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Autore: Summer11    11/05/2018    2 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 65
-Decisioni.-



Jasmine: Voi vi conoscete?

-Chiese curiosa la bambina dai capelli biondi. Victoria la guardò e rispose.-

Victoria: Sì, Jasmine, da un bel po’ di tempo!

-Sentire Victoria pronunciare il nome della sua bambina, provocò a Lily un brivido per tutta la schiena. Victoria continuò a guardare le bambine per poi parlare.-

Victoria: Bambine, perché non andate a giocare mentre io e Lily parliamo?

-Sia Jasmine che April annuirono felici, scappando nel cortile della scuola. Lily guardò le bambine allontanarsi per poi riprendere a guardare Victoria. Scosse la testa e parlò con un tono abbastanza sprezzante.-

Lily: Non ci posso credere. Proprio tu, tra tutte le persone che esistono al mondo...
Victoria: Lily, senti, so che mi detesti e hai tutte le ragioni del mondo, da ragazzina ero una montata viziata
Lily: Ti fai un complimento con questa descrizione. Diciamo che eri proprio una stronza!

-Victoria sospirò e poi riprese a parlare.-

Victoria: Posso assicurarti che crescendo sono cambiata. Non voglio chiederti di perdonarmi, perché per quanto tu possa essere buona, so che non lo farai. Ti chiedo solo di non mettere in mezzo le bambine, loro non ne hanno colpa. Sono così piccole e mia figlia adora Jasmine, non parla d’altro. Sono felici insieme, guardale!

-Disse la donna indicando le bambine che si rincorrevano sul prato. Lily si voltò e le guardò. Le ricordavano tanto lei e Megan da piccole. Vedendo quel meraviglioso sorriso di sua figlia, non pote’ che sorridere. Poi si rivoltò verso Victoria e i sentimenti che aveva provato da adolescente, tornarono.-

Lily: Sai Victoria, a volte per il bene dei nostri figli dobbiamo fare qualcosa che loro non vogliono o che li rende momentaneamente tristi. So che mia figlia ci soffrirà ma lo faccio per il suo bene e mi dispiace che ci passi tua figlia, davvero. Come hai detto tu, loro non c’entrano. Però io non mi fido e non lascerò che Jasmine passi del tempo con te e la tua famiglia!

-La donna dai capelli rossi la guardò corrugando la fronte.-

Victoria: Ti vuoi vendicare, non è così? Ci stai riuscendo bene, Lily. Ma qui non si tratta più di me o di te, si tratta della felicità delle nostre figlie e fattelo dire, stai sbagliando di grosso!

-Lily strinse i pugni dalla rabbia, non sopportava più quel volto così falso davanti ai suoi occhi.-

Lily: Non ti permetto di giudicare ciò che faccio per proteggere mia figlia da persone come te! Ho perso fin troppo tempo qui

-Si voltò e chiamò sua figlia che subito la raggiunse.-

Lily: Andiamo, Jazzy!

-Prese la mano alla bambina e si avviarono alla macchina, lasciando lì Victoria e April.-

Jasmine: Mamma, sei arrabbiata?
Lily: No, tesoro!
Jasmine: Stai camminando troppo velocemente, non riesco a seguirti!
Lily: Scusa. Stavo solo riflettendo!

-Disse la donna prima di aprire la macchina.

Intanto, quel pomeriggio, Samuel ed Emily avevano appena varcato la soglia di casa McKay. Entrambi salutarono.-

Samuel ed Emily: Ciao!

-Rachel guardò Samuel in particolare e il saluto fu più freddo che mai.-

Rachel: Ciao!

-Il ragazzo abbassò lo sguardo e parlò.-

Samuel: Vado in camera mia!

-E fu lì che Rachel non si seppe trattenere.-

Rachel: Così da poter fumare in santa pace, no?! E poter prendere me e tuo padre come due imbecilli!

-Samuel avrebbe voluto rispondere, ma si trattenne e salì le scale mentre sua madre sospirava sedendosi sul divano. Emily si sedette a fianco a lei abbracciandola.-

Emily: Mami!
Rachel: Tesoro mio!

-Rachel le accarezzò i capelli e la baciò sulla testa. Emily sussurrò.-

Emily: Samuel non è uno stupido, capirà!
Rachel: Lo spero tanto!

-Dopo il lavoro, Alex non tornò direttamente a casa, ma passò in casa discografica da Oliver.-

Alex: Ehi!
Oliver: Ciao, che sorpresa!

-Alex si sedette sulla sedia vicino al suo amico.-

Alex: Ti disturbo?
Oliver: No. Tra l’altro ho quasi finito e se non torno a casa ad un orario decente, questa volta Brittany mi fa a fettine!

-Alex sorrise debolmente e Oliver capì che qualcosa non andava.-

Oliver: Hai una brutta cera, che succede?
Alex: Samuel! Sta diventando ingestibile. Non capisco dove io e Rachel sbagliamo con lui. Ieri l’ho beccato mentre fumava una sigaretta in camera sua

-Oliver sgranò gli occhi.-

Oliver: Mentre fumava?! Però, ha avuto un bel coraggio a fumare in casa!
Alex: Già! Mi sono saltati i nervi, non ci ho visto più dalla rabbia e l’ho praticamente appeso al muro. Dovevi vedere il suo sguardo. Continuava a sfidarmi

-Oliver sospirò guardando il suo amico.-

Oliver: Credo che siamo nella stessa situazione. Se Samuel fuma, probabilmente anche Dylan!
Alex: Non lo so, Olly!

-Oliver alzò gli occhi al cielo, pensando a sua moglie.-

Oliver: Non so come potrebbe reagire Brittany!
Alex: State attenti a come prendete l’argomento con Dylan

-Oliver annuì.

