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Autore: viktor malfoy    03/07/2009    2 recensioni
La giovane Adromeda Black. Una giovane Strega purosangue che ha come unico scopo nella sua vita di adolescente, quello di non criticare le scelte che le vengono imposte dai genitori o comunque, quelle della sua grande famiglia: i Black. Cosa la portò a lasciare la sua famiglia per amore verso un nato Babbano? Perchè prese quella drastica scelta, invece di rimanere e combattere per quello che lei riteneva un errore?? Restate con me e cercherò di farvelo capire..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Sorelle Black, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Villa Black - Cap 05

Villa Black


11 anni dopo...

Andromeda stava finendo di vestirsi, quando sua madre bussò alla porta della sua camera. " Solo un attimo! Ho finito" cercò di scusarsi la ragazza, finendo di sistemarsi la collanina con in topazio, che la zia Walburga gli aveva regalato per il suo undicesimo compleanno. Era l' ultimo giorno di agosto e il giorno dopo, Andromeda avrebbe preso il suo primo espresso per Hogwarts. Ne era rimasta affascinata fin dal primo anno di Bella, la sorella maggiore - che ora avrebbe intrapreso gli studi del terzo - e aveva sempre avuto una voglia matta di visitare tutti i posti del castello, anche se correva voce che mai nessuno aveva scoperto tutti i passaggi segreti di esso.
Si dette una leggera mossa al lungo vestito color miele e si finì di appuntare i capelli, lasciati liberi dietro le spalle .

Lei era sempre stata bellissima, anche se odiava i troppi complimenti . Era abbastanza diversa dalle altre due sorelle ma in fondo tutte e tre si differenziavano sia fisicamente che caratterialmente. Bellatrix , la maggiore delle tre, aveva un temperamento indomabile e sempre pronto all' azione ; lei , che tutti conoscevano come una ragazza dal carattere orgoglioso e impertubabile (degna di un Black , come gli amava ricordare sempre il nonno paterno) e infine, la piccola ma non da meno, Narcissa.
La più piccola delle sorelle Black  era di origini simili a quelle della madre per aspetto fisico, visto i capelli biondi e lunghi e gli occhi di un verde abbastanza chiaro - elementi appartenenti in tutto ai Rosier - mentre per lo sguardo caratteriale aveva ereditato la genia dei Black .

Quando la signora Black bussò per la seconda volta alla porta di Andromeda, quest' ultima aprì di gran fretta e uscì fuori dalla stanza con tutta la sua bellezza.
Ora era davanti a sua sorella maggiore . " Si può sapere perchè ci hai messo così tanto?" chiese Bellatrix , del tutto irritata dal ritardo che la sorella minore stava causando . Aveva indosso un vestito prettamente estivo che le occupava il corpo in modo longilineo e dai ripetuti merletti in grigio, che si univano alla sua bellezza corvina. I capelli erano lasciati liberi, al leggero e piacevole venticello che trapelava nel mese di fine agosto.
Una volta tutti pronti , si misero davanti al camino del salotto di casa per avviarsi definitivamente alla loro meta. Erano tutti predisposti vicino alla fonte di calore naturale, quando il padrone di casa, prese un piccolo sacchettino da sopra la mensola del camino. La aprì , slacciando il laccio color oro e infilò la mano dentro esso. Prese un piccolo pugno di quella che sembrava polvere nera e le buttò sulle fiamme del camino, che da scarlatte diventarono in pochi minuti , alte e smeraldine. Andromeda si avvicinò ad esse e notò che non vi era più quella sensazione di - rabbioso - caldo di prima ma solo una sensazione di vuoto. Fatto ciò, il signor Black  si rivolse alla maggiore - e la preferita - delle figlie .
" Bella avanti , tocca a te" gli disse Cygnus, mentre rivolgeva uno sguardo liscio e allo stesso modo severo alla figlia . Questa, senza curarsi troppo del fatto di essere sempre egocentrica , si fece avanti e si gettò verso il camino. Una volta dentro disse " Villa Black !" e sparì , quasi divorata dalle fiamme .
Fu il turno di Andromeda , visto che Cygnus l' aveva chiamata "Andromeda, forza su."
La secondogenita dei due coniugi Black , aveva curiosità nei confronti di quel mezzo veloce della comunità magica. Sapeva tutto al riguardo, ma non ne aveva mai provato l' efficenza. L' unico particolare importante di un camino magico, era quello di pronunciare perfettamente il luogo ove si voleva arrivare. Sbagliare anche una singola vocale o consonante, sarebbe stato quasi fatale, poiché avrebbe portato irrimediabilmente ad altri posti .
Si fece avanti anche lei , ma in modo differente rispetto alla sorella , e dopo aver superato la sorella minore e la madre, si buttò verso il camino e una volta dentro pronunciò
" Villa Black !"
Le fiamme smeraldine l' avoolsero e Andromeda non provò alcun dolore nel sentirle al contatto con la sua pelle. In un batter d' occhi si ritrovò in una sorta di tunnel avvolgente che quasi la lasciò senza parole. Senza capire come, si trovò nel grande e sfarzoso salotto dei nonni paterni , una villa fuori dal centro abitato di Londra .
Era lì che Walburga , Alphard e Cygnus erano cresciuti sotto lo sguardo attento dei genitori .
Andromeda uscì fuori dal camino, cercando di riprendersi dal velocissimo viaggio fatto poco prima . Sbatté le mani sopra il vestito, cercando di levarsi quelle piccole chiazze di polvere e poi si dette uno sguardo intorno. Non era la prima volta che faceva visita alla nonna, anzi . Ma lei cercava la sorella maggiore, che tuttavia non riuscì a trovare .
Poco dopo, fu raggiunta dai genitori e dalla sorella Narcissa, che si mise subito al suo fianco.

