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Autore: NightWatcher96    12/04/2018    2 recensioni
-Congratulazioni, signori Hamato- disse allegra la donna bionda, rivolgendosi, poi a Tang: -Lei è incinta di due settimane-.
Donatello inarcò il sopracciglio e nemmeno stavolta capì; si fece prendere per mano e condurre lungo i corridoi per raggiungere il parcheggio dell'ospedale e poi la loro auto.
Non appena salirono, Tang si lisciò la pancia incavata, guardando con affetto il marito raggiante.
-Avrai un fratellino o una sorellina, Donnie- spiegò la mamma: -Non sei contento?-.
Per il bambino cadde tutto il suo mondo perfetto: spalancò gli occhi e scosse energicamente la testa, con occhi già gonfi di lacrime.
-NO! Non voglio nessuno!- gridò.
Tang sbatté incredula le palpebre ma Yoshi le strinse la mano, promettendole con il semplice sguardo che avrebbe fatto una chiacchieratina con il primogenito in lacrime.
AU Human!Verse
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3 Mesi dopo...

-Arrivederci!- salutò Donnie.
Aveva accompagnato la mamma a una visita ginecologica ed era felice che il feto stesse crescendo molto bene. Ancora due mesi e sarebbe diventato un Aniki a tutti gli effetti.
-Grazie, piccolo mio- fece dolcemente Shen, mentre entravano in un ascensore.
-Perché, mamma?-.
-Per non dimostrarti più geloso-.
Donnie aveva cominciato ad apprezzare questo fratellino dal sesso misterioso da quando aveva sentito i movimenti fetali dalla pancia della madre. Era accaduto due mesi fa ma ricordava ancora la benevola vibrazione che gli era scattata in corpo.
Era piacevole, calda e morbida. Scaturita dal bambino. E allora aveva capito di starglisi affezionando sempre più.
Donnie aveva cominciato anche a ignorare gli stupidi commenti di Chris e Xever ed era tornato il dolce bambino che tutti amavano. Anzi, i suoi genitori avevano cominciato a trattarlo ancora meglio di prima, rendendolo partecipe a tutto.
E il piccolo genio ne era estremamente felice, come adesso, che attendeva la riapertura dell'ascensore canticchiando una canzoncina.
-Ti vedo felice- sottolineò sua madre.
-Lo sono. Non vedo l'ora che nasca!-.
Shen si strofinò la pancia sporgente istintivamente e riprese per mano il primogenito, mentre le porte di metallo dell'ascensore si riaprivano con un piccolo cigolio. Ma ecco che, inaspettatamente, entrambi si ritrovarono qualcuno venire verso di loro.
-Giusto in tempo! Mio padre è venuto dal Giappone per incontrarci tutti quanti!-.
Shen sbatté un po' stordita le palpebre, una volta che suo marito gli avvolse le braccia intorno al corpo, baciandole la guancia, per poi prendere in braccio Donnie e lanciarlo dolcemente verso l'alto, in un gioco che al piccolo piaceva tanto.
-Il nonno!- esclamò Donnie, raggiante. -Dov'è? Voglio vederlo!-.
-All'aeroporto. Ci sta aspettando- rispose Yoshi, dirigendosi verso l'uscita dell'ospedale...
 
