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Autore: ThreeRavensBlondie    05/05/2018    3 recensioni
Una nuova minaccia incombe sull'Emerald Coast.
Nonostante il dolore continui a lasciare il segno, bisogna farci forza l'un l'altro per andare avanti e combattere anche il più oscuro dei mali.
Nuovi segreti e nuove avventure porteranno al più inaspettato dei risvolti.
SEQUEL della Fanfiction "Emerald Coast 2: No more wings to fly."
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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TAILS


 
 
La giornata è iniziata nel migliore dei modi, dico davvero!
In genere ci metto qualche giorno per riparare un disastro, ma stamattina ci sono riuscito in tempo record.
Il mio robot pulisci-bagno aveva un fusibile fuori uso, e così è letteralmente saltato in aria.
Potete immaginare il colpo che mi è preso non appena ho sentito il botto.
Non so dirvi se sia collegato, ma da quel giorno sentire esplosioni forti mi dà tanto fastidio.
È come se il cuore mi cedesse cadendo verso il basso.
Io non me lo scorderò mai.
Ricordo un BANG assordante.
Io ero vicino a loro due. Sia ad Amy che ad Abigail, la figlia di Eggman.
Ero a un passo da entrambe quando il colpo è partito dalla pistola di Abigail.
Un passo da entrambe quando ho visto il sangue schizzare in aria e Amy cadere a terra, con il braccio steso verso di me.
Ricordo ancora di aver sgranato gli occhi, di aver fatto passi indietro finché la mia schiena non si è incollata alla parete della stanza.
Dalla mia bocca aperta non usciva un suono.
E la cosa più brutta: il fischio che mi è rimasto nelle orecchie per ore.

Non so veramente come fare, vorrei poter dimenticare tutto ciò che è stato.

Ma più vado avanti e più mi rendo conto di quanto quell’evento mi abbia traumatizzato: così tanto da diventare parte di me.

Non voglio fare il protagonista, sono consapevole che c’è chi sta peggio di me a causa di questo.
Sonic, ovviamente. O anche Knuckles, ad esempio…
Però anche io ero amico di Amy.
L’ho sempre vista come una ragazza coraggiosa, altruista e tenace.
Ho sempre pensato che Sonic fosse uno scemo a non darle una possibilità.
Gli ho ripetuto più volte che lei si appiccicava a lui solo perché la ignorava o la evitava volutamente.
Poi Amy ha avuto la furbizia di rigirargli la cosa contro, facendogli perdere la testa per lei.
Quell’estate… ricordi che rimarranno nel mio cuore finché avrò vita!
Ero così felice per loro, fatti l’uno per l’altra come avevo sempre pensato.
Farò di tutto purché quei ricordi rimangano vividi.
E questa è una promessa.
 
 
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Ho chiamato Sonic per fissare l’orario di stasera.
Avrei voluto che ci fosse anche Knuckles, passare una serata tutti e tre insieme come il vero Team Sonic.
Ci credete se vi dico che in due anni e mezzo non ne abbiamo più avuto l’occasione?
Chiamatemi sentimentale o quello che volete, ma io ci tengo alle mie amicizie.
Forse anche troppo.
Odio vedere i rapporti cambiare.
E detesto anche il fatto di non poter dare la colpa a nessuno.
Non incolpo Knuckles per il suo comportamento.
Non lo biasimo, anzi, lo comprendo benissimo! Sicuramente più di Sonic.
Knuckles è sempre stato molto solitario, indipendente.
Adesso poi, potete immaginare.



Fatto sta che non ho intenzione di lasciar sbiadire anche la mia amicizia con Sonic.
Al contrario, oserei dire che in questi anni si è ancora più rafforzata!
Io sono cresciuto, comincio a non essere più un semplice ragazzino e a capire più cose riguardo alla vita.
Posso ammettere di essere una vera spalla per Sonic ormai.
Credo fermamente che la nostra amicizia sia ineguagliabile e che ci saremo per sempre l’uno per l’altro.

Non a caso adesso mi sto preparando proprio per la nostra serata.


 
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Qual è il bello nell’essere una volpe con due code che mi permettono di volare?
Semplice: non devo usare un mezzo per i viaggi brevi. Indi per cui, posso evitare il traffico!
Appena 8 minuti in volo e sono già sopra casa di Sonic; plano lentamente fino a raggiungere il portone.
Guardo il mio orologio: sono le 8 in punto.
Suono il campanello, con la solita speranza che le mie lavate di capo sull’importanza della puntualità abbiano avuto effetto su di lui.
Passano 5 minuti, la speranza va subito calando.
Busso con le nocche.
Nessuna risposta.
Sbuffo “Sonic! Sono Tails, ti vuoi muovere?”
Passano ancora i minuti ma Sonic non si fa sentire.
Suono di nuovo con insistenza.
Possibile che quel riccio faccia sempre così? Avevo capito che erano le donne a farsi sempre attendere prima di un’uscita, ma Sonic è l’eccezione!
È veramente stressante.
“Sonic, che cavolo, abbiamo prenotato!” urlo battendo il pugno sulla porta.
Agguanto il mio telefono e lo chiamo.
Squilla, ma non risponde.

Possibile che sia già al ristorante?
No. Ero stato chiaro, alle 8 sarei passato io davanti casa sua.
Accosto l’orecchio alla fessura, visto che finora non ho sentito il minimo rumore.
Probabilmente mi sta facendo uno dei suoi soliti scherzi ed è nascosto dietro la porta.
“Sonic… se sei dietro la porta ricordati che i giapponesi non scherzano. Se non ci presentiamo all’ora decisa ci sbattono fuori” dico, spazientito.


