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Autore: CrazyAF_    12/04/2018    1 recensioni
Sara lo aveva conosciuto solo attraverso i libri della sua saga preferita.
Lui che era il mostro dagli occhi rossi.
Lui che era stato un uomo, prima di cambiare completamente per amore del potere.
Lui che non aveva la minima paura di uccidere un innocente, di procurare dolore a chi si trovasse sul suo cammino.
Lui che provava piacere a fare del male e che sorrideva con malvagità ai suoi alleati, ai suoi seguaci, ai suoi servi.
Lui che era temuto da tutti, grandi e piccini.
Lui che aveva scelto Lord Voldemort come nome, perché Tom Riddle era un nome tutt'altro che adatto a qualcuno che avrebbe conquistato il Mondo Magico e che avrebbe sconfitto, una volta per tutte, la Morte, ottenendo l'immortalità.
Un sogno e Sara venne trascinata nel lontano 1943, quando il perfido Tom Riddle, era solo al suo quinto anno a Hogwarts. Un sogno che forse non è veramente un sogno, ma che potrebbe essere realtà.
E se...
Genere: Mistero, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Matt e Lizzie sembravano a proprio agio a camminare tranquillamente, mano nella mano, davanti al ragazzo che presto avrebbe commesso un omicidio – quello di Mirtilla. Sara li aveva osservati scambiarsi occhiatine dolci, sorrisetti; era ovvio che loro, sebbene l'intera Hogwarts sapesse che non era una buona idea stare così vicini a Riddle, fossero all'oscuro di quel potere crudele che cresceva e prendeva forma nel Serpeverde alle loro spalle – o forse avevano deciso di ignorare ogni cosa sul conto del futuro Lord Voldemort?

Amy, che aveva deciso di mettere più distanza possibile fra lei e Tom, stava camminando accanto al fratello di Sara. Di gran lunga preferiva fare il terzo incomodo, piuttosto che stare al fianco di Riddle, il quale sorrideva beffardo a quel comportamento così infantile e stupido. Però anche lui non aveva la minima intenzione di starle vicino: Amy non era degna, secondo lui, di poter spendere neanche una manciata di minuti, seppur in silenzio, accanto al grande e potente Tom Riddle.

Infine, a chiudere il gruppo, vi era Sara. La ragazza era rimasta indietro perché, mentre uscivano dal castello per la loro passeggiata, si era presa un momento per ammirare la magnificenza della vista che aveva sul Lago Nero. I suoi occhi si erano illuminati nel vedere la fusione tra cielo e acqua, tra un azzurro chiaro e limpido e un colore indefinito, ma notevolmente più scuro del primo; un po' le dispiaceva non poter condividere un momento magico come quello con Odette, la sua amica fidata – entrambe sognavano Hogwarts e adesso Sara stava vivendo proprio al suo interno, sebbene quel lasso di tempo fosse limitato.

Con un sorriso amaro, e forse persino malinconico, Sara si affrettò a raggiungere Tom, Amy, Matt e Lizzie, che adesso si erano seduti ai piedi di un alto albero dalla chioma smeraldina. Prese posto tra Amy e Tom, inspirò il profumo del Lago Nero e rimase a fissare l'orizzonte senza dire una parola.

«Forse avremmo dovuto utilizzare quest'ora per studiare» sospirò Amy, rompendo il silenzio. «Dopotutto abbiamo i G.U.F.O. Quest'anno»

Sara non aveva assolutamente preso in considerazione il fatto che avrebbe dovuto affrontare gli esami, quell'anno. All'idea di quello che avrebbe dovuto studiare, ovvero tutte le cose che gli studenti di Hogwarts imparavano dal primo al quinto anno, sbiancò e le parve di sentire il cuore fermarsi.

«Amy, tu non sei mai scesa sotto l'Oltre ogni previsione!» le fece notare Matt, con una punta d'invidia. «Quindi perché tante storie?»

«Non puoi capire, Matt!» esclamò Amy in risposta, e la sua voce si fece più acuta. «Siamo stressati, noi del quinto anno! Non hai la minima idea della montagna di roba che abbiamo da studiare! E poi c'è chi sta già dando di matto, e mancano mesi agli esami!»

«Chi sta dando di matto?» chiese curiosa Lizzie, accoccolandosi sul petto del fidanzato, mentre lui le circondava le spalle con un braccio.

«Melody Brown, di Tassorosso, ecco chi!» rispose Amy. «L'altra sera ero in biblioteca per una ricerca e l'ho vista darsi colpi sulla testa con un tomo enorme. Quando le ho chiesto per quale motivo lo stesse facendo, lei mi ha risposto che sperava che qualcosa le rimanesse in mente!»