Quando finì di lavorare, tornò a casa e parlò con Brittany che lo guardava sconcertata e preoccupata.-

Brittany: Tu credi che Dylan fumi?
Oliver: Sinceramente non so cosa aspettarmi. Sono ancora dei ragazzini e da quanto ho capito sono nella cerchia dei più gettonati a scuola. Se lo fa Samuel, credo che anche Dylan fumi. Alex ha praticamente attaccato al muro suo figlio
Brittany: Ci credo, lo ha colto sul fatto e non sarà riuscito a trattenersi. Meno male che ci ha avvisato. Dobbiamo parlare con Dylan
Oliver: Appena tornerà a casa, sarà la prima cosa che faremo
Brittany: E’ uscito solo dieci minuti fa!

-Oliver la strinse a sé.-

Oliver: Pulce, non farti venire l’ansia. Stai calma. Aspetteremo!

-Brittany annuì e accesero la tv, così da non pensare alla faccenda di Dylan.

Intanto, anche Daniel era tornato a casa dalla sua famiglia.-

Daniel: Sono tornato!

-Chiuse la porta dietro di sé e Jasmine corse da lui, saltandogli sopra.-

Jasmine: PAPAAAAA’!

-Lui la prese in braccio e la baciò.-

Daniel: Ciao farfallina! Cosa mi racconti?
Jasmine: Oggi sono stata in banco con April! E’ stato divertente
Daniel: Me lo immagino. Scommetto che non avete tenuto per niente la boccuccia chiusa

-Jasmine scoppiò a ridere annuendo.-

Daniel: Dov’è la mamma?
Jasmine: Sta vestendo Drew in camera sua. Ha appena fatto il bagno!

-Con Jasmine ancora in braccio, Daniel andò in camera di Drew e li vide. Lily gli stava mettendo la maglietta.-

Daniel: Ciao!

-Si avvicinò a sua moglie, le diede un bacio e poi mise a terra Jasmine. Lily si alzò dal letto e lo abbracciò.-

Lily: Ciao tesoro!
Daniel: Ehi!

-Lui le accarezzò i capelli stringendola la sé. Sentiva che sua moglie aveva bisogno d’affetto.-

Daniel: Cosa è successo?
Lily: Ne parliamo dopo?

-Daniel annuì e la ribaciò, poi sentì qualcuno tirargli i pantaloni.-

Drew: Papà! Ci sono anch’io!
Daniel: Oh, ma guarda chi sbuca fuori!

-Lui rise, prese suo figlio in braccio e lo lanciò in aria mentre Lily accompagnava Jasmine a fare il bagno, era arrivato il suo turno. Daniel finì di vestire Drew mettendolo in piedi sul letto.-

Daniel: Forza ometto!

-Prese i jeans che Lily aveva appoggiato sulla sedia e glieli infilò, continuò con le calzine e infine gli mise le scarpe.-

Daniel: Pronto!

-Gli scompigliò il caschetto e il bambino saltò giù dal letto.-

Drew: Papà, guarda come sono diventato bravo con la macchina!

-Drew prese dalla scatola dei giocattoli una macchinina e il telecomando, la poggiò a terra e la fece partire. Daniel sorrise.-

Daniel: E’ velocissima! Nonno Oliver ha proprio scelto bene!
Drew: Sì!
Daniel: Vieni, andiamo a provarla nel giardino!
Drew: Andiamo, andiamo!

-Disse eccitato il bambino, prendendo la macchinina e uscendo nel giardino posteriore.

Intanto in casa McKay, Emily era uscita per andare al suo allenamento di pallavolo e Rachel e Alex si gustavano un buon caffè in cucina e quando sentirono un bussare, guardarono verso la porta.-

Samuel: Disturbo? Volevo parlarvi

-Disse Samuel mentre se ne stava lì impalato. Rachel lo guardò e sospirò. Alex parlò.-

Alex: Ti ascoltiamo!
Samuel: Possiamo sederci?

-Chiese il ragazzo e sia Rachel che Alex si sedettero a tavola davanti a lui.

Anche in casa Lee si sarebbe svolta una discussione importante quel pomeriggio. Lily si sedette sul divano a fianco a suo marito, poi guardò i suoi figli.-

Lily: Bambini, perché non andate a giocare in cameretta?

-Entrambi annuirono, correndo poi nella cameretta della bambina. Daniel guardò sua moglie preoccupato.-

Daniel: Ora possiamo parlare?

-Lily annuì e sospirò.-

Lily: Oggi ho incontrato la madre di April. E’ Victoria!

-Daniel spalancò gli occhi sconcertato.-

Daniel: Cosa? Victoria? Victoria Connors?

-Lily sospirò ancora.-

Lily: Esattamente quella. So che sarà difficile ma voglio fare la cosa giusta per mia figlia!

-Daniel annuì e parlò.-

Daniel: Già. Tesoro, so quanto possa essere dura per te, ma il passato non deve interferire con il presente e le bambine non c’entrano nulla. La cosa più importante è che nostra figlia sia felice. Sono contento che tu abbia deciso di fare frequentare April e Jasmine

-Lily lo guardò corrugando la fronte.-

Lily: Cosa? Aspetta un secondo, hai capito male!

-Suo marito la guardò confuso e Lily continuò.-

Lily: Jazzy non frequenterà April!
Daniel: Ma vuoi scherzare?

-Disse Daniel sconcertato.-

Lily: No! Non permetterò che mia figlia stia con persone del genere
Daniel: E non pensi a Jazzy? La distruggerai
Lily: All’inizio soffrirà, lo so. Ma almeno in futuro non avremmo delle conseguenze incorreggibili
Daniel: Non puoi farle questo, Lily!