Ancient One attendeva tranquillamente all'uscita dell'aeroporto che suo figlio adottivo venisse a prenderlo. Aveva deciso di partire per gli U.S.A. quasi subito dopo che aveva ricevuto la notizia della seconda gravidanza di Shen.
E adesso eccolo qui, vestito con un elegante kimono verde, con bordature dorate, un largo cappello di paglia sul capo che celava i suoi piccoli occhi a mandorla neri, accompagnati da una barbetta bianca legata in modo che avesse un piccolo codino al mento.
Stringeva un trolley nero nella mano e fissava il cielo al tramonto. New York era semplicemente incantevole, ma un po' troppo caotica per i suoi gusti. Però era davvero uno spettacolo con i suoi grattacieli numerosi all'orizzonte, stagliati contro l'arancione brillante del cielo, dove accenni di viola, rosso e grigio formavano nubi.
"Verrà a piovere" pensò.
La chioma verde del Central Park era una macchiolina flebile, circondata dal nero e grigio dei palazzi, illuminati dalle insegne pubblicitarie o dai centri commerciali gremiti.
Improvvisamente, vide una macchina parcheggiare nei suoi dintorni e una famigliola scendere subito dopo. Ancient One scattò come una molla dalla panchina sul quale era seduto e camminò velocemente verso il suo adorato ragazzo.
Yoshi, Shen e Donnie erano arrivati!
-Nonno!- esclamò il piccolo, abbracciandogli la pancia spessa.
Ancient ridacchiò e accarezzò il suo nipotino sulla testa, regalandogli un sacchetto di caramelle gommose alla frutta, consapevole di questo punto debole di Donnie.
-Arigatou!-.
Il maestro annuì e s’inchinò rispettosamente davanti ai due genitori, che ricambiarono.
-Sarei venuto molto prima, ma... i miei impegni nel dojo di famiglia non mi hanno lasciato un solo attimo di respiro-.
-Nonno, per quanto tempo resterai?- interruppe Donnie, che già stava mangiando!
-Donnie, non devi interrompere- ammonì dolcemente Yoshi. -Inoltre, fra poco si cena e non è il caso che ti rovini l'appetito-.
Per tutta risposta, il bambino offrì le sue caramelle alla famiglia, scorrazzando verso l'auto sempre più vicina, non molto interessato ai discorsi dei tre adulti.
-Raccontami un po', figliolo, come ha preso la notizia del bambino Donatello?- domandò Ancient, con fare curioso.
-Beh, non certo bene. E' stato più volte sull'orlo di una crisi di nervi e non ha guardato di buon occhio il bambino-.
Ancient emise un suono dal profondo della gola, lisciandosi il ciuffo di barba e si fermò giustappunto accanto alla portiera posteriore dell'auto.
-La prego, Sensei, si sieda pure avanti- offrì cordialmente Tang Shen.
-Voglio stare con il nonno!- protestò Donatello, saltellando sul posto.
Yoshi si grattò un sopracciglio, ridacchiando un po' e preferì che fosse suo padre a dare la risposta definitiva.
-D'accordo, nipote. Sederai accanto a me-.
-Evviva!- esclamò, balzando con un gattino affamato nell'auto.
-Alla fine, però, anche con l'aiuto del mio buon amico Splinter, ha cominciato a sentirsi come un bravo fratello maggiore e a essere anche d'aiuto- raccontò Yoshi, aiutando suo padre a salire, mettendo anche il trolley nel cofano.
-Bene, andiamo- sorrise Tang, mentre si strofinava la pancia voluminosa. -Credo che anche questo piccolino sia molto contento di incontrare, o meglio, sentire la voce del nonno-.
-Mi fa piacere- ridacchiò il diretto interessato.
Yoshi chiuse la portiera con uno scatto secco, inserendo le sicure e si allacciò la cintura di sicurezza, facendo retromarcia, prima di uscire dall'aeroporto ingranando la seconda e lasciarsi inghiottire nel caos serale della superstrada…
 
Una volta rincasati, Donnie posò il sacchetto vuoto di caramelle sul tavolo della cucina, correndo velocemente nell'appartamento a fianco per avvisare i suoi migliori amici che il nonno era finalmente arrivato.
-Fa sempre così quando vuole condividere qualcosa di bello- spiegò dolcemente Tang, mentre appendeva il cappotto all'appendiabiti.
E infatti, in pochi secondi, vocine felici di bambini affollarono la casa Hamato, seguite dallo sguardo curioso di Splinter.
-Splinter San!- esclamò radioso Ancient.
-Maestro Ancient- ricambiò l'altro, inchinandosi rispettosamente. -Non avevo compreso le ragioni frettolose di Donatello quando ha bussato-.
-Donatello!- richiamò Yoshi. -Devi sempre spiegare quando lasci la tua casa per andare in un'altra!-.
Il bambino chinò lo sguardo, mortificato ma una carezza sulla testa da parte della mamma contribuì molto ad allargargli il sorriso fanciullesco.
-Volete unirvi a cena con noi?- propose la donna.
-Veramente, noi non...-.
-Dai!- esclamarono in un lagnante coro i tre bricconcelli.
-Si arrenda, Splinter San. I bambini sono in maggioranza- ridacchiò Ancient.
Il maestro Splinter sospirò giocosamente, prendendo posto sul divano per tenere d'occhio i tre bambini che stavano già giocando con una palla di carta...
-Yoshi...-.
La voce femminile era tremante, bassa e come una richiesta d'aiuto.
L'uomo si voltò, interrompendo il chiacchierio piacevole con gli altri due, voltandosi verso la moglie appoggiata a una sedia, come se la sua vita dipendesse da essa. Stava tenendosi la pancia e il suo volto pallido era contornato da perle di freddo sudore.
-Tang!- espirò Yoshi, stringendole le spalle. -Che succede, amore mio?-.
Al che, ognuno, bambini compresi, divennero seri.
-Non lo so... c'è qualcosa che non va...- ansimò la donna, stringendosi la pancia. -U... un dolore al ventre così all'improvviso... non promette nulla di buono...-.
-Chiamo un'ambulanza!- aggiunse mesto il maestro Splinter.
Yoshi coricò Tang sul divano, inginocchiandosi accanto per stringerle le mani tremanti, mentre le scostava alcune ciocche dal viso lucido di sudore.
-N... non può essere il momento... sono a sette mesi...-.
-Respira piano, Tang...- aggiunse preoccupato Ancient One.
Splinter riappoggiò la cornetta del telefono del soggiorno sull'apparecchio, guardando con un cenno gli altri. Era stato breve e conciso nella sua richiesta d'aiuto che aveva concluso in un batter d'occhio.
-L'ambulanza sarà qui a momenti- mormorò piano, guardando i suoi gemellini.
 
