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Autore: cristal_93    28/04/2018    2 recensioni
[Alcuni di questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di di Cassandra Clare. La storia è ambientata tra il terzo e il quarto libro di The Mortal Instruments. *Spoiler * da Cronache di Magnus Bane e Le Origini. La protagonista e, più avanti, anche altri personaggi, appartengono a me in qualità di Original Characters; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro]
A Brooklyn, dimora di una delle più grandi concentrazioni di Nascosti del mondo, presto farà la sua comparsa una ragazza proveniente dal lontano Oriente. Il suo nome è Yumi, ed è una strega, figlia di un demone e di un umana, ma è diversa da tutti i suoi simili, e nasconde un grande segreto. Ha viaggiato in lungo e in largo per molto tempo prima di raggiungere la Grande Mela, dove vive l'unica persona in grado di aiutarla. Ma la meta, pur essendo così vicina, in realtà è ancora molto lontana. E Yumi si ritroverà a combattere una dura battaglia, sia contro sè stessa, in cui dovrà scegliere se rivelare il proprio segreto o andare contro i propri principi morali e contro il proprio passato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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*Note autrice

Prima di iniziare vorrei ringraziare di cuore chi continua a seguirmi e condivide con me cosa pensa di questa storia  e vorrei chiedere ancora scusa a NavierStokes perché, riguardo quel capitolo famoso di cui avevamo parlato… mi dispiace, ti avevo prospettato solo 3 capitoli dopo il 15, ma ora temo di non poter mantenere la parola e che ci vorrà ancora un bel po' prima di riuscire ad arrivarci XD.


 
« Sei davvero tu? ».

Yumi alzò lo sguardo e vide una giovane donna dai capelli bruni avvicinarsi eccitata al suo tavolo. La strega aggrottò le sopracciglia scavando velocemente nella propria memoria prima di rischiare brutte figure con quella sconosciuta che sembrava sapere benissimo chi fosse lei. Non era insolito a dire il vero, aveva avuto a che fare con molta gente nel corso della sua vita sia direttamente che indirettamente, c’era sempre qualcuno che si accorgeva di lei ma che magari non notava o che faceva parte di una massa indistinta che si trovava ad aiutare senza prestare attenzione ai singoli volti. Dal modo in cui quella donna le si stava rivolgendo era ipotizzabile che non fosse stata una semplice comparsa che aveva assistito dalla tribuna, però non riusciva a inquadrarla con chiarezza. Percorse il suo corpo con lo sguardo: avrà avuto almeno ventitré anni, i suoi occhi erano color castagna e odorava di narcisi. Fu quell’odore ad accendere qualcosa nella sua mente e in breve ricordò: quegli stessi capelli a caschetto pieni di foglie e rametti che incorniciavano un visino più minuto, una bambina con un vestitino rosa che si rotolava in mezzo all’erba appena tagliata …

« Ne è passato di tempo, Lilli » .

La ragazza si fermò e smise di sorridere.

« Non chiamarmi in quel modo! » 

« Perché no? Pensavo ti piacesse ».

« Per voi mummie sarà anche un concetto inesistente, ma noi comuni mortali purtroppo cresciamo e invecchiamo e non manteniamo la stessa età mentale di quando avevamo tre anni! » esclamò indispettita.

« Puoi crescere quanto ti pare, ma le nostre differenze di età resteranno abissali. Comunque, se proprio insisti… ciao anche a te, Layla » sospirò pesantemente Yumi.

La sorella minore di Ray era cambiata tantissimo rispetto a quando l’aveva conosciuta: allora era solo una bambina, in lacrime perche avrebbe voluto che Yumi e Ryuu scappassero insieme a lei e alla sua famiglia. La strega non aveva più avuto loro notizie, anche se aveva sperato con tutto il cuore che fossero riusciti a mettersi in salvo. Ritrovare Ray così cresciuto era stata una sorpresa, ma mai quanto Layla la stesse sorprendendo in quel momento: si ricordava una vivace bambina coi piedini scalzi sporchi e il vestitino stropicciato e macchiato e ora aveva davanti una giovane donna in tailleur e tacchi a spillo, truccata e coi capelli raccolti in un elegante chignon, anche se era evidente che era passato molto tempo da quando se li era sistemati visto che il mascara si era un po' sciolto e qualche ciocca ribelle era sfuggita dalla presa dell’elastico, ma nel complesso risultava comunque elegante e composta, lungi anni luce rispetto alla bambina scarmigliata che era stata e che lei aveva soprannominato “Lilli “ per la somiglianza con quella cagnolina che la sua pelle dorata e suoi capelli bruni l’avevano indotta a pensare.

« E’ passato tanto tempo » disse Layla tendendole la mano. « Come stai? Ti trovo in forma ».

Yumi avrebbe voluto ridere di fronte a quell’affermazione perché non era esattamente la definizione più appropriata per il suo attuale stato d’animo.

« Anche tu, direi. Come va? »

« Bene, grazie, è un periodo un po' pesante ma in confronto ai problemi che affliggono il Mondo Invisibile direi che il mio lavoro è una passeggiata sul lungomare. Anche se alle volte faccio fatica a delimitare il confine tra un mondo e l’altro ».

« Il brutto di avere una doppia vita: non puoi vivere  una senza che l’altra la influenzi ».

« E tu lo sai meglio di chiunque altro, vero? »

« Penso di essere il Presidente onorario » disse Yumi mentre Layla sorrideva.