-Lily evitò lo sguardo di suo marito, il quale non poteva credere alle sue orecchie.-

Daniel: Ragiona, ti prego! Anche io non sopporto Victoria, lo sai. Ma non impedirei mai a Jasmine di fare amicizia
Lily: Può fare amicizia con tanti altri bambini!
Daniel: Hai sentito quanto è entusiasta?! E’ la sua migliore amica
Lily: Ma per favore Dan, si sono conosciute ieri!
Daniel: E’ così che farai, allora? Quando non ti andrà bene ciò che farà o con chi starà, le impedirai di vivere? Mi dispiace, io non ci sto!
Lily: Daniel, lo faccio per il suo bene!

-Lui si alzò dal divano furibondo.-

Daniel: Lo fai perché sei accecata dall’odio per Victoria!
Lily: Non e’ vero! Non siamo più ragazzine
Daniel: Ti stai comportando come una quattordicenne però. Io non voglio essere tuo complice in questo. Parla tu con Jasmine e sappi che non avrai il mio appoggio!

-Lui la superò uscendo dal salotto mentre Lily alzava gli occhi al cielo.

In casa McKay, intanto, Samuel guardava dritto negli occhi i suoi genitori.-

Samuel: Mi dispiace. Mi dispiace davvero. Io non volevo mancarvi di rispetto. So di non essere innocuo e perfetto come Emy e non credo che mai lo sarò, perché io sono quello che vi da problemi. Per il sessanta per cento della giornata mi sento bene, forte e rispettato a scuola. Poi torno a casa e vi guardo, ti guardo mamma, vedo i tuoi occhi, i tuoi movimenti e sento i tuoi sospiri e realizzo di essere un’idiota. Uno che fa lo sbruffone a scuola ma una volta tornato a casa torna ad essere solo la delusione dei suoi genitori. Uno che riesce solo a ferirvi...

-Tirò su col naso, senza piangere, però.-

Samuel: Questo mi fa chiudere in me stesso, mi vergogno e penso che voi non vogliate passare del tempo con me perché vi faccio già dannare abbastanza. Mi arrabbio e divento nervoso, non riesco a calmarmi. Fumo quando sono nervoso, non è un vizio, per giorni non tocco sigarette. Non so cos’avete pensato, non lo so, perché non vi conosco più. Noi non parliamo quasi più per colpa mia, ma giuro che posso fare a meno del fumo e posso smettere quando voglio perché non ho una dipendenza. Mi dispiace!

-I suoi occhi si fecero lucidi.-

Samuel: E’-è solo che sento la mancanza del vostro affetto ma non riesco a venire da voi. Io non so più come comportarmi. Qualche volta, vorrei tornare indietro nel tempo. Quando eravamo piccoli, era tutto più semplice. Non c’erano problemi a chiedervi un abbraccio. Adesso invece è tutto più complicato, i-io mi sento così in più in questa famiglia. Emy combacia perfettamente con voi. Io no!

-Rachel non resistette più, quelle parole le sciolsero il cuore, si alzò e andò ad abbracciare suo figlio che ormai mentre parlava si guardava le scarpe, non aveva il coraggio di guardarli in faccia.-

Rachel: Tesoro! Non devi neanche pensarle queste cose!

-Gli alzò il mento in modo da incontrare i suoi occhi celesti, in quel momento lucidi e brillanti, per poi fermarsi ad osservare il percorso di quella lacrima che sfuggì al controllo di Samuel. Delicatamente gli asciugò il viso. Samuel continuò.-

Samuel: Mi dispiace di crearvi problemi in continuazione, mi dispiace farvi soffrire e farvi arrabbiare. Io non lo faccio a posta, faccio cazzate e basta. Sono bravo solo in quello!

-Alex lo guardò capendo il suo malessere e si avvicinò a lui.-

Alex: Sam, anche se la scuola non è il tuo forte, sei bravo in tante altre cose! Sai bene che noi non vi obblighiamo ad avere il massimo dei voti a scuola, chiediamo semplicemente il vostro impegno. Vogliamo che voi viviate la vostra età, vi divertiate e facciate le vostre esperienze, ovviamente consone a dei ragazzini di diciassette anni. Vogliamo che siate allegri e spensierati. Alla vostra età, gli errori si fanno e se ne fanno tanti. L’importante è capire dove si ha sbagliato, cercare di migliorare se stessi e per quanto possa essere difficile, soprattutto per te, bisogna imparare a chiedere scusa!

-Rachel accarezzò il viso di suo figlio e continuò.-

Rachel: Siamo esseri umani tesoro, è normale sbagliare, specialmente alla tua età. Sai bene che a noi non piace fare paragoni con tua sorella. Siete due persone diverse, con due cervelli e modi di fare e pensare completamente diversi. Noi vi accettiamo e vi amiamo per ciò che siete individualmente. Se vorrai essere abbracciato, sostenuto o incoraggiato, noi siamo qui e lo saremo sempre per te ed Emy. E’ il nostro compito!

-Samuel tirò su con il naso.-

Samuel: Voi ed Emy, sì insomma, avete un rapporto diverso, siete così uniti. Io mi sento lontano da voi ed è soltanto colpa mia. Vorrei essere meno distante, con voi, con Emy, ma ho paura che poi la mia reputazione crolli!

-Rachel lo guardò.-

Rachel: Cosa c’è di così terribile in questo? Voglio dire, tesoro, le persone che hai accanto, famigliari, amici, ti vogliono bene per quello che sei realmente. Molte amicizie, tesoro, vanno e vengono, ma solo chi ti conosce veramente e ti accetta per come sei, starà sempre al tuo fianco

-Alex continuò.-

Alex: Ascoltami, è una cosa normalissima che alla vostra età vi stacchiate da noi. Lo capiamo, perché ci siamo passati. Per un po’ di tempo ci siamo tutti allontanati dalla famiglia, volevamo il nostro spazio e soprattutto volevamo evitare le seccature, ma non è mai troppo tardi per riunirti a noi!

