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Autore: Antares 91    11/05/2018    2 recensioni
Una strana epidemia dilaga rapidamente, trasformando gli esseri umani in zombie.
Protagonisti della storia sono dei ragazzi, che dovranno fare del loro meglio per poter sopravvivere.
"Tutto ebbe inizio in una soleggiata mattina di maggio."
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Ophiuchus Shaina, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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10 - Riabbracciarsi

Mi alzai molto presto quella mattina, mentre tutti ancora dormivano, e preparai la colazione. Cercai di fare meno rumore possibile. Preparai la tavola per tutti e, nello stesso istante in cui mi voltai per tornare in cucina a prendere le ultime cose, sbattei contro qualcuno.
- Buongiorno! Mattiniera, vedo! -
Alzai lo sguardo. - Milo! Ma cosa sei, un ninja?! -
Milo rise. - Forse... Sono sceso zitto zitto perché sentivo rumori e sono venuto a sbirciare... -
- Credevi fosse un ladro? - ridacchiai.
- Mmmh... sssì. Ma poi ho visto la tavola imbandita e... -
- ... e sei rimasto qui ad attendere che, chiunque fosse stato, uscisse allo scoperto. E poi io ti sono arrivata addosso. Pure te, però, che ti pari davanti a me all'improvviso... - risi, andando a posare le cose mancanti sul tavolo. - Devo dire che hai un udito fine. - aggiunsi, controllando che ci fosse tutto. - Vai a svegliare gli altri, su. Dobbiamo andare a prendere mio fratello, ricordi? -
- Sì, ci vado subito. Ma prima... - mi prese per un polso e mi fece voltare. - Voglio godermi questo momento in cui siamo da soli, per dirti che... - fece una pausa brevissima. - ...Ti amo. - mi rubò un bacio. - È da tantissimo che volevo dirtelo. Ho aspettato forse troppo a dirti che io per te provo più di un'amicizia... Volevo dirtelo già da un bel po' di tempo prima che... che succedesse quel che è successo, insomma... ma non ne ho mai avuto il coraggio. Temevo di rovinare la nostra amicizia per sempre. Quando ieri mi hai detto che mi ricambi, mi hai riempito di gioia. - sorrise.
Dei, ma quanto poteva essere bello quando sorrideva così, spontaneamente...?
D'istinto, gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Lui mi mise una mano dietro la nuca. Poi sentimmo dei passi che scendevano le scale, e ci staccammo contrariati, poiché qualcuno aveva interrotto il nostro "momento magico".
Camus comparve davanti a noi, ancora in pigiama, guardando prima la tavola imbandita e poi me e Milo.
- Ah, Camus! Stavo giusto per venire a svegliarvi tutti. - affermò Milo, con naturalezza.
- Sono ancora tutti a dormire? Ho sentito delle voci mentre andavo in bagno, poi sono sceso a vedere chi fosse già sveglio. - diede un'altra occhiata alla tavola. - Avete preparato tutto voi? -
- Ha fatto tutto Sasha. Ma... dimmi... per caso, hai sentito qualcosa di ciò che dicevamo? -
- No, niente. Perché? -
- Ah, no... niente, niente... -
Camus fece spallucce, ma, secondo me, era sospettoso e si chiedeva che avessimo da nascondergli.
- Ci penso io a svegliare gli altri. - ci sorrise e andò verso le scale.
Io e Milo prendemmo posto, vicini. Volemmo attendere gli altri per iniziare a fare colazione. Io fremevo dalla voglia di baciarlo ancora, e mi sembrava che anche lui volesse. Stavamo quasi per baciarci di nuovo, quando i gemelli irruppero letteralmente nella stanza, facendoci ricomporre all'istante.
- Fermi tutti! Mani in alto! - esclamarono in nostra direzione, in tono scherzoso, mimando delle pistole con le mani. Poi si sedettero, sfregandosi le mani e restando in attesa con noi, guardando il cibo in tavola.
- Chi ha preparato tutto? - chiese Kanon.
- Io. - risposi, alzando la mano timidamente.
- Ehi, lassù!!! La colazione è già in tavola, muovetevi!!! - urlò subito dopo Kanon, evidentemente rivolto a chi era ancora al piano di sopra.
- ... E fu così che ti sentì tutta Mykonos! - lo rimbrottò Saga, scuotendo la testa, divertito.
Il fratello di Aioria scese poco dopo, trafelato, e prese posto.
Camus tornò e si sedette vicino a Milo. Pian piano, arrivarono tutti gli altri e finalmente iniziammo a mangiare. Cavoli, non stavo più nella pelle ero emozionatissima all'idea che, tra poco, avrei riabbracciato Alexios.
Milo guardò con un sorrisetto strano Aioria e Marin, che sedevano di fronte.
- E bravi, vi siete dati da fare stanotte, eh. Vi ho sentiti, piccioncini. - ghignò, maliziosamente, facendo arrossire i due fidanzati.
- Ah, però... hai un udito fine... - rispose con un mezzo sorriso Aioria, cercando di nascondere l'imbarazzo, anche se non ci riusciva bene, mentre Marin si copriva con le mani il viso per nascondere il rossore.
- Sì, lo so. - fece un sorriso da furbetto. - Comunque, beh, lo sapete che abbiamo le stanze vicine... e i muri non sono isolanti... -
Aioria e Marin arrossirono ancor di più, sotto lo sguardo divertito di Milo, il quale continuò a parlare.
- Ma, tranquilli, mi sono infilato le cuffie quasi subito ed ho coperto i rumori con della musica per aiutarmi a dormire. Altrimenti non sarei riuscito a dormire in pace. -
Vidi i due tirare un sospiro di sollievo.
- Milo, ti diverti a mettere a disagio le persone, eh... - ridacchiai, tirandogli una gomitata.