«In ogni caso stai esagerando» commentò Lizzie, schierandosi con Matt. «Anche quelli del settimo anno dovranno affrontare un esame importate, e non mi sembra che loro stiano dando i numeri o si stiano lamentando dello studio»

«Ti ripeto quello che ho detto al tuo ragazzo, allora: tu non puoi capire. Voi due non potete capire!» fece Amy, e da quel momento in poi non aprì più bocca.

Sara si ritrovò a sorridere ed Amy dovette trovarla una strana conclusione a quella discussione, perché la guardò con un sopracciglio alzato e un'aria confusa. Quello che faceva sorridere Sara era il fatto che le conversazioni in cui gli esami erano il tema principale, che venissero fatti nella realtà o in sogni, non finivano mai bene. C'era sempre qualcuno che temeva di non ricordare determinati passaggi, di andare nel panico vedendo i professori tenere d'occhio l'orologio, di non riuscire a spiegare correttamente alcune cose essenziali...

A Sara le venne in mente Hermione, poi Harry e infine Ron. Una scena in particolare si era presentata a lei, mentre fissava intensamente il Lago Nero, ed era una scena del film "Harry Potter e l'Ordine della Fenice": Dolores Umbridge e gli studenti del quinto anno se ne stavano nella Sala Grande per i G.U.F.O. e ad un certo punto ecco spuntare i gemelli Weasley. Fuochi d'artificio ovunque, la Umbridge coperta di fuliggine da capo a piedi, i suoi decreti caduti a terra: sarebbe stato divertente conoscere Fred e George... peccato che lei era capitata nel periodo sbagliato.

A riscuoterla dai suoi pensieri, o meglio dai suoi viaggi mentali, Sara sentì la sua mano entrare in contatto con una dalle dita affusolate e lunghe. Non era difficile capire a chi appartenesse, ma Sara abbassò comunque lo sguardo e vide il pollice di Tom disegnare lettere invisibili sulla sua pelle; era una parola di quattro lettere, ripetuta in continuazione e senza sosta: "Mine" - "Mia".

Involontariamente, le labbra di Sara si piegarono in un sorriso, ma questo non era affatto uno che assumerebbe una persona felice, o quello che appariva spesso sul viso di Lizzie, mentre guardava il suo Matt. No, il suo sorriso era uno comprensivo: Sara, infatti, sapeva che Tom Riddle non stava disegnando quelle lettere, ancora e ancora, perché provasse davvero qualcosa per lei, ma perchè era un oggetto che gli apparteneva.

Non potremo mai cambiare il suo destino, Silente. Mi spiace, pesnò.

Da Potterhead qual era, Sara aveva spesso visitato siti in cui altri fan scrivevano storie – fanfiction – sui personaggi della saga. Una parte di questi racconti comprendeva un'eroina che, in un modo o nell'altro, si trovava a passare molto tempo col Signore Oscuro ai tempi di Hogwarts, e le veniva affidato il compito di cambiarlo, completamente.

A Sara tornò in mente quella storia di cui non aveva mai letto la fine: Albus che chiedeva ad Estela, la protagonista, di andare nel suo ufficio; il racconto del professore su come avesse visto il futuro dell'intero Mondo Magico e di Tom; il compito che Silente affidava ad Estela perché Riddle evitasse di creare gli Horcux e di diventare il Signore Oscuro; lei che si innamorava del Serpeverde crudele...

Sarebbe finita anche per lei così? Si sarebbe innamorata di Tom Riddle?

Ma non riuscì a rispondere a quelle due domande, perché Tom le si avvicinò come per baciarle una guancia e sussurrò, al suo orecchio: «Dobbiamo parlare, Sara, ricordi?»

Sara sentì un brivido percorrerle la spina dorsale, ma fu difficile inquadrarlo – era un brivido di terrore, o uno piacevole?

«Adesso ci alziamo e facciamo una passeggiata. Diremo agli altri che abbiamo bisogno di stare un po'... soli. Sono sicuro che capiranno» proseguì lui, il tono di voce basso e caldo.

Senza lasciarle il tempo di replicare, Tom si tirò su in piedi e si offrì di aiutarla ad alzarsi da terra. Sara fu costretta a dire a Matt, Lizzie e Amy che lei e Riddle avevano voglia di restare soli, prima di tornare al castello, e i tre capirono immediatamente. Così Tom e Sara si allontanarono dai tre Corvonero e presero a camminare in silenzio, l'uno accanto all'altra, con le mani che si sfioravano di tanto in tanto.

