Se c'era stata una cosa che la famiglia Dadan aveva sempre aspettato con impazienza, era la calma e la quiete che la sera, dopo il fermento della cena, si portava appresso. Potersi coricare, immersi nel silenzio del bosco che nascondeva la loro dimora, senza doversi preoccupare di nulla fino al giorno dopo.

Un silenzio che da qualche tempo a quella parte aveva smesso di far loro visita e allietarli il sonno.

Da quando Ace e Rufy avevano portato a casa loro anche Sabo, la famiglia Dadan aveva potuto dire addio alla loro pace serale.

Quei tre marmocchi ne combinavano sempre una.

Ridevano, sporcavano, facevano disastri, erano irresponsabili e non se ne preoccupavano – tanto che quando se ne andarono per conto loro i banditi furono quasi sollevati, di poter tornare a godere della loro quiete.

Ma c'era sempre il riecheggio delle risate, dei pianti, il profumo della carne appena cucinata, a impregnare quella casa. Non era mai stata una quiete totale, neppure quando Sabo non c'era più stato, o Ace e Rufy erano salpati.

Ma qualcosa era cambiato, un giorno.

E la sera era tranquilla come sempre, ma il silenzio che portava con sé non era mai stato più odiato.