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Autore: Larceny    25/04/2018    1 recensioni
Fliegerabwehr: termine composto che indica tutte le forme di artiglieria specificatamente progettate per l'abbattimento di bersagli aerei.
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L'ombra del conflitto incombe nuovamente sul Commonwealth quando la Confraternita d'Acciaio dichiara guerra ai Minutemen. L'accusa è di aver tradito la razza umana, per aver nascosto e assecondato la Railroad nei suoi sforzi per la protezione dei synth sopravvissuti alla distruzione dell'Istituto.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mama Murphy morì quella notte.

Piper e Danse non partirono fino a due giorni dopo, recuperando le ore di sonno perdute nel vegliare la donna assieme a Garvey. La sua morte aveva colpito pesantemente l'insediamento, e in particolar modo i civili che vi avevano abitato prima dell'inizio della guerra. Piper sentì di sfuggita una discussione abbastanza violenta tra quelli che parevano Marcy Long e Preston, ma per una volta non si soffermò ad ascoltare.

Il giorno successivo alla morte della donna, parteciparono alle sue esequie. Fu una cerimonia contenuta, riservata. Piper riteneva fosse necessaria la loro presenza, visto che in fondo la donna era deceduta per dar loro una mano. Danse non sembrava per niente convinto della reale utilità delle ultime parole di Mama Murphy (e come dargli torto, considerato da dove veniva?), ma accettò per lo meno di partecipare senza troppe proteste.

Il corpo dell'anziana venne bruciato, e Garvey fece un breve ma sentito discorso sul ruolo che aveva avuto nel proteggere i superstiti di Quincy e permettere loro di trovare e stabilirsi in quel luogo; una volta terminato, aggiunse il suo nome ad un elenco inciso sulla parete più esterna di uno dei villini antichi.

Finita la cerimonia, Danse si attardò ad occhieggiare la lista, e chiese a Piper spiegazioni. -È un elenco di tutti i morti che sono stati bruciati qui da quando hanno fondato l'insediamento- spiegò la donna, avvicinandosi e accendendosi una sigaretta. Indicò all'uomo i primi nomi della lista. -Questi sono i morti che hanno tirato fuori dal Vault 111. Quella là in alto era... beh, sai. La moglie di Nate.-

-Il Vault è qui?- chiese Danse a quel punto, sorpreso.

-Non lo sapevate?- ribattè Piper, sorpresa a sua volta. Era certa che la Confraternita d'Acciaio avesse accesso a un'informazione del genere: era conoscenza più o meno comune che fosse a nord di Sanctuary. -È su quella collina, lassù- disse, indicandogliela. -Almeno, l'ingresso è là. Il Vault dovrebbe essere in teoria sotto ai nostri piedi. Ma tanto... si capisce, insomma, no? Non ci sono sopravvissuti. Blue mi ha detto che dopo che si sono sistemati qui, lui e i coloni hanno tirato fuori le altre persone dai box criogenici, e le hanno bruciate. Per dargli almeno un fine dignitosa, insomma.-

Danse parve considerare quei fatti per qualche momento, in silenzio. Poi accettò quella spiegazione senza aggiungere altro, e si allontanò, diretto verso il centro dell'insediamento.

Piper non poteva dire di comprenderlo, onestamente. Era cocciuto come un dannato mulo, e con un'apparente, totale mancanza di tatto. La discussione a tavola, della sera prima, ne era un esempio lampante. Chi con un po' di sale in zucca si metterebbe a mettere in discussione gli sforzi della fazione alla cui mensa sta mangiando?! Gli era andata bene che Preston fosse un tipo comprensivo. Se avesse fatto una scenata del genere davanti a Robert... whew.

