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Autore: Robigna88    07/05/2018    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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29.

 

 

 

 

 

Allison mise le ultime cose in valigia e si guardò intorno respirando a fondo. New Orleans non le sarebbe mancata particolarmente, anche se doveva ammettere che oramai era un po' come casa, ma tutto il resto le mancava già e non era neppure partita ancora. L'appuntamento era alle dieci nell'atrio: avrebbe messo le sue cose sull'Impala e si sarebbe seduta sul sedile posteriore insieme a Castiel e Jack per andare fino a Lebanon, Kansas, il posto più sicuro in cui Castiel le avrebbe potuto insegnare a usare le sue abilità. A lei e anche a Jack.

Da quello che aveva potuto notare, il ragazzo se la cavava già abbastanza bene a dire il vero, meglio di lei per certi versi, e questo un po' la metteva a disagio. Era contenta che lui sapesse gestirsi, che sapesse controllarsi, ma la infastidiva non essere in grado di fare lo stesso. Forse nemmeno Cass sarebbe riuscito ad aiutarla, ma doveva provarci, anche se farlo lontano da Elijah le faceva male.

“Hey” le sussurrò proprio lui entrando nella stanza. E lei si sforzò di sorridergli. “Hai preso tutto?”

Allison annuì. “Credo di sì” respirò a fondo chiudendo la valigia e si girò per essere completamente di fronte ad Elijah. “Ti prego, dimmi che andrà tutto bene.”

L'Originale le si avvicinò, le accarezzò le braccia, poi le prese il viso tra le mani. “Andrà tutto benissimo. Lo credo davvero, Allison. Vorrei che mi lasciassi venire con te però.”

“Non è una buona idea El. Questa cosa è qualcosa che devo fare da sola.”

“Lo so” lui annuì. “Però vorrei comunque venire con te.”

“Tornerò presto. Nel frattempo ci sentiremo tutti i giorni e mi aggiornerai qualunque cosa accada. Voglio sapere tutto, così da poter tornare se servisse.”

“Promesso.”

La donna sospirò, giocherellò con la sua cravatta e poi si sollevò sulla punta dei piedi per baciarlo, sorridendo contro le sue labbra quando lui la strinse forte avvolgendola con entrambe le braccia. “Ti amo. Sempre e per sempre.”

“Ti amo anche io. Sempre e per sempre e anche dopo di allora.”

Lei sorrise, poi il suo viso si fece triste. “Sarà meglio che vada a salutare Hope adesso.”

“Vengo con te” Elijah le prese la mano, con l'altra libera afferrò la valigia e insieme uscirono dalla stanza. Hope li aspettava nella sua camera, Hayley e Klaus erano con lei. Piangeva e ad Allison venne da piangere a sua volta.

“Hey petite peintre” le disse cercando di non farlo. “Perchè piangi?”

La bambina corse da lei per stringerla in un abbraccio che Allison accolse piegandosi sulle ginocchia per essere alla sua altezza. “Zia Allison non voglio che tu te ne vada.”

“Sarà solo per un po' e poi tornerò.”

“E che succede se non torni invece? Ho paura che non ti rivedrò mai più e mi dispiace, so che non devo avere paura.”

“Hey no” Allison la guardò. “Guardami tesoro. Cosa diciamo sempre sulla paura?”

“Che non c'è niente di sbagliato ad avere paura, perchè avere paura significa che stai per fare qualcosa di davvero molto coraggioso” Hope singhiozzò.

“Esatto!” la donna sorrise. “Anche io ho paura. Ma tutto andrà bene, te lo prometto.”

“Come fai a saperlo?”

“Lo zio Elijah lo ha promesso a me, e lui mantiene sempre le sue promesse.”

Hope guardò suo zio che annuì impercettibilmente sorridendole. Infine guardò di nuovo Allison e le accarezzò la guancia. “Ti voglio tanto bene. Mi telefonerai ogni giorno vero?”

“Ogni giorno” confermò l'altra. “E ti voglio tanto bene anche io. Ma ora devo andare. Fai la brava mentre sono via, okay?”

“Promesso.”

“Tieni d'occhio questa banda di pazzi” Allison ridacchiò, Hope la seguì a ruota. La piccola tornò vicino ai suoi genitori, la cacciatrice ora Arcangelo li abbracciò e scese di sotto.

Lì, nell'atrio la attendevano i suoi compagni di viaggio e Matt. Suo fratello sembrava incapace di guardarla negli occhi e lei capì che era perchè non voleva farle vedere la tristezza che c'era dentro quello sguardo. Senza dire nulla si avvicinò e lo abbracciò forte, lui ricambiò baciandole la guancia, una mano tra i capelli per stringerla di più.

