettativa in direzione di Theo, mentre la mano dell'altro si poggiava sul suo braccio, e il suo pollice si muoveva in maniera cadenzata sulla giacca di Liam.
«Faceva schifo»
Liam sbuffò rassegnato, allungando di nuovo le dita verso il suo zucchero filato, e strappandone un altro pezzo. Tuttavia, non appena le sue dita raggiunsero le labbra, che subito si spalancarono per inghiottire il dolce, Liam avvertì la mano di Theo – quella che non era troppo occupata ad accarezzarlo – spostarsi sul suo viso, costringendolo a girarsi. Con ancora lo zucchero filato tra i denti, Liam sorrise mentre Theo univa le sue labbra alle proprie, lasciando un leggerissimo bacio a stampo mentre con i propri denti strappava via lo zucchero filato che Liam non aveva ancora inghiottito.

«Non avevi detto che ti faceva schifo?» domandò Liam, osservando Theo passarsi la lingua sulle labbra per eliminare ogni traccia di zucchero rimasta
«Devo dire che così è molto meglio» ribatté l'altro, sorridendo nel momento in cui Liam portava le dita sulle sue labbra, rimanendo poi immobile. La risata canzonatoria di Liam lo raggiunse subito, a pochi centimetri dalle orecchie, mentre il ragazzo strappava un nuovo pezzo di zucchero filato e ammiccava nella sua direzione.
«Ne vuoi ancora?»



*
*

 


«Ehi, Liam!»
Liam si girò, osservando Stiles afferrarsi per raggiungere lui, Theo, Scott e Malia, in piedi davanti all'ennesima attrazione del lunapark. Stiles sorrise non appena li affiancò, lanciando un'occhiata verso Theo prima di riprendere a parlare. «Perché tu e il tuo ragazzo non andate a fare un giro nella Casa degli specchi?» domandò, senza distogliere lo sguardo da Theo. L'altro ragazzo assottigliò gli occhi, fulminando Stiles con lo sguardo.
«Stiles, io ti vieto d-»
«Che c'è Theo, brutti ricordi?» insistette Stiles, provocando una risata da parte di Scott, che non riuscì a trattenersi gridando un “oh mio dio, me lo ricordo!”, indicando Theo con far canzonatorio. Liam si voltò, cercando prima di incrociare lo sguardo del suo ragazzo, che non ne voleva sapere di smettere di fissare con odio Stiles, per poi spostarsi verso quest'ultimo, chiedendo informazioni.
«Di che cosa stai parlando?» domandò, non ottenendo nessuna risposta. «Theo, dai, dimmelo. Di che sta parlando Stiles?»
Il ragazzo non rispose, spostando lo sguardo tra Scott e Stiles, che la ridevano sotto i baffi, mentre Lidia e Malia sembravano essere tanto confuse quanto Liam.
«Non è niente, Liam» esordì l'altro, cercando di dissimulare.«Ehi, che ne dite di andare a far-»
«Quando avevamo sette anni» iniziò Stiles, bloccando di nuovo le parole di Theo, questa volta spostandosi per mettersi tra lui e Liam, e circondare le spalle del licantropo in un gesto complice. «Poco prima che Theo... be', insomma, io, Scott e Theo siamo venuti a questo lunapark», disse, iniziando a camminare, ignorando qualsiasi protesta da parte di Theo, che aveva iniziato a sussurrare minacce contro la sua persona. «Non so se ti ricordi, eravamo abbastanza amici prima che scappasse con quei pazzi assassini e tentasse di farci fuori tutti»
«Non tutti» sussurrò Theo, come se volesse giustificare il fatto.
«E insomma, abbiamo deciso di fare un giro nella Casa degli specc-» continuò Stiles, per poi essere bloccato dalle mani di Theo, che si allungarono oltre la sua testa per separarlo da Liam, come se il suo allontanamento avrebbe potuto farlo smettere di parlare, mentre borbottava che se non aveva intenzione di farlo fuori prima sicuramente un'idea gli stava venendo adesso.
«Dicevo» riprese poi Stiles, come nulla fosse. «Siamo entrati nella Casa degli specchi. Eravamo piccoli, sai, non riuscivamo a trovare immediatamente l'uscita, e quindi io e Scott vagavamo per i corridoi con le mani avanti come due idioti. Il genio» disse, accennando a Theo, che ormai si era ammutolito, «invece, aveva deciso che camminare a tentoni era da stupidi. Quindi, non appena si era trovato davanti a quella che pensava essere l'uscita, aveva iniziato a correre come un forsennato e...»
«E invece si schiantò contro uno dei tanti specchi. L'impatto fu così forte da mandare il vetro in frantumi e costringere il padrone della sala a chiuderla per mezza giornata, cacciando tutti i bambini in fila perché uno di loro» continuò Scott, trattenendo le risate, mentre Theo si passava distrattamente una mano sulla fronte, probabilmente tastando un bernoccolo invisibile che tanti anni prima aveva fatto capolino sulla sua testa «aveva avuto la brillante idea di prendere a testate lo specchio»
«Non è che lo avessi programmato, eh» borbottò Theo, mentre Liam al suo fianco faceva di tutto pur di non scoppiare a ridere, inutilmente.
«Scusami Theo, sono convinto fossi un bambino adorabile ma-»
«In realtà era un idiota» intervenne Stiles, provocando un'altra risata da parte di Scott. Theo sbuffò di nuovo, allontanandosi dal gruppo, seguito poco dopo da Liam.
«Dimmi ancora perché sono costretto a rimanere qui con questi idioti?» domandò a Liam, mentre l'altro ancora sorrideva.
«Perché sei un fidanzato fantastico e faresti di tutto per me?»
Theo storse il naso, lasciandosi andare a un leggero sbuffo derisorio. «Ritenta»
«Perché io sono un fidanzato fantastico e, quando torneremo a casa, farò di tutto per te?» ammiccò questa volta Liam, facendo ridere l'altro, che scosse la testa tra il rassegnato e il compiaciuto.
«E sia allora. Ma alla prima occasione utile li abbandoniamo di nuovo e fuggiamo»


