Capitolo 14.Allarme(seconda parte)
Non vi faccio
aspettare troppo!Ecco qui!!Ragazze incrociate le dita:sto scrivendo un capitolo
intricatissimo e lunghissimo, spero di non fare pasticci e di riuscire a
incastrare tutto come nel libro!!!Grazie a tutte per i commenti, siete dei
tesori!!
Buona
lettura, un bacio!!!
Emmett era al telefono con
Carlisle. Fortunatamente era riuscito a rintracciarlo. Uscì anche Alice e si
mise a fianco di Jasper che stava fissando un punto lontano nel bosco,
probabilmente cercando di cogliere qualcosa. Si respirava tensione nell’aria.
Jacob teneva il muso rivolto a terra e ripensava al confronto con Sam. Meritava
i miei ringraziamenti. Sapevo che il suo scopo non era aiutare me ma Bella, ma
questo non importava.
-Jacob, grazie. Non so come avremmo fatto senza di te. Come sempre la tua
presenza è essenziale. E grazie per aver deciso di proteggere Bella ancora una
volta. Te ne sarò per sempre grato. Hai fatto molto per lei questa sera, non ti
avrei mai chiesto così tanto-.
“Come no!L’avresti chiesto eccome…per Bella…anzi, forse hai già chiesto
troppo”.
Si, era vero. Probabilmente la richiesta del pomeriggio era stata molto peggio.
Ma ero riconoscente a Jacob. Avevamo uno scopo comune:proteggere la persona che
entrambi amavamo.
-E’ vero!Hai ragione-, risposi.
“Si, si. Ricorda che lo faccio per lei”.
Era abbastanza. Forse troppo. Non chiedevo altro.
-Non cambia la gratitudine che provo nei tuoi confronti-.
“Oggi non sono riuscita a convincerla…come immaginavo…non mi ha dato
retta..mi dispiace”.
-Non è colpa tua. Ho provato…Hai provato. Era una delle ultime possibilità.
Immaginavo non ti avrebbe dato ascolto, ma…-.
“…era un tentativo da fare. Lo capisco. Come sta ora?”
Scossi la testa.-E’ peggiorata, molto-, dissi con tono simile ad un lamento.
-Jacob?-, chiese Alice interrompendoci,-potresti tornare umano? Non riesco a
vedere cosa succede-.
Annui, ma a me non pareva una buona idea.
-E Seth?Non è il caso che si trasformi, deve rimanere in contatto con lui-,
obiettai.
-E allora Edward, spiegami tu quello che sta succedendo!-, ribatté infastidita.
-Il branco ci attaccherà stanotte. Vogliono uccidere Bella. Per loro il feto è
un potenziale pericolo che va eliminato. Seth e Jacob si sono staccati dal
branco perché non sono d’accordo-, risposi velocemente, come ripetendo un
discorso noioso, rifatto fin troppe volte.
Alice si portò le mani al volto, cercando di trattenere il suo sguardo
sconvolto.
Emmett e Jasper si guardarono e poi fissarono un punto lontano nel bosco.
“Sembra tranquillo, nessuno in arrivo da ovest” comunicò Seth.
“E se avessero cambiato direzione?”, chiese Jacob.
“Ok, allora faccio un’ispezione completa”.
-Carlisle ed Esme a minuti saranno a casa-, disse Emmett, dopo aver chiuso il
telefono.
-E’ il caso di preparare un piano di difesa-, osservò Jasper.
Annuii. Aveva ragione.-Entriamo, allora-, dissi.
“Vado da Seth. Se vado troppo lontano e non riesci più a sentirmi, ascolta
l’ululato. Sarà il mio modo di avvisarvi-, pensò Jacob prima di andarsene
“D’accordo”, risposi, poco prima che sparisse inghiottito dall’oscurità
del bosco.
Rientrammo in casa. Ci mancava solo
l’attacco con i lupi. Per fortuna che ancora una volta era intervenuto Jacob.
Provvidenziale e assolutamente necessario il suo aiuto.
“Controllo io l’altra parte del perimetro. Veloce…non devono passare”.
Continuavo a sentire i suoi pensieri. Ormai mi ero sintonizzato sulla sua mente
e,concentrandomi,potevo sentirlo a notevole distanza. Lo stesso valeva per
Seth.
Bella dormiva ancora. Non sapeva che di lì a poco si sarebbe scatenato
l’inferno. Spesso si muoveva,lamentandosi nel sonno. Non trovava pace e il
dolore non le lasciava tregua neppure mentre tentava di riposare.
Cosa le avevo fatto?Perché doveva soffrire così?Era ingiusto e crudele.
-Alice mi ha detto tutto, che si fa ora?-, chiese Rosalie senza allontanarsi da
Bella.”Maledetti lupi…perché devono mettersi in mezzo in affari che non li
riguardano?”.
-Non lo so, non lo so. È già tanto avere dalla nostra parte Jacob e Seth. Senza
di loro…-, non terminai la frase.
-Lo fa per Bella, non per noi-, precisò Rose.
