Videogiochi > Minecraft
Segui la storia  |       
Autore: Fabb5000    10/05/2018    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shadow continuava a girare intorno all'apertura che portava al tesoro di Omega, completamente asservito dalla luce emessa dall'oro del drago.

Sapeva che stava facendo il giusto, se lo continuava a ripetere.

Un re deve saper calcolare i pro e i contro dell'entrare in guerra e di certo un paio di centinaia di vite di Enderman non valevano l'immensità del tesoro custodito dal suo più acerrimo nemico.

Era pronto a sacrificare anche di più, se ciò avesse garantito la sicurezza del suo oro. Lui sarebbe rimasto lì, avrebbe protetto il tesoro con la vita se necessario.

Già si vedeva, a battaglia finita, su un trono dorato, il corpo di Omega riversò dietro di lui, in mano lo scettro appartenuto ad Orkrost e in testa la corona di re dell'End. Sentiva le acclamazioni di tutti gli Enderman intorno a lui, l'oro ora era suo, il regno era suo, e nessun drago poteva portarglielo via.

Li rivide tutti, i suoi compagni, di fronte a sé. Tutti gli porgevano omaggio, e si inchinavano alla sua grandezza, Lyon, Mario, Stefano, Ahsoka, Grantinks, Hurakan, Haratune, Klingoon ... e poi Anna.

La ragazza non era felice come gli altri, ma anzi lo guardava con un'espressione corrucciata e delusa. Anche se non mosse mai la bocca, Shadow sentì chiaramente le sue parole : "Tu eri un bravo re, ti ho visto come ti comportavi coi tuoi compagni mentre venivamo qui ..." continuava a ripetere. "... ma ora, a pochi passi dalla corona, sei meno re di quanto tu lo sia mai stato ...".

Il dubbio si insinuò nel cuore di Shadow. Che avesse ragione? Che stesse sbagliando tutto? Lui era un re, ed era compito del re proteggere le proprie finanze, ma esse davvero valevano più del suo popolo o del suo onore?

-Vuoi davvero compiere il mio stesso sbaglio, figlio mio?-

Shadow si voltò di scatto; non era più su un trono, era di nuovo nelle buie sale del palazzo semidistrutto. E di fronte a lui, nella penombra, c'era suo padre.

Orkrost era lì, a pochi passi da lui, e lo guardava con fare stanco. Il suo corpo non era nero, ma perlaceo, e catene dorate gli cingevano i polsi e le caviglie. Diamanti preziosissimi ornavano i bracciali e una corona di rubini gli circondava la testa, ma era rotta, sporca, come se stesse per cadere a pezzi.

Shadow era sbigottito : -Padre ...- mormorò. -... come è ...-

-Nulla è impossibile, figlio mio- mormorò Orkrost. Shadow alzò le mani per abbracciarlo, ma il vecchio re si ritrasse : -Lascia perdere. Non ci può essere gioia per me nella mia misera condizione, e vederti qui mi intristisce ancora di più-

-Padre, ma che cosa stai dicendo? Sono qui, sto per riprendere il mio regno ...- mormorò Shadow.

-Non ti sbagli, proprio come mi sbagliai io cinquecentotrenta anni or sono- rispose Orkrost. -Non otterrai nulla. La tua amica ha ragione. È del tuo popolo che ora dovresti preoccuparti, non del tesoro-

-Ma ... non capisco ... il tesoro ha fatto grande il nostro regno ...- balbettò Shadow.

-No, figlio mio, è il popolo ad averlo fatto grande- disse il vecchio re. -È il popolo che ha estratto quelle gemme, che ha commerciato con altre genti, che ha cantato in altri mondi la gloria dell'End. È il popolo a fare grande un regno. Senza il popolo un re è nulla. È di esso che ti devi preoccupare ora-

Orkrost si avvicinò al figlio con occhi lucidi : -Quando il drago ci attaccò, tempo fa, tu hai pensato a mettere in salvò la gente, perché allora sapevi quanto valore aveva. Io ero troppo cieco, troppo preso dall'avidità per accorgermene. Ho sprecato tutta la mia vita ad arricchirmi senza ritegno e sono caduto nella stessa trappola che avevo cercato di arginare. Anche dopo la morte non sono riuscito a staccarmene. Quando il drago mi ha carbonizzato, ho scelto di restare qui, di diventare uno spettro per stare il più possibile vicino alla mia fortuna. Ho scelto questa patetica imitazione della vita perché non avevo il coraggio di andare avanti. Guardami ora : l'oro mi tiene imprigionato con le catene, mentre il simbolo del mio potere, la corona, cade in pezzi perché non ho più nessuno su cui esercitarla. Ho scelto di essere il più miserabile dei fantasmi, solo per soddisfare la mia brama di ammirare il mio oro in eterno-

Orkrost iniziò a diventare trasparente, poi svanì in uno sbuffo di fumo. Shadow lo chiamò, ma non udì solo una frase : -Ti prego, figlio mio, non commettere i miei stessi errori-

Shadow singhiozzò, mentre la voce di suo padre ancora rimbombava tra le pareti. Per un istante si sentì spiazzato.