“Torna presto, okay?” le sussurrò.

“Lo farò. Ti voglio bene Matt.”

“Anche io te ne voglio.”

Allison respirò a fondo staccandosi, vide Elijah dare la valigia a Sam, lo baciò di nuovo prima di uscire di casa con il Team Free Will.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Castiel sentì Allison lamentarsi nel sonno, succedeva praticamente tutte le notti da un mese, e cioè da quando erano lì al bunker. Povera donna, portava dentro un potere incredibile e la paura la stava annientando. Si sentì inutile, quasi tutto quello che stava provando a fare per darle una mano non funzionasse. E forse era davvero così. Ma era il meglio che potesse fare, e non avrebbe smesso di provare.

 Lei e Jack avevano instaurato da subito un ottimo rapporto, il ragazzo tesseva le lodi della cacciatrice ogni volta che ne aveva l’occasione, Cass lo capiva: Allison era straordinaria, sperava che lo capisse prima o poi.

“Hey” gli disse Sam prendendo posto al tavolo. Dean arrivò dopo pochi secondi stringendo tra le mani una tazza di caffè.

“Che ci fate svegli?”

“È un po’ difficile dormire con Allison che si lamenta nel sonno. Io proprio non ci riesco” replicò Dean. “Vorrei solo andare nella sua stanza per dirle che tutto andrà per il meglio, ma non sono sicuro di niente...”

“Già” mormorò Sam. “Come procede, a proposito? Lei non ne parla volentieri.”

“Non molto bene!” Castiel sospirò. “Credevo che sarebbe stato facile, visti i suoi trascorsi da cacciatrice. Sa controllare i suoi sensi e i suoi istinti ma questo potere... la manda completamente in confusione.”

Sam e Dean scambiarono un’occhiata. “Di quanto potere parliamo esattamente?” domandò il maggiore dei due.

“Di parecchio.”

“Parecchio come Jack?” ribatté Sam.

“Molto di più” Castiel incrociò le mani sul tavolo. “Suo padre è stato il primo Arcangelo creato da Dio. Era stato creato per essere unico nel suo genere, a totale somiglianza di Dio in persona, se capite cosa intendo.”

“Facci un esempio pratico magari” disse Dean sarcastico, sarcasmo che Castiel non colse.

“Diciamo che se la mettessimo su un campo di battaglia con Lucifero in persona, al momento che non ha neppure il pieno controllo dei suoi poteri, avrebbe almeno il cinquanta per cento di possibilità di vincere. Immaginate quello che potrà fare quando saprà come sfruttare al meglio tutte le sue abilità” spiegò infatti.

Sam si irrigidì, guardò suo fratello, poi sentì di nuovo Allison lamentarsi nel sonno. “Perché fa così? Sembra che soffra.”

“Probabilmente soffre davvero. Rifiuta il suo potere, rifiuta la sua grazia. Cerca di tenerla a bada con tutte le sue forze ed è come tenere un cerchio infuocato a mani nude” mormorò Castiel alzandosi. “Vado a svegliarla.”

Sam e Dean lo seguirono, trovarono Jack seduto per terra davanti alla porta; aveva l’aria triste.

“Non possiamo fare niente per aiutarla?” domandò guardando Castiel.

L’angelo aprì la porta, si avvicinò ad Allison e le poggiò due dita sulla fronte. “Va tutto bene” le sussurrò. “Apri gli occhi ora.”

Lei si svegliò, con un respiro spezzato si mise a sedere al centro del letto, sudata e tremante. Sam le poggiò una coperta sulle spalle.

“Va tutto bene, Ally” le disse.

Ma lei scosse il capo, negli occhi nocciola ora lucidi c’era un vuoto che nessuno di loro aveva mai visto prima. Della Allison che conoscevano sembrava essere rimasto solo un guscio spaventato, annientato. Sam si chiese perché doveva succedere proprio a lei, a quell’animo buono che di male nella sua vita non ne aveva fatto mai, neppure quando gliene era stato fatto. Era ingiusto e non lo accettava... credeva di capire perché lei non riuscisse a convivere con il suo nuovo status, era un cambiamento enorme che influenzava non solo lei ma anche tutti quelli che amava.

“Hai fatto un brutto sogno?” le chiese Jack prendendole la mano. Gli occhi si colorarono di una luce dorata, quelli di Allison risposero con un lampo azzurro che durò alcuni secondi.

“Ho visto il futuro” rispose con voce tremante. “Era buio e spaventoso.”

Fu percorsa da un brivido che la scosse, gli occhi si illuminarono di nuovo, poi si chiusero e lei respirò a fondo provando a riprendere il controllo. Sam e gli altri si guardarono preoccupati.

 

   
 
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