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Autore: Summer11    05/05/2018    2 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 64
-Nove anni dopo.-



-Gli anni sembravano volare a Los Angeles, eppure niente sembrava essere cambiato. Il parco del quartiere non aveva subito alcun cambiamento, era sempre ben curato, abitato da scoiattoli selvatici, anatre e pesci. Nemmeno i campetti da basket erano cambiati, ma forse la svolta per quei poveri canestri arrugginiti, sarebbe arrivata proprio quell’autunno. Anche le case delle nostre famiglie preferite non avevano subito alcun cambiamento esteriormente. Sta di fatto, però, che l’interno sembrava essere molto più piccolo da quando i bambini che ci vivevano si erano trasformati lentamente in degli adolescenti. Dylan, infatti, aveva compiuto sedici anni prima dell’estate e da bambino vivace, si trasformò in un adolescente pieno di sé. Troppo pieno di sé. Con l’arrivo di Settembre, iniziava anche un altro anno scolastico che al liceo John Francis, quell’anno, era iniziato con una settimana d’anticipo. Ecco perché già da quel 10 Settembre, i ragazzi iniziavano a entrare a scuola sbuffando. A proposito, nemmeno il liceo superiore era cambiato, stesse classi, stesso auditorium, stessa palestra, stesso preside e stessi professori. Niente sembrava essere cambiato, se non la gioventù che la frequentava.

Quel pomeriggio, dopo il pranzo, gli studenti erano tutti ammucchiati, intenti a cambiare classe. Proprio mentre Dylan si avvicinava alla sua, vide Samuel parlare con una ragazza, o meglio, provare a fare colpo su una ragazza. Ovviamente, il ragazzo non perse l’occasione per distrarre il suo amico.-

Samuel: Sì, credo faresti un affare uscendo con me, Lucy. Io sono…
Dylan: SAM!

-Il ragazzo dai capelli biondo cenere, si sentì toccare la spalla e immediatamente riconobbe quella voce. Si voltò, fulminando il suo amico con lo sguardo.-

Samuel: CHE VUOI?!

-Dylan sorrise.-

Dylan: Ehi, amico!

-Samuel sbuffò, capendo che Dylan era semplicemente annoiato.-

Samuel: Devi disturbarmi proprio ora?! Non vedi che sono impegnato?!
Dylan: Lo vedo, però devo parlarti!

-Samuel si voltò verso la ragazza sospirando, tanto Dylan non lo avrebbe lasciato in pace.-

Samuel: Bellezza, che ne dici se ci vediamo dopo?
Lucy: Certo, tesoro bello!

-La ragazza si avvicinò a Samuel, dandogli un bacio a stampo. Poi li superò, salutando Dylan.-

Lucy: Ciao Dylan!
Dylan: Ciao canarino!

-Il ragazzo sorrise insieme a Samuel mentre la guardavano andare via. Se quei due ragazzi erano ben conosciuti e adorati da tante ragazze della scuola, ce n’era una in particolare che non sopportava i loro atteggiamenti. La ragazza dagli occhi e capelli scuri, li vide e si avvicinò a loro con un’espressione schifata.-

Emily: Perché non la finite di fare i cascamorti?

-Oh sì, anche la nostra piccola Emily era cresciuta e sopravvissuta a un’intera infanzia e preadolescenza con quei due combina guai e sapeva bene quando tirare fuori il suo caratterino.
Samuel alzò gli occhi al cielo sentendo la voce di sua sorella. Dylan invece, non aveva mai nemmeno pensato di evitare un litigio con la ragazza.-

Dylan: Ma perché non ti fai gli affari tuoi ogni tanto? Solo perché tu fai la suora non vuol dire che anche noi dobbiamo stare in astinenza

-Emily stava per ribattere, quando Samuel la fermò.-

Samuel: Emy, non rompere!

-Dylan sorrise soddisfatto e continuò.-

Dylan: Giusto! Sei sempre così acida! Sei insopportabile, davvero!

-La ragazza non si trattenne più, dando uno spintone a Dylan, facendolo sbattere agli armadietti.-

Emily: Sei uno stronzo, idiota, menefreghista! E tu il fratello più imbecille!

-Disse lei, fulminando Samuel con lo sguardo, prima di voltarsi per andare in classe rossa in volto. Dylan ovviamente non perse l’occasione per commentare.-

Dylan: Ma perchè è sempre così acida?! E poi dovrebbe davvero imparare a farsi gli affari suoi!

-Samuel scosse la testa stanco dei battibecchi tra i due, poi guardò il suo amico.-

Samuel: Cosa volevi prima? Perché hai interrotto la mia chiacchierata con Lucy?
Dylan: Mi sto annoiando in questo carcere. Non ho voglia di fare le ultime ore!

-Samuel capì immediatamente cosa volesse Dylan. Sospirò e lo guardò.-

Samuel: Spera che Emy non ci veda uscire! Se mia madre dovesse scoprire qualcosa, un'altra volta, io ho finito di vivere. L’anno scorso è stata molto chiara!
Dylan: Fratello, come passi guai tu, li passo pure io. Mia madre non è più ragionevole della tua. Io dico che vale la pena rischiare e poi abbiamo appena allontanato Stremily. Non ci vedrà!

-Samuel sbuffò ancora, decidendo cosa fare.-

Samuel: Oh, dannazione, Dyl, Lucy mi aspetta dopo scuola!
Dylan: Puoi giocare con lei un'altra volta

-Disse Dylan. Samuel guardò il corridoio farsi sempre più vuoto e poi decise, scuotendo la testa.-

Samuel: So che me ne pentirò! Coraggio, usciamo da questo posto!

-Presero gli zaini e uscendo da scuola, quella voce femminile che avevano smesso di ascoltare qualche minuto prima, li bloccò.-

Emily: CHE DIAVOLO STATE FACENDO?
Dylan: Ma porca puttana... Sam, perché diavolo hai una sorella?

-La ragazza li prese per gli zaini iniziando la sua ramanzina.-

Emily: Non vorrete uscire da scuola prima, di nuovo, vero?! L'anno è appena iniziato e avete già saltato delle ore di lezione la settimana scorsa, la prima di un intero anno scolastico!