La prima occasione utile fu mezz'ora dopo, quando sia Scott e Malia che Lidia e Stiles avevano annunciato che sarebbero tornati a casa a fare i bagagli, pronti a tornare di nuovo ognuno verso le loro nuove vite.
«Corey e Mason?» domandò Theo, mentre Liam abbracciava per l'ultima volta Scott, dopo aver ascoltato le raccomandazioni da fratello maggiore dell'altro – compreso uno “state attenti” molto imbarazzato che Scott aveva sussurrato passando lo sguardo tra lui e Theo –, per poi guardarlo allontanarsi.
«Mi hanno mandato un messaggio poco fa» rispose Liam, girandosi verso di Theo e facendo quei pochi passi che lo dividevano dal ragazzo per affiancarlo. «Sono tornati a casa anche loro, Mason ha fatto indigestione di zucchero filato e aveva bisogno di stendersi» continuò, osservando Theo sorridere divertito.
«Lo avevo detto io che quella roba faceva male» asserì, felice di aver avuto ragione.
«Certo, se sei un essere umano», ribatté Liam, «non se sei un licantropo e hai lo stomaco di ferro» continuò, difendendo lo zucchero filato come se ne andasse della propria vita.
«Come ti pare» rispose Theo, alzando le spalle come per far cadere l'argomento. Purtroppo, si disse, aveva imparato a sue spese che Liam non si sarebbe mai arresto. L'altro annuì soddisfatto, iniziando a camminare al fianco di Theo, per poi infilare una mano nella tasca del cappotto e tirare fuori il piccolo pinguino di peluche che il ragazzo aveva vinto per lui.
«Dovremmo dargli un nome» disse, incontrando lo sguardo confuso di Theo, che lo guardava senza capire di cosa stesse parlando. «Al pinguino, dico. Se lo merita» continuò, mentre Theo si apriva in un sorriso.
«Potremmo chiamarlo Theo Jr., è abbastanza bello per portare il mio nome» rispose il ragazzo più grande, facendo grugnire Liam di disapprovazione.
«Mi rifiuto di chiamare il nostro pinguino come te e alimentare le tue manie di grandezza, che sono già abbastanza gravi per conto loro»
«Il nostro pinguino?» incalzò Theo, un sorriso spontaneo sulle labbra. Per un momento, di chiese se la sua bocca avrebbe fatto male l'indomani a causa di tutti quei sorrisi che Liam, inevitabilmente, provocava.
«Non lo chiameremo Theo Jr.» ribadì Liam, evitando così di rispondere a Theo, e alla sua non molto discreta insinuazione sul “nostro” che a lui era sembrato tanto naturale quanto giusto.