Il dolore era evidente sul suo volto: ricordava sua moglie sorridergli mentre gridava per mettere al mondo Leo e Raph.... poi chiudere gli occhi e diventare fredda. Ricordava ancora il trambusto dei dottori che lo spingevano fuori la sala parto con il suono lineare del monitor cardiaco.
E lui che era diventato padre, si ritrovava a vedere sua moglie esanime, attorniata da una sfilza di medici che cercavano invano di riportarla in vita...
 
-Starà bene, Tang...- mormorò sottovoce, abbracciando i suoi figlioletti confusi.
Ugualmente una lacrima lasciò il suo occhio chiuso, annidandosi nel maglioncino rosso di Raph, che osservava Donatello piangere, mentre tendeva la mano a sua madre.
-Mamma! Mamma!- gridava.
La donna gli sorrise, anche se lampi di dolore le distruggevano quell'espressione mite per calmare il primogenito.
Ecco che, fortunatamente, il campanello dell'appartamento squillò rumorosamente, gettando un batticuore improvviso in ognuno. Nel silenzio del momento critico, infatti, quel suono era piombato fortemente, colpendo come una pioggia di fuoco.
Splinter si affrettò ad aprire e a lasciar spazio ai quattro dottori a parità di sesso accerchiare Tang e metterla su una barella, per caricarla sull'ambulanza dai lampeggianti che brillavano nella sera fredda.
-MAMMA!- gridò Donnie, rincorrendo i dottori.
-No, resta qui- stoppò Ancient One, avvolgendogli le braccia alla vita.
-Portano via la mia mamma! E il mio fratellino!-.
Yoshi diede uno sguardo malinconico a Splinter che fece cenno di andare, per non perdere tempo prezioso; quindi, a bordo dell'auto del primo citato, partirono sgommando dietro all'ambulanza che non badò a semafori rossi o auto della polizia pur di raggiungere frettolosamente l'ospedale...
 