-Samuel la guardò riprendendo a camminare mentre Emily li seguiva distratta.-

Samuel: Ma non dovevi andare in classe?
Emily: Sono tornata indietro perché voi due mi avete fatto dimenticare di prendere un libro. Voi non dovreste uscire. Sam, mamma se la prenderà a morte e potrai dire addio al basket quest’anno!
Samuel: Papà non lo permetterà

-Disse tranquillo il ragazzo ma sua sorella continuò.-

Emily: Neanche papà si oppone alla mamma quando è furibonda. Non ti potrà proteggere per sempre solo perché è felice che tu giochi a basket!

-Ormai avevano già attraversato la strada, Samuel sbuffò.-

Samuel: Allora non fare la spia come tuo solito!
Dylan: Per lei è impossibile!

-Disse Dylan intromettendosi. Emily odiava la voce di quel ragazzo tutto egoismo, senza cervello, e furiosa, urlò.-

Emily: STAI ZITTO, PEZZO DI IDIOTA!

-Diede a Dylan delle librate sul petto. Poi si guardò intorno confusa.-

Emily: Perché diavolo siamo qua fuori? Dovevate fermarvi. Torniamo dentro!

-Samuel la guardò.-

Samuel: Impossibile, se ci beccano ci sospendono. Meglio andare via da qua!

-Lui e Dylan si voltarono e iniziarono a camminare, mentre la ragazza li riprendeva per gli zaini.-

Emily: E io che faccio?!
Dylan: Non sono problemi nostri!

-Disse Dylan con tranquillità, quando poi le parole della ragazza gli fecero sgranare gli occhi.-

Emily: Volete che torni a casa e che racconti tutto a mamma e a Brittany?

-Samuel si trovò con le spalle al muro, così prese sua sorella per il braccio.-

Samuel: Forza, vieni con noi!

-Dylan guardò il suo amico sconcertato.-

Dylan: Cosa?? Sei impazzito per caso?

-Samuel lo guardò seccato.-

Samuel: Hai un'idea migliore, signor genio della lampada?

-Dylan sbuffò mentre Emily sorrideva soddisfatta, iniziando a camminare insieme a loro.

Il resto delle scuole, invece, aveva iniziato l’anno scolastico solo due giorni prima, e la scuola elementare fu davvero felice di dare il benvenuto ai nuovi bambini delle classi prime. Il giorno seguente allo smistamento dei bambini nelle prime, gli insegnanti concessero una settimana leggera, in modo da fare ambientare i bambini in una scuola nuova.
Nonostante ciò, per i bambini, quell’ultima ora di scuola sembrava essere infinitamente lunga.
Tutti i bambini aspettavano il suono della campanella, ma una in particolare si era persa tra i suoi pensieri, ricordando momenti di qualche settimana prima, passati al campeggio, il suo posto preferito al mondo. La minuta bambina dagli occhi celesti, i lineamenti delicati e dai lunghi capelli biondi, giocava con una ciocca di essi mentre si pentiva mentalmente di non essersi tuffata da quello scoglio proprio come le aveva suggerito suo nonno, qualche settimana precedente.
“Che fifona sono stata. Adesso dovrò aspettare all’anno prossimo per poterlo fare”, pensò, quando un’altra bambina la disincantò dai suoi pensieri.-

??: Ti serve aiuto? Sono un mucchio di pezzi!

-Le disse, indicando il puzzle sul banco. Quella bambina le sembrò davvero simpatica e gentile. Aveva i capelli rossi e gli occhi verdi ed era minuta proprio come lei. In classe avevano certi giganti!-

??: Già, non riesco a trovare il pezzo che mi serve!

-La bambina dai capelli biondi sbuffò. Odiava non portare a termine i suoi compiti.-

??: Ti aiuto io! Come ti chiami? Scusa, non mi ricordo!

-Ammise la bambina dai capelli rossi.-

??: Ti dico un segreto, nemmeno io mi ricordo i nomi. Sono Jasmine, comunque!
??: Io April!

-Jasmine sorrise e continuò.-

Jasmine: Tutti a casa mi chiamano “Jazzy”, se vuoi anche tu puoi chiamarmi così!

-April annuì e aiutò Jasmine a finire il puzzle continuando la loro conversazione.-

April: Tu hai animali? Io ho un cane, si chiama Jenna
Jasmine: Sì, ho un gatto. Lo odio, è il gatto più antipatico del mondo! Mio fratello Drew, invece lo ama, anche se viene sempre graffiato!

-April rise e continuò.-

April: La mia cagnolina invece è buonissima. Deve fare i cuccioli, sai? Un giorno puoi venire a casa mia, così possiamo giocarci!
Jasmine: Sì, che bello! Lo chiederò a mamma e papà!

-La campanella suonò proprio in quel momento e le due bambine esultarono di gioia, riordinarono il loro materiale, si misero il giacchetto e all’uscita si separarono. Jasmine salutò la bambina con un gran sorriso.-

Jasmine: Ciao April! Ci vediamo domani
April: Sì, a domani!

-Una volta separate, Jasmine uscì dal portone della scuola, dove tutti i genitori aspettavano. Quando la vide sorridente che l’aspettava, la bambina corse da lei ad abbracciarla.-

Jasmine: MAMMA!
Lily: Amore, ciao!

-Lily si abbassò all'altezza di sua figlia così da poterla stringere forte a sé e darle un bacio sulla guancia. Poi si alzò, le accarezzò i capelli, le prese lo zainetto delle principesse e prendendola per mano si avviarono verso la macchina.-

Lily: Ti sei divertita oggi a scuola?

-La bambina sorrise.-

Jasmine: Sì, tanto. Ho fatto amicizia con una bambina. Si chiama April
Lily: Oh, Jazzy, sapevo che avresti fatto subito amicizia!
Jasmine: Però che sfortuna mamma, in classe non c'è nessun mio compagno dell'asilo!
Lily: Però ci sono tante nuove persone che puoi conoscere. Adesso dovete tutti ambientarvi un pochino
Jasmine: Mamma, April mi ha invitata a casa sua
Lily: Tesoro, prima è meglio se io e papà incontriamo i suoi genitori, okay?