-Rachel annuì concordando con suo marito.-

Rachel: Anche se ci siamo un po’ allontanati, noi non smetteremo mai di volerti bene. E non vergognarti di chiederci un abbraccio o un consiglio. Io credo che non si è mai troppo grandi per le dimostrazioni d’affetto. E’ dura vivere la tua età perché non sei più un bambino tesoro, stai diventando uomo ma ciò non significa che ti debba allontanare da noi o che tu non possa desiderare di stare più in famiglia. E se ti può consolare, ci sei mancato anche tu Sam, da morire!

-Rachel sorrise stringendo a sé il suo bambino. Le era mancato da morire sentir parlare il cuore del ragazzo e non il suo ego. Samuel si godette quell’abbraccio e quel calore che ormai non sentiva più da tanto tempo e sussurrò ancora.-

Samuel: Mi dispiace!
Rachel: E’ tutto passato, tesoro!

-Disse Rachel, per poi continuare.-

Rachel: Abbiamo bisogno che tu ci dica la verità su una cosa!

-Samuel annuì.-

Rachel: Dylan fuma?

-Il ragazzo guardò i suoi genitori. Non poteva trascinare Dylan in quella pozzanghera di fango, quando Alex parlò.-

Alex: Sam, non preoccuparti. Puoi fidarti di noi, non faremo la spia a Brittany e Oliver anche perché loro lo sanno già. Parleranno con Dylan e sono sicuro che lui non mentirà su questo. Anche loro dovranno affrontare un momento di pura sincerità!

-Samuel li guardò, decidendo di fidarsi di loro.-

Samuel: Sì, fuma anche lui. Senti papà, non avrei dovuto risponderti in quel modo così arrogante però io ve lo giuro, fumo occasionalmente e lo stesso Dylan!

-Alex gli diede una pacca sulla spalla.-

Alex: Quando anche Brittany e Oliver avranno parlato con Dylan, faremo una bella riunione tutti insieme e troveremo un modo per far si che voi non fumiate più

-Samuel sospirò annuendo mentre Alex guardava il suo sguardo che lo portò indietro nel tempo a quando suo figlio combinava qualche guaio e poi vergognoso andava a chiedere scusa. Avvicinò Samuel a sé.-

Alex: Vieni qui. E’ tutto okay!

-Disse Alex stringendo suo figlio che sentì il suo cuore farsi molto più leggero. Si staccarono dall’abbraccio e Samuel guardò i suoi genitori.-

Samuel: Grazie! Sentite, oggi mangiamo la pizza tutti insieme? Io, voi ed Emy?

-Alex sorrise.-

Alex: Mi sembra un’ottima idea! Da chi le ordiniamo?
Samuel: Stavo pensando... Mamma non è che potremmo farle qui, insieme? Ho scoperto di avere del talento per la cucina

-Rachel lo guardò e sorrise.-

Rachel: Certo! Però dovrete andare a comprare gli ingredienti
Samuel: Allora facci la lista!

-Disse il ragazzo con un sorriso stampato in faccia. Niente avrebbe potuto rovinargli quella giornata, finalmente aveva ritrovato ciò che aveva perso.

In casa Lee continuava ad esserci molta tensione nell’aria mentre tutti si preparavano e giravano per la casa. Lily parlò.-

Lily: Prima di uscire dobbiamo tagliare i brownies a cubetti…

-Daniel la guardò.-

Daniel: Lo faccio io!
Lily: Bene, allora io tolgo i vestiti dall’asciugatrice!

-Mentre gli adulti finivano le ultime faccende, Drew stava sdraiato a pancia in giù sul tappeto in salotto, continuando a guardare come ipnotizzato il lento movimento della coda del gatto che dormiva beatamente, Jasmine, invece, fermò sua madre. Era una bambina davvero determinata.-

Jasmine: Mamma, papà, domani posso andare a giocare da April?

-I suoi occhi celesti erano così speranzosi. Daniel guardò sua moglie e non pote’ che sogghignare. Era proprio curioso di sentire cosa Lily avrebbe risposto alla loro bambina. Guardò sua figlia.-

Daniel: Farfallina, devi chiedere alla mamma. Io sembra che non abbia diritto di scelta e di parola su questo argomento!

-Lily subito fulminò Daniel con lo sguardo, per poi soffermarsi a guardare il visino di sua figlia, abbassandosi alla sua altezza.-

Lily: Jazzy, mi dispiace, non puoi andare!
Jasmine: Cosa?! Perché?
Lily: Non voglio che tu frequenti April
Jasmine: E’ la mia migliore amica!
Lily: Ci sono tanti altri bambini con cui puoi fare amicizia
Jasmine: Ma non sono come April!
Lily: Mi dispiace, tesoro!

-Jasmine, capendo che non si trattava di uno scherzo e vedendo che sua madre non cambiava idea, iniziò a piangere disperata.-

Jasmine: MA PERCHE’, MAMMA? E’ UNA BRAVA BAMBINA PROPRIO COME ME!

-La donna sospirò.-

Lily: Jazzy, non urlare così per favore...
Jasmine: VOGLIO CHE APRIL SIA MIA AMICA!

-Lily era stressata e non ne poteva decisamente più di quelle urla e non dando proprio il buon esempio, urlò anche lei.-

Lily: JASMINE LEE, BASTA! HO DECISO COSI’. SMETTILA DI FARE I CAPRICCI. NON ANDRAI A CASA DI APRIL, CHIUSO IL DISCORSO!

-La bambina urlò con tutto il fiato che aveva in quel piccolo corpicino.-

Jasmine: SEI CATTIVA E TI ODIO!

-Subito scappò piangendo nella sua cameretta lasciando Lily di sasso. La donna sapeva che Jasmine non provava veramente quei sentimenti. Era solo arrabbiata, ma ciò non le impediva di starci male. Daniel guardò sua moglie aggrottando la fronte.-

Daniel: “Ho deciso così”? Ma che bella risposta sensata!

-Lui prese Drew in braccio e andò in camera di Jasmine a consolarla mentre Lily guardava suo marito andare via.-

Lily: Che idiota!

