Secondo capitolo della trilogia.
Dal testo:
"Vegeta".
Davanti quel paio di occhi azzurri e profondi, che lo fissavano con così tanta intensità, rimase allibito. Davanti quelle labbra, la pelle bianca e liscia, i lunghi capelli candidi, il fisico slanciato e magro. Quel corpo che era così tanto fuori dai canoni di bellezza che aveva sempre avuto, ma già in passato lo aveva attratto come un enorme buco nero. Ora si trovava sull'orizzonte degli eventi, in bilico, in attesa di cadere da un momento all'altro.
"Hana".
Non poteva essere lui. Non potevano essere quelle due iridi nere, più nere della vecchia notte su Iama Gloro, più inquietanti dell'oscurità assoluta. Non potevano essere le braccia possenti che tanto l'avevano stretta, fino a lasciarle i segni, ma non solo fisici. Erano cicatrici dell'anima da cui non era mai guarita. [...] Hana posò gli occhi su quella che intuì essere la moglie di Vegeta. [..] Ma certo, quella donna era esattamente negli standard del principe che aveva conosciuto anni prima. E, naturalmente, non c'entrava nulla con lei.