Quindi era quello che Anna aveva cercato di dirgli? Era quello il prezzo per il tesoro? Un intero popolo?

Non poteva più restare fermo, no. Ora sapeva che cosa fare.

Sì alzò ed iniziò a scendere le scale, diretto verso la camera del tesoro.

Da Omega.


******************************************


Omega non riusciva a ricordare come ci fosse finito lì.

Fatto sta che ora si trovava in un lungo corridoio, enorme, altissimo, da solo. Dove era Anna? Dove era il tesoro? Che fine aveva fatto tutto?

In fondo al corridoio si udiva della musica, accompagnata da risate e grida festose. Non avendo altra via, il drago si diresse lì.

Quando arrivò alla fine del corridoio, una luce lo investì ed entrò in un enorme salone circolare, illuminato a giorno e pieno di ogni ben di dio. Una musica soave riempiva l'aria è c'erano ovunque tavoli pieni di cibo. La stanza era piena di draghi che festeggiavano e si divertivano, i quali non sembravano minimamente aver notato la sua presenza.

Poi uno di essi si fece avanti, maestoso, regale, con una corona dorata e innumerevoli altri ornamenti; in mano aveva una coppa d'oro colma di vino all'apparenza dolcissimo. Era Smaug. -È lui?- esclamò con un sorriso. -È il primo figlio di Glaurung?-

Fu allora che Omega si accorse che gli occhi del fratello erano bianchi. Non un pupilla, non un singola diversità cromatica; solo un bianco irreale, come un osso sbiancato al sole, che sembrava recarci sopra la parola MORTE da quanto faceva paura. -Smaug, i tuoi occhi ...-

-Oh, fratello ...- mormorò Smaug accarezzandolo con le zpersone come facevano da bambini. -... hanno cambiato pigmentazione, lo so ... ma ora vedono ogni cosa ... vedono te che ci conduci alle terre senza sole ...-

Le zampe di Smaug si strinsero attorno al collo di Omega come una morsa e il drago parve ingigantirsi, diventando decine di volte più grosso di lui : -SVEGLIATI!- urlò con voce tonante.

Omega annaspò alla presa del fratello : -Lasciami andare ...-

-Lasciarti andare dove, fratellino? Nessuno se ne va da qui ...- ringhiò Smaug senza perdere quel mostruoso ghigno. -Tu ci hai condannati a rimanere qui per sempre ...-

-Posso ... ancora ... salvarvi ...- mormorò Omega.

Al che Smaug gli rise in faccia : -Salvarci? Siamo tutti morti, NON LO VEDI?- e così dicendo lo lanciò contro il pavimento.

-Tu ci hai abbandonati ...- ringhiò. -Avevi giurato, quando salisti al trono, che saresti stato per tutti noi garante di giustizia e sicurezza ... ma poi, nel momento fatidico, ci hai lasciati a morire! Hai lasciato ME a morire!-

Smaug mollò un sonoro pugno sulla mascella del fratello : -Non se mai stato migliore di nostri padre- sibilò. -Sei esattamente come Glaurung ... codardo, ipocrita e infido ... saremmo stati tutti meglio, senza di te-

Gli diede altri due pugni, accompagnati da una stilettata della coda : -Saremmo stati tutti meglio se tu non fossi mai nato!-

-Io ...- mormorò Omega boccheggiante. -... io ho sempre cercato ... di ... di proteggerti ... fratello ...-

-ALLORA DIMMI PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO!- urlò Smaug furente rifilandogli l'ennesimo pugno, così forte che Omega si sentì lanciare nel vuoto, precipitando giù, sempre più giù ...

Poi aprì gli occhi con un sussulto.

Era di nuovo nella camera del tesoro, e Anna era a poca distanza da lui, e lo guardava sbigottita dal suo improvviso scatto. Era stato solo un sogno ...

Ma mentre ancora tremava per lo spavento una figura scese dalle scale. Anna e Omega strabuzzarono gli occhi nel vedere comparire Shadow. Il primo impulso del drago fu di attaccarlo, ma qualcosa lo trattenne.