La guardò e sospirò: Layla era una mortale, sarebbe morta di vecchiaia se era fortunata e non fosse rimasta uccisa prima, cosa che, guardando al mondo di cui faceva parte, era molto più probabile. Yumi ovviamente le augurava di arrivare alla senilità, magari circondata da tanti nipotini, ma già solo vederla così, donna adulta elegante e composta, quando l’ultima volta che l’aveva vista le arrivava a malapena al ginocchio… la faceva sentire decrepita. Il tempo per gli immortali era qualcosa di indefinito che procedeva lento e inesorabile, ma era quando si ritrovavano ad avere a che fare coi mortali che ne avvertivano davvero il peso. Layla aveva una vita breve, sarebbe deperita e un giorno sarebbe diventata cenere sotto terra; Yumi non lo sarebbe mai diventata. Sarebbe rimasta immutata giorno dopo giorno per sempre, mentre invece intorno a lei tutto sarebbe mutato, niente sarebbe rimasto fermo e stagnante.

Panta rhei, come disse il filosofo Eraclito, tutto scorre. I mortali come Layla erano un fiume in continuo movimento mentre gli immortali come Yumi erano le rocce che rimanevano ferme mentre la corrente continuava a fluire intorno a loro pur erodendone la superficie un millimetro alla volta. Se non fosse giunto un fulmine a spaccarle, sarebbero rimaste lì a erodersi lentamente. Anche per questo Yumi era contraria all’idea di piantare radici, temeva che, se l’avesse fatto, non sarebbe più riuscita a liberarsi. Spostarsi continuamente non fermandosi troppo a lungo nello stesso luogo, poi ,era la maniera migliore che conoscesse per non correre il rischio di mummificarsi. Sentiva però che non era da quello che stava scappando davvero… anche se non aveva ancora capito da cosa o da chi stesse fuggendo.

« Dov’è Ryuu? » disse Layla guardandosi intorno.

Yumi ignorò l’ennesima fitta al cuore.

« Ha preferito cercare un po' di pace e silenzio quindi si è tolto di torno ».

Layla la guardò interrogativa ma alzò le spalle, anche se si vedeva la delusione sul suo volto. Yumi ricordava bene la cotta infantile che aveva avuto per Ryuu e quando aveva dichiarato che da grande lo avrebbe sposato e sarebbero scappati nei boschi dove avrebbero vissuto allo stato brado . Si chiese se la scuffia verso di lui le fosse passata, anche se, a giudicare dalla sua espressione, era propensa per il “no”. Cambiò argomento prima che Layla potesse accorgersi di qualcosa:

« Tuo fratello mi aveva detto che eravate entrambi a New York, ma non ti avevo ancora vista in giro ».

« Anche io avevo sentito che eri da queste parti… anche se non da Raymond… ».

Il suo tono divenne piuttosto amaro , come se non stesse parlando del proprio fratello ma di un perfetto sconosciuto. E questo, oltre all’averla sentita pronunciare il nome completo del giovane, cosa che da bambina non aveva mai fatto,  faceva presagire a Yumi che i rapporti tra Ray e la sua famiglia fossero più tesi di quanto temesse.

« Perché lo dici con quel tono? » non riuscì a trattenersi dal chiedere, e la faccia furiosa di Layla le confermò di aver toccato un nervo scoperto:

« Quel…buono a nulla... con tutto quello che abbiamo passato ha deciso di fare dello servire bevande e stare in mezzo a ubriaconi e pervertiti la sua ragione di esistere! ».

« Tu invece hai capito subito di essere “predestinata” ad altro? » disse sarcastica.

Se Layla lesse tra le righe o meno l’intenzione che aveva Yumi di provocarla  non lo disse ma rispose comunque con veemenza e malcelato orgoglio:

«  Io non ho buttato la mia vita in questo modo, io ho sempre saputo che avrei voluto fare qualcosa di veramente utile per migliorare le cose e così è stato, non mi sono buttata via come quel fannullone ».

A Yumi parve di vedere una parvenza del lupo che era in lei, ma durò poco e pensò di esserselo immaginato. Avrebbe voluto dire che Ray non stava dietro quel bancone per divertirsi a seminare sbornia ma per tenere gli occhi e le orecchie bene aperte per captare qualunque cosa accadesse di nuovo nel Mondo Invisibile, e quale postazione migliore di un luogo dove passava ogni sera la più disparata fauna locale ? Decise però che era meglio non peggiorare la situazione con quello che era decisamente un argomento tabù e non aumentare inutilmente la rabbia di Layla anche se aveva Ray nel cuore e non la sorprendeva minimamente che non andasse d’accordo con la sorella, lei che a quanto pare pensava che solo essere ai vertici e dimostrare di essere qualcuno era l’unico modo per fare qualcosa di utile. Era tentata di spiegarle che sembrare qualcuno ed esserlo erano due casi completamente diversi, ma non voleva fomentare il narcisismo di Layla ( ora si spiegava come mai profumasse in quel modo) , anche perché sentiva di avere voglia meno di zero di indossare di nuovo i panni dello psicologo.

«  Di cosa ti occupi esattamente? » chiese più per educazione che altro, ringhiando tra le labbra perché voleva terminare q uella conversazione, non protrarla per stare a sentire le chiacchiere a vuoto di una ragazzina.Dall’abbigliamento comunque era facile intuire che svolgesse una professione da donna in carriera come manager, direttrice o…

« Sono un avvocato ».

Appunto.

« In che campo? »

« Diritti civili » .

Yumi non ne fu per niente sorpresa.

« Ti faccio le mie congratulazioni  ».

« Grazie. A te invece come va? Cosa fa nel suo tempo libero la Nascosta più indisponente della storia del Mondo Invisibile? »

« Parlerò solo in presenza del mio avvocato…  »

« Infatti io sono qui, no? »

« Ma non ti ho assunta, quindi no ».

« Fai anche tu la preziosa e tieni i tuoi segreti per te coinvolgendo gli altri solo quando ti fa comodo? »

« Layla, non mi conosci , non parlare come se sapessi tutto di me ».

La mannara abbassò lo sguardo.