In ogni caso, Piper e Danse terminarono i preparativi per il viaggio in quella giornata. Esaminando l'indizio dato loro da Mama Murphy, avevano concluso che l'unica direzione logica da prendere fosse quella dei Grandi Laghi. Le coste, specialmente a nord, erano tutte in mano nemica: era improbabile che Nick si trovasse lì. Albany era stata ridotta ad un cratere fumante dalla Grande Guerra, e assieme ad essa tutta l'area circostante ad ovest del Commonwealth, che marcava la strada più breve in quella direzione. Scelsero dunque di andare inizialmente verso nord, evitando le regioni più irradiate ed avvicinandosi al confine canadese, per poi riprendere il percorso verso ovest.

Era una strada più lunga, ma considerando la totale inavvicinabilità delle zone colpite ad occidente, era l'unica fattibile con le risorse che avevano a disposizione: non avevano armature atomiche, né tantomeno una scorta di batterie abbastanza grande da poterle farle funzionare così a lungo. L'unica soluzione era prendere quella strada, sfruttando i pochi insediamenti conosciuti che esistevano su quella direttiva, e sperare che il tempo fosse clemente. Ma visto quanto poco tempo mancasse all'inverno, Piper non ci sperava.

Fecero incetta di abiti pesanti, e i Minutemen cedettero loro due paia di stivali praticamente nuovi, adatti ai climi più rigidi del nord. Una grande quantità di cibi essiccati trovò spazio nei loro zaini, assieme al necessario per campeggiare e cucinare. Il Nord era ben diverso dal Commonwealth, e c'erano parecchi giorni di viaggio tra un insediamento e l'altro in cui era improbabile incrociare carovane o esseri senzienti per la strada, ragion per cui dovevano essere pronti a cavarsela da soli. Piper non era abituata a muoversi in quel modo: pur essendo nata ai confini della regione, lontana dai grossi insediamenti, il Nord era tutt'altra cosa. Avrebbe dovuto affidarsi all'esperienza di Danse più di quanto le facesse piacere ammettere.

E considerando che ancora non era sicura di quanto fidarsi di lui, era tutto un dire.

Danse era stato irreprensibile nel breve periodo in cui avevano viaggiato, anche se aveva mostrato appunto parecchia difficoltà ad integrarsi non appena erano arrivati in città. Tenendo conto del fatto che in viaggio aveva a malapena parlato, però, era un po' un'esagerazione dire che si fosse comportato bene. Piper temeva che, col tempo, l'insofferenza di Danse verso i Minutemen si sarebbe fatta più marcata, necessità di asilo o meno: e la donna non era sicura d'essere in grado di poterlo gestire. Poteva solo sperare che il suo "onore" tenesse il suo malcontento sotto controllo per il tempo necessario a completare la missione.

Eh. Quello, pure, era un bel problema.

Il mattino successivo alle preparazioni, i due lasciarono Sanctuary da un ponticello di legno che attraversava un lato particolarmente basso del fiume. Garvey e gli altri li salutarono sulla cima della collina, augurando loro buona fortuna e pregandoli di far avere notizie quando fosse stato loro possibile. Piper dubitava che l'avrebbero fatto. Il rischio che qualcuno ascoltasse la radio era troppo alto.

Si lasciarono quindi Sanctuary alle spalle e abbandonarono il Commonwealth, diretti al Nord.

Impiegarono cinque giorni per raggiungere l'antico confine tra il New Hampshire e il Vermont. Sulla mappa che si erano portati, era segnato come una lunga linea che seguiva il fiume Connecticut: un ponte, nella città di Hanover, connetteva le sue rive. Era anche l'unico di cui si avesse notizia a non essere crollato, dunque fu una scelta obbligata per la coppia.

La città, come tante altre, giaceva in rovina, anche se non ridotta male come Boston. Le bombe avevano colpito le adiacenti contee di Canan e Lebanon, ma non direttamente quell'area, che pur essendo stata investita da ingenti quantità di radiazioni e tempeste vantava ancora molti edifici in buono stato.