-La bambina annuì, salì in macchina e si mise la cintura mentre sua madre accendeva il motore.

Per un paio di anni, Lily e Daniel vissero in quel piccolo, ma accogliente, appartamento mentre iniziavano le loro carriere. Daniel diventò un consulente finanziario dopo essersi laureato in economia e aver fatto tanti tirocini, Lily invece, fece esperienza come arrangiatrice teatrale e cinematografica. Adorava il suo lavoro e comporre della musica per poi sentirla riprodotta in opere e film. Tutti gli sforzi che aveva fatto ne erano valsi la pena. All’occorrenza, la ragazza, diventava anche produttrice musicale nella casa discografica di suo padre. Come da programma, Lily e Daniel, riuscirono a sposarsi due anni dopo la laurea della ragazza, con una bellissima cerimonia sulla spiaggia. Dopo ciò, decisero di comprare casa. Era una bella casa ad un piano, molto spaziosa sia all'interno che all'esterno. Il cortile posteriore, lasciava semplicemente senza parole. Era diviso in due parti, una con del prato verde e l’altra con mattonelle di pietra, sulle quali fissarono un gazebo con tavolo, sedie e barbecue, che davano alla rilassante piscina, con vasca massaggiante. Quello fu il regalo di matrimonio per i due ragazzi da parte di Brittany e Oliver. L’uomo sapeva bene quanto a sua figlia sarebbe piaciuto avere una piscina, l’aveva sempre desiderata e per quel regalo, Oliver non badò a spese.
Dopo un anno di matrimonio, passato in quella bellissima, grande casa, i due ragazzi iniziarono ad immaginare là dentro risate, vocine squillanti e pianti, decidendo di avere dei bambini. Lily, così, rimase incinta, dando vita, poi, alla piccola Jasmine, nome che fece molto piacere a Brittany. Due anni dopo, arrivò anche Drew. Entrambi i bambini crescevano a vista d’occhio. Quell’estate Jasmine compì sei anni ed era pronta a cominciare le elementari, Drew invece ne aveva ancora quattro e si godeva a pieno l'asilo, il che non gli dispiaceva affatto.

Quel pomeriggio, Lily parcheggiò la macchina in quel familiare vialetto, Jasmine scese e corse dentro casa, senza neanche suonare il campanello, mentre sua madre le urlava dietro…-

Lily: JAZZY, LO SPORTELLO DELLA MACCHINA SI CHIUDE!

-Lily scosse la testa chiudendo anche quello sportello, raggiungendo poi sua figlia. La bambina intanto percorreva il corridoio della casa.-

Jasmine: NONNA??
Brittany: Oh, mi sembrava di aver sentito una vocina squillante familiare!

-Disse Brittany uscendo dalla lavanderia mentre si aggiustava i capelli con una pinza. Si avvicinò e strinse la bambina in un abbraccio.-

Brittany: Ciao, tesoro! La mamma?
Jasmine: Arriva subito, sta chiudendo la macchina. Nonna, sai che oggi a scuola ho fatto amicizia?

-Brittany la prese in braccio sedendosi poi sul divano.-

Brittany: Di già? Oh, ma che bello!
Jasmine: La mia amica si chiama April
Brittany: E’ proprio un bel nome, bello quasi quanto Jasmine! Il tuo è imbattibile però!

-Mentre la bambina rideva, Lily entrava in casa. Guardò sua figlia.-

Lily: Jazzy, la prossima volta chiudi lo sportello della macchina! Ciao mamma!
Brittany: Ciao tesoro!
Jasmine: Scusaaaa, mi sono dimenticata. Volevo raccontare alla nonna della mia nuova amica! Possiamo invitarla a casa?

-Lily la guardò con un sorriso sedendosi sul divano accanto a loro, abbracciando sua madre.-

Lily: Certo, tesoro
Jasmine: Nonna, posso invitarla a giocare anche qui a casa tua?
Brittany: Assolutamente! Ho proprio bisogno che qualcuno mi faccia una bella acconciatura e una manicure!
Jasmine: Te la faccio io. Te la faccio io!
Brittany: Speravo me lo chiedessi…

-Brittany sussurrò all’orecchio della bambina.-

Brittany: Mi fido solo di te!

-Jasmine le accarezzò quel viso che in quegli ultimi anni era invecchiato, ma in fondo era rimasto sempre lo stesso. Lily rise scuotendo la testa, sapeva bene che sua madre si divertiva un mondo a reggere il gioco alla sua nipotina. Jasmine parlò.-

Jasmine: Dov'è lo zio Dylan?
Brittany: Dovrebbe tornare da scuola tra un po'. O almeno, spero!

-Lily scosse la testa guardando sua madre.-

Lily: Sai che tuo figlio vuole traviare anche Drew adesso?

-Brittany la guardò.-

Brittany: A fare cosa?
Lily: Skateboard. Da quando Dylan gliene ha parlato, Drew non fa altro che riempirci la testa!

-Sua madre rise di gusto e appena Jasmine scese dalle sue gambe per andare a giocare con dei giocattoli, Brittany parlò guardando sua figlia.-

Brittany: Caffè?
Lily: Sì, grazie!

-Si alzarono, andarono in cucina e Brittany lo preparò, riprendendo a parlare.-

Brittany: A proposito, dove hai il principino?!
Lily: A quest’ora, spero a casa. Daniel passava a prenderlo all’asilo!
Brittany: Ah, ecco. Vi fermate a cena qui? Oggi c’è la festa del quartiere!
Lily: Oggi non possiamo. Ricordo della festa ma Jordan e Rebecca vengono a cena da noi. Usciremo, tutti insieme dopo aver mangiato, magari ci incontriamo direttamente alla festa!

-Appena Jasmine sentì le parole di sua madre, scoppiò di gioia.-

Jasmine: Aiden viene a casa oggi?
Lily: Sì, tesoro!

-Rispose Lily, sorseggiando il caffè che sua madre le aveva appena dato.
Aiden e Jasmine erano molto legati. Per la bambina era come un fratello maggiore e lo adorava. Inoltre a battezzare Jasmine furono Jordan e Rebecca. Mentre i diddini di Aiden erano Lily e Daniel.-

Jasmine: Che bello! Non vedo l’ora!