« Sembra proprio che io sia condannata a stare al servizio gli altri senza nemmeno poter dire la mia … e senza poter far nulla per convincerli a darmi retta » mormorò scocciata.

« Hai scelto tu di essere un avvocato, non hai detto che è così che hai deciso di vivere? »

« Non mi riferivo al mio lavoro » ribatté l’altra con voce dura.

Stavolta Yumi vide emergere chiaramente il del lupo che era in lei e lo vide anche ringhiare alla minaccia. Anche il demone in Yumi ringhiò e premette contro la pelle della ragazza , ma per l’ennesima volta Yumi lo ricacciò giù a malincuore: era stufa di pressarlo così, dopo ogni volta si sentiva sempre più stretta, se non gli dava sfogo al più presto entro la fine della serata sarebbe soffocata. Non poteva permetterlo però, non c’era nessuna ragione valida per farlo, nessun vero pericolo che necessitasse la sua presenza e nessuna voglia di generare ulteriori disastri, per quella giornata ne aveva già causati abbastanza anche se di alcuni ancora ignorava la portata. Layla dovette avvertire la resa della Tigre perché l’anima del lupo smise di brillare nei suoi occhi. Rimase qualche istante in silenzio, poi riprese a parlare:

« Mi riferivo… alla mia vita personale…alla mia famiglia ». Yumi si rilassò completamente ma non così Layla, che continuò a parlare senza incrociare il suo sguardo:

« I nostri genitori se ne sono andati qualche tempo fa… e da allora i rapporti tra me e Raymond si sono fatti sempre più radi fino a che siamo arrivati a non rivolgerci più la parola. Ormai penso che lo farebbe solo se avesse bisogno di qualcosa… come se bastasse ricordarmi che è mio fratello per fermare la mia vita e correre a risolvere la sua… ».

Yumi non seppe trattenersi dal chiedere:

« Quando dici che se ne sono andati intendi … »

« Non sono morti » tagliò corto Layla, ma Yumi non ebbe il tempo di tirare un sospiro di sollievo che la giovane continuò dicendo:
« Anche se è come se lo fossero ».

« Non si saranno mica schierati dalla…? »

« Sarebbe stato meglio » esclamò rabbiosa Layla.

Yumi arretrò inorridita ma non perché vide di nuovo il lupo fare capolino.

« Sono scappati con la coda tra le gambe appena gli attacchi sono ricominciati ».

Sì, questo era decisamente peggio, davvero i loro genitori li avevano lasciati a New York senza pensarci?

« E’ stata una cosa immediata o una decisione presa in seguito? »  chiese ancora maledicendo subito dopo la propria linguaccia, ma perché non riusciva a stare zitta?

« Hanno fatto armi e bagagli appena Gabriel è stato ucciso… appena Greymark ha preso il suo posto » rispose monocorde Layla.

Yumi soffiò tra i denti quando sentì il nome dell’ex-Shadowhunter, ma anche se dal suo tono di voce la donna non sembrava toccata minimamente dalla cosa, i suoi occhi raccontavano tutt’altra storia.  Quello sarebbe stato un buon momento per impedirle di continuare a parlare e interrompere la conversazione, ma dal modo in cui Layla si mordeva le labbra e occhieggiava il tavolo di Yumi sembrava non avere affatto intenzione  di andarsene ma invece di continuare a parlare ancora. Yumi capì di non avere scelta, ma se proprio dovevano imboccare  quella strada irta e tortuosa allora era meglio mettersi comodi.

« Vuoi sederti? » disse accennando al proprio tavolo.

Layla non fece nessuno sforzo per nascondere il suo evidente sollievo e si accomodò dando un’occhiata alla zuppa ormai fredda di Catarina e alla sua borsa ma senza fare domande.

« Ti posso offrire qualcosa? » disse Yumi sedendole accanto.

« Sono a posto, grazie ».

Yumi non insistette e giunse le mani poggiandoci sopra il mento, guardando però anche lei le cose di Catarina  e domandandosi dove accidenti fosse finita, era andata a incipriarsi il naso e aveva finito per estendere il trucco a tutto il corpo per risparmiare sul glamour?!

« Allora… che impatto ha avuto Greymark sul branco? ».

  A dir la verità era una domanda piuttosto stupida da fare, come se avesse pensato che fosse stato accolto a braccia aperte con coriandoli e spumante, però non aveva saputo come altro iniziare il discorso.

« Dal primo momento che quel bastardo si è presentato alla nostra porta, ancora sporco del sangue di Gabriel, abbiamo capito tutti subito che erano in arrivo guai… o meglio, che stavano tornando » cominciò Layla.

Yumi annuì senza dire niente: l’ascesa di Lucian a capobranco di New York era stato uno dei primi segnali dell’ondata catastrofica che avrebbe avvolto il Mondo Invisibile di lì a poco, confermando quello che aveva temuto per anni, ovvero che quella della morte di Valentine fosse stata solo uno stratagemma e che in realtà lui era rimasto nelle retrovie a progettare le prossime mosse del suo folle piano di sterminare i Nascosti organizzando meticolosamente la scacchiera e le pedine. Il secondo segnale, a dire il vero, visto che il primo era stata la scomparsa di Jocelyn e della Coppa Mortale, pur essendo avvenuti a distanza di anni l’uno dall’altro, ma non cambiava che l’avesse messa in guardia e portata ad avvertire tutti quelli che conosceva, anche se non per tutti era stato sufficiente sapere del pericolo imminente per scamparlo...

« All’inizio pensammo che avesse sempre saputo del ritorno di Valentine e per questo avesse intenzione di offrirgli una milizia su un piatto d’argento pronta per essere adoperata. Non si può dire che siamo andati a parare poi così lontano, visto che poi abbiamo capito che l’aveva fatto solo per garantire la protezione di quella schifosa manipolatrice della Fairchild e di quella mocciosa petulante di sua figlia, come fossimo pedine di Risiko posizionate sul tabellone per difendere i nostri possedimenti! ».