Furono accolti da - uno dei tanti - elfi domestici della villa. Cygnus riconobbe - sotto le tante rughe dell' elfo - Gargous, uno dei maggiori elfi domestici in possesso della sua famiglia
d 'origine che lo aveva cresciuto. " Gargous avvisa mia madre che siamo arrivati" ordinò Cygnus. L' elfo stava per rispondere ma fu interrotto dalla voce della sua padrona, che arrivò alle sue spalle e lo fece indietreggiare di parecchi passi .
La figura che si mostrò ai nuovi arrivati, non sembrava mostrare la reale età che ad essa doveva in realtà, appartenere. Era una figura alta e dai lineamenti di una nobildonna altezzosa, che sapeva chi era e quale era il suo grado all' interno della cerchia della comunità.
Il suo lungo vestito color ametista le rendeva grazia e bellezza e i suoi gioeielli - tutti in opale arabico - le rendevano una grazia, quasi regale. Andromeda sapeva bene che a sua nonna, piaceva mostrarsi nel lusso e nella sua giusta condizione . Ma credeva anche che tutto quello era abbastanza marcato, perfino per dei Purosangue come loro. Ilunghi capelli grigi dell' anziana signora, erano rigelati in un alto chignon che le lasciava il viso ossuto e ben delineato, ben in vista .
"Cygnus, Druella . Vi fate attendere, come al solito" li schernì la donna, mentre il suo sguardo vagava dal figlio alla nuora. Andromeda, decise comunque di irrompere nella conversazione e giustificare così, il ritardo della famiglia . "Scusami nonna. E' stata colpa mia perchè non sapevo cosa indossare" si scusò Andromeda.
La padrona di casa, posò lo sguardo sulla nipote, cercando di mostrare clemenza , almeno per quel giorno. "Allora siete scusati tutti" rispose la donna, prendendo a braccetto le due nipoti e portandole nel grande salotto della sua dimora.

Il salotto era tutto in pareti bianche e con grandi vetrine, che tapezzavano gran parte di essi , mostrando antichi cimeli di famiglia - tra cui coppe, porcellane, libri, effigi - e cosa ben più nota ad Andromeda, un grande quadro posto sopra il camino - il secondo ed inutilizzabile - del salotto dove vi erano raffigurati i nonni e i tre figli di loro, ovvero i due zii della ragazza e suo padre, Cygnus Black .
Andromeda, come sempre accadeva, restava lì prima di mangiare e quel giorno fu raggiunta dalla sorella minore. " Dromeda, perchè resti sempre qui? Non è mica bello restare tutto il tempo ad osservare un semplice quadro" disse la terzogenita di Druella, che nonostante l' età mostrava un certo caratterino. Andromeda non distrasse gli occhi dal quadro e rispose comunque alla sorella. "Vedi, Cissy. E' bello ricordare le proprie origini . E questo quadro racchiude un pezzo della vita di papà, dopotutto" spiegò Andromeda, mentre convolgeva la sorella nell' osservare il quadro.

Arrivarono anche gli ultimi ospiti aspettati , vale a dire Walburga e Orion , con i due figli a seguito.
Mentre Cygnus e Druella, si erano rivelati di ben poco aiuto alla famiglia dei Black , Walburga e Orion avevano regalato due maschi alla generazione. Sirius, il primogenito, dava comunque dei problemi ai genitori per il suo carattere ribelle e molto giocherellone. Il secondogenito, Regulus, era di carattere totalmente diverso al fratello maggiore, sempre riservato e poco incline ai giochi del fratello. Infatti , i due fratelli erano sempre in disaccordo sui giochi da fare e ciò finiva sempre con i pianti di Regulus e i rimproveri di Walburga a Sirius, che a stento sopportava il fratello minore .
Ad Andromeda erano simpatici tutti e due, anche se Sirius aveva una certa simpatia per lei , visto che molte volte finiva col giocare con lui .