-Grazie, signorina-.
Yoshi aveva appena finito di parlare con un'infermiera che aveva lasciato la camera dove Tang riposava tranquillamente, sotto l'effetto di alcuni tranquillanti non nocivi per il feto.
-Che cosa ha detto, figliolo?- domandò Ancient One, cupamente.
Erano in un corridoio particolarmente silenzioso e poco trafficato, tutto sfumato dal verde acqua delle pareti, il bianco del soffitto e delle porte e illuminato dai neon bianchi e dalla luna piena splendente nel cielo visibile dalla serie di finestroni sulla parete sinistra.
-La gravidanza è diventata instabile. L'utero ha avuto una piccola rottura e il bambino rischia di infettarsi gravemente-.
Yoshi affondò il viso fiammeggiante nelle mani fredde, sedendo a peso morto sui sedili rosso fuoco del corridoio del reparto maternità.
-Allora il bambino dovrà nascere immediatamente- aggiunse piano Splinter.
-Sì... proprio così-.
-Dov'è la mamma?- chiese Donnie, con voce tremolante.
Aveva ancora gli occhioni rossi per le numerose lacrime versate nel terrore veloce che si era susseguito durante la corsa in ospedale. Non voleva perdere la sua mamma, com’era accaduto ai suoi migliori amici profondamente addormentati con la testa poggiata sulle cosce di Splinter.
-Riposa, Donnie- rispose pazientemente Yoshi, prendendolo in braccio. -Ma possiamo vederla attraverso la lastra che sporge sulla sua stanza, va bene?-.
Il bambino annuì vigorosamente, stringendoglisi maggiormente.
-E il fratellino?-.
-Dovrà nascere fra poche ore... in anticipo, Donnie-.
Il piccolo si ravvivò un poco e sorrise al nonno che era rimasto a tener compagnia a Splinter che sorvegliava i suoi bambini.
-Donnie, come mai continui a ripetere fratellino? Non ti piacerebbe una sorellina?- chiese Yoshi, mentre si avvicinava sempre più alla vetrata che affacciava sulla camera della moglie.
-Beh... preferisco un fratellino, come Leo e Raph-.
Il papà ridacchiò un po', baciandogli la tempia ma ecco che il suo sorriso cadde quando vide sua moglie riposare tranquillamente nel letto, con numerosi fili sul petto, al braccio e sulla pancia voluminosa sotto la coperta castana.
-Mamma...- mormorò piano Donnie, schiacciando le manine sul vetro.
-Sì, la mamma è lì...-.
Yoshi non poteva lasciar trasparire la sua paura per aver saputo di un quasi aborto spontaneo indotto da una piccola rottura dell'utero. Gli avevano elencato le probabilità alte di una morte del nascituro o della madre stessa e lo avevano spaventato.
-Signor Hamato?-.
Yoshi guardò davanti a sé, salutando con un cenno del capo un'infermiera accanto a un chirurgo.
-Possiamo cominciare il cesareo-.
-Va bene...- rispose mesto Yoshi, confidando le sue preghiere agli Antichi Antenati che sicuramente vegliavano su tutti loro....
 
Ore 02:20
 
Donnie piangeva di felicità, per quanto un bambino di cinque anni potesse comprendere la reale questione di quel momento. Era schiacciato al vetro del reparto maternità, guardando l'incubatrice dove dormiva il suo piccolo fratellino.
Un bel maschietto stranamente biondo di 550 grammi.
Nato in un parto cesareo senza complicazioni da Tang sveglia ma incredibilmente in una stanchezza drogata dai residui dell'anestesia locale, tenuta in compagnia da un raggiante Yoshi.
-Il mio fratellino... come volevo...- sorrise piano.
-Adesso sei un Aniki a tutti gli effetti- mormorò Ancient One. -Sei contento, nipote?-.
-Tanto, nonno! E sono stato tanto cattivo all'inizio- ammise.
-E' normale essere gelosi quando si comprende che arriverà un altro bambino in famiglia- spiegò bonario Splinter. -Figlioli, voi sareste entusiasti di un fratellino?-.
-NO!- urlò Raph.
-SI'!- rispose Leo, all'unisono.
Scoppiarono a ridere, mentre Yoshi si univa a loro, uscendo dalla camera della moglie felice e dal ventre bendato.
-Come sta?- chiese Ancient.
-Stanca ma è molto contenta e vuole vedere il bimbo-.
Fortuna volle che il suo desiderio venisse subito accolto da una dottoressa che stava già spingendo la culla con il nuovo Hamato nella stanza di Tang per mostrarglielo.
-Credo nella telepatia, Yoshi San- ridacchiò Splinter...
Entrarono con calma nella stanza della donna e Donnie le si buttò al collo, saltellando felicissimo per il neonato che, nonostante il trambusto, riposava tranquillo, muovendo, di tanto in tanto, il suo piedino.
-E' così bello... un vero angelo biondo...- mormorò Tang, versando lacrime di gioia, mentre lo raccoglieva teneramente in braccio per baciargli la fronte.
-Vuoi scegliere tu il nome, Donnie?- propose Yoshi, alzandolo in braccio.
Il bambino annuì vigorosamente, toccando la manina del suo fratellino che schiuse per un attimo i suoi occhioni azzurri, prima di tornare a nanna.
-Ha occhi azzurri come il cielo!- esclamò felicissimo. -E ho trovato un nome bello per lui!-.
-Allora, diccelo!- fece Raphael, odiando l'attesa.
-Michelangelo-.
Ognuno sbatté gli occhi all'inusuale motivo di questo nome ma Donnie lo ripeté ancora, aggiungendoci il cognome.
-Hamato Michelangelo-.
-Sì, mi piace!- concordò Tang, accarezzando il viso del neonato. -E' perfetto...-.
-Allora, benvenuto Hamato Michelangelo- mormorò Ancient One, felice...
 