Yumi non era stupita dalla scelta di Lucian né di quello che era successo con Jocelyn… e nemmeno in quanti avevano perso la vita per questo. Strinse i denti così forte che le fece male la mascella: Jocelyn e Lucian erano stati i principali promotori della Rivolta che aveva messo fine in via ufficiosa al Circolo, anche se niente era stato risolto davvero e gli eventi di quel giorno avevano solo posticipato lo scatenarsi di quel tornado che aveva visto la fine solo poche settimane prima. Quello che quei due avevano fatto non era stato sufficiente per far sì che tutti i Nascosti finissero per ritenerli degni di fiducia smettendo di dubitare di loro e perdonandoli, non con ciò che era finito nella sua scia e con le macerie che erano state lasciate lungo il passaggio.

« Io e la mia famiglia siamo arrivati in questa città qualche anno fa, quando io e Raymond eravamo ancora dei ragazzini » continuò a raccontare Layla . « Siamo stati ben accolti da Gabriel, nel corso degli anni per noi è diventato come un padre putativo… » .

Strinse la mani tra loro e il suo volto si oscurò. Yumi sapeva cosa stesse provando, ma non cercò in alcun modo di consolarla o incoraggiarla.

« Io e Raymond non volevamo diventare economicamente dipendenti dal branco ma dare un vero senso alla nostra vita invece di passarla languendo in una vecchia stazione di polizia a respirare il puzzo del tofu a vapore a mollo in brodaglie di verdure mollicce uscendone di tanto in tanto solo quando arrivavano intrusi nel nostro territorio » .

« E ai vostri genitori questo non è piaciuto » disse Yumi.

« Puoi dirlo forte. Noi non siamo normali, ci dicevano, non ci è concessa alcuna possibilità di una vita comune, non aveva senso fingere di viverne una, per non parlare poi dei continui rischi a cui saremmo incorsi se fossimo stati scoperti o peggio ai guai che avremmo potuto causare finendo per vedercela di nuovo con gli Shadowhunters  ».

« Una delle principali leggi non scritte del Mondo Invisibile ».

« Esatto, solo che noi non li abbiamo ascoltati: sapevamo benissimo quello a cui saremmo andati incontro… ma era sempre meglio correre qualche rischio provandoci che stare a vegetare nella propria paura. Abbiamo spronato anche loro a fare altrettanto, ma sono stati irremovibili. Alla fine li abbiamo lasciati perdere ».

Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.

« Capisco bene il vostro desiderio, Layla, ma capisco anche i vostri genitori: non tutti sono in grado di gestire una doppia vita, ci vuole molto ma molto impegno ».

« Lo so benissimo, cosa credi? » sbuffò la lupa offesa.

Yumi alzò gli occhi al cielo e minacciò mentalmente Catarina di uscire da quel bagno seduta stante o sarebbe venuta a prenderla lei di peso distruggendo tutte le pareti divisorie pur di trovarla .

« Abbiamo seguito ognuno la propria strada, siamo diventati quello che volevamo… malgrado il dissenso dei nostri genitori eravamo felici… finché Greymark non è tornato nelle nostre vite » disse Layla scoprendo i denti ed emise un leggero ringhio.

Yumi tornò coi piedi per terra e tese le orecchie.

« Avevamo sentito che era diventato un licantropo, ma non è bastato a farci dimenticare quello che aveva fatto ai Nascosti… quello che avrebbe potuto fare a noi! ».

« Layla, lascia stare, non volevo forzarti… »

« Se non parlo qualcuno di ciò che mi infastidisce finirò per accettarlo, e io non voglio farlo » ribattè lei irremovibile.

Non doveva avere modo di parlare con molte persone, o quantomeno, persone disposte ad ascoltarla, il che spiegava anche come mai non avesse rinfacciato a Yumi di non volerle dire niente mentre invece lei le stava raccontando così tanto quasi senza fermarsi. La strega si chiese se a conversazione finita si aspettasse di sentirsi chiedere la parcella e di vedersi segnato un nuovo appuntamento per la settimana successiva.

« Non eravamo i soli ad essere arrabbiati, in molti si sono ribellati… ma lui ci ha parlato con calma e ci ha lasciati liberi di scegliere cosa fare. Neanche lui si perdonava per quello che aveva fatto come Shadowhunter e di certo non pretendeva che lo facessimo noi… ma voleva riscattarsi. E con Valentine di nuovo in circolazione, avrebbe fatto tutto il possibile per proteggere i Nascosti ».

« E Terrence e Miranda non hanno ceduto ».

« No: hanno detto che non avrebbero mai sottostato sotto il comando di uno Shadowhunter, che avere a che fare con la loro razza portava solo guai e che a lui interessava solo avere un corpo armato che gli fungesse da garanzia e proteggesse la mocciosa di Valentine, una ragazzina incapace che lasciarla libera era come servire la Coppa a Valentine in un pacco regalo; non gli importava niente del branco o di quanti sarebbero potuti morire per questo… ».

Layla fece una pausa prima di continuare:

« Hanno cercato di sollevare una ribellione, di spronare quelli che la pensavano come loro e fare fronte compatto… ma non è servito a niente. Speravamo che almeno Alaric avrebbe fatto qualcosa… ma nemmeno lui ne ha voluto sapere: la legge del branco è la legge, Greymark si era guadagnato il posto di capobranco sconfiggendo lealmente il nostro Alpha, non c’era niente da ridire. Alaric…proprio lui è stato uno dei primi ad accettare Greymark e proprio lui è stato uno dei primi a morire… o il secondo dovrei dire, visto che il primo è stato Gabriel… ».