Erano tutti a tavola, con la padrona di casa a capo tavola e tutti schierati sui suoi due lati , intenti a mangiare le prelibatezze che erano stati preparati per quel giorno. Era un giorno particolare, visto che il giorno dopo, Andromeda avrebbe fatto il suo ingresso ad Hogwarts. Per  l' ingresso di Bellatrix a Hogwarts, era ancora in vita il nonno paterno e questo aveva voluto una giornata intera da dedicare in onore della nipote e "avvisarla" sul certo tipo di persone che avrebbe potuto incontrare al castello. Bellatrix ,infatti era stata avvisata proprio dal nonno, sui Mezzosangue . Bella, per tutta risposta, non si fece intimorire dal sangue sporco e molte volte finiva in punizione proprio per gli scherzi, atroci e pericolosi, che la ragazza riservava ai coetanei Mezzosangue.
"Allora Dromeda. Domani farai il tuo ingresso al castello. Hai fatto tutto prima di partire?" chiese lo zio Alphard, guardando la nipote. "Si zio. Ieri papà mi ha accompagnato a comprare gli ultimi libri" rispose sincera la ragazza, sorridendo allo zio.
Alphard, era come un secondo padre per Andromeda visto che molte volte la rassicurava su certi aspetti della comunità e con lui faceva le cose che avrebbe sempre voluto fare : parlare di qualsiasi argomento magico, guardare le stelle in tutta la loro eccellenza, allenarsi a Quidditch , lo sport preferito di Andromeda e scherzare sulle abitudini dei nobili , riguardo certe cose.
" Domeda potto venire anche io?" chiese Sirius - al lato di Andromeda - mentre si apprestava a mandare giù un grosso pezzo di carne . Walburga nel vedere che il figlio non osservava le 
regole dell' etichetta nobiliare, che si imponeva a tavola, rivolse un' occhiataccia al figlio, come per farlo smettere ma senza alcun successo.
" Tra sei anni farai il tuo ingresso a scuola, Sirius" lo rassicurò il padre, posto vicino ad Alphard . Aveva a cuore la felicità del figlio maggiore e per questo lo rassicurava sempre su certe cose.


****

Il pomeriggio, tutti i grandi erano assorti in salotto, intenti a parlare di alcune faccende del Ministero, Bellatrix compresa, visto che era rimasta in loro compagnia. Regulus, faceva eccezione perché avendo tre anni voleva ancora la madre al suo fianco. Sirius e Cissy, stavano scorazzando per il grandissimo giardino della nonna, intenti a rincorrersi l' un l' altro.
Andromeda invece, era seduta sui gradini delle scale, che consucevano alle camere dei piani superiori . Aveva lo sguardo fisso sul nulla e cercava di focalizzare il suo ingresso ad Hogwarts. Presupponeva, che tutti l' avrebbero riconosciuta o per il suo cognome o per l' importanza della sorella a scuola. In tutti e due i casi, non aveva nessuna intenzione di essere riconosciuta per quelle due caratteristiche : essere una Black  o la sorella della ragazza più chiaccherata del castello.
Voleva essere riconosciuta come Andromeda e per quello che era .

