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Autore: Hephily    01/05/2018    0 recensioni
Abbiamo tutti degli scheletri e degli armadi dove nasconderli. Il terrore è che un giorno qualcuno possa aprire il tuo armadio, accendere la luce e lì nell'angolo trovare il tuo scheletro. La più grande paura è di essere scoperti, ma non era il caso delle ragazze del Caffenut, non temevano nulla e nessuno. Ognuno di loro ha delle pervesioni.. il problema è il tipo di perversione e come viene usata. Riusciranno mai a essere scoperte per i loro crimini scoperti? Quando si placherà la loro sete di vendetta?
****
[TRATTO DAL PROLOGO]
Cos’è questa volta ti vogliono uccidere il pappagallino che non hai?- Chiese un’altra ragazza dall’aspetto di un nerd hacker.
-Ehi Yami cos’hai contro i pappagalli?! Comunque c’è scritto che mi bruciano la casa!con tutti i miei manga dentro, con la mia 3DS, questa è una tragedia! Non per la casa ma per i manga! Capiscimi!-
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Glherblera'
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Mezze Verità




Haku stava dormendo profondamente nella spalla dell’amica, Yukida non faceva altro che lavorare al pc per scoprire qualcos’altro sulla sua vita passata, però non trovava nulla di particolare solo le solite cose che dicevano tutti i siti di internet, questa cosa la infastidiva sempre di più.
Si mise di punto in bianco a smanettare sempre di più il pc, chiudeva e riapriva le cartelle, ogni file era aperto, il povero pc stava chiedendo pietà.
Era risaputo che Yukida aveva una bassa tollerazione su determinate cose, doveva a tutti i costi trovare delle informazioni, altrimenti era capace di uscire e uccidere qualcuno senza motivo, Yami si godeva le scene della sua amica sclerata.
Dopo varie volte chiudendo e riaprendo le cartelle sul desktop, si aprì una schermata con scritto “404 page not found” inserire password, la proprietaria del pc rimase colpita da quella scritta non riusciva a capire cosa avesse toccato per far apparire quel affare.
-Yami! Porta le tue chiappe qui, adesso!-Esclamò Yuki analizzando da cima a fondo quella scritta.
-Si è capito che con te non è possibile mangiare in pace per più di dieci minuti, si li ho contati.- Rispose Yami andando nel salotto e vedendo quello che stava facendo l’amica al pc, i suoi occhi stavano per piangere, un’altra cosa che odiava Yami era quella di vedere nei pc la frase “404 page not found”.
-Devi scoprire la password di qua adesso.-
Si era proprio un ordine quello che aveva appena dato Yukida, voleva scavare in fondo a quel programma e scoprire quello che stesse nascondendo.
-Uff..mi devi cibo spazzatura in cambio.- Rispose l’amica prendendo il pc cercando di scoprire la password con le sue magnifiche doti da Hacker.
Entrambe le ragazze sapevano che quel programma nascondeva la vera vita di Yukida, potevano scoprire tutto il suo passato, dalla parte chi era veramente a come è finita a fare quel lavoro.
Nella mente di Yukida giravano le domande perché e chi sono veramente?
Non riusciva darsi pace da quando nella sua testa girovagavano sia quelle domande sia quel nome Simeon, voleva capire cosa c’entrava con lei e se magari potesse darle alcune risposte riguardo la sua vita precedente.

Però non sapeva come contattare quella sagoma.
-Tu trovami la password e forse e dico forse ti do cibo spazzatura.- Disse Yukida guardando come lavorava l’amica per trovare il codice. Intanto Haku si era appena svegliata dal suo sonnellino pomeridiano. Era abbastanza confusa dalla scena di vedere le sue amiche serie a lavorare in qualche cosa dove lei non era a conoscenza di nulla.
-Cosa combinate voi due?- Chiese Haku guardando attentamente ogni movimento di Yukida.
-Nulla mi sta trovando la password di un programma che ho trovato sul mio pc.-
-Non ti ricordi la password?-
-No non ricordo nemmeno che nel mio pc fosse presente quello strano programma .-Rispose Yuki facendo avanti e indietro nella stanza tenendo sott’occhio il telefono con il GPS attivato con la spia di quell’uomo.
Il punti rosso era sempre fermo in un punto, quel punto era proprio la villa acquistata molto tempo fa da Yukida, sicuramente aveva pensato di farci un’altra visita quando magari il tizio non era presente nella casa, ma andare nuovamente a fare un escursione era al quanto complicato date le condizione isteriche di Yukida.
 -Non riesco a decifrare la password, non mi fa entrare nessun modo.- Disse Yami guardando il pc.