Ringhiò attraverso i denti.

« Comunque… alla fine i nostri genitori sono andati a stabilirsi al Praetor Lupus ».

Yumi storse il naso: l’organizzazione segreta fondata secoli prima dai lupi mannari, orfanotrofio barra campo di addestramento barra centro di accoglienza e correzione per giovani lupacchiotti appena trasformati o Nascosti freschi di nomina ad abitanti del Mondo Invisibile aveva passato anni a cercare di convincerla a diventare una loro collaboratrice, non mollando l'osso nemmeno dopo i sonori cartellini rossi che la strega gli aveva rifilato. Pur non essendone diventata un seguace, però, Yumi non aveva mancato, spesso e volentieri, di aiutarli con la loro missione portandogli cucciolotti imberbi e piccoli Nascosti bisognosi di aiuto… salvo quell’unica eccezione che in seguito avrebbe decretato come la migliore decisione presa durante la sua vita nonché la migliore cosa che potesse capitarle.

« Non così tu e Ray ».

« Hanno cercato di convincerci, anche con la forza, ma né io né lui volevamo più vivere come codardi e nasconderci; se davvero Valentine era di nuovo a piede libero , allora l’avremmo affrontato, non saremmo rimasti a guardare piangendo impauriti » .

« E non l’hanno presa bene ».

« E’ un eufemismo » sospirò Layla. « Hanno detto che eravamo una delusione, che un mannaro che faceva da cagnolino ad uno Shadowhunter non era nemmeno degno di essere considerato un licantropo… che sarebbe stato meglio se fossimo morti, e da quel momento ci hanno considerati tali ».

Yumi avrebbe voluto stringere la mano di Layla, ma sentiva che non lo avrebbe apprezzato.

« Neanche voi però avete accettato Greymark, no?... ».

Ci un attimo di silenzio prima che Layla ammettesse:

«… Raymond sì ».

Di colpo Yumi non si scoprì così ansiosa di voler conoscere i seguito della storia.

« Non ha dimenticato quello che abbiamo passato, ma ha preferito far parte di un branco piuttosto che ritrovarsi da solo. Ma io…io non potevo sopportarlo. L’ho affrontato, gli ho detto che era un vigliacco, che quello era l’uomo che aveva quasi ucciso la nostra famiglia, che aveva ucciso decine di Nascosti e Gabriel e che l’unica cosa che voleva era manovrarci per i suoi scopi, ma lui è stato irremovibile. Allora ho affrontato direttamente Greymark, ma lui non ha accolto la mia sfida. Mi ha detto che non ero obbligata a restare e così me ne sono andata, non prima però di avergli sputato in faccia e accusato anche gli altri di essere dei vigliacchi ».

« Hanno anche agito alle sue spalle, infatti… »

« Già, e di questo era pure consapevole. Ma a me non importa: se la battaglia fosse arrivata, mi avrebbe trovata pronta, non sarei tornata a elemosinare la clemenza di un traditore ».

« E…. hai poi saputo niente sui tuoi genitori? »

« No. Il Praetor è uno dei luoghi più sicuri al mondo per i Nascosti… ma anche la città di Vetro doveva esserlo, e guarda cos’è successo . Per cui no, non so se sono vivi o morti…ma per quanto mi riguarda, me ne importa ben poco, loro hanno fatto le loro scelte, non sarò certo io a supplicarli di tornare, non ho bisogno di loro per vivere la mia vita ».

Yumi non disse niente: Layla e la sua famiglia erano stati tra i primi che lei aveva salvato dal Circolo, altri non erano stati così fortunati… ma da cose come queste non si riesce a salvare davvero qualcuno, e in un certo senso erano più fortunati quelli che non ce l’avevano fatta… perché vivere insieme ai ricordi terribili di quegli anni era anche peggio della morte. Lei ci conviveva da secoli, stringeva i denti e andava avanti proprio per impedire che ricordi simili non si creassero nuovamente…però si stupiva di constatare che altri non riuscivano a fare altrettanto.

Lei era in vita da molto più tempo di qualunque mortale sulla faccia della terra, era uscita da numerose battaglie, più volte aveva rischiato di morire e più volte si erano generati ricordi così dolorosi da renderle insopportabile il pensiero di vivere ancora, sopportando però stoicamente e andando avanti lo stesso… ma il suo era vero coraggio o banale forza dell’abitudine? Non pretendeva certo che tutti si comportassero come lei, non era egocentrica, però… a maggior ragione coloro che avevano una vita breve avrebbero dovuto farsi coraggio e rimboccarsi le maniche molto più di quelli come lei che invece sarebbero vissuti per sempre, no? Forse di questo avrebbe potuto parlarne con Catarina… sempre se fosse tornata dal bagno, ormai era via da un pezzo. Va bene che era così piccola che sarebbe anche potuta cadere nella tazza e venire risucchiata dallo scarico, ma non era una stupida, no?

« Mi dispiace, Layla » mormorò , e lo pensava davvero, non voleva solo dimostrare di essere vicina al dolore di quella ragazza.

Forse però era più corretto dire che non sapeva più cosa dire, a voler essere sinceri si stava quasi annoiando a sentire quei discorsi. Si sorprese dei propri pensieri: non che in genere amasse fare il confessionale, ma di solito era bendisposta ad ascoltare gli altri, anche quando questi le parlavano solo perché non avevano nessun’altro con cui farlo. Adesso invece avrebbe solo voluto che quella mannara sparisse, e non capiva perché. O forse invece lo sapeva eccome… visto che la risposta era sparita in bagno da un’eternità.
Era patetica: aveva passato solo pochi minuti a parlare con lei e ora sentiva la sua mancanza come una bambina delle che piange perché a scuola la sua migliore amica non è nel banco accanto al suo. Non erano stati minuti spesi a vuoto, tutt’altro, però… in un certo senso si sentiva come se si fosse risvegliata da un sogno, un sogno in cui si era lasciata andare più di quanto avrebbe mai fatto anche se non del tutto e in cui si era sentita bene come non accadeva da settimane mentre adesso che era “sveglia” ciò che aveva liberato era tornato prepotentemente indietro con la forza di un elastico come se dall’altro capo qualcuno avesse di colpo smesso di tirare.