-Disse la bambina, prendendo da una scatola di latta, dei biscotti, per poi riandare a giocare. Lily guardò sua madre.-

Lily: Papà è ancora in casa discografica?
Brittany: Sì! Sai com'è fatto, se non finisce quello che sta facendo, non molla!

-Lily scosse la testa sorridendo, capendo totalmente suo padre.

Intanto sulla strada verso casa Hunt, Emily era in preda al panico.-

Emily: E come facciamo? Sì, cioè, come lo terremo nascosto a mamma e papà?

-Samuel la guardò.-

Samuel: Emy rilassati, abbiamo saltato solo le ultime due ore! Ti falsifico io l'autorizzazione, tranquilla!
Emily: COSA?! Sam, se mamma dovesse scoprirlo...
Samuel: Fai in modo che la mamma non lo scopra, allora!
Emily: Come fate a stare così tranquilli, me lo spiegate?

-Dylan la guardò sorridendo.-

Dylan: Ci siamo abituati ormai!

-Samuel rise, riprendendo a guardare sua sorella.-

Samuel: Già, è da quando Dylan è in primo liceo che usciamo prima, entriamo dopo o saltiamo completamente la scuola!
Emily: Praticamente da sempre!
Dylan: Esatto!

-Disse Dylan, mentre Samuel continuava ad istruire sua sorella.-

Samuel: Appena torniamo a casa, tu dovrai semplicemente far finta di niente. Inventati una di quelle cavolate che dici sempre quando torniamo e tutto filerà liscio!
Emily: Non sono cavolate! Sono gli argomenti che facciamo a scuola. E-e non so cosa inventarmi veramente!

-Dylan sbuffò.-

Dylan: Non dovevamo portarla con noi!
Emily: Non dovevate marinare la scuola, il che è diverso!
Dylan: Grazie a Dio sono arrivato! Sopportala tu, Sam. Ci vediamo stanotte alla festa?
Samuel: Contaci amico!

-Si diedero il cinque e Dylan entrò in casa, mentre Samuel e sua sorella continuavano a camminare in silenzio. Dopo qualche minuto Emily parlò.-

Emily: Puoi anche evitare di fare l’imbecille quando sono presenti altre persone, specialmente davanti a Dylan. Non capisco perchè ti comporti così!
Samuel: Mi comporto come sempre
Emily: Sam, non è vero! Quando andiamo in vacanza solo noi McKay, non mi tratti male!

-Finalmente anche loro arrivarono a casa e aprirono la porta chiudendola alle loro spalle. Samuel guardò sua sorella.-

Samuel: Io, al contrario tuo, ho una reputazione da difendere!

-La superò, salendo le scale per andare in camera sua. Emily scosse la testa pensando a quanto suo fratello fosse imbecille, quando la voce di sua madre la riportò alla realtà.-

Rachel: Ma sbaglio o è tornato qualcuno?
Emily: Ciao mamma!

-Si sedettero sul divano.-

Rachel: Oggi siete tornati tardi!
Emily: Abbiamo perso il bus perchè stavo parlando con Sarah. Siamo dovuti tornare a piedi!

-La ragazzina si sorprese di se stessa, era così facile mentire. Ecco perchè Samuel e Dylan lo facevano spesso, se erano nei guai, gli veniva naturale. Rachel continuò.-

Rachel: Tuo fratello non deve esserne stato contento
Emily: No, infatti. E' in camera sua
Rachel: Quindi oggi è entrato a scuola, sì?

-Emily la guardò.-

Emily: Sì!

-Rachel sospirò.-

Rachel: Meno male!

-Emily guardò sua madre. Iniziava a sentirsi maledettamente in colpa mentre pensava tra sé e sé.-

Emily: "Okay, bugia numero due. Emy, piantala. Va beh, tecnicamente ora le ho detto la verità, a scuola c'è stato. Non per tutte le ore però"

-La ragazzina decise poi di cambiare argomento.-

Emily: A che ora torna papà da lavoro?
Rachel: E’ già a casa. Oggi è tornato prima del solito ed è di sopra!

-Emily subito sgranò gli occhi, pensando a suo fratello e alle sue abitudini.-

Emy:"Sam!"

Rachel: Tesoro, cosa c'è?

-Chiese Rachel, vedendo il volto preoccupato di sua figlia che cercò di riprendersi.-

Emily: Niente, non preoccuparti. Ora vado a studiare un po'. Il primo conflitto mondiale, oggi il professore ha ripreso quell'argomento!

-Sorrise falsamente a sua madre.-

Emily: "Ed ecco che arriva l’ennesima bugia"

-Entrambe si alzarono dal divano e Rachel, tornando in cucina, sorrise.-

Rachel: Buono studio!
Emily: Grazie!

-Emily salì su per le scale ma era troppo tardi. Alex era già entrato in camera di suo figlio. Emily si affacciò per vedere la situazione mentre un Alex furibondo sbatteva suo figlio al muro.-

Alex: TE LE FACCIO INGOIARE UNA AD UNA, SAMUEL. HAI CAPITO?
Samuel: TU NON..
Alex: “TU NON” UN CORNO. COME PUOI ESSERE COSI' IMBECILLE?

-Gli diede una manata in testa e Samuel reagì. Di certo non si teneva i suoi pensieri per sé.-

Samuel: QUESTA È CAMERA MIA. CI FACCIO QUELLO CHE VOGLIO E TU NON SEI AUTORIZZATO AD ENTRARE SENZA BUSSARE O SENZA IL MIO PERMESSO!

-Alex lo guardò scoppiando a ridere.-

Alex: SENZA IL TUO PERMESSO? STAMMI BENE A SENTIRE, PERCHE' TE LO RIPETERO' SOLO UN'ALTRA VOLTA. QUESTA CASA E' MIA E DI TUA MADRE, E' UN OBBLIGO RISPETTARE LE REGOLE E TU LE CONOSCI BENE!

-Gli prese la maglietta avvicinandolo a sé, abbassando il tono di voce.-

Alex: Se dovessi trovare ancora nel tuo zaino, in camera tua, nelle tue tasche o da qualche altra parte, un altro di questi…

-Tirò su il pacchetto di sigarette.-

Alex: ...ti stronco. Hai sentito bene?