 

«Comunque», riprese a parlare Liam, dopo qualche minuto di silenzio durante il quale lui e Theo avevano continuo a passeggiare tra la gente, «pagherei oro per avere un video di te che dai testate a degli specchi» rise, mentre Theo allungava una mano per spingerlo lontano da sé.
«Ero un bambino, Liam. Non era facile capire dove fosse l'uscita» borbottò l'altro, mentre Liam sghignazzava, e Theo ribadiva che non sarebbero mai più usciti con il resto del branco. «Scott e Stiles hanno troppo materiale compromettente sulla mia infanzia da condividere con te» aggiunse, aggiustandosi il colletto della giacca.
«Non vorrai dirmi che una grande e grossa chimera come te ha paura di un paio di aneddoti»
«Sono divertenti solo se prendono in giro qualcun altro. Dio, ucciderò Stiles per questo» rispose Theo, fermandosi per un momento quando la mano di Liam lo afferrò per la giacca, e i suoi occhi si puntarono sul suo volto. «Perché mi fissi?» domandò Theo, sbattendo le palpebre e guardandosi intorno quasi a disagio.
«Sto controllando una cosa» disse, alzandosi in punta di piedi e passando con una carezza leggera le dita sulla fronte di Theo, come alla ricerca di qualcosa, prima di allungarsi in avanti e lasciare lì dove le dita avevano accarezzato la pelle un leggero e veloce bacio.
«Tutto in ordine» affermò sorridendo, con Theo che davanti a lui lo fissava ancora confuso. «Mi stavo solo accertando che non fossero rimasti segni evidenti della tua incapacità a stare al mondo in versione umana»
Theo rise,cercando invano di dissimulare il divertimento mentre si stringeva nelle spalle, portando poi una mano sul fianco di Liam, stringerlo e spingere il ragazzo di nuovo al suo fianco, così da ricominciare a camminare. «Ogni tanto mi manca» sussurrò, abbassando la testa come se avesse detto qualcosa di assolutamente inammissibile.
«Cosa, dare testate agli specchi?» domandò Liam, procurandosi una tirata di capelli – e di cappello – da parte di Theo, che allungò una mano sulla sua faccia e portò il berretto vero il basso, coprendo gli occhi di Liam.
«Fare cose da umano, Dunbar. Normali»
«Puoi sempre farlo, sai. Possiamo sempre farlo. Anzi, credevo lo stessimo facendo anche adesso, in verità» intervenne Liam, per poi continuare a parlare. «Cioè, lo so che non è come i tuoi appuntamenti a tradimento, con il paintball, il cinema e tutto il resto, ma mi sembra che ce la stiamo cavano bene, non credi anche tu?»
Theo annuì, non trovando nulla da aggiungere. «Eri così carino con la vernice sul viso», disse, tracciando una linea invisibile sul volto di Liam, lì dove la pelle era stata macchiata tempo addietro. «Carino? Ci stai provando con me, Reaken?»
«Sto solo facendo un complimento al mio ragazzo, credevo fosse una delle cose normali che stavamo provando a fare»
Liam sorrise, ormai senza più cercare di nascondere il cuore che aveva accelerato non appena Theo lo aveva definito 'il mio ragazzo' – dio, non ci si sarebbe mai abituato.
«A proposito di cose normali» parlò poi, ammiccando oltre la spalla di Theo, lì dove la Casa degli specchi faceva bella mostra di sé. «Che ne dici se andiamo a farci un giro? Sono quasi sicuro che questa volta troverai l'uscita senza particolari danni collaterali. Se vuoi, rimarrò al tuo fianco tutto il tempo, nel caso avvertissi l'insano istinto di colpire qualcosa con il tuo naso»
«Il mio naso sta bene dove sta, ti ringrazio. Piuttosto, sicuro di poter reggere? La mia immagine sarà riflessa dappertutto, Liam. Il tuo cuore potrà sopportare tanta meraviglia?»
Liam sbuffò, senza riuscire a trattenere una risatina. «Sono convinto di potercela fare».