Con Catarina aveva sentito di poter essere sé stessa, ma adesso si sentiva… come se le fosse stato detto di tornare sul palcoscenico e indossare il suo costume di scena. Non è che s’imponesse consciamente o si dicesse di stare attenta e di attenersi alla propria parte, solo… le veniva spontaneo. Non era frutto del caso, era solo il risultato di anni e anni passati a difendersi da qualunque pericolo, fosse esso fisico o intangibile, fino a formare una corazza invisibile a cui ormai quasi non faceva più caso.
Raramente però si lasciava andare persino con le persone che amava… con Catarina invece non c’era voluto niente, l’altra non si era neanche dovuta sforzare per riuscire a penetrarla. E la cosa peggiore era che, malgrado fosse ancora spaventata da questa sua capacità, sentiva che ne avrebbe voluto ancora, avrebbe volto continuare a parlare con lei senza preoccuparsi di rispettare la propria parte, punzecchiarsi a vicenda, confrontarsi, scambiarsi pareri, avere quel silenzio così carico di parole, vederla sorridere alle sue battute…

Si ritrovò a maledire quella specie di Puffo a grandezza naturale, era colpa sua se si sentiva così scombussolata, stava molto meglio prima che arrivasse lei. No, non è vero disse la solita vocina interiore che era rimasta miracolosamente zitta per tutto il giorno. Và a fare il consulente psichiatrico a qualcun altro! La minacciò Yumi sentendosi un po' stupida ( a ragion veduta, solo un pazzo si sarebbe messo a imprecare contro il proprio cervello). Sapeva però che aveva ragione lei: con Ryuu e con i suoi amici ostentava indifferenza, ma Catarina… riusciva a farla mettere in discussione semplicemente guardandola. Ed era alquanto snervante, così come lo era non riuscire a spiegarsi come mai quella tappa ci fosse riuscita così facilmente quando con Ryuu ancora faceva la testarda. Ora che Catarina non c’era, Yumi si sentiva quasi… destabilizzata, anche se per ragioni opposte e di certo meno pesanti di quelle che avevano aggravato il suo cuore quella mattina. Era quasi infastidita da Layla, il suo parlare sembrava avere lo stesso rumore delle mosche che ronzavano. Non voleva riaffrontare quell’argomento … o quantomeno, non con lei.

Con lei non avrebbe assunto altro che il sapore di un mantra imparato a memoria fino a non sentirlo più, ma se al suo posto ci fosse stata Catarina era certa che non solo avrebbe assunto un sapore migliore ma anzi avrebbero potuto discuterne per davvero come se fosse stato fresco e vivido come appena formulato traendone considerazioni degne di questo nome invece di dirscorsi a vuoto. Se il suo maestro avesse potuto vederla in quel momento sarebbe scoppiato a ridere e l’avrebbe presa in giro oltre anche a magari fare amicizia con Catarina e darle manforte per prendersi gioco di Yumi ma per la prima volta lei sentiva che glielo avrebbe lasciato fare tranquillamente, se avesse avuto la possibilità di vederlo accadere. La domanda però continuava a rimanere senza risposta: dove diamine era finita quella nanerottola?

« Ma sei matta? » disse Layla, all’oscuro di ciò che stava pensando Yumi e che fosse con la mente ovunque meno che a quel tavolo con lei.  « Sei proprio l’ultima a dovere chiedere scusa: se non fosse stato per te, saremo morti da tempo  » .

 Hai detto tu stessa che è come se i tuoi genitori lo fossero davvero… pensò Yumi con rammarico.

« E’ quello Shadowhunter che dovrebbe scusarsi… dall’oggi al domani si è accollato il ruolo di nostro leader come se niente fosse, come se non avesse alcun debito nei confronti della nostra gente…e quel che è peggio è che nessuno ha alzato davvero un dito per opporsi al suo dominio ».

« Avranno pensato che non aveva senso generare altri casini e che era meglio adattarsi come meglio potevano per sfruttare la prima occasione propizia, non mi risulta che siano stati obbedienti fino in fondo, no?  » disse Yumi. « E Lucian comunque non è uno stupido, penso sapesse benissimo che lo avreste preferito incatenato al muro da pesanti catene d’argento, ma si è adattato né meno né più di voi e vi ha lasciati liberi di decidere ».

« Cos’è, ora che è diventato un Nascosto prendi le sue parti? »

« Io non prendo proprio le parti di nessuno , sto solo esponendo un dato di fatto ».

«  I fatti dicono che è ancora fedele ai Cacciatori, è per quella Cacciatrice che ha fatto quel che ha fatto, è colpa di quella maledetta se Gabriel e Alaric sono morti, è colpa sua se abbiamo rischiato di entrare in guerra non solo con gli Shadowhunters ma anche con il clan dei vampiri, chi credi sia andato a salvare la mocciosa Fairchild dalle sanguisughe? Se sua madre non avesse nascosto la Coppa Mortale a quest’ora ci sarebbero stati risparmiati un sacco di problemi, molte persone sarebbero ancora vive!  »

« Non puoi saperlo, Layla, nessuno può sapere come sarebbero andate le cose se avessero preso una certa direzione invece di un’altra ».