Nei pressi del ponte era costruito l'insediamento di Lewiston, costituito da una serie di baracche costruite sulla riva est del fiume, nei resti di antiche abitazioni distrutte, e un posto di guardia fortificato sul ponte stesso. Danse e Piper vi si fermarono per un paio di giorni, per ricostituire le proprie provviste e riposarsi un poco. Il clima si era fatto spiccatamente più rigido, e anche se ancora non s'era vista neve, l'aria era permeata da un freddo umido e crudele, che ti entrava nelle ossa e non le lasciava fino a che non riuscivi a trovare un fuoco a cui scaldarti -e anche lì, ci voleva parecchio tempo perché i brividi ti lasciassero finalmente in pace.

La gente di Lewiston era brusca e sospettosa, ma per lo meno poco incline a farsi i fatti altrui. Accolsero con malcelata diffidenza la loro necessità di mercanteggiare per le provviste, ma alla fine accettarono i loro tappi (anche se Piper ebbe la netta impressione che le merci fossero in sovrapprezzo esclusivamente per i forestieri) e diedero loro un posto per dormire in due brandine della foresteria (una baracca isolata rispetto alle altre, con abbastanza spazio per ospitare una piccola carovana di mercanti). Piper e Danse si prepararono meglio che poterono e si rimisero in cammino, diretti verso Montpelier a quel punto.

Era l'unico altro insediamento di cui si avessero notizie a sud, e si sapeva solo che fosse popolato e abbastanza frequentato dalle carovane del Nord per la sua posizione commercialmente favorevole: tutto il resto, della sua posizione, faceva schifo.

L'apocalisse nucleare aveva esasperato il clima nativo dell'area, dando origine ad inverni fottutamente lunghi e freddi, con scariche di neve radioattiva talmente alta che era possibile cadere per diversi metri in fosse e pozzi naturali senza che nessuno se ne accorgesse, morendo per la caduta se andava bene, e di asfissia, freddo o chissà che altro se andava male; e venendo ritrovati poi solo la primavera successiva, con le gambe rotte e la smorfia disperata di una lunga agonia fissata in volto.

Che poi, primavera era un parolone. Allagamento stagionale era il termine più preciso. La temperatura si alzava improvvisamente, sciogliendo la neve e trasformando distese e distese di bianco in acquitrini letali in cui la vegetazione marciva in fretta per la troppa umidità: malattie, insetti, e un odore di putredine nauseabondo erano la costante per i due, tre mesi al massimo che durava. Non c'era modo di piantare sementi che tenessero, e gli unici allevamenti possibili erano quelli di sottospecie di radstag addomesticate che sostituivano i bramini nelle carovane, più adatte alle strade invernali e in grado di fornire pelli, carne e latte. Quello, e il commercio, erano tutto ciò che teneva Montpelier in vita.

Sarebbero arrivati là nel pieno del suo inverno, per lo meno, evitando la stagione peggiore. Ammesso che non si fossero ammazzati in un buco prima, come li avevano avvertiti i coloni di Lewinston, ridendo sguaiatamente alle loro facce preoccupate. Ma, neve a parte, non avrebbero dovuto avere a che fare con l'acquitrino, e quella apparentemente era una buona cosa.

Due notti dopo aver attraversato il ponte, Piper e Danse trovarono rifugio in quello che pareva un piccolo insediamento dell'Anteguerra, costruito attorno ad un ampio edificio con un'unica torre a punta nel mezzo. Un cartello, arrugginito dal tempo, recitava: "LUOGO DI NASCITA DI JOSEPH SMITH - MOSTRE STORICHE - INGRESSO LIBERO". Sotto, qualcuno vi aveva scritto, in tempi evidentemente più recenti: "in memoria di river - stazione commerciale", incidendolo nel cartello. Piper non aveva idea di chi diavolo dovessero essere quegli individui, e anche Danse pareva incerto a giudicare dall'espressione persa che le lanciò quando ebbe finito di leggere ad alta voce il cartello.

