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Autore: cin75    22/04/2018    6 recensioni
Tutto nasce da qui:
“ So che sei da qualche parte là fuori
Da qualche parte lontano…...
……..Di notte quando la luce delle
stelle illumina la mia stanza
mi siedo da solo
Parlando alla luna
Cercando di arrivare a te
Nella speranza che tu sia dall'altro lato
a parlare di me alla luna..”
Bruno Mars: https://www.youtube.com/watch?v=x94m407UJSI
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tornare a casa con Jared è quasi terapeutico per Jensen.

Durante il tragitto, parlano ancora. Parlano tanto e ci mettono quasi mezzora ad arrivare all’appartamento del biondo, ma non perché ci voglia davvero tutto quel tempo, ma solo perché , i due, di tanto in tanto si fermano perché ad una battuta dell’uno o dell’altro non possono che ridere di cuore. E ridono insieme ripensando anche a Ty e alle sue educate e discrete esclamazioni!!!

Poi, quasi a volerli riportare alla realtà , una forte folata di vento fa volare intorno a loro una marea di foglie. In quel momento che sembra magico, Jared allunga una mano verso il viso di Jensen. Piano, delicatamente, gli sfiora la guancia, raggiunge timoroso il profilo dell’orecchio e si insinua timida tra i suoi capelli. Corti ma comunque morbidi.

“Jared...” sussurra Jensen, che ipnotizzato da quel gesto, non riesce a muoversi.

“Fermo!” gli intima Jared con la voce bassa e Jensen obbedisce e socchiude gli occhi.

Forse….forse Jared vuole...forse…

“Avevi una foglia impigliata tra i capelli!” dice invece Jared, mentre con la stessa lentezza di prima , ritira la sua mano, non senza aver lasciato una gentile carezza lungo il viso del biondo.

“Ohw!!!...una….una foglia!” e Jared annuisce impercettibilmente.

Jensen allora deglutisce e cerca di non sembrare uno scolaretto impacciato e prova a riprendere il controllo. “Ti va ancora quel caffè?!”

“Mi giudicherai maleducato se ti rispondo di sì?!”

“Lo avrei fatto se mi avessi risposto di no!” è la risposta pronta di Jensen, che gli fa strada verso casa sua.

 

Quando entra in casa getta le chiavi nel solito svuota tasche che anni prima Damien aveva fatto all’asilo per la Festa del papà.

“Sono a casa!!” dice.

“Sono appena le nove e mezza e sei a casa. Anche stasera è andata….” esclama dalla cucina la voce di Charlie, la baby sitter e Jensen sa che quella frase sta per finire con la parola “male”, ma la ragazza non appena fa capolino nel soggiorno, fissa Jared e poi fissa Jensen ed esclama un entusiastico “….bene!!!”.

Jensen le sorride in risposta.

“Molto bene, anzi, direi!” precisa osservando con attenzione il nuovo ospite di casa Ackles.

“Smettila di parlare, Charlie!!” la richiama , il biondo. E poi passa alle presentazioni. “Charlie, lui è Jared. Jared , lei è Charlie. Vedila come la sorellina che nessuno vorrebbe avere!” ironizza, mentre le passa accanto.

“Bella più di te e soprattutto più intelligente di te!?” è la risposta che ottiene dalla ragazza.

“No. Insopportabile e impicciona!!” replica Jensen dalla cucina da cui ne esce con due birre. Una la tiene per lui, l’altra la porge a Jared. “So, che in ballo c’era un caffè, ma sono appena le nove e mezza.” suggerisce discretamente.

“Va’ benissimo. Il caffè lo teniamo per dopo!” ammicca Jared. Jensen invece arrossisce.

“Ma guardalo!!” si bea Charlie. “Il mio cucciolo arrossisce!” scherza mentre gli si fa vicino e lo abbraccia.

“Insopportabile e impicciona!” ribatte il biondo, con soddisfazione. “Lui dorme!?” chiede poi, indicando la stanza in fondo al corridoio.