-E’quanto basta-, risposi, ringhiandole contro. Dovevamo essere riconoscenti a
Jacob e Seth. Stavano facendo l’impossibile per darci una mano.
Sentii un irreale abbraccio di calma avvolgermi. Jasper stava cercando di
tranquillizzarmi. Lo fissai per un lungo istante infastidito. Possibile che non
potessi vivere le mie emozioni, senza qualcuno sempre pronto ad intervenire per
placare quelle troppo intense?Ero arrabbiato con Rose…sì…e avevo voglia di
esserlo.
-Jasper…che cosa proponi?-, lo apostrofai, cercando di rendere utile la sua
presenza.
Mi osservò serio.-Direi che l’importante è proteggere Bella. Quindi almeno un
paio di noi dovrebbero stare con lei-.
-Non c’è dubbio-, risposi sottolineando, con il tono della voce, l’ovvietà
della sua affermazione.
“Dobbiamo fare in fretta”. Carlisle. Erano tornati.
-Ragazzi?-, strillò Esme venendoci incontro,-tutto bene?-.
-Per ora si-, risposi.
-Abbiamo incontrato Seth. Ci ha spiegato tutto-, disse mio padre.
“Che caro ragazzo”, pensò Esme.
-Avete già deciso qualcosa?-, continuò a chiedere Carlisle.
-No, ne stavamo giusto discutendo ora-, risposi, senza fornire ulteriori
dettagli.
“Sei convinto che morirà in ogni caso, non è vero? Mi dispiace per Edward:è
completamente fuori di testa”.Seth. Deglutii, iniziando a muovermi per la
stanza. Non dovevano pensare a me, non dovevano. Non volevo conoscere questi
loro tipi di pensieri. Sì, probabilmente stavo impazzendo, ma avrei voluto
vedere chi al mio posto non sarebbe impazzito. La donna che amavo più di ogni
altra cosa stava morendo per mettere al mondo un figlio, che a causa della
natura mostruosa del padre, cresceva a dismisura nutrendosi della sua vita. E
l’assoluta consapevolezza che, per il momento, non potevo far nulla per esserle
d’aiuto alimentava la pazzia della situazione.
Un ululato. Rabbrividii. Era il segnale?Sembrava provenire da Seth. Forse Jacob
era troppo lontano per mettersi in contatto con me e aveva affidato il compito
a lui.Il branco stava per arrivare, quindi… Non avevamo avuto il tempo di
organizzare nulla. Ancora una volta dovevamo affidarci al caso.
-Cosa hai sentito Edward?-, chiese mio padre vedendo probabilmente la smorfia
di terrore e preoccupazione nel mio volto.
-Credo che il branco stia per attaccare. Seth ha ululato…dovrebbe essere il
segnale-, risposi.
-Che succede?-, chiese una voce inconfondibile e agitata alle mie spalle. Bella
si era svegliata.
-Stai giù tesoro. Hai ancora la febbre, non è il caso che ti muova-, disse
Rosalie cercando di evitare che si mettesse a sedere. Mi voltai, cercando di
tranquillizzarla. Non le era sfuggito che stava succedendo qualcosa. Attenta
come sempre.
Era raggomitolata su sè stessa, tremava.
Mi avvicinai a lei, preoccupato. Non l’avevo mai vista stare così male.
-Bella, cos’hai?Stai così male?-, chiesi appoggiandole le mani sul volto, come
se potessi asportare un po’ del suo dolore.
“Stai zitto, stupido. Capiranno male. Crederanno che Sam stia per attaccare”.
Jacob. Quindi Seth si era sbagliato. Non ci capivo più niente. Continuai a
occuparmi di Bella e della sua salute. Era la cosa più importante in quel momento.
-Non lo so-, rispose Bella, accarezzando il suo viso contro la mia mano,-ho
tanto freddo-.
Quanta pena mi faceva vederla in quelle condizioni! Abbassai il capo,
esasperato.
Carlisle si avvicinò.
-Credo abbia la febbre, molto alta temo. Le darò qualcosa sperando si abbassi-,
e così dicendo sparì. Tornò quasi subito con il medicinale, e per tutto il
tempo Bella non fece che accarezzarmi e stringersi a me, nonostante non potessi
darle il calore che cercava. Prese il farmaco, ma poco dopo il suo corpo lo
rigettò. Niente, non riusciva più a trattenere niente.
Ormai faticava anche a respirare. Anche Carlisle lo notò.”Temo che il feto
stia comprimendo i suoi polmoni. E’ troppo grosso”, pensò. Ma subito dopo
iniziò ad agire, dando ordini ai miei fratelli.
-Aiutatemi. Dobbiamo portare qui la flebo e il respiratore, nel caso avesse una
crisi-.
“Buona idea”, pensò Rosalie. Almeno per una volta non si era opposta.
-Seth si è sbagliato. Non sta per arrivare nessuno-, dissi quando le cose si
furono un po’ calmate.
-Chi doveva arrivare?-, chiese Bella.
-Nessuno tesoro, nessuno. Poi ti spiego-, si affrettò a dire Rose.