Tuttavia, chiunque fosse quel tizio, l'area costruita in suo apparente onore era messa abbastanza bene per poterci passare la notte. I due si accamparono in una casetta bassa dal tetto ancora relativamente integro, barricando la porta con un pesante mobile coperto di polvere. La seconda dicitura, però, ora aveva senso: quella casa era in così ottime condizioni perché era evidentemente sfruttata dai carovanieri come accampamento nei loro viaggi. I resti del loro passaggio erano innumerevoli, e alcuni anche abbastanza recenti.

La cosa positiva di essere in un luogo così remoto ed ostile era che fosse molto difficile trovare Predoni, visto quanto poco ci fosse da razziare. Doveva essere quella la ragione per cui una stazione del genere esisteva senza problemi da così tanto tempo, senza il timore che venisse occupata. Ciò non impedì comunque ai due di decidere di dormire a turni alterni, dopo aver cenato.

Piper stava pulendo il pentolino dai resti dell'avena che avevano consumato quando, a sorpresa, Danse la interpellò. Come nel Commonwealth, aveva parlato veramente poco durante il viaggio, e solo se strettamente necessario. Piper iniziava a sospettare che fosse più una deformazione professionale, piuttosto che reale fastidio nei suoi confronti.

-Miss Wright, posso chiederle una cosa?- chiese l'uomo, sedendosi al suo fianco sugli sgabelli che avevano avvicinato al focolare.

Piper roteò gli occhi. -Solo Piper, Danse, te l'ho già detto- lo rimbeccò. -Comunque, sì, immagino. Spara.-

Danse non diede segno d'aver sentito il rimprovero. -Miss Wright, non ho potuto fare a meno di notare, in questi giorni... lei non ha mai avuto modo di viaggiare a lungo, non è vero?- chiese.

Piper sospirò. Mancanza di tatto, già. Ma non aveva tutti i torti. -È vero, hai ragione. Non mi sono mai allontanata dal Commonwealth... prima d'ora, s'intende. Già allontanarsi da Boston era un lavoraccio... ma per trovare una storia per il Publick, quello ed altro, immagino- rispose.

Danse parve pensare un momento, prima di parlare. Hm, un passo avanti. -Se è così, allora, perché si è offerta di accompagnarmi? Non ha la stamina necessaria ad un viaggio del genere, ed è il sindaco di Diamond City. Perché buttare tutto all'aria per seguire me, anche se la missione è così importante? Avrebbero potuto affiancarmi a chiunque altro, qualcuno di più preparato- disse poi, con una nota di frustrazione nella voce.

Piper alzò un dito, per fermarlo. -Prima di tutto, non sono il sindaco di Diamond City. Non ci sono state elezioni da dopo McDonough.- Danse aprì la bocca per ribattere, ma Piper lo fulminò con lo sguardo, prima di proseguire. -Lo so cosa stai per dire, ma tienitelo per te. La gente della città si è autogestita per tutti questi anni, io ho avuto un ruolo veramente marginale. Che, pensi che tutti gli abitanti della città si siano fatti guerriglieri?- aggiunse, con tono un po' derisorio.

Danse non rispose, rimanendo in attesa che Piper elaborasse, così la donna sospirò, effettivamente messa all'angolo. Tornò a guardare il fuoco, e continuò. -Diamond City non si è mai alleata ufficialmente ai Minutemen, in senso stretto. Sicuro, li riforniamo e offriamo rifugio ai miliziani, ma nessuno dei nostri si è unito alle loro forze, sotto la loro bandiera. Diamond City ha sempre dato il suo meglio vivendo in una specie di zona d'ombra, tra questa e quell'altra forza, e continua a starci bene così.