“Lui...” ripetendo lo stesso gesto. “….circa dieci minuti fa mi ha detto che sta dormendo profondamente da quasi mezzora!”

“Ok!, ci penso io. Tu torna a casa!” le dice mentre mette mano al portafoglio.

La ragazza accetta i soldi e prende la sua roba.

“Fammi il solito squillo, ok!?” le dice Jensen.

“Andiamo!!! abito a tre case di distanza!” decisamente seccata. Ha 18 anni, nemmeno fosse dell’età di Damien.

“Fammi contento!”

“Ok!Ok! Che palle!” e dopo averlo baciato sulla guancia, lancia un saluto veloce anche a Jared che ricambia sorridendo, e va via.

“Wow!!” esclama Jared, riferendosi alla ragazza appena andata via.

“Charlie?...non dirlo a lei, ma è fantastica! Damien l’adora e io anche.” dice incrociando il collo della sua bottiglia con quello della bottiglia di Jared e i due non fanno in tempo a mandare giù il secondo sorso che il cellulare di Jensen squilla. Il biondo gli lancia un’occhiata veloce e poi sussurra un rilassato. “Il pacco è a casa!” riferendosi a Charlie.

 

“Smettila!! lo sai che odia quando la chiami pacco!!” esclama una voce infantile appena dietro di lui.

 

Jensen si gira e sorride di cuore. “Ecco il mio campione!!” e il bimbo gli vola letteralmente tra le braccia. “Ciao, piccolo!!” dice baciandogli la testa. “Non dovresti essere già a letto. Domani c’è comunque scuola!”

“Sì, sì… ma ti ho sentito rientrare e volevo salutarti!” si giustifica con tanto di occhi da cucciolo, il figlio.

“Lo sai, che sarei passato comunque da te. Non fare il furbo giovanotto!!” lo riprende il padre scompigliandogli i capelli biondi come i suoi.

“Pa’?!” fa’ un tantino perplesso.

“Che c’è?”

“Siamo osservati, lo sai questo?!” ammiccando verso Jared che li guarda letteralmente rapito da ciò che lega quelle due persone. Un amore incondizionato.

“Già! Hai ragione…...Damien, lui è Jared. Un mio nuovo amico.” dice mentre fa scendere Damien dal suo abbraccio.

Il piccolo si avvicina al nuovo ospite e si accorge che deve alzare di tanto la testa, perché questo Jared è alto. Ma davvero davvero alto.

“Jared, lui è Damien. Mio figlio!” continua orgoglioso Jensen.

I due, appena presentati, si stringono cavallerescamente la mano. Un “Ciao/ Piacere” di cortesia e di educazione viene fuori dalle labbra di entrambi e poi Damien sembra fissare con curiosità quel gigante dallo sguardo gentile.

Jared capisce che c’è una domanda sulla punta della lingua di quel nuovo piccolo amico. È un maestro elementare e conosce quell’espressione curiosa.

“Devi chiedermi qualcosa?!” incoraggiandolo così a farlo, tutto sotto lo sguardo attento di Jensen, che segue con curiosità quello che sta accadendo.

“Sei un amico amico di papà? O sei un amico-ragazzo di papà?!”

“Damien...” lo richiama il padre, sorpreso da quella domanda.

Ma Jared gli fa cenno che è tutto a posto e si abbassa, flettendo le gambe , così da arrivare all’altezza del bambino.

“Per adesso sono solo un amico amico di papà, ma se un giorno diventassi un amico ragazzo, ti darebbe fastidio?!” chiede sorridendogli dolcemente.

Jensen, accanto a loro, sta letteralmente trattenendo il fiato. Anche se non riesce a non sorridere.

“A me basta che il mio papà sorrida come sta sorridendo adesso.” risponde con un innocenza semplice ma devastante per entrambi gli adulti.

“E se io riuscissi anche a farlo ridere di cuore?!” si azzarda a chiedergli Jared, lanciando uno sguardo furtivo al biondo.

“Diventeresti il mio migliore amico!” lo spiazza.

Jensen a quel punto deve fermare la cosa , ma non perché non gli piaccia, ma perché ha paura che gli piaccia troppo.

