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Autore: maz    02/07/2009    1 recensioni
Poi sentii solo dolore. Mi sentii bruciare. Bruciava tutto. Il mio corpo, i miei organi, la mia mente, il mio cuore. Volevo scappare da quell’incendio ma non riuscivo a muovermi. Quando capii che era troppo tardi per scappare iniziai ad urlare. Pregavo perché la morte arrivasse più in fretta, quel dolore tremendo mi rendeva totalmente inutile. Poi il dolore pian piano scomparve. Il mio cuore palpitava più forte. Stavo morendo lo sentivo. Il mio cuore tacque e riaprii gli occhi. Vidi un angelo. Assomigliava tanto al dottor Carlisle.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Twilight
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~Diari~

1951 ~ Il folletto e il Soldato

 

 

 

Ci eravamo trasferiti a Boston, Massachusetts. Per l’ennesima volta ci apprestavamo a recitare la nostra parte. Carlisle aveva accettato l’incarico di medico della città.

Esme si divertiva a ristrutturare vecchi ruderi. Io, Emmett e Rosalie, ci iscrivemmo a scuola.

Rosalie ed Emmett si erano iscritti al penultimo anno, io invece al secondo.

 

Dovemmo inventarci una storia per giustificare il fatto che avevamo dei genitori molto giovani.

La versione ufficiale prevedeva che Esme e Carlisle, non potendo avere figli, ci avevano adottati.

Per giustificare la somiglianza tra noi, raccontammo che ci avevano scelti poiché, noi come loro, soffrivamo di albinismo: un’anomalia che consisteva nella carenza di melanina nella pelle.

 

Nessuno comunque osava fare tante domande.

Il loro istinto li teneva alla larga da noi e questo, per fortuna, ci permetteva di non far notare troppo le nostre abitudini.

 

Era difficile stare in mezzo alla gente. Dovevamo ricordarci di muoverci spesso dato che, a noi vampiri risultava facile rimanere immobili anche per giorni interi.

Non da meno sussisteva il problema del colore degli occhi.

Quello era un po’ più difficile da spiegare, soprattutto perché cambiavano colore in base al nostro appetito.

Più eravamo affamati, più il colore dei nostri occhi diventava scuro.

 

A scuola eravamo degli ottimi studenti, poiché la nostra condizione ci permetteva di avere molto tempo da dedicare allo studio e in più tutti e tre avevamo già una laurea.

Ma questo non potevamo dirlo ai nostri professori.

Per loro, eravamo così bravi grazie ad un programma speciale che avevamo seguito durante i nostri anni in collegio. L’unica difficoltà che avevamo nel nostro percorso scolastico era il fatto che alcune volte ci assentavamo da scuola.

Questo accadeva durante le giornate di sole. Non potevamo esporci sotto gli occhi di tutti senza causare stupore o terrore negli umani.

Carlisle si giustificò con i nostri insegnanti spiegando loro che, ogni volta che potevamo dovevamo fare il pieno di sole, per stimolare la poca melanina che avevamo nel corpo. Così nelle rare giornate di sole andavamo tutti insieme in campeggio.

 

Nel periodo primaverile capitava più volte di assentarci per via del sole, così io Emmett ne approfittavamo per andare a cacciare un po’ più in là dei confini di Boston. Rientrammo dopo un paio di giorni e mai avrei potuto immaginare quello che trovai quando arrivai a casa.

 

Una coppia di vampiri era ansiosa di conoscerci. Lei era piccola, aveva dei corti capelli neri, ed ogni suo movimento era un passo di danza. Era di una bellezza affascinante, ma non come quella di Rosalie. Lui invece era alto, biondo, un giovane di bella presenza. Ma ciò che mi fece diffidare di lui, furono le molteplici cicatrici che aveva per tutto il corpo. Sembrava appena uscito da un campo di battaglia, e questo, ai miei occhi, lo rendeva molto pericoloso.

 

“Ciao Edward, ciao Emmett. Io sono Alice e lui è il mio compagno Jasper.” Disse quel folletto con la sua voce melodiosa. Jasper invece rimaneva in disparte, non sapeva cosa aspettarsi da quella situazione, come d’altronde nessun altro di noi. Guardai Carlisle con aria interrogativa. “È appena arrivata Edward. Ci ha chiamati tutti per nome come se ci conoscessimo da sempre .” mi disse, notando la sorpresa sul mio viso.

 

“Finalmente siamo insieme.” Disse il folletto, quasi cantando. “Chi siete? E come fate a conoscerci?” chiese Carlisle. Diedi uno sguardo ai suoi pensieri; valutava con attenzione tutti i volti che aveva visto nella sua esistenza, ma nessuno apparteneva ai due vampiri.

 

“È giunto il momento di dirvi tutto.” Squillò Alice. Ci accomodammo in salotto pronti ad ascoltare.

“Jasper tesoro, inizia tu, hai molte più cose da raccontare.” Disse Alice rivolta al suo compagno. Lui annuì e udii la sua voce per la prima volta.