Nove anni dopo...
 
-Donatello, sbrigati o arriverai in ritardo al tuo primo giorno di scuola!-.
-Arrivo, mamma!-.
Il giovane quattordicenne si aggiustò la cravatta un'ultima volta, guardandosi nello specchio della sua cameretta e raccolse la borsa nera sopra il suo letto, strofinandosi una mano tra i capelli arruffati. I suoi occhi splendevano di felicità.
Era diventato un ragazzo alto e mingherlino ma molto forte e ben addestrato da suo padre che seguiva anche Michelangelo.
-Donnie! Donnie!-.
Il fratellino di anni nove era in lacrime, ancora in pigiama. Il genio sospirò giocosamente, inginocchiandoglisi accanto per stampargli un bacio sulla fronte.
-Non voglio andare a scuola- pronunciò adorabilmente.
Erano trascorsi nove anni dalla nascita prematura di Michelangelo e tutto era filato liscio, senza alcuna ripercussione sul piccolo Hamato che era attaccatissimo a suo fratello maggiore e andava molto d'accordo anche con Raph e Leo.
-Dai, Mikey! Sarà divertente e potrai incontrare tanti nuovi amici- rincuorò il genio, prendendolo per mano per condurlo nella cameretta del piccolo.
-Ma io voglio stare con te!-.
-Sai che non è possibile con la scuola in mezzo. Mikey, siamo insieme da una vita e nei tre mesi delle vacanze estive non c'è stato giorno in cui non abbiamo fatto qualcosa insieme!-.
Mikey mise il broncio, mentre Donatello rideva e gli scompigliava i suoi ribelli biondi capelli.
Donatello lo aiutò con l'uniforme scolastica e insieme scesero in cucina, dove mamma e papà erano rispettivamente ai fornelli e a leggere un quotidiano.
-Eccoli qui!-.
-Bambini miei, dovreste essere un po' meno perditempo- ridacchiò Tang Shen, servendo loro la colazione.
-Colpa mia!- ammise Mikey. -Non voglio andare a scuola senza Donnie!-.
-Non sarà per sempre, figliolo- fece Yoshi, sorseggiando il suo caffè.
-E' esattamente quello che gli ho detto- rispose Donnie.
Improvvisamente il campanello squillò: Donatello sapeva chi fosse e rimase comodamente seduto a tavola, per consumare la sua colazione a base di caffè, brioche con marmellata e un pezzettino di cioccolata fondente, mentre Mikey correva ad aprire.
Due ragazzi gemelli che non si assomigliavano granché. Erano alti, muscolosi, con sguardi profondi, con la stessa uniforme di Donnie.
Raphael aveva i suoi soliti capelli rossastri ribelli tirati all'indietro con le punte rivolte verso l'alto e la grinta che lo contraddistingueva.
Leonardo, invece era più calmo e pacato con i suoi capelli corti e ordinati, tanto che prese in braccio Michelangelo che lo abbracciò con estrema gioia.
-Ciao Raph! Ciao Leo!-.
-Ehi, pulce! Primo giorno di scuola anche per te?- ridacchiò Raphael, con le mani in tasca.
Mikey si scurì in volto, lasciandosi condurre in cucina.
-Salve, ragazzi!- salutarono i tre Hamato.
-Buongiorno-.
-Ehi, Donnie, che ne dici di andare?- fece Raph, sarcastico.
Il viola annuì e salutati affettuosamente i suoi genitori e Mikey, lasciò l'appartamento con i suoi migliori amici.


Angolo dell'Autrice

Grazie a una mia cara lettrice, ho notato solo adesso che avevo fatto un errore di trascrizione nel capitolo precedente; Donnie veniva trovato su un albero e io ho scritto sotto una scala anticendio. Vi capita mai? Beh, pazienza. E' una one shot talmente vecchia che mi annoiava rileggerla tutta, correggerla e via. Ho saltato la prima cosa e ho semplicemente fatto le restanti! 
Ora, in pace con me stessa per aver completato anche questa, si torna ai vecchi amori!
Grazie come sempre a tutti voi, tartamondo! :3

 
  
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