Ed è troppo presto perché gli piaccia…..troppo.

 

“Ok!, campione. E’ davvero ora di andare a letto, ora!” e lo dice con un tono serio che il ragazzino conosce e che sa è inutile provare a smorzare.

Il piccolo stringe la mano al nuovo amico e corre via.

“E’ fantastico!” esclama Jared seguendolo con lo sguardo fino a quando , il bimbo non scompare dentro la sua stanza e si chiude la porta alle spalle.

Jensen gli sorride, lanciando uno sguardo veloce alla stanza del figlio. “So che è di parte se lo dico io, ma….lo so. E’ fantastico!” , poi ritorna a guardare il suo ospite. “Ok! Ti va quel caffè adesso?!” tornando in cucina.

“In verità, no!” ammette Jared, seguendolo e poggiando la sua mezza birra sul bancone.

“Ohw!! posso offrirti altro , se ti va?!” suggerisce, mentre apre il frigo. “Non so. Un’altra birra, una bibita, un...”

“A dire il vero è altro che mi va adesso!” e così dicendo poggia la sua mano su quella che Jensen tiene poggiata sul bordo dello sportellone aperto del frigo.

Il biondo a quel contatto si gira e si ritrova intrappolato, piacevolmente intrappolato, in una specie di abbraccio di Jared. Tra il ragazzo e il piano della cucina.

“Jared...” sospira, intuendo le intenzioni dell’altro.

“Dimmi che non devo farlo, Jensen.” gli dice avvicinandosi ancora.

“Jared...”

“Dimmi che non devo farlo, perché di là c’è Damien!” e si avvicina ancora, mentre una mano si afferra quasi disperata ad un lembo della camicia di Jensen.

“Jared…”

“Dimmi che è sbagliato. Che ci siamo appena conosciuti. Che...”

“Jared…. Smettila.” dice serio, Jensen.

“Io...” balbetta, stranito Jared.

“Sta’ zitto e baciami!!” esclama poi in una frase ansimata , Jensen, mettendo fine a quella lista assurda del più giovane.

 

Jared obbedisce, senza replicare altro.

Spinge il biondo contro i pensili della cucina, lo blocca definitivamente contro il proprio corpo. Ruba le sue labbra con le proprie, ruba il suo respiro e gli dona il proprio.

Le loro teste si muovono cautamente alla ricerca di un’angolazione sempre più giusta che gli permetta di gustare appieno di quello che quel bacio sta donando loro. Sta scatenando in loro.

Poi le mani di Jensen, che prima erano ancorate al bancone della cucina, azzardano e si spingono verso il basso, sui fianchi del giovane così da stringerselo più vicino possibile, mentre quelle di Jared si spostano dietro la schiena del biondo, così da poter stringere e toccare, e premere e sentire ogni vibrazione che quel corpo magnifico riesce ad emettere, mentre ancora si stanno baciando.

E si stanno ancora ansimando addosso, quando…

 

“Papà??!! papà vieni?!”

Tempismo sbagliato. Verbo decisamente…..

“Papà, quando Jared va via, mi aiuteresti con un problema di geometria?!”

 

I due, ancora stretti l’uno all’altro, si allontanano di un passo e si riassettano per poi scoppiare a ridere.

Jared si passa le mani tra i capelli per rimettersi in ordine il più possibile e ritorna verso il soggiorno , dove ha lasciato la sua giacca. Jensen lo segue e quando lo vede prenderla, rimane un tantino spiazzato.

“Non andare via. Non...non ce n’è bisogno. Vado di là un attimo e poi...”

Jared intuisce il timore di Jensen, anche perché mentre tornavano a casa, il biondo gli ha raccontato tutto e così decide di tranquillizzarlo.

“Non sparirò, lo giuro. Non ne ho la minima intenzione. Ma ora, Damien ha bisogno di te e noi...” gli dice, mentre gli si fa di nuovo vicino, gli accarezza il viso e gli lascia un bacio casto sulle labbra appena imbronciate. “...noi avremo molto altro tempo.”