-Samuel non cedette, guardandolo in tono di sfida, il che fece arrabbiare Alex ancora di più.-

Alex: Non mi sfidare, Samuel. Non ti conviene, perchè tanto vinco io. Se ti ribecco mentre fumi, hai finito di vivere, soprattutto se fumi in casa mia!

-Alex mollò la maglietta di suo figlio, spingendolo, e furibondo uscì dalla camera, facendo un cenno di saluto ad Emily. Samuel farfugliò un "Vaffanculo", per poi buttarsi a letto con il cellulare in mano mentre sua sorella entrava in camera.-

Emily: Sam...
Samuel: Che diavolo vuoi? Sarai contenta ora, no?
Emily: Per niente! Sei stato stupido a fumare in casa
Samuel: Tenevo la finestra aperta! Mamma era al piano di sotto e non sapevo che papà fosse a casa. Adesso come minimo non mi parleranno per un mese!

-Emily si sedette a fianco a lui sul letto.-

Emily: Dagli il tempo di calmarsi

-Samuel annuì, sbuffando. Intanto Alex era sceso al piano inferiore, raggiungendo sua moglie. Buttò sul tavolo il pacchetto di sigarette e Rachel lo guardò confusa. Prima che lei potesse aprire bocca, Alex parlò.-

Alex: Samuel!

-La donna sospirò delusa e dispiaciuta.-

Rachel: Cosa dobbiamo fare con lui?
Alex: Non lo so, oggi l'ho avvertito. Spero basti!

-Intanto in casa Hunt, Dylan era appena uscito dalla doccia e mentre si avvolgeva l'asciugamano intorno alla vita, Brittany aprì la porta. Diventò rosso tutto d’un colpo.-

Dylan: MAMMA, ESCI DI QUI!

-Brittany subito chiuse la porta.-

Brittany: Scusa, tesoro! Non pensavo fossi ancora in bagno!

-Oliver passava in corridoio e vide Brittany ridere.-

Oliver: Cosa è successo?
Brittany: Ho quasi visto tuo figlio nudo. E’ diventato color pomodoro

-Oliver scoppiò a ridere, parlando dal corridoio.-

Oliver: Dyl, non dovresti vergognarti!
Brittany: Già, sono la donna che ti ha visto nudo un'infinità di volte!

-Lei e Oliver riscoppiarono a ridere. Adoravano prendere in giro loro figlio, che era troppo pieno di sé. Farlo vergognare ogni tanto gli faceva bene. Il ragazzo uscì dal bagno con un asciugamano in vita mentre con l'altro si asciugava i capelli.-

Dylan: Certi ricordi è meglio se li teniamo per noi! Ah, oggi cenerò alla festa insieme a Samuel. Esco tra due ore!

-Brittany scosse la testa, quei due erano inseparabili.-

Brittany: Salutaci il nostro figlioccio, allora. Non lo vediamo da tempi remoti. Comunque, anche noi usciremo alla festa del quartiere. Probabilmente incontreremo tua sorella, con Daniel, i bambini, Jordan e Rebecca!
Dylan: Beh, non credo frequenteremo gli stessi posti della festa. Il mio divertimento non equivale al vostro o a quello dei bambini!

-Lui rise mentre Brittany lo guardava offesa.-

Brittany: Ci stai dando dei vecchi?

-Dylan la guardò con un sguardo furbetto.-

Dylan: Chi, io? Non potrei mai!

-Brittany scosse la testa, entrando in bagno mentre Oliver dava una pacca sulla schiena a suo figlio.-

Oliver: Partita a NBA?
Dylan: Perché no? Ho tempo!

-Proprio in quel momento il suo cellulare squillò, lo prese e lesse il messaggio.

“I miei sono usciti alla festa, ho casa libera. Ti andrebbe di farmi compagnia? Aiutami a scegliere cosa indossare per uscire.
Baci, Eleanor.”

Dylan sorrise felice e rispose.

“Ti posso aiutare a scegliere che vestiti non indossare. Dieci minuti e sono da te!”

Il ragazzo guardò suo padre.-

Dylan: Scusa papà, in realtà esco adesso. Abbiamo avuto un cambio di programma. Ti batterò un’altra volta!

-Oliver scosse la testa.-

Oliver: Non sarà così facile battermi!
Dylan: Papà, mi presti la macchina stasera?
Oliver: Cerca di non graffiarla!
Dylan: Non preoccuparti, la parcheggio a casa di Alex e Rachel!

-Oliver annuì mentre Dylan entrava in camera sua, per prepararsi.

In casa Lee invece, Lily e Daniel, finivano di apparecchiare la tavola, quando a un certo punto videro il loro peloso gatto schizzare via come un fulmine con tutti i peli dritti. Un secondo più tardi arrivò la causa di quel comportamento.-

Drew: PUUKII, VIENI QUAAAAAAA

-Il piccolo bambino dagli occhi celesti e il caschetto biondo, rincorreva il gatto, quando finalmente riuscì ad acchiapparlo, prendendogli la coda. Al che, quella povera bestia, miagolò disperatamente. Subito Lily corse da Drew, prendendogli la manina, staccandolo e allontanandolo dal gatto.-

Lily: Puki, perdonalo!

-Videro il gatto andare via di corsa, mentre Daniel finiva di apparecchiare, trattenendo a stento una risata.-

Drew: Mamma!
Lily: Drew, quante volte ti abbiamo detto di non fare male al gatto?
Drew: Ma io non gli ho fatto male, lo stavo facendo divertire. Mi sembrava triste

-Lily si diede una manata in fronte. Era un miracolo che quel gatto non fosse ancora morto.-

Lily: Come lo hai fatto divertire?
Drew: Gli ho fatto fare “vola vola”! Quando papà lo fa a me e Jazzy ci divertiamo da matti!

