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Autore: Theautumncolours    16/04/2018    1 recensioni
Starei ore su questa panchina a godermi la brezza che mi carezza il viso o il sole primaverile che illumina Taranto, baciata dal mare.
Scrivo solo quando esce il sole. È la fonte principale di ispirazione delle mie lunghe mattine da fuori sede. La gente spesso mi chiede sorpresa perché mi ostini a scrivere. Una risposta c’è: scrivo per non dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13/04/18
 
Inutile precisare che scrivo mentre il sole picchia sulla mia testa. È una sensazione strana, come se mi abbracciasse, ma con leggerezza. Nulla da togliere al presupposto che possa farmi male da un momento all’altro. Questo meraviglioso sole d’Aprile.
Lo ammetto, inizialmente non avevo tanta voglia di aggiornare questo diario. Avevo e ho ancora tutt’ora la mente occupata da qualcos’altro, anzi, dal nulla totale. Cercherò di spiegarmi meglio. Alcuni giorni mi sento come se fossi racchiusa in una bolla, come se fossi semplicemente un soggetto osservatore che cerca di interpretare la scena. Una sensazione non bellissima. Sei talmente preso\a dalla scena che ti fai coinvolgere, non essendone partecipante. Quindi, come se fossi racchiuso in una bolla. Sta a te scegliere se essere invisibile o meno.
 
Poco è accaduto questa mattina durante le lezioni. Michelle era totalmente presa dal cellulare che ho spostato istintivamente la mia attenzione su Michele. Michele è un ragazzo di cui ho scoperto esser attratta in maniera parziale e bizzarra. A giorni. È un tipo molto alto, se la tira parecchio, consapevole del suo atteggiamento da spavaldo e a me sta sulle scatole ma allo stesso tempo intriga parecchio. Ha i capelli scuri, folti, a tratti rosso ruggine, una lieve barba incolta e degli occhiali da vista. Indossa sempre un berretto e degli stivali neri.
Ovviamente, data l’accurata descrizione, non ho perso l’occasione per studiarlo meglio da vicino. Durante l’ora di sociologia si sposta sempre nella fila davanti a quella mia. Non lo capisco, anche lui sembra dannatamente scostante in alcuni momenti però a volte mi rivolge un sorriso all’apparenza sincero capace di farmi dimenticare tutti i dettagli associatogli. Giunta l’ora della pausa io e Michelle siamo scese a prender una boccata d’aria e lui era già scomparso dalla classe.
-“Andiamo a prendere un pezzo di focaccia?”-, mi chiede Michelle distogliendomi completamente dai miei pensieri. Acconsentii, continuando a guardarmi intorno con discrezione. Arrivate sulla via del panificio lo scorgo in lontananza. Strizzai gli occhi, chiedendomi se fosse davvero lui che ci veniva incontro a grandi falcate.
-“Oh, Mich!”-esclamai, controllando il mio tono. Nessuna risposta.
-“Michelle! Guarda chi c’è lì davanti!”-, le dissi piano cercando di mascherare l’eccitazione. A quel punto sbottai, le diedi una leggera gomitata e finalmente staccò gli occhi dal cellulare. Mi aveva sentita, ma in parte. Distrattamente mi guardò, corrugò appena la fronte con gli occhi ancora assonati e mi rispose: –“Dove? Chi hai visto?”- la guardai di traverso, ero sul punto di ribattere quando mi anticipò, con fare ironico:
-“Oddio ma è Michele quello! Che ci fa lì?”-
-“Ah, ma buongiorno! Stavi parlando con Fabio, vero?”-
-“Sì”- ammise infine, emanando un lungo sospiro.
A quel punto Michele era quasi vicino a noi, si guardava intorno, sembrava sereno e senza pensieri, poi con fare sorpreso si accorse di noi due e si lasciò scappare ancora uno dei suoi sorrisi accompagnandolo da un breve ma timido “ciao!”. Io e Michelle ci voltammo subito l’una verso l’altra e, come due bambine, scoppiammo a ridere.
   
 
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