 

“Papà!!!!” è il richiamo più urgente del ragazzino.

“Arrivo!” risponde il padre.

 

“Sul serio?!” chiede poi, al giovane che sta quasi per andare via.

“Mi piaci, mi piaci tanto e ...” indicando la stanza infondo al corridoio. “..e mi piace anche lui.”

 

“Papà!!”

 

“Anche adesso!!” continua Jared sorridendo, rassicurando il giovane padre.

“Non ho il tuo numero e tu non hai il...” e nel frattempo cerca freneticamente un pezzo di carta , mentre Jared cerca nella sua giacca il cellulare.

Sconfitti da una ricerca fallita, i due si guardano in cerca di una soluzione veloce.

“Chiamerò Misha!!” esclamano all’unisono.

 

La mattina dopo, Jensen si sveglia sorridendo. Ed è davvero da tanto che non gli succedeva. Non che avere Damien non gli arrecasse felicità, anzi. Ma quello che aveva avuto con Jared, anche se davvero poco, gli dava un altro tipo di felicità. Un altro di tipo di….elettricità.

Si alza, va in camera di suo figlio e lo sveglia per andare a scuola.


Poi raggiunge la cucina e prepara la colazione e mentre i pancake cuociono, manda un messaggio a Misha.

Misha, amico. Devi farmi un favore. Mandami il numero di Jared. Ti spiegherò poi. Ciao e ...grazie.

Pochi minuti dopo, Misha risponde.

Mi dispiace per te, amico, ma sei stato battuto sul tempo. Il tuo Jared ha fatto prima, solo che lui mi ha chiamato. Sì, hai capito bene. Chiamato e non messaggiato. Alle cavolo di 6 di mattina, di sabato. Capisci??? Ma che gli hai fatto a quel poverino??!! era isterico e quando dico isterico intendo al settimo cielo!! Cmq, questo è il numero: ******** , e che dire?? Amatevi e figli maschi. Anzi no. Femmine visto che il maschio già c’è. Io me ne torno a dormire.” e il tutto finiva con tanto di emoticon di un dito medio alzato

 

Jensen non può fare altro che sorridere entusiasta a quel messaggio. E’ talmente elettrizzato che non si arrabbia nemmeno con Damien perché sono in ritardo.

Verso le dieci e mezza, mentre Jensen sta riordinando la dispensa con le cose che ha comprato, qualcuno bussa alla porta di casa.

“Misha!!” immagina. Non lo ha ancora sentito e di certo l’amico sta morendo dalla voglia di sapere che cosa è successo la sera prima con Jared. Così sta già sorridendo soddisfatto quando apre la porta e il sorriso gli si gela sulle labbra.

“Tu?...tu cosa ci fai qui?!” chiede decisamente tra il sorpreso e il terrorizzato.

“Lo so… lo so. È sbagliato, è avventato ed è del tutto inappropriato. Avrei dovuto chiamare. Ho perfino chiamato Misha alle sei di stamattina per avere il tuo numero e...” comincia a raccontare, Jared, decisamente agitato.

“Lo so!”

“Lo sai?!” si sorprende.

“L’ho chiamato anche io per avere il tuo, ma, a quanto pare, tu sei stato più veloce!”

“In effetti, ho dormito poco.” ammette, senza dispiacersene.

“Ohw!” sussurra Jensen amareggiato.

“Pensare a te, mi attirava più che dormire!”

“Ohw!!” decisamente più entusiasta.

“Dovevo chiamare...dovevo prima chiederti se potevo passare o se magari potevamo rivederci, sai?...insomma...è ….è così che si fa, no? Ci si sente per telefono, si decide per un appuntamento...e poi...” sta ancora, decisamente elencando con fare ansioso, al punto che Jensen, un tantino preoccupato che il ragazzo vada in iperventilazione, lo prende per un braccio e lo tira in casa, chiudendo la porta.

“Jared ma cosa stai...”