 

“Mi chiamo Jasper Whitlock e sono nato nel Texas nel 1843. A 17 anni decisi di arruolarmi nell’esercito dei confederati per combattere nella guerra civile.

Ero un ragazzo molto carismatico ed in breve tempo, nonostante la mia giovane età, riuscii a fare carriera nell’esercito.

Era il 1863 ed avevo vent’anni,  fui incaricato di evacuare donne e bambini dalla città, prima di subire un altro attacco. Non appena compiuta la mia missione, ripartii per tornare alla base.

Poco distante dalla città mi imbattei in tre donne, le più belle donne che avessi mai visto.

Avevano la pelle chiarissima e il suono della loro voce era una musica per le mie orecchie.

Si muovevano in modo aggraziato. Per un attimo pensai di essere di fronte a degli angeli.

Due di loro si allontanarono e rimasi da solo con una delle tre.

 L’avevano chiamata Maria.

Quando si fu presentata si avvicinò a me e mi portò tra le sue braccia.

Un secondo dopo provai solo dolore. Qualche giorno dopo presi coscienza di quello che mi era successo.

Le tre vampire mi reclutarono. Maria mi spiegò che altri vampiri le avevano sottratto dei territori e che era intenzionata a riprenderseli. Mi espose il suo piano.

Voleva creare un esercito di neonati. E in breve tempo ci riuscì.

Io ero a capo del suo esercito, avevo un potere particolare; riuscivo a gestire le emozioni degli altri.

In questo modo riuscivo ad evitare spesso battaglie inutili all’interno dell’esercito stesso.

 All’epoca mi cibavo di sangue umano, come tutti gli altri, per questo eravamo molti forti. Le battaglie avevano sempre buon esito e per questo Maria mi era riconoscente, e anch’io lo ero con lei.

Mi aveva dato potere ed una vita che non mi dispiaceva affatto.

Ci scontrammo con dei vampiri molto più forti di noi. Morirono tutti.

Le vampire che erano con Maria il giorno che fui trasformato, si rivoltarono contro di lei per la perdita dei loro compagni.

Lei le uccise. Passò del tempo e Maria creò e reclutò altri neonati.

Conobbi tra loro Peter. Era un bravo combattente, così Maria ci affidò il compito di liberarci di tutti gli altri neonati. Peter si rifiutò di uccidere alcuni di loro e così scappò con Charlotte, una neonata che avrebbe dovuto morire.

Anch’io ero stanco di quella vita, ma non riuscivo ad abbondare Maria e caddi in depressione.

Cinque anni più tardi Peter tornò a trovarmi all’insaputa di Maria.

Mi raccontò di come era la sua nuova vita insieme a Charlotte, senza guerre e senza violenza.

Mi convinse a scappare e passai qualche anno con loro.

Nonostante stessi bene con loro, decisi di andarmene da solo per farmi una vita tutta mia.

Nel periodo di solitudine cercai di trovare una alternativa al sangue umano, ma non ebbi successo. Smisi di nutrimi, ma era un pericolo per gli umani che mi stavano intorno.

Nel 1948 ero a Philadelphia, c’era una tormenta, così entrai in una locanda.

L’ho trovata lì ad attendermi.

Sentivo le sue emozioni e non erano ostili, ma non riuscii comunque a catalogarle.

Non avevo mai provato quel tipo di emozioni.

Mi disse che l’avevo fatta aspettare molto. Ero confuso. Non sapevo cosa dire.

Così mi sono solo scusato con lei. Mi ha preso la mano e stiamo insieme da allora.”

Concluse così il suo racconto e si voltò verso la sua compagna che sorrideva.

 

Il folletto si voltò verso di noi. “Io purtroppo non ricordo nulla della mia vita passata. Ricordo solo una stanza buia al mio risveglio.

Il primo ricordo che ho è stata una visione.”disse sorridendoci.

“Prevedo il futuro. È stato così che ho capito come cercare Jasper. Sapevo che era il mio compagno da prima che lo incontrassi.

Allo stesso modo ho saputo della vostra esistenza e della vostra dieta particolare.

Dopo aver spiegato tutto a Jasper siamo venuti a cercarvi.

Allora, dov’è la mia stanza?” disse come se nulla fosse.

 

Accadde tutto molto in fretta. Alice si appropriò della mia stanza con una scusa. “Ha la vista migliore!” mi disse. E mi ritrovai senza una camera.

 

Quella ragazza era un tornado. Era sempre piena di vitalità.

Non impiegammo molto ad affezionarci a loro.

 

Alice si adattò facilmente alla nostra dieta, Jasper, invece, un po’ meno. Doveva essere difficile per lui dopo un secolo di solo sangue umano. Ma per amore di Alice, si impegnava profondamente.

 

In breve tempo anche Alice e Jasper si sposarono.

 

Eravamo felici insieme. L’armonia nella nostra famiglia era palpabile. Con il passare del tempo, però dovemmo fare le valigie e tutti insieme ci apprestavamo a vivere una nuova vita. L’ennesima.

 

Edward

 

 

 

  
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