E poi, appunto, non tutti volevano imbracciare un fucile e andare a combattere per la libertà. Vadim e Yefim, o Myrna, o la gente delle Platee superiori... ma te li immagini sul fronte, moschetto in mano, a battagliare le lattine? Oltre al fatto che non sarebbero durati un minuto, è che... in generale, non sono adatti a una cosa del genere. La città doveva rimanere un luogo neutrale, dove offrire rifugio a chi non voleva o non poteva combattere nella guerra. Dopo l'abbandono delle città centrali era il minimo che potessimo fare.-

-La Confraternita non avrebbe fatto del male a civili non allineati- iniziò Danse, corrucciato.

-Ma è proprio questo il punto, Danse! Tutti i civli erano allineati. Ogni insediamento che Nate... che i Minutemen possedevano, esisteva solo grazie al loro intervento. Non l'avrebbero tradito per salvarsi dalla Confraternita. Tant'è che, piuttosto, hanno preferito bruciare tutto e fuggire- ribattè Piper. -Non c'era un sindaco a Diamond City perché ormai la Diamond City che conoscevamo era finita. C'era un Concilio, formato dai rappresentanti dei rifugiati, dei Minutemen e della Città, e nessuno aveva il controllo totale. Per questo non sentono troppo la mia mancanza, capisci? Ero solo un rappresentante.-

Danse tornò di nuovo a riflettere. Il focolare illuminava poco l'unica stanza di quella casa, mettendo in luce solo le loro figure, direttamente adiacenti, e quelle dei sacchi a pelo poco lontani. Avevano acceso qualche candela, per scacciare il buio dagli angoli, ma a parte quello la casa era avvolta in penombra e l'illuminazione del fuoco creava ombre spigolose sul suo volto, dove non era coperto dalla barba. Era chiaro dalla sua espressione che non considerasse quella questione risolta. -E i guerriglieri, allora? Il Ghoul... Hancock, era sembrato molto ostinato nel cercare di trattenerla.-

Piper gli concesse un po' di ragione a quel punto, e gli fece un cenno. -Beh, se c'è una cosa che fare la giornalista mi ha insegnato in questi anni, è come muovermi a Boston. Quali sono i posti migliori dove nascondersi per ascoltare... o tendere un agguato, anche. Le scorciatoie, o le vie traverse per aggirare quelle più frequentate senza incappare in compagnia indesiderabile.

Vedi, tra tanti civili che non volevano combattere, a Diamond City c'era tanta gente che però invece una certa voglia di rivalersi contro la Confraternita, ce l'aveva eccome. Tu mi dirai, "Oh, ma perché allora non si sono uniti ai miliziani"-, disse, abbassando il tono in un'imitazione della voce di Danse che gli fece alzare un sopracciglio, -E io ti rispondo, "Beh, perché se fai il miliziano poi lo sei per tutta la vita." È un impegno grosso. Hai un comandante, o un generale, e devi andare al fronte o ovunque ti stazionino, e i rischi, oh, non ne parliamo proprio... non a tutti attirava una prospettiva del genere. A me, non di certo. Diamond City ha sempre avuto quest'anima un po', come dire... un po' ribelle, un po' libera. Allora ci siamo riuniti un giorno, io e qualche altra... come direste voi, testa calda, no? E ci siamo detti, "wow, i Minutemen sono un sacco in difficoltà nei quartieri centrali. C'è troppo poco spazio per loro e i vertibird possono scaricare loro gente addosso un po' ovunque. Non ci va tanto bene. Cosa possiamo fare per aiutarli?"- Piper a quel punto lanciò un'occhiata eloquente a Danse, attendendo che completasse il pensiero.

Danse ricambiò con uno sguardo un po' vacuo.

-Ugh. Prendere le armi e andare a dargli una mano, no?- rispose la donna a quel punto, spazientita. -Ci siamo preparati, e nascosti in un'area difficile da mirare dal basso, e quando il primo reggimento della Confraternita è passato, boom. A pensarci bene è stato un po' uno spreco di granate, potevamo fare altro, ma è stato dieci anni fa e non avevamo ancora tutta quella esperienza.- Piper ridacchiò al ricordo. -Hancock non ci mise molto a fare due più due, ci mettemmo in contatto, e da allora i guerriglieri sono sempre misteriosamente apparsi nelle aree in cui i miliziani ne avevano più bisogno. Alla fine s'è unita anche parecchia gente. Guardie carovaniere senza più lavoro, bambini cresciuti con la guerra che volevano fare qualcosa, civili stufi di nascondersi, volontari che ci avevano scambiato per i miliziani... ce n'è di ricambio.