-Lily si sedette sulla sedia avvicinando suo figlio a sé. Gli accarezzò il caschetto biondino.-

Lily: Amore, voi siete dei bambini. I gatti non si divertono così. Se gli fai fare “vola vola” si spaventa! E poi Puki è vecchio

-In quel momento, Jasmine entrò in cucina, sedendosi sulla sedia a fianco a suo padre.-

Jasmine: Perchè non prendiamo un cane allora? Puki sta morendo
Lily: Puki non sta morendo, tesoro!
Jasmine: Hai detto che è vecchio
Lily: Perchè è così
Jasmine: I vecchi muoiono!

-Lily esasperata guardò suo marito.-

Lily: Grazie dell'aiuto, Dan!

-Lui rise e prese Jasmine sulle sue gambe, sedendosi sulla sedia.-

Daniel: Bambini, non possiamo prendere un cane se Puki è ancora vivo!
Drew: UCCIDIAMOLOO

-Lily sconcertata guardò suo figlio.-

Lily: DREW!!
Drew: Scherzavo, mami!
Lily: Voglio ben vedere!

-Daniel li guardò e continuò.-

Daniel: Cercate di capire, la mamma ci è affezionata. Quel gatto è più grande di te Jazzy, lo sai?
Jasmine: Cosa?

-Lily guardò la sua bambina.-

Lily: Sì, tesoro, ormai ha otto anni!
Jasmine: Cavolo, e a otto anni riesce ancora a scappare così velocemente da Drew?
Daniel: Credo lo faccia per sopravvivenza

-Disse Daniel, facendo scoppiare tutti a ridere. Proprio in quel momento, il campanello suonò e Jasmine corse subito ad aprire la porta, fiondandosi su Aiden!

Jasmine: SIETE ARRIVATIII!

-Il bambino dalla pelle color cappuccino e dagli occhi e capelli scuri la prese in braccio e la baciò.-

Aiden: Ciao bella addormentata!

-Anche Rebecca e Jordan entrarono in casa, tenendo la figlia più piccola in braccio. Tutti si salutarono e si accomodarono. Rebecca guardò Jasmine.-

Rebecca: E noi siamo insignificanti?
Jasmine: No, diddi!!

-La bambina si staccò da Aiden e si avvicinò a Rebecca e Jordan che baciò. Poi tornò dal bambino e Daniel parlò.-

Daniel: Beh, il nostro figlioccio cos'ha da dire del baseball?

-Lily spinse suo marito.-

Lily: Baseball??! No, tesoro raccontaci tutto della scuola nuova. Le medie sono importanti!
Aiden: Diddi, una noia mortale come al solito! Jazzy, non sai che errore hai fatto entrando a scuola. E' un inferno!

-Rebecca diede una spinta a suo figlio.-

Rebecca: Finiscila!

-Poi guardò la sua figlioccia.-

Rebecca: Tesoro, non ascoltarlo!

-Lily guardò Jordan che aveva sulle sue gambe Maya, la loro bambina più piccola.-

Lily: Ma non ci vogliamo proprio staccare da questo papà!

-Jordan sorrise mentre Rebecca sospirava e Lily capì immediatamente che qualcosa non andava.-

Lily: Becky, perchè non mi accompagni in cucina a preparare l'insalata?

-Rebecca annuì, si alzarono e andarono in cucina chiudendo la porta.-

Lily: Che ti prende?

-Le chiese Lily.-

Rebecca: Hai visto? Ancora non si stacca un secondo da noi. Sembra un koala!
Lily: Becky, è piccola!

-Prese la lattuga e la tagliò.-

Rebecca: Ha quattro anni, Lily. Guarda la differenza tra lei e Drew, c'è un abisso e hanno tutti e due quattro anni!
Lily: Drew ha un carattere molto socievole e anche Jazzy, per fortuna hanno preso da Daniel!
Rebecca: A casa è normale, poi quando usciamo fa la timida. Questa timidezza non è riconducibile né a me e né a Jordan, andiamo, quando mai siamo stati timidi. Sembra quasi che non sia nostra figlia
Lily: Aspetta un secondo, anche io ero timidissima da piccola eppure mamma e papà non lo sono per niente. Sono sicura che come crescerà, anche Maya metterà da parte questa sua timidezza. Voi non forzatela, altrimenti rischiate di traumatizzarla. Ha bisogno dei suoi tempi!
Rebecca: Forse hai ragione, pretendo troppo da lei. Jordan invece non vede nessun problema, lui è troppo tranquillo
Lily: Non hai nulla di cui preoccuparti. No fissarti su questa cosa!

-Rebecca annuì. Con il contenitore dell'insalata in mano tornarono in sala da pranzo, si sedettero e Rebecca guardò suo figlio.-

Rebecca: Aiden, lo spegni quel videogioco?! Facci questo favore

-Aiden guardò suo padre in cerca di aiuto.-

Aiden: Papàà!

-Jordan provò ad aprire bocca quando sua moglie lo fulminò con lo sguardo.-

Jordan: Fai come dice la mamma!

-Sia Aiden che Jasmine sbuffarono. Lui teneva la bambina sulle sue gambe, quindi anche Jasmine guardava quello schermo. Spese la sua console portatile e la appoggiò sul tavolino del salotto. Drew, intanto, si avvicinò a Jordan.-

Drew: Maya, vieni a giocare con me? Ti faccio vedere i miei giocattoli!

-Lui le tese la mano e la bambina lo guardò per qualche secondo per poi annuire. Scese dalle gambe del papà sotto lo sguardo sbalordito di Rebecca, Drew la prese per mano e andarono nella sua cameretta, seguiti da Jasmine e Aiden. Lily guardò la sua amica sorridendo.-

Lily: Cosa ti avevo detto?!
Rebecca: Si fida di Drew! E’ già qualcosa

-Rebecca sorrise mentre tutti riprendevano a parlare.

Intanto Dylan, si era precipitato da Eleanor, una sua vecchia amica ed ex vicina di casa.

La famiglia della ragazza si era trasferita nella stessa via degli Hunt, quando Dylan aveva otto anni e quando ne avevano dodici, quella famiglia si ritrasferì in un altro quartiere. Dylan ed Eleanor comunque, rimasero sempre in contatto rimanendo sempre ottimi amici e specialmente negli ultimi tempi, amici di letto.
Eleanor era una ragazza molto magra con il viso scavato, il nasino all’insù, i capelli biondi e gli occhi castani, era davvero carina e graziosa, ma di grazioso nel suo comportamento c’era ben poco. Ecco perché a Dylan stava così simpatica.