-Intanto Dylan era appena tornato a casa. Chiuse la porta dietro sé e vide i suoi genitori seduti sul divano.-

Dylan: Ciao gente! Io vado a farmi una partita all...
Oliver: Dylan, rimani qui. Dobbiamo parlare

-Disse Oliver seriamente. Anche il ragazzo si sedette sul divano.-

Dylan: Okay, ora mi fate decisamente paura

-Suo padre si era preparato mentalmente un bel discorso che toccava tanti punti per poi arrivare al sodo. Prese fiato per parlare, quando Brittany sconvolse tutti i suoi piani, guardando il ragazzo.-

Brittany: Dylan, tu fumi?!

-Dylan sgranò gli occhi, non aspettandosi una domanda del genere.-

Dylan: Mamma!
Brittany: Rispondi. Allora, fumi?

-Brittany continuava a guardare con uno sguardo severo suo figlio e anche Oliver parlò.-

Oliver: Vogliamo la verità, figliolo. Se ci mentirai lo scopriremo

-Dylan li guardò sospirando. Non aveva scampo.-

Dylan: Io... Beh, insomma, quando mi capita o sono nervoso

-Brittany abbassò lo sguardo mettendosi le mani in testa dalla preoccupazione. Non riusciva più a pensare. Subito Dylan si affrettò a spiegare, prendendo le mani di sua madre, guardandola dritta negli occhi.-

Dylan: Mamma, non ne sono dipendente! Posso non fumare, ce la faccio. Ve lo hanno detto Alex e Rachel, vero? Per Samuel. Noi fumiamo quando siamo nervosi!
Brittany: Io questa la chiamo dipendenza, Dylan. Siamo così delusi dal tuo comportamento. Maledizione, sai che non si scherza con la salute? Passino i voti bassi a scuola, passino tutte le ore che giochi alla playstation, passino le serate in cui torni più tardi del coprifuoco o quando prendi la macchina senza permesso. Possiamo passare su tutte queste cose, ma non posso perdonare il fatto che tu ti stia avvelenando!

-Dylan continuò a giustificarsi.-

Dylan: Sono più di tre giorni che non fumo ormai!

-Oliver guardò suo figlio, voleva delle risposte.-

Oliver: Perché allora fumare se non ne sei nemmeno dipendente?

-Dylan si alzò dal divano per riprendere fiato. Quell’interrogatorio lo stava soffocando.-

Dylan: Non lo so, okay?! Forse lo facciamo più per sfogarci, forse lo facciamo per non apparire deboli a scuola!

-Oliver continuava a guardarlo davvero deluso.-

Oliver: Ah, non avete nemmeno una ragione valida per questo? Quasi quasi capisco qualcuno che ne è dipendente, ma sentire uscire dalla tua bocca che lo fate per passatempo, per avere visibilità ed essere importanti a scuola, mi fa innervosire ancora di più. Mi fa capire che tu e Samuel siete proprio due babbei! Onestamente pensavo che vi avessimo tirati su meglio. Che sia chiaro, non vogliamo che tu ritocchi quella roba, Dylan. Oggi ne parliamo, non costringerci domani a…

-Dylan lo bloccò, ne aveva abbastanza di quella ramanzina.-

Dylan: Papà! Davvero, posso farne a meno. Mamma, sto dicendo la verità. Lo giuro!

-Brittany lo guardò seriamente.-

Brittany: Lo spero! Comunque domani faremo una bella chiacchierata interessante con tutti voi. Andremo a casa di Alex e Rachel dopo la scuola e il lavoro

-Dylan sospirò guardando i suoi genitori.-

Dylan: Non sto mentendo. Lo giuro. Fidatevi di me

-Oliver guardò suo figlio.-

Oliver: Lo stiamo facendo, figliolo. Ti perdoniamo ma comunque tu e Samuel avrete tutta la nostra attenzione

-Dylan guardò i suoi genitori.-

Dylan: Accidenti, se avessi saputo di tutta questa ramanzina non avrei mai toccato delle sigarette!

-Lui sorrise con il suo sguardo furbetto, facendo sorridere anche i suoi genitori che lui abbracciò. Brittany sussurrò.-

Brittany: Niente più fumo!
Dylan: Niente più fumo, lo prometto!

-Brittany sorrise, accarezzandogli il viso, poi il ragazzo cambiò argomento.-

Dylan: A che ora arriveranno Lily e famiglia?
Brittany: Sarebbero dovuti arrivare un quarto d’ora fa, veramente!

-Disse Brittany mentre guardava il suo orologio da polso e il campanello suonava.-

Brittany: Ah, eccoli!

-Dylan li fece entrare. Tutti si salutarono e si sedettero in salotto. Lily parlò.-

Lily: Scusate il ritardo, c’è stato un piccolo problema a casa!

-La donna guardò Daniel mentre Brittany guardava confusa sia sua figlia che suo genero. Daniel in quel momento cambiò discorso sorridendo.-

Daniel: Oh, abbiamo portato i brownies!
Oliver: Grazie!

-Disse Oliver prendendo il vassoio e portandolo in cucina, per poi tornare in sala da pranzo. Drew intanto, era già saltato addosso a Dylan che vedeva più o meno come un Dio.-

Drew: Zio, per favore, andiamo sullo skateboard?
Dylan: Vorrei tanto insegnartelo Drew, ma la tua mamma mi uccide se ti fai male e poi è già buio. Un’altra volta!

-Dylan guardò Lily che sorrise, poi parlò ancora.-

Dylan: Io ho una fame da lupi! Mangiamo?
Oliver: E’ tutto pronto!

-Disse Oliver, mentre Lily si sedeva accanto a suo fratello ridendo.-

Lily: Quale onore avere Dylan a cena con noi!
Dylan: Sorellina, sorellina, essere me comporta degli impegni!
Lily: Ma sentilo il galletto!