Ed è vero, in quel caso io avevo un ruolo un po' più importante. Ero il principale contatto che avessimo con Hancock, e a parte pochi altri non c'era nessuno che conoscesse bene la città quanto me. Però, siamo arrivati al punto in cui devo fidarmi e lasciare il comando a loro.-

-Cosa intende?- chiese Danse, serio.

Piper fece spallucce con fare impotente. -Voglio dire, lo avrete notato anche voi alla Confraternita, no?- Fece una pausa, poi guardò Danse negli occhi. -Perché avete attaccato Far Harbor?-

L'uomo rispose immediatamente, incrociando le braccia. -Risorse. Escludendo le roccaforti, il Commonwealth è privo dei normali insediamenti da cui di solito la Confraternita preleva le normali quote di sostentamento in cambio della protezione offerta. Gli insediamenti di Washington non erano in grado di sostenere la domanda.-

Piper conosceva già la risposta a quella domanda -era la prima ipotesi che MacCready aveva esposto dopo aver sentito della caduta dell'isola: tra loro tre, era lui quello che conosceva meglio la situazione politica a sud.

-Vedi, noi abbiamo lo stesso problema. Certo, abbiamo delle produzioni, non avremmo potuto sopravvivere dieci anni senza. Ma la guerra ci sta logorando tutti, Danse. Se non vogliamo crollare, è il momento di sferrare un colpo decisivo, prima che possa farlo la Confraternita. Ma non abbiamo i mezzi per farlo...-

Danse pareva perplesso, ma anche un po' frustrato a quel punto. -MacCready aveva detto una cosa del genere. Che la vostra unica speranza era Valentine. Cosa diavolo c'entra in tutto questo? Perché mandare me a cercarlo se è così importante? Non è una mossa strategicamente saggia, inviare un disertore per un'operazione talmente delicata, no?- domandò l'uomo.

Piper ridacchiò. -Ecco, è quello che abbiamo pensato tutti quella mattina quando lo abbiamo sentito. Io ho pensato, "oh, Robert è definitivamente uscito di testa". Ero arrabbiatissima... vedi, era appena tornato da una battaglia, il giorno prima- spiegò la donna. Per un attimo, il suo sguardo si fece lontano: ricordava quando, prima del sorgere del sole, il reggimento era rientrato nella fortezza, decimato a un pugno di uomini (di cui alcuni grondanti sangue). MacCready stesso zoppicava visibilmente, e anche se qualche stimpak lo aveva rimesso in sesto in poco tempo, a Piper non era sfuggita l'espressione abbattuta dell'uomo. Prima aveva perso Far Harbor, e ora almeno una ventina di uomini e una postazione lungo il fronte. Non c'era dubbio sul fatto che avesse dovuto sentirsi terribilmente impotente. Era stata la stessa sensazione che aveva avuto lei.

-La guerra ha colpito Robert più duramente di molti- disse alla fine la donna. -Nonostante tutto, è sempre il primo a tornare sul fronte, a tenere ogni centimetro di terra con le unghie e con i denti, ma dieci anni così... lasciano il segno su chiunque. E poi, devi sapere...- Piper non era sicura di come Danse avrebbe preso quella cosa. Erano arrivati così lontano, ma finora, la donna non s'era sentita di dirgli la verità. C'era la netta possibilità che, scoperto quell'altarino, l'uomo si infuriasse tanto da abbandonarla là. Non avrebbe avuto tutti i torti. Danse percepì la sua esitazione, ma non parlò, limitandosi ad attendere che continuasse senza darle spiragli per cambiare argomento.