« Devi per forza contestare tutto quello che dico? Ma sei d’accordo con me in qualcosa oppure stai solo facendo finta di ascoltarmi? »

« Ti sto ascoltando e ti sento benissimo, ma vorrei solo farti capire che non puoi sapere cosa sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente, forse Gabriel sarebbe stato comunque ucciso anche se non da Lucian, questo non ci è dato saperlo, nessuno è in grado di prevedere il futuro. I cambiamenti sono sempre imprevedibili, ma tutto quello che si può fare è adattarsi ad essi e imparare a conviverci ».

« Per te è facile parlare, voi dovete solo salutare chi se ne va ma resterete qui per l’eternità ».

« Lucian ci è riuscito a benissimo e mi risulta che sia uno di voi, anche se non lo è per nascita come te, eppure non mi sembra che lui abbia passato il suo tempo a lamentarsi che la vita è stata ingiusta nei suoi confronti » ribattè severa Yumi.

Layla arrossì violentemente, segno che evidentemente non ci aveva mai pensato o lo aveva deliberatamente ignorato di proposito cosa che però ora non poteva più fare.

 « Non sei l’unica persona al mondo ad aver perso qualcuno, credi forse che Lucian non abbia sofferto, che sia felice di quello che gli è successo? Dubito fortemente. Però non è rimasto ad autocomisserarsi, si è rimboccato le maniche e si è dato da fare accettandolo e imparando a conviverci, e sai perché? Perché aveva una ragione per continuare a vivere. Ed è questa la differenza fondamentale tra te e lui: tu te ne stai lì a lamentarti nascondendoti dietro un lavoro che ti fa sentire importante e ti fa credere di essere qualcuno, ma a sentire come parli ho il presentimento che lo faccia più per te stessa che per gli altri e che la tua vita in realtà sia più vuota di quanto tu non voglia far credere. Una volta avevi dei genitori, hai ancora un fratello, ma invece di cercare di riappacificarti con Ray trovi più comodo passare per la povera vittima che nessuno capisce considerandolo solo un peso di cui saresti felice di liberarti purchè non intralci la tua vita piuttosto che fare uno sforzo e provare a riscostruire un vero rapporto familiare con lui. Lucian forse non si sarà comportato come uno stinco di santo, ma lui almeno lotta ogni giorno per proteggere chi ama; tu a parte perdere tempo, cos’altro hai fatto?  ».

Layla abbassò lo sguardo sul tavolo e iniziò a tremare. Yumi capì di averla ferita nel profondo ma non penso neanche per un secondo di scusarsi, non se lo meritava. Si guardò con rabbia le mani chiuse a pugno sul tavolo: alla fine non ce l’aveva fatta a tenersi tutto dentro ed era scoppiata, come al solito. Non era ancora intenzionata a perdonare Lucian per i suoi trascorsi, ma non poteva stare zitta e permettere che Layla dicesse quelle cose quando lui aveva fatto davvero tanto per quella che considerava la sua famiglia mentre lei della propria si sarebbe liberata volentieri,  prima di sparlare del prossimo avrebbe fatto meglio a guardare un po' sé stessa.

« Da dopo la guerra a Idris… Lucian e Jocelyn si sono messi insieme…e  presto convoleranno a nozze… almeno così ho sentito » mormorò Layla per spezzare il silenzio, la voce che le uscì tremula come se stesse per piangere.

Yumi si strinse nelle spalle storcendo il naso senza guardarla , anche se si sentiva più preoccupata da quella notizia che per il timore che Layla potesse scoppiare in lacrime: già un matrimonio tra una Shadowhunter e un Nascosto era assurdo, poco importava che la Shadwohunter in questione si fosse autoesiliata da quel mondo professandosi assolutamente NON intenzionata a ritornarci, anche se non era possibile a realizzarsi , non quando si apparteneva al Mondo Invisibile: se non sei tu a reclamarlo, è lui che verrà a reclamare te, non importa quante energie impiegherai per nasconderti, non importa per quanto tempo riuscirai a farlo.

Oltretutto poi il Nascosto in questione era un capobranco, non un mannaro qualunque; con un matrimonio con una Shadowhunter e un branco da proteggere che finora era servito a proteggere lei e che ancora sarebbe servito a questo in futuro… se continuava così prima o poi Lucian si sarebbe ritrovato davvero una gran rivolta tra le mani, e chissà come se la sarebbe cavata in quelle circostanze. Non che avesse a cuore cosa gli poteva accadere, ma Yumi era alquanto stufa di sentire di Nascosti rovinati dai problemi causati da Jocelyn. Lucian, Gabriel, Alaric, l’ex-Sommo Stregone di Londra Ragnor Fell… quelli erano solo alcuni dei nomi in lista, chissà quanti altri ce ne fossero di cui lei ignorava l’identità.

Per un attimo pensò a Magnus: come era successo tra lui e Alec? Avevano prima fatto amicizia e poi si era scoperti innamorati? Bene o male Lucian e Jocelyn erano entrambi adulti che avevano fatto le loro esperienze, Alec invece era ancora un ragazzo con tutta la vita davanti e per di più innamorato di un uomo, e Yumi non riusciva a non farsi domande su come il giovane vivesse il proprio rapporto con Magnus. Scosse la testa con veemenza: doveva smetterla di pensare a quei due, ma era piuttosto difficile farlo, specie considerato quanto vedesse parte del proprio passato in loro e continuasse a essere alquanto scettica se non addirittura CERTA che la loro era una relazione destinata a non avere futuro. Era una considerazione alquanto ipocrita da parte di una che era figlia di due che meno di chiunque altro al mondo avrebbero avuto possibilità e invece erano riuscite ad averle, anche se per breve tempo, ma non erano i genitori a definire i figli in fondo, e Yumi era quello che era per le esperienze vissute durante la vita, non per le persone che l’avevano concepita. Guarda caso però quando si trattava degli altri era più difficile adoperare questo principio…

In ogni caso non era affatto contro il “passaggio” da una buona amicizia a una storia d’amore, a patto ovviamente che fosse “vera” e non una scorciatoia presa da uno dei due perché riteneva più facile dire di amare qualcuno che conosceva e che lo conosceva bene piuttosto che imparare a conoscere qualcuno di estraneo da capo, cosa che succedeva spesso e che causava non pochi problemi quando uno dei due capiva cosa significasse amare davvero qualcuno e distinguere la differenza tra amore e amicizia.