Dopo aver finito di far colazione, raggiungemmo la clinica. Io e Alexios ci abbracciammo stretti, quasi piangemmo. Poi ci staccammo e, prese le poche cose che aveva con sé, raggiungemmo l'uscita e tornammo a casa. Durante il ritorno, Alexios fece la conoscenza di tutti.
A casa, poi, ci sedemmo tutti in salotto.
- È bello che finalmente tu e Sasha vi siate ricongiunti, Alexios. - Milo, seduto sulla poltrona vicina, gli poggiò una mano su una spalla.
Io guardai mio fratello, seduto accanto a me, e non seppi trattenere le lacrime. Lui mi abbracciò e mi strinse forte.
- Mi sei mancato... Mi sei mancato tantissimo! - singhiozzai.
- Anche tu a me, ma ora siamo di nuovo riuniti ed è questo che conta ora. - mi disse, Alexios, accarezzandomi i capelli.
Mi staccai, mi asciugai gli occhi e lo guardai. Stava piangendo anche lui, e mi guardava amorevolmente. Non lo avevo mai visto piangere. Mai, dacché avevo memoria.
Poi si asciugò le lacrime e guardò Shaina, Camus e Milo. - Sono felice di conoscervi. Finalmente posso associare i vostri nomi ai vostri volti. - sorrise. - Ed è un piacere conoscere anche voi tutti. - guardò il resto degli inquilini della casa.
Decisi di spiegare il motivo per cui Milo, Camus e Shaina non sapessero o non avessero mai saputo di Alexios. Io in realtà credo di avergli parlato o accennato di lui solo un paio di volte... Comunque, gli raccontai in breve che Alexios aveva mollato la scuola a quindici anni, e da allora ha iniziato a lavorare un po' ovunque, dìciamo. Finché si è trasferito a Mykonos, lavorando in modo fisso in un ristorante. Lo vedevamo pochissime volte l'anno, e non c'era mai modo di farlo conoscere ai miei amici, per un motivo o per un altro.
Come poi ci spiegò lui stesso, quando è scoppiata l'epidemia, stava venendo a trovarci, ma ha trovato l'inferno non appena ha messo piede ad Atene. Dopo esser tornato sull'isola, ha perso i sensi subito dopo esser arrivato e lo hanno subito trasportato in ospedale, per fare degli accertamenti. Poverino... ha dormito per tre giorni di fila a causa dello shock e alla stanchezza per ciò che aveva dovuto affrontare.
- Mi dispiace, ho provato a telefonare a casa e a te, ma le linee erano intasate... e sono stato un codardo, sono praticamente scappato... - aggiunse Alexios, abbracciandomi.
- Ehi, tu non sei codardo, ok? -
Era strano vederlo così... ero sempre stata io quella debole tra noi due, anche se Alexios diceva sempre che sono forte.
- Sai cosa importa ora? - proseguii - Che tu sei vivo e sei qui tra noi. Che tutti noi siamo vivi. E dobbiamo continuare a vivere, dobbiamo essere forti. Quindi, non ti abbattere. - sorrisi, guardandolo.
- Hai ragione. - sciolse l'abbraccio e mi guardò. - Non voglio essere un peso per voi... Dai, la smetto di piagnucolare... - sorrise. - Non sto facendo una bella figura... -
Risi appena. - In un momento del genere, ti preoccupi dell'apparenza? Incredibile... -