«Direi che siamo abbastanza lontani dagli altri, Tom» affermò Sara, fermandosi; rimase un secondo ad ammirare la sua figura, poi gli chiese: «Che cosa dovevi dirmi nella Stanza delle Necessità?»

Il solo ricordo di ciò che era successo in quella Stanza le faceva venire il voltastomaco.

Tom si girò lentamente sul posto, poi si avvicinò a Sara e le accarezzò una guancia col pollice destro. Lei non si mosse, ma rimase a fissarlo negli occhi, perdendosi in quel buio pesto che erano le sue iridi.

«Avery mi ha confermato che sono l'Erede del grande Salazar Serpeverde: mi ha mostrato il libro la sera stessa in cui Walburga si è... sentita male» rispose Tom, con la stessa naturalezza che si usa per parlare del tempo. «Ebbene, mia cara Sara Austen, tutti sanno dei dissapori che si vennero a creare fra lui e gli altri tre fondatori di Hogwarts: Salazar voleva che la scuola venisse frequentata solo da maghi Purosangue, voleva vietare l'istruzione a chi non ne era degno... e su questo, come tu ben sai, sono pienamente d'accordo. Ma c'è dell'altro»

«Altro? Che intendi, Tom?» lo incalzò Sara, fingendo di non sapere assolutamente nulla – le era tornato in mente che, nel mondo reale, lei e Odette ne avevano parlato del fatto che Tom avesse scoperto di essere l'erede di uno dei quattro fondatori di Hogwarts.

D'altra parte, avendo letto e visto il film di "Harry Potter e la Camera dei Segreti", Sara aveva capito fin da subito di cosa stesse parlando Riddle. Nella sua mente, infatti, si formò l'immagine di Ginny Weasley rivesa a terra, priva di sensi e vicinissima alla morte; poi Tom che richiamava il Basilisco, Fanny la fenice che lo rendeva cieco e poi Harry che lo uccideva con la spada di Godric Grifondoro.

«La gente ignora che Salazar, prima della sua fuga, costruì una sala ben nascosta all'interno del castello. Solo il suo erede può aprirla e contiene un essere... un Basilisco, secondo le mie ricerche, che eseguirebbe tutti i miei ordini» proseguì Tom, facendosi più vicino e mettendole una mano sulla schiena. «Sara, io credo di aver trovato la Camera dei Segreti di Salazar Serpeverde»

Sara corrugò la fronte. «E io adesso so questa cosa perché...?»

«Perché tu mi sei fedele, Sara» mormorò Tom, mordendole poi piano il labbro superiore – lei nel frattempo pensava: Ne dubito, Riddle –. «E perché voglio che quello sia un luogo tutto nostro, dove poter stare insieme senza che nessuno ci disturbi»

E mentre Tom la baciava con trasporto, facendo scendere la sua mano dalla schiena al sedere, Sara capì che Tom Riddle le stava nascondendo qualcosa. Il personaggio che J.K.Rowling aveva creato non era proprio il tipo che condivideva con altri, soprattutto se si trattava di luoghi o oggetti di valore immenso, quindi era ovvio che ci fosse sotto qualcosa. Ma sebbene Sara tentasse, in tutti i modi possibili, di staccare la sua mente dal suo corpo per poter riflettere lucidamente, la cosa fu impossibile.

«Dov'è il mio diario, Sara?» domandò Tom un istante dopo, staccandosi dalle labbra della Corvonero per riprendere fiato. «Ho bisogno del mio diario, e l'ultima volta l'ho lasciato a te»

Sara balbettò qualcosa di incomprensibile. L'ultima volta che aveva visto il diario di Riddle era in casa sua, nel mondo reale, e Odette si era spaventata perché, sfiorando le pagine col dito, erano apparse delle frasi.

E adesso cosa avrebbe fatto? Tom lo voleva, questo lo si leggeva perfettamente ne suoi occhi, e lo voleva immediatamente, che gli avrebbe detto per guadagnare un po' di tempo?

«Sara, dov'è il mio diario?» domandò Riddle, e nei suoi occhi si illuminarono di rabbia.

«E' nel mio baule, su al dormitorio, Tom» mentì lei, senza nascondere la paura.

Tom aprì la bocca per replicare, ma in quell'esatto momento Matt si avvicinò a loro a passo incerto. In mano aveva un rotolo di pergamena e Sara riuscì a leggervi il suo nome in un corsivo ordinato. Matt disse a Sara che Silente la voleva nel suo ufficio immediatamente, che aveva delle cose da dirle prima di andare a lezione.