Lei fece accomodare il ragazzo in camera sua, gli sorrise maliziosamente togliendosi la giacca, mostrando così il suo seno nudo, cosa che fece andare Dylan totalmente fuori di testa. Subito si avvicinò a lei, baciandola con passione, appoggiando poi le mani sui suoi fianchi, guidandola verso il letto dove si sdraiarono mentre continuavano a baciarsi senza sosta, fin quando si staccarono per riprendere fiato. Dylan la guardò.-

Dylan: Vorrei stare in questa camera con te per altre due ore!!

-Eleanor lo guardò.-

Eleanor: Puoi farlo!
Dylan: Così arriverò tardi all’appuntamento con Sam!
Eleanor: Mandagli un messaggio, avvisalo che fai un po’ più tardi. Poi possiamo andare alla festa insieme e raggiungerlo, sono convinta che anche lui troverà compagnia!

-Dylan rise, prendendo il cellulare e mandando un messaggio al suo amico.-

Dylan: Sicuramente uscirà con Lucy!

-Eleanor lo guardò.-

Eleanor: Sei geloso di lui? State talmente tanto insieme che non vi vedrei male come coppia!

-Dylan scoppiò a ridere ancora.-

Dylan: In realtà sono molto felice per lui. Lucy è un bel dieci!

-Eleanor lo guardò sganciandogli la camicia.-

Eleanor: Non vi vergognate di dare un punteggio alle ragazze?
Dylan: Non fraintendere, non giudichiamo le ragazze… E’ solo che Lucy è proprio bella, tutto qua!

-Lei continuò a guardarlo accarezzandogli il petto.-

Eleanor: Io che numero sarei?
Dylan: Direi oltre il dieci. Io sono molto più fortunato di Samuel, stasera!

-La ragazza rise e riprese a baciarlo togliendogli i vestiti di dosso, anche lui li levò a lei e solo a quel punto, prese dalla tasca dei pantaloni, un preservativo, riavvicinandosi alla ragazza, sul letto. Ripresero a baciarsi e la ragazza lo guardò.-

Eleanor: Sai che non mi innamorerò mai di te, Dylan, vero? Pensiamo solo a divertirci!

-Lui sorrise.-

Dylan: Tu sì che sai come accendermi!

-Disse il ragazzo, facendo poi Eleanor completamente sua.
Verso le 22:00, dopo essersi rivestiti e sistemati uscirono alla festa e incontrarono Samuel che guardò la ragazza sorridendo, per poi guardare Dylan.-

Samuel: Sei perdonato per il ritardo, fratello!

-Dylan sorrise.-

Dylan: Non avevo dubbi. Tu con chi sei uscito?
Samuel: Se non sbaglio, stamattina qualcuno mi ha rovinato un appuntamento con Lucy! Comunque è iniziata e pure finita, credo sia innamorata di me
Dylan: Sento odore di guai per te. Non si staccherà più!
Samuel: Uccidimi!

-Disse Samuel, riguardando poi Eleanor, tendendogli la mano.-

Samuel: Piacere, sono Samuel!
Eleanor: Il famoso Samuel...

-Rise stringendogli la mano.-

Eleanor: Sono Eleanor e non è la prima volta che mi incontri. Da piccoli è capitato di giocare insieme ai compleanni di Dylan!
Samuel: Non mi ricordo proprio. Scusa!

-Disse Samuel imbarazzato. Non aveva fatto proprio una bella figura. Dylan, proprio in quel momento gli diede una gomitata.-

Dylan: SAM! QUELLA E’ EMILY!
Samuel: COSA?!

-Il ragazzo dai capelli biondo cenere si voltò e vide sua sorella che si sbaciucchiava con Mark, quel Mark che sia lui che Dylan odiavano a morte.
Quando erano piccoli, Mark voleva disperatamente essere amico di Samuel e lo erano, ma poi crescendo non erano riusciti a portare avanti quell’amicizia. Anzi, Mark faceva tutto il possibile per far saltare i nervi ai due ragazzi. Tra lui e Dylan c’era proprio odio profondo, come era sempre stato.
Samuel continuò a guardarli e vide Mark appoggiare le mani sul fondoschiena di sua sorella.-

Samuel: Guarda dove ha le mani quel figlio di put…

-Non riuscì a finire la frase che subito partì contro di loro con Dylan dietro che lo seguiva.-

Samuel: LEVA LE TUE SCHIFOSE MANI DA MIA SORELLA!

-Emily si girò, guardando suo fratello scocciata.-

Emily: SAM! LASCIACI IN PACE

-Anche Dylan si mise in mezzo.-

Dylan: Emy, ascolta tuo fratello! Questo coglione è un viscido!

-Emily li spinse, allontanandoli da lei.-

Emily: Fatevi gli affaracci vostri! Andiamo Mark…

-Samuel le prese il braccio, stringendolo.-

Samuel: Tu non vai proprio da nessuna parte!

-La ragazza mollò la presa sempre più arrabbiata.-

Emily: Chi credi di essere? Papà?!

-Anche Samuel si stava decisamente alterando.-

Samuel: Sono tuo fratello! Emy, non farmi incazzare!

-Mark si mise tra lui ed Emily.-

Mark: LASCIALA IN PACE, IMBECILLE. VUOLE VENIRE VIA CON ME!

-Accarezzò la ragazza e le sussurrò.-

Mark: Inizia ad andare verso casa mia!

-Emily si allontanò e Mark riprese a guardare Samuel.-

Mark: T’infastidisce così tanto il fatto che la tua amata sorellina venga via con me e non dia retta a te? Che fratello di merda devi essere!

Samuel: STAI ZITTO!!

-Samuel era totalmente fuori di sé dalla rabbia. All’improvviso saltò addosso a Mark che si spostò, dandogli un pugno sullo stomaco, facendo cadere Samuel a terra piegato in due.-

Mark: Sai idiota, per me sarà un vero piacere sverginare la tua sorellina. Spero almeno che se la cavi bene in queste cose, non vorrei rimanere, sì ecco, deluso!