Batto rumorosamente il piede a terra, cosa che faccio sempre quando mi innervosisco, ed incrocio le braccia.
Poi ho un’idea.
Più volte mi sono raccomandato con lui di chiudere la finestra sul retro, visto che i furti spesso sono all’ordine del giorno.
Se ne è sempre dimenticato.
Spicco il volo e atterro dietro la casa… et voilà!
La finestra è prevedibilmente aperta.
Non mi stupirei se lo trovassi ancora addormentato sul letto, sarebbe tipico del mio migliore amico.

Con cautela entro dalla finestra, atterrando sui cocci rotti di un vaso.
“Accidenti!” esclamo, togliendoli dal mio cammino con un calcio “Anche disordinato oltre che ritardatario”
Alzo lo sguardo. Non mi ero accorto che la casa fosse al buio.
Un minimo di luce entra dalla finestra… ma dopotutto il sole è appena tramontato.
Quanto mai potrà essere illuminato questo posto?
Sì. Sonic starà sicuramente dormendo.
Mi avvio verso il soggiorno.

“Sonic? E meno male ti avevo detto di essere puntuale! Pensa se non te lo avessi…”
Mi blocco.
Il televisore è acceso ma la schermata è totalmente azzurra e la console per i videogiochi a fianco  attiva.
Il joystick è abbandonato malamente sul divano.
Mi avvicino e lo afferro con calma, provando a premere pulsanti a casaccio per sbloccare qualcosa.
Nada.
“Sonic.. mi sto scocciando!” urlo esasperato, sedendomi di botto sul divano.
SQUASH!
Con un verso di disgusto mi alzo subito, e mi giro: mi sono seduto su un chilidog mezzo addentato.
“Ma che schifo.. ci mancava solo questa! Sonic ma nemmeno gli avanzi di cibo ripulisci?” grido nella speranza che mi stia ascoltando.


Poi mentre tento di pulirmi con un pezzo di carta da cucina, inizio a riflettere.
Un chilidog lasciato lì così. Sonic va matto per i chilidog, non ne farebbe mai avanzare uno neanche se il suo stomaco fosse a un passo dall’esplodere.
Qualcosa non mi quadra.
Sento un rumore di passi provenente dalla camera.
“Sonic…?” chiedo, incerto.
Afferro un coltello da cucina dal cassetto delle posate.
Cammino verso la camera, improvvisamente con uno strano senso di inquietudine, tenendo il coltello ben vicino a me.
Sono davanti alla porta della camera.
Faccio un respiro, e un lungo brivido mi percorre la schiena.
Avanti Tails, non è il momento di essere codardi, il tuo amico potrebbe essersi sentito male.
Apro la porta, alzando il coltello.


La paura svanisce subito.
Sonic è in piedi vicino al letto, girato verso la finestra.
“Amico… fiuuuu. Mi hai fatto preoccupare! Sono tre ore che ti chiamo!” asserisco, abbassando il coltello e avvicinandomi.
“Non ti avevo detto di essere puntuale?” continuo mettendogli una mano sulla spalla.
La tolgo subito, spalancando gli occhi.
La sua spalla è letteralmente ghiacciata.
“Sonic ma che..?!” faccio arretrando.

Finalmente, lui si volta.
E io non trattengo le urla.
 
 
 



SHADOW
 
 

 

“Rouge, ci sei?” chiedo, varcando la soglia di casa.
“Sì caro, sono in bagno!” risponde lei.

Sono appena tornato dalla mia corsa.
Anche se mi piace stare con Rouge, ho comunque bisogno di avere i miei spazi e di starmene un po’ da solo.
Ma non sempre, solo qualche volta.
Un tempo ero convinto di amare la solitudine come nient’altro al mondo.
Con gli anni mi sono reso conto che non è così.
Ho imparato a capire che agli altri importa della mia presenza… non sono malvisto da tutti come credevo.
E questa cosa mi fa stranamente piacere, quindi ho iniziato piano piano ad aprirmi a mia volta.
Nei limiti, ovviamente;
continuo ad essere l’oscuro Shadow The Hedgehog… solo un po’ meno oscuro.

Rouge apre la porta del bagno e mi viene incontro dandomi un bacio.
“Mi eri mancato” dice.
“Davvero? A me tu no” faccio con un ghigno.
“Ah sì?!” risponde lei dandomi delle manate sulla spalla.
Mi metto a ridere, e così fa lei.
“Allora” inizio “che abbiamo in programma per stasera?”
“Assolutamente niente. Riposo, baby, ce lo meritiamo!” esclama Rouge con uno schiocco di dita.
“Mh” affermo “un po’ di pace, era ora”
Con grande soddisfazione, noto che la cena è già pronta in tavola.
Tuttavia, non faccio in tempo a sedermi che sento bussare al portone.
Impreco, sbattendo la mano sul tavolo, e mi giro verso Rouge:
“Non avevi detto che non aspettavi nessuno?”
Lei fa spallucce “Hey, è così infatti!”
Con un verso esasperato mi trascino verso la porta.
Guardo attraverso lo spioncino, poi apro.
“Ciao Shadow”
Aggrotto le sopracciglia “Tails! Perché sei qui?”
Sento Rouge avvicinarsi alle mie spalle “Ciao Tails! Come stai?”
“Ecco io..” inizia lui.
Poi, con nostro grande orrore, un rivolo di sangue sgorga dalla sua bocca.
Lo vedo accasciarsi a terra carponi, tossendo e macchiando il pavimento di sangue.
“Oh mio Dio!” grida Rouge con le mani sul volto.
Senza dire altro, ci inginocchiamo per aiutarlo.


Un coltello da cucina è conficcato nella schiena della volpe.
  
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