Non appena avevano messo piede nella Casa le luci si erano abbassate, e Theo era sparito dal suo fianco, lasciando Liam a guardarsi intorno con aria confusa, non sapendo bene dove andare. Allungando le mani davanti a sé, Liam iniziò a camminare, muovendosi con cautela nello stretto corridoio, ritrovandosi a fissare la sua immagine riflessa più e più volte attorno a sé.
«Theo?» disse, guardandosi attorno alla ricerca del ragazzo, che all'improvviso apparve al suo fianco. «Dove diavolo ti eri cacci- ahio!»
L'altro rise, osservando Liam allungare una mano di scatto per afferrare la sua maglia, ritrovandosi invece a dare un pungo ad uno dei tanti specchi presenti nella stanza, convinto che fosse il vero Theo.
«Non è così facile come sembra, vero?» lo prese in giro Theo, guardando Liam massaggiarsi la mano e assottigliare gli occhi, per poi alzare la testa e respirare profondamente. «Ehi, niente sensi da licantropo. Se vogliamo fare le cose normali, vediamo di farle per bene» continuò, spostandosi di pochi passi mentre Liam continuava a guardarsi intorno.
«Maledizione» sussurrò il ragazzo più piccolo, muovendo un piede in avanti e iniziando a camminare, ritrovandosi a fissare l'immagine di Theo riflessa ovunque, insieme alla propria, in diversi punti della stanza. E se poco prima Liam aveva affermato che la figura di Theo, moltiplicata ovunque, non gli avrebbe fatto nessun effetto, ora era palesemente ovvio che aveva mentito.


«Niente olfatto» sussurrò Theo, muovendosi silenziosamente tra gli specchi, sorridendo nel constatare che Liam era decisamente più in difficoltà di lui nel muoversi. «Niente super udito», aggiunse, individuando la figura dell'altro, finalmente quella reale, che si muoveva lentamente. Theo si sporse, allungando una mano per rubare il cappello di Liam, e scomparire immediatamente dietro un altro specchio, mentre Liam lo insultava sottovoce. «Niente riflessi aumentati» disse, sbucando nuovamente alle spalle del ragazzo, mentre la sua immagine si rifletteva doppiamente in uno specchio, facendo credere a Liam di essere faccia a faccia con lui.
Theo lo vide sorridere, avvicinandosi alla superficie riflettente.
«Solo io e te quindi. Insieme, che facciamo cose normali» parlò Liam, avvicinandosi verso di più verso il riflesso di Theo, senza smettere di sorridere in una maniera così spontanea, così serena e felice che fece sussultare il cuore di Theo per un momento. Non sapeva fosse possibile sentirsi così bene.
«Solo io e te» confermò, muovendosi di un passo alle spalle di Liam, che al contempo, forte della certezza che Theo si fosse mosso da davanti a lui, nello specchio, si sporse in avanti, chiudendo gli occhi e propendendo le labbra, che subito incontrarono la liscia e fredda parete dello specchio.
«Che diavol-» borbottò, mentre Theo si lasciava andare a una sonora risata, proprio nel momento in cui la sirena che segnava lo scadere del tempo risuonava nell'aria. Theo scosse la testa, divertito, fissando Liam sorridere e girarsi nella giusta direzione, incontrando il suo sguardo, questa volta per davvero. Theo alzò gli occhi al cielo, mentre Liam, leggermente chinato in avanti, portava una mano al volto e si massaggiava il naso allungando l'altra mano verso di Theo, tastando il suo petto per appurne la sua concretezza. Scuotendo la testa, Theo si abbassò, senza smettere di sorridere neppure per un istante, fissando Liam come tutte quelle volte in cui faceva qualcosa di incredibilmente stupido, come saltare da una balconata per buttarsi sopra un cavallo che non sapeva neppure cavalcare.
Theo sussurrò le ultime parole verso un interlocutore immaginario, senza riuscire a trattenersi, come se non ne potesse effettivamente fare a meno, prima di poggiare le proprie labbra su quelle di Liam. «I love this kid».


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

*** Fine ***

 

 

 

 

 

 

 

 

La mia avventura con i Thiam finisce qui. Spero abbiate apprezzato la storia.
Io, sicuramente, mi sono divertita a scriverla. 

 

   
 
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