Tom non ne fu affatto felice. Sara ebbe come la sensazione che da un momento all'altro avrebbe visto Lord Voldemort saltar fuori da quei lineamenti affascinanti di Riddle, quelli che fungevano da maschera carismatica. Invece, Tom insipirò profondamente e rivolse un sorriso mellifluo a Sara.

«E' meglio che tu vada, Sara» mormorò, abbassandosi per lasciarle un bacio umido sulle labbra – bacio che lei si gustò fino in fondo. «Non vogliamo che il professor Silente attenda a lungo, giusto? Comunque possiamo vederci al termine delle lezioni: solito posto, solita ora»

Sara annuì, ma il panico iniziò ad insinuarsi nelle sue vene. Non aveva idea di cosa intendesse Riddle con "solito posto, solita ora"! Poi, però, come un flash, la sua mente le fece notare che c'erano un paio di ricordi nei quali lei e il Serpeverde si ritrovavano in un corridoio isolato, davanti ad uno dei bagni che le ragazze usavano di meno alle sette in punto.

Adesso che sapeva ora e luogo del loro ritrovo, Sara si incamminò verso il castello. Trovò l'ufficio di Silente in poco tempo, bussò tre volte e la porta si aprì da sola. Il mago dagli occhiali a mezzaluna sedeva davanti alla sua scrivania, fra le mani stringeva La Gazzetta del Profeta e lì vicino c'erano due tazze di tè.

«E' un piacere vederti qui, Sara!» esclamò Silente, ripiegando la Gazzetta e facendole cenno di accomodarsi.

«Pensavo non le piacesse quel giornale» commentò Sara, prendendo posto su una comoda sedia. Poi, come se il filtro cervello-bocca avesse smesso di funzionare, aggiunse: «Ma se adesso le piace, aspetti di vedere quello che diranno su di lei in futuro»

Silente si limitò a sorriderle, un sorriso sincero e luminoso. Tornò subito serio, comunque, e attaccò parlando delle loro lezioni private: «Ci ho riflettuto, Sara, e credo che sia davvero difficile stabilire l'esatto momento in cui torni qui a Hogwarts, ogni volta che ti addormenti nel tuo mondo»

«Allora come possiamo fare? Io non so quanto tempo mi resta oggi, professore, e ho anche delle novità!» lo interruppe Sara.

«Quelle possono aspettare, cara» fece il mago, tornando a sorriderle. «Adesso è bene che tu riesca a tenere a mente questo: nell'esatto momento in cui ti risveglierai qui, la prossima volta, dovrai venire immediatamente nel mio ufficio, d'accordo? E così per tutte le volte successive: devi imparare molte cose, Sara, ma più di tutte devi apprendere come chiudere la mente. Dovrai allenarti e non solo qui a Hogwarts, ma anche nel tuo universo!»

Sara annuì, trovandosi pienamente d'accordo col professore. Poi, una volta che Silente ebbe finito di parlare, Sara gli raccontò del diario di Riddle che era finito nel suo appartamento, nella realtà, e di come lei e Odette avessero deciso di mettersi in contatto con J.K.Rowling in persona. Gli disse delle scoperte di Tom, della Camera dei Segreti che avrebbe aperto e nominò Mirtilla un paio di volte.

Alla fine, con la gola secca e il cuore un po' più leggero, Sara capì che era arrivato il momento di andarsene. Evitò accuratamente di rivelare a Silente delle fanfiction che vedevano Riddle come protagonista ed evitò di dirgli di come il personaggio femminile, ad un certo punto della storia, si innamorava di quello che sarebbe diventato il Signore Oscuro.

La sua vista si appannò, Silente la salutò con un ampio sorriso e alla fine Sara si risvegliò nel suo letto caldo, in camera sua.
 

~ ~ ~

Angolo Autrice
Ho scritto e riscritto questo capitolo un paio di volte, perché la prima stesura mi faceva schifo e questa, a mio avviso, è migliore.
Comunque sono in lutto: ho finito da poco "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" e la morte di Silente mi ha sconvolto, ancora. Adesso, sebbene mi manchi l'ultimo libro da leggere, per completare nuovamente la lettua dell'intera saga, mi prendo una pausa e passo alla mia adorata Jane Austen (sì, Sara e Matt hanno il suo cognome): "Mansfield Park" mi aspetta!
Un'ultima cosa prima che vada a dormire (i miei occhi mi stanno implorando di andare a letto): la fanfiction su Estela e Tom Riddle esiste davvero, ma non è su questo sito ed è scritta da una fan americana. Il problema è che non ho idea di come finisca il sequel (ci sono due libri), perché l'autrice ha cancellato i capitoli; purtroppo temo che sia anche un problema con l'app o qualcosa del genere. 
Adesso vi abbraccio forte!
Eli

   
 
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