In quel momento lo stava maledendo, era impossibile che lei non riuscisse a Hackerare  un computer, questa cosa le dava sui nervi, non si poteva arrendere così facilmente, sapeva che la password era facile, ma allo stesso tempo era difficile da scoprire.
-Ho da fare, ci vediamo al ritorno prova a scoprire la password di quel programma stupido.- Rispose Yukida prendendo le chiavi della macchina e uscendo di corsa dalla casa, Haku la seguì poco dopo, voleva capire cosa stesse combinando la sua amica, ma sapeva che le sue coperture da ninja servissero a poco.
Haku era così prevedibile in certi casi, però voleva aiutare a tutti i costi la sua amica, si sarebbe cacciata nei guai e in quel caso nessuno l’avrebbe aiutata se non le sue amiche.
Il tragitto era lungo per arrivare alla villa, è Yukida aveva già visto che la sua amica la stesse seguendo, ma fece finta di nulla e continuò per la sua strada, era troppo impegnata a scoprire qualcosa sul tizio e cosa c’entrasse con la sparatoria del locale. 
Arrivata a destinazione Yukida si fermò davanti all’entrata.
-Haku, non comprendo perché devi sempre seguirmi, c’è qualcosa che ti turba?-Chiese Yukida dando le spalle all’amica.
-Può darsi, non so perché ma credo che il nostro passato sia collegato da qualcosa anzi no, collegato da qualcuno di nostra conoscenza, ma tu non ricordi chi sia e nemmeno io.-Rispose Haku l’amica girata di spalle.

Se fosse tutto vero, Haku e Yukida si erano già incontrate in qualche modo da qualche parte nella città, ma era tutto così strano, tutto impossibile una cosa del genere.
-Entra in azione quando vedi che le cose si mettono davvero male per me, per adesso perlustra tutta la villa all’esterno.-
Yukida non aveva altro da aggiungere, perché nemmeno lei sapeva quello che stesse succedendo in questi giorni, è diventato tutto strano dalla missione del museo e da quel quadro trovato.
Yukida prese la pistola e la mise dentro la tasca dei pantaloni coperta dalla sua giacca nera, proseguì andando verso l’entrata scrutando ogni minimo particolare di quella villa, dal portone alle telecamera presenti nell’entrata.
Era così strano entrare nella propria casa e non ricordarsi di aver vissuto lì per molto tempo,  intanto la ragazza continuava a guardare quel puntino rosso che lampeggiava sempre di più, poteva fare due cose Yukida entrare di soppiatto oppure bussare da persona civile, ma essendo una persona non civile decise di entrare dalla porta di servizio e cominciare a dare un’occhiata in giro cercando di trovare qualcosa di utile che potesse ricordare la sua vita in quella casa.

La casa era piena di foto di lei e di quel ragazzo che le ha salvato la vita nella disastro del locale, non riusciva proprio a ricordarsi nulla della sua vita passata, poteva sforzare il suo cervello ma era inutile,  in quel momento dentro la casa non sembrava esserci nessuno, era tutto così silenzioso, tutto tranquillo, nessun movimento strano, Yukida poteva controllare quella casa da cima a fondo senza che quel ragazzo misterioso la potesse attaccare.
-Hai trovato qualcosa?-Chiese l’amica entrando dalla porta che si affacciava alla piscina.
-Non ti avevo detto di entrare solo se le cose andassero male?-
-Si lo so, ma mi annoiavo, fuori non c’è nulla di strano.- Rispose Haku girando nella casa, anch’essa cercando qualcosa di strano.
Quella casa brillava fin troppo, è quando qualcosa brilla fin troppo significa che da qualche altra parte della casa c’era polvere da togliere.
-Bene puoi andare a casa.- Disse Yukida fissando un quadro.
Era molto diverso il quadro, non era più lo stesso dal combattimento che c’era stato giorni prima.
-Ma in realtà volevo indagare anche io, ti prendi sempre le missioni più belle.- Rispose Akumi facendo il solito broncio da bambina piagnucolona.
-Bugie, sono tutte bugie, adesso va a casa, credo che Yami avesse bisogno di te per scoprire la password, chop chop a lavoro!- Esclamò Yukida dandole un colpetto nella spalla.
Haku non obbiettò e andò via prima di scatenare una grande lite, Yukida si avvicinò al quadro per esaminarlo meglio, trovò un piccolo foro, decise così di spostarlo, ma non si era mai immaginata di trovare dietro al quadro una porta, aprì il passaggio senza sapere la destinazione, proseguì lungo il corridoio, fin quando non si trovò un’altra porta davanti agli occhi, mise la mano sopra la maniglia e aprì senza pensare alle conseguenze, non si era mai immaginata di trovare tutte le sue foto appesa nelle bacheche, con scritto tutti i suoi movimenti, era una cosa insolita, quel ragazzo la stava pedinando da quando era uscita dall’ospedale, però lei non si riusciva a ricordare nulla di quel uomo.