“Non vi allontanate, state tranquilli. Seth si è sbagliato. Non sta
arrivando nessuno”. Jacob continuava a mandarmi messaggi rassicuranti e
probabilmente si stava avvicinando per essere sicuro che avessimo capito.
Mi avvicinai alla finestra, mentre alle mie spalle Carlisle stava collegando le
apparecchiature per nutrire e monitorare Bella.
Jacob stava correndo verso il giardino e colse subito il mio sguardo dalla
finestra.
“Non sta arrivando nessuno, ok?”, pensò ancora una volta. Annuii. Mi
voltai nuovamente, ma avrei voluto non averlo fatto. Bella era stesa su un
letto troppo grande e sembrava essersi rimpicciolita, sovrastata
dall’escrescenza che si faceva spazio dentro di lei. Un ago le perforava la
vena del braccio, cercando un percorso alternativo per nutrirla. Dei tubicini
fuoriuscivano dal naso pronti ad aiutarla nel caso il respiro le fosse mancato.
Quella visione riportò alla mia memoria un’altra occasione in cui l’avevo vista
nelle stesse condizioni. E ancora una volta Bella si trovava inerme,
sofferente, immobilizzata in un letto per colpa mia. Rabbrividii. Sembrava uno
scherzo:io che l’amavo tanto, che avrei dato qualsiasi cosa per proteggerla ero
diventato il suo carnefice.
“Che succede?”.Jacob, di nuovo. Aveva sicuramente notato l’allestimento
da ospedale che si era creato attorno a Bella, e voleva delle notizie al
riguardo. Ma non avevo voglia di parlare con lui. Gli feci segno di andarsene e
tornai al capezzale di Bella.
-Allora?-, chiese Jasper,-L’attacco?-.
-Era un falso allarme-, spiegai.-Seth si è dimenticato che l’ululato era un
segnale di avvertimento. Non è colpa sua, è un po’ inesperto-, aggiunsi,
prendendo le difese di Seth.
-Siamo in buone mani…Ci aiutano dei cucciolotti-, osservò divertito Emmett.
Non gli risposi. Lo fece Carlisle per me.
-Emmett, non dire così. Ci sono stati d’aiuto stanotte. Si sono ribellati al
loro capo, non è una cosa da poco-.
-Scherzavo!!Li invidio solo un po’:vorrei essere al loro fianco, lì fuori-,
tentò di giustificarsi.
-Sam non ci attaccherà. Almeno così pensa Seth. E’ senza due membri del branco
e in più sa che noi siamo stati avvertiti-, osservai, ripetendo un pensiero di
Seth.
-E cosa pensa Jacob?-, chiese mio padre.
-E’ un po’ meno fiducioso-, risposi.
Voltai nuovamente lo sguardo verso Bella. Faticava di nuovo a respirare, peggio
di prima e la febbre non voleva scendere. Si era riaddormenatata di nuovo. Il
suo corpo doveva essere completamente privo di energie perché sempre più spesso
dormiva, cercando di trattenere quelle poche che le erano rimaste. Le
accarezzai il viso, cercando di spazzare via le goccioline che le si erano
create sulla fronte per la febbre.
-Lasciala stare!Così la svegli!-, bisbigliò Rose rimproverandomi. Ma non la
badai e continuai a sfiorare il viso di Bella.
-Basta Rose-, intervenne Carlisle sospirando esausto.”Non può continuare ad
essere così ossessiva”.
-No, basta tu Carlisle. Ti abbiamo lasciato fare quello che volevi fin’ora,
forse anche troppo. E’ il caso che la smettiate di farla star male, di
tormentarla-, sbottò lei incattivita.
Quasi incitato dalle sue parole, proposi la prima cosa che mi passò per la
testa.
-Potremmo farlo nascere ora, adesso. Ormai è cresciuto a sufficienza…non
morirà, e per Bella ci sarebbero più speranze -, bisbigliai tormentato
osservando Carlisle. Mi sembrava un buon compromesso.
-Non se ne parla-, ringhiò Rose.
-Non è il caso di farlo questa notte. Abbiamo guai a sufficienza-, intervenne
Emmett. Aveva ragione. Non era il momento giusto, ma non appena la questione dei
lupi si fosse risolta, avrei provato ad insistere con la mia nuova proposta. Mi
chinai nuovamente verso Bella bisbigliandole quanto mi dispiaceva di averle
fatto questo.-Mi dispiace tanto Bella, non volevo…non volevo…non avrei dovuto
infliggerti una pena simile…-. Rose, intervenne per trattenermi. L’avrei
attaccata se Emmett non si fosse frapposto fra noi. Perché continuava a
mettersi in mezzo?Non la tolleravo più.
Mi allontanai insofferente e incrociai lo sguardo di Jacob all’esterno,
altrettanto irrequieto e preoccupato. Ci fissammo a lungo. Poi si voltò e se ne
andò. Corse via, verso il buio del bosco. Non so cosa vide nei miei occhi.
Probabilmente quello che neppure io avrei mai voluto vedere:l’avvicinarsi,
inesorabile della morte di Bella. La mia Bella. La nostra Bella.