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Autore: La X di Miria    02/07/2009    4 recensioni
continuazione!!! ^^ non ci posso credere che la mia picci sia ancora viva!! ^^Prima che voi leggiate vorrei fare una piccola premessa: IL PRIMO CAPITOLO L'HO SCRITTO TUTTO IO e la stessa cosa vale per questo capitolo e per i prossimi a venire, li scriverò soltanto io, senza l'ausilio di nessuno. Ho voluto fare questa precisazione per quello che avevo scritto nella presentazione del primo capitolo. Grazie per l'attenzione. ^^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Tempio del drago 2


La lava sotto di loro ribolliva furiosa. Sciolse altro pavimento e lo inghiottì in un gorgoglio.

Il drago sbuffò, chinandosi docilmente ai suoi piedi, abbassando la testa e chiudendo le sei, enormi, diafane, oscure ali lungo il suo corpo color ossidiana.

Erewing non si mosse, ancora spossata. Molte, troppe energie l'avevano abbandonata in quell'evocazione e ora si sentiva più debole di un uomo dopo un combattimento. Tutto le appariva sfuocato e informe, più nero di quanto non le fosse mai apparso. Percepì chiaramente che sarebbe svenuta di lì a poco, ma si impose di rimanere lucida. Non poteva buttare tutto all'aria proprio ora.

Nail la incalzò con un grugnito e lei si trascinò verso la sua figura prominente, ma che le appariva indistinta in mezzo a tutto quel buio. Solo il calore distingueva alla perfezione. Oh, sì! Quello lo sentiva benissimo... purtroppo. Il silenzio invece, le riempiva le orecchie con la sua essenza, rendendola inconscia dell'ambiente intorno a lei. Altrimenti avrebbe dispiegato quelle ali fragili, annerite e bruciacchiate se solo si fosse accorta che il pavimento stava divenendo liquido e incandescente, sciolto dal ribollente sangue del Mondo.

«Muoviti, mio dolce angoletto.» le ordinò Nail con voce ansiosa.

Erewing si aggrappò a un corno dell'animale leggendario, e lui fece leva con un ala in modo che lei riuscisse a montare in groppa.

«Tienti forte.»

Le sei ali sferzarono l'aria satura del respiro del fuoco e gli occhi di Antraxia del drago guardarono per l'ultima volta quello che era stato il suo oscuro rifugio da tempo immemorabile. Provò un po' di rimpianto a dover abbandonare quella tana, lugubre, nascosta, sicura. Ma allo stesso tempo, desiderava ardentemente uscire, scoprire cosa lo attendeva là fuori, vedere come il Mondo si fosse evoluto nei millenni trascorsi.

Colpì l'aria con maggiore violenza e ne ottenne una spinta a dir poco incredibile. In pochi attimi, saettò fuori dal cratere, librandosi nel cielo terso del mezzogiorno con una rapidità fuori dalla concezione di ogni essere vivente. Attraversò l'azzurro, fendendo le nuvole come un lampo, spalancando le ali in modo da frenare la sua folle risalita.

Il sole brillava, più fulgido che mai.

Nail sorrise.

«Ora non hai alcun potere su di me.» mormorò compiaciuto.

Si lasciò andare in quel letto soffice e bianco che erano le nuvole e si gettò verso terra, appiattendo le sei ali sui fianchi e avviluppando Erewing con la sua infinita magia, in modo che non perdesse la presa.

Quando quel manto soffice si fu finalmente dissipato, il Mondo gli apparve. Vivo, attivo, rigoglioso e potente come mai avesse creduto. Com'era bello... .

Si fermò.

Il vulcano dal quale erano emersi entrambi aveva ingurgitato l'intero tempio all'interno del suo ventre bollente e ormai si stava preparando a una devastante eruzione.

«No, no. Per rendere omaggio al Messia reincarnato ci vuole molto di più che uno stupido rigurgito del Mondo.»

Inarcò il collo possente, caricando le sue fauci della furia che aveva albergato in lui per millenni, accumulatasi sempre più. Percepì Erewing avvinghiarsi a lui con tutte le sue forze e piangere come una bambina, pregandolo con tutte le forze che le rimanevano di fermarsi, di arrestare la sua ira devastatrice. Tutto fu vano. Dalle fauci del drago sgorgò una fiammata color della malva, un rombo assordante, il ruggito del fuoco. L'incandescente raggio violetto centrò perfettamente il cratere del vulcano. La lava venne spinta con violenza verso il basso, ricacciata nei recessi più intimi del Mondo.

Una folata di vento.

Un a fenice transitò tranquilla sopra l'immensa voragine che fino a poco prima abbondava di fuoco. Un attimo dopo, con un verso stridulo, divenne un tutt'uno con esso, investita da una colonna fiammeggiante. Il fuoco salì, rapido verso l'empireo, disperdendosi poi nell'aria, inghiottito dalle correnti e diviso dai venti.

«Guarda, angioletto, non è magnifico?» ruggì il drago, civettuolo.

«Sei un bastardo... aveva promesso di obbedirmi!» abbaiò Erewing, indignata.

«Avevo... è passato, mia dolce creatura.»

«Va' al diavolo!»

«Non ci tengo, tesoro. Mio padre non è quel tipo di creatura con la quale socializzi allegramente.»

Erewing digrignò i denti. Aveva dovuto prevederlo! Ora quel maledetto la stava prevaricando a tutti gli effetti. Avrebbe dovuto allenarsi di più, far crescere il potere che albergava in lei prima di affrontare un simile incantesimo. E ora, pagava le conseguenze della sua stoltezza.

Ancora una volta si disse, furiosa con se stessa.

Pregò, ancora, sperando che la forza tornasse a scorrere e a rinvigorire le sue stanche membra, prima che fosse troppo tardi. Sapeva fin troppo bene dov'erano diretti e se non si fosse ripresa in fretta, esercitando un nuovo controllo su quell'abominio, non sarebbe rimasto molto della sua terra. Avrebbe solamente condotto il male fino là e, se lui l'avesse risparmiata, ci avrebbe pensato Leandra a punirla. Già contro di lei non poteva nulla.

Nail tese le ali, dileguandosi verso i lontani celi di Leandra-nar, a minare, forse, la pace che regnava ancora laggiù, portando la guerra dell'oltreoceano fino a lì.

  
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