Era un’incognita, ma la vera domanda che girava in testa a Yukida era “cosa sta succedendo? Cosa vuole da me?” .
Poggiò la pistola sul tavolo del lavoro, mettendosi a cercare documenti che potessero servile a capire la situazione, ogni documento trovato in varie scatole, parlavano soltanto dei suoi spostamenti fatti negli ultimi anni, ma non c’era nessuna dichiarazione che parlasse della sua vita precedente. 
-Me la pagherete per quello che state facendo!-Dal piano superiore si senti una voce maschile.
-Sapevamo che avessimo seguito te, lei sarebbe uscita allo scoperto.-
La chiamata era collegata con il piano superiore e ogni conversazione era registrata per cercare di capire da dove proveniva la telefonata.
-Lei non c’entra più nulla con voi, maledetti.- Rispose il ragazzo scendendo nel covo segreto.
-È la nostra legge, quando uno tradisce la propria organizzazione è giusto uccidere, tu quel giorno non hai fatto il tuo dovere, per questo amore e lavoro insieme non possono mai collaborare.-
Quella voce che stava ascoltando Yukida  l’aveva sentita già da qualche parte, era una voce grossa e potente, quello sicuramente era il capo dell’organizzazione nemica.
-Taci!non sai nulla di noi!- Il ragazzo aprì la porta, non notò subito la ragazza, dato che ebbe il tempo di nascondersi dietro un grande armadio, rimase lì fino alla fine della conversazione.

-Siete solo delle mezze cartucce, sapevo fin dall’inizio che lei non fosse morta, il finto funerale, tutto per farmi credere che lei non avesse aperto più bocca, per questo ti ho fatto seguire subito dopo l’incidente alla famosa villa, dove stava quella pittrice che si è salvata grazie all’intervento di Yukida, e adesso lavora con lei.-
Tutti i dubbi si stavano sciogliendo, aveva capito che l’artista fosse proprio Akumi, la sua amica era in quella villa, si era salvata proprio grazie a lei, ma non si ricordava bene gli avvenimenti avvenuti quella notte, era tutto così strano.
La chiamata si chiuse e il ragazzo misterioso rimase lì a capire come risolvere questa situazione, dal nervoso sbatté un pugno che fece sussultare la ragazza, poco dopo il ragazzo si voltò verso l’altro tavolo in cui era posata la pistola di Yukida, capì subito che fosse passata da lì, non ci impiegò molto a guardare i video di sicurezza, li esaminò da cima a fondo.
-Perché è tornata qui?-Si chiese il ragazzo vedendo il video che la ritraeva.
-….-Yukida uscì dal nascondiglio cercando di prendere la sua pistola.
-Bene c’era anche Akumi, questo non ci voleva, però Akumi se ne andata, ma lei no, adesso dov’è? Dove sei di preciso nella casa.-
-Sono precisamente dietro di te.- Intervenne Yukida con un po’ di spavalderia.
Il ragazzo biondo si girò di scattò facendo cadere il telefono, non si poteva mai immaginare di trovarsela nuovamente avanti, questa volta senza farsi la guerra.
I due si guardarono negli occhi per molto tempo, nella stanza era ricoperta dal silenzio, nessuno dei due riusciva a dire una parola, Yukida era pronta a fare la guerra se fosse stato necessario.
-Cosa ci fai qui?- Chiese il ragazzo.
-La stessa domanda dovrei farti io a te, cosa ci fai qui a casa mia, Simeon.-
-Quindi ti sei ricordata il mio nome, non va bene.-
-Chi era quella persona? Che voleva da me, e tu cosa c’entri con me?!- La voce di Yukida si era alzata dal nervoso, voleva vederci chiaro in questa situazione.
-Non posso rispondere a queste domande, ti metterei nuovamente in pericolo.- Rispose Simeon cercando di deviare il discorso e farla scappare da quella casa, ma sapeva che fosse difficile, conosceva Yukida nei minimi dettagli  e non sarebbe andata via senza avere le giuste risposte.
-Ti faccio rispondere con le cattive, già ti ho fatto una ferita, ti distruggo questa volta.-
-Non voglio combattere con te, so che la memoria non ti è tornata, ed è solo colpa mia, ti volevo difendere , ma ho solo peggiorato le cose, perdonami.-
Quelle parole dette da Simeon erano piene di malinconia, sapeva di aver sbagliato, ma allo stesso tempo voleva risolvere la situazione cercando di non mettere più in mezzo Yukida, ma alla fine si era messa in mezzo da sola, fondando le Glherblera.
   
 
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