-Vedi... non siamo i primi, che sono andati a cercare Nicky- confessò alla fine la donna, con tono incerto. -Negli anni, abbiamo mandato decine di gruppi, in ogni angolo che potesse essere anche solo plausibile, ma nessuno ha mai avuto successo... e ancora meno sono tornati indietro. Mama Murphy si è sempre rifiutata di aiutarci. Capisci perché era così importante, che lei abbia scelto di farlo, quando eravamo a Sanctuary?- insistette Piper, vedendo l'incredulità crescere sul volto di Danse. -Non aveva mai risposto a nessuno, nemmeno a Preston, quando le avevano chiesto una mano. E dopo dieci anni, sceglie noi. Aiuta noi, e muore per dirci questa cosa. Danse, Robert ti ha mandato in questa missione convinto che fosse una missione suicida- continuò Piper. -Voleva solo liberarsi di te. La Confraternita gli ha strappato la vita e suo marito, e non glien'è mai fregato niente che tu avessi chiesto asilo, o che fossi un synth, voleva solo ucciderti o toglierti di torno per non doverti neanche guardare. Non glielo potevo lasciare fare. È ingiusto, e dannatamente stupido! È convinto che non saresti mai riuscito a trovare Nick, non pensava nemmeno che avresti accettato. E che se anche l'avresti fatto, beh, "chi se ne frega, un problema in meno"-, disse, abbassando la voce e cercando nuovamente di imitare una voce maschile.

Piper sospirò e si prese il viso tra le mani, cercando di calmarsi. La rabbia era nuovamente montata quando aveva ripensato a quella conversazione, e alla noncuranza con cui Mac aveva tentato di mandare a morire Danse. Per una cosa per loro così vitale, poi...!

-Il punto... il punto è, che Nick può essere trovato. Deve essere trovato. Mama Murphy ha perfino scelto di aiutarci -deve pur valere qualcosa, no?- insistette la donna, esasperata, scoprendosi il volto.

Rimase in attesa a quel punto, guardando Danse e cercando di capire cosa pensasse. L'uomo era inespressivo per ora: passata l'incredulità di poco prima, ora pareva solo immerso nei suoi pensieri, cercando probabilmente di metabolizzare la grande quantità di informazioni che, presa dall'impazienza, Piper gli aveva riversato addosso. Dopo un po' parlò, in maniera lenta, come se stesse deliberatamente scegliendo ogni parola. -Ciò non risponde alla mia domanda. Se tutto ciò è vero, allora a maggior ragione, perché lei mi ha seguito? Le probabilità di trovare qualcosa a questo punto sono estremamente scarse.-

Piper sbuffò, irritata dalla legnosità della zucca di quell'uomo. -Fa' uno sforzo, Danse. Questo? La nostra missione, la situazione nel Commonwealth? È disperata- disse, facendo un ampio gesto le mani. -MacCready è stato uno stronzo, a fare una cosa così meschina, e non potevo fargliela passare liscia, però... lui non crede più che Nick possa essere trovato. Ma noi dobbiamo farlo, capisci? Io devo farlo. Io devo continuare a sperare. Perché, se non lo troviamo... morire qua fuori, o morire sotto i colpi della Confraternita, a quel punto sarebbero la stessa cosa.-

Di nuovo, Danse tacque. Piper aveva esaurito l'eloquenza per quella serata, però, e si alzò prima che avesse il tempo di rispondere, lasciando il pentolino lucido sul proprio sgabello. Lasciò all'uomo il primo turno di guardia e si addormentò nel suo sacco a pelo, a fatica, tormentata dai ricordi della conversazione nello scantinato e immagini di sua sorella, e di Diamond City, massacrati dalla Confraternita.

Quando uscirono dalla casa, il mattino successivo, vennero accolti da un paesaggio ammantato da una pesante coltre di pallida neve radioattiva.

 
 
   
 
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