-Tutti risero mentre Lily scuoteva la testa. Brittany intanto accarezzò Jasmine che aveva uno sguardo abbastanza cupo.-

Brittany: Allora Jazzy, ti siedi vicino alla mamma?
Jasmine: Nemmeno per sogno!

-Disse la bambina, guardando sua nonna e sedendosi accanto a lei, dall’altra parte del tavolo. Lily sbuffò scuotendo la testa e Oliver guardò la sua nipotina.-

Oliver: Siamo arrabbiate stasera!

-Per alleggerire quell’aria così pensante, Dylan fece la cosa che gli riusciva meglio: il pagliaccio. Prese la forchetta e iniziò a battere sul tavolo.-

Dylan: ABBIAMO FAME, ABBIAMO FAME, ABBIAMO FAME!

-Ovviamente Drew imitò ogni suo gesto.-

Drew: ABBIAMO FAME, ABBIAMO FAME, ABBIAMO FAME!
Brittany: Adesso arriva la pasta! Non capisco chi dei due abbia quattro anni!

-Disse Brittany mentre portava la pasta a tavola.

Dopo alcuni minuti, tutti mangiavano quegli spaghetti al sugo di Oliver che tutti adoravano. Tutti mangiavano tranne Jasmine. Brittany la guardò accarezzandole la manina.-

Brittany: Tesoro, mangia, altrimenti la pasta diventa fredda e non è più buona

-La bambina scosse la testa e sua madre la guardò severamente.-

Lily: Jasmine, mangia!
Jasmine: Non ho fame!
Lily: Non farmi perdere la pazienza. Mangia per favore e smettila di fare i capricci
Jasmine: NON HO FAME!
Lily: Se non mangi qui andrai a letto senza cena
Jasmine: Allora morirò di fame!

-Oliver si avvicinò a Daniel mentre quella discussione andava avanti.-

Oliver: Lotta tra due geni Green! Nulla di buono in arrivo...
Daniel: Già, sono entrambe più testarde di un mulo

-Lily continuò.-

Lily: Non facciamo scenate qui. I nonni non ci hanno invitati per questo!

-Jasmine continuò a sfidare sua madre con lo sguardo.-

Jasmine: Tanto non mangio lo stesso!
Lily: Perchè mi vuoi far arrabbiare?

-Le chiese Lily sconfortata.-

Jasmine: Perché tu non mi fai giocare con April?
Lily: Non è il caso di parlarne adesso a tavola
Jasmine: PERCHE’?
Lily: Sei un po’ troppo scontrosa signorina e stai oltrepassando il limite!

-Lily si alzò, si avvicinò a Jasmine e le prese la mano.-

Lily: Non vuoi mangiare? Benissimo. Allora non c’è bisogno che tu stia a tavola con tutti quanti!

-Fece alzare la bambina da tavola e la portò in salotto. Intanto Brittany guardava Daniel sempre più sconcertata.-

Brittany: Ma che succede?
Daniel: Jasmine ha fatto amicizia con una bambina a scuola, ormai è la sua migliore amica. Purtroppo questa bambina, April, è figlia di Victoria. Lily quando l’ha vista è andata fuori di testa. Non vuole che Jasmine frequenti April. La mia opinione ovviamente non conta. Abbiamo litigato questo pomeriggio e poi Lily ha parlato con Jasmine e la cosa è finita con le urla

-Brittany continuava a guardare Daniel.-

Brittany: E’ incredibile. Capisco che Lily sia scioccata, però...
Daniel: Brittany, ti prego, parlaci tu. Sei l’unica che può farle cambiare idea. A me non ascolta e non ascolta nemmeno sua figlia

-Brittany sospirò.-

Brittany: Non posso prometterti di riuscirci, ma ci proverò!
Daniel: Grazie!

-Dylan, confuso, guardò Daniel e i suoi genitori.-

Dylan: Chi è questa “Victoria”?
Oliver: Il peggior incubo di tua sorella!!

-Disse Oliver mentre Brittany si alzava andando in salotto. Lily e Jasmine si stavano sfidando con lo sguardo.-

Brittany: Lily?!
Lily: Sì?!
Brittany: Vieni un momento fuori? Ho bisogno di parlarti

-Lily annuì poi guardò sua figlia.-

Lily: Non muoverti, intese? Se hai fame, c’è la pasta che ti aspetta
Jasmine: Non ne ho!

-Lily sospirò e seguì sua madre fuori in cortile. Brittany chiuse la porta dietro sé.-

Brittany: Daniel mi ha detto tutto!
Lily: Daniel è un cretino quando ci si mette...
Brittany: Tesoro, so che sei arrabbiata...

-Disperata, Lily guardò sua madre, sedendosi sul gradino del cortile.-

Lily: E’ solo che lo vorrei dalla mia parte, vorrei il suo appoggio. Mi sento così debole senza
Brittany: Io so quanto è difficile per te e anche tuo marito lo sa. Però ci hai pensato? E se fossi tu a sbagliare? Insomma non conosci veramente Victoria. E se fosse cambiata?
Lily: Mamma, tutte le volte che mi sono fidata di lei è finita male. Non potrei mai e poi mai perdonarla
Brittany: Non è questione di perdonarla. Jasmine sta male
Lily: Lo so! E sono io la causa. Io sto passando per la cattiva e non mi piace. Jazzy mi sta odiando. Ma io voglio solo proteggerla
Brittany: Capisco la tua indecisione, tesoro. Però devi lasciare Jasmine libera di fare le amicizie che vuole, soprattutto adesso. Non credo che questa April sia un mostro
Lily: No mamma, devi vederla. E’ molto graziosa e stanno molto bene insieme, ma è figlia di Victoria! Tu cosa faresti?
Brittany: Renderei Jasmine felice e darei una possibilità a Victoria, così per conoscerla e vedere se è cambiata
Lily: Mai e poi mai!