I suoi pensieri furono repressi dalla voce della nonna.
" Tutto bene, cara?" chiese con tono dolce. Quando la nipote annuì , le sorrise e le propose " Ti va se facciamo quattro passi?"
Anche stavolta, Andromeda annuì e prese sottobraccio la nonna, cominciando a salire le scale. Non sapeva di cosa volesse parlare la nonna paterna ma aveva una certa idea. Immaginò un discorsetto sulle " razze"  che avrebbe potuto incontrare ad Hogwarts e così fu .
Per un pò, la nonna le parlò di come i Mezzosangue, coloro che definivano Sangue Sporco, stavano pian piano prendendo il controllo della comunità e di come questo avrebbe dovuto essere impedito. I Purosangue, dovevano rimanere sempre due - o anche tre - scalini sopra loro o tutto non avrebbe più avuto un senso logico. La informò anche di come avrebbe dovuto mantenere le distanze con loro e come comportarsi in situazioni che avrebbero richiesto importanza di riflessi .
Arrivarono, in seguito, a due grandi porte dorate, che Andromeda aveva solo visto da piccola. A sei anni, quando la madre le mostrò il contenuto e poi altre due volte con il nonno.
La donna guardò con decisione la nipote e sembrò incoraggiarla ad aprire le porte. Andromeda non ci pensò due volte e con una giusta pressione di braccia, riuscì ad aprire le porte dorate.
L'interno era vuoto. Vuoto tranne per le pareti, che raffiguravano un intero albero genealogico, l'albero di vita dei Black .
Le due entrarono e fu allora che Andromeda si mise ad osservare ogni minimo viso delle persone che apparivano perfettamente sulle pareti e ne ricordò i nomi e le imprese che avevano compiuto, secondo quanto riportato da alcuni scritti della libreria - al piano di sopra - della villa. La nonna, invece, si era soffermata sulla soglia intenta ad osservare la nipote, sapeva che ben presto le avrebbe fatto un certo tipo di domanda. E lei lo avrebbe fatto.
Andromeda divorava un nome dietro l' altro, finché non arrivò a tre buchi fatti sopra al viso di persone. Non riusciva a capire perché fosse stato fatto un gesto del genere e non credeva minimamente che era stata una causa naturale a cancellare il viso di quelle tre persone. I nomi , tuttavia, erano impressi ancora nell' albero e la ragazza si voltò verso la nonna, in cerca di una risposta.
" Nonna, perchè ci sono tre volti sfondati?" chiese, anziosa di ricevere una risposta convincente dalla nonna. La donna, si avvicinò alla nipote e la fissò intensamente. " Dimmi Dromeda. Quali sono le tue conoscenze riguardo quei tre buchi?" chiese l' anziana donna, con voce seria e deliziosa. Andromeda non esitò un attimo e disse ad alta voce le sue conoscenze, che le erano state rivelate dai genitori . " Mamma e papà, hanno detto che le uniche tre persone che hanno trasgredito alle nostre regole, sono state cancellate dall' albero genealogico. Ma non hanno detto quali regole abbiano trasgredito" spiegò Andromeda, mentre continuava a rileggere il nome di una delle sue antenate, che erano state cancellate dall' albero.
La donna osservò l' immagine che osservava con ardore la nipote e cominciò la sua spiegazione. "Isla Black , cancellata e allontanata perchè sposò uno sporco Babbano . I suoi fratelli tagliarono ogni contatto con lei e fu allontanata dalla famiglia, poiché decise di mischiarsi ad un sempliciotto. Marius Black " continuò la donna, indicando un punto più basso,
anch' esso bruciato "distrutto personalmente dal padre perchè nacque da semplice Magonò, disonorando il suo nome. Era il fratello minore di tuo nonno. Fu terribile per lui , ma lo sopportò da vero Black . Ma quello che più portò disonore alla nostra famiglia fu lui . Phineas Black , che ebbe la folle idea di ritenere giusti i diritti dei Babbani . La sua pena fu la cancellazione dalla nostra stirpe per sempre."
Andromeda provava uno strano sdegno per alcuni suoi antenati . Come si poteva rinunciare alle proprie origini e accettarne di altre? Come si poteva pensare di rinunciare alla famiglia e unirsi ad un semplice Babbano? Idee che facevano venire la pelle d' oca alla povera ragazza. La mano della nonna, posta ora sulla sua spalla, la rasserenò.
"Sai perchè ti dico questo Andromeda?" chiese con parzialità la donna "Non voglio che anche il tuo nome sia cancellato dall' albero per qualche errore che in futuro potresti reputare inutile e mellifluo. Ora sai , cosa è successo a quei tre e quindi sai cosa ti aspetta se abbraccerai una causa simile alla loro."
Andromeda sorrise lievemente e abbracciò la nonna, che contraccambiò il gesto.
"Grazie nonna. Non lo dimenticherò."


Note dell' autore.
Anche questo capitolo è finito. Scusate il ritardo, ma con questo caldo le idee non mi mancano! xD
 E' stata bella l' ultima parte e sopratutto descriverla in ogni minimo particolare, come ho sempre desiderato. In un certo senso è stato come viverlo di persona e mi è piaciuto molto narrare delle motivazioni per cui furono cancellati alcuni nomi dei Black . Naturalmente mancano Alphard e altri pochissimi, che saranno inseriti in seguito alla lista dei nomi da cancellare. Staremo a vedere. Spero vi sia piaciuto il capitolo.. alla prossima!
Come sempre, ringrazio:
Alohomora: eh si! Druella l'ho sempre  vsita in questo modo (ci basta già Walburga a strillare, xD) e credo che se fosse stato per lei , la figlia sarebbe ancora nell' albero genealogico! Ma come dici tu, ci sarebbe stato comunque il marito a pensare per la punizione della figlia.. Spero che questo chapter sia stato di gradimento e semmai hai qualche consiglio da darmi, sarò ben lieto di prenderlo in considerazione! =)




  
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