L'Enderman aveva un'espressione molto seria : -Da quando abbandoniamo i nostri popoli?- chiese. -Da quando lasciamo che i nostri desideri offuschino la nostra mente? Da quando la nostra famiglia è meno importante di un mucchio d'oro-

Anna era palesemente stupita e non lo nascondeva, ma nessuno dei due la notò. Omega si fece avanti : -Che cosa chiedi, Enderman?- mormorò.

-Lo sai benissimo- disse Shadow serio. -Non possiamo starcene dietro ad un mucchio di pietre mentre il resto della nostra gente viene massacrato combattendo la nostra battaglia-

-E tu vieni qui, da colui che ha fatto strage di Enderman, per chiedermi aiuto?- chiese Omega fingendo sicurezza.

Shadow annuì : -Sì- rispose.

Al che il drago non trattenne il suo stupore : -Perché? Che cosa ti importa se mi nascondo qui mentre tu vai a fare l'eroe?-

-Perché devo credere che tu possa guarire dalla malattia- rispose Shadow. -Devo, perché se non ci riuscirai tu non potrò farlo neppure io-

Omega rimase spiazzato.

Shadow era preoccupato per lui. Shadow, il suo nemico giurato, che gli aveva promesso morte e vendetta, ora era lì, pronto ad accantonare i rancori e a dimenticare il passato, perché voleva che lui guarisse.

Sapeva che Shadow stava provando sulla sua pelle la malattia dell'oro. Come Omega e come Orkrost, anche lui non ne era esente. La malattia era come un fluido letale che colpiva chiunque regnasse su quel tesoro.

Qualcosa gli punse la zampa; abbassò lo sguardo e vide che sotto di essa vi era la Pietra Filosofale, ancora nel pieno del suo splendore. Per un istante Shadow parve farsi lontano, e Omega fu preso dall'impulso di proteggere la Pietra, di rifiutare, di restare lì ... Poi gli apparve davanti il volto dello Smaug del sogno e si ritrasse. Con un ruggito, scagliò la Pietra dall'altro lato della stanza. Anna si affrettò a coprirla con un panno.

Omega abbassò lo sguardo. -Che cosa possiamo fare?- mormorò.

Shadow lo guardò severo : -Vieni fuori con me-

Al che anche Omega fu preso dalla determinazione : -Sì- ringhiò. -Combattiamo la nostra ultima battaglia ... ma non da nemici, questa volta-


***********************************


I soldati-mostro continuavano ad attaccare, feroci come non mai.

I draghi e gli Enderman si stringevano sempre di più, ormai alle strette. Nessuno di loro era privo di ferite o ematomi. Smaug stesso non sapeva più che cosa fare.

Poi il suono di un corno risuonò nell'aria.

E il portone del palazzo esplose, frantumandosi in migliaia di pezzi. L'enorme figura di Omega emerse dalla costruzione, ruggendo come mai nessuno lo aveva sentito, facendo tremare la terra. Si alzò in volo e si lanciò contro l'esercito nemico, incenerendo tutto ciò che trovava di fronte a sé.

I soldati-mostro alzarono gli archi e tentarono di colpirlo con le frecce, ma una figura nera si teletrasportò velocemente e le parò tutte con uno scudo. Omega incenerì ogni nemico nel raggio di diversi metri, poi tornò indietro, e sia draghi che Enderman strabuzzarono gli occhi nel vedere Shadow sulla sua groppa con lo scudo pieno di frecce.

-Seguiteci!- urlarono all'unisono. -Destatevi, figli di Glaurung e figli dell'Enderman! Combattete, in nome della libertà! Un giorno di spade questo è, un giorno rosso, ma quel rosso sarà il sangue dei nostri nemici!-

Smaug alzò le zampe urlando : -Per i re! Per i re!- seguito da tutti gli altri.

Sì, per i re. Due re, uniti contro un comune nemico. Due re, due popoli, un solo regno. Da difendere con le unghie e coi denti.

Gli Enderman salirono in groppa ai draghi e si lanciarono contro l'esercito di guerrieri-mostro, urlando parole di incitamento; Klingoon salì sopra Smaug, e i due non si fecero scrupoli a fare strage di nemici.

Shadow e Omega volarono verso l'alto, poi il drago batté forte le proprie ali, scatenando un tremendo vento. La nube di cenere che avvolgeva l'Enderman iniziò a diradarsi, e la luce dei tre soli risplendette nuovamente su quel mondo troppo a lungo rimasto al buio.

Era la luce, sì. Non la luce dell'oro. La luce della speranza.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Minecraft / Vai alla pagina dell'autore: Fabb5000