-Disse Lily, alzandosi e tornando dentro, dove tutti finirono di mangiare.

Il pomeriggio seguente, dopo scuola, Emily si infilava il giacchetto pronta ad uscire.-

Emily: Mamma, papà, io esco!

-Rachel la guardò.-

Rachel: Ceni qui a casa, vero?
Emily: Sì, mamma!

-Alex guardò sua figlia sorridendo.-

Alex: E dove andresti di giovedì pomeriggio, signorina?
Emily: Credo al parco
Alex: Con chi ci vai?

-Emily diventò rossa e poi parlò.-

Emily: Con Mark!
Alex: E chi sarebbe questo Mark? Devo ricordarti il nostro patto?
Rachel: Alex, glielo hai fatto giurare quando aveva cinque anni!!
Alex: E’ sempre valido!
Emily: Quale patto? E comunque... Mark! Quel Mark che conoscete da sempre. E’ sempre lo stesso Mark!
Alex: Beh, ti rinfresco la memoria, passerotto. Non puoi stare con un ragazzo fino ai trentacinque anni!

-Emily scoppiò a ridergli in faccia.-

Emily: Cosa?! Papà, sei matto
Alex: A cinque anni avevi le idee piuttosto chiare. Avevi giurato che sarei stato io l’unico uomo della tua vita!

-Emily lo guardò sorridendo.-

Emily: Mettila così, sei il più importante... Per ora!

-La ragazza si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulla guancia.-

Alex: Come “per ora”?
Emily: Ci vediamo a cena!

-Emily rise ed uscì di casa. Alex scosse la testa sorridendo.-

Alex: L’ho sempre detto, quella ragazza ha tutto il tuo fascino, amore mio!

-Disse avvicinandosi a sua moglie, dandole un bacio.-

Alex: Ti amo
Rachel: Ti amo anch’io, Alex!

-La giornata scolastica, alla scuola elementare non era ancora finita. Infatti, il giovedì, i bambini frequentavano il club dell’arte, che li teneva occupati un’ora in più. Jasmine e April, ovviamente sedute nello stesso banco, chiacchieravano sottovoce.-

April: Come fai a non mangiare?
Jasmine: Io non ho fame, tutto qui. Ap, come possiamo fare?
April: Non lo so, potresti venire lo stesso a casa mia. Potremmo dire a mia madre che tua madre vuole. Così verrai a giocare da me!
Jasmine: Non ci avevo pensato! Facciamo così, oggi dirai a tua madre che posso, così poi domani verrò con voi!
April: Perfetto!

-Concordò la bambina dai capelli rossi mentre la campanella che decretava la fine delle lezioni suonava. Jasmine era davvero soddisfatta del loro piano, niente le avrebbe impedito di frequentare April.

Intanto, Emily si avviava verso il parco da Mark, quando si sentì prendere il braccio.-

Dylan: Dove vai?

-Sospirò vedendo Dylan.-

Emily: Non sono affari tuoi! Sam è in camera sua, vai da lui e ignorami come hai sempre fatto!
Dylan: Stai andando da quello schifoso, non è così?
Emily: A te cosa importa?
Dylan: Non voglio che tu vada da lui. Vuole solo portarti a letto
Emily: Perché, voi cosa fate con le ragazze? Siete i primi ad andarci a letto e piantarle. Non vorrei essere una delle vostre vittime
Dylan: E’ una cosa completamente diversa!

-Continuavano a camminare sul marciapiede a passo veloce e Dylan continuò.-

Dylan: Noi non andiamo in cerca di verginelle inesperte, facili all’innamoramento!
Emily: Quanto sei coglione?!

-Emily lo spinse, allontanandolo da sé.-

Dylan: Non mi riferivo a te, stavo dicendo in generale. Sai quanto me ne può importare che tu sia vergine o no?! Io e Samuel, al contrario di quel pezzente, evitiamo di fare soffrire le ragazze. Cerchiamo quelle che si vogliono divertire come noi, senza impegno
Emily: Mi fate schifo!
Dylan: Ti facciamo schifo noi e non quell’idiota che fa finta di essere innamorato di te solo per portarti a letto, per poi lasciarti facendoti soffrire e distruggendoti l’autostima?
Emily: Lasciami in pace, Dylan!

-Mentre la folla di bambini si accalcava nel portone per poter uscire, Jasmine riuscì a trovare un piccolo spazio e sbucare da là sotto, ma dopo qualche secondo si sentì mancare, cadendo a terra. Lily, che l’aspettava fuori e non la vide, fin quando tutta la folla di bambini si sparse per tutto il cortile. Solo in quel momento, Lily vide sua figlia a terra e, spaventata, corse da lei. Le sollevò la testolina cercando di svegliarla.-

Lily: JAZZY! SVEGLIATI, TESORO! JASMINE, TI PREGO

-In quel momento davanti a sé, vide inchinarsi Victoria che guardò Jasmine per qualche secondo con April dietro, spaventata. La donna guardò Lily.-

Victoria: Lily, non preoccuparti, ha avuto solo un calo di zuccheri. Sta bene!

-Victoria diede qualche leggero schiaffetto a Jasmine per farla rinvenire e Lily le ringhiò contro, allontanando sua figlia dalla donna.-

Lily: MA CHE NE SAI TU?!
Victoria: Sono un medico!

-Disse Victoria tranquillamente. Lily non sapeva davvero cosa rispondere. Non se lo aspettava proprio.-

Lily: Ah!

-Disse solo in un sussurro mentre Victoria continuava a non arrendersi con Jasmine, dandole altri due colpetti.-

Victoria: Coraggio Jazzy, svegliati. April ti aspetta!

-Solo in quel momento, Jasmine aprì gli occhietti, alzando la manina per toccare il viso di sua madre che stava accanto a lei, spaventatissima.-

Jasmine: Mami!