Lei non aveva mai avuto questo tipo di problemi, mai il pensiero l’aveva minimamente sfiorata di striscio: non avevano alcun legame di sangue, ma Ryuu era suo fratello in tutto e per tutto; pensare di potersi innamorare di lui era grottesco anche ora che non era più giovane e non avrebbe dovuto nemmeno temere che si generasse una simile circostanza. Un pensiero assurdo si accese indesiderato: e tra lei e Catarina? Ripensò a tutti i momenti che avevano trascorso insieme, ai brevi contatti fisici che avevano avuto, a quando si erano cambiate insieme nello spogliatoio e l’aveva vista praticamente nuda e decretò che no, non aveva nutrito neanche per un secondo un’attrazione fisica nei suoi confronti e neanche pensava sarebbe mai arrivata a concepirla. Per queste cose ci voleva tempo, va bene, ed era già passata in una situazione simile, vero anche questo… ma Catarina non era affatto come lei, Yumi non riusciva nemmeno a immaginare che potesse attentare un colpo basso nei confronti di qualcuno come quello che aveva subito lei. Oltretutto… con lei era stato molto, molto diverso: con lei avevano giocato al gatto col topo finchè non si erano arrese entrambe… con Catarina non stavano fingendo proprio niente, con lei era tutto più spontaneo e sincero.

Ogni cosa con Catarina era diversa rispetto a quello che aveva passato con qualsiasi altra persona, ma non sentiva niente che potesse spingerla in quella direzione. E neanche avrebbe voluto che succedesse, le piaceva quello che lei e Catarina avevano iniziato a erigere così com’era, non desiderava che la natura dei suoi sentimenti assumesse quella sfumatura. Trattandosi di Lucian e Jocelyn però…. forse quello di Jocelyn era stato solo cedere al bisogno di avere qualcuno che l’amasse e si prendesse cura di lei dicendo “tranquilla, adesso ci sono io, d’ora in poi ti prometto che mi occuperò io di te”. Non erano affari suoi però e neanche voleva che lo diventassero a meno che non arrivassero a coinvolgere e mettere a repentaglio ( di nuovo ) la vita dei Nascosti. Da parte sua avrebbe preferito continuare a restarne fuori sperando anche che nel frattempo non sarebbero stati loro a venire da lei, ma non avrebbe smesso di restare sul chi vive.

« Mi perdonerai se non ti chiedo di mandargli le mie felicitazioni… » disse sarcastica.

« Sai quanto me ne importa » rispose Layla, un pochino più sollevata. « Appena ci saranno di nuovo guai, verranno chiamati subito tutti i licantropi di New York, anche coloro che non fanno parte del branco, pronti a essere manovrati come pedine, ci puoi scommettere ».

« Ci scommetto benissimo… »

« Per quanto cerchiamo di cambiare le cose, queste peggiorano di giorno in giorno, più cerchiamo di allontanarci dalla giurisdizione degli Shadowhunter più questi ci opprimono e mettono con le spalle al muro…e non c’è modo di allentare la presa… ».

Yumi riuscì solo ad annuire alle parole di Layla che sembrava stesse davvero parlando più a sé stessa che a lei proprio come se fosse sdraiata su un divanetto e Yumi fosse seduta affianco a lei con un blocco per gli appunti su cui scribacchiava qualcosa di tanto in tanto, anche se il suo discorso le stava scivolando addosso come acqua, non nutriva il minimo interesse per quelle parole più di quanto avrebbe fato per le lamentele di una ragazzina a cui avevano fatto lo sgambetto. Di primo impatto Layla le era parsa seria, ma era bastato che aprisse bocca per ricredersi e scoprire che in realtà non era cambiata molto rispetto alla bambina che aveva conosciuto, anche se stava facendo di tutto per mostrare il contrario, e voleva solo che quella conversazione finisse il prima possibile prima che potesse sfociare in qualcosa di spiacevole.

« Magari però…TU potresti fare qualcosa » esclamò la mannara illuminandosi di colpo. Yumi si irrigidì e scoprì i denti.

 

Angolo autrice*
 
Ci sono persone che dicono che scrivere è facile e una perdita di tempo, e poi ci sono io che gli sbatterei il muso sulla tastiera di un computer e poi li obbligherei a darmene una prova concreta . Scrivere non è affatto una perdita di tempo, si imparano molte cose quasi senza rendersene conto. Io sto imparando di continuo cose nuove proseguendo con le mie storie, posso affermare con sicurezza di non essere affatto la persona che ero quando ho iniziato a scrivere su questo sito. Ho imparato molto anche da questo capitolo, pur se non mi è piaciuto particolarmente scriverlo, ma non per i contenuti ( so benissimo che non si può sempre scherzare, bisogna anche e soprattutto essere seri), è che… non mi ha suscitato emozioni. Io ho partecipato in prima persona, magari a quelli di voi esterni che leggeranno spero susciti qualcosa di diverso. Con capitoli come questo le idee vengono più revisionando che creando, ma è sempre meglio di non vederle arrivare proprio, dico bene?  :-) E arrivano sempre quando meno te l’aspetti… e soprattutto DOVE meno te l’aspetti. Questo ad esempio si è “creato” più tra una canzone e l’altra in palestra e al tavolino di un bar davanti ad un buon cappuccino che alla mia scrivania XD.

 
   
 
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