“Il fatto è che non volevo aspettare fino a venerdì per vederti di nuovo. Io lavoro, tu anche e poi c’è anche Damien, e Damien mi ha detto quella cosa del “amico/ragazzo” e Damien è fantastico. Sì, è fantastico. Davvero fantastico. Ti ho detto che Damien è fantastico?!” chiede , forse stupidamente, al biondo.

“Sì, Jared. Tu me lo hai detto e io lo so, ma perché non ti dai una calmata adesso?, ti verrà un ictus, altrimenti.”

“No!!!” esclama, sfuggendo alla mano che Jensen sta per poggiargli sulla spalla e iniziando a girare per la stanza. “Non ce l’ho fatta a chiamarti. Ho pensato: perché chiamare e perdere tutto quel tempo tra appuntamenti e cose varie...vado lì e gli parlo e gli dico che mi piace e mi piace tanto.” sembra farneticare. E poi si rivolge di nuovo a Jensen, che sta adorando ogni minimo secondo di quello che sta accadendo. “Perchè tu mi piaci, Jensen. Mi piaci davvero. E ho paura , una paura folle!”

“Hai paura di me?!”

“Sììì.” ammette frustrato, dicendolo un’ottava sopra il suo tono di voce. “Perché se mi piaci già a questo punto e in questo modo, dopo una semplice serata e un solo bacio e che bacio!!!” enfatizza sorridendo soddisfatto. “Ho il terrore di sapere come mi ridurrò quando mi piacerai anche di più. E io non… non...” inizia a balbettare e poi, stranamente, Jared, si accorge che non balbetta più. Che non respira più in modo affannoso. Che l’aria non gli corre più furiosamente dentro e fuori dai polmoni. Che le mani – che prima gesticolavano nervosamente - si sono improvvisamente tranquillizzate.

Che il sapore che sente, l’odore che sente e che lo sta invadendo meravigliosamente non è suo.

No!, ma è quello di Jensen. Che lo sta baciando. E lo bacia ancora , quando riapre gli occhi per rendersi conto di quello che gli sta succedendo. E lo bacia e bacia ancora, quando quegli occhi gli richiude per rispondere con passione a quel bacio.

E poi Jensen lo spinge piano e Jared sente i cuscini del divano dietro le proprie gambe e decide di cedere a quell’invito morbido e un secondo dopo, si ritrova seduto con Jensen ancora al suo fianco, ancora sul suo viso. Sulle sue labbra. Con le mani intorno ai suoi fianchi.

“Ti faccio ancora paura!?” gli sussurra Jensen, quando gli permette di respirare di nuovo da solo.

“Mi terrorizzi.” risponde Jared, senza avere la forza di smettere di guardarlo. Occhi, bocca, collo, pelle, occhi, collo, bocca.

“Allora dovremmo smetterla e tu dovresti andare via!” suggerisce suadente, il biondo.

“Sì...sì..dovrei, ma….” e si sistema meglio contro il divano e contro il corpo di Jensen. “….dopo. Vado...vado via dopo!” riferisce, mentre si tira addosso l’altro, stringendoselo contro, così da poterlo baciare ancora e ancora.

 

Da quella mattina, passano un paio di settimane. Poi quattro e Jared diventa una presenza fissa nella vita dei due Ackles.

Una presenza che rimane comunque discreta, che non ruba gli spazi di Damien. Il tempo di Damien. E Jensen adora il modo in cui Jared sta entrando in punta di piedi nelle loro vite. Con una gentilezza e una semplicità che quasi lo destabilizza, a cui non è abituato. Ma che sì, adora!!

 

“Non devi aver paura di fermarti a casa , se ti trovi a passare da qui. Jared stiamo insieme da quasi un mese, tu...” prova a rassicurarlo Jensen.

“Lo so, lo so. Ma anche se so che a Damien farebbe piacere, io ho...insomma, io ho ancora paura di essere troppo...”

“..presente?!” finisce per lui, il biondo e Jared annuisce, sentendosi quasi in colpa. “Jared, Damien, non fa che parlarmi di te. Di quanto gli piaccia uscire con te, andare al parco o al luna park con te. Delle nostre serate in tua compagnia, quindi per favore, smettila di pensare di ...”