-Mark rise con arroganza e spavalderia e anche Dylan non riuscì più a tollerarlo sentendo quelle parole.-

Dylan: SEI UN PEZZO DI MERDA!

-Gli diede un pugno in faccia, facendogli sanguinare il naso, un pugno sullo stomaco facendolo piegare e una gomitata sulla schiena per farlo cadere.-

Dylan: GUAI A TE SE RIPROVI A TOCCARLA! MI HAI SENTITO? PER QUANTO TU VOGLIA FARE IL FIGO, RIMARRAI SOLO UN VISCIDO INSIGNIFICANTE VIGLIACCO! ORA SPARISCI!

-Dylan gli diede un altro calcio in pancia prima di vederlo rialzarsi e scappare piegato e sanguinante. Poi il ragazzo dagli occhi blu si avvicinò a Samuel.-

Dylan: Tutto okay?

-Samuel si rialzò.-

Samuel: Sì. Grazie per averlo massacrato da parte mia, ora mi sento meglio. Io non so, la rabbia non mi ha permesso di concentrarmi!
Dylan: Lo so! Ma se tu fossi stato concentrato lo avresti ammazzato di botte questa volta!
Samuel: Probabile! Abbiamo offerto a Eleanor un pessimo spettacolo. Scusaci!

-Disse il ragazzo mortificato.-

Eleanor: Non preoccuparti, ho visto tanti altri scontri!

-Disse Eleanor sorridendo.-

Samuel: Andiamo a recuperare mia sorella prima che faccia qualche idiozia e torniamo a casa, va’!

-Dylan e Eleanor annuirono e tutti e tre raggiunsero Emily che era furiosa con loro.-

Emily: SIETE DEGLI STUPIDI! COME VI SIETE PERMESSI? AVETE ROVINATTO IL MIO APPUNTAMENTO!
Dylan: TU PIÙ DI NOI!

-Le ringhiò Dylan.-

Dylan: Ma proprio con lui dovevi “uscire”?

-Anche Samuel guardò sua sorella.-

Samuel: E’ un’idiota Emy, non ti merita!
Emily: Perché, voi sapete bene ciò che merito, vero?!

-L’attenzione della ragazza venne catturata da Eleanor. Le stava così antipatica. Samuel continuò.-

Samuel: Sicuramente lui non ti merita!

-Eleanor guardò Emily fissarla, così le tese la mano. Se Samuel non si ricordava di lei, probabilmente nemmeno la sorella gemella.-

Eleanor: Piacere, Eleanor!

-Emily la guardò rispondendo acidamente.-

Emily: So chi sei! Mi ricordo bene di te!
Eleanor: Scusami tanto, allora!

-Disse Eleanor ritirando la mano indietro. Emily sospirò, era davvero stanca dopo tutta quella pesante giornata. Guardò suo fratello.-

Emily: Sam, torniamo a casa?

-Samuel annuì, dando una pacca sulla spalla a Dylan.-

Samuel: Ragazzi, noi andiamo, divertitevi!

-Fece l’occhiolino a Dylan per poi sparire dietro l’angolo insieme a sua sorella.


Il pomeriggio seguente, alle scuole elementari, Jasmine e April, mettevano a posto la loro roba dato che la campanella sarebbe suonata a minuti. Quella mattina chiesero alla maestra se potevano stare in banco insieme e lei accettò. Così ebbero modo di conoscersi meglio. Si infilavano i giubbottini mentre parlavano del loro piano.-

Jasmine: Così se si incontrano, potrò venire a giocare a casa tua!

-Disse Jasmine entusiasta.-

April: Siii! Allora le facciamo incontrare oggi? Viene la tua mamma a prenderti?
Jasmine: Sì! E la tua viene?
April: Sì

-La campanella suonò e April sorrise.-

April: Ci incontriamo al palo azzurro?
Jasmine: Okay!

-Uscirono da scuola e Jasmine corse verso Lily che l’abbracciò.-

Jasmine: Ciao mamma!
Lily: Tesoro!

-Lily le diede un bacio e Jasmine le prese la mano portandola verso il punto d’incontro.-

Jasmine: Vieni, ti faccio conoscere la mamma di April, così potrò andare a casa sua dopo la scuola!
Lily: Jazzy, amore, non credo sia il caso di conoscere i genitori di April così in fretta e furia!

-Ormai erano arrivate a un palo azzurro e sua figlia si fermò.-

Jasmine: Dai mamma, ormai è la mia migliore amica!
Lily: Wow, come galoppa in fretta quest’amicizia! E’ così speciale questa April?
Jasmine: Sì! Eccole, eccole!

-Lily alzò lo sguardo con un sorriso che si spense immediatamente.-

Lily: “No, non può essere lei, magari è qualcuno che le assomiglia. Quante probabilità ci sono che sia lei? Sì, insomma, devo essere parecchio sfortunata!”

-Per un momento anche la donna dai capelli rossi sussultò, poi come per farsi coraggio si avvicinò a Lily e Jasmine. April si avvicinò a Jasmine, prendendole la mano.-

April: Ecco la mia mamma!

???: Ciao Lily!

-Quella donna era sorpresa quanto Lily che chiuse gli occhi per poi riaprirli, come per svegliarsi da quel brutto sogno.-

Lily: “Non ci sono dubbi, è proprio lei”

-Lily sospirò.-

Lily: Victoria!

MERAVIGLIEEEE, CIAO!
Ecco che iniziamo subito la nuova stagione con un capitolo a mio parere esplosivo e veramente lungo, lungo, lungo.
Tanti, tanti, tanti cambiamenti, a partire dai due nuovi piccoli membri della famiglia che sono felicissima di presentarvi.
Ecco Jasmine e Drew.


Carinissimi, non trovate?
E passiamo anche a Dylan, Samuel ed Emily da adolescenti. Cosa ne pensate della loro crescita? Sia caratterialmente che fisicamente!

E per finire la meravigliosa casa dei nostri Lee, che finalmente dopo tanti alti e bassi, vediamo come una famiglia.

Ovviamente aspetto i vostri pareri, che non vedo l’ora di leggere.
Vi mando un bacione,
buon inizio fine settimana.
Sum <3

  
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