Salve a tutti,
wow sono contenta
che qualcuno abbia letto la mia storia, lo so che non è bellissima come le
altre, ma ci sto mettendo il cuore! Grazie a chi ha solo letto, a chi ha
aggiunto la ff tra i preferiti e tra le storie seguite.
Uchiha chan: grazie di cuore per aver recensito. Io amo
questa canzone e più l’ascoltavo e più mi ricordava Edward e Bella e da lì è
nata la storia…
Daydre4mer: sei anche qui e non sai quanto ne sono
felice!!! Edward è molto, ma molto testardo…lo sai, no?
Giulls: ma tu non sai che gioia leggere la tua recensione!!! Sono felice
che tu apprezzi ciò che scrivo, per me è importante quello che pensi e lo sai…grazie!!!
E ora vi lascio
all’altro capitolo. Ascoltate questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=lIZo65qUNTU
.
Ps: lo so che la
parola mani calde non è azzeccata, ma per il resto va bene…
Bella
“Un
po’ mi manca l’aria che tirava
O
semplicemente la tua bianca schiena…nananana
E quell’orologio non girava,
stava
fermo sempre da mattina a sera,
come
me lui ti fissava.
Io
non piango mai per te,
non
farò niente di simile...nononono
Si, lo ammetto, un po’ ti penso,
ma
mi scanso, non mi tocchi più…”
Sono seduta su questa roccia immersa nel verde scintillante di questa
radura…la nostra radura…oggi
stranamente c’è il sole…in un baleno la mia testa ripercorre a ritroso la mia
vita e ritorna a quel giorno...un sabato di qualche anno fa…dovevamo andare a
Seattle, ma tu mi proponesti di venire qui, io ero curiosa di scoprire il
motivo che ti impediva di esporti al sole…ricordi? Ero eccitata e allo stesso
tempo impaurita…
Con te il tempo non passava mai…proprio qui, per la prima volta ci siamo
detti che ci amavamo…lentamente ci sfioravamo, la pelle al contatto vibrava,
eravamo destinati a vivere qualcosa di magico….chiudo gli occhi e mi sembra di
vederti davanti a me, sorridente come quel giorno…innamorato come all’ora…ma
ora BASTA…scuoto la testa e caccio
via i pensieri…i ricordi…TE…no…io non piangerò più per te…a
volte ti penso…ma…niente di più…non significhi niente per me…non più…
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non me lo so spiegare
Io non me lo so spiegare”
Come hai potuto farmi questo? Mi hai ingannata…io credevo davvero che mi
amassi…
no…io non ho immaginato tutto, io sentivo e sento che il nostro era amore
puro, vero, incontenibile…com’è potuto finire tutto così? Non me lo so
spiegare…io…
Ci offrivano da dono solo l’atmosfera
Ma l’amavo e l’amo ancora
Ogni dettaglio è aria che mi manca
E se sto così...sarà la primavera..
Ma non regge più la scusa...”
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare..
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?”
“Quanto tempo sono rimasta qui? È quasi buio, Charlie sarà preoccupato,
meglio tornare indietro” lanciai un ultimo sguardo alla nostra radura e feci
una corsa fino al Pick up, misi in moto e con la velocità consentita dal mio
mezzo di trasporto tornai a casa…quella casa troppo piena di ricordi, a volte
pensavo che Charlie facesse bene ad avere paura che scappassi, forse quella
sarebbe stata la giusta soluzione e invece, testarda sono voluta rimanere a Forks,
in questa minuscola cittadina, dove tutto, ogni suo piccolo angolo mi ricorda
Edward, il vampiro per cui avevo perso la testa, infischiandomene dei pericoli
che correvo…ero la sua qualità preferita di eroina…ma la vera droga era lui…non
potevo muovere un passo se non lo avevo accanto, pendevo dalle sue labbra…forse
troppo, ma mi abbagliava…avrei fatto di tutto per farlo rimanere e mi pento per
non aver insistito o gridato abbastanza quando mi ha detto che non mi voleva
più…ho acconsentito a farlo andare via, senza muovere un dito…che idiota! E ora
cosa mi resta? Niente…mi sento tanto vuota, non sono sola, in questo periodo
mio padre e soprattutto Jake mi sono stati vicini…mi sono legata tantissimo a
Jacob, ma non nel modo che lui desidera…so che lui mi ama, ma io…non me la
sento di lasciarmi andare, so che non sarebbe lo stesso, so che non gli darei
tutta me stessa…quella parte è solo di Edward, di nessun altro…
Entrai in casa e trovai mio padre steso sul divano a vedere una partita
di baseball “Ehi papà, sono a casa” “Bells finalmente! Che fine hai fatto, mi
sono preoccupato” come immaginavo “Niente papà, ho fatto un giro con l’auto, mi
sono intrattenuta a parlare con alcune amiche e non ho notato l’ora. Ti va di
cenare?” “Oh si, ho una fame” se non ci fossi stata io, mio padre sarebbe
andato alla deriva.
Dopo aver lavato i piatti, salii in camera, augurando la buonanotte a
mio padre…ora arrivava la parte più difficile della giornata: la notte…entrai
velocemente in stanza, presi il pigiama e corsi in bagno a farmi una doccia,
evitando di soffermarmi troppo in stanza…cercai di fare tutto il più lentamente
possibile, in modo da ritardare l’entrata in quella camera. Quando giungeva il
momento, restavo sempre qualche minuto impalata davanti alla porta, facendo
mille prove di respirazione, cercando di trovare dentro la forza per farmi
coraggio per poi immergermi di corsa in essa e lanciarmi sul letto, coprendomi
a più non posso con le lenzuola…meno vedevo quel posto e meno angoscia
provavo…ma ogni volta si ripeteva la stessa storia: aprivo gli occhi, mi
guardavo intorno e rivedevo lui seduto sulla sedia che mi sorrideva felice…la
finestra non era mai stata toccata da quando se n’era andato, in cuor mio la
speranza di vederlo entrare ancora da lì non era mai morta…ma il tormento non
era finito: mi basta chiudere gli occhi e cominciavo a sentire la sua voce
sussurrarmi la ninna nanna che aveva scritto per me. “Come se non fossi mai esistito”
non era così, lui era andato via fisicamente, ma la sua presenza aleggiava
ancora a Forks e dentro di me e mai se ne sarebbe andata, ormai la mia vita era
inesorabilmente legata a lui per sempre, qualsiasi cosa sarebbe accaduta…qualsiasi…