“Ok! Ok!!..la smetto. Lo giuro, la smetto!!”

 

Una sera, una di quelle sere in cui Jared si ferma solo a cena da loro…...Sì! Solo a cena.

Già!, perché , nonostante i due stiano insieme da oltre un mese, stiano bene e si godano quei loro momenti sia con Damien che da soli, Jared e Jensen non hanno ancora...beh!, come direbbero i più esperti nel settore, raggiunto la casa base.

Jared non ha mai dormito a casa di Jensen. O Jensen a casa di Jared. In poche parole non sono ancora mai stati insieme….insieme.

…….comunque!!
Ora sono sul divano di casa Ackles. Jared e Jensen vicini, Damien sulla sua poltrona, che divide la sua attenzione tra la partita alla tele e il nuovo gioco per la PSP che gli ha regalato Jared, per il 10 in geometria.

“A chi va il pop corn?!” chiede il biondo, approfittando della fine del terzo tempo.

“A me!!” è la risposta unisona degli altri due che, sorridendo, si battono il cinque.

“Questo significa che dovrò farlo io!” conviene Jensen che si alza e va verso la cucina.

E quando sono soli, Jared si accorge solo dopo qualche momento che Damien lo sta fissando.

“Che c’è, campione?!” chiede sorridendogli.

“Se ti faccio una domanda, sarai sincero con me, Jared?!”

“Damien, sai che sono sempre stato sincero con te. Che cosa succede?!” e adesso è anche un tantino preoccupato.

Damien abbassa lo sguardo verso il piccolo schermo che ha tra le mani e sospira appena.

“Sei diventato l’amico-ragazzo-presto fidanzato di papà?!” chiede tutto di un fiato, mentre Jared invece lo perde il fiato.

Il più grande, deglutisce.

Onesto, Jared! Sii onesto. Ti ha chiesto di essere onesto! , si ripete furiosamente Jared, mentre cerca nel panico della sua mente, una risposta adatta al ragazzino.

“Ti farebbe piacere se così fosse?!” si ritrova a chiedere in risposta.

“Lo sai come la penso. A me basta che lui sia felice.”

“Lo è.” afferma immediatamente e con decisione. “Lo siamo entrambi, Damien. E io mi impegno e mi impegnerò ogni giorno perché lui lo sia sempre!” promette sincero ed è a quel punto che Damien colpisce definitivamente.

“Lo ami?!” chiede con una semplice innocenza tale che Jared non può che essere sincero.

“Sì e tanto!” risponde senza nemmeno pensarci.

“Gli hai detto che lo ami?, perché se quello che mi hai detto è vero, dovresti dirgli che lo ami!”

Jared abbassa lo sguardo a quella sua colpa, perché, no, ancora non dice a Jensen che lo ama e lo ama tanto. Ma davvero tanto!!!

“No, Damien. Non gliel’ho ancora detto!”

“Perchè?”

E su questo, Jared, lancia uno sguardo veloce verso la cucina per assicurarsi che il compagno sia ancora lì dentro , intento a fare i pop corn e quando ne è sicuro, torna a guardare Damien che lo guarda come se stesse aspettando la fine di una storia poliziesca. Sta per conoscere l’assassino.

“Perchè sono uno stupido e sono terrorizzato!”

“Non capisco!” fa il ragazzino arricciando la fronte, perplesso.

“Ho paura di non amarlo mai abbastanza perché so che lui merita l’amore migliore. Ho paura di poterlo deludere in qualche modo, di deludere te in qualche modo. E questa paura mi terrorizza.”

“Hai ragione!” conviene Damien, dopo averlo ascoltato con attenzione.

“Cosa...”

“Sei uno stupido. Tu lo ami. E credi a me, lui ama te!” ammette. “Dirsi “ti amo” dovrebbe essere la parte facile e voi la state facendo troppo difficile!” dichiara dall’alto della sua fanciullesca saggezza, che spiazza definitivamente Jared.

 

“Damien, ha ragione. La stiamo facendo troppo difficile!” ma è Jensen che lo dice.

   
 
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