-Fece in tempo a dire solo quella parola, prima di richiudere gli occhi. Victoria guardò Lily.-

Victoria: Prendila in braccio. La portiamo a casa mia
Lily: Perché a casa tua?
Victoria: Perché è qui dietro l’angolo! Non fa bene a Jasmine stare accasciata a terra.
Andiamo!

-Praticamente Lily non aveva altra scelta, prese Jasmine in braccio e la portò in macchina, sentendosi una totale idiota.
Arrivarono a casa di Victoria e Lily doveva ammettere che era una bella casa, molto grande e anche di classe. Non si sarebbe mai aspettata che Victoria abitasse in una casa del genere e soprattutto che fosse diventata uno medico. Era tutto così strano. Entrarono e appoggiarono Jasmine sul divano.-

Lily: Perché ha richiuso gli occhi?

-Chiese Lily a Victoria.-

Victoria: E’ la stanchezza. Jasmine è molto spossata al momento. Non preoccuparti, sta bene, ha solo bisogno di mangiare qualcosa. Com’è solitamente il suo appetito?
Lily: Mangia quanto un qualsiasi bambino della sua età!

-In quel momento, Lily si ricordò della notte precedente e sgranò gli occhi.-

Lily: A parte ieri!

-Disse mentre loro si sedevano in cucina e April prendeva una seggiolina per sedersi a fianco a Jasmine in salotto. Victoria si avvicinò a Lily, porgendole una tazza di tè caldo.-

Victoria: Tieni, ti farà bene!

-Lily la guardò insicura, prendendo poi la tazza.-

Victoria: Non c’è del veleno dentro!

-Sbottò Victoria mentre Lily continuava a guardarla, poi parlò.-

Lily: Grazie, per tutto!

-La donna dai capelli rossi sorrise.-

Victoria: Figurati, se posso rendermi utile!

-Lily notò con stupore che il sorriso di Victoria non era più quello di un tempo, ovvero strafottente, ma molto dolce e incoraggiante. La donna riprese a parlare.-

Victoria: Mi stavi dicendo di ieri notte...
Lily: Oh, sì. Abbiamo litigato e ha iniziato a fare i capricci dai nonni. Le ho detto che se non mangiava lì, a casa non avrebbe cenato. E così è stato. Anche stamattina non voleva mangiare, però le ho dato delle merendine da mangiare in macchina per non stare a stomaco vuoto. Ho visto che non le aveva più in mano e ho pensato che le avesse mangiate, ma a quanto pare…

-April interruppe Lily e Victoria.-

April: Mamma, Jazzy è sveglia!

-Sia Lily che Victoria si alzarono e andarono in salotto. Subito Lily la strinse a sé e la baciò.-

Lily: Amore, come stai? Mi hai fatto prendere un bello spavento, lo sai?
Jasmine: Mami! Sto bene ma ho una fame da lupi!!
Lily: Dove sono le merendine che ti ho dato stamattina? E il pranzo?

-Jasmine guardò il suo zainetto e Lily lo prese e lo aprì. Dentro c’erano le merendine.-

Lily: Jasmine!!
Jasmine: Volevo farti arrabbiare, mamma!
Lily: Ho visto tesoro. Non lo fare mai più, okay? Ci siamo tutti spaventati da morire!

-Victoria in quel momento guardò la bambina.-

Victoria: Ma sbaglio o qualcuno stava morendo di fame? In cucina c’è l’imbarazzo della scelta

-Jasmine si alzò dal divano e April le prese la mano.-

April: Andiamo! Mangiamo i biscotti al cioccolato di mio fratello, si arrabbierà tantissimo!
Victoria: April, lasciategliene almeno due!
April e Jasmine: OOKAY!

-Dissero le bambine ridendo mentre correvano in cucina.

Intanto, quel pomeriggio, Dylan non riusciva a lasciare andare Emily che sbuffò per l’ennesima volta.-

Emily: Mi vuoi seguire per tutta la strada?
Dylan: Sì, se è necessario!
Emily: Perché mi stai così addosso, eh? Non sopporti il fatto che io stia con Mark, che lui mi ami. I ragazzi non sono tutti come te! Sei solo uno stronzo che non è in grado di amare...

-Lei era furiosa.-

Emily: ...E CHE NON VUOLE LA FELICITA’ DEGLI ALTRI. SEI UN’EGOISTA!

-Anche Dylan esplose sentendo tutti quegli insulti.-

Dylan: COME CAZZO FAI A NON CAPIRE CHE TI STA USANDO?! UNO DEL GENERE NON POTREBBE MAI INTERESSARSI A TE!

-Quella frase fu troppo anche per una forte ragazza come Emily. Non riuscì a fermare le sue lacrime che le bagnarono il viso.-

Emily: DEVI SEMPRE ROVINARE TUTTO, VERO?

-La ragazza si buttò in mezzo alla strada per poter cambiare marciapiede e allontanarsi da Dylan. Lo fece senza guardare, quando una macchina sbucò all’improvviso da dietro la curva della strada.-

Dylan: ATTENTA!

-Dylan corse da lei e la spinse in modo da farla arrivare sull’altro marciapiede, lui non avrebbe avuto tempo di spostarsi. Emily tra le lacrime e il rumore della macchina, urlò. Fu un urlo assordante mentre cadeva a terra sul marciapiede, salva.-

Emily: DYLAAANNNN, NOOO!

-Il ragazzo chiuse gli occhi in mezzo alla strada, pronto ad accettare la morte, pronto a sentire il colpo e il dolore.-



Ciao Meraviglieeee <3
Come state?
Finalmente sono qui con un altro capitolo. Cosa ne pensate?
Vi è piaciuto? Sicuramente ci sono tantissime cose da dire :P
E le lascio tutte a voi! Lo so, vi lascio con questa suspense per tutta la settimana. Cercherò di postare il prima possibile però :*
Ora vi mando un bacione.
Passate un buon fine settimana.
Sum <3



 

  
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