Decidemmo di fare una festa per Alexios. Ovviamente il festeggiato si propose per aiutare in cucina. Gli piaceva un sacco cucinare. Si notava, e io lo sapevo, perché mi aveva sempre raccontato che cucinare era la sua passione. Al contrario di me, che odio cucinare.
Io, Milo e Marin, in cucina con lui, eravamo rimasti imbambolati a fissarlo. Era velocissimo! Quando iniziò a distribuirci dei compiti, non perdemmo tempo a fare ciò che ci aveva chiesto.
Di là, in salotto, qualcuno aveva acceso lo stereo e, da quel che sentivo, stavano praticamente apparecchiando la tavola cantando a squarciagola.
- Shaina!!! Sei stonata!!! - urlò Milo, ridendo subito dopo.
- Va' al diavolo, Milo!!! - gli urlò in risposta Shaina, continuando poi a cantare.
- Ma non è stonata! - dissi io, per difenderla.
- Ma come no? Ma l'hai sentita bene? - fece lui, fissandomi un attimo.
- Ok, forse solo un pochino... -
- Anche qualcun altro lo è. - rise. - Aioria!!! Il canto non fa per te!!! - urlò ancora.
- Perché allora non ci fai sentire come canti tu?!? - ricevette in risposta da Aioria.
- Oh, con piacere!!! Magari dopo pranzo vi faccio sentire, eh!!! -
Camus si affacciò in cucina.
- Hai appena accettato la sfida di Aioria, Milo? Ok, propongo un karaoke. Ma non puoi competere con me, mio caro amico... - sorrise solenne.
- Lo vedremo, Camus, lo vedremo. - sogghignò Milo, mentre Camus spariva.
Credevo che Camus fosse sicuramente un passo avanti a Milo. Li avevo spesso sentiti cantare entrambi e li trovavo bravissimi, ma Camus aveva un qualcosa in più.
Portammo tutto in tavola e mangiammo. Notai subito, da quando ci eravamo seduti, che Aioria, Shaina e Milo si lanciavano sguardi di sfida. Camus, invece, preferiva mangiare in santa pace e ignorare eventuali sguardi di sfida rivolte a lui.
Dopo l'abbondante pranzo, e dopo aver lavato le stoviglie e messo in ordine, potemmo dedicarci alla sfida.
Shaina e Aioria guardarono Milo con un sorrisetto.
- Allora, mostraci la tua bravura canora... - fece Shaina.
- Non vedevo l'ora, guarda. - Milo sorrise, strafottente. - Camus ha proposto una sfida al karaoke. Ci state? -
- Certo. Allora, inizi tu, o vuoi che inizi prima qualcun altro? -
- Oh, no, voglio iniziare io. - disse, sicuro.
- Ma siamo solo noi quattro? Nessun altro vuol partecipare? - chiese Camus.
Io in primis declinai. Mi vergognavo a cantare davanti a tutti. Però io e gli altri che non partecipavano alla sfida avevamo un ruolo comunque importante: fare da giuria.
Uno dopo l'altro, i partecipanti si esibirono nelle loro doti canore. Milo e Camus per me potevano anche vincere a parimerito, però, come ben ricordavo, Camus aveva un leggero vantaggio su Milo. Anche Aioria e Shaina non se la cavarono male, dai. Con un po' di esercizio sarebbero potuti migliorare (non si può essere perfetti in tutto, no?). Alla fine indovinate chi fu il vincitore? Ovviamente Camus! Subito dopo, al secondo posto Milo, al terzo Aioria e al quarto Shaina.
- Sei arrivato secondo... - Shaina punzecchiò Milo.
- Se c'è Camus, arrivo sempre secondo, ahimé. Poi parli proprio tu, che sei arrivata quarta! Hai poco da prendermi in giro, tzé! - rise, mentre pronunciava l'ultima frase.
Shaina lo mandò educatamente (ma non troppo) a quel paese.
Mentre Shaina e Milo si punzecchiavano come al solito, e gli altri si congratulavano col vincitore della sfida al karaoke, io raggiunsi mio fratello. Volevo recuperare tutto il tempo in cui non eravamo stati insieme. Passammo praticamente il pomeriggio a raccontarci di tutto e di più. Gli rivelai anche di me e Milo, e ne fu contento.
La sera, prima di andare a dormire, mi scusai con Milo per averlo praticamente "abbandonato" tutta la giornata.
Lui sorrise. - Fa niente. Comunque... - disse, tirandomi a sé - Noi abbiamo un bacio in sospeso. -
Eravamo nel corridoio, vicino alla sua stanza. Mi guardai intorno, poi guardai di nuovo Milo.
- Ci siamo solo noi nel corridoio... ne approfittiamo? - sorrisi.
Milo non disse nulla. Anzi, mi prese il viso tra le mani e mi baciò da togliermi il fiato. Dopo mi diede un bacio a stampo e mi sorrise allegramente. - Buonanotte, dolcezza. Ah, un'altra cosa: tu sei la mia ragazza ora, se non l'avessi ancora capito. - mi fece l'occhiolino e sparì nella sua stanza.


Angolo dell'autrice
Eccomi qua. Mi dispiace non essere riuscita a pubblicare prima. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo (non attenderete molto stavolta, promesso!).
   
 
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